Le Linee di Indirizzo Nazionali per l Affidamento Familiare. Genova, 10 aprile Paola Milani, Università di Padova

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1 Le Linee di Indirizzo Nazionali per l Affidamento Familiare Genova, 10 aprile 2013 Paola Milani, Università di Padova

2 Le linee di indirizzo: un crocevia tra Il metodoe il fine Normativa CRC, 1989: dal bambino come oggetto di tutela, al bambino come soggetto di diritti. L.149/200, chiusura di tutti gli istituti, diritto del bambino a crescere nella propria famiglia; Pratichee esperienze nei territori (Un percorso nell affido) Linee di indirizzo Per colmare il gap tra ricerca - ciò che si sa-e pratiche -ciò che si fa- Per innovare e creare bestpractices Ricerchenaz. e internazionali sui predittori di successo Processo circolare e dinamico tra saperi diversi. No up-down

3 Affido, affidi e fiducia Utilizzare tutte le potenzialità dell affido: un continuum di interventi Il fine ultimo dell a. f. èriunificare ed emancipare le famiglie, non quello di separare e può essere utilizzato anche per prevenire gli allontanamenti No parking. No last resort. Nopost-code lottery, ma equità di accesso al sistema Gli obiettivi Diminuire il numero di residenzialità esterne alla famiglia Allontanare con appropriatezza ( sorpasso dell affido)

4 Ad ogni bambino la sua famiglia Le idee di riferimento Al centro non il bambino, ma il mondo del bambino, la sua piena soggettività e le sue relazioni. Il bambino e la famiglia sono SOGGETTIe quindi PARTNER del progetto di intervento: considerare la prospettiva dei bambini e dei loro genitori, ascoltarela loro voce il diritto del bambino alla propria famiglia supera l antitesi fra tutela del minore e cura delle relazioni con la famiglia di origine, in favore di una loro corrispondenza: allontanare èun mezzo (finalizzato alla riunificazioneo comunque alla stabilità) e non un fine. Dalla protezione del minore alla protezione dei legami Relazione e ascolto temporaneità

5 Ad ogni bambino il suo progetto Molteplicitàdegli attori sul campo di gioco (pubblico, privato, sistema socio-sanitario, giudiziario, scolastico, ecc): ricomposizioni vs frantumazioni Il progetto di protezionecome strumento di integrazione fra soggetti diversi per promuovere il cambiamento dei bambini e dei loro genitori Collaborazione tra pubblico e privato: gli affidatari sono una risorsa insostituibile e preziosa, partner del processo di intervento: principio di sussidiarietà e non di delega Le idee di riferimento

6 Crescere fra nuove braccia Le idee di riferimento Un ponte fra famiglie, all interno di una comunitàche condivide la responsabilitàdei bambini, non fra una famiglia e un bambino: genitorialità condivisa (co-mamme e co-papà) Logica di arricchimentoe non di sostituzione (non una famiglia che funziona al posto di una che non funziona): l a. f. si fonda su una visione ottimistica delle possibilitàdi cambiamento delle persone e in particolare dei bambini, concezione validata empiricamente dalle ricerche sulla resilienzarealizzate negli ultimi decenni ( ) che dimostrano che i bambini possono far fronte in maniera positiva a eventi traumatici di varia natura e intensitàquando sono sostenuti da una rete sociale all interno della quale sviluppano relazioni interpersonali significative e di effettivo sostegno alla crescita (o20)

7 Nel 2013 Il sussidiario: èuna guida operativa ad uso degli operatori e anche delle famiglie, allo scopo di inquadrare e operativizzare i nuclei tematici individuati nelle LI. Il sussidiario ècostituito da una selezione ragionata di strumenti di lavoro, percorsi, esperienze e materiali divulgativi che hanno lo scopo di sviluppare e approfondire i principi e le raccomandazioni espresse nelle nuove Linee di Indirizzo Nazionali. Non èun manuale esaustivo di approfondimento di tutte le dimensioni teoriche e prassiche solitamente comprese nel percorso dell affido familiare. Esso si sviluppa a partire dai materiali prodotti nel Progetto Nazionale Un percorso nell Affido e con la specifica intenzione di diffondere e valorizzare tali materiali.

