KIT DI GENERE NORMATIVA DI PARITA ORGANISMI ISTITUZIONALI DI PARITÀ INTERNAZIONALI, EUROPEI E NAZIONALI ITALIANI.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "KIT DI GENERE NORMATIVA DI PARITA ORGANISMI ISTITUZIONALI DI PARITÀ INTERNAZIONALI, EUROPEI E NAZIONALI ITALIANI."

Transcript

1 KIT DI GENERE NORMATIVA DI PARITA ORGANISMI ISTITUZIONALI DI PARITÀ INTERNAZIONALI, EUROPEI E NAZIONALI ITALIANI. Gli organismi di parità sono strumenti di osservazione, discussione e promozione di politiche di uguaglianza fra i generi (donna - uomo) e fra le diversità (culturali, disabilità, orientamento sessuale, razza). Si tratta di istituzioni di riferimento e garanzia per la difesa dei diritti delle donne, volte a tutelare la parità di trattamento tra uomini e donne che fanno la loro comparsa a partire dagli anni ottanta, da allora la loro diffusione e importanza è cresciuta. Organismo Commissione sulla Condizione delle Donne (CSW) Divisione per l'avanzamento delle donne (Division for the Advancement of Women o DAW) Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne (United Nations Development Fund for Women- UNIFEM) ORGANISMI INTERNAZIONALI Funzioni Il Consiglio Economico e Sociale dell'onu (ECOSOC) nel 1946 istituisce la Commissione sulla Condizione delle Donne (CSW), un organismo parallelo alla Commissione sui Diritti Umani, con il compito di promuovere iniziative atte a realizzare sul piano concreto i diritti umani delle donne e di monitorare la situazione femminile a livello mondiale. Tra i più importanti risultati ascrivibili alla CSW va menzionata la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW, 1979) e il successivo Protocollo applicativo (1999). L'istituzione della CSW rappresenta il primo atto di una prospettiva di genere sui diritti umani, vale a dire che la condizione femminile viene considerata nella specificità delle sue problematiche, alle quali occorre dare soluzione con interventi mirati e risposte specifiche. La DAW fa parte del Segretariato delle Nazioni unite, all interno del Dipartimento per gli Affari Sociali. Fu istituita nel 1946 come Sezione sulla Condizione delle Donne (Commissione funzionale dell ECOSOC), incorporata nella Divisione dei Diritti Umani del Dipartimento degli Affari Sociali. Dal 1996, in seguito alla Conferenza di Pechino, la Divisione è parte del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali e sostiene il miglioramento della condizione delle donne del mondo e il raggiungimento di pari opportunità, promuovendone la partecipazione in ogni campo e ad ogni livello. Il Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne (United Nations Development Fund for Women- UNIFEM) è un organismo delle Nazioni Unite preposto alla tutela dei diritti umani e alla promozione della partecipazione delle donne nella sfera politica e economica. Trattasi di un fondo delle Nazioni Unite, dipendente dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, che offre assistenza finanziaria e 49

2 Istituto Internazionale per la Ricerca e la Formazione per il Progresso delle Donne (International Research and Training Institute for the Advancement of Women INSTRAW) Comitato CEDAW tecnica per i programmi e le strategie che promuovono i diritti umani di donne, l'emancipazione femminile, la partecipazione politica, la sicurezza economica, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e lo sviluppo della parità tra i sessi.il Fondo è stato creato nel 1976, con la risoluzione 31/133 dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, come programma decennale sperimentale delle Nazioni Unite, reso permanente nel 1986.La sede dell'organizzazione è a New York e può contare su 16 comitati nazionali. L ISTRAW fu fondato nel 1976 dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite in seguito ad una raccomandazione della Conferenza Mondiale sulle Donne tenutasi a Città del Messico l anno precedente. Istituito in seguito nel 1979, è il principale Istituto delle Nazioni Unite preposto alla ricerca; allo sviluppo delle capacità e delle competenze (cosiddetto capacity- development); alla gestione e formazione delle conoscenze (cosiddetto knowledge management) per raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. Gli approcci partecipativi ed innovativi di quest'istituto alla ricerca hanno prodotto dati di genere disaggregati ed esiti che sono serviti a migliorare la progettazione di programmi di training e sviluppo delle competenze, oltre che a potenziare le capacità delle parti interessate per indirizzare ed integrare efficacemente le prospettive di genere in tutte le politiche, i programmi ed i progetti in materia. UN- INSTRAW collabora con governi, con il Sistema delle Nazioni unite, società civile ed il mondo accademico. La Convenzione CEDAW, sin nella sua prima formulazione del 18 Dicembre 1979, prevede l'istituzione di un Comitato sull'eliminazione delle discriminazioni contro le donne, con il compito di verificare lo stato di applicazione delle norme contenute nella Convenzione. Il Comitato è stato istituito nel Il Comitato CEDAW è composto da esperte nel campo dei diritti delle donne, provenienti da 23 paesi ed elette a scrutinio segreto da una lista di candidature presentate dagli Stati parte. Nelle elezioni si tiene conto dell'esigenza di garantire equità sia nella distribuzione geografica delle elette, sia nella presenza all'interno del Comitato di civiltà e ordinamenti giuridici diversi. Le 23 componenti del Comitato svolgono le loro funzioni a titolo personale, non in qualità di delegate o rappresentanti del proprio Paese d'origine. Ci sono due aspetti in cui il Comitato è diverso dagli altri organismi ONU che hanno il compito di verificare l'applicazione di trattati o convenzioni internazionali. In primo luogo, sin dalla sua costituzione nel 1982, tutte le sue componenti sono sempre state donne, tranne in un caso. In secondo luogo, mentre la maggior parte degli organismi ONU preposti alla supervisione dei trattati sono composti prevalentemente di giuristi, il Comitato CEDAW comprende esperte di 50

