IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA

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1 IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA Nota congiunturale trimestrale Luglio 2010 In breve 1 Nel trimestre 2010, il mercato del lavoro lombardo, pur nel quadro critico complessivo, mostra alcuni primi segnali di attenuazione delle tendenze negative; servirà ancora tempo per capire se i cenni di miglioramento evidenziati siano traducibili in una reale inversione di tendenza rispetto alla fase acuta della recessione. Nel I trimestre 2010 continua la flessione del tasso di occupazione che scende al 65,1% (-0,7 punti percentuali rispetto al I trimestre ), raggiungendo il livello più basso dalla fine del 2005 ad oggi. Anche il tasso di disoccupazione, attestandosi al 6,3%, aumenta di 1,3 punti percentuali, per un totale di oltre 62 mila persone in cerca di occupazione in più rispetto al I trimestre. Nonostante questi andamenti negativi, sono percepibili alcuni segnali di rallentamento della caduta occupazionale: il numero degli occupati cala di sole 7 mila unità, -0,2% rispetto al I trimestre, una variazione più contenuta rispetto a quella fatta segnare dall indicatore a livello nazionale (-0,9%). Ad essere maggiormente colpiti dalla riduzione occupazionale continuano ad essere, come nei precedenti trimestri, gli uomini (-0,6%, pari -14 mila unità) che si confermano la componente più colpita dalla recessione. Nel I trimestre 2010 persiste la flessione dell occupazione dipendente (-0,3%), mentre si ridimensionano le ripercussioni negative della crisi sull occupazione autonoma. A livello settoriale continua la contrazione degli occupati nell industria (- 6,7%) e nell agricoltura (-1,6%); per il comparto industriale si tratta della peggiore variazione tendenziale nel numero di addetti dal 2004, corrispondente a un calo di quasi 80 mila addetti. In controtendenza i servizi che, nonostante il calo di 5 mila addetti nel commercio (-0,9%), estendono la propria base occupazionale di oltre 65 mila lavoratori (+2,4%). Il miglioramento delle condizioni occupazionali nei servizi trova riscontro anche nei dati più recenti dell Indagine Unioncamere che, nel trimestre 2010, segnala un crescita congiunturale degli occupati dell 1,3% proprio nel comparto terziario. In un quadro congiunturale ancora incerto, si conferma la cautela delle imprese nelle politiche di assunzione: i dati sulle Comunicazioni Obbligatorie, aggiornati al I trimestre 2010, indicano un ricorso sempre più elevato alle tipologie contrattuali flessibili, mentre si riducono quelle permanenti (oltre il 70% degli avviamenti è stato effettuato con contratti a scadenza). Nel trimestre 2010, in le ore complessive di CIG si riducono del 16% rispetto al trimestre precedente anche se, rispetto al trimestre, il ricorso alla cassa integrazione rimane elevato e in crescita (+35%): a fronte di una riduzione delle ore CIGO (-41%), si rileva un incremento significativo delle ore CIGS (+180%) e della cassa in deroga (+902%). Risulta sempre elevato il ricorso alla mobilità: pur continuando a riguardare soprattutto i lavoratori delle piccole imprese, in questo semestre, registrano una significativa crescita (+23%) anche le iscrizioni in mobilità a seguito dei licenziamenti collettivi attivati da aziende di più grandi dimensioni. Nel complesso i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi sono oltre 140 mila, pari al 4,2% dell occupazione dipendente lombarda. Le aspettative occupazionali delle imprese industriali e artigiane lombarde, seppure ancora di segno negativo, evidenziano un miglioramento rispetto ai livelli dei precedenti trimestri, a differenza di quelle nel terziario, che pur rimanendo positive, mostrano una tendenza al peggioramento; permane pertanto una cautela generalizzata che lascia ipotizzare come difficilmente nel breve periodo si potrà tornare ai livelli occupazionali pre-crisi. 1 Al momento della redazione di questa newsletter non erano ancora disponibili i microdati ISTAT sulla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro per il I trimestre 2010 e questo ha impedito di effettuare le elaborazioni e le analisi più dettagliate presenti nei precedenti numeri della newsletter.

