DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE E COORDINAMENTO DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI. (ai sensi della DGR X/1185 del 20 Dicembre 2013)

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1 DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE E COORDINAMENTO DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI (ai sensi della DGR X/1185 del 20 Dicembre 2013) ASL della Provincia di Bergamo dott. Mara Azzi Direttore Generale 1

2 Introduzione Il Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari per l anno 2014 è stato elaborato con la compartecipazione e l apporto di tutte le articolazioni organizzative aziendali che, pur nella loro specificità e complessità, devono necessariamente sviluppare strategie coordinate ed integrate di risposta ai bisogni dei cittadini. Il Documento si compone di questa parte che espone in sintesi le principali linee strategiche dell attività dell Azienda e di sei allegati in cui sono riportati in dettaglio i dati di contesto e i contributi elaborati dalle articolazioni aziendali. Si sottolinea inoltre che il Documento di Programmazione e Coordinamento si colloca nell ambito di una costellazione di altri documenti specifici già adottati o da adottare con la tempistica definita dalla DGR X/1185: il Piano integrato dei controlli adottato entro il 31 gennaio 2014, il Bilancio preventivo 2014 che sarà approvato entro il 12 febbraio 2014, il documento di Programmazione 2014 del Piano triennale dei controlli nell ambito della prevenzione e tutela della salute da adottare entro il 28 febbraio 2014, il Piano integrato locale di promozione della salute (PIL) da adottare entro il 28 febbraio 2014, il Piano integrato aziendale della prevenzione veterinaria da adottare entro il 28 febbraio Tutti documenti relativi alla programmazione dell ASL saranno resi disponibili per la consultazione sul sito web aziendale per garantire la massima trasparenza dell attività dell Azienda. Il Documento di programmazione e coordinamento è il naturale esito di un processo di miglioramento partecipato consolidatosi nel tempo, la risposta ad un processo di sollecitazione continua alla conoscenza dei bisogni del territorio ed alla ricerca di soluzioni alle esigenze rilevate e deve essere considerato uno strumento collocato all interno di un ininterrotto work in progress iniziato nel gennaio 2011 che viene modificato e definito con il contributo e la corresponsabilizzazione di tutti i soggetti che operano nel sistema sanitario, socio sanitario e sociale locale. Dove siamo, dove stiamo andando Anche la DGR X/1185 rappresenta un work in progress con i continui rimandi ad una numerosa serie di provvedimenti che dovranno essere adottati nel corso del 2014 nell ambito di linee strategiche di sviluppo del sistema chiaramente individuabili. Da tempo si è riconosciuto che la cronicità rappresenta la maggiore sfida per il sistema sanitario e sociosanitario sia regionale sia locale. L analisi dei bisogni mostra esplicitamente che i pazienti affetti da patologie cronico degenerative, pur costituendo una minoranza della popolazione stimata intorno al 30%,assorbono la maggior parte delle risorse disponibili (circa il 70%). A dimostrazione di ciò si considerino i grafici successivi elaborati da Regione Lombardia che rappresentano bene l impatto del fenomeno cronicità : il primo grafico rappresenta la spesa pro-capite per età in regione Lombardia, espressa in unità equivalenti (cioè fatto uguale a 1 il valore medio regionale). La linea blu considera solo i consumi sanitari (ricoveri, prestazioni ambulatoriali, consumi farmaceutici, file F), la linea rossa aggiunge anche i consumi in RSA (cioè le quote giornaliere pagate dal SSN e non quelle eventualmente pagate dal cittadino) mentre il secondo rappresenta il costo complessivo dei pazienti cronici rispetto al numero di comorbosità, cioè al numero di patologie complessivamente presenti. 2

3 Come si vede la cronicità non impatta significativamente solo sull area sanitaria: circa pazienti cronici presentano anche gravi problematiche di interesse sociosanitario quali una non autosufficienza, una o più gravi disabilità, problematiche di salute mentale, dipendenze ecc. Dato questo contesto strutturale combinato con una congiuntura economica che costringe il sistema Paese ad una profonda revisione della spesa sociale si rende necessario ed urgente superare la logica della erogazione della prestazione parcellizzata e passare ad un livello superiore in cui la rete d offerta dovrà essere integrata su percorsi organizzati differenziando i nodi della rete rispetto all intensità delle tre dimensioni: cura, assistenza e supporto sociale. Il modello unidimensionale sanitario di tutela della salute, vittorioso nel secolo XIX sulle malattie acute specie infettive e parassitologiche, manifesta da tempo profondi segni di crisi per diversi fattori, che ripropongono la necessità di rilanciare il tema dell integrazione socio sanitaria proprio in funzione del mutato quadro epidemiologico che la Medicina moderna ha contribuito a determinare. 3

4 Il contesto territoriale La tendenza demografica in atto nella Regione e nella Provincia mostrano, oltre che in senso assoluto, un aumento degli anziani anche in senso relativo, legato al declino dei segmenti più giovani. Si tratta di un fenomeno demografico che ha importanti ripercussioni nel settore sociale e sanitario: se da una parte l invecchiamento della popolazione è la manifestazione di un trionfo dello sviluppo sociale e della sanità pubblica, dall altra può diventare, se non accompagnato da adeguati interventi, un problema difficilmente sostenibile dalla società contemporanea. L aumento delle malattie croniche, che inevitabilmente accompagna l invecchiamento di una popolazione, comporta infatti una crescente domanda di assistenza continuativa e la necessità di approfondire le conoscenze correnti sulla frequenza e distribuzione di queste condizioni, al fine di pianificare adeguati interventi di controllo, sia in termini di prevenzione che di trattamento. La popolazione presente al 1/1/2013 in provincia di Bergamo è costituita da un totale di residenti, di cui uomini e donne (dati ISTAT 1/1/2013). Rispetto all andamento storico che mostrava una costante progressione della popolazione nel 2012 si è osservato per la prima volta un movimento in controtendenza con una diminuzione complessiva della popolazione non completamente recuperato nel L effetto della riduzione della popolazione nel 2012 potrebbe essere in parte fittizio perché conseguenza della revisione delle anagrafi comunali dopo il censimento del 2010 (cancellazione di persone risultate irreperibili o non più residenti), e in parte dovuto a fenomeni migratori in uscita legati alla ricerca di nuove possibilità di lavoro. La struttura della popolazione, che rappresenta fenomeni sociali di lunghissimo periodo, non si è significativamente modificata se non peggiorando ulteriormente un quadro descrittivo di una popolazione sempre più anziana e con capacità sempre più ridotte di ricambio generazionale (si veda la successiva tabella). Stratificando i dati per distretto (si veda l allegato relativo agli indicatori demografici) la distribuzione degli indicatori consente di individuare un gradiente di distribuzione della pressione sociale legato alla frazione di persone anziane presenti sostanzialmente correlato all altezza geografica dell area. La difficoltà dei territori montani delle alte valli rappresenta nel quadro del SSR bergamasco una particolare criticità poiché entro i 4

