Principi di organizzazione e gestione del primo soccorso
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1 Principi di organizzazione e gestione del primo soccorso Dott. Gianluca Sotis Ufficio Prevenzione e Protezione del CNR - Roma
2 Caratteristiche delle attività di ricerca Ampia varietà e variabilità dei processi lavorativi Attività sperimentali Dislocazione sul territorio Intra ed extra moenia Folta presenza di personale in formazione Personale tecnico motivato e qualificato Ristrutturazione organizzativa e gestionale degli enti
3 Organizzazione del Pronto Soccorso nel C.N.R. Linee di intervento: o o o o Formazione e addestramento Coordinamento e integrazione delle squadre Individuazione di criticità (gestionali, logistiche, alto rischio) Plasticità delle soluzioni
4 Formazione e addestramento:in evidenza Procedure di attivazione della catena dei soccorsi Malori (crisi cardiache, respiratorie, convulsioni, perdita improvvisa della coscienza ) Rischi incidentali specifici (analisi partecipata delle attività) BLS base
5 Individuazione delle criticità Manutenzione impianti e apparati esterni Accesso e verifica dei presidi (ad es. cassette di PS) Presenza di un idoneo mezzo di comunicazione Turni di presenza del personale della squadra Presenza di esterni (convegni, biblioteche, master ) Conoscenza dell efficienza locale della rete dei soccorsi
6 Impianti e apparati esterni Le squadre devono provvedere al primo intervento per loro stesse Difficoltà di comunicazione Rischio incidentale Accesso e verifica dei presidi Procedure di verifica del contenuto Spazi dedicati Integrazione dopo l uso Sostituzione
7 Idoneo mezzo di comunicazione Turni di presenza. Affollamento Orario flessibile vs garanzia della presenza Gestione delle attività fuori orario ordinario (esperimenti, manutenzioni ) Presenza di esterni per convegni, visite, master Scambio di personale e personale in formazione (studenti, dottorandi, ecc.)
8 IL PRIMO SOCCORSO Manovre, interventi ed azioni poste in essere da qualunque cittadino che si trovi occasionalmente in presenza di un soggetto colpito da malore o vittima di un incidente/ infortunio, in attesa di personale sanitario (118)
9 SCOPI DEL 1 SOCCORSO AVVIARE la macchina del "Pronto Soccorso", PREVENIRE l aggravamento PROTEGGERE da ulteriori rischi Se necessario, SOSTENERE LE FUNZIONI VITALI (BLS) FAVORIRE LA GUARIGIONE
10 DECRETO 15 luglio 2003, n.388 Art. 2. Organizzazione di pronto soccorso Art. 45 D.Lgs 81/08 1., il datore di lavoro deve garantire le seguenti attrezzature: a) cassetta di pronto soccorso, tenuta presso ciascun luogo di lavoro, custodita in un luogo facilmente accessibile ed individuabile con segnaletica appropriata, contenente la dotazione minima, da integrare sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro e su indicazione del medico competente,..., e della quale sia costantemente assicurata, la completezza ed il corretto stato d'uso dei presidi ivi contenuti; b) un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del SSN.
11 CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO Guanti sterili monouso Visiera paraschizzi Soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di I Soluzione fisiologica Compresse di garza sterile 10 x 10 Compresse di garza sterile 18 x 40 Teli sterili monouso Pinzette da medicazione sterili monouso Rete elastica di misura media Cotone idrofilo Cerotti di varie misure pronti all'uso Rotoli di cerotto cm. 2,5 Un paio di forbici. Lacci emostatici Ghiaccio pronto uso Sacchetti monouso per rifiuti sanitari Termometro. sfigmomanometro
12 CODICE DI COMPORTAMENTO DEL SOCCORRITORE 1. ALLONTANARE O ELIMINARE I RISCHI O I PERICOLI DI AGGRAVAMENTO (es.: soffocare i principi di incendio) 2. RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI MECCANICA DELL'INCIDENTE/IN-FORTUNIO NUMERO DEI FERITI E GRAVITA' DEGLI STESSI 3. DARE L'ALLARME ALLE AUTORITA COMPETENTI 4. RICONOSCERE E TRATTARE IMMEDIATAMENTE LE LESIONI PIU GRAVI ATTENDERE L'ARRIVO DI MEZZI ADEGUATI PER IL TRASPORTO DEI FERITI GRAVI (traumatizzati della colonna vertebrale, etc.)
