Cass.Pen., Sezioni Unite, sentenza 27 aprile 2017 dep. 9 giugno 2017, n , Presidente Canzio, Relatore Gallo.

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1 Cass.Pen., Sezioni Unite, sentenza 27 aprile 2017 dep. 9 giugno 2017, n , Presidente Canzio, Relatore Gallo. circostanze indipendenti circostanze ad effetto speciale - prescrizione Ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere il reato, le circostanze c.d. indipendenti che comportano un aumento di pena non superiore ad un terzo (nella specie quella di cui all art. 609-ter, primo comma, cod. pen.), non rientrano nella categoria delle circostanze ad effetto speciale. Nella sentenza in esame le Sezioni Unite della Corte di Cassazione risolvono il contrasto sorto in giurisprudenza circa la classificazione delle circostanze indipendenti, ossia quelle per le quali la legge determina la misura in modo indipendente dalla pena ordinaria del reato stesso. Prima della novella del 1984 che ha interessato l art. 63 c.p., tali circostanze erano equiparate ai fini della individuazione della pena sulla quale operare il calcolo per il concorso con altre circostanze, alle circostanze autonome, ossia quelle per le quali la legge stabilisce una pena di specie diversa. Per entrambe l art. 69 co. 4 c.p. prevedeva che non si applicasse la disciplina sul bilanciamento delle circostanze. Era dunque prevista per tali circostanze una disciplina derogatoria rispetto a quella ordinaria che si giustificava con la previsione del 63 co. 3, secondo il quale per il caso di concorso materiale omogeneo tra una circostanza autonoma o indipendente e una o più circostanze autonome, l aumento di pena non doveva operarsi sulla pena del reato semplice, bensì su quella autonoma o indipendente del reato circostanziato. Le circostanze indipendenti, insieme a quelle autonome, inoltre, erano ricondotte nella categoria delle circostanze ad effetto speciale, non configurata e definita normativamente, che si caratterizzava per la particolare tecnica di previsione della pena edittale e per la peculiare resistenza dell aumento di pena da essa previsto nel caso di concorso con altre circostanze. Interpretando estensivamente il dato normativo, poi, la dottrina (anche se con qualche voce dissenziente) aveva ricompreso nelle circostanze indipendenti anche quelle che, in deroga al criterio ordinario di calcolo, prevedevano un aumento o diminuzione di pena superiore ad un terzo. Il legislatore del 1984 è intervenuto a modificare l art. 63, co. 3, c.p., prevedendo espressamente nell ambito applicativo della norma le circostanze autonome e le circostanze ad effetto speciale, definite come quelle circostanze che determinano un aumento o una riduzione di pena superiore ad 1/3. È stato, invece, omesso qualsiasi riferimento alle circostanze indipendenti, facendo sorgere un dibattito sulla classificazione delle stesse e in particolare sulla possibilità di classificare come circostanze ad effetto speciale solo quelle circostanze indipendenti che aumentino o diminuiscano la pena secondo un parametro valutativo superiore ad un terzo della pena ordinaria. Il dibattito è sorto, in particolare, poiché la definizione di una circostanza ad effetto speciale piuttosto che ad effetto comune (quelle che modificano la pena con una variazione proporzionale alla pena principale) non è meramente descrittiva, ma rileva in relazione a vari argomenti, tra cui, in particolare, il decorso della prescrizione: l art. 157, co. 2, c.p., infatti, prevede che per determinare il tempo necessario a prescrivere un reato si ha riguardo alla pena stabilita dalla legge per il reato, senza tener conto degli aumenti o delle diminuzioni derivanti da circostanze aggravanti o attenuanti, salvo che per le aggravanti per le quali la legge stabilisce una pena di specie diversa da quella ordinaria (circostanze autonome) e per quelle ad effetto speciale, nel qual caso si tiene conto dell'aumento massimo di pena previsto per l'aggravante. Dunque, se le circostanze indipendenti fossero considerate ad effetto speciale, ad esse si applicherebbe l art. 157 co. 2, c.p. ai fini del calcolo della prescrizione.

2 Nella giurisprudenza di legittimità si erano formati due orientamenti contrastanti in relazione ad una circostanza indipendente in particolare: quella prevista dall art. 609-ter. Secondo un primo orientamento, tale circostanza è una circostanza indipendente, ma ad effetto comune in quanto l aumento di pena non è superiore ad un terzo della pena ordinaria. Altro orientamento, ritiene invece che la circostanza in esame solo perché circostanza indipendente, sia una circostanza ad effetto speciale, anche se l aumento di pena che determina non è superiore ad un terzo, con le conseguenze che ne derivano in punto di calcolo della prescrizione. Ciò in base ad una classificazione unitaria, già espressa in passato, per cui le circostanze indipendenti sarebbero una species di quelle ad effetto speciale. Le Sezioni Unite condividono il primo, più rigoroso e prevalente orientamento, ritenendo che il legislatore riformulando l art. 63 c.p. ha in maniera precisa e specifica definito le circostanze ad effetto comune come quelle circostanze che determinano un aumento di pena superiore ad un terzo. L art. 157 c.p. prevede che per determinare il tempo necessario a prescrivere un reato non si debbano considerare le circostanze autonome e quelle ad effetto speciale. Dal combinato disposto di queste due norme e dalla loro interpretazione letterale, che si impone in una materia come il diritto penale, regolata dal principio di legalità, deve dunque dedursi che ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere il reato, le circostanze c.d. indipendenti che comportano un aumento di pena non superiore ad un terzo (nella specie quella di cui all art. 609-ter, primo comma, cod. pen.), non rientrano nella categoria delle circostanze ad effetto speciale.

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