Scavo, recupero e studio di resti cremati: l'importanza della integrazione tra antropologia e archeologia

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1 IMMAGINI DI UOMINI E DI DONNE DALLE NECROPOLI VILLANOVIANE DI VERUCCHIO Giornate di studio dedicate a Renato Peroni Verucchio Aprile 2011 D. MANCINELLI, F.TRUCCO, D. MANCINELLI, R. VARGIU Scavo, recupero e studio di resti cremati: l'importanza della integrazione tra antropologia e archeologia La necropoli di Villa Bruschi Falgari costituisce il campione, tra quelli disponibili per il primo ferro in Etruria meridionale, che meglio si presta ad affrontare l argomento di questo seminario, sia per la ricchezza della documentazione relativa agli aspetti antropologici, sia perché dal punto di vista archeologico costituisce un contesto ormai scavato integralmente. Infatti, individuata nel 1998 grazie ad indagini di archeologia preventiva, il suo scavo è stato portato a termine nel 2009 con 6 campagne di differente durata. Come noto, essa è riferibile ad una comunità che faceva capo al centro protourbano di Tarquinia e fu utilizzata prevalentemente nel corso della fase iniziale non evoluta del primo ferro (Fe 1A e B). Originariamente la necropoli, in cui le sepolture si disponevano a coprire quasi senza soluzione di continuità una stretta fascia di terreno, doveva occupare un area di circa 700 mq e contenere circa tombe. Le tombe individuate sono 252, delle quali 246 (239 incinerazioni e 7 ad inumazione) della prima età del ferro; di fasi posteriori sono invece 6 inumazioni, in fossa o cassa di lastre litiche. Il numero delle tombe parzialmente o totalmente violate è purtroppo assai elevato; sono 75 le tombe incomplete, 30 delle quali del tutto vuote (di queste 28 sono incinerazioni e 2 inumazioni); il campione utilizzabile è dunque costituito da 216 sepolture, 212 conservanti resti ossei, non sempre integri. 1

2 N. TOMBE % TOMBE TOTALE TOMBE INDIVIDUATE 252 INCINERAZIONI ,84 INUMAZIONI 13 5,16 TOMBE VIOLATE 75 29,76 DI CUI VUOTE 30 11,90 INCINERAZIONI IN POZZETO A RISEGA ,33 IN CUSTODIA CILINDRO OVOIDE 26 10,32 IN CASSA 3 1,19 INUMAZIONI FASE FE 1 5 1,98 FASE FE 2A 2 0,79 VII SEC. 6 2,38 CAMPIONE IN STUDIO I FERRO ,71 TOMBE CON RESTI OSSEI ,13 TOMBE CON RESTI OSSEI INCINERATI ,56 Quando nel 1998 iniziò la prima campagna di scavo, la pressoché totale assenza di studi sul contenuto delle urne delle necropoli a prevalente rito incineratorio d Etruria ci ha spinto a dedicare particolare attenzione a questo aspetto dello scavo. Si rendeva in primo luogo necessario elaborare una strategia uniforme di documentazione delle caratteristiche del loro contenuto. Decidemmo che fin dove possibile il microscavo sarebbe stato effettuato in laboratorio e sempre congiuntamente da archeologo e antropologo, in modo da sommare esperienze e ottiche d indagine differenti. Ciononostante la determinazione del sesso è stata effettuata all oscuro degli indicatori archeologici. Il prelievo stratigrafico ha perciò permesso di analizzare la sequenza deposizionale tenendo conto del comportamento sia dei resti scheletrici che del corredo, alla ricerca di ricorrenze depositarie utili alla comprensione del rituale. Per questa fase della ricerca è stata elaborata una scheda di rilevamento che ha tenuto conto in particolare di: Volume del riempimento rispetto all urna Presenza/assenza di terreno d infiltrazione Presenza/assenza e quantità di cenere al di sopra delle ossa Presenza/assenza di cenere tra le ossa e ad di sotto di esse Presenza/assenza di carboni Presenza e posizione degli ornamenti Presenza di elementi riferibili a tessuti Presenza di faune Grado di frammentazione delle ossa Tutte le operazioni sono poi state documentate sia graficamente (per lo più tramite sezioni dell urna) che fotograficamente. Ed i dati raccolti sono confluiti in un database relazionale realizzato con Access (via via aggiornato nelle sue versioni). 2

