COMUNE DI BASSANO DEL GRAPPA PIANO REGOLATORE COMUNALE

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1 COMUNE DI BASSANO DEL GRAPPA PIANO REGOLATORE COMUNALE DOCUMENTO PROGRAMMATICO DEL I PIANO DEGLI INTERVENTI predisposto dal Sindaco ai sensi dell'art. 18, comma 1, L. R. 23 aprile 2004, n. 11 Bassano del Grappa, 10 luglio 2008

2 INDICE 1. Premessa 2. Le azioni promosse dal Piano di Assetto del Territorio 3. Programma e contenuti del Piano degli Interventi 4. Programma opere pubbliche 5. Effetti attesi: sviluppo nel segno di una prudente innovazione ALLEGATO 1 Il Piano degli Interventi nella nuova Legge urbanistica regionale ALLEGATO 2 Gli obiettivi e le scelte strutturali del Piano di Assetto del Territorio 2

3 DOCUMENTO DEL SINDACO 1. Premessa Con la pubblicazione sul B.U.R. del 22 gennaio 2008, il Piano di Assetto del Territorio, lo strumento che racchiude in sé i criteri, le regole, le scelte strategiche e strutturali per la città, è definitivamente approvato. È il frutto di un lavoro impegnativo, che ha coinvolto gli uffici comunali di concerto con quelli regionali e, al contempo, la cittadinanza in tutte le sue espressioni, data l importanza fondamentale dell elaborazione condivisa di questo progetto. Alla base, la volontà determinata di valorizzare le risorse della città e di riqualificazione, proprio attraverso scelte strategiche di ampio respiro, non legate alla singola porzione del territorio cittadino, ma inserite nel contesto complessivo. Il Piano di Assetto del Territorio di Bassano è nato per essere un Piano urbanistico sostenibile, redatto con la preoccupazione di rispondere ai bisogni del prossimo decennio, ma anche con l'attenzione di non compromettere la possibilità per le generazioni future di trovare risposte ai loro bisogni. Attraverso un articolato lavoro di analisi storica, paesaggistica, ambientale e urbanistica si è costruito un quadro conoscitivo rigoroso del territorio, che ha permesso di individuare le caratteristiche salienti di ciascun punto e, al contempo, della città nel suo complesso: le aree da tutelare, le cosiddette invarianti, all'interno delle quali non saranno ammesse modifiche sostanziali e in contrasto con i valori tutelati, se non attraverso un nuovo Piano di Assetto del Territorio, le aree da riqualificare e recuperare e infine le aree che potranno o dovranno essere trasformate. Le aree da riqualificare e recuperare non sono più considerate come un problema da risolvere, ma bensì una risorsa della città esistente; aree dove collocare interventi alternativi alle espansioni che invece sottraggono suolo all'ambiente naturale, ed essenziali per la rivitalizzazione di parti importanti della città già costruita ed abitata. Per il Piano di Assetto del Territorio, in sintonia con il principio di sostenibilità, terra, aria, acqua sono le risorse ambientali primarie che vanno tutelate e rigenerate proprio per assicurare, anche per il futuro, la qualità di vita che caratterizza il nostro territorio. Ma il principio di sostenibilità per essere efficace deve essere applicato in modo attivo come guida delle azioni e non solo a posteriori come verifica di quello che si è già fatto. Sotto il profilo insediativo, ad esempio, è essenziale difendere la sostenibilità della struttura, proprio rafforzando il modello urbano esistente. 3

4 Sulla carta della città, infatti, sono stati disegnati diciannove cerchi con centro sui nuclei storici che identificano le "polarità" (sia nella parte centrale che in quella periferica che nelle colline), ciascuna delimitante una porzione di territorio comunale di 400 metri di raggio, uno spazio percorribile, appunto, in circa cinque minuti a piedi. In ognuna di queste polarità dovranno possibilmente essere presenti i principali servizi pubblici e privati ed in gran parte già ci sono: la chiesa, la scuola, i negozi dei generi alimentari, l'ambulatorio medico, il verde pubblico e quant'altro è giusto ed è comodo avere vicino al luogo dove si abita con la propria famiglia. Dovrà essere garantita l'accessibilità a piedi o in bicicletta con brevi percorsi in sicurezza, ed anche i parcheggi dovranno essere ottimizzati al servizio di più attrezzature. Possiamo affermare di aver privilegiato l'urbanistica a misura d'uomo. Così l'individuazione delle aree che potranno essere trasformate dovrà essere guidata dalla stessa regola: cinque minuti a piedi. Naturalmente la città non è fatta solo di quartieri. Bassano ha un ruolo strategico nell'assetto territoriale veneto e pedemontano e quindi occorre saper guardare anche oltre i confini amministrativi. Il Piano di Assetto sviluppa già alcuni temi di scala sovra-comunale individuando il miglior assetto fisico per le attrezzature urbane a servizio del comprensorio, ma soprattutto definisce regole di sviluppo che consentono alla città di non trovarsi impreparata alle sfide del futuro potendo conservare e rafforzare la propria identità. 2. Le azioni principali promosse dal Piano di Assetto del Territorio Il complesso degli obiettivi e delle scelte strutturali del P.A.T., riportati per esteso nell' ALLEGATO 2 Gli obiettivi e le scelte strutturali del Piano di Assetto del Territorio, delinea un quadro territoriale dello sviluppo urbano compatibile con l'esigenza di garantire la sostenibilità ambientale degli interventi urbanistici, infrastrutturali ed edilizi. In particolare, nell'art.6 delle Norme di Attuazione, il Piano di Assetto del Territorio ha individuato le seguenti dodici azioni principali allo scopo di guidare il P.I. nella definizione degli interventi urbanistici per la città e il territorio bassanese: 1. rafforzare l'attuale sistema insediativo organizzato per centri dotati dei servizi primari pubblici e privati (città, centri di quartiere, nuclei) distribuiti in modo equilibrato sul territorio comunale; 4

