Responsabilità del Collegio Sindacale e del Revisore nella crisi d impresa (reazione o prevenzione). Soci convitati di pietra?

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1 1 Responsabilità del Collegio Sindacale e del Revisore nella crisi d impresa (reazione o prevenzione). Soci convitati di pietra? Intervento di Dario Finardi

2 2 Fallimento procedura concorsuale che mira a liquidare il patrimonio dell imprenditore insolvente reintegrato all esito delle azioni recuperatorie per ripartirne il ricavato tra i creditori

3 3 Curatore Amministrazione del patrimonio dell impresa fallita Azioni revocatorie, azioni di massa, beni già presenti nel patrimonio del debitore ricostruire la garanzia patrimoniale anche con azioni verso i terzi Esercizio dell azione di responsabilità contro gli amministratori art 146 l.f. art. 255 Codice della crisi Azione unitaria e polivalente idonea a reintegrare simultaneamente il pregiudizio arrecato alla società ed ai creditori Azione derivata non autonoma, azioni che si rivolgono verso terzi, esercitando azioni processuali di soggetti terzi, necessità di espressa previsione normativa

4 4 Art. 146 Legge Fallimentare II. Sono esercitate dal curatore previa autorizzazione del giudice delegato, sentito il comitato dei creditori: a) Le azioni di responsabilità contro gli amministratori, i componenti degli organi di controllo, i direttori generali e i liquidatori; b) L azione di responsabilità contro i soci della società a responsabilità limitata, nei casi previsti dall art. 2476, comma settimo, del codice civile. Art. 255 Codice della crisi Azioni di responsabilità 1. Il curatore, autorizzato ai sensi dell articolo 128, comma 2, può promuovere o proseguire, anche separatamente: a) l azione sociale di responsabilità; b) l azione dei creditori sociali prevista dall articolo 2394 e dall articolo 2476, sesto comma, del codice civile; c) l azione prevista dall articolo 2476, settimo comma, del codice civile; d) l azione prevista dall articolo 2497, quarto comma, del codice civile; e) tutte le altre azioni di responsabilità che gli sono attribuite da singole disposizioni di legge.

5 5 Art. 115 Codice della crisi Azioni del liquidatore giudiziale in caso di cessione dei beni 1. Il liquidatore giudiziale esercita, o se pendente, prosegue, ogni azione prevista dalla legge finalizzata a conseguire la disponibilità dei beni compresi nel patrimonio del debitore e ogni azione diretta al recupero dei crediti. 2. Il liquidatore esercita oppure, se pendente, prosegue l azione sociale di responsabilità. Ogni patto contrario o ogni diversa previsione contenuti nella proposta o nel piano sono inopponibili al liquidatore e ai creditori sociali. 3. Resta ferma, in ogni caso, anche in pendenza della procedura e nel corso della sua esecuzione, la legittimazione di ciascun creditore sociale a esercitare o proseguire l azione di responsabilità prevista dall articolo 2394 del codice civile.

6 6 Art. 378 Codice della crisi Responsabilità degli amministratori 1.All articolo 2476 del codice civile, dopo il quinto comma è inserito il seguente: Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell integrità del patrimonio sociale. L azione può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti. La rinunzia all azione da parte della società non impedisce l esercizio dell azione da parte dei creditori sociali. La transazione può essere impugnata dai creditori sociali soltanto con l azione revocatoria quando ne ricorrono gli estremi. 2. All articolo 2486 del codice civile dopo il secondo comma è aggiunto il seguente: Quando è accertata la responsabilità degli amministratori a norma del presente articolo, e salva la prova di un diverso ammontare, il danno risarcibile si presume pari alla differenza tra il patrimonio netto alla data in cui l amministratore è cessato dalla carica o, in caso di apertura di una procedura concorsuale, alla data di apertura di tale procedura e il patrimonio netto determinato alla data in cui si è verificata una causa di scioglimento di cui all articolo 2484, detratti i costi sostenuti e da sostenere, secondo un criterio di normalità, dopo il verificarsi della causa di scioglimento e fino al compimento della liquidazione. Se è stata aperta una procedura concorsuale e mancano le scritture contabili o se a causa dell irregolarità delle stesse o per altre ragioni i netti patrimoniali non possono essere determinati, il danno è liquidato in misura pari alla differenza tra attivo e passivo accertati nella procedura

7 7 CRISI DI IMPRESA CRISI DI LEGALITA CRISI PATRIMONIALI

8 8 CRISI PATRIMONIALI A) CRISI ECONOMICHE B) CRISI FINANZIARIE Squilibrio tra attivo e passivo Incapacità di soddisfare «regolarmente» gli impegni assunti

9 9 PRINCIPIO DI CONTINUITA AZIENDALE - art bis c.c. Indicatori che possono inficiare la continuità aziendale: a) di ordine finanziario, quali ad esempio la situazione di deficit patrimoniale; b) di ordine gestionale, quali la perdita di amministratori o dirigenti senza riuscire a sostituirli, di contratti, di fornitori; c) di altro genere: capitale ridotto al di sotto dei limiti legali o non conformità ad altre norme di legge; contenziosi legali o fiscali; modifiche legislative o politiche governative sfavorevoli all impresa. Il pregiudizio della continuità aziendale, al pari della nozione di crisi dell impresa di cui costituisce una specificazione, può coincidere con l insolvenza, ma non necessariamente.