3 OSAGI (Official of the Special Advisor on Gender Issues) L IANWGE (Rete Interistituzionale sulle Donne e l Uguaglianza di Genere) Entità delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne (United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women o UN Women) The UN Internet Gateway on the Advancement and Empowerment of Women svariate discipline: ne hanno fatto parte economiste, diplomatiche, sociologhe. Entrambi questi fattori hanno contribuito ad una interpretazione dinamica e creativa delle proprie funzioni da parte del Comitato. L OSAGI, Ufficio del consigliere speciale per il segretario generale dell Onu sulle questioni di genere e sul progresso femminile, attivo dal 1997, è parte del Segretariato delle Nazioni unite ed ha come compito principale la promozione e il rafforzamento dell applicazione del gender mainstreaming in ogni settore delle Nazioni Unite. Sviluppa strategie, strumenti e materiali informativi e lavora per far sì che una prospettiva di genere sia pienamente integrata in ogni politica delle Nazioni Unite. L obiettivo principale è di stimolare tutti gli enti interni alle Nazioni Unite a considerare la prospettiva di genere nei loro programmi di lavoro. L IANWGE, la cui forma embrionale risale al 1975, in realtà fu formalmente istituita nel 2001 in seguito ad una revisione dell ACC (Comitato Amministrativo sul Coordinamento) sui ruoli e le funzioni del Comitato e sulla sua organizzazione supplementare. La IANWGE è una rete di centri di riferimento sulla prospettiva di genere presenti negli uffici delle Nazioni Unite, nelle agenzie specializzate, presso gli uffici dei fondi e dei programmi internazionali. Il compito fondamentale di questo network è quello di assicurare il coordinamento la cooperazione sulla promozione dell equità di genere all interno di tutto il sistema delle Nazioni Unite. UN Women, l Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti delle donne ha lo scopo di rendere più efficiente e incisiva l azione dell ONU per promuovere l uguaglianza di genere e l emancipazione femminile nel mondo. Nasce dalla fusione di quattro precedenti organismi delle Nazioni Unite: UNIFEM Fondo di sviluppo Onu per le donne, DAW Divisione per il progresso della Donna, INSTRAW Istituto di Ricerca Internazionale e Formazione per il progresso femminile e OSAGI. Lavora per favorire il processo di crescita e sviluppo della condizione delle donne e della loro partecipazione pubblica. UN Women è diventato operativo nel gennaio del L'ex presidente del Cile Michelle Bachelet ne è stata la prima direttrice esecutiva; il 10 luglio del 2013 la carica è passata a Phumzile Mlambo- Ngcuka. Nel sito dell'osservatorio sulle donne delle Nazioni Unite si trovano informazioni e relazioni sull'attività dell'un in favore dell'avanzamento e dell'empowerment delle donne. 51

4 Organismo ORGANISMI EUROPEI Funzioni 52

5 Comitato consultivo per la parità di opportunità fra donne e uomini Commissione per i diritti della donna e l'eguaglianza di genere del Europeo Parlamento Istituito nel 1981, il Comitato assiste la Commissione nell'elaborazione e nella messa in opera delle azioni volte a promuovere l'uguaglianza di genere e a favorire lo scambio permanente di esperienze, politiche e prassi pertinenti in materia tra gli stati membri e tra i vari attori interessati. È composto da 40 membri e resta in carica 3 anni, il cui mandato ha una durata di tre anni rinnovabile, così suddivisi:! 1 rappresentante per stato membro proveniente dai ministeri o dai servizi incaricati a livello nazionale della promozione della parità, designato dal governo interessato;! 1 rappresentante per stato dei comitati o organismi nazionali incaricati specificamente del lavoro delle donne e/o della parità delle opportunità, nominato dalla commissione;! 5 rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro a livello comunitario e 5 rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori, nominati dalla commissione su proposta delle parti sociali. Due rappresentanti della lobby europea delle donne partecipano, in qualità di osservatori, alle riunioni del comitato; inoltre, possono essere ammessi a titolo di osservatori i rappresentanti di organizzazioni internazionali, professionali o associative che ne facciano domanda motivata. Il comitato si riunisce presso la sede della Commissione, su convocazione di quest'ultima, come minimo due volte l'anno. i rappresentanti della commissione partecipano di diritto alle riunioni del comitato e dei gruppi di lavoro. Il presidente può invitare a partecipare ai lavori del comitato, in qualità di esperto, qualsiasi persona avente una competenza specifica su un argomento iscritto all'ordine del giorno. Le deliberazioni del Comitato riguardano le domande di parere formulate dalla Commissione e sui pareri che esso emette di propria iniziativa. La Commissione per i Diritti della donna è nata inizialmente come Commissione d Inchiesta sulla condizione delle donne in Europa (fu la prima commissione d inchiesta nella storia dell assemblea europea) e venne poi ufficialmente istituzionalizzata nel La Commissione ha vasti compiti che riguardano quasi tutte le politiche comunitarie. Si occupa di definire, promuovere e tutelare i diritti delle donne dell'unione nell'ambito dell'attività parlamentare. Il suo parere è richiesto da altre commissioni ogni volta si tratti di argomenti attinenti la vita delle donne. La Commissione è competente per le questioni che si riferiscono:! alla definizione, evoluzione e attuazione dei diritti della donna nell'ue, nonché alla promozione dei diritti della donna nei paesi terzi;! alla realizzazione e al perseguimento del principio delle pari opportunità in tutti i settori;! alla messa a punto e valutazione di tutte le politiche e i 53

6 Lobby Europea delle Donne Direzione Generale (DG) occupazione, affari sociali e pari opportunità dell'unione Europea programmi a favore delle donne;! al seguito e alla messa a punto di accordi e convenzioni internazionali che riguardano i diritti della donna (Onu, etc.);! alla politica di informazione e agli studi relativi alle donne;! alla politica delle pari opportunità (art. 141 del trattato Ce) inclusa l'uguaglianza fra uomo e donna per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro e il trattamento sul lavoro;! al controllo della corrispondenza delle spese eseguite alla loro destinazione, sulla base dei rapporti periodici forniti dalla Commissione europea. La Lobby Europea delle Donne nasce nel 1990 e rappresenta il più ampio coordinamento di organizzazioni europee di donne, di organizzazioni non governative, movimenti, gruppi femministi e femminili dell Unione Europea presenti sia a livello governativo/istituzionale che privato. Il termine Lobby esprimeva ed esprime ciò per cui è stato scelto e cioè la necessità di influenzare e far pressione sulle istituzioni politiche europee e nazionali. La DG ha lo scopo di costruire una buona società solidale, in grado di offrire pari opportunità per tutte/i di creare nuovi e migliori posti di lavoro, aumentando la qualità delle condizioni lavorative. Promuove l'uguaglianza di genere nella legislazione, nei programmi e nelle decisioni della Commissione Europea in tutte le sfere d'azione della comunità (in attuazione degli artt. 2 e 3 del trattato europeo (mainstreaming), dell'art. 141 (uguaglianza sul lavoro) e dell'art. 13 (lotta alle discriminazioni). 54