2 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 1.1 Le dinamiche di medio periodo Ancora pesanti le ripercussioni della crisi sull occupazione I dati ISTAT della Rilevazione sulle Forze di Lavoro, relativi al I trimestre 2010, evidenziano la fase ancora difficile del mercato del lavoro lombardo. Nonostante sia percepibile qualche segnale di attenuazione delle tendenze negative osservate nel recente passato, continuano gli effetti negativi della crisi, come mostrato dalle persistenti variazioni negative dei principali indicatori del mercato del lavoro, a conferma che servirà ancora tempo per recuperare i livelli occupazionali che la aveva prima della crisi. Nel I trimestre 2010 il tasso di occupazione scende al 65,1% (-0,7 punti percentuali rispetto al I trimestre ), raggiungendo il livello più basso dalla fine del 2005 ad oggi (Figura 1). Figura 1 Evoluzione del tasso di occupazione in serie ricostruite Tasso di occupazione 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat E particolarmente accentuata la flessione del tasso di occupazione maschile che, attestandosi al 74,2%, sconta una riduzione di un punto percentuale rispetto al I trimestre. Non si registrava un valore così basso dell indicatore dal ,3 punti percentuali) rispetto alla flessione maschile (Figura 2). Nonostante questi andamenti negativi, sono però percepibili segnali di rallentamento della caduta occupazionale: il calo anno su anno del numero degli occupati riguarda poco più di 7 mila unità (-0,2%), una variazione ben più contenuta sia rispetto a quella fatta segnare dall indicatore a livello nazionale (-0,9%), sia a quella registrata nel precedente trimestre in cui il crollo degli occupati era stato pari a 59 mila unità, corrispondente ad una variazione del -1,3%. Figura 2 Evoluzione del tasso di occupazione per genere in serie ricostruite 63,0 62,0 61,0 60,0 59,0 58,0 57,0 56,0 55,0 54,0 53,0 Femmine (scala sx) Maschi (scala dx) I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat 77,5 76,5 75,5 74,5 73,5 72,5 71,5 70,5 69,5 68,5 A livello settoriale, continua la contrazione degli occupati nell industria in senso stretto (-6,7%) e nell agricoltura (- 1,6). Per il comparto industriale si tratta della peggiore variazione tendenziale nel numero di addetti dal 2004, corrispondente a un calo di quasi 80 mila addetti (Figura 3). In linea con quanto evidenziato nel precedente trimestre, si conferma in controtendenza il settore dei servizi che estende la propria base occupazionale di oltre 65 mila lavoratori (+2,4%) nonostante, al suo interno, si rilevi un calo di 5 mila addetti (-0,9%) nel commercio. Si riduce anche il tasso di occupazione femminile (che si attesta al 55,8%), anche se in misura meno accentuata (- Sezione 1 Le tendenze del mercato del lavoro regionale 2

3 Figura 3 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per settore Figura 5 Andamento degli Occupati dipendenti e indipendenti in Agricoltura Industria in s.s. Costruzioni Servizi Totale Dipendenti (scala sx) Indipendenti (scala dx) I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Le ripercussioni negative della crisi che ha colpito l industria si riflettono sull andamento dell occupazione per genere e per posizione nel mercato del lavoro: ad essere colpiti dalla riduzione occupazionale sono anche in questo trimestre gli uomini. Rispetto al I trimestre, l occupazione maschile si è ridotta di oltre 14 mila unità (-0,6%), mentre quella femminile fa segnare un leggero incremento, +0,4%, pari a oltre 7 mila unità (Figura 4). Figura 4 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per sesso Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Si ridimensionano invece le ripercussioni negative della crisi sull occupazione indipendente che, in questo trimestre, fa segnare un incremento tendenziale complessivo dello 0,1% (nel I trimestre 2010 si era verificata una contrazione occupazionale del 5,6%), grazie alla tenuta dell occupazione autonoma maschile (+6 mila occupati) che compensa il calo di quella femminile (-5 mila occupate). Il tasso di disoccupazione aumenta di 1,3 punti percentuali (Figura 6), attestandosi al 6,3%, per un totale di 286 mila persone in cerca di occupazione, rispetto alle 224 mila dello stesso periodo del (+27,8%) I Femmine Maschi Totale Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat 10 La crescita della disoccupazione continua a concentrarsi tra gli individui che hanno perso la precedente occupazione, che arrivano a rappresentare l 83% dell incremento complessivo rispetto al 17% di chi è alla ricerca del primo impiego. Sommando ai lavoratori in cerca di occupazione i lavoratori in CIG equivalenti a zero ore 2, il tasso di disoccupazione nel I trimestre 2010 salirebbe di 2,2 punti percentuali, attestandosi all 8,5%. Persiste la flessione dell occupazione dipendente che nel I trimestre 2010 registra una variazione tendenziale negativa dello 0,3%, superiore rispetto a quanto registrato nel precedente trimestre (Figura 5). 2 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a 0 ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione autorizzate fino ad Aprile 2010 (45,69% per le ore CIGO, 55,39% per le ore CIGS e CIGD). Si veda Nota metodologica Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 3

4 Figura 6 Andamento del tasso di disoccupazione in serie ricostruite Maschi Femmine Totale 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Anche in questo trimestre è la componente maschile che registra il più consistente incremento rispetto al I trimestre : +31% (pari a oltre 33 mila unità), una variazione comunque inferiore rispetto a quella evidenziata nel precedente trimestre in cui l incremento tendenziale era stato pari al 69,1%. La componente femminile registra un incremento delle persone in cerca di occupazione del 25%, pari a oltre 28 mila disoccupate in più rispetto al I trimestre. Nonostante la crisi, aumenta il tasso di partecipazione, che si attesta ora al 69,6%, con un recupero di 0,4 punti percentuali rispetto al I trimestre. La partecipazione al lavoro cresce soprattutto fra le donne il cui tasso di attività aumenta, anno su anno, di 0,6 punti percentuali e si attesta al 60,3%, mentre quello maschile (78,6%) rimane sostanzialmente stabile (60,3%, con un incremento dello 0.1%). 1.2 I flussi e le dinamiche congiunturali Sempre più elevato il ricorso alle tipologie contrattuali flessibili I dati disponibili sulle Comunicazioni Obbligatorie aggiornati al I trimestre 2010 (Figura 7) registrano oltre 809 mila eventi, di cui il 50% è relativo a avviamenti (pari a oltre 403 mila), il 39% a cessazioni (pari a oltre 318 mila), la quota rimanente, pari all 11%, attiene a proroghe e trasformazioni. Figura 7 Le Comunicazioni Obbligatorie - Regione avviamenti cessazioni proroghe trasformazioni I trimestre trimestre I trimestre trimestre Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione I trimestre 2010 Continua il calo tendenziale degli avviamenti, seppure in misura attenuata rispetto a quanto registrato nel precedente trimestre: anno su anno si rileva una contrazione dell 1%, pari a oltre 4 mila avviamenti in meno. Anche per le cessazioni, anno su anno, si evidenzia un calo del 2,1% (oltre 6,8 mila cessazioni in meno rispetto al I trimestre del ), mentre per le proroghe si assiste ad un aumento significativo pari al 29,1% (circa 17 mila proroghe in più rispetto al ). Confrontando la somma di avviamenti e cessazioni (turnover lordo), ossia la ricollocazione dei lavoratori attraverso i flussi di entrata e uscita dalle imprese, e il saldo occupazionale (Figura 8), i risultati indicano che, a fronte di flussi più contenuti rispetto a quelli del precedente trimestre (i posti creati e cessati nel I trimestre 2010 sono circa 721 mila rispetto agli oltre 809 mila del I Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 4

