Carmine Esposito LUPO. presentazione Luigi Boitani. fotografie Carmine Esposito Agenzia Homo ambiens FRANCO MUZZIO EDITORE

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1 Carmine Esposito il LUPO presentazione Luigi Boitani fotografie Carmine Esposito Agenzia Homo ambiens FRANCO MUZZIO EDITORE

2 INDICE Presentazione di Luigi Boitani 5 Premessa 7 I fossili raccontano un lungo percorso evolutivo 10 Classificazione 11 Distribuzione nel mondo 13 La presenza in Italia 14 Conoscere il lupo 16 La biologia del lupo 18 Storia di un massacro e di un ritorno 40 Un assurda leggenda 43 Due lupi speciali 45 Uomini e lupi 51 Salvare il pastore per proteggere il lupo 63 Cani e lupo uguali e diversi 66 Come si studia il lupo 69 Tracce e segni della sua presenza in natura 74 Conclusioni 77 Bibliografia 79 Illustrazioni 81

3 PRESENTAZIONE di una specie animale, così come di un luogo o di un opera d arte, è il risultato di una complessa interazione Ilfascino di molti fattori, alcuni sono oggettivi e ripetibili, come la rarità, il messaggio universale che trasmettono (ad esempio, forza, naturalità, armonia, efficienza), il riferimento a modelli culturali fondamentali, ma altri sono del tutto soggettivi. Che il lupo sia una delle specie animali più affascinanti della terra è ormai assodato dalle testimonianze ripetute in tutte le culture e in gran parte delle persone, ma quanto di questo fascino è dovuto alle nostre personali inclinazioni? Io penso che abbiano un gran peso, almeno quanto quello dei meccanismi psicologici innescati dalle storie e leggende che hanno imbevuto tutta la nostra educazione. Una prova indiretta di questo peso viene dalla improvvisa accelerazione della fascinazione (ben diversa dal fascino) che coglie chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere personalmente lo sguardo del lupo, di intuire la sua giornata attraverso i pochi segni che esso lascia sul terreno, di assaporare la maestosa dimensione della vita selvatica in luoghi e in tempi normalmente poco frequentati dagli umani. Il fascino diventa allora frenesia, eccitazione, morboso attaccamento a un oggetto, il lupo, anche se esso raramente sorpassa la soglia della presenza reale e resta nella dimensione di un ombra dai contorni difficili e imprecisi. Certo questa proiezione tra il reale e l immaginato è la maggiore forza di attrazione verso questa specie. Ma quando poi a un ricercatore capita la fortuna di poter mettere fisicamente le mani su un lupo, catturarlo anche solo per pochi minuti ai fini della ricerca, allora il legame diventa indissolubile, si è a nostra volta catturati per sempre a un legame che marca la nostra vita. Tutto ciò è irrazionale, si potrebbe dire: ebbene sì, è irrazionale, ma perché mai dovrebbe essere per questo meno importante? Ho avuto questo privilegio e sono pronto a riconoscere e difendere questa astrazione in tutti coloro che sono stati toccati dalla follia di perdere giornate e senno dietro il fantasma del lupo. 5

4 Il libro di Carmine Esposito è la prova tangibile di come questo animale possa diventare una ragione di vita, assorbire tutte le energie e costituire una sorta di ossessione benefica che si diffonde in tutta la nostra personalità. Le parole, i concetti, lo stile riflettono il fascino per questa specie, pur senza perdere mai il rigore e l obiettività dei fatti descritti con l occhio critico del filtro scientifico. Il lupo non passa mai indenne attraverso la penna di chi tenta di descriverne la vita: è inevitabile l esaltazione delle sue qualità, la lettura antropocentrica dei suoi comportamenti, la difesa della sua ecologia a volte in contrasto con gli interessi umani, ma questo non è un errore da biasimare. L occhio dell osservatore non è mai, per definizione, neutro; l importante è essere consapevole del nostro filtro personale e dichiararlo apertamente. Questo libro non fa mistero della posizione dell autore ma lascia a ogni lettore la libertà di condividere la stessa eccitazione e partecipare alla meraviglia delle sue scoperte. Luigi Boitani 6

