Provvedimento n. 438 del 11/07/2007 IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO

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1 Provincia di Ravenna settore ambiente e suolo Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 / 4 Provvedimento Provvedimento n. 438 del 11/07/2007 Oggetto: D.LGS. 59/05 - L.R. 21/04 DITTA ENDURA S.P.A. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L IMPIANTO CHIMICO ESISTENTE DESTINATO ALLA PRODUZIONE DI PIPERONILBUTOSSIDO, TETRAMETRINA E ALCOL PIPERONILICO (PUNTO 4.4 ALL. I D.LGS. 59/05) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, VIA BAIONA, N. 107/111 PRESSO ISOLA 4 STABILIMENTO MULTISOCIETARIO IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO VISTO il Decreto Legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento che per le attività comprese nell Allegato I prevede il rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale (successivamente indicata con AIA); VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004, in materia di prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento, che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio dell AIA; RICHIAMATA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 375 del 20/03/2006 di approvazione della settima modifica al calendario delle scadenze per la presentazione delle domande di AIA; VISTA la domanda presentata allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Ravenna in data 23/12/2005 e pervenuta a questa Provincia in data 05/01/2006 prot. n. 767/2006, dal sig. Lonardi Graziano in qualità di gestore della Ditta Endura S.p.A. avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Pietramellara, n. 5 e impianto sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 107/111 presso Isola 4 Stabilimento Multisocietario, ai sensi dell'art. 7, della L.R. n. 21/2004, intesa ad ottenere il rilascio dell AIA per l impianto chimico esistente destinato alla produzione di piperonilbutossido, tetrametrina e alcol piperonilico (punto Allegato I del D.Lgs. n. 59/05) nel rispetto del calendario sopracitato; VISTA l avvenuta pubblicazione della documentazione presentata, ai sensi dell art. 8, comma 3) della L.R. n. 21/04, con le limitazioni di accesso di cui all art. 7, comma 3) della L.R. n. 21/04 per ragioni di tutela del segreto industriale o commerciale; DATO ATTO che non sono pervenute osservazioni dai soggetti interessati in base a quanto previsto dall art. 9, comma 1) della L.R. n. 21/04; ACQUISITO il parere espresso dal Comune di Ravenna (prot. n /2006 del 23/05/2006) ai sensi dell art. 10, comma 3) della L.R. n. 21/04; PRESO ATTO delle integrazioni presentate dal gestore in data 16/10/2006 (prot. n /2006), a seguito della richiesta inoltrata, ai sensi dell art. 10 comma 2) della L.R. n. 21/04, dalla Provincia in data 12/06/2006 (prot. n /2006) e della documentazione integrativa presentata volontariamente dal gestore in data 06/04/2007 (prot. n /2007); VISTA la comunicazione pervenuta a questa Provincia in data 29/03/2007 (prot. n /2007) con cui si individua nel sig. Billi Stefano il nuovo gestore della Ditta Endura S.p.A. avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Pietramellara, n. 5 e impianto sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 107/111 presso Isola 4 Stabilimento Multisocietario; PRESO ATTO del documento con le conclusioni di istruttoria, predisposto dal Servizio Ambiente di questa Provincia con il supporto della Sezione Provinciale di ARPA, in esecuzione della convenzione di cui al provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 265 del 16/05/2005 rilasciato dalla Provincia di Ravenna; PRESO ATTO altresì del parere espresso dalla Sezione Provinciale ARPA relativamente al Piano di Monitoraggio (prot. n /2007 del 12/06/2007) ai sensi dell art. 10, comma 4) della L.R. n. 21/04; RICHIAMATI in particolare gli articoli: art. 3 Principi generali dell autorizzazione integrata ambientale, art. 4 Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili, art. 5 Procedure ai fini del rilascio dell autorizzazione integrata ambientale, art. 7 Condizioni dell autorizzazione integrata ambientale, che disciplinano le condizioni per il rilascio dell AIA; 1

2 Provvedimento CONSIDERATO che il documento con le conclusioni di istruttoria è stato trasmesso alla Ditta interessata con nota prot. n /2007 del 08/06/2007; VISTA la comunicazione pervenuta a questa Provincia in data 27/06/2007 (prot. n /2007) con cui si individua nel sig. Nodari Nereo il nuovo gestore della Ditta Endura S.p.A. avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Pietramellara, n. 5 e impianto sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 107/111 presso Isola 4 Stabilimento Multisocietario; PRESO ATTO delle osservazioni alla bozza di AIA presentate dal gestore in data 06/07/2007 ai sensi dell art. 10, comma 5) della L.R. n. 21/04; DATO ATTO altresì che la Ditta Endura S.p.A. risulta certificata secondo la norma UNI EN ISO per cui, ai sensi dell art. 9, comma 3) del D.Lgs. n. 59/05, la presente AIA ha validità di anni 6 (sei) a partire dalla data di rilascio della stessa; DISPONE di rilasciare l'autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi dell art. 10 della L.R. n. 21/04, al sig. Nodari Nereo in qualità di gestore dell impianto chimico esistente destinato alla produzione di piperonilbutossido, tetrametrina e alcol piperonilico della Ditta Endura S.p.A. avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Pietramellara, n. 5 e impianto sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 107/111 presso Isola 4 Stabilimento Multisocietario, per la prosecuzione dell attività di cui al punto 4.4 dell Allegato I al D.Lgs. n. 59/05 ( Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi ); La validità della presente autorizzazione è subordinata al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 1. la gestione e la conduzione dell impianto devono essere realizzate secondo le modalità indicate nell Allegato D del presente provvedimento; 2. la presente autorizzazione comprende e sostituisce le seguenti autorizzazioni settoriali, ai sensi di quanto previsto all art. 5, comma 3) della L.R. n. 21/04 e all art. 5, comma 14) del D.Lgs. n. 59/05, già in possesso della Ditta: autorizzazione alle emissioni in atmosfera rilasciata, ai sensi del DPR n. 203/88, dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 337 del 25/05/2006; autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, tramite tubazione diretta all impianto di trattamento (linea TAPO) della ditta Ecologia Ambiente s.r.l. sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 182, rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 223 del 20/03/2006, così come modificato con successivo provvedimento n. 602 del 16/10/2006; autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti sostanze pericolose unite ad acque meteoriche di dilavamento e acque reflue domestiche, tramite tubazione diretta all impianto di trattamento (linea TAPI) della ditta Ecologia Ambiente s.r.l. sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 182, cointestata alle Società coinsediate nello Stabilimento Multisocietario sito in Comune di Ravenna, Via Baiona - Borregaard Italia S.p.A. Cementerie Aldo Barbetti S.p.A. Cray Valley Italia s.r.l. - Chemtura Manufacturing Italy s.r.l. Ecofuel S.p.A. Endura S.p.A. Eni S.p.A. Divisione Refining & Marketing Enipower S.p.A. Ineos Vinyls Italia S.p.A. Yara Italia S.p.A. Polimeri Europa S.p.A. Rivoira S.p.A. Ravenna Servizi Industriali S.C.p.A. Syndial S.p.A. Vinavil S.p.A., rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 63 del 23/01/2006, così come modificato con successivi provvedimenti n. 313 del 17/05/2006, n. 621 del 25/10/2006 e n. 72 del 05/02/2007; autorizzazione allo stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 469 del 03/09/2002, così come modificato con successivo provvedimento n. 739 del 26/11/2003; 3. il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame qualora si verifichi una delle condizioni previste dall art. 11, comma 2) della L.R. n. 21/04 e dall art. 9, comma 4) del D.Lgs. n. 59/05; 2

3 Provvedimento 4. nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell impianto, il vecchio e il nuovo gestore ne danno comunicazione, entro 30 giorni, alla Provincia di Ravenna nelle forme dell autocertificazione; 5. fatto salvo quanto specificato al punto D2, Allegato D del presente provvedimento, in caso di modifica degli impianti il gestore comunica alla Provincia di Ravenna, all ARPA e al Comune di Ravenna le modifiche progettate dell'impianto. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell art. 11, comma 3) della L.R. n. 21/04 e dell art. 10 del D.Lgs. n. 59/05; 6. il gestore è tenuto a presentare eventuale CONGUAGLIO alle spese istruttorie già versate così come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale 11 Aprile 2005, n. 667 Modalità per la determinazione da parte delle Province degli anticipi delle spese istruttorie per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ; La presente Autorizzazione Integrata Ambientale ha validità di anni 6 (sei) a partire dalla data di rilascio della stessa. Avverso il presente atto è possibile proporre ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale, entro sessanta giorni dall avvenuta pubblicazione sul BUR. Per il rinnovo della presente autorizzazione, almeno sei mesi prima della scadenza, il gestore deve inviare a questa Provincia una domanda, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'art. 9, comma 1) del D.Lgs. n. 59/05. Fino alla pronuncia dell'autorità competente, in merito al rinnovo, il gestore continua l'attività sulla base della precedente AIA. Copia della presente autorizzazione viene trasmessa al SUAP del Comune di Ravenna per la trasmissione alla Ditta e contestualmente si provvederà alla pubblicazione di un estratto sul Bollettino Ufficiale Regionale. Il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna ai sensi dell art. 12 della L.R. n. 21/04, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità dell impianto alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione. La Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale. IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO (Dott. Stenio Naldi) 3

4 Sezione informativa Allegato A ALLEGATO A Sezione informativa A1) Informazioni sull impianto Sito Ravenna, Via Baiona, n. 107/111 presso Isola 4 Stabilimento Multisocietario Impianto Impianto chimico per la produzione di piperonilbutossido (PBO), tetrametrina (TTM) e alcol piperonilico (PPA): si tratta di sostanze impiegate, rispettivamente, come agente sinergico e principio attivo nella formulazione di insetticidi e come prodotto intermedio nella produzione di fragranze. Attività IPPC D.Lgs. n. 59/05, Allegato I, punto 4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi A2) Iter istruttorio 23/12/2005 presentazione, da parte del gestore, della domanda AIA al SUAP del Comune di Ravenna ai sensi dell art. 7 della L.R. n. 21/04 e contestuale versamento ( 1.450) dell anticipo delle spese istruttorie; 05/01/2006 inoltro domanda AIA al Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna; 13/01/2006 comunicazione avvio procedura AIA di cui alla L.R. n. 21/04 a Comune di Ravenna e ARPA Distretto di Ravenna; 13/01/2006 attivazione della Convenzione con ARPA per il supporto nell attività di istruttoria tecnica AIA ; 18/01/2006 pubblicazione sul BUR ai sensi dell art. 8, comma 3) della L.R. n. 21/04 e contestuale inizio deposito della documentazione AIA presentata, presso la Provincia e il Comune di Ravenna, con le limitazioni di accesso di cui all art. 7, comma 3) della L.R. n. 21/04 per ragioni di tutela del segreto industriale e commerciale; 16/02/2006 scadenza deposito della documentazione AIA presentata: nessuna osservazione pervenuta dai soggetti interessati in base a quanto previsto dall art. 9, comma 1) della L.R. n. 21/04; 23/05/2006 acquisizione del parere espresso dal Comune di Ravenna ai sensi dell art. 10, comma 3) della L.R. n. 21/04; 12/06/2006 richiesta di integrazioni alla documentazione AIA presentata, ai sensi dell art. 10, comma 2) della L.R. n. 21/04; 09/10/2006 presentazione da parte del gestore della documentazione AIA integrativa richiesta; 29/03/2007 comunicazione del nominativo del nuovo gestore dell impianto; 30/03/2007 integrazione da parte del gestore del versamento dell anticipo delle spese istruttorie ( 1.200) a seguito di un errore riscontrato nel versamento effettuato in data 23/12/2005, per complessivi 2.650, conformemente a quanto previsto dell Allegato I della DGR n. 667 del 11 aprile 2005; 06/04/2007 presentazione da parte del gestore di documentazione integrativa volontaria; 06/06/2007 acquisizione del rapporto conclusivo di ARPA; 06/06/2007 acquisizione del parere espresso da ARPA relativamente al Piano di Monitoraggio ai sensi dell art. 10, comma 4) della L.R. n. 21/04; 11/06/2007 trasmissione della bozza di AIA al gestore ai sensi dell art. 10 comma 5) della L.R. n. 21/04; 27/06/2007 comunicazione del nominativo del nuovo gestore dell impianto; 06/07/2007 presentazione da parte del gestore di osservazioni alla bozza di AIA ai sensi dell art. 10, comma 5) della L.R. n. 21/04. A3) Autorizzazioni comprese e sostituite 1

5 Sezione informativa Allegato A autorizzazione alle emissioni in atmosfera rilasciata, ai sensi del DPR n. 203/88, dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 337 del 25/05/2006; autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, tramite tubazione diretta all impianto di trattamento (linea TAPO) della ditta Ecologia Ambiente s.r.l. sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 182, rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 223 del 20/03/2006, così come modificato con successivo provvedimento n. 602 del 16/10/2006; autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti sostanze pericolose unite ad acque meteoriche di dilavamento e acque reflue domestiche, tramite tubazione diretta all impianto di trattamento (linea TAPI) della ditta Ecologia Ambiente s.r.l. sito in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 182, cointestata alle Società coinsediate nello Stabilimento Multisocietario sito in Comune di Ravenna, Via Baiona - Borregaard Italia S.p.A. Cementerie Aldo Barbetti S.p.A. Cray Valley Italia s.r.l. - Chemtura Manufacturing Italy s.r.l. Ecofuel S.p.A. Endura S.p.A. Eni S.p.A. Divisione Refining & Marketing Enipower S.p.A. Ineos Vinyls Italia S.p.A. Yara Italia S.p.A. Polimeri Europa S.p.A. Rivoira S.p.A. Ravenna Servizi Industriali S.C.p.A. Syndial S.p.A. Vinavil S.p.A., rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 63 del 23/01/2006, così come modificato con successivi provvedimenti n. 313 del 17/05/2006, n. 621 del 25/10/2006 e n. 72 del 05/02/2007; autorizzazione allo stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 469 del 03/09/2002, così come modificato con successivo provvedimento n. 739 del 26/11/

6 Sezione finanziaria Allegato B Sezione finanziaria ALLEGATO B B1) Calcolo tariffe istruttorie CALCOLO INDICE DI COMPLESSITÀ Indicatore Contributi corrispondenti ad un livello dell indicatore (espresso in numero di ore) A M B (alta) (media) (bassa) Contributo all indice di complessità (espresso in numero di ore) Emissioni N punti sorgente: 4 3,5 3,5 in atmosfera N inquinanti: convogliate Quantità: ~ m 3 /h 1,5 1,5 Emissioni in atmosfera diffuse Emissioni in atmosfera fuggitive Bilancio idrico Rifiuti Sì 4,5 4,5 Sì 4,5 4,5 Quantità prelevata: ~ 200 m 3 /giorno 1,5 1,5 N inquinanti: Quantità scaricata: ~ 60 m 3 /giorno 1,5 1,5 N CER rifiuti non pericolosi: 6 1,5 1,5 N CER rifiuti pericolosi: Quantità prodotta: ~ 800 t/anno 1,5 1,5 N sostanze inquinanti: ,5 1,5 Contaminazione N sorgenti di potenziale 1,5 1,5 suolo contaminazione: 1 6 Area occupata dalle sorgenti di 2 1,5 1,5 potenziale contaminazione: m Rumore N sorgenti: 6 4,5 4,5 Somma contributi indicatori. 50 Impianto dotato di registrazione EMAS: No x 0,6 Impianto dotato di certificazione ISO 14000: Sì x 0,8 Indice di complessità delle attività istruttorie IC (espresso in numero di ore) 40 GRADO COMPLESSITÀ DELL IMPIANTO INDICE DI COMPLESSITÀ DELLE ATTIVITÀ ISTRUTTORIE IC (ESPRESSO IN NUMERO DI ORE) GRADO DI COMPLESSITÀ IMPIANTO > di 80 da 40 a 80 < di 40 A ( 3600,00) M ( 2400,00) B ( 1200,00) CALCOLO ANTICIPO DELLE SPESE ISTRUTTORIE TARIFFA = 250, ,00 = 2650,00 La Ditta ha già provveduto al versamento delle spese istruttorie per Eventuale conguaglio sarà versato ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n. 667 del 11 aprile

7 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C ALLEGATO C Valutazione integrata ambientale C1) INQUADRAMENTO TERRITORIALE, AMBIENTALE E DESCRIZIONE DELL ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO L attività di Endura S.p.A. oggetto della presente Autorizzazione Integrata Ambientale si sviluppa nella sede di Via Baiona, n. 107/111, in Comune di Ravenna, all interno del Sito Multisocietario (denominato ex stabilimento petrolchimico Anic e poi ex Enichem ) presente nell area chimica e industriale di Ravenna: si tratta di un impianto chimico per la fabbricazione di piperonilbutossido (PBO), tetrametrina (TTM) e alcol piperonilico (PPA) sito presso l Isola 4 dello Stabilimento Multisocietario. Con riferimento all Allegato I del D.Lgs. n. 59/05, lo stabilimento produttivo in oggetto risulta quindi un attività IPPC, rientrando nelle categorie di attività industriali di cui all art. 1 del citato decreto; in particolare, tale impianto chimico è riconducibile alla fattispecie di cui al punto 4.4 dell Allegato I del D.Lgs. n. 59/05 ( Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi ), in quanto destinato alla produzione di sostanze quali PBO, TTM e PPA impiegate, rispettivamente, come agente sinergico e principio attivo nella formulazione di insetticidi e come prodotto intermedio nella produzione di fragranze. Inquadramento territoriale e programmatico L area chimica e industriale di Ravenna costituisce un Ambito Produttivo Omogeneo (APO) caratterizzato da specifici settori di attività che hanno la chimica come principale denominatore comune, oltre alla produzione di energia e alla fornitura di servizi ambientali in gran parte asserviti alle stesse attività produttive. L APO corrisponde alla maggior parte dell area industriale di Ravenna di cui la zona portuale è parte integrante e complementare: diverse attività si affacciano sullo specchio d acqua portuale e nell area chimica sono presenti 2 banchine attrezzate per sbarco/imbarco di materie prime e/o prodotti. Tutta l area industriale è situata in un contesto territoriale sensibile e di particolare complessità per la presenza della zona turistica lungo la costa, di una pineta litoranea e di un sistema idrico caratterizzato dalle Pialasse Baiona e Piombone. La città di Ravenna è situata in direzione Sud-Ovest a pochi chilometri dall area industriale che all estremità Nord/Nord-Ovest confina con il Parco del Delta del Po. Elemento caratteristico dell area chimica e industriale di Ravenna è la presenza, all interno dell APO, di un Sito Multisocietario in cui sono coinsediate le seguenti aziende: - Borregaard Italia S.p.A.; - Chemtura Manufacturing Italy s.r.l. (ex Great Lakes Manufacturing Italy s.r.l.); - Cray Valley Italia s.r.l. (ex Avio Group); - Ecofuel S.p.A.; - Ecologia Ambiente s.r.l.; - Endura S.p.A.; - Enipower S.p.A.; - Ineos Vinyls Italia S.p.A. (ex European Vinyl Corporation (Italia) S.p.A.); - Yara Italia S.p.A.; - Polimeri Europa S.p.A.; - Rivoira S.p.A.; - Ravenna Servizi Industriali S.C.p.A.; - Syndial S.p.A.; - Vinavil S.p.A.; che presentano connotati di connessione tecnica e funzionale fra gli impianti. Il Sito Multisocietario si caratterizza per tutta una serie di attività ausiliarie e di servizio gestite a livello consortile (fognature, approvvigionamento acqua industriale, sicurezza e sistemi di monitoraggio ambientale) ovvero fornite da un gestore agli altri coinsediati (energia elettrica, vapore, gas tecnici, depurazione acque reflue, incenerimento sfiati gassosi). Elemento rilevante di connessione fra i soggetti coinsediati nel Sito Multisocietario è la presenza di un depuratore centralizzato per il trattamento di tutte le acque reflue gestito dalla Società Ecologia Ambiente. Per la gestione dei flussi di scarico dei singoli coinsediati verso il depuratore centralizzato è stato definito un Regolamento Fognario così come è regolamentato il flusso degli gassosi di processo verso i sistemi centralizzati di combustione (torce e forno incenerimento). Al depuratore centralizzato del Sito Multisocietario sono collegati altri 2 insediamenti produttivi attigui ed esterni (Polynt S.p.A. - ex Lonza S.p.A. - e Degussa S.p.A.), mentre altri 2 insediamenti produttivi attigui (Cementerie Aldo Barbetti S.p.A e Eni S.p.A. Divisione Refining & Marketing) convogliano le acque reflue inorganiche e meteoriche di dilavamento nella fognatura consortile del Sito Multisocietario che recapita al depuratore centralizzato. Dal punto di vista dell inquadramento territoriale e programmatico, lo stabilimento Endura S.p.A. è ubicato presso l Isola 4 dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna, sito in Via Baiona n. 107/111; in particolare, l area su cui insiste l impianto chimico Endura, avente un estensione di circa 2 ettari, confina: 4

8 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C ad Ovest, oltre la strada interna di stabilimento, con gli uffici ed i magazzini dell impianto chimico Chemtura Manufacturing Italy e la centrale termoelettrica Enipower, entrambi siti presso l Isola 5 dello stesso Sito Multisocietario; a Nord, sempre all interno dell Isola 4, con l impianto chimico destinato alla produzione di Lattici Carbossilati di Polimeri Europa e gli impianti di Cray Valley Italia; a Est con la banchina che si affaccia sul Canale Candiano; a Sud, sempre all interno dell Isola 4, con i magazzini dello stabilimento chimico Yara Italia. Tale area ricade all interno della zona D (zona a prevalente destinazione produttiva), in particolare nella zona D5 comparti produttivi soggetti a programmi unitari di intervento, di cui all art. VII.12 delle norme di attuazione del Piano Regolatore Generale (PRG) vigente del Comune di Ravenna. Nello specifico, con riferimento al Comparto produttivo all interno del quale si trova Endura, denominato ENICHEM-ANIC zona portuale, si evidenzia che tra i vari sub-comparti costituiti per entità produttive omogenee introdotti dal relativo Programma Unitario di Comparto (PUC), Endura ricade all interno del sub-comparto (A) Enichem. Per quanto concerne il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Ravenna, l area di interesse, appartenente all Unità di Paesaggio denominata Del porto e della città (n. 5), risulta collocata in un ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovracomunale (Ambito n. 21 Ravenna Zona Industriale Portuale ); in relazione alla presenza di un insieme di aree produttive rilevanti per l entità degli insediamenti in essere e, in taluni casi, anche per l entità delle residue potenzialità edificatorie previste nel PRG vigente, tale ambito viene individuato dallo stesso PTCP come consolidato ovvero non appare indicato per politiche di ulteriore significativa espansione dell offerta insediativa (art. 8.1, comma 3 delle NTA del PTCP). In merito agli ambiti di tutela del PTCP, l impianto Endura che si trova a ridosso di una zona di tutela naturalistica e di conservazione (a Nord del sito) e dal Parco Regionale del Delta del Po (a Nord e Nord-Est del sito), di cui rispettivamente agli artt. 3.25a e 7.4 delle NTA del PTCP, non ricade all interno di particolari vincoli paesaggistici, ambientali e storico-archeologici. In considerazione dell articolato mosaico ambientale e dei singoli ecosistemi di significativo pregio naturalistico che caratterizzano il contesto territoriale in cui è inserito l impianto Endura, si evidenzia che tale area non risulta altresì soggetta a vincoli di carattere naturalistico: non ricade infatti all interno di alcun sito della Rete Natura 2000, ovvero SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) ai sensi delle direttive comunitarie Habitat e Uccelli, pur trovandosi nelle vicinanze di alcune di esse, in particolare del SIC IT Pialassa dei Piomboni e Pineta di Punta Marina e dei SIC-ZPS IT Pineta di San Vitale e Bassa del Pirottolo e IT Pialasse Baiona, Risega e Pontazzo. Rispetto alla pianificazione settoriale in materia di qualità dell aria, l impianto chimico Endura risulta conforme ai contenuti del PRQA della Provincia di Ravenna. Relativamente agli inquinanti (NOx e Polveri) individuati dal PRQA come maggiormente critici per la qualità dell aria nella Provincia di Ravenna ed anche, più nello specifico, all interno del Comune di Ravenna, si evidenzia che il contributo delle emissioni in atmosfera imputabile alle attività svolte nello stabilimento chimico Endura risulta estremamente marginale nel quadro emissivo del territorio comunale. Non risultano emissioni di NOx ascrivibili all impianto chimico in oggetto, mentre per quanto riguarda le Polveri il contributo di Endura alle emissioni di tale inquinante imputabili al settore industriale nel Comune di Ravenna rappresenta appena lo 0,0022%. Per quanto riguarda gli indirizzi contenuti nel PRQA volti al risanamento della qualità dell aria, si rileva che l impianto chimico Endura risulta in linea con le misure previste nelle NTA del PRQA per il raggiungimento degli obiettivi di qualità (Titolo III); con particolare riferimento alle norme direttive indicate per il settore industriale (art. 16), sono infatti previsti sistemi di abbattimento idonei al materiale particellare (con le Migliori Tecniche Disponibili) e un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001:2004, anch esso nell ottica delle Migliori Tecniche Disponibili, quale strumento per il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dell impianto stesso. In relazione alle previsioni e vincoli rispetto alla pianificazione in materia di tutela delle acque, l area di interesse non ricade in una zona di protezione delle acque sotterranee individuate dal PTA della Regione Emilia-Romagna; considerato inoltre sia che l approvvigionamento dell impianto chimico Endura è garantito attraverso prelievo da acquedotto industriale e civile piuttosto che mediante emungimento di acque sotterranee, sia che non risultano impatti diretti sulla risorsa idrica in termini di scarichi in quanto tutti i reflui derivanti dalle attività svolte all interno del sito (compreso le acque meteoriche di dilavamento) vengono inviati tramite tubazione diretta a depurazione presso il vicino impianto di trattamento centralizzato della ditta Ecologia Ambiente s.r.l., non sussistono vincoli particolari dettati dal PTA stesso. In merito all assetto idrografico dell area in esame, situata nel bacino idrografico del Canale Candiano di competenza dell Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, si evidenzia che, nonostante i fenomeni di esondazione che nel 1979 hanno interessato il Comune di Ravenna (in particolare in prossimità di Porto Corsini e Marina di Ravenna), tale area non rientra tra quelle a rischio individuate dal Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico dell Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. Inquadramento ambientale STATO DEL CLIMA, DELL ATMOSFERA E DI QUALITA DELL ARIA 5

9 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C La Provincia di Ravenna, compresa fra la costa adriatica ad Est e i rilievi appenninici a Sud-Ovest, è costituita in gran parte da territorio omogeneo, distinguibile in pianura costiera, pianura interna, pianura pedecollinare e zona collinare e valliva. Da un punto di vista meteo-climatico, l area di interesse può essere inquadrata nella pianura costiera che si spinge fino alla zona valliva. Durante l inverno è frequente l afflusso di aria fredda continentale per l azione esercitata dall anticiclone Esteuropeo che favorisce condizioni di tempo stabile con cielo in prevalenza sereno, frequenti gelate notturne particolarmente intense nelle ampie valli prossime alla pianura, dove con una notevole frequenza si manifestano formazioni nebbiose. In autunno e in primavera, si assiste alla presenza di masse d aria di origine mediterranea provenienti originariamente da Est che, dopo essersi incanalate nel bacino del Mediterraneo, fluiscono sui rilievi appenninici; in tali condizioni si verificano condizioni di tempo perturbato con precipitazioni irregolari che assumono maggiore intensità in coincidenza con l instaurarsi di una zona ciclonica sul Golfo di Genova. Durante l estate il territorio provinciale è interessato da flussi occidentali di provenienza atlantica associati all anticiclone delle Azzorre che estende la sua azione su tutto il bacino del Mediterraneo; in questo periodo, in coincidenza con tempo stabile, scarsa ventilazione, intenso riscaldamento pomeridiano, si producono formazioni nuvolose che spesso danno luogo ad intensi e locali fenomeni temporaleschi. Nella provincia di Ravenna la condizione più frequente, in tutte le stagioni, è quella di stabilità, associata ad assenza di turbolenza termodinamica e debole variazione del vento con la quota. Ciò comporta che anche in primavera ed estate, nonostante in questi periodi dell anno si verifichino il maggior numero di condizioni di instabilità, vi siano spesso condizioni poco favorevoli alla dispersione degli inquinanti immessi vicino alla superficie. Relativamente allo stato di qualità dell aria, il territorio del Comune di Ravenna, e quindi l area di interesse, rientra in zona A e in particolare nell agglomerato R9 Ravenna, ovvero una porzione di zona A in cui è particolarmente elevato il rischio di superamento dei valori limite degli standard di qualità dell aria e/o delle soglie di allarme previsti dal DM n. 60/02 per la quale è necessario elaborare piani di azione nel breve termine. In particolare, il Quadro Conoscitivo del Piano provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell Aria (PRQA) della Provincia di Ravenna ha evidenziato, a valle dell elaborazione dei dati delle postazioni fisse della rete di monitoraggio aventi serie storiche nel periodo e di quelli ricavati dalle campagne con il laboratorio mobile in tutti i comuni della provincia, che gli inquinanti più critici per il territorio provinciale ed anche, più nello specifico, all interno del Comune di Ravenna risultano essere il biossido di azoto e il particolato PM 10. Considerando significativo per quanto riguarda l impianto chimico Endura il solo parametro Polveri, il quadro dello stato ambientale risulta il seguente. Per il particolato PM 10 il DM n. 60/02 fissa obiettivi suddivisi in due fasi distinte: la prima, per il 2005, in cui vengono fissati un limite per la protezione della salute su base giornaliera e un limite sulla media annuale, e una seconda fase, al 2010, in cui i limiti vengono ulteriormente ridotti. Relativamente alla prima fase (2005) due sono gli obiettivi da raggiungere, uno legato agli episodi acuti (50 μg/m 3 come media giornaliera da non superare più di 35 volte nell anno) e l altro relativo al valore annuale (limite annuale pari a 40 μg/m 3 ), quindi all esposizione media. Per quanto riguarda gli episodi acuti (superamenti del valore limite a regime al 2005 di 50 μg/m 3, che si sono riscontrati nel periodo ), la situazione presenta aspetti di criticità: nell ultimo anno, nonostante il calo registrato, i superamenti risultano ancora significativamente elevati rispetto all obiettivo. In tutte le stazioni, sia in area urbana che in area industriale, nel 2004 il limite giornaliero continua ad essere superato; inferiori al limite sono invece le medie annue delle postazioni industriali. Nel PRQA è presente inoltre una stima del contributo alle emissioni in atmosfera suddiviso per macro-settori e per Comune. Gli inquinanti considerati sono SOx, NOx, MNCOV e PM 10 ; non si è trattato il parametro CO in quanto questo inquinante deriva per più del 90% dal traffico veicolare e solo per quote minime da altri settori: la distribuzione percentuale di questo inquinante nei diversi settori sarebbe quindi risultata poco significativa. Il quadro relativo al Comune di Ravenna, nel quale è localizzata l area di interesse, individua nelle emissioni industriali (75%) il contributo preponderante alle emissioni di particolato PM 10 nel territorio comunale; quote inferiori sono ascrivibili ai trasporti stradali (13%) e al traffico marittimo e mezzi agricoli (11%). STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE L area di interesse è situata nel bacino idrografico del Canale Candiano, uno dei sette bacini che appartengono, totalmente o in parte, alla Provincia di Ravenna. Tale bacino, costituito da un corpo imbrifero di 385 km 2 formato da diversi canali di bonifica, tra cui il Cerba, la Canala, il Cupa, il Pirottolo, il Fagiolo e la Lama, presenta caratteristiche fortemente anomale rispetto ai bacini confinanti: il Canale Candiano, che rappresenta l asse principale del Porto di Ravenna, prima dello sbocco in mare è costituito da alvei di acqua salata o salmastra, quali la Pialassa Baiona e la Pialassa Piombone, strettamente interagenti con il mare e con i suoi movimenti di marea. Il sistema idraulico quindi risulta essere assai diverso da un normale corso d acqua e molto più assimilabile ad una zona di estuario o di piana di marea. 6