5 trimestre ), la variazione occupazionale netta torna ad essere positiva. Nel I trimestre 2010 il saldo mostra una superiorità degli avviamenti rispetto alle cessazioni di oltre 85 mila unità (+3,3% rispetto al I trimestre ). Figura 8 Turnover lordo e incidenza sull occupazione- Regione Figura 9 Quote di avviamenti per settore I trimestre 2010 Regione Agricoltura Commercio e Servizi Costruzioni Industria 2% 16% 7% Turnover lordo (scala sx) Turnover/Occupati*100 74% I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre 2010 Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione I dati sulle COB più recenti, nel mese di maggio 2010, rilevano un flusso complessivo di 286 mila comunicazioni (+10,6% rispetto ad aprile 2010 e +13,5% rispetto a maggio ) e, soprattutto, una crescita degli avviamenti che registrano un incremento del 10,7% rispetto a maggio ; ancora più consistente è la crescita delle cessazioni (+13,5%). Tornando al I trimestre 2010, si osserva un calo tendenziale degli avviamenti nei servizi dello 0,5% (oltre avviamenti in meno) e, soprattutto, nelle costruzioni, dove il calo è del 15,3% (oltre 5 mila avviamenti in meno); nell agricoltura e nell industria in senso stretto si registra invece una tendenza inversa: rispetto al I trimestre gli avviamenti aumentano rispettivamente dell 11,8% e del 4,6%, per un totale di oltre 1000 avviamenti in più nel settore primario e oltre 2,8 mila avviamenti in più nel settore secondario (Figura 9). 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 - Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione In un quadro congiunturale ancora incerto, si conferma la cautela delle imprese nelle politiche di assunzione: anche i dati disponibili sulle Comunicazioni Obbligatorie indicano un ricorso sempre più elevato alle tipologie contrattuali flessibili a fronte di una riduzione dell utilizzo di quelle permanenti. Oltre il 70% degli avviamenti del I trimestre 2010 è stato effettuato con contratti a scadenza (tempo determinato, somministrazione, lavoro a progetto), in crescita rispetto al 64,8% del I trimestre. Tale incremento è dovuto soprattutto ad un maggiore utilizzo del contratto a tempo determinato (che anno su anno, passa dal 39%, al 41%) e del lavoro a progetto (che dal 14% del I trimestre, sale al 16% del I trimestre 2010). Anche i contratti di somministrazione passano dal 12% del I trimestre, al 13% nel I trimestre 2010 (Figura 10). Analizzando le differenti modalità di impiego dei contratti nei diversi settori si osserva che il tempo determinato prevale nell agricoltura e nei servizi (rispettivamente con quote pari all 89% e al 43% del totale avviamenti di settore), mentre nell industria la quota maggiore appartiene ai contratti di somministrazione. Il tempo indeterminato rimane preponderante solo nelle costruzioni (46% del totale). Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 5

6 Figura 10 Quote di avviamenti per tipologia contrattuale I trimestre 2010 Regione Figura 12 Quote di avviati per cittadinanza I trimestre 2010 Regione Determinato Indeterminato Somministrazione Progetto Apprendistato Altre Comunicaz 2,7% 2,3% Italiani Comunitari Extracomunitari 17% 15,8% 12,9% 41,5% 6% 77% 24,8% Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione Considerando gli oltre 310 mila soggetti avviati, nel I trimestre 2010, si riscontra una prevalenza di uomini, con il 55% (pari a oltre 171mila soggetti) degli avviati (Figura 11). Figura 11 Quote di avviati per genere I trimestre 2010 Regione Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione Infine, osservando la distribuzione dei soggetti avviati per classe di età, emerge come il 51% sia compreso nella classe di età anni a dimostrazione della più intensa mobilità dei giovani (considerando anche i cosiddetti giovani adulti ) rispetto agli adulti nel mercato del lavoro (Figura 13). maschi femmine Figura 13 Quote di avviati per classe di età I trimestre 2010 Regione 45% 55% Gli avviamenti femminili, oltre ad essere numericamente inferiori rispetto agli uomini, registrano una variazione negativa del 3,6% rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Sostanzialmente stabile la componente maschile. I dati delle COB confermano che la crisi ha colpito particolarmente i lavoratori stranieri: tra i soggetti avviati, gli extracomunitari (oltre 53 mila soggetti) e gli stranieri comunitari (oltre 18 mila soggetti) fanno segnare variazioni anno su anno negative (rispettivamente -10% e -7,1%), mentre per gli italiani si registra un, seppur leggero, incremento (+0.8%) (Figura 12). 20% 18% 16% 14% 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% 2% da 15 a 19 15% da 20 a 24 19% da 25 a 29 17% da 30 a 34 15% da 35 a 39 12% da 40 a 44 9% da 45 a 49 6% da 50 a 54 4% da 55 a 59 2% da 60 a 64 Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione Per il trimestre 2010, l Indagine condotta da Regione, Unioncamere e Confindustria presso un campione di imprese dell industria e dei servizi, conferma segnali di attenuazione delle ripercussioni negative della crisi. I risultati dell Indagine mostrano il continuo miglioramento delle dinamiche occupazionali sia nell industria sia nell artigianato (Figura 14). Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 6