8 Nel Il processo di monitoraggio: 9 ambiti territoriali + una sperimentazione a Genova: Le Linee di indirizzo sono affidate ai territori per validarle nei contenuti e nella metodologia e per migliorarle attraverso un percorso di monitoraggio sull applicazione e di confronto sugli esiti (par.010)

9 P.I.P.P.I. Programma finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per gli anni Criteri d inclusione: 10 famiglie negligentiper ogni città, con bambini da 0 a 11 anni a rischio di allontanamento.

10 P.I.P.P.I. Finalità: individuare, sperimentare, monitorare, valutare e codificare un approccio intensivo, continuo, flessibile, ma allo stesso tempo strutturato, di presa in carico del nucleo familiare, capace di ridurre significativamente i rischi di allontanamento del bambino o del ragazzo dalla famiglia di origine e/o di rendere l'allontanamento, quando necessario, un'azione fortemente limitata nel tempo facilitando i processi di riunificazione familiare.

11 P.I.P.P.I.: un progetto o un programma? Nessuno dei due. Piuttosto una forma aperta: Forma in quanto dà direzione e struttura Apertaalla partecipazione e al contributo di chi la mette in atto che, facendola propria, inevitabilmente, lo tras-forma. Una struttura definita (vd. gli irrinunciabili), ma flessibile, costitutivamente aperta al contributo dei soggetti che la realizzano, replicabile, anche se segue una procedura formale, che vuol essere però plastica e leggera, per rispettare e valorizzare gli assetti organizzativi delle diverse realtà territoriali.

12 Famiglie Target FT TOTALE bambini TOTALE famiglie T0 e T1 T2 T0 e T1 T2 BARI BOLOGNA FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO REGGIO C TORINO VENEZIA TOTALE

13 Famiglie Controllo FC TOTALE BAMBINI TOTALE FAMIGLIE T0 T2 T0 T2 BARI BOLOGNA FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO REGGIO C TORINO VENEZIA TOTALE

14 Una ricerca-azione azionesperimentale

15 TEORIA DI RIFERIMENTO: BIO-ECOLOGIA DELLO SVILUPPO UMANO (BRONFENBRENNER 1986, 2005; DUMAS 2007) Attitudini, credenze e pratiche educative e sociali condivise dalla cultura del bambino e della sua famiglia Sistemi sociali che influiscono il bambino, direttamente o indirettamente, per esempio i media, i servizi medici e sociali, il quartiere Legami tra i diversi elementi del microsistema Famiglia, scuola, compagni, organizzazioni sociali, culturali, religiose a cui il bambino partecipa Socio - antropologico Prospettive di ricerca Caratteristiche individuali per es, età, sesso, temperamento, forze e vulnerabilità biologiche Microsistema Psicologico, familiare, educativo Biologico, medico Mesosistema Esosistema Macrosistema Cronosistema: periodo di sviluppo del bambino, eventi storici, cambiamenti sociali e culturali

16 Il modello operativo PRIMA IMPLEMENTAZIONE ITALIANA ASSESSMENT FRAMEWORK (Dep. Of Health, 2000)

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20 I dispositivi di azione L intensità La coerenza La durata La precocità del sostegno professionale e paraprofessionale offerto ai bambini e alle figure parentali costituiscono importanti predittori di successo dell'evoluzione positiva dei bambini trascurati. Al contrario servizi insufficienti, frammentati, discontinui, tardivi sono eccellenti predittori di mantenimento o addirittura aumento delle difficoltàosservate nelle famiglie negligenti

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22 I dispositivi di azione Approccio multidimensionale = condividere le responsabilità Assistente sociale case manager Gruppo dei genitori Dimensioni psico/peda/so cio/assistenzi ale Educatore domiciliare FAMIGLIA TARGET Scuola Famiglia d appoggio