5 PREMESSA Èda poco scesa la notte, siamo sul finire dell autunno. Mi trovo su di un colle, a meno di cinquecento metri di altezza. Di fronte a me, il profilo scuro dei monti più alti sembra essere incastonato in un anfiteatro di stelle brillanti; in alto, nel cielo, uno spicchio di luna rischiara il buio. Il prato è tutto un concerto di grilli, l aria è calda e il vento è calato. Questa notte sono qui perché voglio capire se, in zona, ci sono dei lupi, qual è il loro territorio, e soprattutto se, nel branco, ci sono dei cuccioli. L obiettivo è quello di riuscire ad ascoltare e registrare, con un microfono, un ululato di gruppo dell intero branco. Possibilità non del tutto remota di notte, ma ancora più probabile se fossi io a stimolare i lupi. La tecnica consiste nell imitare il loro richiamo e sperare in una eventuale risposta. Alzata la testa e portate le mani ai lati della bocca simulo, allora, un ululato con due note lunghe e profonde. Con trepidazione, rimango in ascolto per alcuni minuti, ma riesco a sentire solo i grilli intorno a me e il richiamo di un allocco in lontananza. Riprovo, allora, con un altro richiamo, di nuovo nulla. È a metà del quinto tentativo che un gruppo di lupi, due adulti e quattro, forse cinque cuccioli di alcuni mesi, risponde al richiamo dal bosco situato poco oltre il colle su cui mi trovo. Un prodigio si è ripetuto anche questa volta: io e i lupi siamo riusciti a comunicare con lo stesso linguaggio, lo stesso che, da tempo immemorabile, ha fatto da colonna sonora in questi monti. Il dialogo dura per alcuni minuti, poi, finito di registrare i richiami, ancora emozionato per l esperienza vissuta, annoto i miei dati sul taccuino, saluto in cuor mio i lupi e, in breve tempo, ritorno sul sentiero da cui ero venuto. Come se nulla fosse successo, il silenzio ritorna sul colle, i grilli, sul prato, continuano a frinire e, a valle, le luci di strade e paesi risplendono nel buio della notte stellata. Ululare di notte in montagna, non è un gioco o un comportamento stravagante, come qualcuno potrebbe pensare, ma un metodo serio e sperimentato da tempo che tutti i ricercatori conoscono e adottano, per capire se, in una determinata area, ci sono dei lupi. 7

6 Lupo Esso, in gergo, viene definito wolf-howling, termine inglese che letteralmente significa ululato del lupo, ed è una delle tante tecniche utilizzate per studiare questo animale. Quando faccio ascoltare le mie registrazioni dei lupi, come quella che ho appena raccontato, a persone che li conoscono poco, mi diverte la loro convinzione nel credere che esse siano state fatte, o in posti lontani e sconosciuti, notoriamente famosi per la presenza del lupo, come il Canada e l Alaska, o, magari, su monti sperduti e irraggiungibili del nostro territorio, come quelli del Parco Nazionale d Abruzzo o della Maiella. Del resto, uno dei tanti stereotipi dell uomo su questo animale è proprio la convinzione che esso sia presente solo in zone selvagge e inaccessibili. Quando dico a queste persone che quei lupi che stanno sentendo ululare, vivono, praticamente, a pochi chilometri da loro, in luoghi in cui ci sono anche strade, case, e attività umane, espressioni di sorpresa e d incredulità, vi giuro, sono assicurate. Ho sempre pensato che studiare e fare ricerca sul lupo volesse dire, anche, conoscere e capire i comportamenti dell uomo e il suo rapporto con questo animale. Fondamentali sono quelle categorie di persone che vivono a più stretto contatto con il lupo, pensiamo, ad esempio, a pastori e allevatori. Conoscere i loro problemi, sapere cosa ne pensano, cercare di calarsi nella loro realtà, è indispensabile per proteggere e capire meglio il lupo stesso. Ma anche le persone che vivono in città e che poco hanno a che fare con questo animale, sono importanti, perché, spesso, è a loro che sono legate le sorti culturali e di tutela del lupo, pensiamo ai mass-media, alle amministrazioni statali, alle scuole. È anche a loro che dobbiamo mostrare la vera natura di questo animale. Il non conoscere ha sempre creato un terreno fertile su cui, poi, si è sviluppata la figura di un lupo con due facce: una immaginaria, frutto di pregiudizi e credenze sbagliate, spesso più forte e prevaricante su quella vera, biologica e concreta. E tutto questo è ancora più valido per il lupo italiano che si è evoluto e vive a stretto contatto con l uomo. Da ricercatore, posso dire che è un animale straordinario, forte, adattabile, intelligente e molto più vicino a noi di quanto non riusciamo ad immaginare. Non stupiamoci se, magari, un giorno scopriremo che esso vive nel 8

7 Premessa bosco non lontano dalla nostra casa di montagna o di campagna, che la sera gioca, con i suoi compagni, nella radura dove andiamo a raccogliere i funghi o si riposa tra le felci secche, vicino ai grandi cespugli di rovi dove andiamo a mangiare le more. Il nostro lupo è unico e prezioso anche per questo. Io ho un grande debito nei suoi confronti. Se ho imparato a conoscere e ad amare la montagna, è anche grazie a questo animale. Tante volte, seguendo le sue tracce sulla neve, ho scoperto panorami mozzafiato, conosciuto posti diversi, percorso nuovi sentieri. Ma esso è stato importante anche per il mio spirito e il mio carattere: ha stimolato la mia curiosità, il rispetto per tutti gli esseri viventi, l amore per la natura. Mi ha insegnato a guardare le cose con occhi diversi, ha arricchito anche la mia creatività artistica, visto che, molto spesso, l ho anche disegnato, dipinto e fotografato. Grazie a lui, ho fatto nuove amicizie e conosciuto altre persone, con cui ho condiviso questo mio interesse. Mi auguro che questo libro possa servire ad avvicinare, un po di più, la gente a questo animale; spero che riesca a strappare un altro piccolo pezzo di quel vestito da lupo cattivo che l uomo, ormai da tempo, gli ha cucito addosso. Se questo racconto avrà fatto cambiare idea anche a una sola persona scettica, credo che, questo, sarà già un grande risultato e un piccolo passo in più nel lungo cammino per redimere il lupo, forse, sarà stato fatto. 9

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