10 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Il Canale Candiano gioca un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle Pialasse Baiona e Piombone, costituendone infatti l unico collegamento con il mare, e consentendone quindi il ricambio idrico. In condizioni di tempo secco, le immissioni idrografiche di acqua provengono sostanzialmente dallo scolo Lama Inferiore (cui si aggiunge per brevi periodi la Lama Superiore in regime di piena del Fiume Ronco), mentre trascurabile è attualmente il contributo immesso dallo scolo Fagiolo; il ricambio idrico è assicurato dallo sbocco diretto in mare. In tempo di pioggia, la parte alta del Canale riceve gli scarichi di scolmatura della fognatura mista di Ravenna, lungo tutto il corso del Canale si aggiungono le acque di dilavamento dei piazzali e delle aziende ad esso affacciate, e nella parte bassa, vicino allo sbocco, scaricano le acque bianche di Marina di Ravenna e Porto Corsini-Marina Romea. Dai dati rilevati nella stazione di monitoraggio della Rete Regionale posizionata sul Canale Candiano risulta che tale corpo idrico si attesta su uno stato di qualità definito sufficiente (classe 3), valutato in riferimento al solo parametro LIM, non essendo l IBE calcolabile in ragione della natura salmastra delle acque. L impianto chimico in oggetto è situato in prossimità della Pialassa Piombone, afferente al Candiano, le cui acque appartengono, secondo la classificazione della DGR n. 1420/02 alle acque di transizione (ex D.Lgs. n. 152/99 transizione tra acque dolci e acque marine). Anche per tali acque è stata predisposta a livello regionale una rete di monitoraggio; nel comune di Ravenna ricadono inoltre anche sei stazioni appartenenti alla Rete Provinciale deputate al monitoraggio di quanto è immesso nelle piallasse. Diversamente dalle acque superficiali dolci e dalle acque marine, per le acque di transizione non è ancora stato validato un metodo che dai valori analitici misurati calcoli un indice numerico riferibile ad una scala di classificazione di qualità; sulla base di campionamenti svolti da ARPA nel corso del 2002, attinenti le acque e i sedimenti, atti a rilevare l eventuale perdurare di condizioni anossiche che interessino oltre il 30% della superficie del corpo idrico in esame, lo stato delle acque della Pialassa Piombone, così come quello di sostanzialmente tutte le acque di transizione della Provincia di Ravenna, può definirsi buono. La ditta Endura non determina un impatto diretto sullo stato di fatto delle aree descritte in precedenza, ritenute sensibili ai sensi dell art. 91, comma 1, del D.Lgs n. 152/06, in quanto tutti i reflui derivanti dalle attività svolte in tale impianto chimico, comprese le acque meteoriche di dilavamento, vengono inviati tramite tubazione diretta a depurazione presso il vicino impianto di trattamento centralizzato della ditta Ecologia Ambiente S.p.A. In tale impianto di depurazione, il cui scarico finale è destinato al Canale Candiano, vengono trattate, oltre le acque reflue industriali e meteoriche di dilavamento provenienti dalle attività di trattamento rifiuti gestite dalla stessa Ecologia Ambiente, le acque reflue industriali, meteoriche di dilavamento e domestiche prodotte da impianti terzi coinsediati nello Stabilimento Multisocietario di Ravenna. Al fine di assicurare che le correnti inviate a depurazione siano compatibili con la capacità di trattamento dell impianto di trattamento centralizzato di Ecologia Ambiente, la qualità dei reflui derivanti dalle attività svolte da Endura viene monitorata ai limiti di batteria dello stabilimento stesso, in corrispondenza del relativo punto di consegna ad Ecologia Ambiente per il trattamento e lo scarico finale, sulla base del Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna convogliate all impianto centralizzato di trattamento della società Ecologia Ambiente sottoscritto da Endura. Per quanto concerne lo stato delle acque sotterranee, del suolo e del sottosuolo, si evidenzia che la zona risulta interessata dai fenomeni di subsidenza tipici dell intero territorio della Provincia di Ravenna per cui assume significato rilevante la diminuzione degli emungimenti idrici dal sottosuolo. A tal proposito si evidenzia che il comune di Ravenna, in cui l impianto rientra, mostra in generale però valori di subsidenza più contenuti rispetto al restante territorio provinciale: risulta quindi non più attuale la situazione che si presentava alcuni anni fa, in cui vaste aree centrate sulla città di Ravenna risultavano affette da abbassamenti molto elevati. Evidentemente la realizzazione dell acquedotto industriale il cui approvvigionamento è garantito da acque superficiali, mediante il quale la stessa Endura soddisfa la maggior parte dei propri fabbisogni idrici, ha permesso una riduzione degli emungimenti di acque sotterranee e, quindi, una regressione del fenomeno di subsidenza. Relativamente quindi allo stato di sfruttamento della risorsa idrica sotterranea, la ditta Endura non attuando prelievi idrici dal suolo tramite pozzi, ma soddisfacendo tutti propri fabbisogni idrici mediante acquedotto, sia industriale come detto in precedenza per le acque industriali di processo e di raffreddamento, nonché per la rete antincendio, sia civile per l acqua potabile ad uso domestico e per le attività di laboratorio, non incide in alcuna maniera sullo stato quali/quantitativo della falda sotterranea. In merito alla componente ambientale acque sotterranee, inoltre, Endura S.p.A. aderisce al Protocollo di Intesa per la gestione ambientale del Distretto Chimico e Industriale, in attuazione del quale sono previsti periodici monitoraggi, volti ad identificare i possibili impatti delle attività industriali sulla falda freatica, attraverso una caratterizzazione idrodinamica del flusso di falda, nonché una caratterizzazione del chimismo delle acque sotterranee. La rete di monitoraggio è attualmente costituita da 95 piezometri, di cui 81 controllano direttamente la zona occupata dagli impianti del Distretto Chimico e Industriale. Si evidenzia infine che nel corso del 2005 Endura S.p.A., congiuntamente alle altre società coinsediate nello Stabilimento Multisocietario ex Enichem, ha dato corso alle attività per la bonifica della falda sotterranea di sito. Descrizione dell assetto impiantistico 7

11 8 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Lo stabilimento chimico Endura S.p.A. consta di due impianti produttivi, l uno volto all ottenimento per via sintetica di piperonilbutossido (PBO), sostanza impiegata come agente sinergico nella formulazione di insetticidi per uso domestico, l altro, che produce a campagne, finalizzato alla sintesi e alla finitura della tetrametrina (TTM), principio attivo per formulazioni di insetticidi, e utilizzato per la produzione di alcol piperonilico (PPA), prodotto intermedio nella produzione di fragranze; tali prodotti vengono commercializzati in fusti (PBO e PPA) e in scatole (TTM). Il processo di produzione di PBO, caratterizzato da una potenzialità massima annua pari a tonnellate, avviene attraverso lo svolgimento di cinque stadi di reazione, quali: metilenazione, acilazione, idrogenazione, clorometilazione ed eterificazione; dallo stadio di metilenazione deriva inoltre la produzione come sottoprodotto di potassio cloruro, destinato alla vendita in sacconi, previa filtrazione, lavaggio ed essiccamento. Connessa funzionalmente a tale ciclo produttivo è presente un ulteriore sezione d impianto dedicata alla sintesi di anidride propionica, impiegata quale reagente nello stadio di acilazione del processo di produzione del PBO; anche da questo processo di sintesi si ottiene un sottoprodotto, destinato alla vendita alla rinfusa, rappresentato dall acido acetico. Nel 2004 si è realizzata una produzione di PBO pari a circa 655 tonnellate, nonché circa tonnellate di sottoprodotti, di cui 739 tonnellate di potassio cloruro e 563 tonnellate di acido acetico; vengono in parte destinati alla vendita in fusti anche taluni intermedi di processo, quali l 1,3-benzodiossolo e il diidrosafrolo, intermedi ottenuti, rispettivamente, dagli stadi di reazione di metilenazione e idrogenazione. Il processo di produzione di TTM, caratterizzato da una potenzialità massima annua pari a 405 tonnellate, avviene anch esso attraverso lo svolgimento di cinque stadi di reazione, che in tale caso risultano: saponificazione, acidificazione, sintesi del metilolo, clorometilazione e sintesi della TTM. La tetrametrina grezza così ottenuta viene successivamente sottoposta alle operazioni di cristallizzazione e finitura, al fine di ottenere il prodotto di interesse al grado di purezza e nella forma fisica granulare con cui è destinato alla vendita. Il prodotto finito viene ottenuto dalla TTM umida cristallizzata mediante finitura che si realizza secondo quattro successivi stadi di lavorazione: fusione, granulazione, filtrazione ed essiccamento; nel 2004 si è realizzata una produzione di TTM pari a circa 40 tonnellate. Il processo di produzione di PPA, caratterizzato da una potenzialità massima annua pari a 200 tonnellate, avviene anch esso attraverso lo svolgimento di cinque stadi di reazione, che in tale caso risultano: clorometilazione, preparazione formiato sodico, esterificazione, preparazione soluzione sodica e sintesi del PPA. L alcool piperonilico grezzo così ottenuto viene successivamente sottoposto alle operazioni di concentrazione e infustamento, al fine di ottenere il prodotto di interesse al grado di purezza con cui è destinato alla vendita; la prima campagna produttiva da 40 tonnellate è stata effettuata ad inizio Per quanto concerne l impianto di produzione di TTM/PPA, le sostanze ottenute al termine di ogni singola fase di sintesi e/o lavorazione non sono da considerarsi propriamente degli intermedi di processo: per nessuna di tali sostanze è prevista la giacenza in dedicati serbatoi di stoccaggio, in quanto non appena sintetizzate vengono direttamente inviate al successivo stadio di reazione e ivi trasformate. Ogni stadio di lavorazione dei processi sopracitati è seguito e controllato attraverso sistemi software di supervisione remota (DCS), con terminali posti in Sala Controllo. Per entrambe le attività produttive descritte in precedenza, i processi di sintesi e le metodiche di lavorazione impiegati sono ideazioni originali di Endura S.p.A. che, tramite il proprio impegno nella ricerca e nella sperimentazione su scala pilota, è riuscita ad evitare l uso di ingenti quantità di sostanze potenzialmente pericolose e nocive. A tal proposito nel sito è presente un Impianto Pilota il cui esercizio è volto all indagine sperimentale e non alla produzione continuativa, che non sia quella strettamente necessaria all invio di campioni rappresentativi a potenziali Clienti. Tale Impianto Pilota, dotato di tutte le apparecchiature necessarie per ottimizzare vie di sintesi e di lavorazione già note, nonché per testare e valutare processi produttivi nuovi, è ubicato nella struttura occupata dall impianto di produzione della TTM; tuttavia esso è completamente indipendente (anche dal punto di vista di sistemi di controllo e di gestione) dagli altri impianti industriali. Data la natura multifunzionale dell Impianto Pilota, non è possibile definire in dettaglio l insieme dei processi chimici che vengono in esso condotti; tuttavia, in riferimento alle attività di ricerca attualmente in corso presso i laboratori della ditta Endura, è ragionevole ipotizzare che le prime sintesi ad essere svolte saranno quelle finalizzate a verificare e mettere a punto, su scala maggiore, le sintesi dei Piretroidi di interesse aziendale, impiegati nella formulazione di insetticidi per uso domestico. In sostanza gli studi condotti nell Impianto Pilota rappresentano una sorta di ponte di collegamento fra le eventuali implementazioni di processo da realizzare su scala industriale e le attività precedentemente svolte presso il Laboratorio di Ricerca e Sviluppo di Endura. Per quanto riguarda, in particolare, il supporto alle attività produttive da condurre negli impianti industriali realizzato da tale laboratorio, l attività di Ricerca è finalizzata a trovare e mettere a punto, su piccola scala (< 1 litro), le vie di sintesi delle sostanze di interesse; queste vengono ritestate e implementate su scala maggiore (10-20 litri) nel laboratorio Sviluppo, con lo scopo di ottimizzare il processo in un ottica impiantistica, rivolta alla produzione industriale (scelta e recupero di solventi, indicazioni sulla tipologia di apparecchiature da utilizzare, scelta dei materiali, trattamento reflui, ecc.). Oltre all Impianto Pilota e al Laboratorio di Ricerca e Sviluppo descritti in precedenza, a servizio dell impianto chimico Endura sono inoltre presenti le seguenti attività accessorie:

12 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Laboratorio di Analisi e di Controllo Qualità: entrambi di supporto alle attività produttive svolte in Impianto e di sperimentazione condotte nei Laboratori di Ricerca e Sviluppo; l obiettivo di tali laboratori è quello di verificare e garantire che: 1. le materie prime soddisfino i requisiti specificati nei contratti di fornitura; 2. le caratteristiche dei prodotti finiti, intermedi, sottoprodotti realizzati internamente e destinati alla vendita o a fasi di lavorazione successive soddisfino i requisiti per questi specificati; 3. le principali caratteristiche delle attività e operazioni che possono avere un impatto significativo sull ambiente siano sorvegliate, regolarmente misurate e che i dati rilevati siano correttamente registrati. Magazzini: oltre al magazzino dedicato allo stoccaggio, in aree opportunamente identificate e separate, di materie prime che pervengono confezionate e dei prodotti finiti destinati alla vendita in fusti ovvero sacconi, è presente al piano terra del capannone che ospita l impianto per la produzione di PBO una zona dedicata quale magazzino per il deposito di ricambistica. Reagentario: edificio adibito alla conservazione dei reagenti per uso di laboratorio e dei campioni dei vari prodotti di lavorazione. Parco Serbatoi: struttura che consta di 3 vasche realizzate in cemento armato, suddivise l una dall altra da diaframmi anch essi in cemento armato; i tre comparti, uguali fra loro, hanno capacità sufficiente a contenere l intero volume dei 18 serbatoi da 40 m 3 ciascuno posizionabili al suo interno (attualmente vi sono solo 14 cisterne), maggiorato di un franco del 30%. Il parco serbatoi è completato da una serie di scale metalliche per l accesso sia all interno delle vasche, sia alle sommità dei serbatoi di stoccaggio, per consentirne l operatività e la manutenzione. Pipe rack: al fine di provvedere al collegamento sia degli impianti di produzione e l Impianto Pilota con i servizi esterni, sia del Parco Serbatoi con tutta l alimentazione elettrica, è presente un pipe-rack, avente l asta principale sul lato Nord del parco serbatoi e delle tettoie di produzione, unito, da una parte, all esistente pipe-rack in fregio all Isola 4 e dall altra alla palazzina sevizi in cui sono alloggiati tutti i servizi elettrici. Gruppo frigorifero per il raffreddamento degli sfiati clorurati provenienti dal processo produttivo di PBO: l effluente gassoso da raffreddare a -20 C circa, composto da azoto e anidride carbonica saturi in dimetilformammide e cloruro di metilene, è generato sostanzialmente dal solo stadio di metilenazione del processo produttivo del PBO e, più precisamente, durante le fasi di sintesi del benzodiossolo ovvero di filtrazione ed essiccamento del pannello di sale (KCl), che rappresenta il sottoprodotto del predetto stadio di produzione del PBO; con tale sistema si realizza il recupero e, quindi, il riciclo del cloruro di metilene condensato. In particolare, il cloruro di metilene, condensato attraverso un unità frigorifera (costituita da un compressore di tipo aperto, un condensatore a fascio tubiero ad acqua di torre e un evaporatore a fascio tubiero) di capacità pari a frigorie/h che utilizza Freon R22 quale fluido frigorifero, viene scaricato per semplice gravità nel preposto serbatoio di raccolta, in controllo di livello dell evaporatore del ciclo frigorifero, e recuperato nello stadio di metilenazione. Gruppo criogenico per il trattamento degli sfiati clorurati: i gas che escono dalla predetta unità frigorifera vengono emessi in atmosfera, previo ulteriore trattamento delle emissioni gassose clorurate mediante condensazione criogenica seguita da adsorbimento su resine macroporose e trattamento finale con carboni attivi. Gruppo frigorifero per il raffreddamento a +5 C di acqua: l acqua fredda utilizzata come fluido di servizio in diverse utenze dell impianto produttivo di TTM/PPA viene resa disponibile da un unità frigorifera (costituita da 2 compressori, 2 condensatori ed un evaporatore) di capacità pari a frigorie/h che utilizza Freon R404a-R507 quale fluido frigorifero. L acqua demineralizzata da raffreddare a +5 C viene stoccata nel preposto serbatoio polmone, avente capacità pari a 6,8 m 3, che sfiata all aria. Gruppo frigorifero per il raffreddamento a -10 C di acqua glicolata al 35% (salamoia): la miscela di acqua e glicole (al 35%), impiegata come fluido di raffreddamento in numerose utenze di entrambi i processi produttivi realizzati nel sito, viene refrigerata mediante un unità frigorifera (costituita da 2 compressori a vite, 2 condensatori a fascio tubiero ad acqua di torre ed un evaporatore a fascio tubiero a doppio circuito) di capacità pari a frigorie/h che utilizza Freon R22 quale fluido frigorifero. L acqua glicolata da raffreddare è stoccata in un preposto serbatoio polmone, avente capacità pari a 15 m 3. Nella parte superiore del circuito della salamoia è installato altresì un serbatoio degasatore, di capacità pari a 1 m 3, che, in controllo di livello, regola il flusso di salamoia in ingresso all evaporatore del ciclo frigorifero. Torre di raffreddamento: apparato mediante il quale si attua il raffreddamento dell acqua utilizzata a ciclo chiuso, quale fluido di servizio, per le operazioni di condensazione ovvero termostatazione che si rendono necessarie nelle varie fasi dei processi produttivi; vengono inviate alla torre di raffreddamento anche le condense recuperate dagli impianti di produzione PBO e TTM/PPA, in controllo di livello dal serbatoio impiegato per la raccolta delle condense stesse. Officina meccanica ed elettrica: i cui interventi sono finalizzati alla manutenzione, ordinaria e straordinaria, dei componenti dell impianto. Cabina elettrica di commutazione: per il comando a distanza di tutte le apparecchiature e dei dispositivi delle sezioni produttive. 9

13 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Illuminazione: tutte le aree dell edificio produttivo sono dotate di normale illuminazione, nonché di fari d emergenza; tutta l area è inoltre illuminata da una torre faro. Caldaie ad uso riscaldamento: per il riscaldamento ad uso civile sono presenti 2 impianti termici alimentati a vapore. 10

14 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C C2) VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI E CONDIZIONI GENERALI PER L ESERCIZIO DELL IMPIANTO Gli impatti ambientali generati dall attività sopra descritta sono riassumibili come di seguito indicato. 1. Emissioni in acqua Le acque reflue derivanti dall attività svolta nell impianto chimico in esame sono così qualificabili: Acque reflue organiche costituite sia da acque reflue industriali, quali: acque reflue di processo che si originano in tutte le 5 fasi di produzione di PBO; acque reflue di processo che si originano in tutte le 5 fasi di produzione di TTM; acque reflue di processo che si originano in tutte le fasi di produzione di PPA; acque di condensa derivanti dall utilizzo di vapore nelle utenze termiche dell impianto (di cui un parte è recuperata come acqua di reintegro del circuito di raffreddamento); acque di spurgo della torre di raffreddamento; acque reflue derivanti dalle operazioni di lavaggio della vetreria dei laboratori e dalle docce/lavandini di emergenza; acque antincendio derivanti dall uso sporadico per prova del circuito antincendio. sia da acque reflue domestiche, quali le acque chiarificate provenienti dalle fosse biologiche dei servizi igienici. Acque meteoriche acque meteoriche di dilavamento dei piazzali ovvero convogliate dai pluviali dei tetti delle varie strutture presenti nello stabilimento (quali magazzini, uffici e laboratori). Le aree dell impianto sono servite dai seguenti sistemi di reti fognarie: Rete di smaltimento acque di processo organiche: Verso questa rete sono collettate tutte le sopracitate acque reflue organiche originate dai processi produttivi, nonché le acque meteoriche di dilavamento delle zone immediatamente circostanti i capannoni degli impianti produttivi ovvero quelle raccolte nei bacini di contenimento del Parco Serbatoi e le acque reflue di lavaggio di tali superfici. Ogni capannone è provvisto di una vasca intermedia di capacità pari a circa 10 m 3, dotata di trappole per il trattenimento di eventuali solidi sospesi. Ogni vasca (comprese le vasche del Parco Serbatoi) è dotata di intercettazioni a monte in modo da impedire passaggi impropri di reflui da una zona all altra della rete fognaria. Rete di smaltimento acque nere: Questa rete raccoglie le acque reflue dei servizi igienici posti all interno dell area produttiva e le convoglia verso la vasca finale di raccolta delle acque organiche posta in prossimità del limite Ovest dell Isola 4, in cui è ubicato l impianto chimico Endura. Le acque nere sono smaltite unitamente a quelle di processo organiche. Rete di smaltimento acque di processo inorganiche: Le acque meteoriche di dilavamento delle aree di pertinenza degli impianti produttivi sono convogliate, mediante opportune pendenze, verso i bordi esterni dove sono collocate caditoie stradali o canalette tipo Pircher con grigliati carrabili che intercettano tutte le acque in arrivo. I pozzetti di raccolta sono collegati ad una rete fognaria che provvede a raccogliere anche le acque provenienti dai chiusini posti sul piazzale ed a convogliarle verso il condotto posto sulla strada. Tutte le acque reflue industriali, meteoriche e di dilavamento dell insediamento multisocietario di Ravenna, e quindi anche quelle riconducibili all impianto chimico Endura, sono raccolte da una rete fognaria complessa, la cui gestione è di competenza della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.), e convogliate a idonea depurazione nell impianto centralizzato di Trattamento Acque di Scarico (TAS) della Società Ecologia Ambiente. Il sistema fognario dello Stabilimento Multisocietario si compone di due reti distinte per la raccolta delle acque di processo organiche e azotate ovvero delle acque di processo inorganiche. Le acque di processo organiche e azotate sono raccolte e convogliate dalla rete fognaria dedicata alla sezione Trattamento Acque di Processo Organiche (TAPO) dell Impianto TAS per il trattamento chimicofisico-biologico prima dello scarico in acque superficiali. Le acque di processo inorganiche, che comprendono anche le acque meteoriche e di dilavamento oltre ad acque reflue domestiche, sono raccolte e convogliate dalla rete fognaria dedicata alla sezione Trattamento Acque di Processo Inorganiche (TAPI) dell impianto TAS per il trattamento chimico-fisico prima dello scarico in acque superficiali. In particolare, il sistema delle reti fognarie dello Stabilimento Multisocietario è così costituito da: 11

15 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Rete fognaria delle acque di processo organiche ed azotate, che convoglia le acque di processo organiche e azotate al trattamento nella sezione TAPO dell Impianto TAS, è suddivisa in: Linea 1 Fogna acque di processo Polimeri Europa Tale rete raccoglie le acque di processo organiche scaricate dagli impianti della Società Polimeri Europa. È costituita da un sistema di cunicoli beolati che convogliano le acque ad una vasca di raccolta dalla quale sono rilanciate, mediante tubazione dedicata, all Impianto TAS. Nella Linea 1, di proprietà della Società Polimeri Europa, confluiscono anche le acque di processo organiche scaricate dai separatori delle 2 torce (poste nelle Isole 19 e 25) della Rete Torce di Stabilimento della Società R.S.I. Linea 2 Fogna acque di processo azotate Tale rete, di proprietà della Società Yara Italia, raccoglie le acque di processo azotate scaricate dagli impianti della stessa Società. È costituita da un sistema di cunicoli beolati che convogliano le acque ad una vasca di raccolta dalla quale sono rilanciate, mediante tubazione dedicata, all Impianto TAS. Linea 3 Fogna acque di processo Coinsediate Tale rete, di proprietà della Società R.S.I., raccoglie le acque di processo organiche scaricate dagli impianti delle società Borregaard Italia, Chemtura Manufacturing Italy, Ecofuel, Endura, Ineos Vinyls Italia e Vinavil. È costituita da una tubazione aerea che convoglia i singoli flussi delle società in una vasca di raccolta (denominata S1) dalla quale sono rilanciati, mediante tubazione dedicata, all Impianto TAS. Rete fognaria delle acque di processo inorganiche La rete (denominata Linea 4) raccoglie le acque di processo inorganiche che comprendono anche le acque meteoriche e di dilavamento. È costituita da un sistema fognario unico che convoglia le acque scaricate da tutte le Società coinsediate nell insediamento in una vasca di raccolta (denominata S5) dalla quale sono rilanciate, mediante tubazione dedicata, all impianto centralizzato di Ecologia Ambiente. La rete, di proprietà della Società R.S.I., convoglia le acque di processo inorganiche al trattamento nella sezione TAPI dell Impianto TAS. Le acque reflue industriali convogliate a trattamento dal sistema delle reti fognarie dello Stabilimento Multisocietario, secondo lo schema riportato nella figura seguente, sono prese in carico dalla Società Ecologia Ambiente ai limiti di batteria dell Impianto TAS. Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo organiche e azotate è individuato un singolo pozzetto di consegna, in cui è univocamente associata la responsabilità dello stesso utente allo scarico; sulla linea fognaria unitaria denominata linea 3 (in cui la vasca di raccolta S1 è individuata come punto di consegna finale all impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente - linea TAPO del flusso unitario delle Società Coinsediate, escluse Rivoira, Yara Italia, Polimeri Europa e R.S.I.), il punto di consegna ai limiti di batteria della Società Endura è rappresentato dal pozzetto OC20. Per le acque meteoriche di dilavamento e di processo inorganiche, invece, tutte le Società Coinsediate nello Stabilimento Multisocietario consegnano gli scarichi da trattare in diversi punti della rete, in cui sono 12