23 T0 T2 A1. Famiglia allargata e rete A2. Abitazione, lavoro e A3. Risorse del territorio e senso B1. Salute Generale B2. Sviluppo Fisico B3. Competenze linguistiche e B4. Competenze socioemotive e B5. Identità, autostima, immagine B6. Capacità di prendermi cura di B7. Relazione con i miei familiari B8. Relazione con i pari B9. Relazione con altri adulti B10. B11. Partecipazione B12. Progressi e risultati B13. Aspirazioni A1. Famiglia allargata e rete A2. Abitazione, lavoro e A3. Risorse del territorio e senso B1. Salute Generale B2. Sviluppo Fisico B3. Competenze linguistiche e B4. Competenze socioemotive e B5. Identità, autostima, immagine B6. Capacità di prendermi cura di B7. Relazione con i miei familiari B8. Relazione con i pari B9. Relazione con altri adulti B10. B11. Partecipazione B12. Progressi e risultati B13. Aspirazioni F1. Cura di base sicurezza e F2. Calore affetto e stabilità F3. Guida regole e limiti F4. Gioco e divertimento stimoli e F5. Rapporto e integrazione con F6. Orientamenti valoriali/culturali F1. Cura di base sicurezza e F2. Calore affetto e stabilità F3. Guida regole e limiti F4. Gioco e divertimento stimoli e F5. Rapporto e integrazione con F6. Orientamenti valoriali/culturali RPM. Risultati T0-T2 T0 T2

24 RPM. Risultati T0-T2 FT. Dimensioni per Lato FT Tempo Media sig. Ambiente T0 3,04 T2 3, Bambino T0 3,14 T2 3, Famiglia T0 2,95 T2 3, FC. Dimensioni per Lato FC Tempo Media sig. (t) Ambiente T0 2,65 T2 3, Bambino T0 3,05 T2 3, Famiglia T0 2,78 T2 3,29.11 FT. Dimensioni Bambino FT Tempo Media sig (t) Salute T0 3,61 T2 3, VitaSociale T0 3,25 T2 3, Relazioni T0 3,20 T2 3, ApprendimT0 3,07 T2 3, FC. Dimensioni Bambino FC Tempo Media sig (t) Salute T0 3,88 T2 3, VitaSociale T0 2,96 T2 3, Relazioni T0 3,14 T2 3, ApprendimT0 2,93 T2 3,26.082

25 T0 T2 2 1 Ambiente* Bambino* Famiglia* T0 T2 2 1 Ambiente* Bambino Famiglia

26 T0 T2 2 1 Salute* VitaSociale* Relazioni* Apprendimenti* T0 T2 2 1 Salute VitaSociale Relazioni Apprendimenti

27 RPM. Percentuale progettazioni compilate per lato

28 RPM. Scarto t0-t2

29 Famiglie Target SDQ. Risultati T0-T2 Colonna1 Tempo Madre (n=97) Sig Padre (n=57) Sig2 Educatore (n=57) Sig3 Insegnante (n=30) Sig4 SintomiEmozT0 3,44 3,23 3,8 3,83 T2 3, , , ,77 0,029 ProblemiComT0 2,95 3,3 3,44 2,83 T2 2, , , ,58 0,653 IperAttivita T0 4,94 5,07 5,42 5 T2 4, , , ,16 0,101 RarrortoPari T0 2,58 3,16 3,76 3,17 T2 2, , , ,55 0,255 TotaleDifficoT0 13,91 14,75 16,42 14,83 T2 13, , , ,06 0,047 ComportameT0 7,37 7,35 5,47 5,47 T2 7,34.9 7, , ,23 0,153 Famiglie Controllo Colonna1 Tempo Madre (n=97) Sig Padre (n=57) Sig2 Educatore (n=57) Sig3 SintomiEmozT0 4 3,5 4,53 T2 2, ,5 1 3, ProblemiComT0 3,82 4,29 3,87 T2 3, , ,87 1 IperAttivita T0 5,73 5,5 5,47 T2 5, , , RarrortoPari T0 3,58 2,71 4,33 T2 2, , , TotaleDiffico T0 17, ,2 T2 14, , ,6.685 ComportameT0 6,91 7,79 6,47 T2 6, ,79 1 5,4.12