7 Figura 14 - Indagine trimestrale - Variazione % addetti nel trimestre Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Industria e Artigianato. 0,40 0,20 0,00-0,20-0,40-0,60-0,80-1,00-1,20-1,40-1,60 Mediamobile di 3 termini Industria Artigianato apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 Fonte: Indagine trimestrale, Regione, Unioncamere e Confindustria Nel comparto industriale (Figura 15) per la prima volta dopo sette trimestri di saldo negativo, i dati occupazionali evidenziano un saldo nullo frutto della convergenza all 1,3% dei tassi di ingresso e uscita nel trimestre. Entrambi gli indicatori risultano in contrazione rispetto al trimestre precedente. Figura 15 Indagine trimestrale Unioncamere - La dinamica occupazionale dell industria - Figura 16 Indagine trimestrale Unioncamere -La dinamica occupazionale nell artigianato I Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita 2006 I 2007 I 2008 I I Fonte: Indagine trimestrale, Regione, Unioncamere e Confindustria Anche nel terziario (Figura 17) i dati segnalano una generale tendenza al miglioramento rispetto ai primi mesi del In particolare nel comparto dei servizi la variazione % degli addetti nel trimestre torna positiva (+1,3%), mentre nel commercio si registra una flessione più contenuta (-0,2%) rispetto a quella evidenziata nel precedente trimestre (-0,6%) ,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00-0,50-1,00-1,50-2, I Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita 2006 I 2007 I 2008 I I 2010 Figura 17 Indagine trimestrale - Variazione % addetti nel trimestre Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Commercio e Servizi. Commercio Servizi Mediamobile di 3 termini 1,50 1,00 0,50 0,00-0,50-1,00-1,50 Fonte: Indagine trimestrale, Regione, Unioncamere e Confindustria apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 Ancora in lieve contrazione invece i livelli occupazionali nelle imprese artigiane (-0,1% il saldo): il tasso di ingresso e il tasso di uscita si attestano rispettivamente all 1,5% e all 1,6% (in calo rispetto all 1,7% e all 1,6% rilevati del I trimestre 2010). Fonte: Indagine trimestrale, Regione, Unioncamere e Confindustria Rallenta l utilizzo della cassa integrazione (CIGO e CIGS), ma è sempre più elevato il ricorso alla cassa in deroga Nel trimestre 2010 in le ore di cassa integrazione autorizzate ammontano a 82,8 milioni, in calo del 16% rispetto al I trimestre 2010 in cui si Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 7