5 2. limitare il consumo di suolo e la dispersione edilizia nelle aree agricole, preferendo invece il migliore utilizzo e la ristrutturazione delle aree e degli edifici esistenti; 3. incentivare la localizzazione accentrata dei servizi, delle attività e delle attrezzature con riferimento ai centri di quartiere e di frazione esistenti, ma anche agli assi attrezzati da ristrutturare o da prevedere; 4. contenere l'espansione dei nuovi insediamenti con preferenza all interno delle aree gravitanti sui servizi primari (scuole, botteghe, uffici, laboratori, luoghi di lavoro ecc.) dei centri (centri, frazioni, quartieri) raggiungibili in cinque minuti a piedi dalle abitazioni; 5. favorire la integrazione delle diverse funzioni tra di loro compatibili, anziché la loro segregazione in zone omogenee o specialistiche, in modo da diffondere " l'effetto città"; 6. prevedere tipologie insediative che rispettino le caratteristiche delle diverse aree della città e del territorio in modo da non recare disturbo, o almeno limitarlo al minimo, a chi già ci abita (valutazione di impatto di vicinanza); 7. progettare il disegno territoriale anche intervenendo sugli spazi non costruiti da recuperare come spazi aperti e verdi a carattere continuo, attorno, all interno o lungo le principali direttrici degli insediamenti; 8. organizzare il sistema della mobilità con riferimento ad un modello "a rete" in modo da fornire percorsi, e se possibile anche mezzi alternativi, verso le principali destinazioni, evitando la formazione di "isole" o direttrici congestionate; 9. valorizzare l'aspetto ambientale - ecologico degli spazi non urbani, per assicurare la conservazione della natura e per garantire una maggiore salubrità agli insediamenti; 10. conservare i beni di interesse architettonico, storico o documentario ed i contesti figurativi pertinenziali; 11. migliorare la qualità ambientale, architettonica e urbanistica degli interventi pubblici e privati; 12. normare e promuovere gli interventi pubblici e privati ecosostenibili ed in particolare le azioni strutturali di: 5

6 - risparmio idrico - contenimento rischio esposizione da campi elettromagnetici - miglioramento della qualità dell'aria interna, l'illuminazione e la ventilazione naturali - contenimento della esposizione al rumore - utilizzo materiali e componenti bio-ecologici - utilizzo di criteri progettuali bio-climatici - utilizzo di risorse energetiche rinnovabili - contenimento dei rifiuti edili da costruzione; 13. migliorare la qualità artistica degli insediamenti anche promuovendo l'installazione di opere d'arte all'aperto, un adeguato design dei manufatti del cosiddetto "arredo urbano", la valorizzazione di percorsi legati alla storia urbana e alla cultura materiale. 3. Programma e contenuti del Piano degli Interventi Il Piano degli Interventi formalmente è uno strumento generale di natura pianificatoria e programmatica che sostituisce il PRG prendendo (previa verifica) una parte dei suoi contenuti, ma integrandoli a quelli propri del Programma Pluriennale di Attuazione, strumento superato e non più obbligatorio. Altri nuovi contenuti del Piano degli Interventi sono definiti dalla legge regionale n. 11 del 2004 e attengono principalmente alle procedure di definizione delle scelte progettuali, anche mediante nuovi strumenti di accordo pubblico/privato, e alla integrazione con gli altri strumenti comunali e sovracomunali di pianificazione/programmazione e ambientali. Tenuto conto del Piano di Assetto del Territorio e di quanto stabilito dalla legge regionale 11/2004, i contenuti del primo Piano degli Interventi di Bassano del Grappa saranno finalizzati a: 1. individuare gli interventi sull'ambiente mediante un programma di valorizzazione ecosistemica delle risorse ambientali primarie che vanno tutelate e rigenerate proprio per assicurare, anche per il futuro, la qualità di vita che caratterizza il nostro territorio. 2. adeguare il PRG ai contenuti del Piano degli Interventi, come previsto dalla legge regionale 11/04, anche in riferimento alle aree agricole, ed in particolare: a) suddividere il territorio comunale in zone territoriali omogenee secondo le modalità stabilite con provvedimento della Giunta regionale; 6

7 b) individuare le aree in cui gli interventi sono subordinati alla predisposizione di Piani Urbanistici Attuativi (PUA) o di comparti urbanistici e dettare criteri e limiti per la modifica dei perimetri da parte dei PUA; c) definire i parametri per la individuazione delle varianti ai PUA di cui all'articolo 20, comma 14, della legge 11/04; d) individuare le unità minime di intervento, le destinazioni d'uso e gli indici edilizi; e) definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente da salvaguardare; f) definire le modalità per l'attuazione degli interventi di trasformazione e di conservazione; g) individuare le eventuali trasformazioni da assoggettare ad interventi di valorizzazione e sostenibilità ambientale; h) definire e localizzare le opere e i servizi pubblici e di interesse pubblico nonché quelle relative a reti e servizi di comunicazione, di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003 e successive modificazioni, da realizzare o riqualificare; i) individuare e disciplinare le attività produttive da confermare in zona impropria e gli eventuali ampliamenti, nonché quelle da trasferire a seguito di apposito convenzionamento anche mediante l'eventuale riconoscimento di crediti edilizi e l'utilizzo di eventuali compensazioni; j) dettare la specifica disciplina con riferimento ai centri storici, alle fasce di rispetto e alle zone agricole; k) dettare la normativa di carattere operativo derivante da leggi regionali di altri settori con particolare riferimento alle attività commerciali, al piano urbano del traffico, al piano urbano dei parcheggi, al piano per l inquinamento luminoso, al piano per la classificazione acustica e ai piani pluriennali per la mobilità ciclistica una volta definiti e approvati; 3. dare una risposta alla domanda abitativa mediante la programmazione degli interventi residenziali pubblici convenzionati e privati; 4. rivedere la normativa vigente con l obiettivo della semplificazione connessa alla operatività del Piano degli Interventi; 5. aggiornare e completare il quadro conoscitivo secondo gli atti di indirizzo regionali; 6. verificare la attuale dotazione di servizi complessiva e in ogni polarità urbana del territorio comunale, stabilendo gli interventi necessari per raggiungere lo standard dimensionale e qualitativo adeguato alla domanda esistente e potenziale; 7