5 prossimi 3-7 anni si dovranno affrontare le necessità di una popolazione mediamente descrivibile come composta da donne di 85 anni di età con esigenze di cura e assistenza elevate perché derivanti da un ventaglio di comorbidità e crescente diminuzione di autonomia in aree quasi desertificate in conseguenza della dispersione della popolazione sul territorio e verosimilmente senza una rete parentale di sostegno a causa di un progressivo spostamento della popolazione più giovane verso la pianura, le aree delle basse valli e la città dove maggiori sono le occasioni di lavoro e più facili gli spostamenti. Anche il contributo dei cittadini di origine straniera non sembra più garantire un apporto di ricambio generazionale che ci si poteva attendere in quanto la difficoltà della congiuntura economica hanno determinato un fenomeno migratorio in uscita alla ricerca di quelle occasioni di lavoro che il territorio bergamasco non pare più in grado di offrire. In prospettiva ci si deve quindi aspettare un aumento della popolazione anziana che raggiungerà presto almeno il 20% della popolazione ed un ulteriore aumento dell indice di dipendenza. Il numero di persone con disabilità è stimato in circa 3,5% della popolazione residente. Rispetto al totale delle persone con disabilità, le persone con grave/gravissima disabilità è stimabile intorno al 10-15%. Gli utenti di servizi sociosanitari stanno diventando sempre più fragili e complessi. A titolo esemplificativo si consideri che circa il 70% degli ospiti RSA sono persone affette da demenze, di cui il 36% con forme gravi ed il 7% sono persone affette da Alzheimer. L 1% sono stati vegetativi e persone affette da malattie del motoneurone (SLA, etc); il restante 22% sono anziani con diverso livello di fragilità, che confluiscono nella cosiddetta utenza tipica. Dal 2004 il numero di persone con forme gravi di demenza e con Alzheimer è aumentato in modo rilevante. 5

6 Il profilo dell offerta sanitaria Nella Provincia di Bergamo al 1 gennaio 2014 sono formalmente accreditati posti letto (di cui di degenza ordinaria e 320 a ciclo diurno) equivalenti a circa 4,04 posti letto per 1000 abitanti. Nell ambito dell area riabilitativa sono presenti 824 posti letto (di cui 808 di degenza ordinaria e 16 a ciclo diurno) equivalenti a 0,75 posti letto per 1000 abitanti. Sono inoltre presenti 94 posti letto tecnici per l area cure subacute. Rispetto al nuovo standard definito dalla Conferenza Stato Regioni di 3,7 posti letto per abitante di cui 0,7 posti letto per la riabilitazione si rileva un eccesso nel profilo di offerta di circa 375 posti letto. La DGR X/1185 prevede una considerevole attività di revisione e riclassificazione del profilo di offerta sia nell area dell alta specializzazione, compresi i punti nascita, sia per l area della riabilitazione. Inoltre è richiesta una riflessione sul destino riconversione dei cosiddetti piccoli ospedali cioè ospedali con meno di 120 posti letto. La riduzione del profilo di offerta oltre che dalla necessità di adeguarsi allo standard nazionale riflette la costante riduzione del tasso di ospedalizzazione che negli ultimi 15 anni si è ridotto del 26% nonostante l aumento della cronicità e dell invecchiamento della popolazione mentre è aumentata la complessità dei casi trattati (indice case-mix) Al contrario nel tempo l aumento della spesa si è concentrato nell area ambulatoriale: le prestazioni sono quasi raddoppiate in 10 anni, ma il 90% dell attività viene svolta in ospedale e solo il 10% negli ambulatori territoriali Il 24% della spesa è per esami di laboratorio 6

7 Attività territoriale A livello territoriale sono rimaste sostanzialmente invariate attività per cure primarie (MMG, guardia, continuità assistenziale ecc) ed è aumentata in modo governato la spesa per l assistenza farmaceutica territoriale e la protesica La sperimentazione CREG sta proseguendo nell ASL di Bergamo e nel 2014 è previsto il follow up dei pazienti arruolati nei primi due anni della sperimentazione. Verrà sottoscritto un nuovo contratto con il provider e si passerà ad una nuova forma di finanziamento della sperimentazione assegnando una quota di responsabilità per ogni paziente arruolato. I medici che aderiscono al CreG sono impegnati in una gestione attiva dei pazienti avvalendosi anche di supporti tecnologici che consentono il monitoraggio dei percorso di diagnosi e cura definito per ogni paziente e la compliance del paziente alla terapia. Per quanto riguarda l attività socio sanitaria nel corso degli ultimi 5 anni le risorse economiche destinate al suo finanziamento sono state incrementate costantemente (+52% in 10 anni). La rete dei servizi sociosanitari (RSA, RSD, CDI, CDD, ADI) ed alcuni servizi sanitari (es. ADP) costituiscono il livello che garantisce la continuità assistenziale, integrando ospedale e territorio. Il settore sociosanitario, in particolare, rappresenta nel suo complesso un universo di produttori e di attori complementari in cui non è sempre rintracciabile una chiara azione di regia complessiva. E quindi necessario sviluppare una «cultura» dell assistenza territoriale che, seguendo il modello dell assistenza per acuti, sviluppi un sistema di regole e best practice proprio. L evoluzione L evoluzione del sistema sulla base finora basata su una competizione regolata ha consentito alle Aziende ospedaliere pubbliche uno sviluppo autonomo e generato una rete di ospedali di livello elevato sia in termini di professionalità sia in termini di gestione. L appropriatezza delle prestazioni è aumentata attraverso l adozione e il continuo aggiornamento degli strumenti gestionali e di verifica e controllo e l adozione di un sistema di remunerazione delle attività e regole che hanno disincentivato le prestazioni a maggiore potenziale di inappropriatezza (spostamento da ricovero ad ambulatoriale). Si rende ora necessario far crescere la cultura dell assistenza territoriale e renderla riconoscibile e unitaria per i cittadini attraverso l integrazione di MMG e PLS, servizi sociosanitari (RSA, RSD, CDI, CDD, ADI), strutture di riabilitazione extraospedaliere, cure intermedie (sub acuto e post acuto) Il cambiamento dei bisogni e le necessità di sostenibilità economica del sistema richiedono un assetto organizzativo in grado di consolidare lo spostamento dell asse di cura dall ospedale al territorio. Serve un nuovo polo diverso da quello ospedaliero nei percorsi relativi alla cronicità in cui il territorio possa in qualche modo riconoscersi. I presidi ospedalieri territoriali potrebbero fornire servizi di primo intervento, ambulatoriali di I livello, di gestione del CREG, gestione cure subacute e riabilitative estensive, di chirurgia ambulatoriale o diurna, di dialisi e gestione ambulatoriale dei pazienti oncologici, integrando al loro interno servizi ADI, servizi sociosanitari. In questa dimensione va trovata l integrazione e l uniformazione dell offerta sanitaria e socio sanitaria (minori con disabilità, hospice, post acuto, residenzialità, riabilitazione ospedaliera ed extraospedaliera) ed il raccordo con la componente sociale a titolarità comunale attraverso una valutazione multidimensionale estesa a tutti i servizi territoriali sanitari e sociosanitari. Il raccordo del MMG con il sociosanitario è indispensabile. In generale, il MMG deve essere parte attiva rispetto ai processi di valutazione del bisogno e di definizione dei PAI. Il MMG diventa quindi il protagonista dell evoluzione verso un modello di sistema che dovrà garantire: prossimità: è necessario sviluppare un modello vicino alle persone ed alle famiglie, che orienti e faciliti l accesso ai servizi territoriali sanitari e sociosanitari. Nell ambito socio sanitario le proposte in fase di sperimentazione di centri unici per la famiglia e di sportello per il welfare intendono dare risposta a questo bisogno; 7