7 Direzione generale per i diritti umani del Consiglio d'europa Istituto Europeo per l'uguaglianza di Genere Rete europea sul Gender Mainstreaming La struttura comprende al suo interno un comitato di pilotaggio per l'uguaglianza di genere, composto da responsabili governativi e alte personalità nominate dagli stati membri, con il compito di proporre misure giuridiche e strumenti operativi agli organismi del consiglio e alle autorità nazionali. L'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere è un'agenzia dell'unione europea con sede a Vilnius, che ha iniziato la sua attività nel È stato istituito dal Consiglio dell'unione europea nel Compito dell'istituto è promuovere la parità tra i sessi e combattere le discriminazioni di genere.l Istituto ha il compito di aiutare le istituzioni europee e gli Stati membri a integrare il principio di uguaglianza nelle loro politiche e a lottare contro la discriminazione fondata sul sesso. La Rete ha l'obiettivo di condividere e promuovere tra tutti i Paesi dell'unione europea lo scambio di informazioni, esperienze, risultati e buone prassi per migliorare l'accesso delle donne al mercato del lavoro e il rapporto fra la vita professionale e la sfera privata. La Rete è composta dai seguenti Paesi: Svezia (leader); Austria; Belgio; Estonia; Finlandia; Francia; Germania; Grecia; Italia; Polonia; Portogallo; Repubblica Ceca; Spagna. L'Italia è rappresentata dal Dipartimento per le Pari Opportunità insieme al Minsitero del Lavoro e delle Politiche sociali. L'Isfol, in qualità di organismo intermedio - attraverso la Struttura di supporto alla cooperazione transnazionale - fornisce supporto, contribuendo alle attività e al dibattito sulla base dell'esperienza maturata durante la partecipazione alle reti transnazionali dell'ic Equal. Sulla base dell esperienza di networking a livello transnazionale e interregionale sviluppata nel corso dell'iniziativa comunitaria Equal, la rete intende integrare la dimensione di genere nelle politiche occupazionali e di inclusione UE attraverso l'utilizzo del FSE con lo scopo di coinvolgere stakeholder nazionali, ampliare il dibattito europeo, la diffusione e la condivisione di strategie comuni. Il network è stato presentato il 10 febbraio 2010 a Bruxelles, alla presenza della Commissione europea, che ha evidenziato l'importanza di un approccio integrato e trasversale delle politiche di genere e delle pari opportunità a tutte le politiche pubbliche. 55

8 ORGANISMI NAZIONALI ITALIANI ORGANISMO FUNZIONI Comitato Nazionale di Parità Il "Comitato Nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici", istituito con Decreto Ministeriale (DM) del 02 Dicembre 1983 e successivamente con Legge n. 125 del 10 aprile 1991, nasce come organismo consultivo a supporto dell azione del Presidente del Consiglio. Persegue gli obiettivi di garantire la rimozione delle discriminazioni e di ogni ostacolo di fatto limitativo della effettiva uguaglianza in materia di lavoro fra cittadini anche di sesso diverso e di promuovere l'accesso al lavoro e la progressione professionale delle donne. E collocato presso il Ministero del Lavoro. E composto dal Ministro del Lavoro, che ne è presidente, dal Consigliere di parità (nominato dal Ministro del Lavoro) e che fa parte della Commissione Centrale per l Impiego, più i rappresentanti dei sindacati e degli imprenditori, delle associazioni e dei movimenti femminili. Formula proposte, informa e sensibilizza l opinione pubblica, promuove l adozione di azioni positive, esprime pareri sui progetti in itinere, elabora codici di comportamento, propone soluzioni a controversie collettive, può richiedere all Ispettorato del lavoro di acquisire informazioni presso i luoghi di lavoro sulla situazione occupazionale; promuove un adeguata rappresentanza di donne negli organismi pubblici competenti in materia di lavoro. Consigliera Nazionale di La consigliera o il consigliere nazionale di parità, istituita con parità Legge n.863 del 19 Dicembre 1984 e successivamente con Legge n. 125 del 10 Aprile 1991 e con Decreto Legge n. 196 del 23 Maggio 2000, è un pubblico ufficiale nominata/o sia a livello nazionale (dove sono componenti del Comitato nazionale di parità) sia a livello regionale o provinciale (inseriti in organismi istituzionali in materia di lavoro). Svolge funzioni di promozione dell occupazione femminile e di garanzia contro le discriminazioni, e promuove le azioni in giudizio contro le discriminazioni di genere sul lavoro (ha l'obbligo di segnalare all'autorità giudiziaria i reati di cui viene a conoscenza). Il meccanismo istituzionale delle pari opportunità ha inoltre potenziato nel tempo anche la sua articolazione territoriale. Numerosi enti locali, in particolare Comuni e Provincie, hanno infatti istituito Commissioni e consulte, nonché assessorati alle pari opportunità, o assessorati con compiti più ampi, quali le Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna Politiche Sociali, e delega alle Pari Opportunità. La Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna, istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) del 12 Giugno 1984 e successivamente con Legge n. 164 del 22 Giugno 1990 e Legge n. 137 del 06 Luglio