13 CLASSIFICAZIONE DELLE URGENZE 6 EMERGENZA 6 URGENZA INDIFFERIBILE 6 URGENZA DIFFERIBILE 6 NON URGENZA (urgenza soggettiva)
14 BLS (Basic Life Support)
15 Posizione laterale di sicurezza
16 DOLORE 1. LOCALIZZAZIONE 2. INSORGENZA 3. IRRADIAZIONE 4. DURATA
17 DOLORE CARDIACO: cosa fare Far interrompere al paziente qualsiasi tipo di attività e farlo sedere. Chiamare immediatamente i soccorsi: la settembrer parte delle persone che muore in seguito a un attacco cardiaco, muore entro le prime 2 ore dalla comparsa di questi segni. Assumere un atteggiamento calmo e rassicurante. Se il paziente già soffre di attacchi cardiaci, in genere porta con sé delle piccole pastiglie da sciogliere sotto la lingua: aiutare ad assumere tali farmaci. Essere sempre pronti a praticare la RCP.
18 CONVULSIONI Convulsioni: contrazioni localizzate o generalizzate dei muscoli del corpo. CAUSE PRINCIPALI: Blocco cardiaco con arresto del battito per oltre secondi Epilessia Febbre elevata (soprattutto nei bambini) Ipocalcemia (soprattutto nei bambini) Isteria Meningoencefalite Tumore cerebrale
19 CRISI EPILETTICA GRAVE Improvvisa perdita della coscienza, caduta a terra senza alcun tentativo di difesa (pericolo di ferite). Contrazioni dei muscoli senza un ritmo preciso, apnea con cianosi (pericolo di ipossia e ischemia se prolungata), Salivazione abbondante con bava alla bocca, morsicatura della lingua,sudorazione, possibile perdita di urine e feci. Generalmente, dopo un breve periodo, le contrazioni si esauriscono, il respiro si fa profondo, molto gradualmente, la persona ritorna cosciente. L epilessia può anche manifestarsi con contrazioni localizzate solo ad alcuni muscoli Con solo una temporanea perdita di coscienza senza convulsioni. PRIMO SOCCORSO (in attesa del 118): Non cercare di contenere le contrazioni muscolari Allontanare gli oggetti pericolosi Prevedere la caduta e ammortizzarla Affinchè il soggetto non si morda la lingua, disporre fra i denti un oggetto di gomma o di stoffa (fazzoletto arrotolato, asciugamano), grande abbastanza da non poter essere ingoiato Slacciare cintura, cravatta, ecc. Assistenza psicologica al risveglio (atteggiamento sereno)
20 LIPOTIMIA O SVENIMENTO Momentanea interruzione della coscienza in seguito ad ipossia cerebrale (scarsa ossigenazione). Segni e sintomi: pallore del volto, sudorazione fredda, vertigine, annebbiamento della vista, polso piccolo e veloce, perdita parziale della coscienza. PRIMO SOCCORSO Sdraiare supino il soggetto, sollevando le gambe di almeno 30 cm da terra (posizione anti-shock); Coprire con una coperta e farlo riposare qualche minuto; Controllare polso e respiro; In seguito a miglioramento, permettere al soggetto di alzarsi da terra lentamente, ponendolo prima seduto e, dopo qualche minuto, in piedi; Consultare in ogni caso il medico.
21 SINCOPE Improvvisa e completa perdita della coscienza in seguito ad anossia (mancanza di ossigeno) acuta cerebrale, dovuta all arresto dell attività cardiaca o respiratoria. Situazione di estrema gravità perché porta rapidamente a morte se non si interviene per mantenere le funzioni vitali sospese. Si può determinare in seguito ad un bagno freddo dopo i pasti (con conseguente accumulo/sequestro di sangue negli organi addominali), per dolori molto intensi (come coliche renali, epatiche o intestinali), dopo la rapida ingestione di una bevanda ghiacciata, ecc. Primo soccorso: intervenire sulla funzione interrotta praticando la respirazione artificiale e/o il massaggio cardiaco esterno.