3 Di molte delle analisi scaturite grazie al microscavo ed alla successiva analisi antropologica abbiamo già reso conto in più sedi, benché prima che lo scavo della necropoli fosse completato, e ne accenneremo qui brevemente, aggiornandone i risultati. Prima di passare agli aspetti più strettamente antropologici, accenniamo brevemente anche ai prelievi effettuati, prevalentemente su costole sia di individui inumati (in rosso nella diapositiva) che incinerati, per la realizzazione di analisi radiocarboniche con il metodo dell acceleratore di particelle. Sono state ottenute 15 date, tre delle quali risultate inutilizzabili. Lo studio antropologico è stato svolto con lo scopo di ricostruire il rituale funerario utilizzato nella necropoli di Villa Bruschi (attraverso l analisi della temperatura di combustione, del peso dei resti e del calcolo del numero minimo di individui). Inoltre, è stato ricostruito il profilo demografico, mediante la determinazione dell età alla morte e la diagnosi del sesso. Infine, è stato svolto uno screening paleopatologico per risalire alle condizioni di vita e di salute della comunità che è stata seppellita nella necropoli. COMPOSIZIONE CAMPIONE ANTROPOLOGICO % Totale individui 207 Adulti ,6 Sub-adulti 63 30,4 Senza analisi 5 Maschi 54 37,5 Femmine 85 59,0 Sesso non diagnosticabile 6 3,5 Individui su cui è stata fatta la diagnosi del sesso 165 N % Corrispondenza sesso archeologico-antropologico ,2 Non c'è corrispondenza fra sesso archeologico-antropologico 3 1,8 La tabella illustra la composizione per classi di età del campione di Villa Bruschi Falgari. Esso è composto da 207 individui per i quali è stato possibile effettuare le determinazione dell età alla morte e la diagnosi del sesso. Solo in 5 casi non è stato possibile svolgere nessun tipo di analisi, neanche la determinazione del numero minimo di individui. Come si può notare è evidente una chiara sottostima del campione dei sub-adulti. Inoltre, nel sottocampione adulto si ha una netta prevalenza degli individui femminili, con una sex ratio pari a 0,63. 3

4 In basso viene presentata la concordanza tra diagnosi del sesso sui resti e sui corredi. Le due analisi sono state effettuate separatamente e poi sono stati confrontati i risultati. Su 165 casi in cui è stato possibile effettuare entrambe le analisi la concordanza tra l analisi antropologica e quella archeologica è molto elevata, pari al 98,2% (162 casi). A Villa Bruschi Falgari le sepolture bisome hanno un incidenza molto più limitata di quanto riportato in letteratura per altre necropoli della prima età del ferro. Sei le tombe con due individui, una sola delle quali contenente due ossuari. Negli altri casi, in cui i resti ossei dei due individui sono mescolati nella stessa urna, sono presenti due volte un adulta con un neonato, un adulto con un infantile, e in due casi due adulti di sesso diverso. Solo in una di queste vi è riscontro archeologico in un doppio corredo. In otto sepolture sono invece presenti porzioni scheletriche non riconducibili all'individuo principale, per la cui interpretazione rimandiamo a quanto proposto negli atti del convegno tenutosi qui a Verucchio nel Grazie al microscavo degli ossuari sono state registrate alcune varianti nel trattamento crematorio dei corpi e nelle modalità di deposizione dei resti ossei e del corredo personale all interno dei biconici. La prima macroscopica differenza rilevata, forse corrispondente a due modalità differenti di ossilegio, consiste nell inserimento o meno nell urna della cenere. Nel 30% circa dei cinerari le ossa erano deposte perfettamente pulite, probabilmente lavate, mentre nelle restanti esse erano accompagnate da una notevole quantità di cenere finissima, che almeno in parte era collocata prima della chiusura dell urna. L analisi della temperatura di combustione mette in evidenza il prevalere di temperature elevate, superiori 600 nel 74% dei casi stimati. La posizione degli ornamenti, presenti in più dell 80% delle sepolture, è significativamente associata alla loro presenza sul rogo: quando bruciati (consuetudine che coinvolge il 56% dei corredi con ornamenti), essi vengono raccolti insieme alle ossa e deposti mescolati ad quelle nel 71% dei casi, mentre quando gli oggetti non presentano tracce del rogo, e dunque non erano indossati dal defunto, venivano inseriti prevalentemente al di sopra delle ossa o della cenere (54%). La modalità di deposizione degli ornamenti presenta variazioni significative anche rispetto al sesso del defunto. Non sono invece state riscontrate modalità selettive di deposizione delle ossa all interno dell urna, né per quanto riguarda le porzioni scheletriche, né dal punto di vista spaziale. Uno dei primi risultati ottenuti grazie alla determinazione dell età alla morte è stato quello dell evidente correlazione tra essa e la posizione della scodella di copertura del cinerario che, a Tarquinia in particolare, è spesso collocata con l imboccatura in alto, costumanza che ricorre nel 38% dei casi a Villa Bruschi Falgari ed è, con pochissime eccezioni, riservato agli individui infantili e giovanili. Essa costituisce la norma per le prime classi 4