9 Comitato per l imprenditoria femminile Ministero per le Pari Opportunità (art. 13), nasce come organismo consultivo e di orientamento rispetto alle attività per realizzare la parità fra i sessi e le pari opportunità tra uomini e donne. Svolge un importante azione di sensibilizzazione e di promozione per l adeguamento della legislazione e per l abolizione della segregazione sia orizzontale che verticale. E collocata presso la Presidenza del Consiglio. E composta da 30 donne rappresentanti di partiti politici, parti sociali, associazionismo femminile e altri soggetti della società civile. Fino al 1996, pur essendo un organismo solo consultivo, ha di fatto rappresentato il punto di coordinamento e riferimento per le attività di governo in materia di pari opportunità e ha garantito la presenza e l iniziativa dell Italia sia alla Conferenza di Pechino che nelle altre sedi internazionali di discussione e iniziativa per le donne. Il comitato per l imprenditoria femminile, istituito con la Legge n.215 del 25 febbraio 1992 presso il Ministero dell Industria, è stato creato a sostegno della legge 215/92 per promuovere l uguaglianza sostanziale e le pari opportunità per uomini e donne nell attività economica e imprenditoriale. Il Comitato ha compiti di indirizzo e di programmazione generale degli interventi della legge 215 e delle azioni positive per promuovere l imprenditorialità femminile. Nell Aprile del 1996 la Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità si è posta l obiettivo di realizzare una presenza femminile ad alto livello nel Governo ed ha chiesto al Presidente del Consiglio incaricato, Prodi, la nomina di un/a ministro/a senza portafogli o, in subordine, di un/a sottosegretario/a di Stato: ciò è avvenuto il 18 maggio 1996 con la designazione dell on. Anna Finocchiaro a ministra delle pari opportunità. La delega di funzioni attribuita alla ministra per le pari opportunità, non riguarda aree e o materie in senso specifico o settoriale, ma funzioni di mainstreaming che interessano la politica del governo nel suo complesso: ciò significa che la ministra è legittimata a interloquire con tutti gli altri ministeri e con tutti i settori della pubblica amministrazione per la realizzazione di obiettivi concordati. La delega di poteri rispecchia e realizza l idea della competenza trasversale attraverso istituti innovativi, come l attribuzione alla ministra di un potere di veto sugli atti dei singoli ministri, che ha la funzione di provocare un ulteriore discussione del Consiglio dei Ministri sull atto contestato. Altra novità contenuta nella delega è la facoltà, attribuita alla ministra, di coadiuvare il Presidente del Consiglio elle decisioni concernenti nomine di sua spettanza. Grazie all impegno della ministra per le pari opportunità, il 7 marzo 1997 è stato approvato il Piano d azione nazionale italiano 57

10 Dipartimento per le Pari Opportunità Commissione per la Parità e le pari opportunità presso il Senato Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le per l applicazione della Piattaforma di Pechino, nella forma di una Direttiva del Presidente del Consiglio. La Direttiva si rivolge a tutte le amministrazioni statali e costituisce atto di indirizzo politico nei confronti di quelle locali, impegnandole al raggiungimento degli obiettivi proposti attraverso iniziative autonome. Con la riforma della Presidenza del Consiglio D.l. 303/1999 modifiche alla riforma Bassanini del 1993) le funzioni delegate dal Presidente alla ministra per le pari opportunità sono state ridefinite ed ampliate: Il Presidente promuove e coordina le azioni di governo volte ad assicurare pari opportunità, a prevenire e rimuovere le discriminazioni, nonché a consentire l indirizzo, coordinamento e monitoraggio della utilizzazione dei relativi fondi europei. Ad Anna Finocchiaro si sono succedute Laura Balbo, Katia Bellillo, Stefania Prestigiacomo, Barbara Pollastrini, Mara Carfagna, Elsa Fornero e Josefa Idem (2013). Matteo Renzi, attuale presidente del Consiglio dei Ministri, non ha designato una ministra per le pari opportunità, ha invece nominato Giovanna Martelli in qualità di Consigliera del Presidente del Consiglio per le Pari Opportunità. Giovanna Martelli segue le politiche di genere, l'affermazione dei diritti civili, il contrasto alle discriminazioni e la tratta degli esseri umani per il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Dipartimento per le Pari Opportunità, è stati istituito il 28 ottobre 1997 con decreto del Presidente del Consiglio, n. 405, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e costituisce la struttura amministrativa di supporto per il lavoro della ministra per le pari opportunità. Il Dipartimento ha compiti di indirizzo, proposta e coordinamento delle attività conoscitive e di verifica, delle iniziative di studio e di ricerca e delle politiche di intervento in materia di pari opportunità; indirizzo e coordinamento delle amministrazioni centrali e locali per assicurare la corretta attuazione e verifica delle normative e degli orientamenti governativi. Per coordinare meglio le iniziative nei diversi settori, il Dipartimento ha istituito degli organismi interdisciplinari, e interagisce con numerose sedi di pianificazione e programmazione e con altri enti pubblici per garantire l integrazione di un punto di vista di genere in tutte le politiche da essi attuate. La Commissione per la Parità e le pari opportunità presso il Senato è stata istituita nel marzo del 1999 ed è composta da senatrici e dipendenti di tutte le categorie. Il "Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni" (C.U.G.), istituito con la Legge n. 183 del 04 Novembre 2010 (art.21), sostituisce e unifica i preesistenti 58

Comune di Como REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITÀ FRA UOMO E DONNA

Comune di Como REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITÀ FRA UOMO E DONNA Comune di Como REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITÀ FRA UOMO E DONNA INDICE Art. 1 Istituzione della Commissione Art. 2 Finalità Art. 3 Compiti Art. 4 Composizione Art. 5 Funzionamento

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO COMUNE DI FLERO PROVINCIA DI BRESCIA REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL C.U.G. (COMITATO UNICO PER LE PARI OPPORTUNITÀ, LA VALORIZZAZIONE DEL BENESSERE DI CHI LAVORA E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

ACCORDO DI COOPERAZIONE

ACCORDO DI COOPERAZIONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA ACCORDO DI COOPERAZIONE tra COMITATO UNICO DI GARANZIA e CONSIGLIERA DI PARITÀ REGIONALE ACCORDO DI COOPERAZIONE tra Il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità,

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. Tra

PROTOCOLLO D INTESA. Tra PROTOCOLLO D INTESA Tra UNAR Ufficio Nazionale per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull origine etnica PROVINCIA DI MANTOVA E COMUNE