8 presa in carico: il riferimento è alla valutazione multidimensionale del bisogno, strumento che garantisce appropriatezza nell accesso ai servizi territoriali. La valutazione del bisogno deve essere unica per accedere all assistenza sanitaria e sociosanitaria (ADI, accompagnamento, protesica, etc). La valutazione dovrà essere gestita attraverso equipe di valutazione multi professionale; continuità assistenziale: l obiettivo è facilitare la ricomposizione dei servizi che vanno a costituire il piano di assistenza individuale, definito in sede di valutazione multidimensionale. Ascoltare, conoscere e rispondere al territorio Nel contesto di questa evoluzione diventa sempre più pressante la necessità di rendere più efficiente ed efficace il sistema attraverso una azione di governance che per ASL passa attraverso meccanismi di consultazione e di partecipazione ai processi di integrazione tra i diversi servizi realizzati con la collaborazione di tutti gli attori del sistema dal medico di medicina generale, alle strutture erogatrici, agli Enti Locali, del Terzo Settore, della Provincia. I processi mirano a fornire l'unitarietà tra prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali, la continuità tra azioni di cura e di riabilitazione, la realizzazione di percorsi assistenziali integrati, l'intersettorialità degli interventi, a favore di una percorso che identifica il territorio quale soggetto attivo che intercetta il bisogno sanitario, sociosanitario e sociale e si fa carico in modo unitario delle necessità emergenti dei cittadini definendo l ordine di priorità con cui rispondere. Nel campo della programmazione e del governo della rete dei servizi, Regione Lombardia invita a sviluppare azioni che coinvolgano i comparti sanitario, sociosanitario e sociale. Tali azioni dovranno essere finalizzate alla ricomposizione di interventi, oggi ancora in massima parte frammentati, a diversi livelli: istituzionale, di governo dei servizi, per ricomporre strategie locali; di risorse umane, per ricomporre i bisogni della persona e della famiglia in una visione pluridimensionale; di gestione della rete dei servizi e di interventi sanitari, sociosanitari e sociali, per ricomporre l intervento sulla persona e sulla famiglia; finanziario, per razionalizzare la spesa complessiva. L ASL di Bergamo, d intesa con il Consiglio di Rappresentanza e i Presidenti delle Assemblee distrettuali dei Sindaci, traduce queste indicazioni individuando le seguenti priorità di azione, in termini di: evoluzione organizzativa: istituzione di una Cabina di Regia; progettualità e prassi comuni: sviluppo dello Sportello Unico Welfare, consolidamento della valutazione multidimensionale; implementazione della strumentazione di supporto: sviluppo comune del sistema informativo unico e condiviso. Nell ASL di Bergamo questo approccio di lavoro comune ha già portato negli anni scorsi a definire un organizzazione condivisa delle strutture di supporto e di regia dei processi di integrazione con la rappresentanza dei Comuni, in particolare con l evoluzione dell Ufficio Sindaci (Deliberazione ASL n.1510 del ). La costituzione della Cabina di Regia valorizza l esperienza di coesione ed intesa con i Comuni e diviene una formula efficiente per confermare e formalizzare alcune prassi già adottate nei territori. In essa si osservano: un livello strategico che definisce indirizzi e strategie, in coerenza con le indicazioni regionali; un livello tecnico-operativo a dimensione provinciale che garantisce raccordo e uniformità rispetto all operatività; un livello tecnico-operativo su base territoriale che corrisponde, all interno del quadro generale, alla dimensione più tipicamente erogativa dei servizi e si compone di 7 singole Cabine di Regia (ciascuna composta da un Direttore di Distretto Socio Sanitario e dai responsabili degli Uffici di Piano degli Ambiti afferenti al Distretto e da eventuali collaboratori). 8