8 contavano 98,7 milioni di ore autorizzate (Figura 18). La flessione congiunturale interessa sia le ore CIGO (-33,3%) che le ore CIGS (-19,5%), mentre è sempre più elevato il ricorso alla cassa in deroga (+26,7%). Nel comparto industriale, nel complesso, fra il I e il trimestre 2010, per la prima volta dall inizio della crisi, si registrano variazioni congiunturali negative sia per le ore CIGO (-33,3%) che per le ore CIGS (-1,5%), queste ultime comprensive delle ore di cassa integrazione in deroga. Tuttavia, rispetto al trimestre, il ricorso alla cassa integrazione rimane elevato e in crescita: anno su anno, si registra infatti un incremento del 35%: a fronte di una riduzione delle ore CIGO (-41%), si rileva un incremento significativo delle ore CIGS (+180%) e delle ore di cassa integrazione in deroga (+902%). Figura 18 Cassa Integrazione Guadagni Ore Autorizzate Regione Ordinaria Straordinaria Deroga Media mobile centrata di 3 termini (10,7%). In questo trimestre, si segnala l aumento del ricorso alla cassa integrazione anche nel commercio, in cui le ore autorizzate arrivano a rappresentare il 7,7% del totale, seguono il chimico (7,5%) e il metallurgico (7,1%). Continua inoltre a calare l effettivo utilizzo dei provvedimenti autorizzati: a livello nazionale, i dati sul tiraggio (ore utilizzate su ore autorizzate), evidenziano che, da gennaio ad aprile 2010, sono stati effettivamente utilizzati il 45,69% degli interventi ordinari e il 55,39% dei provvedimenti straordinari e in deroga, percentuali inferiori rispetto a quelle riportate nello stesso periodo dell anno precedente (l utilizzo era rispettivamente del 60,24% e del 72,37%) 3. Per quanto riguarda la, l indagine Unioncamere continua ad evidenziare la diminuzione della percentuale di ore di cassa integrazione utilizzate dalle imprese interessate, sul monte ore complessivo trimestrale rispetto al I trimestre 2010: si passa infatti dal 4,6% al 3,6%. Continua inoltre a diminuire il numero di imprese che ricorre alla CIG che passano dal 33,1% del I trimestre al 27,8% Figura 19 - Variazioni congiunturali della CIG tra I e trimestre 2010 (CIGO e CIGS) Confronto rispetto alle media Fonte: elaborazioni Irs su dati INPS La Figura 19 mette a confronto le variazioni congiunturali delle ore autorizzate di CIGO e CIGS per settore rapportandole alla variazione media registrata dall intero comparto industriale. I settori in cui l aumento della CIGS risulta particolarmente rilevante in questo trimestre sono quello dei trasporti, dell industria e dell artigianato edile. Il settore che maggiormente richiede la cassa integrazione è, come per tutto il territorio nazionale, quello meccanico (47,7% del totale ore), seguito in dal tessile 4 56 Variazione congiunturale CIGS - comprensiva della CIGD - (-1,5%) Fonte: elaborazioni Irs su dati INPS 3 Dati provvisori definiti sulla base dei dati dell archivio INPS al 7 Luglio Legno Lav. min non metalliferi Trasporti e comunicazioni Industria Edile Artigianato Edile Installazione impianti edilizia 45 Alimentari Servizi e varie 5 Tessili Abbigliamento Trasporti e Metallurgiche Chimica,etc comunicazioni Carta stampa -35 Meccaniche editoria Pelli cuoio -75 calzature Artigianato lapidei Variazione congiunturale CIGO (-33,3%) Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 8

9 Complessivamente, nei primi sei mesi del 2010, le ore di cassa integrazione autorizzate in tutto il territorio regionale superano i 180 milioni (di cui oltre 70 milioni a carattere ordinario, 65 a carattere straordinario e circa 45 in deroga), circa il 90% in più rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, quando le ore autorizzate ammontavano già, in totale, a oltre 95 milioni. Tuttavia confrontando i primi sei mesi del 2010 con il semestre, in cui i provvedimenti autorizzati ammontavano a circa 176 milioni di ore, emerge un incremento molto più contenuto rispetto alla crescita tendenziale (+3%) La principale tendenza che si osserva in questo primo semestre dell anno è pertanto rappresentata dal graduale ridimensionamento dall intervento integrativo ordinario a fronte di un incremento di quello straordinario, tipicamente usato per affrontare crisi più profonde e durature e riflesso di un peggioramento strutturale delle criticità aziendali (Figura 20). Figura 20 Cassa Integrazione Guadagni Confronto semestrale ore di cassa integrazione autorizzate anni ordinaria straordinaria deroga 100% % % % % % I sem 2008 sem 2008 I sem sem I sem 2010 Fonte: elaborazioni Irs su dati INPS Mentre nel I semestre le ore CIGO autorizzate arrivavano a rappresentare il 76% del totale ore autorizzate, da gennaio a giugno 2010 le ore autorizzate di CIGO corrispondono solo al 39% del totale, contro il 61% della CIGS. Più precisamente il 36% è rappresentato da ore di cassa integrazione straordinaria propriamente detta, mentre per il 25% si tratta di interventi autorizzati in deroga alla normativa vigente e ancora elevato il ricorso alla mobilità In nel trimestre 2010 si contano lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, in calo rispetto ai registrati nel I trimestre Complessivamente, nei primi sei mesi del 2010, il volume di iscritti in mobilità (Figura 21), a seguito dell approvazione della Sottocommissione Permanente, ammonta a Rispetto al I semestre del, si registra un incremento del 15%. Figura 21 I lavoratori approvati nelle liste di mobilità Regione /91 236/91 Totale I sem 2008 I sem I sem Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione Le iscrizioni per tipologia di lista continuano ad evidenziare un ricorso preponderante alla mobilità nelle aziende di piccole dimensioni: il 62% dei lavoratori coinvolti proviene infatti da aziende con un organico inferiore ai 15 dipendenti e risulta pertanto approvato nelle liste ex l.236/93, che non prevede l accesso alla mobilità indennizzata (Figura 22). Tuttavia, rispetto all analogo periodo del, anche le iscrizioni in mobilità a seguito di licenziamenti collettivi attivati da aziende di più grandi dimensioni (ex l.223/91) fanno segnare una crescita (+23%) superiore a quella riportata 4 Il dato non comprende i lavoratori approvati nelle liste ex l. 44/197 (Trattamento speciale di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera). Nel trimestre 2010 in si contano 44 lavoratori iscritti ex l.147/97. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 9