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

*Perché parliamo di. genere e salute. augusta.angelucci@alice.it

*Perché parliamo di. genere e salute. augusta.angelucci@alice.it *Perché parliamo di genere e salute augusta.angelucci@alice.it La conferenza di PechIno 1995 ha a introdotto i principi di : EMPOWERMENT E GENDER MAINSTREAMING 28/10/15 La Conferenza ha adottato la Piattaforma

Dettagli

C O M U N E D I O L B I A REGOLAMENTO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA

C O M U N E D I O L B I A REGOLAMENTO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA C O M U N E D I O L B I A REGOLAMENTO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA REGOLAMENTO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA Art. 1 ( Istituzione, scopi e finalità della commissione) 1. La realizzazione delle pari opportunità

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONFERENZA COMUNALE PERMANENTE DELLE ASSOCIAZIONI E DEI CITTADINI PER LA PACE

REGOLAMENTO DELLA CONFERENZA COMUNALE PERMANENTE DELLE ASSOCIAZIONI E DEI CITTADINI PER LA PACE Comune di Casalecchio di Reno Provincia di Bologna REGOLAMENTO DELLA CONFERENZA COMUNALE PERMANENTE DELLE ASSOCIAZIONI E DEI CITTADINI PER LA PACE Approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 2005

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

statuto Testo approvato dalla XXXI Assemblea Generale congressuale Roma, 1 dicembre 2004

statuto Testo approvato dalla XXXI Assemblea Generale congressuale Roma, 1 dicembre 2004 statuto Testo approvato dalla XXXI Assemblea Generale congressuale Roma, 1 dicembre 2004 Art. 1 DENOMINAZIONE E SEDE È costituita dal 1908 l Unione delle Province d Italia (U.P.I.). Essa ha sede in Roma.

Dettagli

REGOLAMENTO CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA

REGOLAMENTO CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA COMUNE DI CARRARA Decorato di Medaglia d Oro al Merito Civile REGOLAMENTO CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA Approvato in data con deliberazione consiliare n. Premesso che la Legge 5 Febbraio 1992 n.

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012

REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012 REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012 Entrato in vigore il 2.11.2012 INDICE Art. 1 Istituzione Art. 2 Finalità Art.

Dettagli

CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO. La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente

CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO. La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO ART. 1 ISTITUZIONE CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani e Conservatorio di Musica di Stato di Trapani Antonio Scontrino PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia

Dettagli

COMUNE DI LONDA Provincia di Firenze REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI

COMUNE DI LONDA Provincia di Firenze REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale N. 35 del 29.04.2010 1 INDICE ART. 1: Oggetto del regolamento ART. 2: Valorizzazione della partecipazione

Dettagli

Provincia di Cremona

Provincia di Cremona Provincia di Cremona REGOLAMENTO DELLA CONSULTA PROVINCIALE PER IL COORDINAMENTO DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI CREMONA Approvato con Delibera di Consiglio Provinciale N 17 del

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA REGOLAMENTO DEL 18 LUGLIO 2014 Regolamento per l organizzazione e il funzionamento della Unità di Informazione Finanziaria per l Italia (UIF), ai sensi dell art. 6, comma 2, del d.lgs. 21 novembre 2007,

Dettagli

Soroptimist International d'italia

Soroptimist International d'italia PROTOCOLLO D'INTESA TRA Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) E Soroptimist International d'italia (di seguito denominato Soroptimist) "Promuovere l'avanzamento

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE approvato con approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 18 del 14/02/2005 Pagina 1 di 5 Art. 1 ISTITUZIONE Il Comune di Bari istituisce la

Dettagli

Europa per i cittadini 2007-2013

Europa per i cittadini 2007-2013 Europa per i cittadini 2007-2013 Il Programma ha come scopo primario la promozione della cittadinanza europea attiva, ovvero il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle organizzazioni della società

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI

REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI C O M U N E D I D E R U T A PROVINCIA DI PERUGIA REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI CAPO I NORME ISTITUTIVE E ATTRIBUZIONI. Art. 1 Istituzione.. Art. 2 Attribuzioni.. CAPO II ORGANI DELLA

Dettagli

REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEL VOLONTARIATO

REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEL VOLONTARIATO REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEL VOLONTARIATO Approvato con deliberazione del C.C. n. 25 del 29/05/2013 Foglio 2/6 L Amministrazione Comunale di Settimo Milanese, al fine di riconoscere e valorizzare

Dettagli

Norme relative alla costituzione della Commissione regionale per le parità e le pari opportunità tra uomo e donna.

Norme relative alla costituzione della Commissione regionale per le parità e le pari opportunità tra uomo e donna. Page 1 of 7 Leggi Regionali d'italia L.R. 26-11-1991, n. 27 Norme relative alla costituzione della Commissione regionale per le parità e le pari opportunità tra uomo e donna. Pubblicata nel B.U. Basilicata

Dettagli

DICHIARAZIONE CONGIUNTA FRA IL MINISTRO DELLA SOLIDARIETA SOCIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

DICHIARAZIONE CONGIUNTA FRA IL MINISTRO DELLA SOLIDARIETA SOCIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA DICHIARAZIONE CONGIUNTA FRA IL MINISTRO DELLA SOLIDARIETA SOCIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA ed IL MINISTRO DEL LAVORO, DELLA FAMIGLIA E DELLE PARI OPPORTUNITA DELLA ROMANIA IN MATERIA DI PROMOZIONE DELL

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo

Dettagli

COMUNE DI GONNOSNO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2013/2015

COMUNE DI GONNOSNO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2013/2015 COMUNE DI GONNOSNO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2013/2015 Approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 64 del 18/10/2013 Fonti Normative: La parità tra donne e uomini

Dettagli

STATUTO ASSOCIAZIONE DELLE SCUOLE AUTONOME DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ASA.BO

STATUTO ASSOCIAZIONE DELLE SCUOLE AUTONOME DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ASA.BO STATUTO ASSOCIAZIONE DELLE SCUOLE AUTONOME DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ASA.BO FINALITÀ E SCOPI Art. 1 L Associazione è costituita al fine di sostenere le scuole aderenti nel raggiungimento dei fini istituzionali