30 Sintesi Famiglie Target (T2) 100% 90% 8 80% 70% 45 60% 50% 40% % 20% 44 10% 0% La famiglia è ancora nella presa in carico del servizio La famiglia è ancora nella presa in carico ma c è stato un alleggerimento degli interventi 8 6 La famiglia non è più nella presa in carico perché la sua situazione è migliorata sì no La famiglia è ancora nella presa in carico ma c è stato un peggioramento della situazione La famiglia non è più nella presa in carico perché si è interrotto il rapporto con il servizio 0 Il/I bambino/i è/sono oggi fuori famiglia (allontanato/i)

31 Sintesi Famiglie di Controllo (T2) 100% 90% 80% 70% 60% % % 30% 20% 10% % La famiglia è ancora nella presa in carico del servizio* La famiglia è ancora nella presa in carico ma c è stato un alleggerimento degli interventi** La famiglia non è più nella presa in carico perché la sua situazione è migliorata sì no La famiglia è ancora nella presa in carico ma c è stato un peggioramento della situazione La famiglia non è più nella presa in carico perché si è interrotto il rapporto con il servizio

32 Allontanamenti nelle FC Delle 18 FC su 41 per le quali le EEMM hanno valutato un aumentodel rischio, sono state attivate misure di protezione per 7 (17%) famiglie e per 9 (19%) bambini. Nello specifico sono state attivate le seguenti misure: 3 bambini (appartenenti a 2 famiglie di Genova) in affido residenziale; 3 bambini (appartenenti a 3 famiglie di cui 2 a Bari e 1 a Genova) inseriti in un centro diurno; per 2 bambini, (appartenenti a 2 famiglie di cui 1 a Bologna e 1a Venezia), è stato attivato il processo di segnalazione all'autorità Giudiziaria; per 1 ragazzo l'assistente Sociale di riferimento dichiara che la segnalazione all'autorità Giudiziaria è necessaria, ma non si è ancora proceduto solo perchéil ragazzo ha giàcompiuto 17 anni (1 famiglia a Bologna).

33 FT FT e e FC FC Genova Genova Su 9 famiglie target (12 bambini), 1 chiusura della presa in carico 3 alleggerimento (1 è stata tolta l'adottabilità) 5 restano nella presa in carico, di cui 1 aumento del rischio e 1 (2 bambini) con 1 allontanamento di uno dei due figli (ragazza di 14) in comunità educativa con rientro tutti i weekend e un altro bambino in centro diurno Su 3 famiglie di controllo (5 bambini) tutte ancora in carico, 1 alleggerimento degli interventi 2 peggioramento: in una 1 allontanamento e nell'altra 2 allontanamenti e 1 centro diurno

34 PIPPI PIPPI torna ad imbarcarsi In 9 città Con due obiettivi: Gruppo a. Consolidamento Gruppo b. ampliamento

35 Un approccio che implica una responsabilità condivisa

36 Organigramma PIPPI GS UNIPD LabRIEF Referente Cittadino Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali GT Area Protezione e tutela (ASL) Referenti Terzo Settore e Volontariato Dirigenti scuole interessate Assessore Dirigente dei Servizi Sociali ed educativi del Comune Referente per ogni ambito territoriale EM AS Tutor GS Coach? PSI EDU FT FA NPI INS

37 Referente cittadino

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39 Il coaching Nella seconda fase della sperimentazione PIPPI i tutoraggi (per il gruppo B) saranno accompagnati oltre che da un tutor (GS) per ogni città, da una nuova figura: il coach. Obiettivi: rendere progressivamente autonome le cittàdall accompagnamento dei tutor cittadini valorizzare l esperienza personale e professionale degli operatori che hanno già partecipato alla sperimentazione di PIPPI favorire il processo di appropriazione di PIPPI da parte delle nuove EEMM rinforzare il lavoro di adattamento e traduzione di PIPPI alle diverse realtà

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41 GRAZIE!!! LabRIEF

42 IL NOME Gli strumenti RPM-online Strumento di Rilevazione, Progettazione, Monitoraggio del benessere del bambino e della sua famiglia Online!?