5 d età; il passaggio alla posizione rovesciata avviene in un età che si colloca intorno ai 20 anni e non è verosimilmente collegabile a fasi biologiche dello sviluppo dell individuo, quanto piuttosto ad eventi socio-culturali di cui non siamo in grado di intuire la connotazione. posizione della scodella di copertura % X classi di età scodella in su scodella in giù Allo scopo di ricostruire le modalità con le quali si svolgeva il rituale funerario, abbiamo analizzato tre delle variabili che sono state rilevate (età alla morte, peso dei resti e temperatura di combustione) applicando il coefficiente di correlazione di Pearson. I risultati sono stati considerati statisticamente significativi considerando il livello di errore dell 1% (altamente significativo). In considerazione del fatto che sia l età che la temperatura di combustione sono espresse con intervalli di valori, si è scelto il valore medio di ogni intervallo come dato da analizzare. I dati sono stati trattati sia nel loro complesso, che divisi per sesso. Quando abbiamo considerato il campione totale, si sono ottenuti due valori di correlazione statisticamente significativi. Il primo è quello ottenuto dall analisi tra peso ed età alla morte: la correlazione ottenuta è positiva e rappresenta un risultato atteso, in quanto all aumentare dell età, aumenta anche il peso della massa corporea dell individuo. Questo è vero sia quando si considera il vivente, che quando si ha solo materiale scheletrico. 5

6 COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE DI PEARSON (r) Campione Totale Maschi Femmine N r N r N r Peso/ Età media 189 0,496 ** 56 0, ,12 Peso/T. combustione 198-0, , ,06 Età media/t. combustione 188-0,190 ** 56-0, ,14 ** p value < 0,001 Il secondo risultato statisticamente significativo è quello relativo alla correlazione tra età alla morte e temperatura di combustione. In questo caso la correlazione è negativa: vuol dire che all aumentare dell età, la temperatura di combustione diminuisce, e viceversa. Questo risultato può essere letto come un fattore funzionale legato al processo di cremazione: gli individui adulti (con un corpo più robusto e più pesante) raggiungono più lentamente una temperatura elevata e assorbono più calore dalla pira, perché hanno bisogno di più combustibile e più tempo per completare la cremazione rispetto ai subadulti. Allo stesso tempo, dal punto di vista del rituale, questa interpretazione presuppone che le dimensioni della pira fossero probabilmente costanti almeno quando venivano cremati sia gli individui adulti che i giovanili, senza differenziazione tra i sessi. Infatti, quando abbiamo analizzato il campione diviso per sesso, non abbiamo ottenuto valori di correlazione statisticamente significativi. Abbiamo voluto poi confrontare il peso dei resti con il sesso degli individui. Come si può notare, la differenza tra le medie è evidente, con un maggior peso della componente maschile. Trattandosi di individui in età adulta sono stati eliminati dall analisi, in un primo caso, i campioni con un peso al di sotto dei 1000 grammi, per i quali è lecito ipotizzare una perdita di materiale nel corso del rito funerario o successivamente, per cause tafonomiche. L applicazione del Test U di Mann-Witney ci ha fornito un risultato statisticamente altamente significativo al livello dell 1%. Lo stesso risultato si ottiene quando vengono considerati tutti gli individui: un dato atteso in quanto aumenta la variabilità nella distribuzione dei pesi. 6