16 13 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C individuati i corrispondenti pozzetti di consegna (rappresentato dal pozzetto END_01 per la Società Endura), assumendo la responsabilità condivisa della qualità dei reflui vettoriati nel punto finale del sistema fognario al punto di consegna all Impianto TAS; sulla linea fognaria unitaria denominata linea 4, viene assunta la vasca di raccolta S5 come punto di consegna ai limiti di batteria con l impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente - linea TAPI del flusso cointestato di acque reflue industriali inorganiche. Ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici parziali verso l Impianto TAS, le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Ecologia Ambiente hanno redatto e sottoscritto il Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti della Società Ecologia Ambiente ; tale Regolamento definisce le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l identificazione dei pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e i valori limite di immissione che le acque reflue industriali devono rispettare per l accettazione all Impianto TAS, oltre ai programmi di monitoraggio. La caratterizzazione dei singoli flussi di scarico di acque reflue industriali nei pozzetti di consegna costituisce condizione necessaria per l accettazione dello stesso nel sistema fognario dello Stabilimento Multisocietario e il conseguente trattamento nell impianto centralizzato di depurazione; anche prima della sottoscrizione del Regolamento Fognario, secondo accordi privati, la qualità delle acque reflue inviate a Ecologia Ambiente era comunque monitorata al fine di controllare che i parametri fossero compatibili con la capacità di trattamento dell Impianto centralizzato TAS. I flussi delle acque reflue industriali organiche sono stati caratterizzati dai gestori degli impianti coinsediati ai limiti di batteria di ciascuno di essi, in corrispondenza dei singoli pozzetti di consegna all Impianto TAS, e sono stati sottoposti ad omologa da parte del gestore dell impianto centralizzato di depurazione valutando: - i parametri di funzionamento dell Impianto TAS e le capacità di abbattimento delle sostanze pericolose presenti nel flusso da trattare; - i vincoli per lo scarico finale dell Impianto TAS. Dalla verifica di omologa del flusso di acque reflue industriali organiche della Società Endura, prelevato nel punto ufficiale OC20, è emersa la presenza di sostanze pericolose contenute nella Tabella 5 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06, nella Tabella 1/A dell Allegato 1 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 e nella Tabella 5 dell Allegato alla DGR n. 1053/03, in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità, quali in particolare: zinco, fenoli, solventi organici aromatici, solventi organici azotati, solventi clorurati, idrocarburi totali, toluene e diclorometano. Considerato che sui flussi di acque reflue industriali organiche il sistema di depurazione della linea TAPO garantisce idonee rese di abbattimento per tutta una serie di sostanze pericolose, per ogni utente allacciato devono essere rispettati i limiti massimi di accettabilità definiti in sede di omologa, salvo approfondimenti per alcuni parametri per cui sono disponibili solo dati di letteratura. In corrispondenza del pozzetto di consegna ai limiti di batteria OC20, oltre ad un misuratore magnetico di portata (fiscale), tale scarico idrico di natura organica riconducibile all impianto chimico Endura risulta dotato dall anno 2005 anche di un campionatore automatico; sulla base di quanto sottoscritto con il Regolamento Fognario vengono effettuati altresì anche controlli analitici con frequenza mensile, trimestrale e semestrale. I flussi delle acque reflue inorganiche sono stati caratterizzati dai gestori degli impianti coinsediati ai limiti di batteria di ciascuno di essi, in corrispondenza dei singoli pozzetti di scarico nella rete fognaria unitaria, e sono stati sottoposti ad omologa da parte del gestore dell impianto centralizzato di depurazione, così come è stato sottoposto ad omologa il flusso indifferenziato nel punto di consegna corrispondente alla vasca S5. Dalla verifica di omologa del flusso comune di acque reflue inorganiche delle Società Coinsediate, prelevato nel punto ufficiale P22 nella vasca S5, è emersa la presenza di sostanze pericolose contenute nella Tabella 5 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06, nella Tabella 1/A dell Allegato 1 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 e nella Tabella 5 dell Allegato alla DGR n. 1053/03, in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità, quali in particolare: arsenico, cromo totale, piombo, rame, selenio, zinco, fenoli, solventi organici aromatici, idrocarburi totali, 1,2-dicoloroetano, tricolorometano, IPA, cloroetene, 1,1,2-tricloroetano, composti organo-alogenati, MTBE e 1,1- dicloroetano. Il flusso indifferenziato di acque reflue inorganiche viene sottoposto a trattamento nell Impianto TAS per l abbattimento solo dei Solidi Sospesi, per cui nel punto di consegna corrispondente alla vasca S5 devono essere, in ogni caso, rispettati i valori limite previsti dalla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 (scarico in acque superficiali) per tutti i parametri, comprese le sostanze pericolose, con l esclusione dei parametri Solidi Sospesi Totali, ph e zinco che vengono abbattuti nella linea TAPI dell impianto centralizzato di depurazione. Relativamente alla compresenza di acque reflue industriali inorganiche e di acque reflue meteoriche di dilavamento nella fognatura unitaria che recapita nel punto consortile di consegna S5 verso la linea TAPI del depuratore centralizzato, la Società consortile R.S.I. ha predisposto e presentato per conto di tutte le società coinsediate e cointestate (ad esclusione di Yara Italia) il progetto definitivo per l adeguamento alla

17 14 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C direttiva DGR n. 286/05 per l intercettazione e trattamento delle acque di prima pioggia di tutto il Sito Multisocietario. In termini quantitativi, i due flussi di scarico di acque reflue derivanti dalle attività svolte nel sito produttivo in esame, destinati a trattamento nell impianto centralizzato di depurazione, sono caratterizzati da una portata media giornaliera pari, rispettivamente, a circa 36 m 3 (valore medio desunto da misurazioni anno 2004) per le acque reflue industriali organiche e 24 m 3 (dato desunto da fatturazione anno 2004) per le acque reflue di processo inorganiche, unite ad acque meteoriche di dilavamento e acque reflue domestiche. Sulla base dei valori di concentrazione medi annuali desunti dalle analisi condotte nell anno 2004 e tenuto conto della natura continua di tali flussi di scarico di acque reflue, di natura organica (OC20) e inorganica (END_01), nella tabella seguente si riassumono le emissioni idriche annue totali dei diversi inquinanti considerati verso l impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente (destinati a trattamento, rispettivamente, nella sezione TAPO e nella sezione TAPI dell Impianto TAS) ascrivibili all impianto chimico Endura. Scarico idrico OC20 END_01 Inquinante Flusso di massa annuo (anno 2004) [t/anno] Solidi sospesi 2,47 2,938 COD 59,12 7,684 Zinco 0,014 0,034 Azoto totale 0,269 0,424 Cloruri 57,16 0,565 Aldeidi (Paraformaldeide) 0,063 - Pirocatechina 0 - Acido crisantemico 0,029 - Piperonilbutossido 0,138 - Toluene 0 - Solventi clorurati (diclorometano) 0,044 - Benzodiossolo 0,096 - Chetone 0,152 - Diidrosafrolo 0,017 - Etilcrisantemato n.r. - Tetrametrina n.r. - n.r. inferiore ai limiti di rilevabilità In conclusione, nell ottica della valutazione degli impatti sulla componente ambiente idrico, tenuto conto che tutti gli scarichi idrici parziali derivanti dalle attività svolte nello stabilimento produttivo Endura vengono inviati a idoneo trattamento nell impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente, non si configura pertanto alcun impatto diretto sullo stato delle acque dei corpi recettori. Al fine di assicurare che i flussi di acque reflue, organiche e inorganiche, inviate all impianto TAS siano compatibili con la capacità di trattamento dello stesso, la qualità delle acque reflue inviate a depurazione è comunque monitorata sulla base del Regolamento Fognario dello Stabilimento Multisocietario sottoscritto da Endura: dalle indagini analitiche mostrate si evidenzia un netto rispetto dei limiti di accettabilità per tutti i parametri fissati in sede di omologa. Sistema di contenimento degli scarichi idrici Quale sistema di contenimento degli scarichi idrici costituiti dalle acque reflue di processo derivanti dagli impianti di produzione di PBO e TTM/PPA, la fase acquosa acida per acido cloridrico formatasi nello stadio di clorometilazione dei processi produttivi viene sottoposta a trattamento di neutralizzazione, prima di essere inviata all impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente. Tale trattamento viene realizzato in 2 reattori di acciaio inossidabile agitato, uno asservito a ciascun impianto produttivo, in cui si è preventivamente provveduto a caricare un idoneo quantitativo di sodio idrossido in soluzione acquosa; nella linea di ricircolo dell apparecchiatura è installato un controllore di ph, attraverso il quale è possibile determinare la portata di sodio idrossido in soluzione acquosa da aggiungere per garantire la completa neutralizzazione dell acido cloridrico presente (ph massa > 11). La fase acquosa acida sottoposta a neutralizzazione contiene anche residui di paraformaldeide, non reagita in fase di clorometilazione: per effetto del riscaldamento, dovuto alla fase di neutralizzazione, questo polimero subisce una dismutazione (ossidoriduzione) ad acido formico e metanolo, processo che continua e viene completato nella cisterna S109 del Parco Serbatoi a cui confluiscono tutte le acque reflue organiche degli impianti produttivi PBO e TTM/PPA. A seguito del trattamento di neutralizzazione si ottiene quindi una soluzione acquosa alcalina di cloruro di sodio, contenente anche metanolo e formiato di sodio, che dalla predetta cisterna di stoccaggio delle acque reflue basiche saline viene inviata a depurazione nella sezione TAPO dell impianto TAS di Ecologia Ambiente. Nel 2004 sono stati condotti 153 batches di neutralizzazione nel reattore asservito all impianto di produzione PBO e 21 batches di neutralizzazione nel reattore asservito all impianto di

18 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C produzione TTM, per un totale di 971 m 3 /anno di acque reflue trattate; nel 2006 sono stati effettuati 20 batches di PPA ciascuno dei quali ha prodotto circa 35 m 3 /batch di acque reflue. 2. Consumi idrici Il sistema di prelievo, trasformazione e distribuzione dell acqua all interno dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna è gestito dalla Società consortile Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.) che, a partire dal dicembre 2004, per tale attività, è subentrata a Polimeri Europa. L acqua di fiume prelevata ad uso industriale (dal Fiume Reno, dal Fiume Lamone e dal Canale Emiliano Romagnolo, e quindi indirettamente dal Po, attraverso il Fiume Lamone) giunge per mezzo della canaletta di adduzione di Polimeri Europa presso l impianto Trattamento Acque di Carico (TAC) dove viene trasformata per i vari usi di tipo industriale e successivamente distribuita all intero Sito Multisocietario. A monte dell ingresso nello Stabilimento Multisocietario, la predetta canaletta alimenta anche l impianto di potabilizzazione comunale gestito dalla Società HERA; l acqua potabile viene prelevata dalla rete comunale per poi essere rilanciata, da parte dell impianto TAC all intero Stabilimento Multisocietario. L approvvigionamento idrico dello stabilimento chimico Endura è garantito da: acquedotto industriale per le acque industriali di processo e di raffreddamento, nonché per la rete antincendio; acquedotto civile per l acqua potabile ad uso domestico e per le attività di laboratorio. Nel 2004 sono stati prelevati dall acquedotto civile m 3 di acqua potabile; un quantitativo decisamente più rilevante ( m 3 ) è stato invece prelevato da acquedotto industriale, di cui m 3 ad uso industriale di processo ovvero di raffreddamento e m 3 per la rete antincendio. Relativamente alle acque ad uso industriale, in particolare, circa m 3 sono stati consumati ad uso di processo mentre i restanti m 3 sono attribuibili al reintegro della torre evaporativa delle acque di raffreddamento, utilizzate come fluido di servizio in diverse sezioni d impianto dello stabilimento produttivo. Con riferimento ai predetti consumi annui totali desunti da misura fiscale, si evidenziano, in termini specifici per ogni ciclo produttivo, consumi idrici di acque ad uso industriale, e conseguentemente prelievi, maggiori per l impianto produttivo di PBO (stimati pari a circa il 60% e al 67,5% per le acque industriali ad uso, rispettivamente, di processo e di raffreddamento) rispetto all impianto produttivo di TTM/PPA. Sulla base dei consumi idrici annui di acqua prelevata dall acquedotto ad uso industriale imputabili a ciascun ciclo produttivo e dei relativi volumi di produzione per l anno 2004, i consumi idrici specifici per unità di prodotto vendibile sono stimabili in circa 23 m 3 e 210 m 3 di acqua per ogni tonnellata, rispettivamente, di PBO e TTM prodotti. Quale ulteriore riferimento per la valutazione degli impatti sulla risorsa idrica ascrivibile all esercizio dell impianto chimico Endura, nella tabella seguente si riassume il bilancio idrico del sito produttivo in esame per l anno (1) a chiarimento del valore attribuito all indice di riciclo, si precisa che esso è sostanzialmente legato alla quantità di acqua di reintegro inviata alla torre di raffreddamento, per sopperire alle inevitabili dispersioni (evaporazione e spurghi). Pertanto il consumo di acqua di raffreddamento, quantificato nell anno 2004 in m 3, rappresenta lo 0,3% dell intera corrente di acqua di torre circolante; il complemento al 100% costituisce l unica corrente di riciclo da segnalare per completare il bilancio idrico in oggetto. In conclusione, si rileva per lo stabilimento chimico Endura una corretta gestione della risorsa idrica, con una forte attenzione alle possibilità di ricircolo delle acque. In particolare, al fine di evitare sprechi di risorse idriche, si attua quale sistema di recupero il ricircolo delle acque di raffreddamento utilizzate come fluido di servizio in diverse sezioni d impianto; l approvvigionamento di acqua industriale ad uso di raffreddamento si limita così solo al necessario reintegro. Per quanto riguarda le acque industriali si evidenzia, infine, una variabilità stagionale dei prelievi legata ai maggiori apporti idrici riscontrabili nei mesi estivi. In particolare, per le acque industriali di processo, a 15

19 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C fronte di un consumo medio mensile stimabile in circa 840 m 3, si sono registrati nei periodi di punta (giugno, luglio, agosto, settembre) prelievi di m 3 ; per le acque industriali di raffreddamento i prelievi nei periodi di punta (giugno/luglio) risultano circa doppi (2.649 m 3 /2.102 m 3 ) rispetto alla media mensile pari a circa m Emissioni in atmosfera Emissioni convogliate Nello stabilimento chimico in esame si individuano i seguenti punti di emissione in atmosfera convogliate: E1 punto di emissione di pertinenza dell impianto di produzione di PBO - emissione centralizzata per sistema di carico materie solide, aspirazione ambientale, sistema di abbattimento polverisfiati di servizio C101; E2 punto di emissione di pertinenza dell impianto di produzione di TTM e PPA emissione centralizzata per sistema di scarico materie solide, aspirazione ambientale, sistema di neutralizzazione sfiati acidi e abbattimento polveri-sfiati di servizio C3500/C3600; E3 punto di emissione di pertinenza dell impianto di produzione di TTM emissione sistema di essiccamento della tetrametrina D3300; E4 punto di emissione di pertinenza del laboratorio - emissione gascromatografo; E5 punto di emissione di pertinenza del laboratorio emissione cappa preparazione metabase; E6 punto di emissione di pertinenza del laboratorio emissione cappa preparazione campioni; E7 emissione gruppo elettrogeno di emergenza; E8 emissione impianto di criocondensazione emissioni clorurate. Tenuto conto che le emissioni afferenti ai camini E4, E5, E6, E7 non risultano significative in quanto provenienti dal laboratorio ovvero dal gruppo elettrogeno di emergenza, nella tabella seguente si riassumono per il biennio 2004/2005 i flussi totali annui dei diversi inquinanti riconducibili alle emissioni in atmosfera convogliate ascrivibili al sito produttivo Endura. Tra il 2004 e il 2005, si rileva una sostanziale costanza dei flussi di massa degli inquinanti monitorati, peraltro di entità esigua, con presenza anche di parametri per i quali si è riscontrata una notevole diminuzione del flusso di massa (diclorometano, acido cloridrico). Si precisa che i valori soprariportati non comprendono le emissioni derivanti dall impianto criogenico per il trattamento di emissioni clorurate (E8), essendo entrato in esercizio solamente nell anno 2006; la caratterizzazione quali-quantitativa di tali emissioni, desunta dagli autocontrolli effettuati in ottemperanza alle procedure previste per la messa a regime dell impianto stesso, evidenzia comunque l assenza nei limiti di rilevabilità dei metodi analitici dei parametri autorizzati. Tenuto conto che lo stabilimento chimico Endura, oltre ad essere caratterizzato dall assenza di emissioni di NOx, è imputabile di un contributo alle emissioni di Polveri stimato in circa 20,5 kg/anno (valore medio anno 2004/2005) che rappresenta quindi appena lo 0,022% delle emissioni industriali di tale inquinante nel territorio comunale, non si rilevano interferenze significative tra l impianto in esame e lo stato di qualità dell aria con particolare riguardo agli inquinanti (NOx e Polveri) individuati dal Piano provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell Aria (PRQA) come maggiormente critici per la qualità dell aria nella Provincia di Ravenna ed anche, più nello specifico, all interno del Comune di Ravenna. Sistemi di contenimento delle emissioni Punto di emissione E1 Sistema di abbattimento polveri-sfiati di servizio di pertinenza dell Impianto PBO Nell impianto di produzione di PBO le materie prime e i prodotti solidi in genere (sottoprodotti come il potassio carbonato ovvero catalizzatori quali il cloruro di zinco ed il Palladio su Carbone attivato) sono stoccati nelle rispettive aree dedicate del Magazzino e movimentati con muletti, montacarichi e transpallet elettrici, ancora perfettamente racchiusi nei loro contenitori (sacchi, sacconi o fusti), al fine di impedire la fuoriuscita di polveri. Tutte le operazioni di carico e di scarico delle sostanze solide (inclusa l apertura dei contenitori) vengono svolte sotto aspirazione convogliata ad un sistema generale di abbattimento polveri costituito da uno scrubber ad acqua demineralizzata (colonna 16

20 17 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C riempita C101), le cui emissioni gassose sono inviate direttamente in atmosfera attraverso il camino E1. Punto di emissione E2 - Sistema di neutralizzazione sfiati acidi e abbattimento polveri-sfiati di servizio di pertinenza dell Impianto TTM/PPA Nell impianto di produzione di TTM e PPA le materie prime e i prodotti solidi in genere (incluso il prodotto finito) sono stoccati nelle rispettive aree dedicate del Magazzino e movimentati con muletti, montacarichi e transpallet elettrici, ancora perfettamente racchiusi nei loro contenitori (sacchi, sacconi o fusti), al fine di impedire la fuoriuscita di polveri. Tutte le operazioni di carico e di scarico delle sostanze solide (inclusa l apertura dei contenitori) vengono svolte sotto aspirazione convogliata al sistema generale di abbattimento polveri costituito da uno scrubber ad acqua demineralizzata (colonna riempita C3600), le cui emissioni gassose sono inviate direttamente in atmosfera attraverso il camino E2. Lo scrubber ad acqua demineralizzata per l abbattimento polveri viene impiegato anche per il trattamento finale delle emissioni provenienti dallo scrubber a soda in soluzione acquosa (colonna riempita C3500), previsto per la neutralizzazione degli sfiati acidi (prevalentemente per HCl) provenienti da diversi stadi di sintesi/lavorazione dell Impianto TTM. Punto di emissione E3 Sistema di depolverazione aria di essiccamento TTM Il finissaggio della TTM prevede anche uno stadio di essiccamento grazie al quale il prodotto riesce a raggiungere il tenore in umidità residua rispondente alle specifiche e la forma granulare desiderata. L apparecchiatura impiegata per l essiccamento è di tipo a letto fluido; per la movimentazione del prodotto si impiega aria aspirata direttamente dall ambiente esterno mediante un ventilatore preposto. Prima di essere inviato in atmosfera tramite il camino dedicato E3, il flusso di aria in uscita dall essiccatore viene sottoposto a depolverazione in filtro a maniche, raggiungendo livelli di emissione di polveri inferiori a 10 mg/nm 3 con perdite di carico per calza di 200 Pa. Il particolato, di dimensioni superiori a 20 μm, trattenuto dai 76 elementi filtranti in poliestere antistatico, viene scaricato entro un fusto e riprocessato nello stadio di fusione della TTM. Ogni giorno vengono mediamente raccolti dal filtro in oggetto kg di Tetrametrina in polvere da recuperare come descritto in precedenza. Punto di emissione E8 Sistema di trattamento sfiati clorurati di pertinenza dell impianto PBO Al fine di recuperare solventi ovvero reattivi riutilizzabili in produzione, Endura si è recentemente (anno 2006) dotata di un sistema autonomo di trattamento degli sfiati clorurati che si generano durante lo svolgimento di alcune operazioni di processo ovvero in fase di riempimento/svuotamento di apparecchiature, inertizzazione serbatoi e/o loro riscaldamento. In precedenza tali sfiati gassosi clorurati erano inviati, attraverso un dedicato collettore di Stabilimento, a combustione presso il Forno denominato F2 della Società Ecologia Ambiente. Il sistema di trattamento delle emissioni clorurate previsto da Endura, sostanzialmente costituite da anidride carbonica e azoto, è di tipo misto e consta di un trattamento criogenico associato ad adsorbimento su resine macroporose, rigenerate con un gas inerte secondo un metodo brevettato. Lo stadio di raffreddamento criogenico, funzionante ad azoto liquido, è predisposto su 2 linee percorse in serie/parallelo dagli effluenti da trattare per un migliore recupero energetico; i consumi di azoto liquido risultano molto contenuti in quanto l emissione clorurata, prima di giungere al vero e proprio stadio di condensazione criogenica, viene pre-raffreddata dalla corrente di processo in uscita dallo stadio criogenico alla temperatura di -78 C. Prima di essere sottoposto ad adsorbimento su resine macroporose, il flusso trattato criogenicamente può passare, a meno di messe in stand-by, attraverso un adsorbitore ovvero un unità pallettizzata contenente carbone attivo sacrificale o rigenerabile. Il materiale qui contenuto adsorbe preferibilmente e quantitativamente i composti con alto peso molecolare e alto punto di ebollizione, quali il benzodiossolo, la dimetilformammide e la dimetilammina, evitando di danneggiare le performances del sistema di adsorbimento posto a valle; in condizioni di emergenza, i letti a carboni attivi, sia quello in linea che quello di scorta, possono essere adoperati per trattenere anche il cloruro di metilene con un autonomia almeno di 16 ore. Il seguente sistema di adsorbimento su resine macroporose è composto da 2 letti in parallelo (lavoranti alternativamente), aventi ciascuno capacità piena di trattamento del flusso in arrivo, e un autonomia operativa di almeno 12 ore, nella condizione di esercizio più gravosa. In uscita l effluente depurato contiene, oltre l anidride carbonica, l azoto e la dimetilammina (non adsorbita dalle resine), cloruro di metilene a concentrazioni inferiori a 20 mg/nm 3, o di poco superiori, a livelli tali comunque da rispettare ampiamente il limite di flusso di massa di 100 g/h. I letti previsti per l adsorbimento del cloruro di metilene contengono resine macroporose che non trattengono CO 2 in quantità significativa neppure alle condizioni di impiego ad altissima concentrazione, come invece avverrebbe con i carboni attivi; in tal modo si evita l interferenza tra cloruro di metilene e anidride carbonica in fase di adsorbimento. Tali resine inoltre risultano rigenerabili in condizioni relativamente blande di temperatura e senza necessità di ricorrere al vuoto. Raggiunta la saturazione del primo letto, il processo di adsorbimento procede sul secondo letto. La rigenerazione del letto di resine è effettuata introducendo e facendo circolare, mediante un ventilatore

21 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C dedicato, in controcorrente rispetto al flusso di adsorbimento, un gas inerte costituito da una frazione dello stesso effluente depurato, eventualmente integrato con azoto e riscaldato; il circuito sfiora quindi alla sezione di trattamento criogenico previo raffreddamento. Sfiati di processo e di emergenza Lo Stabilimento Multisocietario di Ravenna è dotato di una rete Torce e di un Forno Incenerimento Sfiati (FIS) per la termodistruzione di una serie di sfiati gassosi non clorurati continui e discontinui (occasionali ovvero di emergenza). I due sistemi (rete Torce e forno FIS) sono complementari e integrati garantendo, la rete Torce, la termodistruzione anche degli sfiati destinati, di norma, al FIS in caso di fermata o blocco di quest ultimo; la rete Torce è gestita dalla Società consortile Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.), mentre il forno FIS è gestito dalla Società Ecologia Ambiente. Al sistema integrato rete Torce forno FIS sono collegati gli impianti gestiti dai seguenti gestori coinsediati nel sito multisocietario, tra cui appunto anche Endura: - Borregaard Italia S.p.A.; - Chemtura Manufacturing Italy s.r.l.; - Cray Valley Italia s.r.l.; - Ecofuel S.p.A.; - Ecologia Ambiente s.r.l.; - Endura S.p.A.; - Enipower S.p.A.; - Polimeri Europa S.p.A.; - Rivoira S.p.A.; - Ravenna Servizi Industriali S.C.p.A. In merito alla gestione dei flussi degli sfiati gassosi non clorurati verso tali sistemi centralizzati di combustione, si evidenzia che, restando in capo a R.S.I. la responsabilità della gestione del sistema rete Torce nel suo complesso e delle emissioni in atmosfera che ne derivano, i gestori coinsediati collegati al sistema sono, in ogni caso, responsabili, per i flussi di loro competenza destinati alla termodistruzione, di garantire il rispetto delle condizioni e delle caratteristiche dei flussi stessi, nonché la modalità di gestione prevista nell apposita procedura gestionale del sistema torce di Sito; allo stato attuale è altresì in corso di definizione la regolamentazione dei flussi dei singoli coinsediati verso il forno FIS gestito dalla Società Ecologia Ambiente. Relativamente allo stabilimento chimico Endura, e nello specifico agli sfiati di processo derivanti dall impianto di produzione PBO, oltre agli sfiati di servizio convogliati al sistema di abbattimento afferente al suddetto punto di emissione E1 e agli sfiati clorurati sottoposti a trattamento nell impianto di criocondensazione (E8), gli sfiati organici vengono inviati, attraverso il preposto collettore di Stabilimento, al forno FIS della Società Ecologia Ambiente. Per quanto riguarda invece gli sfiati di processo derivanti dall impianto di produzione TTM/PPA, mentre gli sfiati acidi sono convogliati al sistema di abbattimento afferente al punto di emissione E2, gli sfiati organici vengono inviati, attraverso il predetto collettore di Stabilimento, a combustione presso il forno FIS della Società Ecologia Ambiente. Sono altresì destinati a termodistruzione presso il forno FIS anche gli sfiati organici provenienti dai serbatoi di stoccaggio di Dimetilformammide, Diidrosafrolo, Benzodiossolo, Butildiglicole, Piperonilbutossido, Alcol Isopropilico, residui pesanti di distillazione e acque basiche saline destinate a smaltimento esterno; data la loro natura, gli sfiati clorurati provenienti invece dal serbatoio di stoccaggio di Cloruro di Metilene sono inviati al preposto sistema di trattamento presente nell impianto in esame (E8). Tutti gli sfiati organici di emergenza (PSV e PSE) sono infine inviati a termodistruzione presso la Rete Torce di Stabilimento (Torcia Isola 25) della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.). Emissioni diffuse Emissioni diffuse polverulente Nello stabilimento chimico in esame non sono individuabili fonti significative di emissioni diffuse polverulente. Emissioni diffuse gassose Oltre alle emissioni diffuse rappresentate dal vapor acqueo rilasciato dalla torre evaporativa, nel sito produttivo in esame si individuano essenzialmente fonti di emissioni diffuse gassose, imputabili alle fuoriuscite di gas/vapori dovute alla respirazione e alla movimentazione dei serbatoi di stoccaggio a pressione atmosferica. Presso lo stabilimento Endura, i serbatoi di stoccaggio situati presso il preposto Parco Serbatoi, aventi ciascuno diametro pari a 3 m e capacità pari a 50 m 3, sono tutti dotati di tetto fisso. Delle 14 cisterne presenti: - 9 hanno linee di sfiato convogliate a incenerimento presso il forno FIS della Società Ecologia Ambiente ovvero a trattamento nel sistema di abbattimento delle emissioni clorurate presente nel sito in esame; - 1 contenente Sodio Idrossido in soluzione (composto a bassa volatilità) invia le emissioni dapprima in una preposta guardia idraulica e successivamente in atmosfera; 18