10 dal volume di iscritti a seguito di licenziamenti individuali operati dalle imprese di più piccole dimensioni (+10%). Figura 22 Andamento cumulato dei lavoratori approvati in lista di mobilità per mese e tipologia di lista Regione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio 223/91 236/93 Settembre Ottobre Novembre 2010 Fonte: Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione Complessivamente i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (stimati considerando i lavoratori in CIGO, CIGS, CIGD e mobilità), nel I semestre 2010 sono oltre 140 mila, pari al 4,2% dell occupazione dipendente lombarda (Figura 23) 5. Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Tra questi, i lavoratori in CIG equivalenti a zero ore 6 rappresentano il 3,3% dell occupazione dipendente per un totale di lavoratori equivalenti a zero ore In termini assoluti Milano si conferma la provincia con il maggior numero di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (39.826) seguita da Brescia (26.563) e Varese (21.481) (Figura 24 a). Considerando l incidenza sull occupazione dipendente, sono Varese, Brescia e Como, nell ordine, le province dove la crisi si è fatta maggiormente sentire, a conferma che le situazioni di difficoltà sono più marcate per i lavoratori di quelle province caratterizzate da un sistema produttivo più industrializzato e dipendente dalla domanda estera (Figura 24 b). Varese si conferma la città a cui spetta il primato negativo con il 7,6% dei lavoratori alle dipendenze coinvolto in crisi aziendali. Seguono Brescia con il 6,3% di lavoratori coinvolti e Como con il 6%, mentre a Milano la percentuale dei lavoratori coinvolti, 2,9%, è inferiore alla media regionale. Figura 23 I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente - Regione Figura 24 - Lavoratori coinvolti in situazioni di crisi - Incidenza sull occupazione dipendente (Gennaio - Giugno) I sem 2008 I sem I sem 2010 a) Stima lavoratori 4,5 4,0 4,2 Mobilità CIG 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5-2,9 1,6 1,3 1,1 0,9 0,8 0,9 1,0 0,5 0,4 0,2 0,2 0,1 0,2 Mobilità CIGO CIGS CIGD Totale Milano Brescia Varese Bergamo Como Lecco Pavia Cremona Mantova Lodi Sondrio Fonte: elaborazioni Irs su dati Osservatorio Mercato del Lavoro- Regione (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). 5 La stima dei lavoratori in crisi, relativa al I semestre 2010, risulta numericamente inferiore a quella riferita al solo I trimestre 2010, e diffusa nella Newsletter n.4, a causa della rilevante contrazione del tiraggio della CIG. Le percentuali utilizzate per il calcolo dei lavoratori in CIG equivalenti a zero ore del I trimestre 2010, e riferite al periodo di autorizzazione Gennaio-Dicembre, erano infatti pari a 57,90% per le ore CIGO e 64,66% per le ore CIGS e CIGD. 6 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a 0 ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione autorizzate fino ad Aprile 2010 (45,69% per le ore CIGO, 55,39% per le ore CIGS e CIGD). Si veda Nota metodologica Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 10

11 b) Incidenza % su occupazione Anche in gli indicatori qualitativi più recenti Varese Brescia Como 6,0 6,3 7,6 segnalano un evoluzione più vivace dell attività nei primi mesi del 2010: sono infatti migliorati i giudizi delle imprese sull andamento degli ordini e della produzione. Lecco 5,8 Bergamo 4,7 Cremona 4,1 Mantova 3,0 Milano 2,9 Pavia 2,9 Lodi 2,5 Sondrio 1,6 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 Tuttavia le aspettative occupazionali delle imprese industriali e artigiane lombarde, seppure in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti, rimangono negative, a riprova di una cautela generalizzata (Figura 25), percepibile anche nel terziario in cui le aspettative, pur rimanendo positive, evidenziano una tendenza al peggioramento (Figura 26). Fonte: elaborazioni Irs su dati Osservatorio Mercato del Lavoro- Regione (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). 1.3 Le prospettive Grande incertezza sugli sviluppi futuri A livello internazionale, i primi cenni di inversione di tendenza rispetto alla fase acuta della recessione, iniziati nei primi mesi del 2010, si sono tradotti in timidi segnali di ripresa dell economia mondiale, come evidenziato dall evoluzione dei corsi delle materie prime, indice di una ripresa generalizzata dei mercati. Il vero traino della ripresa è costituito dall economie emergenti, in particolare dell area asiatica, mentre l area euro sembra essere meno reattiva agli impulsi della ripresa internazionale. L incremento dell attività produttiva, in risposta alla ripresa degli ordinativi dall estero, è contenuto infatti da problemi di minore presenza sui mercati asiatici. La ripresa appare comunque nitidamente delineata dal clima di fiducia delle imprese europee sull andamento degli ordini e della produzione. L economia italiana è in linea con lo scenario europeo: i modesti incrementi dell attività produttiva e la crescita del biennio , attesa poco sotto l 1%, sono frenate dal calo dei consumi, conseguenza di due anni consecutivi di riduzione di spesa delle famiglie. Rimangono pertanto significativi margini di incertezza sul intensità della ripresa, soprattutto occupazionale. Figura 25 - Indagine trimestrale Unioncamere - Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Industria e artigianato 15,00 10,00 5,00 0,00-5,00-10,00-15,00-20,00-25,00 Mediamobile di 3 termini Industria Artigianato gen-01 apr-01 lug-01 ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 Fonte: Indagine trimestrale, Regione, Unioncamere e Confindustria Figura 26 - Indagine trimestrale Unioncamere - Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione - Commercio e Servizi 11,00 8,00 5,00 2,00-1,00-4,00-7,00 apr-06 Commercio Mediamobile di 3 termini lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 Servizi Fonte: Indagine trimestrale, Regione, Unioncamere e Confindustria ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 11