8 7. verificare l'assetto urbanistico di ogni polarità (organizzazione dei servizi pubblici e privati, accessibilità, aree verdi, problematiche varie) al fine di individuare le azioni necessarie per migliorare l'ambiente urbano e la qualità di vita dei residenti; 8. definire le destinazioni d'uso ammesse nel centro storico della città, con particolare attenzione alla offerta turistico-ricettiva e alla compatibilità morfologica/ambientale del riuso dei volumi e degli spazi urbani; 9. completare la variante in corso di esecuzione, denominata Variante delle Colline", per la quale è già stato conferito apposito separato incarico; 10. informatizzare l'apparato normativo del PRG/PI per renderlo adeguato, come struttura logica, al trattamento informatico e storicizzare la lettura delle varianti; 11. adeguare il P.I. a quanto disposto in sede di valutazione del PAT da parte delle autorità competenti (VAS, VINCA, Compatibilità Idraulica, Provincia, ecc.); 12. relazionare l'azione urbanistica (e viceversa) con gli altri strumenti di programmazione e pianificazione (Traffico, rumore, bilancio comunale, opere pubbliche, commercio...); 13. rapportare il P.I. al bilancio pluriennale comunale, al programma triennale delle opere pubbliche ed agli strumenti settoriali previsti da leggi statali e regionali; 14. predisporre il Prontuario per la qualità architettonica, la mitigazione ambientale degli interventi ed il recupero delle preesistenze in contrasto con l'ambiente; 15. normare e promuovere gli interventi pubblici e privati ecosostenibili. L adeguamento del PRG/ PI ai contenuti previsti dal PAT e dalla legge regionale n. 11 del 2004 non potrà che essere definito con gradualità e prudenza. E' questa una affermazione che si giustifica anche solo con motivazioni tecnico-procedurali, ma nel caso ha anche un rilevante valore politico-programmatico: Tecnico, perché considerato il tempo necessario per il complesso delle operazioni, dei tematismi, degli strumenti e delle procedure che il nuovo strumento urbanistico può e dovrà 8

9 contenere, si potrebbe correre il rischio, per completarlo, di vederlo nascere già vecchio e privo di risposte alle attuali aspettative della città. Non dimentichiamo inoltre che nella Regione Veneto questo è il primo PI che riguarda una città di dimensioni significative, se non addirittura il primo PI affrontato in maniera organica, e dunque proprio per questo una certa cautela è d'obbligo. L'atteggiamento politico-programmatico con il quale si deve affrontare il primo PI sarà coerente con un approccio graduale e prudente. Innanzitutto il PRG, che il PAT ha dichiarato pienamente compatibile, ha accompagnato e disciplinato lo sviluppo della città in quasi vent'anni dimostrandosi sostanzialmente adeguato anche se con correzioni e ricalibrature necessarie. Il PRG, a seguito dell'entrata in vigore del PAT, ha ora acquisito il valore di PI e così il completamento della gran parte delle previsioni inattuate potrà procedere senza ricorrere a nuove progettazioni. Vi è tuttavia una parte non secondaria del PRG, di natura pubblica o privata, che non ha trovato attuazione in questi anni per svariati motivi (economici, proprietari, mutate esigenze ecc.) e che abbisogna di una nuova progettazione. Si tratta di aree rilevanti per le ricadute sull'assetto urbano interessando aree industriali o direzionali dismesse, aree a standard non realizzate, aree per attrezzature o edificabili rimaste inattuate. Un piano con spiccate caratteristiche operative qual è il P.I. non potrà avere un contenuto progettuale definito per ognuna di queste aree, o meglio, lo potrà avere per quelle il cui iter amministrativo-decisionale risulterà completato, ma non certamente per tutte. Per tutte, invece, potrà e dovrà definire il quadro delle compatibilità, delle linee guida, delle coerenze, delle sinergie e delle complementarietà che indirizzeranno le progettazioni da definirsi nel contesto degli strumenti operativi non esclusi gli accordi pubblico-privato. Nello stabilire la tempistica di adeguamento del PRG/PI si è tenuto conto in particolare delle priorità determinate dalle situazioni di attesa (varianti già programmate, ma non concluse) conseguenti al blocco delle varianti determinate dall'entrata in vigore delle nuove norme urbanistiche regionali. In particolare saranno ripresi e anticipati i contenuti che rientravano nella cosiddetta "variante di semplificazione" ovvero gli interventi sui beni culturali isolati, all'interno delle aree normate dai sussidi operativi e all'interno del centro storico della città. Molte richieste presentate da cittadini proprietari di immobili storici e di interesse ambientale e architettonico, finalizzate al miglior utilizzo delle costruzioni con adeguamenti volumetrici, potranno trovare risposta nella nuova classificazione che il Piano degli Interventi assegnerà alle costruzioni in argomento. Infatti non si procederà solo alla semplificazione delle norme, ma sarà 9

10 anche prevista, compatibilmente con l'esigenza della tutela dei valori architettonici, la possibilità di adeguare le volumetrie con ricomposizioni e aggiunte finalizzate a dotare gli alloggi di migliori condizioni di abitabilità. Un secondo contenuto della variante già definita di semplificazione, riguarda le aree che nel PRG sono classificate "Piani Urbanistici Attuativi o Planivolumetrici Confermati". Si tratta di porzioni significative del centro abitato, in alcuni casi di interi isolati urbani, dove la normativa urbanistica del PRG vigente ha congelato l'assetto definito dai Piani di lottizzazione o dai Planivolumetrici, sia in temini fisico-edilizi che funzionali e di destinazione. Il superamento dei Piani Confermati, trasformando le aree in zone di completamento, risponde ad una esigenza tecnica, perché semplifica di molto l'applicazione e l'interpretazione delle previsioni urbanistiche, ma anche ad una molteplicità di richieste, provenienti dagli abitanti e dalle attività insediate, tese a veder riconosciuto un trattamento analogo a quello che il PRG riserva alle aree di completamento, superando quindi vincoli imposti anche oltre trent'anni fa e dunque anacronistici. In ordine ai principali contenuti progettuali vengono stabilite le seguenti Priorità: I a fase di adeguamento del PRG/PI ai contenuti del PAT (adozione prevista luglio 2008) Per tutto il territorio comunale compresa l'area collinare e montana: vengono rivisti i gradi di tutela dei fabbricati con superamento dei sussidi operativi in adeguamento al PAT anche prevedendo quote di ampliamento dei fabbricati; (varianti già denominate di "semplificazione" e "variante delle colline"); viene rivista la classificazione degli interventi nel centro storico con particolare riferimento alla doppia classificazione determinata dalla conferma dei piani particolareggiati approvati e contestualmente dai gradi di tutela del PRG; (variante già denominata di "semplificazione" ); vengono rivisti i gradi di tutela dei fabbricati classificati beni culturali in area agricola in adeguamento al PAT, anche prevedendo quote di ampliamento; (varianti già denominate di "semplificazione" e "variante delle colline"); viene accertata la compatibilità con il PAT (limite SAU, compatibilità geologica e paesaggistica, invarianti) delle varianti residenziali adottate dal comune, ma non condivise dalla Regione (varianti già denominate " residenziali" con esclusione di quelle ricadenti all'interno dell'area considerata dalla "Variante delle colline" che sarà trattata a parte). 10