43 Gli IL SENSO strumenti UN MEDIATORE per Costruire l AZIONE dentro il Framework (il TRIANGOLO come CORNICE!) alla Progettazione 1 progetto per ogni Bambino = 1 RPMonline Tutti gli operatori dell equipe che lavora con la famiglia hanno accesso onlinee

44 Compilare uno strumento concreto con il genitore e il bambino (quando ha l etàper poterlo fare) permette di raccogliere e analizzare delle informazioni sugli elementi del quadro analizzato e di: Utilizzare un quadro di analisi centrato sull insieme dei bisogni di sviluppo del bambino; Utilizzare un approccio participativo con il genitore in tutte le tappe dell intervento (analisi, progettazione, realizzazione e revisione); Coinvolgere i partners della rete nell identificazione congiunta delle azioni professionali che seguono alla comprensione comune dei bisogni del bambino e della sua famiglia.

45 Dialogare con i bambini, le figure parentali e le altre persone Esplorare le diverse dimensioni del triangolo Documentare ognuna delle dimensioni identificate con una serie di enunciati Revisionare le informazioni che si possiedono già Integrare tutte le informazioni essenziali in un quadro unitario Utilizzare degli strumenti specifici per approfondire un aspetto della comprensione della situazione del bambino e della famiglia; Seguire lo sviluppo del bambino e valutare i suoi progressi. Quando necessario richiedere valutazioni specifiche agli specialisti

46 Assessment -Testo dell assessment in ogni dimensione - Focus su Forze e Diffcoltà - Raccoglie più punti di vista (genitori, bambini, operatori,.) 1. Problema grave 2. Problema moderato 3. Leggero problema 4. Normale/Adeguato 5. Leggero punto di forza 6. Evidente punto di forza

47 Progettazione

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49 Problema/risorsa Obiettivo Risultati attesi Azioni Responsabilità Entro quando? Progresso e commenti Problema/risorsa Obiettivo Risultati attesi Azioni Responsabilità Entro quando? Progresso e commenti Problema/risorsa Obiettivo Risultati attesi Azioni Responsabilità Entro quando? Progresso e commenti Micro-planning

50 Domande generative I risultati attesi sono coerenti con il problema? Il risultato atteso è misurabile? Il risultato atteso ècomprensibile da parte del genitore? Le azioni sono state concordate con il genitore? Quali sono le difficoltàe i vantaggi nell elaborare un micro-planning?

51 Es. 1: La traccia della micro-progettazione Risultati raggiunti? Sì Genitori partecipi? Sì Risultati raggiunti? Sì Genitori partecipi? Sì Risultati raggiunti? In parte Genitori partecipi? Sì Si può affermare che la presa in carico stia andando a buon fine?

52 Quali strumenti Strumenti di valutazione/analisi della situazione familiare: consentono di dare lettura della situazione esistente (assessement) e di creare uno storico. La compilazione di questi strumenti può/deve prevedere il coinvolgimento della famiglia. Esempio: family pack di CAF -Common Assessment Framework- questionario Strengths and Difficulties di Goodman, 2001, ecc. Strumenti di progettazione: utilizzano le informazioni degli strumenti precedenti per pianificare azioni, impegni e responsabilità. Esempio: scheda RPM Strumenti di intervento: obiettivo: dare la parola alle famiglie, per partire dalle loro potenzialità, strumenti di engagement, supportano la creazione di un rapporto di fiducia con la famiglia. Esempio: Kit

53 Strumenti di valutazione Tools Who Data What Assessment Practitioners and family Qualitative Child's needs, family RPMonline Planning Practitioners and family Qualitative functioning, envoronmental Measuring Practitioners Quantitative resources. Mother, Quantitative Behavioural and emotional SDQ Strengths and Difficulties Father, Quantitative aspects of child s Questionnaire Home care worker Quantitative development. Teacher Quantitative MSPSS - Multidimensional Scale of Mother, Quantitative Perceived Social Support Father, Quantitative Perceived Social Support. Evaluation of activities of the project Situation of my life Mother, Mother, Quantitative Quantitative Parents Satisfaction of Parents Satisfaction of their Father, Father, Quantitative Quantitative activities of the project. life and their relationships Eco-Map Father et/or Mother Personal and family social et/or Children Qualitative relationship Social Network Analysis Relationships between Practitioners and Quantitative/q peopple involved in care teachers ualitative process

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