9 Tutte le strutture sono interdipendenti ed in comunicazione tra loro: le strutture di supporto individuate garantiscono le condizioni logistico-organizzative (convocazioni, sintesi degli incontri e rendicontazioni destinate ai diversi livelli organizzativi ed a Regione Lombardia); ogni Dipartimento ed ogni Distretto faranno riferimento, per l operatività delle azioni e per i debiti informativi di competenza, alle proprie strutture operative. Per assolvere al compito di indirizzo e coordinamento che le viene affidato, la Cabina di Regia si incontrerà almeno mensilmente. Lo Sportello Unico Welfare Il territorio bergamasco, accogliendo l aumento dei bisogni in evoluzione, ha sviluppato negli anni numerosi servizi di informazione e di ascolto per i cittadini: l esigenza, oggi, per il sistema di protezione sociale, è però non tanto quella di creare nuovi spazi di ascolto ed informazione quanto piuttosto quella di raccordare i servizi già esistenti. Lo Sportello Unico Welfare, in linea con quanto disposto dalla DGR 37/2013 e così come deliberato dall ASL di Bergamo (Delibera n del ), vuole essere uno strumento integrativo dell ampia offerta di servizi presente sul territorio, in una sinergia che renderà possibile, tramite la regia dell ASL, un unico punto di accesso informativo-orientativo e di eventuale presa in carico dei bisogni espressi dai cittadini Il sistema informativo condiviso L importanza dei sistemi informativi in una direzione comune tra ASL e Ambiti Territoriali ha portato allo sviluppo, in 13 Ambiti e rispettivi servizi sociali comunali, della cartella sociale informatizzata. Per volontà dei Comuni il sistema è ospitato nel contesto della rete aziendale dell ASL di Bergamo, facilitando e garantendo il processo di connessione e integrazione fra i sistemi informativi sociali e sociosanitari, in termini di conoscenza, reportistica e gestione di progettualità comuni (Delibera ASL 1067 del ). In un quadro di continua interazione con il territorio diventa fondamentale il ruolo del Distretto Socio Sanitario dell ASL anche attraverso il potenziamento della sua capacità erogativa e di facilitatore esperto dei rapporti tra le strutture e gli operatori del sistema. Per questo sviluppo bisognerà sperimentare un nuovo modello organizzativo più snello e più morbido dove al cultura organizzativa da privilegiare sarà quella della maggiore connessione verticale tra alto (Direzione e management) e basso (Unità operative e Servizi) e una maggiore connessione orizzontale tra professioni e funzioni preparandoci ad un nuovo modello di sanità basato sull intensità di cura, su equipe multi professionali, su umanizzazione e slow medicine, su un portato di sensibilità da aumentare negli operatori perché le persone si sentano più comprese oltre che curate e assistite. L evoluzione ha bisogno di conoscenza A questa esigenza l ASL ha già risposto con la valorizzazione degli osservatori già esistenti e l attivazione di un Centro studi che, con la collaborazione anche dell Università, ha consolidato e approfondito la conoscenza del territorio e dei suoi bisogni. La programmazione sanitaria e sociosanitaria dovrà quindi tenere conto degli elementi di conoscenza oggettiva che verranno prodotti sia per conciliare al meglio l offerta con la domanda sia per allocare appropriatamente le risorse là dove più servono oltre che per migliorare i processi della continuità di cura e di assistenza. La lettura dei dati elaborati per la predisposizione del Documento sono stati, come sempre, motivo di molte riflessioni. Senza dubbio, però, emerge ancora il dato delle morti legate agli stili di vita: morti evitabili aumentando l attività fisica, avendo maggiore cura nell alimentazione, eliminando l uso del fumo. Stiamo facendo davvero abbastanza per evitare tutto questo? E, in positivo, cosa dobbiamo fare? Innanzi tutto si dovrà dare sempre più spazio e più strumenti, come si è per altro già cominciato a fare, ai Medici di Assistenza Primaria (già Medici di medicina generale): vicini alle persone, immersi nel territorio, 9

10 sono loro che possono assumere un ruolo di stimolo efficace perché ciascuno compia le scelte migliori per conservare e migliorare la propria salute. Suggerire comportamenti sani, attivare i controlli necessari per le diverse età, sostenere e lanciare campagne di screening: in una parola dovremo realizzare una medicina di iniziativa come per altro auspicata anche dalle varie associazioni della Medicina Generale. Ma questo non basta: anche tutte le realtà territoriali a cominciare dai Comuni, le amministrazioni più vicine ai cittadini, e, in generale, tutta la comunità dovranno farsi parte attiva e mettere in campo sinergie e collaborazioni, campagne di sensibilizzazione e iniziative educative ( Città sane o città che promuovono la salute). Una strategia che, se non consente un ritorno a breve termine, garantisce sul lungo periodo i migliori ritorni sia in termini di salute e miglioramento della vita delle persone, sia per il contenimento della spesa sanitaria e consentirà anche di superare le disuguaglianze di salute legate alle disuguaglianze sociali. La strategia salute in tutte le politiche, definita a livello internazionale dall Osservatorio europeo sui sistemi e politiche sanitarie (European Observatory on Health Systems and Policies) dovrà essere sempre più presente nella sanità pubblica del nostro sistema: essa non è più un opzione ma una vera e propria necessità perché è oramai evidente da tempo che per intervenire in modo efficace sulla salute di una popolazione non è sufficiente il solo settore sanitario. È necessaria una nuova politica pubblica per la salute che coinvolga, in modo sinergico settori diversi della società, delle istituzioni e i portatori di interesse: educazione, politiche fiscali, agricoltura, ambiente, trasporti, mezzi di comunicazione, organizzazioni volontarie, industria, autorità locali, ecc. perché: la promozione della salute è un elemento di crescita sociale ed economica dell intera comunità; è necessario ridurre le disuguaglianze sociali e di salute; è necessario costruire reti all interno del Servizio sanitario per consolidare e diffondere le esperienze di eccellenza; la scuola è un punto chiave di intervento sia per l implicito ruolo educativo sia come luogo attorno a cui ruota un vero microcosmo da poter raggiungere (alunni, docenti, famiglie, ecc); la promozione della conoscenza e della consapevolezza sono gli strumenti per combattere stili di vita non salutari; per intervenire sui determinanti di salute è necessario attivare strategie orizzontali e intersettoriali in grado di coinvolgere il maggior numero possibile di stakeholder. Il ruolo dello svantaggio sociale sulla salute è dimostrato da tempo: le disuguaglianze socio-economiche hanno un chiaro effetto sulla salute di una popolazione a conferma che esiste un gradiente sociale della salute e degli svantaggi legati all ambiente. Partendo dalla vita quotidiana dei cittadini e dai loro comportamenti, è necessario formulare politiche, strategie ed interventi che portino ad un effettivo miglioramento dello stato di salute della popolazione, passando attraverso l attenuazione del gradiente socio-ambientale che determina le disuguaglianze di salute. Lavorare per superare le differenze, garantire a tutti una equità declinata nelle sue varie accezioni ed evolvere verso modello integrato è la strada che viene prospettata: è una prospettiva, se si vuole, molto ecologica perché, come gli ecosistemi sono sistemi altamente complessi, collaborativi ed interdipendenti così dovrà diventare il sistema socio-sanitario: un ambiente complesso, collaborativo ed interdipendente la cui forza sarà rappresentata dalle sempre maggiori interazioni tra le singole parti. 10

11 ASL della provincia di Bergamo Servizio Epidemiologico Aziendale Indicatori Demografici e sanitari in provincia di Bergamo