Dettagli

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO 1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)

Dettagli

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA per la non discriminazione e le pari opportunità attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla mobilità e all accessibilità PREMESSO TRA Comune di Terni Provincia di Terni l

Dettagli

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1. DISEGNO DI LEGGE presentato dal Ministro dell università e della ricerca (MUSSI) di concerto col Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione (NICOLAIS) e col Ministro dell economia

Dettagli

Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè. Adozione testo definitivo del 02/05/2014

Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè. Adozione testo definitivo del 02/05/2014 Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè Adozione testo definitivo del 02/05/2014 Art.1 RIFERIMENTI ALLO STATUTO COMUNALE 1 Il presente Regolamento si ispira al Titolo III

Dettagli

ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυι οπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδ

ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυι οπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδ ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ωερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψ υιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασ δφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδφγηϕκ λζξχϖβνµθωερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖ βνµθωερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθω

Dettagli

REGOLAMENTO DEL CENTRO STUDI INTERDIPARTIMENTALE SULLA CRIMINALITÁ INFORMATICA (CSICI)

REGOLAMENTO DEL CENTRO STUDI INTERDIPARTIMENTALE SULLA CRIMINALITÁ INFORMATICA (CSICI) REGOLAMENTO DEL CENTRO STUDI INTERDIPARTIMENTALE SULLA CRIMINALITÁ INFORMATICA (CSICI) Art. 1 (Costituzione) Il Centro Studi Interdipartimentale sulla Criminalità Informatica (CSICI) è costituito con Deliberazione

Dettagli

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 40 del 30 ottobre 2012 1 REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

Dettagli

SALUTE SUL LAVORO E BENESSERE ORGANIZZATIVO: OBBLIGHI ED OPPORTUNITÀ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. IL RUOLO DEI CUG

SALUTE SUL LAVORO E BENESSERE ORGANIZZATIVO: OBBLIGHI ED OPPORTUNITÀ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. IL RUOLO DEI CUG SALUTE SUL LAVORO E BENESSERE ORGANIZZATIVO: OBBLIGHI ED OPPORTUNITÀ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. IL RUOLO DEI CUG Aldo Monea Avvocato e professore univers. a contratto Brescia, 23 settembre 2011

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Legge accesso disabili agli strumenti informatici Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata

Dettagli

DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo.

DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo. DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo. Consiglio dei Ministri: 05/04/2007 Proponenti: Esteri ART. 1 (Finalità

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA N. 1380 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori DE POLI, BUTTIGLIONE, CICCANTI e TREMATERRA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA L 8 MARZO 2007 Istituzione del Garante nazionale

Dettagli

Colmare il divario di retribuzione tra donne e uomini. http://ec.europa.eu/equalpay

Colmare il divario di retribuzione tra donne e uomini. http://ec.europa.eu/equalpay Colmare il divario di retribuzione tra donne e uomini Sommario Cos è il divario di retribuzione tra donne e uomini? Perché persiste il divario di retribuzione tra donne e uomini? Quali azioni ha intrapreso

Dettagli

Ministero della Salute

Ministero della Salute PROTOCOLLO D INTESA TRA IL MINISTRO DELLA SALUTE E IL MINISTRO PER LE POLITICHE GIOVANILI E LE ATTIVITÀ SPORTIVE VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 2003, n. 129, e successive modificazioni

Dettagli

CITTA DI AVERSA (Provincia di Caserta)

CITTA DI AVERSA (Provincia di Caserta) CITTA DI AVERSA (Provincia di Caserta) REGOLAMENTO DEL FORUM DEI GIOVANI (Approvato con delibera Consiglio Comunale n. 41 del 2710/2005) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 ART. 7 ART. 8

Dettagli

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA ANZIANI

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA ANZIANI COMUNE DI CARRARA Decorato di Medaglia d Oro al Merito Civile REGOLAMENTO DELLA CONSULTA ANZIANI Approvato in data con deliberazione consiliare n. 1. E istituita la Consulta Anziani. Art. 1 ISTITUZIONE

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA D.R. 7675 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA IL RETTORE - Vista la Legge del 19 novembre 1990, n.341 e in particolare gli articoli 6 e 7, concernenti la riforma degli ordinamenti didattici universitari;

Dettagli

Una rete che aiuta i lavoratori ad attraversare le frontiere

Una rete che aiuta i lavoratori ad attraversare le frontiere Una rete che aiuta i lavoratori ad attraversare le frontiere Occupazione & Fondo Sociale Europeo Occupazione affari sociali Commissione europea 1 EURES Una rete che aiuta i lavoratori ad attraversare le

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

COMUNE DI PONTEDERA Provincia di Pisa. Regolamento. Forum Percorsi di cittadinanza

COMUNE DI PONTEDERA Provincia di Pisa. Regolamento. Forum Percorsi di cittadinanza COMUNE DI PONTEDERA Provincia di Pisa Regolamento Forum Percorsi di cittadinanza 1 SOMMARIO Art. 1 - Compiti ed Obiettivi 3 Art. 2 - Organi del Forum 3 Art. 3 - Il Presidente 3 Art. 4 - Il Vicepresidente

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

PROGRESS 2007-2013 PROGRAMMA COMUNITARIO PER L OCCUPAZIONE E LA SOLIDARIETA SOCIALE

PROGRESS 2007-2013 PROGRAMMA COMUNITARIO PER L OCCUPAZIONE E LA SOLIDARIETA SOCIALE PROGRESS 2007-2013 PROGRAMMA COMUNITARIO PER L OCCUPAZIONE E LA SOLIDARIETA SOCIALE Davide Bonagurio DG Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità Unità Italia, Malta e Romania IL CONTESTO POLITICO

Dettagli

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità Il Reference Point italiano sulla qualità dei Sistemi di Istruzione e Formazione professionale A cura di Ismene Tramontano Ricercatrice Isfol

Dettagli

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato PROTOCOLLO DI INTESA TRA l AUTORITA PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI E L AUTORITA GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO L Autorità per le garanzie