11 II a fase di adeguamento del PRG/PI ai contenuti del PAT (adozione prevista autunno 2008) Per tutto il territorio comunale compresa l'area collinare e montana: viene completata la variante in corso di esecuzione, denominata Variante delle Colline", per la quale è già stato conferito apposito separato incarico; viene definita la zonizzazione (aree a servizi, viabilità, definizione indice ZTO di completamento, uniformate le destinazioni ammesse per tipo di zona, altro) delle aree interessate dai cosiddetti PUA confermati ed inserita nel PRG/ PI; viene verificata la attuale dotazione di servizi complessiva e in ogni polarità urbana del territorio comunale, si stabiliscono gli interventi necessari per raggiungere lo standard dimensionale e qualitativo adeguato alla domanda esistente e potenziale; viene verificato l'assetto urbanistico di ogni polarità (organizzazione dei servizi pubblici e privati, accessibilità, aree verdi, problematiche varie) vengono individuate le azioni necessarie per migliorare l'ambiente urbano e la qualità di vita dei residenti e per indirizzare le nuove localizzazioni insediative e le azioni strategiche a livello locale finalizzate alla migliore integrazione e coesione sociale; con specifico riferimento alle aree agricole, previa indagine agronomica, viene adeguato il PRG ai contenuti del Piano degli Interventi, come previsto dalla legge regionale 11/04; vengono definiti e precisati gli ambiti, i corridoi e ogni altra indicazione di invariante o vincolo in modo da superare la salvaguardia sul PRG/PI mediante opportune normative. In parallelo alle due prime fasi di adeguamento verranno definiti gli altri interventi normativi e progettuali per completare il Piano degli Interventi, se necessario da approvarsi con tempistiche modulate sulle priorità sopra elencate oppure anche successivamente, con specifico riferimento a: il Prontuario per la qualità architettonica, la mitigazione ambientale degli interventi ed il recupero delle preesistenze in contrasto con l'ambiente; vengono definite norme e sussidi per gli interventi pubblici e privati ecosostenibili. 11

12 gli interventi sull'ambiente mediante un programma di valorizzazione ecosistemica delle risorse ambientali primarie che vanno tutelate e rigenerate proprio per assicurare, anche per il futuro, la qualità di vita che caratterizza il nostro territorio. Si tratta di progetti ambientali, non necessariamente correlati ad interventi di natura urbanistica, che il PAT individua nella tav. n. 5.5 "scelte strutturali e scelte strategiche - azioni per il sistema ambientale"; le azioni per il sistema insediativo stabilite dal PAT e individuate in particolare nella tav. n. 5.5 "scelte strutturali e scelte strategiche - azioni per il sistema insediativo ", tese a promuovere la sostenibilità della struttura urbana, integrare le funzioni produttive e di servizio, valorizzare i corridoi di accesso al centro città ecc. ; il quadro delle compatibilità, delle linee guida, delle coerenze, delle sinergie e delle complementarietà che indirizzeranno le progettazioni da definirsi con accordi pubblico-privato di aree rilevanti per le ricadute sull'assetto urbano interessando aree industriali o direzionali dismesse, aree a standard non realizzate, aree per attrezzature o edificabili rimaste inattuate. 4. Programma opere pubbliche Il P.I. si rapporta al programma triennale delle opere pubbliche approvato con delibera di G.C. n. 338 in data al quale si rimanda per ogni approfondimento, riconoscendone la sintonia con gli obiettivi di pianificazione urbanistica. 5. Effetti attesi: sviluppo nel segno di una prudente innovazione Le azioni previste dal Piano degli Interventi, pur collocandosi in continuità col precedente PRG, introducono gradualmente importanti innovazioni finalizzate alla promozione di una crescita equilibrata e sostenibile del sistema urbano mediante il rafforzamento dell'attuale struttura urbana come definita dal Piano di Assetto del Territorio nel contesto locale e territoriale. La città, il centro città, ed in particolare la parte storica, sarà ulteriormente riqualificata e valorizzata: i residenti nel territorio pedemontano di area vasta, ma anche nel bacino regionale e per alcuni aspetti anche sovra-regionale, riconosceranno Bassano e avranno motivo di frequentarla perchè "Citta della cultura", "Città dei servizi", Città dello sport, "Città degli acquisti", ma più 12