22 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C - 1 impiegata per lo stoccaggio di Acido Cloridrico in soluzione acquosa al 37% possiede un piccolo sistema dedicato (scrubber ad acqua e soda) per la neutralizzazione dei vapori; - i rimanenti 3 serbatoi, i cui sfiati sono inviati dapprima alla predetta guardia idraulica e successivamente in atmosfera, sono preposti allo stoccaggio di Acido Propionico, Acido Acetico in soluzione acquosa e Anidride Acetica: data la natura di tali sostanze, i relativi serbatoi di stoccaggio costituiscono le principali fonti di emissioni diffuse gassose individuabili all interno del sito in esame. Avvalendosi del software Tanks 4.0 messo a disposizione dall EPA, che fa riferimento ad un metodo di calcolo elaborato dall American Petroleum Institute (API), tali emissioni diffuse gassose sono state stimate complessivamente pari a circa 37 kg/anno; l impatto in atmosfera associato alle emissioni diffuse gassose derivanti dallo stabilimento chimico Endura è da considerarsi quindi non significativo. Emissioni fuggitive Le emissioni fuggitive risultano da una graduale perdita di componenti dell impianto quali valvole, flange, pompe, compressori, ecc., che trasportano liquidi bassobollenti o gas. In assenza di campagne di monitoraggio di screening specifiche, la valutazione delle emissioni fuggitive ascrivibili allo stabilimento chimico Endura è stata condotta avvalendosi del metodo EPA che prevede l uso di fattori di emissione medi (per i singoli componenti d impianto o connessioni) specifici per l Industria Chimica per la Sintesi di Composti Organici (Synthetic Organic Chemical Manufactoring Industry - SOCMI); le ipotesi di applicazione degli Average Emission Factors e i valori dei fattori stessi sono pubblicati nel Protocollo EPA 453/95. L utilizzo dei fattori di emissione medi non offre una stima accurata della quantità emessa da un singolo componente di attrezzatura; i fattori medi sono applicabili più propriamente alla stima di emissioni fuggitive dal complesso dell attrezzatura. Dati sperimentali riportati dall EPA indicano che l entità delle fughe da singoli componenti di vari tipi di attrezzatura si differenziano di molti ordini di grandezza, di conseguenza la maggior parte delle emissioni fuggitive totali dal complesso dell attrezzatura in un certo periodo avverrà normalmente da una piccola porzione (componente) dell attrezzatura totale. Inoltre i fattori di emissione medi non riflettono le differenti condizioni luogo-specifiche fra unità di processo all interno di una categoria di sorgenti, che invece potrebbero assumere un importante rilevanza. Nella considerazione quindi che la stima effettuata risulta fortemente conservativa, cioè assai sovrastimata rispetto alle condizioni reali, le emissioni fuggitive ascrivibili agli impianti di produzione di PBO e di TTM sono quantificabili, rispettivamente, in 14,7 t/anno e 5,7 t/anno. 4. Produzione rifiuti Con riferimento all anno 2004, dalle attività svolte all interno nello stabilimento chimico Endura sono derivate circa 809 tonnellate di rifiuti, di cui in maggioranza pericolosi (95%). I rifiuti pericolosi costituiti dalle cosiddette peci ovvero dai fondi e residui di reazione (CER ) rappresentano circa la metà (422 tonnellate) dell intera produzione di rifiuti ascrivibile al sito in esame. Altri rifiuti pericolosi derivanti dall esercizio degli impianti produttivi di PBO e TTM sono rappresentati dalle 297 tonnellate di soluzioni acquose di lavaggio e acque madri (CER ) e dalle 40 tonnellate di soluzioni acquose di scarto contenenti sostanze pericolose (CER ); la produzione di sostanze chimiche di scarto contenenti o costituite da sostanze pericolose (CER ) riconducibile alle attività d impianto risulta invece più esigua (0,68 tonnellate). Oltre alle 11,8 tonnellate di guanti esausti, carta assorbente e stracci provenienti dagli impianti produttivi e dai laboratori (CER ), si aggiungono i rifiuti derivanti dalle attività di laboratorio e di bonifica degli impianti produttivi, costituiti principalmente (2,3 tonnellate) da solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio e acque madri (CER ) ovvero da quantità più ridotte (0,3 tonnellate) di sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose, comprese le miscele (CER ). I quantitativi più rilevanti di rifiuti ascrivibili alle utilities presenti nello stabilimento produttivo Endura sono riconducibili essenzialmente ai rifiuti urbani indifferenziati (CER ) provenienti da attività di ufficio (12,5 tonnellate) e ai fanghi delle fosse settiche (CER ) dei servizi igienici (2,4 tonnellate). Quantità più esigue sono invece i rifiuti derivanti dall attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, quali rottami di ferro e acciaio (2,5 tonnellate) e scarti di oli minerali per motori, ingranaggi e lubrificanti clorurati (0,34 tonnellate) (rispettivamente CER e ), nonché da interventi di realizzazione/demolizione impianti (3,5 tonnellate) come coibentazioni, lana di roccia, lana di vetro, lamierini, ecc. (CER ). Ulteriori rifiuti costituiti da materiale tecnico non più utilizzabile sono altresì rappresentati dai filtri esausti della cappa aspirante di laboratorio e dal catalizzatore esaurito a base di palladio (CER ) utilizzato nel processo produttivo di PBO; si precisa che nel 2004, avendo mantenuta inalterata la propria attività catalitica, non si è resa necessaria la sostituzione di tale catalizzatore. Volumi non trascurabili di rifiuti sono infine rappresentati dagli imballaggi, di cui 7,5 tonnellate contaminati da sostanze pericolose (CER ) e 6 tonnellate bonificati provenienti da attività di reinfustamento prodotti e/o materie prime (CER ). 19

23 20 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Tutti i suddetti rifiuti vengono affidati a impianti esterni autorizzati per le opportune operazioni di recupero/smaltimento. Al fine di limitare l impatto ambientale connesso alla produzione di rifiuti, vengono adottati sistemi di contenimento atti al recupero esterno di imballaggi metallici, ferro e acciaio, materiali assorbenti e filtranti, stracci e indumenti protettivi, rifiuti urbani indifferenziati: la maggioranza (85%) dei rifiuti non pericolosi prodotti viene così destinata a recupero esterno. 5. Emissioni sonore L impianto chimico Endura è ubicato nell area chimica e industriale di Ravenna e, precisamente, all interno dello Stabilimento Multisocietario; tale area risulta classificata secondo il PRG vigente del Comune di Ravenna come appartenente alla categoria D5 ovvero comparti produttivi soggetti a programmi unitari di intervento. Tale stabilimento produttivo è a ciclo continuo realizzato successivamente all anno 1997 all interno di un area alla quale, in applicazione dei criteri del DPCM 01/03/1991, il Comune di Ravenna ha provveduto ad attribuire la classe acustica VI; anche in relazione ai criteri di zonizzazione acustica secondo i parametri definiti nella DGR n del 09/10/2001 lo stabilimento risulta classificato in classe VI in quanto area esclusivamente industriale con assenza di strutture commerciali o abitative. In particolare, l impianto chimico Endura essendo ubicato presso l Isola 4 dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna confina: ad Ovest, oltre la strada interna di stabilimento, con gli uffici ed i magazzini dell impianto chimico Chemtura Manufacturing Italy e la centrale termoelettrica Enipower, entrambi siti presso l Isola 5 dello stesso Sito Multisocietario; a Nord, sempre all interno dell Isola 4, con l impianto chimico destinato alla produzione di Lattici Carbossilati di Polimeri Europa e gli impianti di Cray Valley Italia; a Est con la banchina che si affaccia sul Canale Candiano, classificabile in classe VI come area portuale ai sensi della DGR n. 2053/01; a Sud, sempre all interno dell Isola 4, con i magazzini dello stabilimento chimico Yara Italia. In base all inquadramento territoriale sopradescritto, tutti i recettori potenzialmente esposti alle emissioni sonore provenienti dallo stabilimento Endura sono riconducibili alla classe VI in quanto interni allo Stabilimento Multisocietario di Ravenna e il limite di zona VI dista dai confini dell impianto chimico in oggetto non meno di 700 m. Le sorgenti sonore individuate quali più significative in termini di impatto acustico per l impianto chimico Endura sono le seguenti: - stabilimento produttivo vero e proprio (Impianto PBO, Impianto TTM e Impianto Pilota); - torre di raffreddamento; - compressore/trattamento aria del sistema di climatizzazione degli uffici e dei laboratori. Dal punto di vista acustico, nell area di interesse i possibili recettori esterni allo stabilimento, e che risultano comunque a distanze superiori a 70 m dalle sorgenti sonore individuate, sono: uffici e sale controllo dell Impianto Lattici Carbossilati di Polimeri Europa; uffici e laboratori di Chemtura Manufacturing Italy; magazzini di stoccaggio di Yara Italia e la centrale termoelettrica Enipower. Le sorgenti di rumore individuate funzionano agli stessi livelli di rumore in maniera continuativa nelle 24 ore, a meno di possibili variazioni (1 2 dba) dovute ad inserimenti o disinserimenti ciclici di alcune apparecchiature che comunque risultano sempre di durata inferiore alla decina di minuti. Dalle misure condotte per definire le caratteristiche di emissione delle sorgenti principali risulta il rispetto del limite di 70 dba per la quasi totalità del confine di proprietà, con l eccezione di alcune zone nelle quali il rumore misurato risulta affetto dal rumore di fondo causato dal funzionamento degli impianti delle unità produttive adiacenti non ricadenti nel sito Endura. 6. Consumi energetici Nel sito produttivo Endura, caratterizzato sia da utenze termiche che elettriche, non si effettua produzione di energia di alcun genere. All interno della stessa area chimica e industriale è presente una centrale termoelettrica (composta da 3 turbogas alimentate a metano per 930 MWe), gestita dalla Società Enipower S.p.A., che fornisce vapore ed energia elettrica alle aziende coinsediate nello Stabilimento Multisocietario di Ravenna. Per quanto riguarda i consumi di energia termica, i processi produttivi attivi presso l impianto chimico Endura prevedono l utilizzo di energia termica sottoforma di vapore a 8 barg, generata nella centrale termoelettrica predetta. Nel 2004 i consumi annui totali di vapore sono risultati pari a t/anno ( MWh/anno), di cui in maggioranza (67%) imputabili all esercizio dell impianto produttivo di PBO ( t/anno); solo il 16% di tali consumi totali è riconducibile infatti alla produzione di TTM (2.883 t/anno). Ulteriori consumi di vapore (3.140 t/anno) sono altresì riconducibili allo svolgimento delle attività nei laboratori e nell impianto pilota, nonché al riscaldamento delle palazzine ovvero al funzionamento di linee e strumentazioni. Ancora più rilevante è la quota parte ascrivibile al processo produttivo di PBO relativamente ai consumi annui di energia elettrica: circa il 78,5% dei consumi elettrici dell intero stabilimento chimico Endura ( MWh/anno) è riconducibile infatti al solo processo produttivo di PBO (3.385 MWh/anno); la restante parte è imputabile all esercizio dell impianto di produzione di TTM per circa il 20% (856

24 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C MWh/anno) e appena l 1,5% alle attività svolte nei laboratori, nell impianto pilota e negli uffici ovvero al riscaldamento di linee di processo. Parimenti ai consumi idrici, il processo produttivo di PBO è caratterizzato da consumi energetici in termini assoluti superiori rispetto a quelli imputabili all esercizio dell impianto di produzione di TTM, a fronte di inferiori consumi specifici per unità di prodotto vendibile. Relativamente ai due processi produttivi attuati da Endura, risultano consumi specifici di energia termica e di energia elettrica stimati pari rispettivamente a 12,8 MWh e 5,2 MWh per ogni tonnellata di PBO prodotto, a fronte dei 51,8 MWh e 21,3 MWh per ogni tonnellata di TTM prodotta. Per quanto concerne i consumi energetici relativi alla produzione di PPA possono essere assimilati a quelli evidenziati per la produzione di TTM. Con particolare riguardo ai consumi di energia termica, al fine di ottimizzare le risorse energetiche, nello stabilimento chimico Endura si attua il recupero energetico dalle condense: lo scarico dei condensini relativi a reattori, serbatoi, linee, pompe, ecc., riscaldati con vapore è convogliato tramite linea dedicata ad un preposto serbatoio di raccolta, di capacità pari a 8 m 3, comune agli impianti produttivi; da qui, le condense vengono distribuite alle varie utenze che necessitano di un riscaldamento più blando di quello ottenibile con l impiego di vapore. Per quanto riguarda i consumi energetici orari si evidenzia, infine, una sensibile variabilità nell arco dell anno in relazione alla periodicità di funzionamento dell impianto di produzione di TTM/PPA. 7. Emissioni eccezionali in condizioni prevedibili Per ridurre le potenziali sorgenti di emissioni nell ambiente, sono stati messi a punto programmi di monitoraggio e di manutenzione specifici per le varie sezioni d impianto e apparecchiature. La frequenza dell intervento è stabilita in funzione della criticità dell equipaggiamento considerato (sostanze impiegate, condizioni operative, ecc.). Prima di eseguire un qualunque intervento manutentivo, si provvede ad effettuare un accurata bonifica delle apparecchiature o dei sistemi di apparecchiature su cui occorre operare. Gli interventi richiesti con più alta frequenza (ripristino tenuta o funzionalità di pompe, agitatori, scambiatori di calore, ecc.) sono condotti nel rispetto di quanto previsto da idonee procedure/istruzioni di lavoro; quelli eccezionali (ad esempio conseguenti al manifestarsi di un evento anomalo o incidentale) sono eseguiti solamente previa Analisi di Rischio formalizzata in un apposito documento. Durante lo svolgimento di un intervento manutentivo, i sistemi di trattamento/contenimento delle emissioni sono sempre in esercizio. Per i processi svolti nello stabilimento chimico Endura, tutti di tipo discontinuo, i lavori di manutenzione programmati, ma anche l avvio o la fermata pianificata degli impianti, generano emissioni perfettamente gestibili dai sistemi di abbattimento in uso, anche se caratterizzate da picchi periodici di inquinanti. Se l entità dell intervento manutentivo da effettuare lo richiede, si provvede alla fermata dell impianto. Qualora un evento anomalo o incidentale provochi il disservizio temporaneo di un sistema di abbattimento, si procede immediatamente all arresto in sicurezza delle sezioni di d impianto ad esso collegate, così da impedire la generazione di effluenti inquinanti. Poiché i processi produttivi di Endura sono totalmente automatizzati, il malfunzionamento di ciascun item d impianto è segnalato su apposito PC posto in Sala Controllo mediante allarmi acustico/visivi. Le azioni correttive necessarie per l eventuale arresto dell impianto, o di una parte di questo, sono avviate dal software di controllo e monitorate dal Personale preposto. Nell ipotesi che un avvenimento eccezionale sia causa di uno scarico improvviso di acque reflue aventi un elevato carico inquinante, la procedura gestionale dedicata impone che sia immediatamente intercettato il collettore con cui tali correnti sono trasferite all impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente. Le acque reflue sono sottoposte ad analisi e campionamento, il cui esito viene poi comunicato al gestore dell Impianto TAS, in caso non sia rispondente all omologa. Se il predetto gestore autorizza comunque lo scarico, il refluo verrà trasferito secondo modalità da questi definite; in caso contrario, Endura coordinerà la rimozione delle acque reflue contaminate dalle canalette o dal serbatoio di raccolta tramite autocisterna, provvedendone l idoneo smaltimento quale rifiuto. Al fine di evitare l utilizzo involontario di componenti e materiali differenti da quelli definiti ovvero l irregolare funzionamento e non rispetto dei requisiti definiti, Endura provvede ad identificare univocamente i lotti di materie prime, intermedi, prodotti destinati alla vendita, durante le fasi di accettazione, di lavorazione, di confezionamento e spedizione al cliente, minimizzando così il rischio di generazione di emissioni eccezionali non attese. 8. Sversamenti e perdite accidentali Potenziali impatti su suolo e sottosuolo connessi all esercizio all impianto chimico Endura sono riconducibili ad eventuali rilasci accidentali rilevanti di liquidi da impianto ovvero di olio lubrificante, olio dielettrico e oli esausti. Nella considerazione che la Ditta adotta un sistema di gestione integrato Qualità Ambiente, certificato per le parti qualità e ambiente da ente certificatore accreditato come conforme rispettivamente alle norme UNI EN ISO 9001:2000 e UNI EN ISO 14001:2004, si evidenzia che all interno di tale Sistema sono previste apposite procedure, istruzioni e prassi operative volte al corretto svolgimento di tutte le operazioni che potrebbero comportare sversamenti accidentali di liquidi e oli, al fine di prevenire l accadimento di tali eventi. È prevista altresì specifica istruzione di lavoro Gestione 21

25 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C emergenze per sversamento o fuoriuscita di sostanze chimiche che regola gli interventi di messa in sicurezza degli impianti in caso di rilascio di sostanze sul suolo o sottosuolo. Relativamente al monitoraggio delle acque di falda sono previsti dal Piano di Monitoraggio dell impianto verifiche periodiche sui parametri solfati, idrocarburi totali e cloruri sulla base di quanto previsto nel Protocollo di monitoraggio interno del Sito Multisocietario; Endura S.p.A. aderisce infatti al Protocollo di Intesa per la gestione ambientale del Distretto Chimico e Industriale, in attuazione del quale sono previsti periodici monitoraggi volti ad identificare i possibili impatti delle attività industriali sulla falda freatica, attraverso una caratterizzazione idrodinamica del flusso di falda, nonché una caratterizzazione del chimismo delle acque sotterranee. La rete di monitoraggio è attualmente costituita da 95 piezometri, di cui 81 controllano direttamente la zona occupata dagli impianti del Distretto Chimico e Industriale. A tale riguardo si evidenzia inoltre che nel corso del 2005 Endura S.p.A., congiuntamente alle altre Società coinsediate nello Stabilimento Multisocietario ex Enichem, ha dato corso alle attività per la bonifica della falda sotterranea di sito; allo stato attuale, nell ambito del Piano di Caratterizzazione della falda di sito richiesto dal Comune di Ravenna a tutte le Società coinsediate, è stata eseguita la prima campagna parziale, la cui analisi dei risultati, associato a quanto già comunicato nel giugno 2006 attraverso il rapporto che raccoglie i dati della prima campagna completa delle acque di falda, porterà alla predisposizione da parte delle Società coinsediate nello Stabilimento Multisocietario di Ravenna del Progetto Preliminare di bonifica della falda superficiale di sito. Alla luce dei sistemi di contenimento adottati, i potenziali impatti sul suolo e sottosuolo riconducibili alle attività svolte nello stabilimento produttivo Endura sono quindi da ritenersi non significativi nelle normali condizioni operative e sono comunque ridotti a livelli trascurabili anche in situazioni accidentali quali sversamenti rilevanti di rifiuti di liquidi ovvero oli con caratteristiche di pericolosità per l ambiente. C3) VALUTAZIONE INTEGRATA DELL INQUINAMENTO E POSIZIONAMENTO DELL IMPIANTO RISPETTO ALLE MTD Per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali dell impianto chimico Endura volto alla produzione di sostanze, quali piperonilbutossido e tetrametrina, impiegate nella formulazione di insetticidi, rispettivamente come agente sinergico e principio attivo, i riferimenti da adottare sono stati tratti dal BRef adottato dalla Commissione Europea nell Agosto 2006 Reference Document on Best Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals (BRef OFC). Con particolare riguardo alla valutazione integrata delle prestazioni ambientali relativamente ai sistemi di gestione/trattamento degli effluenti liquidi e gassosi, si precisa che non si è ritenuto necessario approfondire l analisi effettuata rispetto al sopracitato BRef di settore (BRef OFC) facendo riferimento al BRef orizzontale di Febbraio 2003 Reference Document on Best Available Techniques in Common Waste Water and Waste Treatment/Management System in the Chemical Sector (BRef CWW). Come specificato nello stesso BRef OFC, il BRef CWW descrive tecniche che sono in generale applicabili all intero settore dell industria chimica, conseguentemente in tale documento sono riportate solo conclusioni generiche e non tengono in considerazione le specifiche caratteristiche del settore in esame; relativamente ai sistemi di contenimento delle emissioni gassose e idriche, inoltre, le conclusioni generiche contenute nel BRef orizzontale CWW sono ricomprese e completate nel predetto BRef di settore OFC. Ulteriori riferimenti per la valutazione delle prestazioni ambientali dell impianto considerati sono altresì stati tratti da: Linee guida recanti criteri per l individuazione e l utilizzazione delle Migliori Tecniche Disponibili LINEE GUIDA GENERALI, contenute nell Allegato I del Decreto 31 Gennaio 2005 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio. BRef comunitario Reference Document on the General Principles of Monitoring July 2003 e Linee guida recanti criteri per l individuazione e l utilizzazione delle Migliori Tecniche Disponibili LINEE GUIDA IN MATERIA DI SISTEMI DI MONITORAGGIO, contenute nell Allegato II del Decreto 31 Gennaio 2005 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio. Le Migliori Tecniche Disponibili (MTD) da adottare nell insediamento, individuate prendendo a riferimento i documenti sopracitati, sono di seguito elencate. 22

26 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE Tra le tecniche(e quindi MTD) da considerarsi trasversali a tutti i settori rientrano in particolare le tecniche di gestione degli impianti produttivi, in termini di corretta gestione ambientale, in modo da assicurare il continuo miglioramento delle prestazioni ambientali del sito produttivo stesso. Sotto questo aspetto sono quindi da considerarsi MTD tutti gli strumenti dei Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) previsti standardizzati, quali EMAS e UNI EN ISO 14001, ovvero non standardizzati ma che comunque prevedano una gestione dell impianto con gli stessi principi dei predetti sistemi standardizzati. Lo scopo (livello di dettaglio) e la natura (standardizzato o non standardizzato) del SGA dipendono generalmente dalla natura, scala e complessità degli impianti e dalla potenzialità dell impatto ambientale che possono presentare. Nello specifico deve essere quindi prevista l implementazione e l adozione di un Sistema di Gestione Ambientale che comprenda, a seconda delle circostanze individuali, le seguenti caratteristiche: definizione di una politica ambientale per gli impianti dalla Direzione aziendale; pianificazione e definizione delle necessarie procedure; implementazione delle procedure, ponendo particolare attenzione a: - struttura e responsabilità; - formazione, consapevolezza e competenza; - comunicazione; - coinvolgimento dei dipendenti; - documentazione; - efficienza del controllo di processo; - programmi di manutenzione; - preparazione e risposta alle emergenze; - rispetto della normativa ambientale controllo delle performances e adottare delle azioni correttive, ponendo particolare attenzione a: - monitoraggio e misurazioni; - azioni correttive e preventive; - conservazione dei dati; - se praticabile, auditing interna imparziale per determinare la conformità o meno del sistema di gestione ambientale alle disposizioni pianificate e se è stato implementato e mantenuto correttamente; revisione da parte della Direzione aziendale. A livello di indirizzo, la cui eventuale assenza però non è in contrasto con le MTD, viene indicato altresì: disporre di un sistema di gestione e di una procedura di audit esaminati e validati da un certificatore accreditato o un verificatore esterno; redarre e pubblicare (possibilmente validato esternamente) una periodica relazione sullo stato ambientale descrivendo tutti i significativi aspetti ambientali degli impianti, consentendone annualmente il confronto con gli obiettivi fissati e con i valori di riferimento di qualità ambientale del settore; implementare e aderire ad un sistema volontario riconosciuto internazionalmente, quali EN ISO 14001:1996 e soprattutto EMAS, in modo da rendere maggiormente credibile il Sistema di Gestione Ambientale; tuttavia anche un sistema non standardizzato può essere in linea di principio ugualmente efficace, a condizione che sia progettato e implementato correttamente. La Ditta dispone già dal 2003 di un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001:2004, nonché partecipa ad un accordo volontario con le Pubbliche Amministrazioni orientato al conseguimento della Certificazione EMAS all Ambito Produttivo Omogeneo (APO) costituito dall area chimica e industriale di Ravenna, quali strumenti volti al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dell impianto stesso. 23

27 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C TECNICHE INERENTI L INTEGRAZIONE DI CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI L AMBIENTE, LA SALUTE E LA SICUREZZA NELLO SVILUPPO DEI PROCESSI Tecnica Fornire una traccia verificabile della sistematica considerazione di aspetti riguardanti l ambiente, la salute e la sicurezza nello sviluppo dei processi Sviluppare nuovi processi secondo i principi della Green Chemistry ovvero: Massimizzare selettività e rese dei processi al fine di limitare la generazione di correnti reflue ovvero scarti Privilegiare l impiego di sostanze atossiche o a ridotta tossicità per la salute umana e l ambiente, al fine di minimizzare il rischio di incidenti, rilasci, esplosioni e incendi. Minimizzare l utilizzo di sostanze ausiliarie, quali solventi, agenti di separazione, ecc. Minimizzare i consumi energetici in relazione agli associati impatti ambientali ed economici, conducendo le reazioni, laddove possibile, a pressione atmosferica e a temperatura ambiente. Laddove tecnicamente ed economicamente praticabile, utilizzare materie prime rinnovabili, in luogo di quelle esauribili. Impiegare, laddove possibile, agenti catalitici. Benefici ambientali Prevenzione dell impatto ambientale Caratteristiche degli impianti ENDURA Per lo studio di un prodotto di chimica fine di interesse il gruppo di Ricerca e Sviluppo di Endura articola la propria attività, in gran parte di tipo sperimentale, sulla base di un metodo di indagine, mai fisso e invariabile bensì in continua evoluzione, che evidenzia come le problematiche inerenti l ambiente, la salute e la sicurezza siano affrontate in modo sistematico sin dalle fasi iniziali di sviluppo di ogni processo. È prevista altresì apposita procedura gestionale che definisce con maggiore dettaglio il ruolo e le responsabilità delle aree Ricerca, Sviluppo, Ingegneria e Produzione, nelle varie fasi di realizzazione di nuovi prodotti/processi di sintesi chimica. La società Endura, dotata al suo interno di una struttura di Ricerca, Sviluppo Processi ed Analitica di Ricerca, ha messo a punto la strada per la completa sintesi di Piperonilbutossido (PBO) che, in precedenza, veniva prodotto (da una società terza, in conto lavorazione) tramite una via semi-sintetica, a partire da safrolo (R 45) estratto per distillazione umida di piante tropicali, seguita nella pratica da tutti i produttori mondiali di PBO; le motivazioni che hanno indotto Endura a ricercare una via di sintesi completa sono state essenzialmente le seguenti: - necessità di svincolarsi da una fonte naturale non rinnovabile (se non in alcune decadi) con chiari segnali di esaurimento, concentrata in paesi politicamente difficili ; - limite quantitativo di approvvigionamento del safrolo naturale, con evidente impossibilità di estendere l uso del PBO ad altri settori importanti, come quello agricolo; - importante ricaduta a livello di immagine della Società, con l impegno a contribuire alla diminuzione della deforestazione; - migliore stabilità del processo chimico-industriale in conseguenza della garanzia di qualità delle materie prime sintetiche; - possibilità di usufruire di importanti intermedi di sintesi, da cui la Società ha sviluppato ulteriori prodotti sfruttando sinergie di produzione. In merito al processo di produzione di Tetrametrina (TTM), la società Endura ha focalizzato la propria attenzione in particolare sugli stadi di finitura di questa sostanza che, analogamente al PBO, veniva in precedenza prodotta da una società terza, in conto lavorazione e commercializzata da Endura; la via di sintesi è rimasta sostanzialmente inalterata nel tempo, mentre modifiche significative sono state apportate alla diverse fasi di finitura del prodotto. L attività sperimentale e di industrializzazione di Endura è stata rivolta soprattutto alla messa a punto di un metodo di lavorazione in grado di fornire TTM in granuli e non più in polvere, tipica forma fisica della TTM ottenuta mediante i processi produttivi comunemente applicati in passato. La quasi totale assenza di polveri fini generate con il nuovo metodo di finitura implementato nello stabilimento Endura, che consta di 4 stadi successivi di lavorazione (fusione, granulazione in solvente, filtrazione ed essiccamento a letto fluido ), offre numerosi e importanti vantaggi in quanto: - riduce drasticamente il rischio di esplosione/incendio; - minimizza l esposizione degli operatori alle polveri, in ogni fase che richieda la manipolazione del prodotto; - minimizza l emissione in atmosfera di materiale particolato, tenuto conto altresì dell adozione di idonei sistemi di depolverazione posti a valle dell essiccatore che consentono di recuperare e riprocessare le stesse polveri captate. Nell ottica di tutela in materia di ambiente, salute e sicurezza, si evidenzia in particolare quanto segue: - Prima di implementare un qualunque processo su scala pilota ovvero industriale, sono sempre condotti studi approfonditi e test sperimentali per una valutazione preliminare degli aspetti di sicurezza, salute e ambientali. - Nello stadio di metilenazione del processo di produzione di PBO risulta ottimizzato il recupero del solvente di reazione per minimizzarne il consumo. - Nello stadio di acilazione del processo di produzione di PBO, in cui la reazione di sintesi viene realizzata senza uso di solvente, risulta minimizzato l impiego di acqua di lavaggio grezzo di reazione; per il lavaggio del Chetone distillato è stato eliminato l uso di acido cloridrico. - Nello stadio di idrogenazione del processo di produzione di PBO, la reazione di sintesi viene realizzata senza solvente, né agente di separazione. - Nello stadio di clorometilazione del processo di produzione di PBO, in cui la reazione di sintesi viene realizzata senza uso di solvente, risulta ridotta al minimo l acqua di separazione. - Nello stadio di eterificazione del processo di produzione di PBO è stato eliminato l uso di cicloesano come solvente di reazione. 24