12 Indice Dati demografici... 4 Residenti in provincia di Bergamo per classe di età... 5 Residenti per distretto... 6 Densità di popolazione... 7 Percentuale popolazione residente 0-14 anni... 8 Indice di vecchiaia... 9 Indice di invecchiamento...10 Indice di dipendenza strutturale...11 percentuale soggetti con età > 80 anni...12 Indice di dipendenza strutturale negli anziani...13 Indice di lavoro...14 Tasso di incremento demografico...15 Mortalità in provincia di Bergamo per alcune patologie e confronto con la regione Lombardia...16 Mortalità: numero di decessi medi annui, tassi standardizzati e tassi grezzi per alcune patologie in provincia di Bergamo...18 Rapporto standardizzato di mortalità per patologie tumorali...20 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni delle vie aeree e digerenti superiori...21 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni dello stomaco...23 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori del colon-retto...24 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni del fegato...25 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori del pancreas...26 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni del polmone...27 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della pleura (mesotelioma)...28 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della mammella...29 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della cervice uterina...30 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della prostata...31 Rapporto standardizzato di mortalità per linfoma non-hodgkin...32 Rapporto standardizzato di mortalità per leucemie...33 Rapporto standardizzato di mortalità per malattie del sistema circolatorio...34 Rapporto standardizzato di mortalità per cardiopatie ischemiche...35 Rapporto standardizzato di mortalità per disturbi circolatori dell encefalo...36 Rapporto standardizzato di mortalità per malattie dell apparato respiratorio...37 Rapporto standardizzato di mortalità per patologie respiratorie croniche...38 Rapporto standardizzato di mortalità per malattie dell apparato digerente...39 Rapporto standardizzato di mortalità per avvelenamenti e traumatismi...40 Rapporto standardizzato di mortalità per incidenti stradali...41 Trend di mortalità per grandi gruppi nosologici...42 Trend mortalità per patologie tumorali tasso standardizzato...42 Trend mortalità per malattie del sistema cardiocircolatorio tasso standardizzato...42 Trend mortalità per malattie dell apparato respiratorio tasso standardizzato...43 Trend mortalità per malattie dell apparato digerente tasso standardizzato...43 Trend mortalità per traumatismi e avvelenamenti tasso standardizzato...44 Ricoveri: analisi dei distretti e andamento...45 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per patologie tumorali...46 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori dello stomaco...47 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori del colon-retto...48 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori del fegato...49 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori del pancreas...50 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori polmonari...51 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori della mammella...52 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori della cervice uterina...53 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori della prostata...54 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione del sistema cardiocircolatorio...55 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per cardiopatia ischemica...56 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per disturbi circolatori dell encefalo...57 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per malattie dell apparato respiratorio...58 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per patologie respiratorie croniche...59 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per malattie dell apparato digerente...60 Ricoveri: analisi per classe di età nei principali raggruppamenti nosologici

13 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: tumori...62 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: sistema circolatorio...63 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: apparato respiratorio...64 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: apparato digerente...65 Incidenza delle principali patologie tumorali: dati del Registro Tumori della Provincia di Bergamo accreditato presso l Associazione Italiana Registri Tumori...66 Tumore dello stomaco...67 Tumore del colon-retto...68 Tumore del fegato...69 Tumore del pancreas...70 Tumore del polmone...71 Tumore della mammella

14 Dati demografici Fonte dati: dati ISTAT al 01/01/2013 Elaborati in proprio 4

15 Residenti in provincia di Bergamo per classe di età classi di età maschi femmine totale >= totale Numeratore: n. residenti Denominatore: 1 Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 5

16 Residenti per distretto Distretti Maschio Femmine Totale 1 Bergamo Dalmine Seriate Grumello Valle Cavallina Basso Sebino Alto Sebino Valle Seriana Val Seriana Superiore Valle Brembana Valle Imagna V. Almè Isola Bergamasca Treviglio Romano di Lombardia PROVINCIA Numeratore: n. residenti Denominatore: 1 Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 6

17 Densità di popolazione (residenti per chilometro quadrato) Distretti Totale 1 Bergamo 2.137,62 2 Dalmine 1.228,18 3 Seriate 1.113,61 4 Grumello 644,02 5 Valle Cavallina 404,71 6 Basso Sebino 311,42 7 Alto Sebino 298,66 8 Valle Seriana 509,74 9 Val Seriana Superiore 72,74 10 Valle Brembana 66,76 11 Valle Imagna V. Almè 450,82 12 Isola Bergamasca 1.017,37 13 Treviglio 619,35 14 Romano di Lombardia 424,65 Numeratore: n. residenti Denominatore: superficie territoriale in Km 2 Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT PROVINCIA 401,81 REGIONE 410,53 7

18 Percentuale popolazione residente 0-14 anni Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 14,89 12,58 13,67 2 Dalmine 17,07 15,67 16,37 3 Seriate 17,13 16,56 16,84 4 Grumello 17,37 16,93 17,15 5 Valle Cavallina 17,52 16,91 17,22 6 Basso Sebino 16,57 15,46 16,02 7 Alto Sebino 15,23 14,06 14,63 8 Valle Seriana 15,55 14,24 14,88 9 Val Seriana Superiore 14,56 13,45 14,00 10 Valle Brembana 13,89 13,13 13,51 11 Valle Imagna V. Almè 16,41 15,58 15,99 12 Isola Bergamasca 16,45 15,88 16,16 13 Treviglio 15,87 15,17 15,52 14 Romano di Lombardia 16,85 16,23 16,54 PROVINCIA 16,16 15,05 15,60 REGIONE 15,14 13,54 14,32 Numeratore: n. residenti di età compresa tra i 0 e i 14 anni x 100 Denominatore: popolzione residente totale Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 8

19 Indice di vecchiaia Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 134,80 212,13 172,56 2 Dalmine 86,28 120,14 102,49 3 Seriate 81,07 108,27 94,50 4 Grumello 77,56 107,44 92,23 5 Valle Cavallina 82,99 108,20 95,32 6 Basso Sebino 88,86 126,61 107,03 7 Alto Sebino 124,51 175,90 149,80 8 Valle Seriana 116,32 162,52 138,84 9 Val Seriana Superiore 128,24 175,88 151,37 10 Valle Brembana 142,96 190,87 166,37 11 Valle Imagna V. Almè 97,86 130,19 113,79 12 Isola Bergamasca 88,12 122,22 104,90 13 Treviglio 98,99 138,12 118,22 14 Romano di Lombardia 82,81 113,04 97,51 PROVINCIA 99,93 140,60 119,78 REGIONE 120,57 176,23 147,60 Numeratore: n. residenti di età maggiore di 65 anni x 100 Denominatore: popolazione residente di età compresa tra i 0 e i 14 anni Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 9