7 CONFRONTO PESO/SESSO SESSO N MEDIA DEV.STA. MIN. MAX TEST U MANN- WITNEY >1000 gr. M ,7 456, ,0** DIFFERENZA GR. F ,3 276, ,4 TUTTI M ,2 641, ,5** DIFFERENZA GR. F ,5 407, ,7 ** P value < 0,001 Dal campione sono stati selezionati 39 individui da sottoporre ad analisi istologica ai fini della determinazione dell età di morte. La scelta dei soggetti da esaminare è stata effettuata in modo da coprire l intero arco cronologico dell età adulta, basandosi sulle determinazioni effettuate con i metodi morfologici. Per l analisi è stata presa in considerazione la regione diafisaria del femore, identificabile con un buon grado di certezza. Dopo il lavaggio con xilene, i campioni sono stati inclusi in resina poliestere Castolite e sono state effettuate sezioni sottili di circa 80 micron di spessore con uno strumento Petro-Thin, poi montate su vetrino. All osservazione microscopica sono risultati leggibili 17 campioni. Nei restanti 20 la struttura istologica non era distinguibile: probabilmente la temperatura di combustione ed i fenomeni tafonomici hanno provocato danneggiamenti, oltre che nella struttura macroscopica, anche nella composizione micro strutturale dell osso. Nella diapositiva viene mostrato un vetrino non leggibile e uno buono, in cui si leggono chiaramente le strutture degli osteoni (strutture della matrice ossea che si formano durante tutta la vita dell individuo). Nei 17 campioni leggibili, trattandosi di resti incinerati e quindi notevolmente frammentati, non era presente l intera sezione dell osso; si è deciso quindi di applicare la formula di Singh e Gunberg (1970), che prevede la conta del numero di osteoni completi nella regione anteriore della metà diafisaria del femore. La formula di Kerley (1965), comunemente più utilizzata, avrebbe previsto la lettura di quattro campi microscopici situati anteriormente, posteriormente e lateralmente rispetto all asse del femore, impossibili da reperire nel nostro campione. Confrontando i risultati con i dati dell età morfologica si nota che in ben 15 casi si ottiene un età maggiore utilizzando la tecnica istologica e in ben 11 di questi campioni la differenza è uguale o maggiore di 10 anni. Ne consegue un evidente sovrastima dell età alla morte, probabilmente dovuta, in questo caso, a fenomeni di shrinkage o di riduzione della densità della matrice ossea, che avvengono a temperature di combustione maggiori 7

8 di 600 gradi centigradi, con conseguente aumento della densità osteonica per unità di superficie. Pertanto si è deciso di non procedere con le analisi dei restanti campioni della necropoli. Nella diapositiva viene mostrata la distribuzione percentuale dei soggetti deceduti (dx) nelle varie classi di età. Allo scopo di definire meglio il profilo demografico sono state utilizzate classi di età differenziate: classi biennali e triennali per le porzioni infantile e giovanile, quinquennali per gli adulti. Dall'analisi della struttura demografica del campione si evince la sottostima del segmento infantile e giovanile della popolazione, con una presenza di individui al di sotto dei 16 anni di età pari al 20%. È degna di nota anche una scarsa presenza di individui nell'ultima classe di età (oltre 50 anni), con un valore del 3,0%. La maggior parte delle morti si concentra dunque nelle classi comprese tra 16 e 44 anni di età. Nel grafico viene presentata la distribuzione percentuale degli individui adulti divisi per sesso. A causa della scarsa numerosità degli individui sono state considerate classi di età decennali. Come è stato già notato, nella prima fascia di età (20-29 anni), una scarsa presenza di individui di sesso maschile (23,0% contro il 41% di femmine) e la differenza tra i due sessi perdura, pur se in misura minore, nella classe anni. Successivamente si ha un'inversione, con valori maggiori per i maschi in tutte e due le classi (40-49 anni e 50-X). Comunque, in entrambi i sessi pochi individui raggiungevano un'età avanzata, come mostrano i valori dell'ultima classe di età ed il fenomeno è più accentuato nel sesso femminile (9,7% dei maschi e 2,4% delle femmine). L analisi antropologica ha compreso anche lo screening paleopatologico, per il quale rinviamo alla pubblicazione degli atti del PPE del In breve, sono state riscontrate differenze nelle lesioni scheletriche, legate alle attività lavorative (osteoartrosi e degenerazione delle articolazioni) che suggeriscono l esistenza, nella popolazione di Villa Bruschi Falgari, di una divisione del lavoro tra i due sessi. Avvertenza Contributo predisposto per il convegno, note e bibliografia verranno inseriti in sede di stampa 8

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