13 probabilmente per un motivo molto più elementare, perchè Bassano è ancora una "Città vera" che ha saputo e vuole mantenere la integrazione tra le funzioni urbane, anche nuove, e la dimensione della struttura storica della città: Il centro sarà caratterizzato dalla vivacità delle iniziative pubbliche e private e continuerà ad essere percepito e vissuto come il cuore civico pulsante dell'identità territoriale. I punti di forza di Bassano, a parte la bellezza del paesaggio, dono di natura del quale la città è consapevole, continueranno ad essere: il giusto e vitale equilibrio tra funzioni di servizio, residenziali, commerciali, direzionali, artigianali e turistiche; la mantenuta dimensione urbana e demografica medio-piccola resistendo alle tentazioni espansive che hanno travolto altre realtà analoghe; la salubrità ambientale quale risultato di un progetto realizzato di sostenibilità; la sufficiente accessibilità territoriale, incompleta a causa dei ritardi nella realizzazione delle infrastrutture ed in particolare del Sistema Ferroviario Metropolitano Veneto, che si avvantaggia di un sistema locale strategico di parcheggi pubblici e di trasporto mediante bus-navetta; la sicurezza degli spostamenti pedonali in aree protette e riservate e una adeguata rete di piste ciclabili anche con punti attrezzati dove i pedoni potranno trovare biciclette per gli spostamenti. L'espansione dei nuovi insediamenti residenziali sarà realizzata con preferenza all interno delle aree gravitanti sui servizi primari (scuole, botteghe, uffici, laboratori, luoghi di lavoro ecc.) dei centri (centri, frazioni, quartieri) individuati come polarità dal Piano degli Interventi, raggiungibili in cinque minuti a piedi dalle abitazioni. In tal modo risulterà ulteriormente migliorata anche la qualità di vita nei quartieri urbani e nelle frazioni garantendo la coesione sociale e l'integrazione dei nuovi abitanti. L'offerta di alloggi sarà tale da coprire i vari segmenti della domanda, sia per dimensione/tipologia che per costo, anche ricorrendo all'edilizia convenzionata. I vari tipi di alloggio saranno mescolati proprio per evitare la realizzazione di quartieri ghetto e favorire invece la massima integrazione. In ogni quartiere proseguirà la realizzazione di aree verdi e attrezzature per il tempo libero e lo sport dei residenti; le varie attrezzature saranno integrate e accessibili a piedi, in bicicletta, dotate di aree di parcheggio a servizio anche di altre attrezzature in modo da ottimizzarne l'uso. In ogni quartiere ci sarà la "casa del quartiere", luogo per le riunioni civiche e delle associazioni. Il consumo di suolo sarà limitato come pure la dispersione edilizia nelle aree agricole; lo sviluppo residenziale e insediativo in genere, rafforzerà il tessuto edilizio esistente riqualificando gli insediamenti, in particolare quelli peri-urbani. Le aree agricole e quelle di rilevanza ambientale saranno tutelate garantendo la presenza delle aziende del settore primario eventualmente integrate da altre funzioni turistiche e per il tempo libero e saranno tutelate le peculiarità produttive tipiche locali. La valorizzazione del patrimonio storico, ambientale e naturalistico promosso con la "Variante delle colline" avrà ricadute significative sulla popolazione residente delle aree montane e collinari, 13

14 assicurandone la permanenza, e costituirà una ulteriore offerta per il tempo libero dei cittadini e per le escursioni naturalistiche; allo stesso tempo il territorio tutelato e recuperato negli aspetti naturalistici, sia in collina che in pianura, sarà determinante nel garantire la qualità ambientale in senso lato degli insediamenti umani, la conservazione delle risorse non riproducibili, la conservazione della biodiversità e degli spazi e aerali adeguati alle altre specie viventi. Le azioni di tutela e valorizzazione ambientale avranno ricadute positive anche nei quartieri della periferia urbana e non solo nelle aree agricole e collinari, intervenendo sugli spazi non costruiti, recuperati come spazi aperti e verdi a carattere continuo, attorno, all interno o lungo le principali direttrici degli insediamenti. Le politiche urbanistiche promosse dal Piano degli Interventi per le funzioni produttive e di servizio, del terziario commerciale e della logistica, localizzate principalmente nel settore sud del territorio compreso tra il Brenta e via Capitelvecchio (ex SS 47), favoriscono l'evoluzione delle attività verso modelli insediativi/economici/infrastrutturali più integrati lungo gli assi definiti di "ri-strutturazione" spaziale e funzionale delle attività. Lo sviluppo economico della città sarà orientato ai servizi ed al terziario, ma una presenza significativa sarà anche quella della Piccola e Media Impresa e dell'artigianato produttivo artistico e tradizionale anche con attività fortemente innovative; la diversificazione produttiva, la flessibilità e l adattabilità continueranno ad essere i punti di forza dell imprenditoria locale. Sarà avviato il recupero e la riqualificazione dei principali corridoi di accesso al centro città anche impostando la progettazione delle nuove porte di ingresso come individuate dal PAT. Proseguirà il recupero dei beni di interesse architettonico, storico o documentario e dei contesti figurativi pertinenziali valorizzandoli anche promuovendo itinerari turistico-culturali. Una particolare attenzione sarà rivolta al miglioramento della qualità ambientale, architettonica e urbanistica degli interventi pubblici e privati nella direzione della ecosostenibilità. 14

15 ALLEGATO 1 Il Piano degli Interventi nella nuova Legge urbanistica regionale 1.1. Strumenti di pianificazione locale 1.2. Contenuto del Piano degli Interventi 1.3. Procedimento di formazione del Piano degli Interventi 15