12 Nel l impatto della crisi sul mercato del lavoro è stato in parte contenuto dall ampio ricorso alla CIG che, da un lato ha permesso di limitare la crescita della disoccupazione e, dall altro, ha contribuito alla diffusione del cosiddetto labour hoarding, fenomeno che comporta il disequilibrio tra il livello delle unità di lavoro (documentate dai dati di contabilità nazionale) e il numero di occupati (rilevati dall ISTAT). Tuttavia, il ricorso a provvedimenti straordinari non potrà continuare all infinito e,inoltre, sul futuro, pesa anche l incognita dell effettivo reintegro nel processo produttivo dei lavoratori cassintegrati. Per il loro completo riassorbimento servirebbe una crescita sostenuta che, tuttavia, non viene ipotizzata da alcun tipo di scenario previsionale. E ragionevole invece prevedere che difficilmente nel breve periodo si potrà tornare ai livelli occupazionali precedenti alla crisi. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 12

13 Box 1 - La nel contesto italiano ed europeo Dai dati medi relativi al della Rilevazione sulle Forze di Lavoro dell ISTAT emerge come il mercato del lavoro in, nonostante le ripercussioni negative della crisi economica, sia rimasto per molti aspetti più simile a quello dei più avanzati paesi europei (EU15) che a quello italiano, anche se permangono alcune criticità. Nel la ha mantenuto un tasso di occupazione (65,8%) in linea con la media dell UE15 (65,9%), registrando una flessione rispetto al 2008 inferiore a quella riportata dalla media europea (rispettivamente -1,2 e -1,4 punti percentuali). Come mostra il Grafico 1, i tassi di occupazione nelle classi centrali di età continuano ad essere più elevati in rispetto alla media UE15 (81,8% rispetto al 78,5% dell EU15); molto inferiori rispetto alla media europea rimangono invece il tasso di occupazione giovanile (28,8% rispetto al 38,2%) e quello degli over 55 (35% rispetto al 48%). Mentre l indicatore occupazionale relativo alla popolazione giovanile lombarda fa segnare una variazione tendenziale negativa (-3,7) superiore di quasi un punto percentuale rispetto a quella registrata dalla media EU15 (-2,8), quello degli over 55 evidenzia una crescita di 3 punti percentuali rispetto al 2008, molto superiore rispetto all incremento dello 0,6% riportato dall indicatore a livello medio europeo. Grafico 1 - Tasso di occupazione (15-64):, Italia e EU15, media Anche rispetto al genere i tassi di occupazione lombardi si differenziano dalla media dei Paesi dell EU15: in il tasso di occupazione maschile si attesta al 75,2% a fronte del 71,9% della media EU15, mentre quello femminile (56,1%) è ancora inferiore sia al livello medio dell EU15 (59,9%) che all obiettivo SEO del 60% per il Posto che le ripercussioni della crisi sono state più marcate per gli uomini che per le donne, la flessione dell occupazione maschile lombarda è risultata inferiore sia a quella della media italiana che a quella dell EU15 (rispettivamente -1,4-1,7 e -2,3 punti percentuali rispetto al 2008) Nonostante la disoccupazione lombarda sia aumentata in misura superiore rispetto alla media nazionale (+1,7 punti percentuali la variazione anno su anno riportata dall indicatore lombardo rispetto al +1,1 evidenziato dall indicatore a livello nazionale), nel, i tassi di disoccupazione della si mantengono molto inferiori a quelli medi dell UE15 e a quelli italiani, in linea con quanto evidenziato per il 2008 (Grafico 2). Il tasso di disoccupazione complessivo è pari infatti al 5,4%, rispetto al 7,8% dell Italia e al 9% dell EU15. Molto inferiore alla media EU15 è anche la disoccupazione di lunga durata pari all 1,8% rispetto al 3,5% italiano e al 3% europeo. Grafico 2 - Tasso di disoccupazione:, Italia e EU15, media Italia EU 15 Maschi 15,0 Italia EU 15 Totale 10,0 Femmine Totale SEO 70% Maschi 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 - SEO Femmine Titolo universitario Diploma SMS 5,0 - Lunga Durata Obbligo scolastico SEO 50% Fonte: Eurostat, Population and social conditions; Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro; elaborazioni IRS su microdati Istat Rilevazione Continua sulle forze di Lavoro Fonte: Eurostat, Population and social conditions; Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro; elaborazioni IRS su microdati Istat Rilevazione Continua sulle forze di Lavoro. Questi bassi livelli di disoccupazione sono però da ricondurre alla scarsa partecipazione al lavoro delle donne, degli over 55 e dei giovani (Grafico 3). Nel il tasso di attività femminile in rimane fermo al 60% rispetto al 65,9% dell EU15. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 13