28 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C TECNICHE INERENTI LA SICUREZZA DEI PROCESSI E LA PREVENZIONE DI REAZIONI INCONTROLLATE Tecnica Effettuare una strutturata analisi della sicurezza relativa alle normali condizioni di esercizio, tenendo in considerazione anche gli effetti derivanti da scostamenti del processo chimico e dalle condizioni operative dell impianto Al fine di garantire un adeguato controllo del processo, applicare una o una combinazione delle seguenti tecniche: misure organizzative; sistemi di controllo; inibitori di reazione; sistemi di raffreddamento di emergenza; apparati resistenti alla pressione; valvole di sicurezza alla sovrappressione. Benefici ambientali Riduzione del rischio di incidenti ovvero di rilasci di sostanze pericolose con potenziali impatti ambientali significativi Caratteristiche degli impianti ENDURA L implementazione di un processo produttivo su scala industriale è sempre preceduta dallo svolgimento di un approfondita Analisi dei Rischi residui, documentata e inserita a completamento del Manuale di Processo a cui soprattutto il Personale d impianto deve strettamente attenersi; in tale dossier sono raccolte tutte le informazioni disponibili in merito alla sicurezza del processo, spesso ricavate da test sperimentali, talvolta condotti presso Società o Laboratori specializzati esterni a Endura. A tale analisi (applicata a tutti i processi produttivi, a tutte le fasi di lavorazione e ad ogni sezione d impianto inclusi il Parco Serbatoi, le utilities, i sistemi di abbattimento, ecc.) viene sempre associato lo studio degli effetti provocati da deviazioni dei parametri chimico-fisici del processo (contaminazioni, modifica del ph, incremento o diminuzione di pressione o temperatura, agitazione inadeguata, mancata separazione di fasi, ecc.) e da anomalie riscontrate nell esercizio dell impianto (malfunzionamento di strumenti di misura e di controllo, valvole, pompe, ostruzione di linee, mancata erogazione di azoto di inertizzazione, di fluidi refrigeranti, eccessivo riempimento di apparecchiature, ecc.). Per ogni deviazione riscontrabile vengono analizzati i pericoli che ne potrebbero conseguire e le misure preventive o correttive previste, già in fase progettuale, per assicurare un adeguato controllo del processo, quali: - apparecchiature, linee, valvole, strumentazione, ecc., con caratteristiche di progetto tali da risultare idonee alle condizioni di esercizio; - misure organizzative (basate su procedure operative, istruzioni di lavoro, ispezioni, verifiche periodiche, ecc.); - tecniche e sistemi di controllo di processo (dispositivi software e hardware installati per il monitoraggio e il controllo continuo dei parametri significativi di processo, piani di campionamento e analisi per la verifica periodica dell evoluzione della sintesi o dalla fase di lavorazione di interesse); - provvedimenti per l arresto della reazione; - sistemi di raffreddamento della reazione in condizioni di emergenza; - dispositivi di sicurezza di emergenza. TECNICHE PER LA MANIPOLAZIONE E LO STOCCAGGIO DI SOSTANZE PERICOLOSE Benefici Caratteristiche Tecnica ambientali degli impianti ENDURA Stabilire e implementare apposite procedure e misure tecniche Riduzione del rischio di incidenti ovvero di rilasci di sostanze pericolose con potenziali impatti ambientali significativi Risultano adottate le seguenti precauzioni: - Separazione delle aree di stoccaggio in funzione delle caratteristiche delle sostanze presenti Il Parco Serbatoi è suddiviso in 3 distinte sezioni, ciascuna dotata di proprio bacino di contenimento adeguatamente pavimentato in relazione alle sostanze presenti, riservate rispettivamente allo stoccaggio di: 1. composti acidi (HCl, acido acetico, ecc.); 2. solventi (DMF) e prodotti intermedi (benzodiossolo) ovvero finiti (PBO); 3. sostanze alcaline (essenzialmente solo NaOH al 48%). - Separazione dei sistemi di abbattimento Ogni sistema di abbattimento installato nello stabilimento Endura può trattare anche più emissioni gassose, purché aventi caratteristiche chimiche compatibili fra loro; ad esempio, effluenti gassosi contenenti acidi sono neutralizzati in uno specifico sistema di abbattimento (guardia idraulica o scrubber) completamente separato da quelli idonei a trattare correnti basiche ovvero costituite da solventi organici. - Sistemi di carico/scarico serbatoi specifici per la sostanza da movimentare I sistemi comprensivi di pompe di trasferimento, attacchi, flange, linee fisse e mobili impiegati per il carico o lo scarico delle cisterne site nel Parco Serbatoi sono specifiche, per tipologia e materiale, per la sostanza da trasferire e non sono fra loro intercambiabili. In questo modo si evita il rischio di contaminazioni fra composti diversi, magari incompatibili, o l uso di manichette realizzate in materiale non idoneo alla sostanza da movimentare, che potrebbero essere danneggiate e divenire causa di perdite. - Minimizzazione delle quantità di stoccaggio Il contenimento della quantità di ciascuna sostanza in stoccaggio, specie se potenzialmente pericolosa, riduce anche il rischio connesso a eventuali rilasci nell ambiente o a situazioni di emergenza (es. incendi). 25

29 Tecnica Attuare un adeguata formazione degli operatori che maneggiano sostanze pericolose Benefici ambientali Riduzione del rischio di incidenti ovvero di rilasci di sostanze pericolose con potenziali impatti ambientali significativi 26 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA - Ottimizzazione del numero delle unità di stoccaggio La tendenza a ridurre la quantità di ciascuna sostanza in stoccaggio è estesa anche a quei composti (es. etil-crisantemato, PBO) contenuti in fusti, in quanto maggiore è il loro numero, più difficoltosa può divenire l individuazione di eventuali perdite. - Controllo della quantità di ogni sostanza stoccata/movimentata Ogni apparecchiatura dell impianto chimico Endura è dotata almeno di un indicatore di livello e livellostato, con segnale locale e remoto, ossia visualizzato anche a DCS (Distributed Control System). In questo modo è possibile seguire ogni fase di riempimento/svuotamento dell apparecchiatura e intervenire in modo tempestivo in caso di anomalia. Nelle applicazioni più delicate sono previsti misuratori/controllori software (es. trasmettitori di livello) e hardware (es. livellostati), per assicurare che l eventuale inefficienza di uno strumento sia compensata dall intervento dell altro. Ove è necessario un controllo più preciso, sono presenti in linea idonei misuratori/totalizzatori della quantità movimentata. - Movimentazione delle sostanze in ciclo chiuso Per limitare il rischio legato alla manipolazione delle sostanze, la loro movimentazione avviene in ciclo chiuso. Le operazioni di carico solidi, di campionamento, di riempimento o svuotamento fusti, sono sempre condotte previa verifica del corretto esercizio dei sistemi di abbattimento previsti (aspiratore polveri, scrubber, ecc.) e dotandosi di idonei dispositivi di protezione individuali. A ulteriore tutela del Personale d impianto, il carico di materie prime solide potenzialmente pericolose viene effettuato preferibilmente con l utilizzo di glove-box, in modo da ridurre al minimo il contatto fra l Operatore e la sostanza. - Verifica di tenuta Prima di avviare un qualunque trasferimento o processo, è sempre previsto il controllo della tenuta del sistema che si dovrà impiegare (apparecchiature, linee, pompe, valvole, ecc.); di norma tale verifica è effettuata per pressurizzazione con azoto; in questo modo è anche possibile accertarsi che tale gas di inertizzazione sia correttamente erogato. - Stesura di procedure operative specifiche La formazione del Personale d impianto viene condotta avvalendosi anche di procedure e istruzioni di lavoro specifiche per le singole attività operative (carico, scarico, bonifica,ecc.). - Simulazione situazioni di emergenza Per preparare adeguatamente il Personale, e in particolare gli Operatori d impianto, ad affrontare eventuali anomalie, vengono pianificate con cadenza periodica simulazioni di situazioni di emergenza (incidenti, infortuni, incendi, emissioni, ecc.). La gestione di detti eventi avviene secondo quanto riportato nei Piani di Emergenza interno allo stabilimento Endura ovvero esteso all intero Sito Multisocietario. A livello teorico, gli operatori vengono istruiti in merito a: - proprietà chimico-fisiche, tossicologiche, ecc., delle sostanze da manipolare ovvero stoccare in impianto; - processi in cui dette sostanze devono essere impiegate; - caratteristiche delle apparecchiature in cui ciascuna sostanza di interesse è stoccata; - condizioni di stoccaggio e modalità di trasferimento delle sostanze da utilizzare; - sistemi di sicurezza previsti per la gestione delle situazioni di emergenza; - tipologia dei sistemi di neutralizzazione/abbattimento installati (ad esempio per la polmonazione dei serbatoi di stoccaggio ovvero per il contenimento delle emissioni sia in condizioni di normale esercizio dell impianto, sia di emergenza; - metodi consigliati per effettuare campionamenti in sicurezza; - attività da svolgere in caso di rilascio ovvero sversamento di sostanze pericolose; - misure di primo soccorso a cui attenersi in caso di intossicazione ovvero esposizione a sostanze pericolose; - piano di emergenza (sia quello proprio dello stabilimento chimico Endura, sia quello dell intero comparto dello Stabilimento Multisocietario); - uso dei dispositivi di protezione individuale. La formazione teorica viene di norma condotta coinvolgendo le varie funzioni aziendali, ciascuno con il proprio settore di competenza; tali incontri formativi avvengono con cadenza periodica e si intensificano specialmente quando è richiesta l implementazione di nuovi processi su scala industriale. Il Personale d impianto è inoltre istruito a livello pratico, affinché acquisisca competenza anche dal punto di vista operativo in merito alla gestione di: - sistemi di stoccaggio, carico, scarico e trasferimento delle sostanze pericolose, sia in condizioni di normale esercizio che in caso di anomalie; - sistemi di inertizzazione, polmonazione, neutralizzazione, sfiato previsti per ciascuna apparecchiatura, sia in condizioni di normale esercizio che in caso di anomalie; - sistemi di controllo (sia in campo che remoti), attivazione e blocco dei dispositivi di sicurezza; - sistemi di termostatazione previsti per le diverse apparecchiature (con particolare riguardo per il raffreddamento in caso di emergenza); - sistemi di campionamento.

30 27 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C TECNICHE INERENTI LA PROGETTAZIONE DELL IMPIANTO Nella considerazione che entrambi gli impianti produttivi presenti nello stabilimento chimico Endura sono di recentissima costruzione, di seguito si evidenziano le tecniche applicate in fase di progettazione al fine di minimizzare l impatto ambientale ad essi riconducibile, con particolare riguardo alle emissioni in atmosfera diffuse ovvero fuggitive e ai consumi energetici. Tecnica Adottare sistemi chiusi e a tenuta Realizzare la produzione all interno di edifici chiusi mantenuti in ventilazione forzata In presenza di composti organici volatili, utilizzare gas inerti per polmonare le apparecchiature di processo Connettere i reattori ad uno o più condensatori per realizzare il recupero del Benefici ambientali Minimizzazione degli impatti ambientali Caratteristiche degli impianti ENDURA Tutte le operazioni coinvolte nei processi produttivi di interesse sono svolte in ciclo chiuso. Anche la separazione per filtrazione di un prodotto solido dalla fase liquida (in genere il solvente), è sempre condotta in ciclo chiuso, per evitare emissioni diffuse di COV. I criteri applicati sono i seguenti: - il pannello di prodotto umido formatosi entro il filtro può essere essiccato, tramite riscaldamento e sotto vuoto, in questa stessa apparecchiatura (stadio di metilenazione del processo produttivo di PBO) e solo successivamente scaricato per mezzo di sistemi idraulici; - il pannello di prodotto umido formatosi entro il filtro può essere trasferito tal quale in un altra apparecchiatura (es. un essiccatore come avviene nello stadio di finitura della TTM) per mezzo di un sistema idraulico; - il prodotto che resta entro il filtro a seguito dello scarico viene riciclato nel batch successivo; - il sistema filtrante rimane chiuso. Le tenute impiegate nelle pompe per vuoto ad anello liquido sono a trascinamento magnetico e dunque non costituiscono sorgenti di emissioni diffuse; le pompe impiegate per la movimentazione di sostanze pericolose (es. DMF, cloruro di metilene, ecc.) sono dotate di tenute meccaniche doppie. Lo stabilimento Endura consta di 2 edifici perfettamente identici fra loro, l uno dedicato alla produzione di PBO, l altro a quella di TTM e PPA; entrambi i capannoni sono aperti e le aspirazione ambientali di ciascun edificio sono destinate a trattamento nei preposti sistemi di depolverazione (scrubber ad acqua) afferenti ai punti di emissione E1 (quello di pertinenza all impianto di produzione di PBO) e E2 (quello di pertinenza all impianto di produzione di TTM/PPA). A tali sistemi di depolverazione sono convogliate anche le relative emissioni centralizzate per sistemi di scarico delle materie solide: tutte le operazioni di carico e di scarico delle sostanze solide (inclusa l apertura dei contenitori) vengono svolte sotto aspirazione convogliate ai predetti sistemi generali di abbattimento polveri asserviti a ciascun impianto produttivo. Le materie prime confezionate in big-bags e sacchi (es. paraformaldeide, potassio carbonato, sodio idrossido in perle, ecc.) ovvero in fusti (es. etilcrisantemato) vengono approvvigionate in contenitori perfettamente chiusi e trasportate in impianto ancora perfettamente sigillate: i sacconi contenenti composti solidi, ad esempio, vengono sollevati tramite paranchi e posizionati entro sistemi di carico chiusi, posti sotto aspirazione. L unica operazione manuale richiesta è limitata all apertura dei big-bags, effettuata preferibilmente tramite glove-box, al fine di minimizzare l esposizione del Personale d impianto alle sostanze da trattare. In questo modo è possibile prevenire il rischio di rilasci di prodotto nell ambiente e limitare le emissioni in fase di scarico. In numerose applicazioni (es. nei sistemi di distillazione degli stadi di metilenazione, acilazione, idrogenazione e eterificazione del processo di produttivo di PBO e nello stadio di cristallizzazione del processo produttivo di TTM/PPA), sono impiegati compressori a secco per creare il vuoto entro le apparecchiature di interesse. In tali macchine si utilizza azoto come fluido di sbarramento, al fine di ridurre al minimo il rischio di emissioni in atmosfera, escludendo altresì il contatto fra fluidi di tenuta e di processo, che potrebbe essere fonte di contaminazione. Prima di esercire reattori, filtri, distillatori, linee o altro, sono sempre condotte prove di pressurizzazione con azoto e verifiche di tenuta, al fine di rilevare tempestivamente eventuali punti di perdita. L esito dei test svolti per assicurare la tenuta di un apparecchiatura è considerato soddisfacente solo se la pressione (ovvero il vuoto) applicata resta inalterata per almeno 30 minuti. Queste prove sono effettuate con regolarità, di norma come verifica iniziale prima dell avvio di una sequenza operativa. Sempre allo scopo di ridurre le emissioni fuggitive, quando necessario, le apparecchiature sono mantenute in lieve sovrapressione (20 30 mbar) mediante adduzione di azoto inertizzante, il cui ingresso è gestito tramite valvole e sistemi di regolazione appositi. Le emissioni gassose provenienti dalle apparecchiature (reattori, distillatori, essiccatori, ecc.) sono dapprima trattate mediante condensazione a più livelli termici, per ottimizzare il recupero di solventi/prodotti da riutilizzare; gli incondensabili sono inviati al sistema di abbattimento finale più idoneo (termocombustori, gruppi criogenici, scrubber, ecc.), affinché sia assicurato il

31 Tecnica solvente Benefici ambientali Caratteristiche degli impianti ENDURA trattamento di ogni fonte di emissione. Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Connettere i condensatori a sistemi di recupero ovvero abbattimento Realizzare il trasporto dei fluidi per gravità, anziché mediante pompe, in quanto le pompe possono costituire sorgenti significative di emissioni fuggitive Consentire la separazione dei reflui di processo permettendone trattamenti mirati Minimizzazione degli impatti ambientali In numerose applicazioni (es. nei sistemi di distillazione degli stadi di metilenazione, acilazione, idrogenazione e eterificazione del processo di produttivo di PBO, nello stadio di cristallizzazione del processo produttivo di TTM e nello stadio di concentrazione del processo produttivo di PPA), sono impiegati compressori a secco per creare il vuoto entro le apparecchiature di interesse. Per ottimizzare il recupero dei solventi/prodotti di processo, i compressori a secco, spesso dotati di Roots, sono installati fra due condensatori con distinti livelli termici: il fluido condensato in entrambi gli scambiatori è scaricato in un idoneo serbatoio di raccolta e riutilizzato; gli incondensabili sono invece collettati ad uno specifico sistema di trattamento in funzione delle loro caratteristiche chimiche. L uso di compressori per vuoto ad anello liquido è esteso preferibilmente ai sistemi in cui vi è una sola sostanza (meglio se non molto volatile) da pompare (es. stadi di metilenazione, clorometilazione e sintesi Anidride Propionica del processo produttivo di PBO ovvero stadi di clorometilazione e sintesi della TTM del processo produttivo di TTM e stadi di clorometilazione e sintesi del PPA). Il solvente che andrà a costituire l anello viene scelto affinché: - garantisca un primo abbattimento dell emissione gassosa trattata (es. l acqua sodata è idonea alla neutralizzazione di composti acidi presenti nel gas esausto; la DMF forma l anello di quei compressori in cui il gas esausto aspirato contiene cloruro di metilene, per la sua capacità di adsorbire clorurati); - possa essere totalmente riciclato (nell impianto di produzione di PBO, la DMF costituisce l anello di compressori impiegati per il trattamento di emissioni clorurate. Tale sostanza viene prelevata dal proprio serbatoio di reparto, per alimentare la pompa ad anello liquido; in uscita da questa, la corrente di DMF, con il cloruro di metilene adsorbito, torna nuovamente nel serbatoio di stoccaggio iniziale. Questo ricircolo è consentito in quanto la presenza di composti clorurati nella DMF è del tutto compatibile con i restanti sistemi di sintesi ovvero di lavorazione in cui la DMF è utilizzata). Normalmente in mandata ai compressori ad anello liquido è installato un piccolo serbatoio di separazione: il gas uscente è inviato a condensazione, mentre il liquido è recuperato nel serbatoio di raccolta preposto, per poi essere riutilizzato. Le operazioni di manipolazione delle materie prime, specie se solide, sono condotte in ciclo chiuso nel terzo ed ultimo piano dello stabilimento, (a 16 m dal suolo), affinché il carico nei sistemi di sintesi posti a quota inferiore possa avvenire per semplice gravità, senza ricorrere all impiego di pompe di trasferimento o di compressori per vuoto, allo scopo di limitare sia le emissioni fuggitive, sia il dispendio energetico. Analogo principio è applicato anche alle apparecchiature installate o insellate al primo e al secondo piano: laddove possibile, il grezzo di reazione viene scaricato in sistemi filtranti per caduta; da questi le acque madri sono raccolte in serbatoi di stoccaggio, sempre per gravità. I condensatori sono posizionati a quote tali da consentire il ricadere della corrente raffreddata nelle apparecchiature preposte, senza fare uso di pompe. Le acque reflue, generate nei vari stadi dei processi produttivi, sono raccolte in serbatoi dedicati ed inviate a trattamento specifico, in funzione delle caratteristiche chimiche e della loro composizione. Ad esempio, le correnti acide sono dapprima neutralizzate con soda e solo in seguito collettate nella cisterna di stoccaggio posta nel Parco Serbatoi; da qui sono poi prelevate, sottoposte a controlli analitici e trasferite a trattamento finale presso l impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente. Gli effluenti clorurati (dallo stadio di Metilenazione del processo produttivo di PBO) sono soggetti ad un iter diverso, che prevede in primo luogo lo strippaggio delle acque in un apposita caldaia riscaldata con vapore, al fine di recuperare il cloruro di metilene presente; solo a seguito di una verifica analitica, finalizzata ad assicurare che il tenore in cloruro di metilene residuo sia in specifica, le acque reflue sono convogliate al predetto serbatoio-equalizzatore del Parco Serbatoi e, quindi, a trattamento finale. Nelle diverse aree dello stabilimento Endura, specie in prossimità degli impianti e del Parco Serbatoi in cui avviene con maggiore frequenza la movimentazione di sostanze, sono altresì state predisposte canalette di raccolta di liquidi in caso di sversamenti accidentali o di perdite. Tali sostanze sono dapprima collettate in bacini di raccolta e successivamente inviate ad idoneo smaltimento in preposti 28

32 Tecnica Benefici ambientali impianti esterni. Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Al fine di assicurare condizioni operative stabili ed efficienti, realizzare un alto grado di automazione mediante l installazione di moderni sistemi di controllo del processo Minimizzazione degli impatti ambientali Le linee di produzione sono totalmente esercite tramite uno specifico controllo automatico, attraverso il quale è possibile gestire ogni operazione in modo sicuro, stabile, efficiente, assicurando una qualità costante del prodotto ottenuto. Come ogni altra fase di lavorazione, anche la sequenza di alimentazione di materie prime nei corrispondenti reattori (azionamento valvole, aspiratori, rotocelle, ecc.) può essere gestita sia da campo tramite pulsantiere con comandi in locale, sia in remoto attraverso sistema di controllo automatico. Si evidenzia, altresì, che la scelta di realizzare lo stabilimento chimico Endura all interno dell area chimica e industriale di Ravenna e, in particolare, entro lo Stabilimento Multisocietario, è risultata estremamente oculata e vantaggiosa per le innumerevoli risorse disponibili, quali: materie prime e solventi chiave (es. sodio idrossido in soluzione acquosa al 48%, pirocatecolo, toluene); servizi (approvvigionamento acqua demineralizzata, approvvigionamento gas tecnici quali azoto e aria per strumenti, nonché fornitura di vapor d acqua ed energia elettrica ecc.); incenerimento sfiati gassosi (anche di emergenza); depurazione acque reflue (organiche e clorurate). TECNICHE PER LA PROTEZIONE DEL SUOLO E DELLE ACQUE Benefici Caratteristiche Tecnica ambientali degli impianti ENDURA Nel caso in cui vengano maneggiate sostanze che rappresentano un potenziale rischio di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee, progettare, costruire, esercire e manutentare facilities tali da minimizzare gli eventuali sversamenti. Tali facilities devono essere ermetiche, stabili e sufficientemente resistenti a possibili stress meccanici, termici e chimici Riduzione del rischio di contaminazione del suolo e delle acque Nelle diverse aree dello stabilimento Endura, specie in prossimità degli impianti e del Parco Serbatoi in cui avviene con maggiore frequenza la movimentazione di sostanze, sono state predisposte canalette di raccolta di liquidi in caso di sversamenti accidentali o di perdite; tali sostanze sono dapprima collettate in bacini di raccolta e successivamente inviate ad idoneo smaltimento presso impianti autorizzati esterni. In particolare, il Parco Serbatoi risulta suddiviso in 3 distinte sezioni, ciascuna dotata di proprio bacino di contenimento adeguatamente pavimentato in relazione alle sostanze presenti. Per quanto riguarda i rifiuti, lo stoccaggio provvisorio (D15) dei rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio costituiti dalle cosiddette peci, finalizzato all accumulo di una quantità sufficiente da destinare a smaltimento presso impianti autorizzati, viene realizzato in un serbatoio fuori terra posizionato in zona appositamente attrezzata e controllata. Per tutte le altre tipologie di rifiuti prodotti, in attesa del conferimento a terzi per le opportune operazioni di recupero/smaltimento, il deposito temporaneo viene effettuato nelle preposte aree scoperte che risultano pavimentate; in particolare, per i rifiuti liquidi (compresi quelli a matrice oleosa) stoccati in fusti o taniche, le preposte aree pavimentate di deposito risultano altresì essere dotate di idonei sistemi di drenaggio ovvero bacini di contenimento adeguatamente dimensionati. Nel sito sono state altresì individuate e delimitate aree di stoccaggio reflui, in attesa di trattamento, ben distinte in funzione della tipologia; nelle zone designate sono presenti apposite canalette atte a contenere e convogliare eventuali perdite ai sistemi di abbattimento preposti. In particolare, poiché i processi produttivi svolti nel sito sono di tipo batch, per evitare concentrazioni di picco di inquinanti nelle correnti acquose destinate a trattamento, nel Parco Serbatoi è presente una cisterna di equalizzazione delle acque organiche reflue; in questo modo la massa risulta più omogenea e la portata del refluo acquoso da trasferire all impianto centralizzato di depurazione, più costante. Per verificare l integrità di apparecchiature, linee, valvole, ecc., sono periodicamente programmati e condotti test di resistenza a stress meccanici, termici o chimici; nei sistemi più critici (es. colonna di distillazione nello stadio di sintesi di anidride propionica del processo produttivo di PBO), sono stati inseriti provini, realizzati con il medesimo 29

33 Tecnica Consentire una rapida e semplice individuazione delle perdite Predisporre sufficienti volumi di contenimento in modo da realizzare in sicurezza la raccolta di eventuali sversamenti e perdite consentendone l adeguato trattamento o smaltimento Predisporre sufficienti volumi di contenimento in modo da realizzare in sicurezza la raccolta delle acque reflue, comprese quelle utilizzate per lo spegnimento di incendi Applicare tutte le seguenti tecniche: realizzare le operazioni di carico e scarico solamente in preposte aree dotate di idonei sistemi di contenimento delle perdite; stoccare i materiali in attesa di smaltimento in preposte aree dotate di idonei sistemi di contenimento delle perdite; dotare pozzetti o altri recipienti che richiedono di essere svuotati con allarmi di livello alto ovvero attuarne un regolarne controllo visivo; stabilire programmi di controllo e ispezione dei serbatoi e delle tubazioni, comprese flange e valvole; predisporre sistemi di contenimento degli sversamenti, quali bacini di contenimento e idonei materiali assorbenti; controllare e collaudare l integrità dei bacini di contenimento; equipaggiare i Benefici ambientali Riduzione del rischio di contaminazione del suolo e delle acque Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA materiale costruttivo dell unità in esame, per testarne la resistenza alla corrosione. L analisi del provino, svolta da Laboratori specializzati, fornisce indicazioni circa lo stato di conservazione dell apparecchiatura e può segnalare eventuali esigenze di interventi manutentivi. Tutte le principali apparecchiature (reattori, filtri essiccatori, caldaie di distillazione, scrubber, ecc.) sono dotate di specole visive attraverso le quali è possibile effettuare una prima ispezione dell item di interesse, senza ricorrere necessariamente alla sua bonifica ed apertura; da tali specole è possibile trarre utili indicazioni circa l andamento di un assegnato stadio di lavorazione, accertarsi che le separazioni di fase avvengano correttamente, valutare tempestivamente l esigenza di eseguire interventi manutentivi e così via. Per ridurre il potenziale rischio di contaminazione di suolo e acqua, sono stati messi a punto programmi di monitoraggio e di ispezione specifici per le varie unità d impianto (macchine, linee, apparecchiature ecc.). La frequenza dell intervento è stabilita in funzione della criticità dell equipaggiamento considerato (sostanze impiegate, condizioni operative, ecc.). Tali verifiche, opportunamente documentate, prevedono il controllo degli elementi di tenuta di pompe, compressori, agitatori, prove di pressurizzazione di linee/apparecchiature con fluidi idonei ad evidenziare eventuali punti di perdita, ispezioni interne di serbatoi, reattori, distillatori, scambiatori. Per prevenire l eccessivo riempimento delle apparecchiature d impianto, ciascuna di esse è dotata di idonei misuratori/trasmettitori di livello il cui valore è visualizzato a DCS. Il rischio di sversamento, nel suolo ovvero nelle acque, delle sostanze presenti in dette apparecchiature è minimizzato dall intervento di blocchi ed interblocchi software, che si attivano al raggiungimento di un assegnato valore di guardia stabilito in modo conservativo, interrompendo ogni operazione di carico in corso. Per gli items più critici, ai blocchi di tipo software legati alla presenza di controllori/ trasmettitori di livello, sono affiancati anche blocchi hardware da livellostati. Prima di avviare il trasferimento di qualunque sostanza, le sequenze di controllo automatico del processo in esame impongono sempre la verifica del livello dell apparecchiatura ricevente e della quantità di prodotto da movimentare (ad es. tramite misuratore/totalizzatore di portata installato in linea). Risulta predisposta una precisa Istruzione di Lavoro che regolamenta la gestione di incidenti e situazioni d emergenza, entro i confini del sito produttivo in oggetto, tali da comportare potenziali impatti sull ambiente, generati da eventi tra cui sversamenti di sostanze chimiche allo stato liquido da impianti, olio lubrificante, olio dielettrico e olio esausto ovvero solidi. In caso di eventi incidentali sopracitati, in ottemperanza a quanto previsto anche dal Piano di Emergenza interno a Endura, il Personale addetto alla conduzione degli impianti interviene per gestire l emergenza e limitare i potenziali danni. Allo scopo di definire le modalità operative con cui gestire e contenere gli sversamenti in fogna, è stata elaborata altresì un apposita Istruzione di Lavoro, applicabile alle situazioni straordinarie e di emergenza che si possono verificare in Stabilimento. La responsabilità dell applicazione di tale istruzione è di tutti gli Operatori o Personale interno che rileva situazioni anomale. Le cause che potrebbero provocare rilasci di sostanze pericolose nel suolo o nelle acque sono: avvenimenti accidentali, errori di manovra, spurghi di emergenza, malfunzionamento di apparecchiature. Lo stesso sistema di gestione è applicato anche per il contenimento delle acque ad uso antincendio erogate ovvero meteoriche di dilavamento delle aree di pertinenza degli impianti; le correnti liquide che ne risultano sono considerate come acque reflue organiche. Esiste inoltre un Regolamento Fognario a cui attenersi sia per la gestione ordinaria delle acque reflue risultanti dalle attività svolte nel sito, sia per la gestione dei medesimi reflui in caso di eventi anomali ovvero situazioni di emergenza. 30

34 Tecnica serbatoi con sistemi di prevenzione di troppopieno. Benefici ambientali Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA 31