22 SHOCK Grave stato patologico, progressivo caratterizzato da un'ipoperfusione tissutale sistemica dovuto ad uno o più dei seguenti meccanismi: diminuzione del volume di sangue circolante (emorragie, ustioni estese ) aumento del diametro dei vasi sanguigni (anafilassi, congestione ) incapacità del cuore di pompare una quantità adeguata di sangue (infarto del miocardio, tachicardie ad alta frequenza )
23 SHOCK Segni e sintomi: 1. Abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione) 2. Polso debole e frequente (tachicardia) 3. Frequenza respiratoria aumentata 4. Sensazione di mancanza d aria (dispnea) 5. Cure pallida, fredda e sudata 6. Agitazione psichica 7. Il soggetto può avere la sensazione di svenire oppure può essere privo di coscienza 8. Arresto o marcata riduzione della produzione di urina da parte dei reni
24 SHOCK Posizione anti-shock Sdraiato in terra, senza spessori sotto la testa. Gambe estese e sollevate a circa sul piano orizzontale in modo da facilitare l afflusso di sangue al cuore ed al cervello, se la situazione clinica del soggetto lo consente (assenza di fratture degli arti inferiori e del bacino o di fratture vertebrali).
25 DISPNEA Difficoltà a respirare. Si manifesta con atti respiratori più frequenti, profondi e numerosi e con impiego dei muscoli ausiliari della respirazione (del collo, pettorali). Può essere cronica o manifestarsi in modo acuto. CAUSE DI DISPNEA ACUTA: 1. Diminuizione della pressione parziale di ossigeno nell aria (alta montagna), eccessiva presenza di anidride carbonica (ambienti chiusi) 2. Alterazioni nervose e muscolari (gravi traumi cranici, intossicazioni, ecc.) 3. Alterazioni dell apparato respiratorio con ostacolo nelle vie aeree (corpo estraneo, edema della glottide, broncospasmo, ecc.) o riduzione della superficie alveolare (pneumotorace, versamenti pleurici abbondanti, ecc.) 4. Alterazioni cardiache comportanti stasi venosa polmonare (infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, ecc.) PRIMO SOCCORSO: 1. Discesa di quota, areazione degli ambienti 2. Posizione di sicurezza, Manovre di Gordon o Heimlich, Riposo, posizione seduta o coricata ma con la testa e tronco sollevati (cuscini dietro le spalle), 118
26 Lussazioni, fratture e immobilizzazione
27 COSA FARE: EMORRAGIE ü COMPRESSIONE MANUALE EVITANDO DI BLOCCARE COMPLETAMENTE LA CIRCOLAZIONE
28 REGOLE PER LE OPERAZIONI DI FASCIATURA Non stringere troppo la benda La fasciatura non deve allentarsi Non coprire la punta delle dita delle mani e dei piedi. Per poter osservare eventuali modifiche del colore della pelle indicative di un alterazione della circolazione e per facilitare l esame neurologico. Se le dita delle mani e dei piedi sono ustionate dovranno essere coperte. Coprire tutti i margini della medicazione Prevenire un ulteriore contaminazione Utilizzare una medicazione sterile o se non è possibile, il pezzo di stoffa più pulito che si trova sul luogo dell intervento. Fissare la medicazione con benda dopo che l emorragia è stata arrestata. Se la parte lesionata è un arto, controllare il polso distale per assicurarsi che la circolazione non sia stata interrotta dall applicazione di un bendaggio stretto. Distendere il paziente ed invitarlo a non muoversi. Rassicurare il paziente.