20 Indice di invecchiamento Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 20,07 26,68 23,58 2 Dalmine 14,73 18,83 16,78 3 Seriate 13,89 17,93 15,92 4 Grumello 13,47 18,19 15,82 5 Valle Cavallina 14,54 18,30 16,41 6 Basso Sebino 14,73 19,57 17,14 7 Alto Sebino 18,96 24,73 21,92 8 Valle Seriana 18,08 23,14 20,66 9 Val Seriana Superiore 18,68 23,66 21,20 10 Valle Brembana 19,86 25,06 22,48 11 Valle Imagna V. Almè 16,06 20,28 18,20 12 Isola Bergamasca 14,49 19,41 16,96 13 Treviglio 15,71 20,95 18,34 14 Romano di Lombardia 13,96 18,34 16,13 PROVINCIA 16,15 21,16 18,68 REGIONE 18,25 23,86 21,13 Numeratore: n. residenti di età maggiore di 65 anni x 100 Denominatore: popolazione residente totale Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 10

21 Indice di dipendenza strutturale Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 53,77 64,65 59,35 2 Dalmine 46,62 52,67 49,58 3 Seriate 44,97 52,65 48,73 4 Grumello 44,61 54,15 49,20 5 Valle Cavallina 47,17 54,35 50,66 6 Basso Sebino 45,56 53,92 49,61 7 Alto Sebino 51,96 63,36 57,59 8 Valle Seriana 50,68 59,70 55,14 9 Val Seriana Superiore 49,79 59,02 54,32 10 Valle Brembana 50,95 61,79 56,21 11 Valle Imagna V. Almè 48,08 55,92 51,94 12 Isola Bergamasca 44,80 54,54 49,52 13 Treviglio 46,16 56,53 51,20 14 Romano di Lombardia 44,53 52,83 48,53 PROVINCIA 47,72 56,76 52,16 REGIONE 50,13 59,74 54,91 Numeratore: (pop. residente 0-14 anni + pop. residente 65anni) x 100 Denominatore: popolazione residente anni Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 11

22 percentuale soggetti con età > 80 anni Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 5,17 9,59 7,51 2 Dalmine 2,74 5,16 3,95 3 Seriate 2,57 5,21 3,89 4 Grumello 2,52 5,48 3,99 5 Valle Cavallina 2,97 5,76 4,36 6 Basso Sebino 2,98 6,22 4,60 7 Alto Sebino 4,21 8,36 6,33 8 Valle Seriana 3,65 7,51 5,61 9 Val Seriana Superiore 3,90 7,96 5,95 10 Valle Brembana 4,52 8,78 6,66 11 Valle Imagna V. Almè 3,34 6,82 5,10 12 Isola Bergamasca 2,78 5,90 4,34 13 Treviglio 3,19 6,43 4,82 14 Romano di Lombardia 2,62 5,55 4,07 PROVINCIA 2,84 5,99 4,44 REGIONE 3,44 6,96 5,25 Numeratore: n. residenti di età maggiore di 80 anni x 100 Denominatore: popolazione residente totale Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 12

23 Indice di dipendenza strutturale negli anziani Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 30,87 43,94 37,58 2 Dalmine 21,59 28,74 25,09 3 Seriate 20,13 27,37 23,67 4 Grumello 19,48 28,04 23,61 5 Valle Cavallina 21,39 28,25 24,72 6 Basso Sebino 21,44 30,13 25,65 7 Alto Sebino 28,82 40,39 34,54 8 Valle Seriana 27,25 36,96 32,05 9 Val Seriana Superiore 27,98 37,62 32,71 10 Valle Brembana 29,98 40,55 35,11 11 Valle Imagna V. Almè 23,78 31,63 27,65 12 Isola Bergamasca 20,99 29,99 25,35 13 Treviglio 22,96 32,79 27,74 14 Romano di Lombardia 20,17 28,03 23,96 PROVINCIA 23,85 33,17 28,43 REGIONE 27,40 38,11 32,73 Numeratore: pop. residente residente 65anni x 100 Denominatore: popolazione residente anni Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 13

24 Indice di lavoro Distretti Maschi Femmine Totale 1 Bergamo 65,03 60,74 62,75 2 Dalmine 68,21 65,50 66,85 3 Seriate 68,98 65,51 67,24 4 Grumello 69,15 64,87 67,02 5 Valle Cavallina 67,95 64,79 66,37 6 Basso Sebino 68,70 64,97 66,84 7 Alto Sebino 65,81 61,22 63,46 8 Valle Seriana 66,37 62,62 64,46 9 Val Seriana Superiore 66,76 62,89 64,80 10 Valle Brembana 66,25 61,81 64,01 11 Valle Imagna V. Almè 67,53 64,14 65,81 12 Isola Bergamasca 69,06 64,71 66,88 13 Treviglio 68,42 63,89 66,14 14 Romano di Lombardia 69,19 65,43 67,33 PROVINCIA 67,70 63,79 65,72 REGIONE 66,61 62,60 64,55 Numeratore: popolazione residente anni x 100 Denominatore: popolazione residente totale Riferimento temporale: 01/01/2013 Fonte dati: ISTAT 14

25 Tasso di incremento demografico Distretti Totale 1 Bergamo 0,02 2 Dalmine 0,79 3 Seriate 1,33 4 Grumello 0,97 5 Valle Cavallina 1,22 6 Basso Sebino 0,78 7 Alto Sebino 0,17 8 Valle Seriana 0,11 9 Val Seriana Superiore -0,18 10 Valle Brembana -0,23 11 Valle Imagna V. Almè 0,33 12 Isola Bergamasca 0,93 13 Treviglio 0,89 14 Romano di Lombardia 1,62 PROVINCIA 0,66 REGIONE 0,97 Numeratore: (popolazione residente totale al popolazione residente totale al ) x 100 Denominatore: popolzione residente totale al Riferimento temporale: 01/01/ /01/2013 Fonte dati: ISTAT 15