16 PIANO REGOLATORE COMUNALE / \ PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (PRG/PI) PRIMO PIANO DEGLI INTERVENTI 1.1. Strumenti di pianificazione locale Art. 12 Il Piano Regolatore Comunale. 1. La pianificazione urbanistica comunale si esplica mediante il piano regolatore comunale che si articola in disposizioni strutturali, contenute nel piano di assetto del territorio (PAT) ed in disposizioni operative, contenute nel piano degli interventi (PI). 2. Il piano di assetto del territorio (PAT) è lo strumento di pianificazione che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, individuando le specifiche vocazioni e le invarianti di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica, ambientale, storico-monumentale e architettonica, in conformità agli obiettivi ed indirizzi espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore ed alle esigenze dalla comunità locale. 3. Il piano degli interventi (PI) è lo strumento urbanistico che, in coerenza e in attuazione del PAT, individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità Contenuto del Piano degli Interventi Art. 17 Contenuti del Piano degli interventi (PI). 1. Il piano degli interventi (PI) si rapporta con il bilancio pluriennale comunale, con il programma triennale delle opere pubbliche e con gli altri strumenti comunali settoriali previsti da leggi statali e regionali e si attua attraverso interventi diretti o per mezzo di piani urbanistici attuativi (PUA). 2. Il PI in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio (PAT) sulla base del quadro conoscitivo aggiornato provvede a: a) suddividere il territorio comunale in zone territoriali omogenee secondo le modalità stabilite con provvedimento della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 50, comma 1, lettera b); b) individuare le aree in cui gli interventi sono subordinati alla predisposizione di PUA o di comparti urbanistici e dettare criteri e limiti per la modifica dei perimetri da parte dei PUA; c) definire i parametri per la individuazione delle varianti ai PUA di cui all'articolo 20, comma 14; d) individuare le unità minime di intervento, le destinazioni d'uso e gli indici edilizi; e) definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente da salvaguardare; f) definire le modalità per l'attuazione degli interventi di trasformazione e di conservazione; g) individuare le eventuali trasformazioni da assoggettare ad interventi di valorizzazione e sostenibilità ambientale; h) definire e localizzare le opere e i servizi pubblici e di interesse pubblico nonché quelle relative a reti e servizi di comunicazione, di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003 e successive modificazioni, da realizzare o riqualificare; i) individuare e disciplinare le attività produttive da confermare in zona impropria e gli eventuali ampliamenti, nonché quelle da trasferire a seguito di apposito convenzionamento anche mediante l'eventuale riconoscimento di crediti edilizi di cui all'articolo 36 e l'utilizzo di eventuali compensazioni di cui all'articolo 37; j) dettare la specifica disciplina con riferimento ai centri storici, alle fasce di rispetto e alle zone agricole ai sensi degli articoli 40, 41 e 43; k) dettare la normativa di carattere operativo derivante da leggi regionali di altri settori con particolare riferimento alle attività commerciali, al piano urbano del traffico, al piano urbano dei parcheggi, al piano per l inquinamento luminoso, al piano per la classificazione acustica e ai piani pluriennali per la mobilità ciclistica; 16

17 (...) 5. Il PI è formato da: a) una relazione programmatica, che indica i tempi, le priorità operative ed il quadro economico; b) gli elaborati grafici che rappresentano le indicazioni progettuali; c) le norme tecniche operative; d) il prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale; e) il registro dei crediti edilizi; f) una banca dati alfa-numerica e vettoriale contenente l'aggiornamento del quadro conoscitivo di riferimento nonché le informazioni contenute negli elaborati di cui alle lettere a), b), e c) Procedimento di formazione del Piano degli Interventi Art. 18 Procedimento di formazione, efficacia e varianti del Piano degli interventi. 1. Il sindaco predispone un documento in cui sono evidenziati, secondo le priorità, le trasformazioni urbanistiche, gli interventi, le opere pubbliche da realizzarsi nonché gli effetti attesi e lo illustra presso la sede del comune nel corso di un apposito consiglio comunale. 2. Il piano degli interventi è adottato e approvato dal consiglio comunale. L adozione del piano è preceduta da forme di consultazione, di partecipazione e di concertazione con altri enti pubblici e associazioni economiche e sociali eventualmente interessati. 3. Entro otto giorni dall adozione, il piano è depositato a disposizione del pubblico per trenta giorni consecutivi presso la sede del comune decorsi i quali chiunque può formulare osservazioni entro i successivi trenta giorni. Dell'avvenuto deposito è data notizia mediante avviso pubblicato nell'albo pretorio del comune e su almeno due quotidiani a diffusione locale; il comune può attuare ogni altra forma di divulgazione ritenuta opportuna. 4. Nei sessanta giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni il consiglio comunale decide sulle stesse ed approva il piano. 5. Copia integrale del piano approvato è trasmessa alla provincia ed è depositata presso la sede del comune per la libera consultazione. 6. Il piano diventa efficace quindici giorni dopo la pubblicazione nel BUR dell'avviso della avvenuta approvazione da effettuarsi a cura del comune. 7. Decorsi cinque anni dall entrata in vigore del piano decadono le previsioni relative alle aree di trasformazione o espansione soggette a strumenti attuativi non approvati, a nuove infrastrutture e ad aree per servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli preordinati all esproprio di cui all'articolo 34. In tali ipotesi, fino ad una nuova disciplina urbanistica, si applica l articolo Le varianti al piano sono adottate e approvate con le procedure di cui al presente articolo. 9. L approvazione del piano e delle sue varianti comporta la decadenza dei piani urbanistici attuativi (PUA) vigenti limitatamente alle parti con esso incompatibili espressamente indicate, salvo che i relativi lavori siano oggetto di convenzione urbanistica già sottoscritta ed efficace. 17

18 ALLEGATO 2 Gli obiettivi e le scelte strutturali del Piano di Assetto del Territorio. (come definiti nelle Norme di Attuazione vigenti) 18

