Scheda a cura di Valter Piazza. Autori Valter Piazza Elena Ambrosetti

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1 SAN CARLO

2 Scheda a cura di Valter Piazza Autori Valter Piazza Elena Ambrosetti Referenze fotografiche Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini Nessuna parte di questa scheda può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico, o altro, senza l autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini

3 FERRARA > SAN CARLO Importo complessivo dei lavori ,22 Anno Finanziario 2000 Stazione appaltante Progettista Direttore dei lavori Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini Arch. Andrea Alberti Arch. Andrea Alberti Imprese C.R.C. - BO Consorzio C.B.Art La Chiesa di S. Carlo si affaccia su una delle strade più trafficate della città, nelle vicinanze immediate del Castello Estense. La Chiesa è costruita sull area di un antico oratorio distrutto, tra il 1612 ed il 1623 da Giovan Battista Aleotti ( ) e finanziata in buona parte dal Cardinale Pio di Savoia. In questo edificio l Aleotti anticipò le tendenze dell architettura barocca, utilizzando anche elementi della tradizione classica. Tutta la costruzione mantiene un tono austero e si richiama agli architetti della generazione precedente l Aleotti, in particolare all opera del Vignola ed alle teorizzazioni del Serlio. La pianta è ovale con corpi rettangolari ad est e ad ovest ed abside semicircolare. Otto gruppi di colonne di ordine composito scandiscono il vano centrale, sorreggendo una trabeazione continua, sulla quale si imposta la cupola di copertura. Successiva alla costruzione dell edificio e collocabile dopo la metà del XVII secolo, è la decorazione della cupola. Qui sono rappresentati da Giuseppe Avanzi la Vergine e S. Carlo tra gli Angeli; le quadrature sono opera di Giuseppe Menegatti. Il soffitto è stato più volte restaurato. La chiesa ha subito nel corso degli anni restauri e manutenzioni, ma è rimasta sostanzialmente inalterata nelle forme architettoniche. La facciata in laterizio a vista, è scandita da due coppie di colonne di ordine gigante che sorreggono la trabeazione e l ampio timpano di forma triangolare decorato da cinque sculture. Gli spazi fra le colonne sono occupati da nicchie sovrapposte che

4 ospitano le statue scolpite nel 1725 da Angelo Putti. l portale, anch esso in nicchia, è sormontato da un timpano spezzato e decorato da uno scudo gentilizio sorretto da angeli. Dopo un attenta valutazione delle condizioni di degrado dei materiali costituenti la facciata, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini è intervenuta mediante operazioni di pulitura e restauro in concomitanza con l esecuzione di una campagna di rilevamento sperimentale, condotta in collaborazione con l Università di Ferrara. La facciate sporge rispetto agli edifici adiacenti ed è esposta a sud, quindi all irraggiamento solare per gran parte della giornata. L inquinamento era stato un forte agente di degrado e i danni apportati erano di varia natura: dal semplice deposito superficiale, a resistenti e diffuse croste nere, sino alla caduta di frammenti di materiale lapideo. Per la sua collocazione ed importanza era probabilmente soggetta ad una frequente manutenzione. Solo nel Novecento è oggetto di almeno tre interventi di restauro e presentava trattamenti, stuccature e sostituzioni di precedenti interventi, spesso realizzati con modi incongrui e risultati non soddisfacenti. Sul laterizio della facciata, compresi gli elementi architettonici di rilievo come capitelli e cornici di varie forme e sul fregio era visibile almeno un trattamento ad olio, metodo di conservazione del cotto molto diffuso nella pratica dell Ottocento e del primo Novecento a Ferrara. I principali deterioramenti dei materiali porosi come mattoni e cotto erano stati causati da fattori come l acqua piovana, l erosione eolica, l irraggiamento solare ed il gelo. Si concentravano soprattutto nella fascia inferiore della facciata, lungo la modanatura tra i basamenti delle quattro grandi colonne, dove, oltre ad alcune mancanze, erano visibili parti di decorazioni in cotto malamente ricostruite utilizzando chiodi, filo di ferro e cemento. Anche la malta di allettamento (probabilmente già povera di calce in origine) aveva perso completamente la sua qualità legante e molti elementi erano ormai soltanto appoggiati. Particolarmente grave appariva la situazione delle statue poste sul timpano della Chiesa, più esposte all azione degli agenti esterni. Scolpite in pietra tenera di Vicenza, si presentavano ormai prive di intere parti, mentre le porzioni ancora in sito risultavano fortemente disgregate e decoese. Le altre sculture inserite nelle nicchie, quindi maggiormente protette, erano in condizioni conservative meno preoccupanti, ma di difficile valutazione a causa della diffusione dei depositi superficiali e delle croste nere. Anche il portale e le relative statue in calcare di provenienza istriana non versavano in buone condizioni. La presenza degli spessi e scuri depositi diffusi uniformemente su tutta la superficie della facciata non consentiva di rilevare le giuste caratteristiche cromatiche, né le differenze tra i materiali costitutivi gli elementi architettonici. Per poter comprendere le originali cromie e della facciata e la natura dei materiali, preliminarmente all intervento di restauro, sono state condotte prove di pulitura e analisi di laboratorio. Su campioni di materiale lapideo prelevati sono state eseguite analisi mineralogiche, petrografiche e granulometriche e le analisi stratigrafiche delle finiture.