Dettagli

VADEMECUM UFFICIO PACE

VADEMECUM UFFICIO PACE VADEMECUM UFFICIO PACE In questi ultimi anni, in molti comuni italiani, si è andata diffondendo la pratica dell istituzione di un ufficio pace. Ma che cosa sono questi uffici? E di cosa si occupano? Attraverso

Dettagli

COMUNE DI ESCALAPLANO

COMUNE DI ESCALAPLANO COMUNE DI ESCALAPLANO Provincia di Cagliari STATUTO CONSULTA GIOVANI DI ESCALAPLANO CAPO I NORME ISTITUTIVE E ATTRIBUZIONI FONTI NORMATIVE Le disposizioni contenute nel presente statuto trovano il loro

Dettagli

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro Art. 1 - Inviolabilità della dignità umana. 1. La Regione del Veneto

Dettagli

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO Allegato A alla deliberazione n. 11 dell 08/06/2012 MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO 1. COMPITI E FINALITA

Dettagli

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità è stata adottata il 13 dicembre 2006 durante la sessantunesima sessione

Dettagli

4.5) ISTITUZIONE DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCA SULLE FIBROSI POLMONARI E MALATTIE RARE DEL POLMONE. ESPRIME

4.5) ISTITUZIONE DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCA SULLE FIBROSI POLMONARI E MALATTIE RARE DEL POLMONE. ESPRIME I DIVISIONE 4.5) ISTITUZIONE DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCA SULLE FIBROSI POLMONARI E MALATTIE RARE DEL POLMONE. OMISSIS ESPRIME parere favorevole alla istituzione del Centro Interdipartimentale

Dettagli

C.C.V. BS REGOLAMENTO

C.C.V. BS REGOLAMENTO ALLEGATO PROVINCIA DI BRESCIA COMITATO DI COORDINAMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA PROTEZIONE CIVILE C.C.V. BS REGOLAMENTO Art. 1 Costituzione Le Organizzazioni presenti sul territorio

Dettagli

UNIONE EUROPEA - DIZIONARIO

UNIONE EUROPEA - DIZIONARIO UNIONE EUROPEA - DIZIONARIO Amalto Cristina, Bargiggia Federico, Pagani Carolina, Spreafico Daniele, Ronchi Davide, Rubino Gianluca, Triscornia Emma, Zara Francesco ATTO NORMATIVO: In diritto un atto normativo

Dettagli

LEGGE 11 agosto 2014, n. 125 29-8-2014

LEGGE 11 agosto 2014, n. 125 29-8-2014 LEGGE 11 agosto 2014, n. 125 29-8-2014 La «cooperazione allo sviluppo» è: parte integrante e qualificante della politica estera dell'italia. Essa si ispira: ai principi della Carta delle Nazioni Unite

Dettagli

REGOLAMENTO FORUM DEI GIOVANI

REGOLAMENTO FORUM DEI GIOVANI REGOLAMENTO FORUM DEI GIOVANI ART. 1 ISTITUZIONE Il Consiglio Comunale di Monte di Procida riconosciuto: l importanza di coinvolgere i giovani e le aggregazioni giovanili quale presenza attiva e propositiva

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO Art. 1 - Istituzione della Consulta Ai sensi dell art. 80 dello Statuto Comunale e deliberazione del C.C. n 55 del 13/11/2008

Dettagli

DECRETI PRESIDENZIALI

DECRETI PRESIDENZIALI DECRETI PRESIDENZIALI DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2014. Ripartizione delle risorse relative al «Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità» 2013-2014

Dettagli

REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04)

REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04) REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04) Art. 1 Istituzione il Consiglio Comunale di San Giorgio a Cremano, riconosciuto: l importanza

Dettagli

Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti

Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti * del gruppo Deutsche Bank nell Unione Europea Commissione interna Euro Deutsche Bank Premessa In considerazione dello

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n.

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n. Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 7 ottobre 2014, n. 647 Istituzione dell'osservatorio regionale per l'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 «Disposizioni

Dettagli

Per migliorare la condizione della donna, nel corso della storia si sono fatti dei passi importantissimi. Queste sono le principali tappe:

Per migliorare la condizione della donna, nel corso della storia si sono fatti dei passi importantissimi. Queste sono le principali tappe: Per migliorare la condizione della donna, nel corso della storia si sono fatti dei passi importantissimi. Queste sono le principali tappe: NEL 1946 L ONU COSTITUISCE LA COMMISSIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE

Dettagli

COMUNE DI VENEZIA. Fascicolo 2016.XIII/6/1.1 "RAP PERSONALE E VARIE TURISMO"

COMUNE DI VENEZIA. Fascicolo 2016.XIII/6/1.1 RAP PERSONALE E VARIE TURISMO COMUNE DI VENEZIA DIREZIONE: DIREZIONE ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE (Decreto legislativo 18 Agosto 2000, n. 267 Regolamento di contabilità art. 33) OGGETTO: Rinnovo affiliazione

Dettagli

La figura del RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) IN AZIENDA quali prospettive di collaborazione

La figura del RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) IN AZIENDA quali prospettive di collaborazione La figura del RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) IN AZIENDA quali prospettive di collaborazione Riferimenti normativi Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81: cd TESTO UNICO SULLA SALUTE

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato Casalese Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l Astigiano Osservatorio del Paesaggio Alessandrino Osservatorio del Paesaggio

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

Statuto Associazione Borsisti Marco Fanno

Statuto Associazione Borsisti Marco Fanno Statuto Associazione Borsisti Marco Fanno Statuto iscritto nel registro delle persone giuridiche, ai sensi dell articolo 2 del D.P.R. 10 febbraio 2000 n.361 su istanza del 23 agosto 2013 della Prefettura

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 30 marzo 2001: ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SUI SISTEMI DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ALLA PERSONA PREVISTI DALL ART. 5 DELLA LEGGE 8 novembre 2000, n. 328 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER IL COLLOCAMENTO MIRATO DEI DIVERSAMENTE ABILI