19 Obiettivi Obiettivi generali Obiettivi specifici Scelte strutturali del PAT Dodici azioni previste dal PAT per la città e il territorio bassanese a) Sviluppo socio economico della comunità; b) Riqualificazione strutturale del territorio in termini urbanistico ambientali e relazionali, con attribuzione di primaria importanza alla tutela e valorizzazione delle invarianti di natura fisica, ambientale e culturale ed alla definizione dei limiti e delle condizioni di sostenibilità degli interventi e/o delle trasformazioni del territorio. Sistema ambientale a) Salvaguardia e valorizzazione del Fiume Brenta, del parco delle Rogge, del sistema delle aree aperte integrate con le sponde del fiume e l articolato sistema delle rogge. b) Salvaguardia e valorizzazione delle aree di valore paesaggistico ambientale, delle aree ad elevata naturalità, e del patrimonio vegetale e faunistico esistente. c) Valorizzazione della attività agricola di collina e di pianura. d) Risanamento ambientale delle aree in situazioni di degrado e messa in sicurezza dei luoghi soggetti al rischio geologico idraulico. e) Salvaguardia, recupero e valorizzazione dei beni culturali e delle permanenze di interesse tipologico documentario, dei manufatti, Scelte per il sistema ambientale 1. Efficace protezione ambientale e riqualificazione dell ambito del Brenta e del parco delle Rogge, da Campese a Marchesane, da realizzare mediante interventi volti alla formazione di parchi urbani lungo il Brenta, il riordino dei luoghi, la formazione di spazi attrezzati per la sosta e la ricreazione, inserendoli nel contesto delle aree verdi e dei parchi urbani indicati dal PAT. Gli interventi di conservazione e di valorizzazione dell'ambito del torrente Silan e del Brenta devono comprendere adeguate misure per la conservazione delle risorse, degli habitat e delle specie floro-faunistiche e della naturalità dei luoghi, limitando la presenza umana a spazi ed aree attrezzate che non interferiscono con la prioritaria esigenza della conservazione dei valori ecologico-ambientali presenti. 2. Adeguati collegamenti tra due risorse ambientali di riconosciuto valore ambientale: il fiume Brenta ed il Parco delle Rogge, attraverso un sistema di spazi aperti, agricoli e naturalistici, integrato da percorsi pedonali e ciclabili. 3. Efficace protezione ambientale e valorizzazione delle attività agricole compatibili, delle aree boscate e prative presenti nel: sottosistema montano, con particolare riguardo alla Vallerana e Val Pozzolo; sottosistema collinare comprendente Valrovina, l ambito della Valle di Sarson e Val dei Ochi, Val Forame, ecc. 4. Efficace protezione ambientale e riqualificazione degli spazi aperti di particolare interesse storico e ambientale, anche per i rapporti prospettici con il centro storico, costituiti dalla Conca del Margnan, dal Vallo Visconteo e degli spazi aperti delle colline interni all ambito di Rivana S. Eusebio. 1) rafforzare l'attuale sistema insediativo organizzato per centri dotati dei servizi primari pubblici e privati (città, centri di quartiere, nuclei) distribuiti in modo equilibrato sul territorio comunale; 2) limitare il consumo di suolo e la dispersione edilizia nelle aree agricole, preferendo invece il migliore utilizzo e la ristrutturazione delle aree e degli edifici esistenti; 3) incentivare la localizzazione accentrata dei servizi, delle attività e delle attrezzature con riferimento ai centri di quartiere e di frazione esistenti, ma anche agli assi attrezzati da ristrutturare o da prevedere; 4) contenere l'espansione dei nuovi insediamenti con preferenza all interno delle aree gravitanti sui servizi primari (scuole, botteghe, uffici, laboratori, luoghi di lavoro ecc.) dei centri (centri, frazioni, quartieri) raggiungibili in cinque minuti a piedi dalle abitazioni; 5) favorire la integrazione delle diverse funzioni, anziché la 19

20 dei segni e delle tracce che caratterizzano il territorio aperto. Sistema insediativo a) Salvaguardia, recupero e valorizzazione: del centro storico; dei nuclei storici e dei beni culturali isolati; dei manufatti, dei segni e delle tracce di interesse storico e documentario. b) Recupero e riqualificazione dei centri abitati di Rubbio, Campese, Valrovina, S. Eusebio, S. Michele. c) Rafforzamento e incremento dei servizi di interesse sovracomunale, volti ad aumentare la dotazione di attrezzature per attività culturali, amministrative, direzionali, sanitarie, ecc, nonché di spazi da destinare ai parchi ed al tempo libero migliorando, anche in termini qualitativi, l attuale offerta di servizi nel territorio. d) Riqualificazione urbanistico ambientale previa individuazione dei contesti di ripolarizzazione del tessuto esistente anche attorno ai luoghi semanticamente rilevanti, a partire dalla matrice storica dell'assetto territoriale: 5. Tutela degli spazi agricoli e delle aziende agricole e zootecniche, sia per salvaguardare il riconosciuto valore socio economico ed ambientale, sia per garantire la conservazione degli spazi aperti, in vista di eventuali future esigenze. 6. Tutela e valorizzazione delle attività agricole minori presenti nelle colline, che risultano del tutto coerenti con i caratteri del paesaggio storico consolidato. 7. Tutela di ambiti singolari di interesse culturale e ambientale quali: Giardini Parolini, Area Gemma, S. Giorgio alle acque. Identificazione e disciplina di tutela dei beni culturali e dei manufatti di interesse tipologico documentario esistenti sullo spazio esterno alla struttura insediativa. 8. Efficace protezione e riqualificazione ambientale anche mediante scelte sostenibili volte alla promozione del turismo, al mantenimento della popolazione in loco ed al sostegno dell artigianato tradizionale. Valorizzazione ambientale della destra Brenta e dei siti storici della Destra Brenta quali: Borgo Angarano, Zona SS. Trinità, Zona S. Donato, Palazzo Bonaguro e relativo spazio verde. 9. Disposizioni normative volte al risanamento ambientale ed alla messa in sicurezza del territorio nei luoghi individuati nelle singole ATO. Scelte per il sistema insediativo a) Salvaguardia, recupero e valorizzazione: a.1. del centro storico e delle attività compatibili con il carattere dei luoghi, degli spazi aperti, della morfologia urbana e degli immobili di interesse culturale, anche mediante interventi di eliminazione o mitigazione dei contrasti con i valori culturali esistenti; a.2. dei nuclei storici, delle ville, dei complessi monumentali, dei parchi di valore culturale, degli immobili di interesse tipologico documentario, comprese le aggregazioni edilizie e rurali di antica loro segregazione in zone omogenee o specialistiche, in modo da diffondere "l'effetto città"; 6) prevedere tipologie insediative che rispettino le caratteristiche delle diverse aree della città e del territorio in modo da non recare disturbo, o almeno limitarlo al minimo, a chi già ci abita (valutazione di impatto di vicinanza); 7) progettare il disegno territoriale anche intervenendo sugli spazi non costruiti da recuperare come spazi aperti e verdi a carattere continuo, attorno, all interno o lungo le principali direttrici degli insediamenti; 8) organizzare il sistema della mobilità con riferimento ad un modello "a rete" in modo da fornire percorsi, e se possibile anche mezzi alternativi, verso le principali destinazioni, evitando la formazione di "isole" o direttrici congestionate; 9) valorizzare l'aspetto ambientale - ecologico degli spazi non urbani, per assicurare la conservazione della natura e per garantire una maggiore salubrità agli insediamenti; 10) conservare i beni di interesse architettonico, storico o documentario ed i contesti 20