14 Il tasso di attività giovanile, pari al 35,3%, non solo si conferma ad un livello decisamente inferiore rispetto a quello dell EU15 (47,5%), ma registra anche una flessione rispetto al 2008 (-1,9) superiore sia a quella riportata dalla media nazionale (-1,8), sia dalla media EU15 (-0,9). Per gli over 55 lombardi la partecipazione al lavoro è addirittura inferiore a quella media nazionale: i tassi di attività sono rispettivamente pari al 36% e al 37%, ben lontani dal 51,2% dell indicatore medio europeo. Grafico 3 - Tasso di attività ( 15-64):, Italia e EU15, Italia EU 15 Totale Maschi 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 - Femmine anni Fonte: Eurostat, Population and social conditions; Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro; elaborazioni IRS su microdati Istat Rilevazione Continua sulle forze di Lavoro. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 14

15 Nota metodologica: Fonti dei dati usati per l analisi delle tendenze congiunturali Comunicazioni Obbligatorie Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione -CRISP Le informazioni disponibili in questa banca dati derivano dalle Comunicazioni Obbligatorie riguardanti gli eventi verificatisi nel periodo di analisi. Le Comunicazioni considerate sono tutte quelle inviate dai datori di lavoro che hanno sede operativa in Regione, anche se relative a personale con domicilio fuori regione, più tutte quelle che riguardano lavoratori domiciliati in regione, anche se inviate da aziende fuori Regione, ed infine quelle di Aziende di Somministrazione che hanno sede operativa in. Nell ambito delle Comunicazioni sono stati identificati quattro tipi di Comunicazione: Avvimenti, Proporoghe, Trasformazioni e Cessazioni. Indagine congiunturale Regione -Unioncamere -Confindustria E una indagine campionaria presso 5600 imprese che viene condotta trimestralmente (1600 industriali, 1200 artigiane, 1600 servizi e 1200 commercio). Sono considerate le imprese con più di 10 addetti per il comparto industriale e quelle con più di 3 addetti per il comparto artigiano, dei servizi e del commercio. Oltre alle informazioni relative all occupazione raccoglie dati su: produzione, materie prime, giacenze prodotti finiti, capacità produttiva, nuovi ordini acquisiti nel trimestre, fatturato, prezzi di vendita, aspettative per le imprese artigiane e manifatturiere. Nel commercio e nei servizi, oltre ai dati occupazionali, vengono raccolti dati su: volume d affari, prezzi, scorte di magazzino, ordini ai fornitori, occupazione, aspettative. I dati relativi all indagine nel comparto del commercio e dei servizi a livello provinciale vanno interpretati con una certa cautela per via di una bassa rappresentatività; non fanno inoltre parte del campione del commercio le catene della GDO a meno che non abbiano sede sul territorio lombardo. Le differenze che emergono dalle dinamiche occupazionali rilevate dall indagine Regione-Unioncamere- Confindustria rispetto ai dati amministrativi sulle Comunicazioni Obbligatorie dell Osservatorio Federato del Mercato del Lavoro Regione possono in parte essere spiegate dalla diversa natura delle due fonti (dati derivanti da indagine campionaria rispetto a dati amministrativi) e dalla diversa unità di analisi. Nell indagine congiunturale le variazioni occupazionali sono riferite al numero di addetti. Mentre per le Comunicazioni Obbligatorie l unità di analisi non è la singola persona ma il singolo evento. Vi è inoltre un possibile ritardo nelle comunicazioni/registrazioni in riferimento alle cessazioni.

16 Nota metodologica: I principali indicatori utilizzati a livello regionale e provinciale Gli indicatori di Fonte Istat Tassi di occupazione, disoccupazione, attività Contributi alla variazione tendenziale dell occupazione = *100. L indicatore misura la variazione dell occupazione totale dovuta alla variabile X. Indicatore di flessibilità del mercato del lavoro = Incidenza % della somma di lavoro part-time, a tempo determinato, collaboratori e professionisti non regolamentati sul totale dell occupazione. Gli indicatori di Fonte Comunicazioni Obbligatorie: Saldo = Avviamenti -Cessazioni Turnover lordo: Avviamenti+Cessazioni. Tasso di avviamento: Rapporto tra il numero di avviamenti nel settore x e il numero di occupati nel settore (RCFL, Istat Media ). Gli indicatori di Fonte INPS: Lavoratori equivalenti a 0 ore: stimati rapportando il monte ore utilizzato di CIG all orario di lavoro medio annuale di 1702 ore; le ore effettivamente utilizzate sono state calcolate considerando il tiraggio medio nazionale diffuso dall INPS pari al 45,69% delle ore autorizzate di CIGO e al 55,39% delle ore autorizzate di CIGS e CIGD; si ottiene così un numero (teorico) di lavoratori sospesi integralmente ( a 0 ore ). Indicatore di intensità del ricorso alla CIG rispetto alla media Lombarda: rapporto tra l incidenza % delle ore di CIG autorizzate nel settore x sul totale delle ore autorizzate nella Provincia di riferimento e l incidenza % delle ore di CIG autorizzate nello stesso settore x sul totale delle ore autorizzate in. Un valore di questo rapporto >1 indica in un determinato settore un ricorso alla CIG più intenso rispetto alla media lombarda, se <1 il ricorso è meno intenso, se =1 il ricorso è in linea con quanto avviene nella media regionale. Incidenza dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi: rapporto tra la somma dei lavoratori stimati in CIGO e CIGS (ore utilizzate convertite in lavoratori equivalenti a o 0re sulla base di un monte ore contrattuale annuale per addetto pari a 1702) e i lavoratori in mobilità, sull occupazione alle dipendenze (RCFL, Istat-Media ).

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