26 Mortalità in provincia di Bergamo per alcune patologie e confronto con la regione Lombardia Tasso Grezzi È considerato uno stimatore dell impatto che una determinata condizione morbosa ha sulla popolazione. Si calcola rapportando il numero di casi incidenti (ovvero dei decessi) per la causa di interesse che si sono registrati nel periodo di tempo considerato con la popolazione media residente nell area considerata nello stesso periodo di tempo. n Tg k N dove: Tg = tasso grezzo n = numero di casi incidenti (decessi) per causa specifica nel periodo di tempo analizzato N = numerosità media della popolazione in studio nel periodo di tempo analizzato k = costante moltiplicativa Tasso standardizzato diretto di mortalità È una media ponderata dei tassi specifici per età che si ottiene usando come pesi la struttura per età di una popolazione di riferimento assunta come standard (standardizzazione diretta). La standardizzazione si utilizza quando si vogliono confrontare tra di loro popolazioni che hanno una diversa strutturazione per età. Un tasso standardizzato in modo diretto si ottiene nel seguente modo: si moltiplica ciascun tasso età specifico della popolazione in studio per la numerosità della popolazione standard nella corrispondente classe di età; si sommano quindi i prodotti così ottenuti e si divide il totale per la numerosità della popolazione standard. La somma dei prodotti di ciascuna classe di età rappresenta la mortalità che la popolazione standard avrebbe se avesse avuto la stessa mortalità della popolazione in studio. Tsd n N i P i P i k dove Tsd = tasso standardizzato diretto ni = numero di decessi nella classe di età i-esima della popolazione in studio Ni = numerosità della popolazione in studio nella classe di età i-esima Pi = numerosità della popolazione standard nella classe di età i-esima P = numerosità totale della popolazione standard k = costante moltiplicativa Confronto tra distretti L analisi della mortalità per distretto sanitario è stata effettuata utilizzando i dati dell archivio di mortalità della provincia di Bergamo relativo a due periodi: I rapporti standardizzati di mortalità sono stati calcolati utilizzando come popolazione di riferimento quella residente in provincia di Bergamo 16

27 Confronto Provincia di Bergamo vs Regione Lombardia Il confronto con la regione Lombardia è stato effettuato utilizzando i dati ISTAT relativi agli anni ed elaborati in proprio: il confronto è stato effettuato utilizzanto il Rapporto Standardizzato di Mortalità (S.M.R. Standardized Mortality Ratio) Rapporto standardizzato di mortalità Per evidenziare le variazioni in eccesso o in difetto del rischio di morte nell aree in studio (es. provincia di Bergamo) rispetto a delle aree di riferimento (es. regione Lombardia) tenendo conto dell effetto dell età, sono stati calcolati i rapporti standardizzati di mortalità. Il rapporto standardizzato di mortalità (SMR) si ottiene in primo luogo moltiplicando i tassi specifici di mortalità della popolazione di riferimento per la numerosità della popolazione in studio nelle corrispondenti classi di età e poi nel sommare tale prodotto (metodo della standardizzazione indiretta). In questo modo si ottiene il numero di eventi attesi nella popolazione in studio se questa avesse la stessa mortalità della popolazione standard, tenendo conto dell effetto dell età. Una volta calcolato il valore atteso, l SMR si ottiene rapportando il numero di decessi osservati con quelli attesi. In questo modo un rapporto di 1 indica un rischio considerato uguale, un rapporto di 1,10 un eccesso di rischio del 10%, un rapporto di 1,20 un eccesso di rischio del 20% e così via, all opposto un rapporto di 0,90 un difetto di rischio del 10%, un rapporto di 0,80 un difetto di rischio del 20% ecc. decessi SMR decessi o a L intervallo di confidenza del rapporto standardizzato di mortalità/incidenza/ospedalizzazione è stato calcolato con il metodo approssimato di Byar SR 1 Limite inferiore = Z O / 2 O Limite superiore = : O 1 1 Z1 / 2 SR 1 O 9 3 O 1) O 1 dove SR = Rapporto standardizzato (di mortalità/incidenza/ospedalizzazione) O = numero di decessi/casi incidenti/ricoveri osservati nell ambito di una specifica patologia Z1- /2 =100(1- /2) percentile della distribuzione normale 17

28 Mortalità: numero di decessi medi annui, tassi standardizzati e tassi grezzi per alcune patologie in provincia di Bergamo *per i codici nosologici vedi le tabelle sotto Maschi Patologia Numero casi negli anni Media annua Tasso grezzo (x ) Tasso standardizzato (x ), popolazione di riferimento: standard europea Tutti i tumori ,72 288,28 Tumori maligni delle vie aeree e digerenti superiori ,36 12,29 Tumori maligni dell esofago ,32 5,47 Tumori maligni dello stomaco ,46 25,06 Tumori maligni del colon-retto ,47 27,00 Tuori maligni del fegato ,92 33,43 Tumori maligni del pancreas ,31 16,31 Tumori maligni di bronchi e polomoni ,03 77,45 Tumori maligni della pleura ,23 3,64 Tumori maligni della mammella ,38 0,33 Tumori maligni della prostata ,83 16,59 Linfomi non Hodgkin ,86 6,72 Leucemia ,90 6,95 Malattie del sistema cardiocircolatorio ,26 229,62 Cardiopatie ischemiche ,24 97,70 Disturbi circolatori dell encefalo ,72 52,62 Malattie dell apparato respiratorio ,72 53,92 Patologie respiratorie croniche ,07 27,63 Malattie dell apparato digerente ,42 29,31 Incidenti automobilistici ,75 16,19 18

29 Femmine Patologia Numero casi negli anni Media annua Tasso grezzo (x ) Tasso standardizzato (x ), popolazione di riferimento: standard europea Tutti i tumori ,47 154,12 Tumori maligni delle vie aeree e digerenti superiori ,17 2,02 Tumori maligni dell esofago ,17 1,27 Tumori maligni dello stomaco ,43 12,03 Tumori maligni del colon-retto ,70 16,71 Tuori maligni del fegato ,69 11,19 Tumori maligni del pancreas ,27 12,05 Tumori maligni di bronchi e polomoni ,04 16,64 Tumori maligni della pleura ,29 1,37 Tumori maligni della mammella ,12 26,91 Tumori maligni della cervice uterina ,74 1,28 Linfomi non Hodgkin ,46 4,63 Leucemia ,94 4,20 Malattie del sistema cardiocircolatorio ,35 145,29 Cardiopatie ischemiche ,08 46,78 Disturbi circolatori dell encefalo ,62 41,01 Malattie dell apparato respiratorio ,76 22,41 Patologie respiratorie croniche ,35 8,22 malattie dell apparato digerente ,60 18,59 Incidenti automobilistici ,84 4,50 19