35 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C TECNICHE PER MINIMIZZARE LA PORTATA E IL CARICO INQUINANTE DEGLI EFFLUENTI GASSOSI Tecnica Chiudere qualsiasi apertura non necessaria al fine di prevenire l infiltrazione di aria nel sistema di aspirazione degli effluenti gassosi dalle apparecchiature di processo Assicurare che le apparecchiature di processo, in particolare i recipienti, risultino ermetiche Minimizzare le portate volumetriche degli effluenti gassosi derivanti dalle operazioni di distillazione ottimizzando il layout dei condensatori Realizzare l aggiunta di liquidi nei serbatoi alimentandoli dal fondo o mediante condotto sommerso, nel caso in cui la chimica di reazione e/o le condizioni di sicurezza lo consentano. In tali casi l aggiunta di liquidi dall alto mediante tubo diretto verso la parete del serbatoio riduce gli spruzzi e, quindi, la concentrazione di inquinanti negli effluenti gassosi Se si realizza l aggiunta nei serbatoi sia di solidi che di liquido organico, laddove la chimica di reazione e/o le condizioni di sicurezza lo consentano, utilizzare il materiale solido quale copertura nei casi in cui la differenza di densità promuova la riduzione di concentrazione degli inquinanti di natura organica negli effluenti gassosi Minimizzare i flussi di punta e relativi picchi di concentrazione degli effluenti gassosi, mediante: ottimizzazione della miscela di reazione; applicazione di sistemi di abbattimento. Benefici ambientali Minimizzazione dell impatto sulla qualità dell aria Caratteristiche degli impianti ENDURA I processi produttivi svolti nello stabilimento Endura sono di tipo batch: pertanto, la portata e la composizione degli effluenti gassosi destinati a trattamento variano nel tempo in modo significativo. In questi casi, l applicazione di un unico sistema di abbattimento porterebbe di certo a risultati insoddisfacenti. Per questo motivo, le correnti di gas esausti (generate durante sintesi, distillazioni, cristallizzazioni, essiccamenti, ecc.) sono tutte soggette a più stadi consecutivi di trattamento, definiti in funzione della natura dell emissione; di norma tali fasi comprendono: - la rimozione per filtrazione dell eventuale particolato solido presente, che viene raccolto e riprocessato; - il recupero dei solventi/prodotti presenti, per condensazione in serie, ed a diverso livello termico (tipicamente utilizzando quali fluidi di servizio acqua di torre a +20 C 30 C, acqua refrigerata a +5 C ovvero acqua glicolata a -20 C); - l uso di scrubber ad acqua sodata (per il trattamento di gas contenenti composti acidi); - l impiego di uno scrubber ad acqua demineralizzata, utilizzato per un ulteriore abbattimento delle emissioni uscenti dallo scrubber ad acqua sodata o per il lavaggio delle correnti che potrebbero trascinare con sé particelle solide, non trattenute dai sistemi filtranti a monte; - un sistema di abbattimento finale (trattamento misto di criocondensazione e adsorbimento su resine microporose e carboni attivi per le emissioni clorurate ovvero termocombustione per gli sfiati organici presso il Forno FIS della Società Ecologia Ambiente). Una corretta selezione di due o più sistemi di trattamento, opportunamente combinati fra loro, offre numerosi benefici, fra cui: - l ottimizzazione del recupero dei solventi/prodotti presenti nella corrente gassosa reflua iniziale; - la minimizzazione della portata di effluente gassoso da inviare al sistema di abbattimento finale; - il contenimento dei picchi di sostanze inquinanti destinate al sistema di abbattimento finale; - una migliore efficacia ed efficienza del sistema di abbattimento finale, in quanto alimentato con una corrente avente caratteristiche più costanti ed uniformi. Laddove possibile, per limitare la concentrazione degli inquinanti negli effluenti gassosi destinati a trattamento, si tende a favorire l ingresso di sostanze liquide in reattori o in apparecchiature di altro genere, dal fondo di queste o attraverso un pescante. Tale tecnica è ad esempio impiegata in entrambe le linee di produzione di PBO e TTM per dosare, tramite pescante, la corrente acida (per HCl ed altri acidi organici) nei rispettivi sistemi di neutralizzazione con soda. Nello stadio di acilazione del processo produttivo di PBO, l acqua demineralizzata necessaria per il lavaggio del Chetone è invece alimentata dal fondo del reattore preposto. Dove consentito, anche l adduzione di reagenti in fase gas avviene allo stesso modo: nella fase di idrogenazione del processo produttivo di PBO, l idrogeno in fase gas è introdotto nel sistema di sintesi attraverso una struttura toroidale opportunamente forata immersa nel liquido; l acido cloridrico in fase gassosa o liquida, necessario nello stadio di clorometilazione del processo produttivo di PBO, è addotto nel reattore dal fondo. Ovviamente, alle predette soluzioni tecniche, va anteposto lo studio approfondito di ciascun processo produttivo, finalizzato alla riduzione preventiva di: - uso di sostanze volatili; - temperature di esercizio; - quantità di solventi impiegati; effettuato in sede di progettazione degli impianti stessi. 32

36 33 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C TECNICHE PER MINIMIZZARE LA PORTATA E IL CARICO INQUINANTE DEI REFLUI DI PROCESSO Tecnica Evitare l ottenimento di acque madri altamente saline ovvero realizzarne il trattamento mediante l applicazione di tecniche di separazione alternative, quali : processi a membrana; processi di separazione mediante solventi; estrazione reattiva; oppure evitare l isolamento dell intermedio di processo. Attuare il lavaggio in controcorrente del prodotto, laddove la scala di produzione giustifichi l introduzione di tale tecnica Generare vuoto mediante tecniche che non prevedano l utilizzo di acqua Per processi batch, stabilire precise procedure per la determinazione del raggiungimento del voluto grado di avanzamento della reazione Applicare sistemi di raffreddamento indiretti Realizzare un risciacquo preliminare prima dell effettivo risciacquo/lavaggio dell apparecchiatura in modo da minimizzare il carico organico nelle acque reflue di lavaggio Benefici ambientali Minimizzazione dell impatto sulla qualità delle acque Caratteristiche degli impianti ENDURA Sulla base dei principi della Green Chemistry presi a riferimento per lo sviluppo dei processi svolti nel sito produttivo Endura (cfr. TECNICHE INERENTI L INTEGRAZIONE DI CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI L AMBIENTE, LA SALUTE E LA SICUREZZA NELLO SVILUPPO DEI PROCESSI ), le principali tecniche applicate per contenere il carico di inquinanti e il tenore in sali nelle acque madri derivanti dai diversi stadi di lavorazione ovvero nelle acque reflue di processo destinate a depurazione risultano: - impiego di vie di sintesi alternative e/o condizioni di processo meno impattanti in termini di inquinamento ambientale e più sicure; - impiego di sostanze a bassa tossicità per l uomo e per l ambiente; - minimo impiego di sostanze ausiliarie (solventi, agenti di separazione, ecc.); - selettività e rese massime dei processi al fine di limitare la generazione di correnti reflue destinate a trattamento; - stabilità del processo chimico-industriale in conseguenza della garanzia di qualità delle materie prime sintetiche; - sfruttamento della possibilità di generare sinergie di processo. Sempre nella medesima ottica di limitare i volumi di acque reflue e la concentrazione di inquinanti nelle stesse, rientra altresì l adozione delle seguenti tecniche: - Impiego di compressori per vuoto a secco o ad anello liquido a ciclo chiuso, che non richiedono utilizzo di risorse idriche. - Determinazione del completamento della reazione, avvalendosi di piani e di metodi analitici ad hoc: Per ciascuno stadio di sintesi ovvero di lavorazione, il Laboratorio di Analisi interno, con il supporto del Laboratorio di Sviluppo e del Processista, elabora una specifica procedura di campionamento e di analisi, finalizzata a monitorare l avanzamento dello stadio di interesse, per determinarne la fine o comunque il raggiungimento del desiderato grado di conversione. - Realizzazione di termostatazione indiretta delle apparecchiature: Tutte le apparecchiature installate sono dotate di circuiti esterni di termostatazione (camicie, serpentini ad uno o più principi, ecc.) percorsi dai fluidi desiderati (acqua di torre, acqua refrigerata e acqua glicolata per il raffreddamento ovvero olio diatermico, acqua di condensa e vapor d acqua per il riscaldamento). La circolazione di detti fluidi è garantita da appositi sistemi di pompaggio dedicati. Un ulteriore metodo adottato per la termostatazione indiretta riguarda l uso di scambiatori di calore, ossia di condensatori per il raffreddamento della massa e di evaporatori per il riscaldamento; in entrambi i casi, il fluido impiegato per sottrarre o cedere calore alla corrente di processo presenta un circuito proprio, che evita ogni rischio di contaminazione. - Ottimizzazione delle operazioni di bonifica/pulizia delle apparecchiature: Spesso la fase conclusiva della pulizia di un reattore, o di una qualunque altra apparecchiatura, richiede l alimentazione di un idoneo solvente, mantenuto in agitazione e opportunamente riscaldato. A seguito dello svuotamento dell apparecchio, il solvente residuo viene rimosso tramite blando riscaldamento o per generazione di vuoto. In entrambi i casi, il solvente utilizzato è recuperato tramite condensazione; gli incondensabili sono invece convogliati ad un appropriato sistema di abbattimento. In questo modo si contiene il consumo di solvente, riducendo altresì il volume e il carico inquinante delle acque reflue. - Realizzazione di operazioni di lavaggio in controcorrente: nello stadio di acilazione del processo produttivo di PBO, il grezzo di reazione è sottoposto ad un doppio lavaggio in controcorrente; per tale operazione viene utilizzata acqua pura solo per il secondo lavaggio della fase organica, in quanto nel primo si impiega una corrente di riciclo integralmente separata e recuperata dal batch precedente, derivandone quindi una sola corrente reflua con la minor perdita possibile di organico. Nella considerazione che i benefici apportati a livello ambientale dal lavaggio in controcorrente sono molteplici e molto significativi (quali un minor consumo di risorsa idrica, la generazione di un ridotto volume di acqua reflua e il contenimento del carico inquinante del refluo destinato a trattamento) l azienda ha l intenzione di estendere lo stesso metodo di purificazione al Chetone distillato, attualmente soggetto a ripetuti lavaggi di tipo batch con acqua demineralizzata, prima di essere inviato al successivo di stadio di idrogenazione.

37 TECNICHE PER MINIMIZZARE I CONSUMI ENERGETICI Tecnica Valutare l adozione di opportune soluzioni tecniche al fine di ottimizzare i consumi energetici Benefici ambientali Riduzione dei consumi energetici Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Le principali tecniche adottate per ridurre i consumi energetici risultano: - Per limitare l impiego di fluidi di termostatazione (vapor d acqua, acqua refrigerata, acqua glicolata, acqua di torre, ecc.), tutti i sistemi di sintesi/distillazione sono dotati di controllori di temperatura che ne regolano l alimentazione. - Realizzazione di termostatazione indiretta delle apparecchiature: La termostatazione di tutte le apparecchiature installate avviene tramite circolazione dei fluidi desiderati (acqua di torre, acqua refrigerata e acqua glicolata per il raffreddamento ovvero olio diatermico, acqua di condensa e vapor d acqua per il riscaldamento) in camicie ovvero serpentini ad uno o più principi esterni. Un ulteriore metodo adottato per la termostatazione indiretta riguarda l uso di scambiatori di calore, ossia di condensatori per il raffreddamento della massa e di evaporatori per il riscaldamento; in entrambi i casi, il fluido impiegato per sottrarre o cedere calore alla corrente di processo presenta un circuito proprio, che evita ogni rischio di contaminazione. Tutti i fluidi di termostatazione impiegati sono recuperati, riportati al livello termico desiderato (con la sola eccezione del vapor d acqua) ed inviati nuovamente alle varie utenze dell impianto; il vapor d acqua condensante è raccolto nel preposto serbatoio e impiegato come fluido antigelo ovvero di termostatazione di apparecchiature che necessitano di un riscaldamento blando. - Riduzione degli effluenti gassosi e delle acque reflue destinati a trattamento applicando le tecniche soprariportate (cfr. TECNICHE PER MINIMIZZARE LA PORTATA E IL CARICO INQUINANTE DEGLI EFFLUENTI GASSOSI e TECNICHE PER MINIMIZZARE LA PORTATA E IL CARICO INQUINANTE DEI REFLUI DI PROCESSO ) TECNICHE PER LA GESTIONE DELLE CORRENTI RESIDUE DI PROCESSO Tecnica Benefici Caratteristiche ambientali degli impianti ENDURA Effettuare bilanci di massa su base Monitoraggio I bilanci di massa e l analisi delle correnti residue di annuale per SOV (inclusi gli idrocarburi e processo rappresentano due strumenti di estrema clorurati), COT oppure COD, alogenuri organici adsorbibili oppure estraibili e metalli pesanti miglioramento delle prestazioni importanza per controllare le prestazioni dei sistemi di trattamento in uso, valutando l eventuale necessità di ottimizzarli. La gestione delle emissioni (gassose e idriche) 34

38 Tecnica Realizzare una dettagliata analisi delle correnti residue di processo al fine di identificarne l origine e implementare una raccolta dati per consentire gestione e trattamento adeguati di effluenti gassosi, acque reflue, scarti e rifiuti Benefici ambientali ambientali Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA destinate a trattamento si basa sulla conoscenza delle loro caratteristiche e sul loro monitoraggio a monte ed a valle dell impianto di trattamento impiegato. Nella Documentazione di Processo, relativa ad ogni singolo stadio di produzione di PBO, TTM e PPA, i bilanci di massa sono schematizzati per mezzo di diagrammi di flusso, che forniscono informazioni circa: - le operazioni coinvolte (sintesi, filtrazioni, distillazioni, ecc.); - la tipologia e la quantità di ciascun input (reagenti, solventi, catalizzatori, ecc.); - le caratteristiche e il quantitativo di ogni output (intermedi, sottoprodotti, prodotti finiti, reflui liquidi, effluenti gassosi, scarti e rifiuti solidi); - successiva destinazione di ciascun output (stadio seguente, riciclo, trattamento termico, purificazione, ecc.). Un capitolo a parte della predetta Documentazione di Processo è interamente dedicato altresì all analisi dettagliata di ciascuna corrente residua ed allo specifico sistema di contenimento adottato. Per le emissioni acquose, si riportano inoltre le schede tecniche di caratterizzazione del refluo, in cui sono riassunti i dati necessari per definirne il profilo (origine, principali caratteristiche, serbatoi di raccolta, linee di trasferimento, ecc.) e per la scelta di un idoneo sistema di gestione. Le analisi chimiche delle correnti residue, a monte ed a valle del sistema di contenimento previsto, aiutano a chiudere il bilancio di massa. Quando non si possiedono adeguate risorse interne, la caratterizzazione dei residui di processo, campionati in situ, viene affidata a Laboratori qualificati e certificati esterni a Endura (es. emissioni gassose clorurate). 35

39 Tecnica Per le acque reflue di processo valutare, se significativi, i seguenti parametri: Parametri Volume per batch Numero di batch all anno Volume giornaliero Volume annuale COD oppure COT BOD 5 ph Biodegradabilità Inibizione biologica, incluso nitrificazione Alogenuri organici adsorbibili Idrocarburi alogenati Solventi Metalli pesanti Azoto totale Fosforo totale Cloruri Bromuri 2- SO 4 Tossicità residua Standard Dove attesi Benefici ambientali Monitoraggio e miglioramento delle prestazioni ambientali Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Gli scarichi di acque reflue industriali organiche e inorganiche provenienti dall impianto chimico Endura, entrambi caratterizzati dalla presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità delle metodiche analitiche, sono inviati a depurazione, tramite tubazione diretta, all impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente. Le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Ecologia Ambiente hanno redatto e sottoscritto il Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti della Società Ecologia Ambiente. Tale Regolamento Fognario, che viene assunto integralmente ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici parziali verso l impianto centralizzato di depurazione, definisce le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l identificazione dei pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e i valori limite di immissione che le acque reflue industriali devono rispettare per l accettazione all Impianto TAS, oltre ai programmi di monitoraggio. Sono previsti autocontrolli in conformità al Piano di Controllo del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna contenuti nel predetto Regolamento Fognario e ricompresi nel Piano di Monitoraggio della Ditta Endura che costituisce parte integrante della presente autorizzazione (Allegato F). In particolare, sono previste verifiche su: - campioni di acque reflue organiche prelevate nel pozzetto OC20 (punto di consegna ai limiti di batteria della Società Endura) e nella vasca di raccolta S1 (punto di consegna finale del flusso unitario linea 3 delle Società Coinsediate); - campioni di acque reflue inorganiche prelevate nel punto di consegna finale S5 del flusso indifferenziato cointestato delle Società Coinsediate (linea 4) ed eventualmente nei singoli pozzetti di consegna sulla rete unitaria (rappresentato dal pozzetto END_01 per la Società Endura) contestualmente al prelievo nel punto ufficiale P22 ovvero ai fini della rintracciabilità delle sostanze presenti nel punto S5; secondo i criteri, le modalità e le frequenze previste nel Regolamento Fognario stesso. Sul punto di prelievo OC20 relativo allo scarico di acque reflue industriali organiche della Società Endura è installato un campionatore automatico, oltre ad un misuratore di portata. La misura di portata viene effettuata, tramite misuratore continuo, anche all interno dei limiti di batteria della Società Ecologia Ambiente, sulla linea 3; sempre all interno dei limiti di batteria della linea di trattamento TAPO sulla stessa linea 3, la Società Ecologia Ambiente provvede, tramite campionatore automatico, al controllo delle sostanze pericolose Per quanto riguarda lo scarico del flusso cointestato di acque reflue industriali inorganiche unite ad acque meteoriche di dilavamento e acque reflue domestiche, sul punto di prelievo ufficiale P22 (vasca S5) è installato un campionatore automatico gestito dalla Società R.S.I., mentre la misura di portata viene effettuata, tramite misuratore continuo, all interno dei limiti di batteria della Società Ecologia Ambiente, sull ingresso alla linea TAPI. Sempre all interno dei limiti di batteria della linea di trattamento TAPI della Società Ecologia Ambiente provvede, tramite campionatore, al controllo delle sostanze pericolose con cadenza quindicinale. 36

40 Tecnica Per le emissioni in atmosfera, monitorare tali emissioni secondo un profilo adeguato alle modalità di esercizio del processo produttivo Nel caso in cui un emissione in atmosfera contenga sostanze potenzialmente ecotossiche attuare un monitoraggio specifico di tali sostanze Valutare le portate volumetriche degli effluenti gassosi trattati nei sistemi di abbattimento/recupero Benefici ambientali Monitoraggio e miglioramento delle prestazioni ambientali Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Sui punti di emissione E1, E2, E3, E5 e E8 vengono eseguiti controlli periodici, condotti da un laboratorio esterno accreditato, secondo quanto previsto in Allegato F (Piano di Monitoraggio), parte integrante della presente autorizzazione. Poiché gli impianti produttivi sono eserciti in modalità batch, è piuttosto frequente assistere a significative variazioni nel tempo degli effluenti gassosi, sia in termini di portata che di concentrazioni di inquinanti. Tali fluttuazioni sono più accentuate, se una sola linea produttiva ovvero una singola sezione d impianto è connessa ad uno specifico sistema di recupero/abbattimento: questo è proprio ciò che accade in relazione agli sfiati clorurati, generati essenzialmente dallo stadio di metilenazione dell impianto produttivo di PBO. A partire dal maggio 2006, le emissioni clorurate sono inviate all impianto di trattamento preposto situato nello stabilimento Endura, che consta essenzialmente di un primo sistema di condensazione criogenica seguito da una sezione di adsorbimento su resine macroporose e su carboni attivi, afferente al punto di emissione E8. Questo impianto di abbattimento è totalmente automatizzato: i segnali provenienti dalla strumentazione installata nello skid, sono trasmessi e visualizzati in sala controllo, su un apposito PC. In questo modo è possibile monitorare l andamento di tutti i parametri significativi per la verifica delle prestazioni dell impianto di trattamento e per intervenire con il necessario anticipo, in caso di anomalia o qualora le condizioni operative si discostino da quelle desiderate. Il compito di eseguire la caratterizzazione qualitativa e quantitativa dell emissione gassosa clorurata da trattare nell impianto criogenico era stato preventivamente affidato ad un laboratorio certificato, al fine di ottimizzare il dimensionamento dello skid. Dal momento in cui lo skid è stato avviato, vengono periodicamente effettuati, sia dalla Ditta, sia da Laboratori esterni certificati campionamenti ed analisi dell effluente trattato, per accertarsi che il tenore di inquinanti residui (essenzialmente cloruro di metilene, dimetilammina, DMF, pirocatecolo, benzodiossolo) sia rispondente ai valori limite autorizzati. Per questa tipologia di sistema di trattamento, alcuni dei parametri di controllo registrati su PC, quali la temperatura del gas in uscita dal gruppo criogenico e il tempo di lavoro di ciascuna resina adsorbente, forniscono precise indicazioni circa l efficacia dell abbattimento da attendersi. Per tale apparecchiatura, i campionamenti puntali dell effluente gassoso trattato uniti al monitoraggio continuo dei valori assunti dai parametri critici presentano quindi un valido ed affidabile strumento di controllo delle performances dello skid; inoltre, la profonda conoscenza del processo di metilenazione, da cui gli sfiati clorurati sono originati, permette di concentrare le operazioni di campionamento nei momenti di picco dell emissione e di testare così la risposta dello skid alle più gravose sollecitazioni. La Ditta è comunque intenzionata ad installare un sistema per l analisi in continuo delle emissioni clorurate così trattate. Gli sfiati di processo di natura organica sono invece caratterizzati da fluttuazioni più contenute di portata e composizione, in quanto generati pressoché da ogni stadio di lavorazione dei processi produttivi svolti nel sito; il controllo eseguito su tali sfiati, destinati a termodistruzione presso il Forno FIS della Società Ecologia Ambiente, è condotto tramite misuratori di tipo fiscale sui quantitativi inviati. Controllo analogo viene realizzato sugli sfiati di emergenza inviati a combustione alla rete Torce presente nello Stabilimento Multisocietario. 37

41 TECNICHE PER IL RIUTILIZZO DEI SOLVENTI Tecnica Riutilizzare i solventi come segue: riutilizzo del solvente di reazione recuperato dai batches precedenti per condurre, finché il grado di purezza lo consente, anche per i successivi batches; riutilizzo internamente ovvero esternamente al sito dei solventi esausti opportunamente purificati; recupero energetico internamente ovvero esternamente al sito dei solventi esausti. Benefici ambientali Riduzione delle emissioni e recupero di materia ovvero energetico Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA La dimetilformammide (DMF), solvente utilizzato per la sintesi del benzodiossolo nello stadio di metilenazione del processo produttivo di PBO, viene in gran parte recuperata attraverso più passaggi di distillazione. In particolare, una prima evaporazione permette di allontanare i composti bassobollenti (essenzialmente acqua e cloruro di metilene) dalla miscela DMF-benzodiossolo; in seguito, attraverso un sistema di frazionamento esercito in continuo, si provvede ad isolare il benzodiossolo e a recuperare la DMF. Lo skid criogenico, in esercizio da maggio 2006 per il trattamento degli sfiati clorurati, consente di ottimizzare il recupero di tale solvente, oltre che del cloruro di metilene; precedentemente tale recupero non veniva realizzato, in quanto gli sfiati clorurati erano inviati a termodistruzione presso il Forno F2 della Società Ecologia Ambiente. Nello stadio di concentrazione e cristallizzazione della TTM e nella fase di concentrazione del PPA dei processi produttivi di tali sostanze viene realizzato il recupero del toluene, nel quale il prodotto grezzo è solubilizzato, e riutilizzato in produzioni successive. La miscela isopropanolo-acqua, che costituisce il solvente di cristallizzazione della TTM, viene invece recuperata in composizione azeotropica per semplice evaporazione a pressione atmosferica, condotta in un sistema preposto; il distillato è ovviamente riciclato in un nuovo batch di cristallizzazione, mentre le tracce di toluene e di isopropanolo sfuggite al recupero sono convogliate al collettore sfiati organici di Stabilimento e inviati a termocombustione presso il Forno FIS della Società Ecologia Ambiente. TECNICHE PER LA PREVENZIONE E RIDUZIONE INTEGRATA DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI Tecnica Contenere e racchiudere le sorgenti ovvero qualsiasi apertura al fine di minimizzare le emissioni fuggitive Realizzare le operazioni di essiccamento utilizzando apparecchiature chiuse, incluso i condensatori per il recupero del solvente Mantenere le apparecchiature chiuse durante i risciacqui e la pulizia con solventi Attuare il ricircolo dei vapori di processo laddove i requisiti di purezza lo consentano Benefici ambientali Riduzione delle emissioni in atmosfera di COV Caratteristiche degli impianti ENDURA Oltre alle molteplici precauzioni intraprese sin dalla fase di progettazione degli impianti (cfr. TECNICHE INERENTI LA PROGETTAZIONE DELL IMPIANTO ) in merito alla prevenzione e riduzione di emissioni in atmosfera di COV relativamente a: - fornitura e alimentazione delle materie prime; - movimentazione materie prime, solventi, prodotti; - impiego di sistemi chiusi e a tenuta; - connessione delle apparecchiature (reattori, distillatori, essiccatori, ecc.) a sistemi di condensazione per il recupero di prodotti/solventi; - generazione del vuoto con compressori a secco ovvero ad anello liquido in circuito chiuso; si vanno ad aggiungere le seguenti tecniche costantemente applicate nell esercizio delle attività produttive svolte nello stabilimento chimico Endura: Ottimizzazione delle operazioni di bonifica/pulizia delle apparecchiature: Spesso la fase conclusiva della pulizia di un reattore, o di una qualunque altra apparecchiatura, richiede l alimentazione di un idoneo solvente, mantenuto in agitazione e opportunamente riscaldato. A seguito dello svuotamento dell apparecchio, il solvente residuo viene rimosso tramite blando riscaldamento o per generazione di vuoto. In entrambi i casi, il solvente utilizzato è recuperato tramite condensazione; gli incondensabili sono invece convogliati ad un appropriato sistema di abbattimento. In questo modo, si limita il rischio di rilasciare COV nell ambiente. Implementazione di piani di monitoraggio e di manutenzione: Per ridurre le potenziali sorgenti di emissioni diffuse e fuggitive, sono stati messi a punto programmi di monitoraggio e manutenzione specifici per le varie sezioni d impianto e apparecchiature. La frequenza dell intervento è stabilita in funzione della criticità dell equipaggiamento considerato (sostanze impiegate, condizioni operative, ecc.). 38

42 TECNICHE PER IL TRATTAMENTO DEGLI EFFLUENTI GASSOSI Tecnica Selezionare tecniche di abbattimento e recupero dei composti organici volatili secondo lo schema di flusso di seguito riportato Raggiungere livelli di emissione di HCl pari a 0,2 7,5 mg/nm 3 in termini di concentrazione ovvero pari a 0,001 0,08 kg/h in termini di flusso massico; a tal fine, laddove necessario, applicare uno o più scrubber ad acqua ovvero a soda (NaOH) Raggiungere livelli di emissione di materiale particolato pari a 0,05 5 mg/nm 3 in termini di concentrazione oppure pari a 0,001 0,1 kg/h in termini di flusso massico; a tal fine, laddove necessario, applicare sistemi di abbattimento quali filtri a maniche, filtri a tessuto, cicloni, scrubbers oppure precipitatori elettrostatici ad umido (WESP) Benefici ambientali Riduzione delle emissioni in atmosfera di COV Riduzione delle emissioni in atmosfera di HCl Riduzione delle emissioni in atmosfera di materiale particolato Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Gli sfiati organici derivanti dai processi produttivi di PBO e TTM ovvero dai serbatoi di stoccaggio di Dimetilformammide, Diidrosafrolo, Benzodiossolo, Butildiglicole, Piperonilbutossido, Alcol Isopropilico, residui pesanti di distillazione e acque basiche saline destinate a smaltimento esterno sono inviati, attraverso il preposto collettore di Stabilimento, a combustione presso il Forno Incenerimento Sfiati (FIS) della Società Ecologia Ambiente. Gli sfiati organici di emergenza (PSV e PSE) sono invece inviati a termodistruzione presso la Rete Torce di Stabilimento (Torcia Isola 25) della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.). La generazione di effluenti gassosi contaminati da HCl è essenzialmente legata alle sintesi di clorometilazione dei processi produttivi. Tali reazioni sono condotte sottovuoto, raggiunto entro le rispettive apparecchiature con l impiego di un idoneo compressore ad anello liquido a soda; la soluzione acquosa di NaOH che costituisce l anello liquido è in grado di effettuare una prima neutralizzazione delle emissioni acide. Dopo questo pretrattamento, l effluente gassoso è alimentato ad un preposto scrubber a soda (uno per ciascun impianto produttivo), il cui sfiato nel caso del processo produttivo di PBO viene inviato, attraverso il preposto collettore di Stabilimento, a combustione presso il Forno Incenerimento Sfiati (FIS) della Società Ecologia Ambiente, mentre nel caso dell impianto produttivo di TTM/PPA lo sfiato subisce un ulteriore lavaggio in un analogo sistema di abbattimento costituito da uno scrubber ad acqua demineralizzata, prima di essere rilasciato in atmosfera attraverso il punto di emissione E2). Per l emissione E2 si evidenziano livelli di emissione di HCl sostanzialmente in linea con quelli associati alle MTD: dai campionamenti condotti durante l anno 2004 si è rilevato infatti un livello di emissione di HCl, espresso in termini di concentrazione, mediamente pari a 9,6 mg/nm 3 (a fronte di un valore limite fissato in 30 mg/nm 3 ), risultandone un flusso di massa orario mediamente pari a 0,0165 kg/h. Le emissioni centralizzate per i sistemi di scarico materie e solide e aspirazioni ambientali di pertinenza di ciascun impianto produttivo sono convogliate ad un relativo sistema generale di abbattimento polveri costituito, in entrambi i casi, da uno scrubber ad acqua demineralizzata le cui emissioni gassose sono inviate direttamente in atmosfera attraverso i camini E1 (punto di emissione di pertinenza dell impianto produttivo di PBO) e E2 (punto di emissione di pertinenza dell impianto produttivo di TTM/PPA). Tali sistemi di contenimento consentono di raggiungere livelli di emissioni di polveri estremamente contenuti: dai campionamenti condotti durante l anno 2004 si è rilevato infatti per l emissione E1 un livello di emissione di Polveri, espresso in termini di concentrazione, mediamente pari a 2 mg/nm 3 (a fronte di un valore limite fissato in 20 mg/nm 3 ), risultandone un flusso di massa orario mediamente pari a 0,004 kg/h; per l emissione E2 le polveri sono addirittura risultate assenti nei limiti di rilevabilità dei metodi analitici. Per quanto riguarda l altra emissione polverulenta ascrivibile allo stabilimento produttivo in esame, prima di essere inviato in atmosfera tramite il camino dedicato E3, il flusso di aria in uscita dall essiccatore della TTM viene sottoposto a depolverazione in filtro a maniche, raggiungendo livelli di emissione di polveri ampiamente inferiori al valore limite fissato in 10 mg/nm 3 : dai campionamenti condotti durante l anno 2004 si è rilevato infatti un livello di emissione di polveri, espresso in termini di concentrazione, mediamente pari a 1,4 mg/nm 3, per un flusso di massa orario mediamente pari a 0,007 kg/h. Grazie all adozione dei previsti sistemi di depolverazione, per tutte le emissioni in atmosfera convogliate di natura polverulenta derivanti dallo stabilimento produttivo si evidenziano quindi livelli di emissione di tale inquinante in linea con quelli associati alle MTD. 39