29 LESIONI DOVUTE ALL ELETTRICITA : Trattamento Fasi dell intervento di emergenza: 1. Assicuratevi che sia voi che il paziente vi troviate in una zona di sicurezza (non in contatto con alcuna fonte elettrica e lontani da cavi caduti o rotti o altre fonti di energia elettrica) 2. Controllate la pervietà delle vie aeree (ricordate che lo shock causato dall elettricità può provocare un edema delle vie respiratorie) 3. Iniziate la rianimazione cardiaca di base, se necessario 4. Valutate le lesioni alla colonna vertebrale, le lesioni alla testa e le fratture gravi 5. Valutate le ustioni, ricercando almeno due siti esterni dell ustione; quello d ingresso e quello di uscita della scarica 6. Raffreddate le zone ustionate e comportatevi come fareste in caso di ustioni da fuoco 7. Applicate medicazioni sterili asciutte sulle zone ustionate 8. Trattate lo shock, posizione anti shock 9. Trasportate il paziente in ospedale al più presto
30 Ustioni e congelamenti: classificazione 1 2 3
31 Ustioni Da caustici H 2 SO 4
32 Ustioni: trattamento Allontanare la fonte di calore Raffreddare la parte ustionata con impacchi o immergere in acqua fredda Medicare con garza sterile Se necessario ->posizione antishock NON: toccare la parte lesa rompere le vescicole mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite togliere i vestiti se incollati alla pelle
33 Congelamenti IN BASE ALLA GRAVITA DEL DANNO LA PARTE CONGELATA PUO APPARIRE : Fredda con escoriazioni (1 GRADO) Con bolle ( 2 GRADO) Con necrosi e vescicole emorragiche ( 3 GRADO) Con danno esteso anche ai muscoli e alla ossa (4 GRADO) 2 grado 3 grado
34 COSA FARE RISCALDARE CON CALORE COSTANTE (AD ES. IMMERGERE GRADUALMENTE LE PARTI CONGELATE IN ACQUA CALDA A 322 PER MINUTI) EVITARE IL CALORE SECCO (es. stufe) IL RISCALDAMENTO GRADUALE RIDUCE I DANNI DA NECROSI Medicare con garza sterile Non strofinare. Non somministrare bevande alcoliche
35 Trattamento dei malori dovuti al calore: Raffreddare il corpo; Dare dei liquidi; Attuare manovre anti-shock ESAURIMENTO DA CALORE Temperatura del corpo normale, o leggermente alterata Pelle fredda, umida, pallida o rossa Mal di testa Nausea Vertigini e debolezza Senso di spossatezza. COLPO DI CALORE Elevata temperatura del corpo Pelle arrossata, molto calda e secca Progressiva perdita di coscienza Pulsazione rapida e debole Respirazione rapida e superficiale SENZA UN INTERVENTO IMMEDIATO EFFICACE, IL SOGGETTO MUORE
36 ASSIDERAMENTO DEFINIZIONE : SI VERIFICA ASSIDERAMENTO QUANDO LA TEMPERATURA CORPOREA CENTRALE (INTERNA) SI ATTESTA SUI VALORI < 34 C CAUSE : PROLUNGATA ESPOSIZIONE AL FREDDO, IN PRESENZA DI VENTO FREDDO ED UMIDITA Effetti dell ipotermia: BRIVIDI NELLE FASI INIZIALI RALLENTAMENO DELLA RESPIRAZIONE IPOTENSIONE, ARITMIE CARDIACHE AFFATICABILITA CONFUSIONE MENTALE, DELIRIO RIGIDITA MUSCOLARE COMA
37 COSA FARE FAR DISTENDERE LA PERSONA IN UN LUOGO NON UMIDO E RIPARATO AVVOLGERLA IN COPERTE ASCIUTTE ASSICURARSI CHE NON CI SIANO OSTACOLI ALLA RESPIRAZIONE
38 AVVELENAMENTI Informazioni da dare al centro antiveleni Nome, età e peso della vittima dell avvelenamento Esatto nome della sostanza o del prodotto che ha causato l avvelenamento (se possibile telefonare con la confezione a portata di mano) Una stima della quantità di sostanza tossica coinvolta e del tempo trascorso dall esposizione Le condizioni della vittima come appare, come si comporta, quali fastidi accusa Dove e in quali circostanze si è verificato l avvelenamento Eventuali problemi medici preesistenti o terapie farmacologiche in atto Il numero di telefono e l indirizzo del posto da cui si chiama Ogni altra informazione che ritieni possa essere utile TIENI SEMPRE A PORTATA DI MANO IL NUMERO DEL PIU VICINO CENTRO ANTIVELENI
39 AVVELENAMENTI Norme generali di Primo Soccorso Condizioni dell infortunato Azioni Cosciente Incosciente e respira Incosciente e non respira Incosciente non respira ed è senza polso Chiedergli cosa ha ingerito Posizione laterale di sicurezza Respirazione artificiale Respirazione artificiale e massaggio cardiaco Quando si chiama l ambulanza specificare avvelenamento Telefonare ad un Centro Antiveleni e chiedere informazioni Ove possibile raccogliere i residui ed il contenitore della sostanza che ha provocato l avvelenamento e un campione di materiale vomitato ed inviarli o portarli in Ospedale.
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