10 10 DEFINIZIONE di CRISI art. 2 C.d.c. Difficoltà economico finanziaria che RENDE PROBABILE l INSOLVENZA del debitore Definizione di INSOLVENZA si manifesta con INADEMPIMENTI o altri fatti esteriori che dimostrano che il debitore non è più in grado di SODDISFARE REGOLARMENTE le proprie obbligazioni Per le IMPRESE INADEGUATEZZA dei FLUSSI DI CASSA PROSPETTICI per far fronte alle PROPRIE OBBLIGAZIONI PIANIFICATE

11 11 CRISI DI IMPRESA REGOLA del CAPITALE erosione del capitale sociale prescrive l alternativa tra: Ricapitalizzazione Liquidazione VALUTAZIONE della continuità Prescinde da valutazioni prospettiche e di mercato, affidandosi a valori di bilancio che non necessariamente danno indicazioni in ordine alla solvibilità della società

12 12 COLLEGIO SINDACALE Art c.c. Obbligo di vigilare sull osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull adeguatezza dell assetto organizzativo, amministrativo e contabile

13 13 POTERI DI VIGILANZA DEI SINDACI: 1) Obbligo di partecipare alle adunanze del consiglio di amministrazione ed alle riunioni del comitato esecutivo (art c.c.) potere di impugnare le delibere non conformi alla legge o allo statuto (art c.c.); 2) Facoltà/dovere di chiedere agli amministrazioni notizie «sull andamento delle operazioni sociali o su determinati affari» (art bis c.c.); 3) Dovere di scambiare informazioni con i soggetti incaricati della revisione legale in merito all espletamento dei rispettivi compiti (art septies c.c.); 4) Potere/dovere di convocazione dell assemblea in caso di omissioni o ingiustificato ritardo degli amministratori (art. 2406, comma I, c.c.); 5) L identificazione del novero dei fatti censurabili: l insolvenza, la mancanza di prevedibile continuità aziendale.

14 14 Art. 375 Codice della crisi Assetti organizzativi dell impresa Procedure di ALLERTA si basano su: 1) OBBLIGHI di segnalazione posti a carico di DETERMINATI SOGGETTI; 2) OBBLIGHI ORGANIZZATIVI a carico dell IMPRENDITORE aggiunto II comma art c.c. FAVORIRE EMERSIONE della CRISI obblighi: a) Istituire assetto organizzativo amministrativo contabile b) Adeguato natura dimensioni impresa c) Attivarsi senza indugio per adozione strumenti attuazione per SUPERAMENTO CRISI per RECUPERO CONTINUITA

15 15 POTERE DI INTERVENTO DEL COLLEGIO SINDACALE: 1) Segnalazione agli amministratori dei fatti rilevanti e dall invito ad adottare le misure opportune. 2) Intervento in caso di completo disinteresse degli amministratori, che darà necessariamente luogo alla convocazione dell assemblea

16 16 Sui sindaci grava comunque l obbligo di: A) Invitare gli amministratori a porre rimedio alle problematiche di continuità aziendale per ragioni di buona amministrazione; B) Sollecitarli ad adottare le misure opportune; C) Convocare l assemblea per esporre la situazione; D) (se l esame si conclude negativamente) convocare l assemblea ai sensi dell art c.c.

17 17 Ove gli strumenti endosocietari non siano sufficienti l organo di controllo ha a disposizione due strumenti: La denuncia al Tribunale ai sensi dell art c.c. La presentazione di un esposto al Pubblico Ministero «affinché si attivi richiedendo il fallimento della società ai sensi dell art. 6, comma I, l.f.

18 18 Art. 37 Codice della crisi Iniziativa per l accesso alle procedure di regolazione della crisi o dell insolvenza 1.La domanda di accesso a una procedura regolatrice della crisi o dell insolvenza è proposta con ricorso del debitore. 2. La domanda di apertura della liquidazione giudiziale è proposta con ricorso del debitore, degli organi e delle autorità amministrative che hanno funzioni di controllo e di vigilanza sull impresa, di uno o più creditori o del pubblico ministero. Art. 38 Codice della crisi Iniziativa del pubblico ministero 1. Il pubblico ministero presenta il ricorso per l apertura della liquidazione giudiziale in ogni caso in cui ha notizia dell'esistenza di uno stato di insolvenza. 2. L autorità giudiziaria che rileva l insolvenza nel corso di un procedimento lo segnala al pubblico ministero.

19 19 È escluso ai sindaci Porre in essere misure dirette al superamento della crisi Ma hanno l obbligo Di richiedere al tribunale l accertamento dell intervenuto scioglimento della società, ove gli amministratori non vi provvedano (art. 2485, comma II, c.c.)

20 20 REVISORE Art. 14, comma I, lett. a, d. lgs. 39/2010 Interviene principalmente in sede di redazione del bilancio Dovere di acquisire elementi probativi, sufficienti e appropriati, sul corretto utilizzo da parte della direzione del presupposto della continuità aziendale e di concludere se vi sia un incertezza significativa riguardo alla capacità dell impresa di continuare ad operare (principio di revisione Isa 570.6)

21 21 Art Codice Civile Limiti alla trasformazione Può farsi luogo alla trasformazione anche in pendenza di procedura concorsuale, purché non vi siano incompatibilità con le finalità o lo stato della stessa. La delibera assembleare funzionalmente incompatibile con lo stato di crisi della società è nulla per illiceità dell oggetto, violando un limite posto a tutela dei creditori sociali. Responsabilità patrimoniale dei soci che abbiano concorso con il loro voto alla violazione del limite funzionale stabilito dolo

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