43 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Effluenti gassosi contenenti COV Convogliare gli effluenti gassosi ad uno o più condensatori di recupero eserciti a temperature idonee alla condensazione di COV Risultano soddisfatti uno o più dei criteri di scelta (*) per l ossidazione termica o catalitica? Sì No Valutare l applicazione di una o una combinazione di tecniche di trattamento che non prevedano ossidazione No Risultano raggiunti livelli di emissione di COT pari a 0,1 kgc/h oppure 20 mgc/m 3? Sì FINE Risultano raggiunti livelli di emissione di COT pari a 0,1 kgc/h oppure 20 mgc/m 3? No Valutare un ottimizzazione mediante: Aumentare la capacità di trattamento della soluzione esistente Aumentare l efficienza di trattamento Aggiungere tecniche ad alta efficienza di trattamento Sì Applicare una o una combinazione di tecniche di trattamento che non prevedano ossidazione Risultano raggiunti livelli di emissione di COT pari a 0,1 kgc/h oppure 20 mgc/m 3? No Applicare la tecnica di ossidazione termica o catalitica raggiungendo livelli di emissione di COT inferiori a 0,05 kgc/h in termini di flusso di massa medio o inferiori a 5 mgc/m 3 in termini di concentrazione media oppure applicare una tecnica alternativa in grado di consentire almeno il raggiungimento di equivalenti livelli di emissione Sì FINE Applicare la configurazione ottimizzata FINE (*) Criteri di scelta per l ossidazione termica o catalitica: a) i gas esausti contengono sostanze altamente tossiche, cancerogene o cancerogene, mutagene e teratogene di categoria 1 o 2; b) l operazione autotermica risulta possibile in condizioni operative normali; c) nell installazione risulta possibile la generale riduzione del consumo di energia primaria. 40

44 TECNICHE PER IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE DI PROCESSO Tecnica Separare e pretrattare ovvero smaltire le acque madri derivanti dai processi di alogenazione e solfoclorazione Separare e convogliare separatamente gli acidi spenti a recupero interno o esterno al sito ovvero applicare le migliori tecniche disponibili relative al trattamento di acque reflue caratterizzate da rilevante carico organico persistente Separare e pretrattare le acque reflue caratterizzate da rilevante carico organico persistente Rimuovere gli idrocarburi clorurati persistenti dalle acque reflue, ad esempio mediante stripping, rettifica o estrazione, e raggiungere concentrazioni di tali inquinanti, in termini di sommatoria, inferiori a 1 mg/l in uscita dal pretrattamento ovvero inferiori a 0,1 mg/l in ingresso alla sezione di trattamento biologico del depuratore interno al sito o prima della scarico in pubblica fognatura Recuperare i solventi dalle acque reflue di processo, ai fini di un riutilizzo interno o esterno al sito, mediante l utilizzo di tecniche quali stripping, distillazione/rettifica, estrazione ovvero una combinazione di tali tecniche, laddove i costi per il trattamento biologico e l acquisto di solventi freschi risultino superiori ai costi di Benefici ambientali Riduzione delle emissioni idriche 41 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Le acque reflue, generate nei vari stadi dei processi produttivi, sono raccolte in serbatoi dedicati ed inviate a trattamento specifico, in funzione delle caratteristiche chimiche e della loro composizione. Ad esempio, la fase acquosa acida per acido cloridrico formatasi nello stadio di clorometilazione dei processi produttivi viene sottoposta a trattamento di neutralizzazione con sodio idrossido in soluzione acquosa, prima di essere inviata all impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente. La fase acquosa acida sottoposta a neutralizzazione contiene anche residui di paraformaldeide, non reagita in fase di clorometilazione: per effetto del riscaldamento dovuto all esotermia della stessa reazione di neutralizzazione, questo polimero subisce una dismutazione (ossidoriduzione) ad acido formico e metanolo, processo che continua e viene completato nella cisterna del Parco Serbatoi a cui confluiscono tutte le acque reflue organiche degli Impianti PBO e TTM/PPA. A seguito del trattamento di neutralizzazione si ottiene quindi una soluzione acquosa alcalina di cloruro di sodio, contenente anche metanolo e formiato di sodio, che dalla predetta cisterna di stoccaggio delle acque reflue basiche saline viene inviata, previo controllo analitico, a trattamento finale presso l impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente. Gli effluenti clorurati (dallo stadio di metilenazione del processo produttivo di PBO) sono soggetti ad un iter diverso, che prevede in primo luogo lo strippaggio delle acque in un apposita caldaia riscaldata con vapore, al fine di recuperare il cloruro di metilene presente; solo a seguito di una verifica analitica, finalizzata ad assicurare che il tenore in cloruro di metilene residuo sia in specifica, le acque reflue sono convogliate al predetto serbatoio-equalizzatore del Parco Serbatoi e, quindi, a trattamento finale. Tutte le acque reflue industriali, meteoriche e di dilavamento dell insediamento multisocietario di Ravenna, e quindi anche quelle riconducibili all impianto chimico Endura, sono raccolte da una rete fognaria complessa, la cui gestione è di competenza della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.), e convogliate a idonea depurazione nell impianto centralizzato di Trattamento Acque di Scarico (TAS) della Società Ecologia Ambiente; il sistema fognario dello Stabilimento Multisocietario si compone di due reti distinte per la raccolta delle acque di processo organiche ovvero delle acque di processo inorganiche. Le acque reflue clorurate derivanti dallo stadio di metilenazione del processo produttivo di PBO vengono inviate in una caldaia-stripper, costituita da un serbatoio privo di sistema di agitazione dotato di una serpentina di termostatazione esterna in cui è alimentato vapore di riscaldamento, al fine di recuperare il cloruro di metilene presente (circa il 2% in peso). Il cloruro di metilene così evaporato viene successivamente condensato e recuperato nelle sintesi successive; al termine dello strippaggio, l acqua contenente tracce del cloruro di metilene residuo (circa 100 mg/l) viene inviata, previa unione con le altre acque reflue industriali organiche derivanti dallo stabilimento chimico in esame, alla sezione di Trattamento Acque di Processo Organiche (TAPO) dell Impianto TAS della Società Ecologia Ambiente per il trattamento chimico-fisico-biologico prima dello scarico in acque superficiali. L attenzione rivolta al recupero dei solventi impiegati nel sito industriale, pur avendo come obiettivo primario la prevenzione e la riduzione degli impatti ambientali, è giustificata anche dall elevato valore commerciale di tali sostanze. In particolare, si attua il recupero di solventi quali la dimetilformammide, il toluene e la miscela isopropanolo-acqua (cfr. TECNICHE PER IL RIUTILIZZO DEI SOLVENTI )

45 Tecnica recupero e purificazione Benefici ambientali Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Caratteristiche degli impianti ENDURA Dopo l applicazione delle migliori tecniche disponibili per la gestione e il trattamento delle acque reflue, sottoporre a trattamento biologico gli effluenti caratterizzati da un rilevante carico organico, quali i reflui di processo e quelli derivanti dalle operazioni di lavaggio Riduzione delle emissioni idriche Le acque reflue industriali organiche derivanti dalle attività svolte nell impianto chimico in esame, costituite da: acque reflue di processo che si originano in tutte le 5 fasi di produzione di PBO; acque reflue di processo che si originano in tutte le 5 fasi di produzione di TTM; acque reflue di processo che si originano in tutte le 6 fasi di produzione di PPA; acque di condensa derivanti dall utilizzo di vapore nelle utenze termiche dell impianto (di cui un parte è recuperata come acqua di reintegro del circuito di raffreddamento); acque di spurgo della torre di raffreddamento; acque reflue derivanti dalle operazioni di lavaggio della vetreria dei laboratori e dalle docce/lavandini di emergenza; acque antincendio derivanti dall uso sporadico per prova del circuito antincendio. sono raccolte e convogliate alla sezione Trattamento Acque di Processo Organiche (TAPO) dell Impianto TAS della Società Ecologia Ambiente per il trattamento chimico-fisico-biologico prima dello scarico in acque superficiali. 42

46 Sezione adeguamento dell impianto e condizioni di esercizio Allegato D Sezione di adeguamento dell impianto e condizioni di esercizio ALLEGATO D D1) VALUTAZIONE DEL PIANO DI ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO Con riferimento alla valutazione delle prestazioni ambientali dell impianto di cui al precedente punto C3) Valutazione integrata dell inquinamento e posizionamento dell impianto rispetto alle MTD del presente provvedimento, dall individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili applicabili all impianto e dal confronto con l azienda stessa, si conviene nel ritenere non necessaria la predisposizione di un Piano di Adeguamento, non essendosi riscontrate disarmonie evidenti rispetto alle MTD. Resta salvo l obbligo per la Ditta di provvedere, insieme con gli altri gestori coinsediati, all adeguamento alla direttiva DGR n. 286/05 del sistema di intercettazione e trattamento delle acque di prima pioggia di tutto il Sito Multisocietario. Al fine di perseguire un continuo miglioramento delle performances ambientali dell insediamento produttivo, dovrà comunque essere mantenuto attivo e aggiornato il Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001:2004 di cui la Ditta è già in possesso. Dovrà altresì essere garantita continuità al programma di miglioramento della compatibilità ambientale dell Ambito Produttivo Omogeneo (APO) costituito dall area chimica e industriale di Ravenna, che la Ditta ha intrapreso partecipando ad un accordo volontario con le Pubbliche Amministrazioni orientato alla registrazione EMAS d Area per le Aziende dell APO, attuando le azioni definite nel Programma Ambientale dell APO la cui responsabilità e attuazione è ascrivibile alla stessa Azienda (che le ha mutuate dal proprio programma di miglioramento previsto nel SGA). D2) CONDIZIONI GENERALI PER L ESERCIZIO DELL IMPIANTO D2.1) Condizioni relative alla gestione dell impianto L impianto dovrà essere esercito secondo tutte le procedure di carattere gestionale previste dal Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001:2004 che la Ditta già adotta. Si ritiene opportuno ed indispensabile evidenziare la necessità di adeguati interventi di manutenzione dell impianto comprese le strutture responsabili di emissioni sonore, di formazione del personale e di registrazioni delle utilities. In merito agli opportuni requisiti di controllo, secondo quanto riportato in Allegato F Piano di Monitoraggio, parte integrante della presente autorizzazione, si dovrà provvedere a verifiche periodiche come ivi indicato. Come previsto dall art. 7, comma 6) del D.Lgs. n. 59/05, dovrà altresì essere redatta annualmente una relazione descrittiva del monitoraggio effettuato ai sensi di quanto riportato nel Piano di Monitoraggio, contenente la verifica di conformità rispetto ai limiti puntuali e alle prescrizioni contenute nel presente atto autorizzatorio; tale relazione dovrà essere inviata entro il 30 aprile dell anno successivo alla Provincia di Ravenna, all ARPA territorialmente competente e al Comune di Ravenna. D2.2) Comunicazioni e requisiti di notifica generali Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali emissioni accidentali da punti non esplicitamente richiamati dall AIA, malfunzionamenti, incidenti ambientali ed igienico sanitari, oltre a mettere in atto le procedure di controllo previste, occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l AUSL, l ARPA territorialmente competente e il Comune di riferimento nel più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza (al di fuori degli orari di ufficio) e per le vie brevi con contatto telefonico diretto. 43

47 Analisi emissioni (aria, acqua, suolo, rifiuti, rumore) e consumi (idrici ed energetici) 44 Sezione emissioni e consumi Allegato E ALLEGATO E E1) Emissioni in atmosfera I valori limite di emissione e le prescrizioni che la Ditta è tenuta a rispettare sono individuati sulla base di: criteri per l autorizzazione e il controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera approvati dal CRIAER; Migliori Tecniche Disponibili individuate sulla base dei criteri citati al precedente punto C3 della presente AIA; specifiche tecniche indicate dalla Azienda in merito ai processi e all efficienza dei sistemi di abbattimento. LIMITI EMISSIONI I limiti risultano i seguenti, in condizione di normale funzionamento così come definito nel D.Lgs. n. 152/06 (art. 268 definizioni bb) cc) dd) ee)): il numero delle ore in cui l impianto è in funzione, con l esclusione dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi di guasto, salvo diversamente stabilito dalle normative adottate ai sensi dell art. 271, comma 3, o della autorizzazione (art. 271, comma 14 e art. 273, comma 8 del D.Lgs. n. 152/06). Punto di emissione E1 IMPIANTO DI PRODUZIONE PBO Emissione centralizzata per sistema di scarico materie solide, aspirazione ambientale, sistema di abbattimento polveri-sfiati di servizio C101 (scrubber ad acqua) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 20 Temperatura [ C] 25 Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri totali 20 Aldeide Formica e Paraformaldeide espresse come HCHO (*) 5 di cui: Pirocatechina = 5 mg/nm 3 (*) Il limite è da intendersi come la somma di Paraformaldeide in forma solida ed Aldeide Formica in fase vapore espressi come Aldeide Formica. I valori limite dei parametri portata, Polveri totali (Pirocatechina e Paraformaldeide) e Acido Cloridrico sono da considerarsi come medi orari. Per quanto riguarda gli sfiati di processo derivanti dall impianto di produzione PBO, oltre agli sfiati di servizio convogliati al sistema di abbattimento afferente al suddetto punto di emissione E1, gli sfiati clorurati vengono inviati a trattamento nell impianto di criocondensazione (E8), mentre gli sfiati organici vengono inviati, attraverso il collettore di Stabilimento, al Forno Incenerimento Sfiati (FIS) della Società Ecologia Ambiente. Gli sfiati organici di emergenza (PSV e PSE) sono inviati a termodistruzione presso la Rete Torce di Stabilimento (Torcia Isola 25) della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.). Punto di emissione E2 Campagna di produzione TTM IMPIANTO DI PRODUZIONE TTM/PPA Emissione centralizzata per sistema di scarico materie solide, aspirazione ambientale, sistema di neutralizzazione sfiati acidi e abbattimento polveri-sfiati di servizio C3500/C3600 (scrubber a soda + scrubber ad acqua) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 20 Temperatura minima [ C] 20 Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri totali 20 Aldeide Formica e Paraformaldeide espresse come HCHO (*) 5 Acido Cloridrico 30 di cui: 3,4,5,6-Tetraidroftalimmide = 5 mg/nm 3 (*) Il limite è da intendersi come la somma di Paraformaldeide in forma solida ed Aldeide Formica in fase vapore espressi come Aldeide Formica. I valori limite dei parametri portata, Polveri totali (3,4,5,6-Tetraidroftalimmide), Paraformaldeide e Acido Cloridrico sono da considerarsi come medi orari.

48 45 Sezione emissioni e consumi Allegato E Punto di emissione E2 Campagna di produzione PPA IMPIANTO DI PRODUZIONE TTM/PPA Emissione centralizzata per sistema di scarico materie solide, aspirazione ambientale, sistema di neutralizzazione sfiati acidi e abbattimento polveri-sfiati di servizio C3500/C3600 (scrubber a soda + scrubber ad acqua) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 20 Temperatura minima [ C] 20 Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri totali 20 Aldeide Formica e Paraformaldeide espresse come HCHO (*) 5 Acido Cloridrico 30 Idrocarburi totali espressi come Toluene 5 di cui: Paraformaldeide = 5 mg/nm 3 (*) Il limite è da intendersi come la somma di Paraformaldeide in forma solida ed Aldeide Formica in fase vapore espressi come Aldeide Formica. I valori limite dei parametri portata, Polveri totali (Paraformaldeide), Paraformaldeide, Acido Cloridrico e Idrocarburi totali sono da considerarsi come medi orari. Per quanto riguarda gli sfiati di processo derivanti dall impianto di produzione TTM/PPA, oltre agli sfiati acidi convogliati al sistema di abbattimento afferente al suddetto punto di emissione E2, gli sfiati organici vengono inviati, attraverso il collettore di Stabilimento, al Forno Incenerimento Sfiati (FIS) della Società Ecologia Ambiente. Gli sfiati organici di emergenza (PSV e PSE) sono inviati a termodistruzione presso la Rete Torce di Stabilimento (Torcia Isola 25) della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.). Punto di emissione E3 IMPIANTO DI PRODUZIONE TTM/PPA Sistema di essiccamento tetrametrina D3300 (filtro a tessuto) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 20 Temperatura minima [ C] 50 Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri totali 10 Toluene 300 Isopropanolo 300 Somma SOV Tab. D - Classe IV Allegato I, Parte V del D.Lgs. n. 152/ di cui: Tetrametrina = 5 mg/nm 3 I valori limite dei parametri portata, Polveri totali (Tetrametrina), Toluene, Isopropanolo e somma SOV Tabella D Classe IV dell Allegato I alla Parte V del D.Lgs. n. 152/06 sono da considerarsi come medi orari. La sommatoria delle concentrazioni massime ammesse dei parametri Isopropanolo e Toluene (Tabella D Classe IV dell Allegato I alla Parte V del D.Lgs. n. 152/06) deve essere comunque al massimo uguale a 300 mg/nm 3 con un flusso di massa orario maggiore a 3 kg/h. Per quanto riguarda gli sfiati di processo derivanti dall impianto di granulazione TTM, gli sfiati organici vengono inviati, attraverso il collettore di Stabilimento, a combustione presso il Forno Incenerimento Sfiati (FIS) della Società Ecologia Ambiente. Gli sfiati organici di emergenza (PSV e PSE) sono inviati a termodistruzione presso la Rete Torce di Stabilimento (Torcia Isola 25) della Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.). Punto di emissione E4 LABORATORIO Gascromatografo Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 7 Punto di emissione E5 LABORATORIO Cappa preparazione metabase (filtro a carboni attivi) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 7

49 Punto di emissione E6 LABORATORIO Cappa preparazione campioni Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 7 Sezione emissioni e consumi Allegato E Per le emissioni provenienti dal laboratorio (E4, E5 e E6) non si indicano limiti specifici a condizione che non vengano utilizzate sostanze cancerogene, mutagene e teratogene. Punto di emissione E7 GRUPPO ELETTROGENO DI EMERGENZA Si prende atto dell installazione di gruppo elettrogeno di emergenza (E7) alimentato a gasolio con potenza termica inferiore a 1 MW, senza indicare limiti di emissione specifici. Punto di emissione E8 IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI EMISSIONI CLORURATE (impianto criogenico, resine adsorbenti e filtro a carboni attivi) Portata massima [Nm 3 /h] 250 Altezza minima [m] 20 Temperatura [ C] ambiente Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Cloruro di metilene 20 Dimetilammina 20 N-N-Dimetilformammide 20 Pirocatechina 20 Benzodiossolo 20 Somma SOV Tab. D - Classe II Allegato I, Parte V del D.Lgs. n. 152/06 20 I valori limite dei parametri portata, temperatura, Cloruro di Metilene, Dimetilammina, N-N- Dimetilformammide, Pirocatechina, Benzodiossolo e la loro somma SOV Tabella D Classe II dell Allegato I alla Parte V del D.Lgs. n. 152/06 sono da considerarsi come medi orari. La sommatoria delle concentrazioni massime ammesse dei parametri soprariportati Cloruro di Metilene, Dimetilammina, N-N-Dimetilformammide, Pirocatechina, Benzodiossolo (Tabella D Classe II dell Allegato I alla Parte V del D.Lgs. n. 152/06) deve essere comunque al massimo uguale a 20 mg/nm 3 con un flusso di massa orario maggiore a 100 g/h. Gli sfiati organici provenienti dai serbatoi di stoccaggio di Dimetilformammide, Diidrosafrolo, Benzodiossolo, Butildiglicole, Piperonilbutossido, Alcol Isopropilico, residui pesanti di distillazione e acque basiche saline destinate a smaltimento esterno sono inviati, attraverso il preposto collettore di Stabilimento, a combustione presso il Forno FIS della Società Ecologia Ambiente, mentre gli sfiati clorurati provenienti dal serbatoio di stoccaggio di Cloruro di Metilene vengono inviati a trattamento nell impianto di criocondensazione afferente al predetto punto di emissione E8. Per le restanti emissioni e sfiati provenienti dai serbatoi di seguito elencati non si indicano limiti specifici, ma si prende atto delle caratteristiche dell emissione in atmosfera e/o della tecnologia di abbattimento installata: - serbatoio di stoccaggio di Acido Acetico (guardia idraulica ad acqua); - serbatoio di stoccaggio di Anidride Acetica (guardia idraulica ad acqua); - serbatoio di stoccaggio di Acido Propionico (guardia idraulica ad acqua); - serbatoio di stoccaggio di Acido Cloridrico in soluzione acquosa al 37% (scrubber a soda); - serbatoio di stoccaggio di Idrossido di Sodio in soluzione acquosa al 48% (guardia idraulica ad acqua). PRESCRIZIONI 1. Deve essere rispettato quanto previsto in Allegato F Piano di Monitoraggio, parte integrante della presente autorizzazione. 2. La data, l orario, il risultato delle misure di autocontrollo, le caratteristiche di funzionamento dell impianto nel corso dei prelievi dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate e bollate dal Servizio Territoriale di ARPA Distretto Ravenna e firmato dal responsabile dell impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti. 3. La sostituzione dei filtri a carboni attivi installati sui punti di emissione E5 e E8 dovrà essere effettuata almeno 2 volte l anno. Le sostituzioni di tali filtri a carboni attivi dovranno essere annotate sullo stesso registro di cui al precedente punto 2). 46

50 47 Sezione emissioni e consumi Allegato E 4. I periodi di funzionamento del gruppo elettrogeno afferente al punto di emissione E7 dovranno essere annotati sullo stesso registro di cui al precedente punto 2). 5. Per quanto attiene l impianto di trattamento delle emissioni clorurate (E8), la Ditta dovrà registrare e rendere disponibili alle verifiche degli organi di controllo la temperatura di uscita dello skid criogenico, la temperatura del letto di resina al momento dell entrata in servizio e le ore di lavoro della resina per ogni ciclo adsorbente. 6. In caso di superamento di un limite stabilito dalla presente autorizzazione dovrà essere data comunicazione entro e non oltre 7 giorni dalla notifica del laboratorio, alla Provincia di Ravenna e all ARPA. A seguire nel minimo tempo tecnico dovranno essere documentate con breve relazione scritta da inviare alla Provincia di Ravenna e all ARPA le cause di tale superamento e le azioni poste in essere per rientrare nei limiti previsti dall autorizzazione. 7. In caso di emissioni in atmosfera accidentali non prevedibili dovrà essere data comunicazione a mezzo fax nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all ARPA secondo quanto stabilito dal Protocollo operativo relativo al sistema di allertamento e informazione in caso di eventi anomali sottoscritto dalle aziende dell Area Chimica ed Industriale di Ravenna in data 19/09/ In caso di incidenti che prevedano l attivazione dei Piani di Emergenza Interna di sito e/o del Piano di Emergenza Esterna la comunicazione agli enti competenti dovrà essere effettuata secondo quanto previsto nei piani stessi. 9. Restando in capo alla Società Ravenna Servizi Industriali (R.S.I.) la responsabilità della gestione del sistema Rete Torce nel suo complesso e delle emissioni in atmosfera che ne derivano, i gestori coinsediati collegati al sistema sono, in ogni caso, responsabili, per i flussi di loro competenza destinati alla termodistruzione, di garantire il rispetto di quanto segue: - le condizioni e le caratteristiche; - la modalità di gestione prevista nella procedura di gestione del sistema torce di Sito; - le prescrizioni che sono contenute nell autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dalla gestione del sistema Rete Torce dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna, in titolarità della Società R.S.I., rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo ai sensi dell art. 269 del D.Lgs. n. 152/06. Eventuali modifiche delle condizioni e/o delle caratteristiche dei flussi ovvero nuovi flussi vengono comunicati da ogni gestore interessato a R.S.I. che a sua volta provvede, dopo la verifica di conformità, a trasmettere formalmente la documentazione aggiornata alla Provincia di Ravenna e all ARPA. Tale documentazione aggiornata integra o sostituisce quella presentata e assunta come allegato integrante al predetto provvedimento autorizzativo. E2) Emissioni in acqua Nel sito produttivo in esame si individuano 2 flussi di scarico di acque reflue, entrambi destinati a trattamento nell impianto centralizzato di depurazione della Società Ecologia Ambiente, che ai sensi di quanto previsto dall art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 sono riconducibili alla fattispecie di scarichi parziali di sostanze pericolose da sottoporre a regolamentazione ai limiti di batteria (piè d impianto) nel punto di consegna al trattamento da parte della Società Ecologia Ambiente, secondo quanto previsto dal predetto decreto e dalla DGR. n. 1053/03 in materia di scarichi di sostanze pericolose. In particolare, con riferimento allo schema contenuto nell Allegato E1 del presente provvedimento: Scarico di acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, tramite tubazione diretta, all impianto centralizzato di trattamento (linea TAPO) della Società Ecologia Ambiente La rete fognaria denominata linea 3 presente nello Stabilimento Multisocietario, di proprietà della Società Consortile R.S.I., dove confluiscono le acque reflue industriali organiche oltre ad acque reflue domestiche derivanti dall impianto chimico Endura, è ad uso anche di altre Società Coinsediate e convoglia le acque reflue industriali organiche alla vasca di raccolta denominata S1 individuata come punto di consegna finale all impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente del flusso unitario delle Società Coinsediate, escluse Rivoira, Yara Italia, Polimeri Europa e R.S.I. Dalla predetta vasca di raccolta S1 il flusso unitario di acque reflue organiche delle Società Coinsediate viene rilanciato all Impianto TAS per il trattamento chimico-fisico-biologico nella sezione TAPO. Per ciascun utente della rete fognaria delle acque di processo organiche e azotate è individuato un singolo pozzetto di consegna, in cui è univocamente associata la responsabilità dello stesso utente allo scarico; sulla linea fognaria unitaria (linea 3) il punto di consegna ai limiti di batteria della Società Endura è rappresentato dal pozzetto OC20. Scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti sostanze pericolose, tramite tubazione diretta, all impianto centralizzato di trattamento (linea TAPI) della Società Ecologia Ambiente Le acque reflue industriali inorganiche riconducibili all insediamento produttivo Endura, quali le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali ovvero convogliate dai pluviali dei tetti, nonché saltuariamente le

51 48 Sezione emissioni e consumi Allegato E acque di spurgo della torre di raffreddamento, sono convogliate alla rete fognaria denominata linea 4 presente nel Sito Multisocietario preposta all allontanamento del flusso comune delle Società Coinsediate di acque reflue industriali inorganiche. Per le acque meteoriche di dilavamento e di processo inorganiche tutte le Società Coinsediate nello Stabilimento Multisocietario consegnano gli scarichi da trattare in diversi punti della rete, in cui sono individuati i corrispondenti pozzetti di consegna (rappresentato dal pozzetto END_01 per la Società Endura), assumendo la responsabilità condivisa della qualità dei reflui vettoriati nel punto finale del sistema fognario al punto di consegna all Impianto TAS. La rete fognaria unitaria (linea 4), gestita dalla Società Consortile R.S.I., convoglia le acque reflue industriali inorganiche alla vasca di raccolta denominata S5 che viene assunta come punto di consegna del flusso cointestato ai limiti di batteria con l impianto centralizzato di depurazione. Dalla predetta vasca di raccolta S5 il flusso unitario di acque reflue inorganiche delle Società Coinsediate viene rilanciato all Impianto TAS per il trattamento chimico-fisico nella sezione TAPI. Le ditte coinsediate nel Sito Multisocietario e la Società Ecologia Ambiente hanno redatto e sottoscritto il Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti della Società Ecologia Ambiente. Tale Regolamento, che viene assunto integralmente ai fini della regolamentazione degli scarichi idrici parziali verso l impianto centralizzato di depurazione, definisce le modalità operative, le competenze e la regolamentazione dei singoli flussi di scarico delle acque reflue industriali di ciascuna Società presente nel Sito Multisocietario, l identificazione dei pozzetti di prelevamento al limite di batteria (pozzetti di consegna) e i valori limite di immissione che le acque reflue industriali devono rispettare per l accettazione all Impianto TAS, oltre ai programmi di monitoraggio. I suddetti scarichi di acque reflue industriali organiche e inorganiche provenienti dall impianto chimico Endura, tramite tubazione diretta, all impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente dovranno essere effettuati nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate in continuità con le attuali autorizzazioni. PRESCRIZIONI 1. Lo scarico di acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, tramite tubazione diretta, all impianto centralizzato di trattamento (linea TAPO) della Società Ecologia Ambiente dovrà essere effettuato nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 1.a. Lo scarico delle acque reflue industriali organiche della Società Endura S.p.A. al punto di consegna OC20 ai limiti di batteria verso l impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente s.r.l. è costituito da un flusso indifferenziato di acque di processo organiche contenenti sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità. Nello stesso sistema fognario che convoglia le acque industriali di processo possono altresì essere convogliati flussi occasionali, ma comunque programmati secondo i criteri del Regolamento di cui al successivo punto 1.g), provenienti dai cosidetti well-point installati in aree di pertinenza della Società Endura S.p.A., all interno dello Stabilimento Multisocietario in occasione di lavori di escavazione e/o bonifiche suoli. Il flusso di acque reflue industriali organiche a valle del pozzetto OC20 confluisce a sua volta in una linea fognaria a cui conferiscono anche altri gestori coinsediati nel sito multisocietario. 1.b. Il punto di consegna di acque reflue industriali organiche, verso l impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente s.r.l., è identificato nel pozzetto OC20, come indicato nello schema riportato in Allegato E1, parte integrante del presente provvedimento. 1.c. Lo scarico nel punto di consegna sopracitato è qualificato come scarico parziale di sostanze pericolose ai sensi dell art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 e della DGR. n. 1053/03. 1.d. L elenco delle sostanze pericolose presenti in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità delle metodiche di rilevamento è indicato nella Tabella 1 riportata in Allegato E2, parte integrante del presente provvedimento, con i relativi limiti di rilevabilità da assumere. Sono altresì regolamentati i seguenti parametri specifici, individuati in sede di omologa: Piperonilbutossido, Pirocatechina, Acido Crisantemico; Alcol Piperonilico, Metanolo, Formiato di Sodio. Qualora dagli esiti dei programmi di autocontrollo e monitoraggio, ovvero dai controlli di ARPA, emerga la presenza di altre sostanze pericolose ovvero alcune non siano più rilevate, si dovrà provvedere all aggiornamento della predetta tabella (Tabella 1 Allegato E2), fermo restando quanto previsto al successivo punto 1.e) relativamente ai limiti massimi ammissibili. 1.e. Lo scarico delle acque reflue industriali organiche contenenti sostanze pericolose, nel punto ufficiale di prelevamento denominato OC20, dovrà rispettare i valori limite di emissione per le sostanze pericolose e per i parametri specifici previsti nell omologa di accettazione del flusso stabilita dalla Ditta Endura con Ecologia Ambiente secondo le modalità indicate nel Regolamento di cui al successivo punto 1.g).