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER IL COLLOCAMENTO MIRATO DEI DIVERSAMENTE ABILI ALL. A) PROVINCIA DELL OGLIASTRA ASSESSORATO Lavoro Politiche Giovanili e Femminili e Formazione Professionale REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER IL COLLOCAMENTO MIRATO DEI DIVERSAMENTE ABILI

Dettagli

PIANO AZIONI POSITIVE TRIENNIO 2014-2015-2016 (approvato con atto di G.C. n. 117/2013)

PIANO AZIONI POSITIVE TRIENNIO 2014-2015-2016 (approvato con atto di G.C. n. 117/2013) CITTA DI CAIAZZO Provincia di Caserta Piazzetta Martiri Caiatini, n. 1 C.A.P. 81013 CAIAZZO Tel. 0823.61.57.28 Fax 0823.86.80.00 info@comune.caiazzo.ce.it www.caiazzo.gov.it PIANO AZIONI POSITIVE TRIENNIO

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE UNICA PER LE POLITICHE DEL LAVORO

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE UNICA PER LE POLITICHE DEL LAVORO REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE UNICA PER LE POLITICHE DEL LAVORO (D.Lgs 23 dicembre 1997, n. 469) SOMMARIO TITOLO I - Norme di organizzazione ART. 1 Ambito di applicazione ART. 2 Finalità ART.

Dettagli

Articolo 1 Composizione

Articolo 1 Composizione Regolamento interno di organizzazione per il funzionamento della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell infanzia e dell adolescenza Istituita dall art. 3, comma 7, della legge 12 luglio

Dettagli

3. Passando all illustrazione di dettaglio dell articolato si precisa quanto segue.

3. Passando all illustrazione di dettaglio dell articolato si precisa quanto segue. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONCERNENTE REGOLAMENTO RECANTE DISCIPLINA DELL'ELENCO DEI FUNZIONARI INTERNAZIONALI DI CITTADINANZA ITALIANA, A NORMA DELL'ARTICOLO 2, COMMA 7, DELLA LEGGE 17 DICEMBRE

Dettagli

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA Emanato con D.R. n. 686 del 29 novembre 2010 Entrato in vigore il 1 dicembre

Dettagli

Le delegazioni troveranno in allegato la versione finale delle conclusioni del Consiglio EPSCO adottate il 3 Ottobre 2011.

Le delegazioni troveranno in allegato la versione finale delle conclusioni del Consiglio EPSCO adottate il 3 Ottobre 2011. CONSIGLIO DELL UNIONE EUROPEA Bruxelles, 3 Ottobre 2011 14552/11 SOC 804 JEUN 53 CULT 66 NOTA Da : Il Segretariato Generale del Consiglio a : Le Delegazioni N. doc. prec.: 14061/1/11 REV 1 SOC 759 JEUN

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione generale. Progetto Attività Motoria e Sport nella Scuola

Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione generale. Progetto Attività Motoria e Sport nella Scuola COMUNE DI ROMA MIUR Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione generale Progetto Attività Motoria e Sport nella Scuola Protocollo D Intesa 2002-2005 1 Visto l art.21 della Legge 15 Marzo 1997

Dettagli

COMUNE DI GIOVINAZZO

COMUNE DI GIOVINAZZO COMUNE DI GIOVINAZZO Regolamento per il funzionamento del comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni Approvato dalla Giunta

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 52/16 DEL 23.12.2014

DELIBERAZIONE N. 52/16 DEL 23.12.2014 Oggetto: D.Lgs. 14.8.2012, n. 150 e decreto interministeriale 22 gennaio 2014. Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Direttive per l'attuazione nella Regione Sardegna

Dettagli

PIANO TRIENNALE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI POSITIVE PARI OPPORTUNITA Legge 125/1991, d.lgs. n.196 del 2000, Legge 246/2005, d.lgs.

PIANO TRIENNALE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI POSITIVE PARI OPPORTUNITA Legge 125/1991, d.lgs. n.196 del 2000, Legge 246/2005, d.lgs. PIANO TRIENNALE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI POSITIVE PARI OPPORTUNITA Legge 125/1991, d.lgs. n.196 del 2000, Legge 246/2005, d.lgs. 198/2006 Dal maggio 2007, l Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale

Dettagli

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione)

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) LEGGE REGIONE MARCHE 11 NOVEMBRE 2008, N. 32 Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) Art. 3 (Istituzione del Forum permanente) Art. 4 (Iniziative di prevenzione) Art. 5 (Informazione) Art. 6

Dettagli

COMUNE DI SAMUGHEO PROVINCIA DI ORISTANO REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE, LA DISCIPLINA E LA GESTIONE DELL ALBO COMUNALE DELLE ASSOCIAZIONI

COMUNE DI SAMUGHEO PROVINCIA DI ORISTANO REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE, LA DISCIPLINA E LA GESTIONE DELL ALBO COMUNALE DELLE ASSOCIAZIONI COMUNE DI SAMUGHEO PROVINCIA DI ORISTANO REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE, LA DISCIPLINA E LA GESTIONE DELL ALBO COMUNALE DELLE ASSOCIAZIONI ART. 1 PRINCIPI GENERALI Il Comune di Samugheo riconosce e promuove

Dettagli

La violenza sulle donne è una violazione dei Diritti Umani come stabilito, per la prima volta nel 1992 dalla Raccomandazione n.

La violenza sulle donne è una violazione dei Diritti Umani come stabilito, per la prima volta nel 1992 dalla Raccomandazione n. Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere Sala Polifunzionale Presidenza del Consiglio dei Ministri Roma, 7 maggio 2015 Il Piano attua la Convenzione sulla prevenzione e la lotta

Dettagli

COMUNE DI IGLESIAS REGOLAMENTO SULLA CONSULTA DEI GIOVANI

COMUNE DI IGLESIAS REGOLAMENTO SULLA CONSULTA DEI GIOVANI COMUNE DI IGLESIAS REGOLAMENTO SULLA CONSULTA DEI GIOVANI TITOLO I - PRINCIPI GENERALI Art. 1 - Costituzione, sede e durata Il Comune di Iglesias attiva, ai sensi dell art. 11, dello Statuto, la Consulta

Dettagli