21 del sistema insediativo a Sud del centro storico, mediante riequilibrio della struttura insediativa esistente ed il potenziamento della residenzialità e dei servizi (Q.re Firenze, Santa Croce, Borgo Zucco, San Fortunato, S.S. Rocco e Lazzaro ecc.); della Destra Brenta (Rondò Brenta, Padre Zanuso, Marchesane, Q.re XXV Aprile, San Giorgio, Fontanelle), e dei siti storici della Destra Brenta quali: Borgo Angarano, SS. Trinità; del sistema insediativo ad est del centro storico ed in particolare di quello compreso tra la ferrovia Trento-Venezia ed i comuni limitrofi (San Vito e Q.re Vittorio Veneto). e) Riqualificazione urbanistico ambientale: delle aree con attività dismesse e delle aree con attività improprie contrastanti con il carattere dei luoghi; della struttura produttiva e terziaria esistente mediante interventi di razionalizzazione e potenziamento. f) Rafforzamento dei servizi di interesse sovracomunale, volti ad aumentare e comprese le aggregazioni edilizie e rurali di antica origine, nonchè singoli fabbricati aventi caratteristiche di beni culturali tipici della zona rurale; a.3 dei manufatti, dei segni e delle tracce che caratterizzano il territorio, comprese le strutture arginate storiche, gli ambiti di interesse archeologico, ecc. b) Recupero e riqualificazione dei centri abitati di Rubbio, Campese, Valrovina, S. Eusebio, S. Michele, delle contrade e delle aggregazioni insediative presenti nel sistema ambientale, le cui strutture vanno consolidate ed integrate con i servizi, per migliorare la qualità abitativa, anche prevedendo nuovi insediamenti e favorendo la funzionalità e l accessibilità ai luoghi di interesse urbano, la permanenza in loco dei residenti e, di conseguenza la manutenzione e la tutela del territorio. c) Contenimento della edificazione di abitazioni e di annessi rustici all esterno delle strutture insediative, consentendone l attuazione solo se necessari e pertinenti alla conduzione dei fondi agricoli. d) Riqualificazione urbanistico ambientale del sistema insediativo periferico mediante il rafforzamento delle esistenti centralità urbane, ed eventualmente anche la formazione di nuove, integrate da residenze, da attività terziarie (direzionali, commerciali, servizi), spazi pubblici di interesse sociale (piazze, verde pubblico, servizi di quartiere, ecc.) ed altre attività ritenute compatibili con il carattere insediativo, previa individuazione dei contesti di ripolarizzazione del tessuto esistente anche attorno ai luoghi semanticamente rilevanti, a partire dalla matrice storica dell'assetto territoriale. e) Valorizzazione ambientale della destra e sinistra Brenta, e dei siti storici quali: Borgo Angarano, SS. Trinità, Cà Erizzo, Convento San Fortunato ecc.. f) Trasformazione urbanistico - edilizia degli immobili interessati da attività produttive dismesse od improprie, con attribuzioni di funzioni coerenti come disposto dalle presenti Norme di Attuazione, garantendo la sostenibilità ambientale figurativi pertinenziali; 11) migliorare la qualità ambientale, architettonica e urbanistica degli interventi pubblici e privati; inoltre incentivare gli insediamenti pubblici e privati ecosostenibili; 12) migliorare la qualità artistica degli insediamenti anche promuovendo l'installazione di opere d'arte all'aperto, un adeguato design dei manufatti del cosiddetto "arredo urbano", la valorizzazione di percorsi legati alla storia urbana, alla cultura materiale e una rinnovata attenzione alla qualità architettonica degli interventi. 21

22 volti ad aumentare e qualificare la dotazione di attrezzature per attività culturali, amministrative, direzionali, sanitarie, ecc, nonché di spazi da destinare ai parchi ed al tempo libero, migliorando anche, in termini quantitativi, l attuale offerta di servizi. g) Promozione di insediamenti pubblici e privati ecosostenibili e biocompatibili. Obiettivi per il sistema infrastrutturale Potenziamento delle infrastrutture per la mobilità, a scala regionale e provinciale. Ottimizzare la circolazione veicolare interna al comune. Potenziamento del trasporto pubblico in coerenza con lo sviluppo delle nuove urbanizzazioni e integrare la rete stradale con una rete diffusa di percorsi pedonali e piste ciclabili. e sociale degli interventi. g) Offerta adeguata di aree per attività artigianali e industriali, compresi gli spazi necessari per favorire il trasferimento delle attività localizzate in zona impropria. h) Riqualificazione urbanistico ambientale del sistema insediativo a Sud del centro storico ai lati del Brenta, comprendente le ATO R2.1, R2.2, R2.4, mediante il potenziamento della residenzialità, e l incremento dei servizi, lungo due direttrici di riqualificazione e sviluppo urbano indicate dal P.A.T: direttrice dei servizi territoriali, caratterizzate dalla formazione di nuove centralità urbane (polo sanitario, attrezzature culturali, sportive e del tempo libero, servizi alle imprese, ecc.) integrate da residenze ed attività compatibili con il carattere urbano delle località. direttrice della naturalità, prevista come collegamento tra il fiume Brenta ed il Parco delle Rogge, posti alle due estremità della direttrice; gli spazi intermedi, oggi prevalentemente agricoli, possono venire tutelati e valorizzati come stabilito per il sistema ambientale ed anche interessati da aree per attrezzature sportive non competitive, per la ricreazione e per servizi nel verde. Relazionando le due direttrici con l asse intermedio destinato alla realizzazione di servizi, residenze ed attività economiche nell ambito dell ATO, aggiungendosi a quelle oggi esistenti in loco. i) Riqualificazione delle direttrici di accesso alla città ed individuazione delle "porte nuove", prevedendo la definizione di adeguate soluzioni progettuali per: 1. la accoglienza e l'ospitalità; 2. la mitigazione e la riduzione degli impatti derivanti dal traffico veicolare; 3. il miglioramento ed il rafforzamento dell'identità dell'immagine urbana di Bassano. l) Incentivare gli insediamenti pubblici e privati ecosostenibili e biocompatibili, attraverso la formazione del risparmio energetico e la riduzione degli inquinamenti e in particolare 22

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