52 Sezione emissioni e consumi Allegato E Ai fini della verifica del rispetto dei limiti indicati le determinazioni analitiche sono, di norma, riferite ad un campione medio prelevato nell arco di 3 ore. 1.f. L omologa con i limiti massimi di accettazione delle acque reflue industriali organiche è parte integrante della presente autorizzazione, esclusivamente per i valori limite delle sostanze pericolose e dei parametri specifici di cui sopra e viene allegata (Allegato E5). In caso di modifiche, la nuova scheda di omologa dovrà essere trasmessa alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. 1.g. Le condizioni definite con il Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti della Società Ecologia Ambiente con i relativi allegati, sottoscritto da tutte le Società interessate, vengono acquisite come parte integrante della presente autorizzazione. Copia originale del Regolamento vigente è depositata presso la Provincia di Ravenna e il Servizio Territoriale ARPA di Ravenna. Tale Regolamento viene periodicamente sottoposto a revisioni e/o modifiche che devono essere comunicate alla Provincia di Ravenna e al Servizio ARPA sopracitato. 1.h. Devono essere assicurati gli autocontrolli previsti dal Piano di Controllo del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna contenuti nel Regolamento di cui al precedente punto 1.g), ricompresi nel Piano di Monitoraggio della Ditta Endura che costituisce parte integrante della presente autorizzazione (Allegato F). In particolare, si dovrà procedere alle verifiche previste sui campioni di acque reflue prelevate nel pozzetto OC20 (punto di consegna ai limiti di batteria della Società Endura) e nella vasca di raccolta S1 (punto di consegna finale del flusso unitario linea 3 delle Società Coinsediate) secondo i criteri, le modalità e le frequenze previste nell Allegato 8 al Regolamento stesso. 1.i. Qualora dagli esiti degli autocontrolli analitici sia accertata la costante presenza in concentrazioni elevate, anche se dentro i limiti di omologa, di sostanze pericolose e/o di parametri specifici, si fa riserva di modificare i limiti massimi di accettabilità di cui al precedente punto 1.e) anche a seguito degli approfondimenti che la Ditta Ecologia Ambiente sta eseguendo relativamente alla capacità di abbattimento degli stessi all impianto TAPO. 1.j. Il punto ufficiale di prelievo ai fini del controllo va mantenuto costantemente accessibile, a disposizione degli organi di vigilanza. Su di esso va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema. Il campionamento ufficiale sul punto OC20 viene effettuato tramite un prelievo di un campione medio nell arco di 3 ore. 1.k. Sul punto di prelievo OC20 è installato un campionatore automatico, oltre ad un misuratore di portata. La misura di portata viene effettuata, tramite misuratore continuo, anche all interno dei limiti di batteria della Società Ecologia Ambiente, sulla linea 3. Sempre all interno dei limiti di batteria della linea di trattamento TAPO sulla stessa linea 3, la Società Ecologia Ambiente provvede, tramite campionatore automatico, al controllo delle sostanze pericolose. 1.l. Il punto di prelievo OC20 ai fini del controllo della qualità dello scarico è indicato nella figura riportata in Allegato E3, parte integrante del presente provvedimento, e nella planimetria di cui punto successivo allegata al predetto Regolamento Fognario. 1.m. La planimetria della rete fognaria denominata Mappa guida nel campionamento degli scarichi liquidi di Stabilimento (fogne di processo) - Disegno RSI N. RA-GB-1121-E A rev. 1 del 28/12/2006 allegata al Regolamento di cui al precedente punto 1.g) costituisce parte integrante della presente autorizzazione e va resa disponibile agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo. 1.n. Ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi va comunicata alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. 1.o. Nel caso si verifichino imprevisti tecnici che modificano provvisoriamente il regime e la qualità degli scarichi, ne va data immediata comunicazione alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Nel Regolamento di cui al precedente punto 1.g) sono definite le procedure con cui vengono gestite le verifiche periodiche sui limiti stabiliti nelle omologhe e le eventuali relative non conformità. Nello stesso Regolamento sono altresì codificati i diversi casi riconducibili ad anomalie e/o emergenze che possono determinare impatti sullo scarico finale del depuratore centralizzato. Per tali evenienze, che devono essere comunicate, vengono definiti i criteri e le procedure di intervento. 49

53 50 Sezione emissioni e consumi Allegato E 2. Lo scarico di acque reflue industriali inorganiche contenenti sostanze pericolose, tramite tubazione diretta, all impianto centralizzato di trattamento (linea TAPI) della Società Ecologia Ambiente dovrà essere effettuato nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 2.a. Lo scarico delle acque reflue industriali inorganiche al punto di consegna ai limiti di batteria dell impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente s.r.l. è costituito da un flusso indifferenziato di acque di processo inorganiche unite ad acque reflue domestiche e acque meteoriche di dilavamento, contenenti sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità, convogliato tramite un sistema fognario unitario a cui tutte le Società Coinsediate nello Stabilimento Multisocietario di Ravenna (Borregaard Italia S.p.A. Cementerie Aldo Barbetti S.p.A. Cray Valley Italia s.r.l. - Chemtura Manufacturing Italy s.r.l. Ecofuel S.p.A. Endura S.p.A. Eni S.p.A. Divisione Refining & Marketing Enipower S.p.A. Ineos Vinyls Italia S.p.A. Yara Italia S.p.A. Polimeri Europa S.p.A. Rivoira S.p.A. Ravenna Servizi Industriali S.C.p.A. Syndial S.p.A. Vinavil S.p.A.) consegnano gli scarichi da trattare in diversi punti della rete, assumendo la responsabilità condivisa della qualità dei reflui vettoriati nel punto finale del sistema fognario al punto di consegna ad Ecologia Ambiente. Nello stesso sistema fognario possono eventualmente essere convogliati flussi occasionali, ma comunque programmati secondo i criteri del Regolamento di cui al successivo punto 2.g), provenienti dai cosidetti well-point installati nel sito multisocietario in occasione di lavori di escavazione. 2.b. Il punto di consegna del flusso indifferenziato di acque reflue industriali inorganiche, ai limiti di batteria dell impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente s.r.l., è identificato nella vasca di raccolta denominata S5, come indicato nello schema riportato in Allegato E1, parte integrante del presente provvedimento. Sulla rete fognaria unitaria (linea 4) sono stati altresì individuati singoli pozzetti di consegna da parte delle Società Coinsediate in corrispondenza dei limiti di batteria di ciascun gestore (rappresentato dal pozzetto END_01 per la Società Endura); tali pozzetti sono riportati nella planimetria di cui al successivo punto 2.n) e allegata al Regolamento di cui successivo punto 2.g). 2.c. Lo scarico nel punto di consegna S5 è qualificato come scarico parziale di sostanze pericolose ai sensi dell art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 e della DGR. n. 1053/03. 2.d. L elenco delle sostanze pericolose presenti nel flusso indifferenziato (vasca S5) in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità delle metodiche di rilevamento è indicato nella Tabella 2 riportata in Allegato E2, parte integrante del presente provvedimento, con i relativi limiti di rilevabilità da assumere. Qualora dagli esiti dei programmi di autocontrollo e monitoraggio, ovvero dai controlli di ARPA, emerga la presenza di altre sostanze pericolose ovvero alcune non siano più rilevate, si dovrà provvedere all aggiornamento della predetta tabella (Tabella 2 - Allegato E2), fermo restando quanto previsto al successivo punto 2.e) relativamente ai limiti massimi ammissibili. 2.e. Lo scarico del flusso cointestato di acque reflue industriali inorganiche unite ad acque meteoriche di dilavamento e acque reflue domestiche, nel punto ufficiale di prelevamento P22 (vasca S5), dovrà essere conforme ai valori limite di emissione indicati nella Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 (scarico in acque superficiali), incluse le sostanze pericolose e i parametri specifici presenti in concentrazione superiore ai limiti di rilevabilità delle metodiche di rilevamento indicati nella Tabella 2 riportata in Allegato E2, con l esclusione dei parametri Solidi Sospesi Totali, ph e Zinco. A tale riguardo lo scarico dovrà rispettare i valori limite di emissione indicati nell omologa di accettazione del flusso cointestato stabilita da Ecologia Ambiente. Ai fini del rispetto dei limiti sopracitati nel punto di scarico cointestato (vasca S5), i singoli gestori dovranno garantire, nei pozzetti di consegna alla rete unitaria in corrispondenza dei limiti di batteria (rappresentato dal pozzetto END_01 per la Società Endura), il rispetto dei valori massimi per le sostanze pericolose indicati nelle rispettive omologhe effettuate secondo le modalità indicate nel Regolamento di cui al successivo punto 2.g). Nei singoli pozzetti di consegna individuati ai limiti di batteria di ogni gestore coinsediato si procede all eventuale prelievo di campioni contestualmente al prelievo nel punto P22 ovvero ai fini della rintracciabilità delle sostanze presenti nel punto S5. Ai fini della verifica del rispetto dei limiti indicati, le determinazioni analitiche sono, di norma, riferite ad un campione medio prelevato nell arco di 3 ore secondo le modalità indicate al successivo punto 2.l). 2.f. Per le sostanze pericolose di cui ai precedenti punti 2.c) e 2.d) in caso di sostanze non contenute nella Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06, si assumono i valori limite relativi alle classi e/o famiglie di composti a cui tali sostanze sono riconducibili per similitudine e, in ogni caso, i limiti massimi di accettabilità indicati per tale flusso nell omologa contenuta nel Regolamento di cui al successivo punto 2.g).

54 51 Sezione emissioni e consumi Allegato E L omologa di accettazione del flusso unitario di acque di processo inorganiche delle Società Coinsediate nel punto di consegna S5, sottoscritta dagli interessati, è parte integrante della presente autorizzazione e viene allegata (Allegato E6). In caso di modifiche, la nuova scheda di omologa dovrà essere trasmessa alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. 2.g. Le condizioni definite con il Regolamento di gestione del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna convogliate agli impianti della Società Ecologia Ambiente con i relativi allegati, sottoscritto da tutte le Società interessate, vengono acquisite come parte integrante della presente autorizzazione. Copia originale del Regolamento vigente è depositata presso la Provincia di Ravenna e il Servizio Territoriale ARPA di Ravenna. Tale Regolamento viene periodicamente sottoposto a revisioni e/o modifiche che devono essere comunicate alla Provincia di Ravenna e al Servizio ARPA sopracitato. 2.h. Devono essere assicurati gli autocontrolli previsti dal Piano di Controllo del sistema delle reti fognarie delle acque reflue industriali e meteoriche dell insediamento multisocietario di Ravenna contenuti nel Regolamento di cui al precedente punto 2.g), ricompresi nel Piano di Monitoraggio della Ditta Endura che costituisce parte integrante della presente autorizzazione (Allegato F). In particolare, si dovrà procedere alle verifiche previste sui campioni di acque reflue prelevate nel punto di consegna finale S5 del flusso indifferenziato cointestato delle Società Coinsediate (linea 4) e nei singoli pozzetti di consegna sulla rete unitaria secondo i criteri, le modalità e le frequenze previste nell Allegato 8 al Regolamento stesso. I pozzetti di consegna per cui non sono programmati autocontrolli ma si procede a verifica se del caso sono quelli in cui sono, di norma, convogliate esclusivamente acque meteoriche ovvero flussi occasionali non programmabili. 2.i. Per i singoli pozzetti di consegna delle acque inorganiche sulla rete unitaria in cui, in sede di omologa, sia stata riscontrata la presenza di azoto ammoniacale in occasione degli autocontrolli programmati trimestrali previsti dal Piano di Controllo di cui al precedente punto 2.h) dovrà essere in ogni caso determinato l azoto ammoniacale quale parametro significativo per l utente interessato. In caso di costante rilievo della presenza di azoto ammoniacale superiore al valore limite indicato nella Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 per lo scarico in acque superficiali dovranno essere assunti provvedimenti per ridurre la presenza di tale sostanza ovvero il flusso dovrà essere deviato sulla fognatura delle acque di processo organiche (linea TAPO). 2.j. I singoli flussi delle acque inorganiche sulla rete unitaria in cui sono convogliate acque reflue domestiche devono essere dotati di sistema di pretrattamento appropriato (es. fossa Imhoff). Tali sistemi di pretrattamento dovranno essere sottoposti a periodiche operazioni di manutenzione di cui dovrà essere tenuta registrazione. Sui singoli pozzetti di consegna delle acque inorganiche in cui siano convogliati flussi di acque reflue domestiche il Piano di Controllo deve prevedere la determinazione delle sostanze azotate in tutti i casi (controlli semestrali, trimestrali e mensili). 2.k. Eventuali variazioni e/o integrazioni del Piano di Controllo previsto dal Regolamento di cui al precedente punto 2.g) che si determinassero a seguito del recepimento delle prescrizioni di cui ai punti 2.h), 2.i), 2.j) e 2.l) dovranno essere gestite secondo quanto previsto allo stesso punto 2.g). 2.l. I punti ufficiali di prelievo ai fini del controllo vanno mantenuti costantemente accessibili, a disposizione degli organi di vigilanza. Su di essi va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema. Il campionamento ufficiale sul punto P22 (vasca S5) ed eventualmente nei singoli pozzetti di consegna ai limiti di batteria di ciascun gestore coinsediato, viene effettuato tramite un prelievo di un campione medio nell arco di 3 ore. Le determinazioni analitiche dei parametri (compresi i metalli pesanti) sono effettuate, di norma, sul campione tal quale, ad eccezione di Ferro, Manganese, Alluminio e Boro per cui la determinazione viene effettuata sul campione dopo sedimentazione di 2 ore, considerate le rese di abbattimento determinate su tali sostanze dal processo di sedimentazione dei Solidi Sospesi nella linea TAPI. Il prelievo nel punto ufficiale P22 da parte degli organi di controllo viene effettuato alla presenza di personale della Società R.S.I. in rappresentanza delle Società coinsediate a cui è cointestata la presente autorizzazione. 2.m. Sul punto di prelievo ufficiale P22 (vasca S5) è installato un campionatore automatico gestito dalla Società R.S.I., mentre la misura di portata viene effettuata, tramite misuratore continuo, all interno dei limiti di batteria della Società Ecologia Ambiente, sull ingresso alla linea TAPI. Sempre all interno dei limiti di batteria della linea di trattamento TAPI della Società Ecologia Ambiente provvede, tramite campionatore, al controllo delle sostanze pericolose con cadenza quindicinale.

55 Sezione emissioni e consumi Allegato E 2.n. La planimetria della rete fognaria denominata Identificazione scarichi liquidi di stabilimento (fogna acqua inorganica) - Disegno RSI N. RA-GB-1121-E A rev. 0 del 19/02/2007 allegata al Regolamento di cui al precedente punto 2.g) costituisce parte integrante della presente autorizzazione e va resa disponibile agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo. Viene altresì assunta la planimetria RA-GB-1121-E con l indicazione delle fosse biologiche di trattamento delle acque reflue domestiche. 2.o. Ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi va comunicata alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. 2.p. Nel caso si verifichino imprevisti tecnici ovvero eventi anomali che modificano provvisoriamente il regime e la qualità degli scarichi, ne va data immediata comunicazione alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Nel Regolamento di cui al precedente punto 2.g) sono definite le procedure con cui vengono gestite le verifiche periodiche sui limiti stabiliti nelle omologhe e le eventuali relative non conformità. Nello stesso Regolamento sono altresì codificati i diversi casi riconducibili ad anomalie e/o emergenze che possono determinare impatti sullo scarico finale del depuratore centralizzato. Per tali evenienze, che devono essere comunicate, vengono definiti i criteri e le procedure di intervento. 2.q. Per quanto non disposto con la presente autorizzazione è, in ogni caso fatto salvo quanto previsto dal Regolamento di cui al precedente punto 2.g). SI fa riserva di aggiornare e /o modificare le prescrizioni di cui ai punti 2.c), 2.e) e 2.f) sulla base di eventuali direttive applicative del D.Lgs. n. 152/06. 2.r. Relativamente alla compresenza di acque reflue industriali e di acque reflue meteoriche e dilavamento nella fognatura unitaria che recapita nel punto di consegna S5, viene assunto il progetto definitivo presentato in applicazione della DGR n. 286/05 per l intercettazione e il trattamento delle acque di prima pioggia. Il progetto definitivo è articolato in 2 stralci fra loro complementari di competenza, rispettivamente, di Yara Italia S.p.A. per le aree di propria pertinenza e di Ravenna Servizi Industriali S.C.p.A. (R.S.I.) per le restanti aree del sito multisocietario di competenza di tutte le altre società coinsediate e cointestate nell autorizzazione. La realizzazione degli interventi per la regimazione e il trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia deve essere completata entro il 31/12/2008. Tre mesi prima del completamento degli interventi, a cura di Yara Italia e R.S.I. deve essere trasmessa una nota tecnica ai fini dell eventuale aggiornamento dell autorizzazione. E3) Consumi idrici Il gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale la risorsa idrica, con particolare riguardo alle MTD. Il gestore è tenuto ad effettuare gli autocontrolli dei propri prelievi idrici secondo quanto stabilito nel Piano di Monitoraggio: questo tipo di dati relativi ai consumi idrici saranno inseriti nel rapporto annuale come indicato nell Allegato F- Piano di Monitoraggio, parte integrante della presente autorizzazione. E4) Emissioni sonore La documentazione per la valutazione di impatto acustico complessivamente presentata riguardante gli impianti produttivi dello stabilimento Endura comprende la caratterizzazione acustica delle sorgenti sonore del 2005 seguendo i criteri generali della DGR n. 673/04 e tutti i chiarimenti necessari relativamente agli aspetti inerenti i livelli sonori rilevati sui confini dell area di pertinenza dell azienda, che risultavano eccedere i limiti della Classe VI, non attribuibili agli impianti dell azienda ma ad altre fonti sonore estranee all attività. Da quanto sopraindicato, il rispetto del limite di 70 dba risulta fondamentalmente rispettato per la quasi totalità del confine della proprietà di Endura e pertanto l attività svolta preso la ditta in oggetto non comporta problematiche sotto l aspetto dell inquinamento acustico prodotto. E5) Gestione rifiuti I materiali di scarto prodotti dallo stabilimento devono essere preferibilmente recuperati direttamente nel ciclo produttivo. Qualora ciò non fosse possibile, i corrispondenti rifiuti dovranno essere consegnati a ditte esterne autorizzate per il loro recupero ovvero, in subordine qualora ciò non fosse possibile, il loro smaltimento. La loro classificazione e la loro gestione dovrà avvenire secondo quanto previsto alla Parte IV del D.Lgs. n. 152/06, anche attraverso l utilizzo di determinazioni di carattere analitico. Il gestore è tenuto a verificare che il soggetto a cui consegna i rifiuti sia in possesso delle necessarie autorizzazioni, nonché a gestire i rifiuti secondo quanto previsto in Allegato F - Piano di Monitoraggio, parte integrante della presente autorizzazione. 52

56 Sezione emissioni e consumi Allegato E Con riferimento ai residui pesanti di distillazione derivanti dagli impianti di produzione di PBO e TTM, è consentito lo stoccaggio provvisorio (D15) di tali rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio (altri fondi e residui di reazione - CER ), finalizzato all accumulo di una quantità sufficiente da destinare a smaltimento presso impianti autorizzati. Tale attività di gestione rifiuti pericolosi dovrà essere svolta nel rispetto delle prescrizioni di seguito indicate in continuità con l attuale autorizzazione. Per tutte le altre tipologie di rifiuti prodotti, in attesa del conferimento a terzi per le opportune operazioni di recupero/smaltimento, è consentito il deposito temporaneo nelle preposte aree scoperte individuate nel sito, purché attuato in conformità a quanto previsto dall art. 183, comma 1, lettera m) del D.Lgs. n. 152/06 ovvero nelle procedure gestionali individuate dalle MTD. In particolare, tale deposito temporaneo non dovrà generare in alcun modo contaminazioni delle acque e del suolo; a tal fine dovranno essere evitati sversamenti di rifiuti al di fuori dei preposti contenitori (fusti, bonze, taniche, multibenne e cassoni) e tutte le aree esterne di deposito devono essere pavimentate. Per i rifiuti liquidi (compresi quelli a matrice oleosa) stoccati in fusti o taniche, le preposte aree pavimentate di deposito dovranno altresì essere dotate di idonei sistemi di drenaggio ovvero bacini di contenimento adeguatamente dimensionati. PRESCRIZIONI L attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio dovrà essere svolta nel rispetto delle seguenti prescrizioni: I rifiuti speciali pericolosi per i quali è ammesso lo stoccaggio provvisorio sono esclusivamente i seguenti: Codice CER Descrizione dei rifiuti Altri fondi e residui di reazione I rifiuti di che trattasi possono essere stoccati fino ad una quantità massima istantanea di 40 m 3 ; tale quantità viene stoccata in un serbatoio fuori terra in acciaio inox, di tipo fisso, della capacità totale di 64 m 3. Il serbatoio è dotato di idoneo bacino di contenimento. Il serbatoio per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti speciali pericolosi (denominato S118) è posizionato dentro l area di pertinenza dello stabilimento produttivo, in zona appositamente attrezzata e controllata (Parco Serbatoi). Durante le operazioni di carico e scarico del serbatoio devono essere adottate idonee misure per evitare sversamenti e/o spandimenti dei rifiuti oggetto di stoccaggio. La zona dove è posizionato il serbatoio deve in ogni caso essere dotata di idonei sistemi di intercettazione e contenimento per eventuali sversamenti. Sono fatte salve le indicazioni di cui ai punti 4.1.1, 4.1.2, 4.1.4, 4.1.5, della Delibera Comitato Interministeriale del 27/07/1984. I rifiuti sopraindicati devono essere avviati a smaltimento presso impianti autorizzati. Presso la sede operativa della Ditta deve essere conservato e aggiornato il registro di carico e scarico rifiuti speciali con fogli numerati e bollati dall Ufficio del Registro, in cui dovrà essere annotato il carico e lo scarico dei rifiuti oggetto dello stoccaggio provvisorio, in conformità a quanto previsto dall art. 190 del D.Lgs. n. 152/06. Per tale attività di gestione rifiuti pericolosi la Ditta è tenuta entro 90 giorni dal presente provvedimento, pena la revoca dell autorizzazione alla gestione di rifiuti, ad aggiornare la garanzia finanziaria attualmente in essere facendo riferimento alla presente AIA. La garanzia finanziaria deve avere durata pari a quella della autorizzazione, maggiorata di 2 anni. E6) Consumi energetici Il gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale l energia, con particolare riguardo alle MTD. Il gestore è tenuto ad effettuare gli autocontrolli dei propri consumi energetici, sia elettrici che termici, secondo quanto stabilito nel Piano di Monitoraggio: questo tipo di dati saranno inseriti nel rapporto annuale come indicato nell Allegato F- Piano di Monitoraggio, parte integrante della presente autorizzazione. E7) Preparazione all emergenza Con riferimento al Sistema di Gestione Ambientale (SGA) già adottato dalla Ditta, tutte le emergenze dovranno essere gestite secondo le procedure individuate nel suddetto Sistema, compresa la preparazione del personale; a tale scopo con cadenza annuale andrà aggiornato il SGA. In caso di emergenza ambientale, il gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo contenimento del danno informando dell accaduto la Provincia di Ravenna e l ARPA, telefonicamente e via fax; successivamente il gestore è tenuto ad effettuare gli opportuni interventi di bonifica. E8) Dismissione e ripristino del sito 53

57 Sezione emissioni e consumi Allegato E Endura S.p.A. è una società di chimica fine fondata nel 1980, operante nel settore dei principi attivi e sinergici per insetticidi per uso domestico; le conoscenze dell Azienda in questo settore sono l eredità di oltre 40 anni di lavoro svolto nel campo della chimica fine e degli intermedi dove la ricerca e lo sviluppo per nuove molecole, per nuovi processi e per l ottimizzazione tesa al miglioramento continuo, hanno avuto ed hanno un ruolo di primaria importanza. Attualmente la Società Endura è il principale fornitore mondiale di uno di questi prodotti e, nell ottica di consolidare la propria posizione sul mercato, ha sviluppato un nuovo processo e costruito un nuovo impianto (anno 2000/2001) per la produzione di PBO all interno dell area chimica e industriale di Ravenna. Il rafforzamento della sua posizione sul mercato ha consentito anche di realizzare nel corso del 2003/2004 un secondo impianto finalizzato alla produzione di TTM, un principio attivo per insetticidi, nel medesimo impianto a partire dall anno 2006 viene effettuata a campagne anche la produzione di PPA, prodotto intermedio nella produzione di fragranze. Nel corso del 2004 è stato altresì costruito e avviato anche un Impianto Pilota, utilizzato in modo versatile per condurre sperimentazioni su scala semi-industriale. L inserimento della sede produttiva all interno dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna è risultato di importanza strategica per Endura, che si colloca in un centro produttivo dotato di tutte le caratteristiche necessarie ad una chimica moderna, sensibile e rispettosa della tutela dell ambiente e della sicurezza dell uomo. Essendo lo stabilimento chimico Endura di Ravenna estremamente giovane, non appare realistico delineare oggi un piano di ripristino e reinserimento del sito: al tempo di un eventuale futuro intervento di ripristino ambientale dell area, gli impianti e le strutture potrebbero aver subito modifiche e integrazioni oggi non prevedibili, in risposta ad esigenze funzionali e a vincoli normativi futuri. All atto della cessazione dell attività, il sito su cui insiste l impianto chimico Endura dovrà essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del suolo e del sottosuolo ovvero degli eventi accidentali che si siano manifestati durante l esercizio. In ogni caso il gestore dovrà provvedere a: lasciare il sito in sicurezza; svuotare vasche, serbatoi, contenitori, reti di raccolta acque reflue (canalette, fognature) provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento del contenuto; rimuovere tutti i rifiuti provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento degli stessi. Prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, la Ditta dovrà comunicare alla Provincia di Ravenna un cronoprogramma di dismissione approfondito, relazionando sugli interventi previsti. 54

58 Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E1 ALLEGATO E1 Schema Sistema Fognario dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna Scarichi idrici parziali della Società Endura S.p.A. verso l impianto centralizzato di trattamento della Società Ecologia Ambiente s.r.l. 55

59 Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E2 ALLEGATO E2 TABELLA 1 Limiti di rilevabilità dei metodi analitici per le sostanze pericolose presenti nello scarico (pozzetto OC20) delle acque reflue industriali organiche della Società Endura S.p.A. Sostanza pericolosa Limite di rilevabilità [mg/l] Zinco 0,02 Fenoli 0,01 Solventi organici aromatici 0,001 Solventi organici azotati 0,05 Solventi clorurati (diclorometano) 0,005 Idrocarburi totali 0,05 Toluene 0,001 1,2-Diclorometano 0,005 TABELLA 2 Limiti di rilevabilità dei metodi analitici per le sostanze pericolose presenti nello scarico (vasca S5) delle acque reflue industriali inorganiche delle Società Coinsediate Sostanza pericolosa Limite di rilevabilità [mg/l] Arsenico 0,01 Cromo totale 0,01 Piombo 0,02 Rame 0,01 Selenio 0,005 Zinco 0,02 Fenoli 0,01 Solventi organici aromatici 0,001 Idrocarburi totali 0,05 1,2-Diclorometano 0,005 Triclorometano 0,005 IPA 0,0001 Cloruro di vinile (cloroetene) 0,005 1,1,2-Tricloroetano 0,005 Composti organoalogenati 0,005 MTBE 0,004 1,1-Dicloroetano 0,005 56

60 Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E3 ALLEGATO E3 Planimetria della rete fognaria delle acque di processo organiche dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna - Società Endura S.p.A. (Isola 4) 57

61 Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E4 ALLEGATO E4 Planimetria della rete fognaria delle acque di processo inorganiche dello Stabilimento Multisocietario di Ravenna - Società Endura S.p.A. (Isola 4) 58

62 SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO ORGANICHE Società Endura S.p.A. (pozzetto OC20) Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E5 ALLEGATO E5 59

63 SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO INORGANICHE Flusso Cointestato (vasca S5) Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E6 ALLEGATO E6 60

64 61 Allegati al punto E2) Emissioni in acqua Allegato E6

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