5 Grazie alle indagini si è potuto stabilire che la facciata presentava una originaria coloritura arancione, ad esclusione dei bianchi elementi lapidei. Un sottile strato aranciao omogeneizzava cromaticamente le diverse sfumature degli elementi laterizi e degli elementi lapidei presenti con funzione strutturale (mensole e architrave). Lo stesso trattamento superficiale sembra ricoprisse anche le statue collocate nelle nicchie. Non sono state ritrovate tracce di scialbature bianche, segno della volontà dell Aleotti di avvalersi delle potenzialità espressive del laterizio, sia nella plastica del modellato, sia nell eccellente disposizione del paramento murario, caratterizzato dall omogeneità dimensionale dei mattoni. La prima operazione effettuata sulla facciata è stata la rimozione dei depositi incoerenti come polvere, terra, guano ed altri materiali degradanti. Durante questo intervento è stato possibile osservare da vicino lo stato di conservazione dei singoli elementi costitutivi della facciata e definire le successive fasi di restauro. Mediante preventive prove è stato stabilito il livello di pulitura da applicare ai differenti materiali e si è proceduto con le operazioni per la rimozione dei depositi coerenti da tutte le superfici. I depositi più aderenti alla superficie sono stati asportati con acqua e spazzole. Le zone con depositi neri molto coerenti sono state pulite con l applicazione di impacchi di polpa di cellulosa imbevuti di soluzione idonea. Su molti elementi in cotto del timpano sono stati rinvenuti residui di vecchi trattamenti difficili da rimuovere. Sono stati rimossi con tamponi di cotone imbevuti di diluente. Durante la pulitura della muratura sono stati anche asportati tutti gli elementi in ferro che non avevano più nessuna funzione e che potevano compromettere la stabilità dei materiali ai quali erano collegati. Dopo la pulitura è stata eseguita la stuccatura dei giunti, la reintegrazione dei mattoni e degli elementi in cotto, previo consolidamento e sostituzione degli elementi intorno alle basi delle colonne. Un grande e vecchio rifacimento in cemento sul lato ovest è stato asportato e reintegrato con calce. Per la sostituzione degli elementi in cotto sono stati appositamente fabbricati degli elementi nuovi su modello di quelli originali. Successivamente è stata realizzata una equilibratura cromatica della cortina laterizia e degli elementi in cotto al fine di omogeneizzare il tutto. Sul gruppo scultoreo che decora il portale erano presenti depositi difficili da rimuovere con semplici impacchi ed si è deciso quindi di intervenire anche con una pulizia meccanica. Poiché il risultato della pulitura di tutti gli elementi del portale non aveva portato ad un esito equilibrato e armonico, è stato deciso di applicare una velatura per uniformare l aspetto dei singoli elementi; prima dell applicazione della colore le lacune sono state stuccate con malta di calce.

6 Le cinque sculture di decoro del timpano sono state consolidate e sottoposte a trattamento per eliminare i residui di microrganismi. Le statue presentavano delle incrostazioni nerastre prodotte dal deterioramento della pietra innescato dall inquinamento atmosferico. Alcune di queste croste nere, formavano in molte zone le uniche parti superstiti della superficie originale delle statue; non potendo quindi essere rimosse sono state velate. Il portone ligneo è stato sverniciato, poi leggermente scurito con mordente noce e trattato con resina acrilica allo scopo di consolidare il legno e prepararlo al successivo trattamento con cera. A seguito dell installazione dell impianto per l allontanamento dei piccioni, i suoi elementi metallici e i supporti in materiale plastico sono stati verniciati per mimetizzarlo il più possibile. In ultimo è stato applicato su tutta la facciata un protettivo idrorepellente a spruzzo.

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