30 Rapporto standardizzato di mortalità per patologie tumorali (codice ICD 9: ; codice ICD 10: C00-D49) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo , , , ,03 2 Dalmine , , , ,02 3 Seriate 650 1, , , ,04 4 Grumello 432 1, , , ,99 5 Valle Cavallina 470 0, , , ,01 6 Basso Sebino 358 1, , , ,08 7 Alto Sebino 419 1, , , ,76 8 Valle Seriana , , , ,99 9 Val Seriana Superiore 588 1, , , ,03 10 Valle Brembana 567 0, , , ,98 11 Valle Imagna V. Almè 479 0, , , ,99 12 Isola Bergamasca , , , ,03 13 Treviglio , , , ,93 14 Romano di Lombardia 872 1, , , ,02 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,08 (I.C. 95%: 1,04-1,12) Femmine: S.M.R. 1,11 (I.C. 95%: 1,07-1,15) 20

31 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni delle vie aeree e digerenti superiori (codice ICD 9: , , 161; codice ICD 10: C00-06,32 ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 65 0, , , ,98 2 Dalmine 50 0, ,10 9 0, ,88 3 Seriate 26 0, ,97 3 0,56 9 1,41 4 Grumello 19 0, ,53 4 1,11 7 1,68 5 Valle Cavallina 16 0, ,81 5 1,19 2 0,42 6 Basso Sebino 9 0, ,97 3 1,11 7 Alto Sebino 20 1, ,20 5 1,41 4 1,06 8 Valle Seriana 59 1, ,76 9 0, ,18 9 Val Seriana Superiore 32 1, ,74 5 1, ,77 10 Valle Brembana 34 1, ,06 3 0,59 5 0,94 11 Valle Imagna V. Almè 24 0, ,87 3 0,63 2 0,38 12 Isola Bergamasca 69 1, ,85 9 0,86 8 0,66 13 Treviglio 59 1, , , ,91 14 Romano di Lombardia 50 1, ,25 9 1,41 7 0,96 Totale Provincia 532 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,11 (I.C. 95%: 0,92-1,32) Femmine: S.M.R. 1,15 (I.C. 95%: 0,79-1,62) 21

32 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni dell esofago (codice ICD 9: 150; codice ICD 10: C15) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 35 0, , , ,09 2 Dalmine 24 0, , ,34 4 0,56 3 Seriate 13 0,99 5 0,46 5 1,21 3 0,82 4 Grumello 11 0,84 7 1,02 3 1,08 1 0,41 5 Valle Cavallina 12 1, ,46 6 1,84 3 1,07 6 Basso Sebino 7 1,11 5 1,01 4 2,23 7 Alto Sebino 13 1,66 6 1,00 4 1,42 2 0,86 8 Valle Seriana 24 1, , ,51 7 1,06 9 Val Seriana Superiore 17 1,57 9 1,06 4 1,09 3 0,97 10 Valle Brembana 12 1, ,98 1 0,25 3 0,91 11 Valle Imagna V. Almè 11 0, ,25 1 0,27 3 0,95 12 Isola Bergamasca 20 0, ,66 5 0,61 7 0,99 13 Treviglio 15 0, ,71 6 0,77 6 0,92 14 Romano di Lombardia 17 1, ,70 3 0,61 7 1,65 Totale provincia 231 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,05 (I.C. 95%: 0,80-1,37) Femmine: S.M.R. 1,14 (I.C. 95%: 0,70-1,74) 22

33 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni dello stomaco (codice ICD 9: 151; codici ICD 10: C16) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 121 0, , , ,86 2 Dalmine 101 0, , , ,83 3 Seriate 64 1, , , ,37 4 Grumello 47 1, , , ,90 5 Valle Cavallina 39 0, , , ,61 6 Basso Sebino 44 1, , , ,05 7 Alto Sebino 33 0, , , ,50 8 Valle Seriana 123 1, , , ,19 9 Val Seriana Superiore 60 1, , , ,16 10 Valle Brembana 78 1, , , ,00 11 Valle Imagna V. Almè 39 0, , , ,87 12 Isola Bergamasca 135 1, , , ,07 13 Treviglio 72 0, , , ,69 14 Romano di Lombardia 87 1, , , ,79 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,38 (I.C. 95%: 1,23-1,55) Femmine: S.M.R. 1,44 (I.C. 95%: 1,26-1,64) 23

34 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori del colon-retto (codice ICD 9: , 159.0; codici ICD 10: C18-21, C26.0) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 231 1, , , ,21 2 Dalmine 120 1, , , ,94 3 Seriate 67 1, , , ,01 4 Grumello 28 0, , , ,03 5 Valle Cavallina 47 0, , , ,07 6 Basso Sebino 27 0, , , ,04 7 Alto Sebino 51 1, , , ,86 8 Valle Seriana 103 0, , , ,88 9 Val Seriana Superiore 61 1, , , ,72 10 Valle Brembana 45 0, , , ,07 11 Valle Imagna V. Almè 40 0, , , ,91 12 Isola Bergamasca 113 1, , , ,10 13 Treviglio 100 0, , , ,98 14 Romano di Lombardia 70 0, , , ,72 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 0,90 (I.C. 95%: 0,80-1,00) Femmine: S.M.R. 1,03 (I.C. 95%: 0,92-1,15) 24

35 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni del fegato (codice ICD 9: 155; codice ICD 10: C22) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 178 0, , , ,73 2 Dalmine 206 1, , , ,06 3 Seriate 93 1, , , ,98 4 Grumello 53 1, , , ,18 5 Valle Cavallina 60 0, , , ,94 6 Basso Sebino 50 1, , , ,35 7 Alto Sebino 48 0, , , ,50 8 Valle Seriana 155 1, , , ,33 9 Val Seriana Superiore 73 1, , , ,27 10 Valle Brembana 50 0, , , ,12 11 Valle Imagna V. Almè 51 0, , , ,97 12 Isola Bergamasca 173 1, , , ,06 13 Treviglio 169 1, , , ,87 14 Romano di Lombardia 110 1, , , ,12 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,37 (I.C. 95%: 1,23-1,52) Femmine: S.M.R. 1,54 (I.C. 95%: 1,34-1,77) 25

36 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori del pancreas (codice ICD 9: 157; codice ICD 10: C25) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 96 0, , , ,05 2 Dalmine 72 1, , , ,10 3 Seriate 25 0, , , ,90 4 Grumello 29 1, , , ,71 5 Valle Cavallina 21 0, , , ,99 6 Basso Sebino 19 1, , , ,07 7 Alto Sebino 23 1, , , ,90 8 Valle Seriana 74 1, , , ,93 9 Val Seriana Superiore 32 1, , , ,96 10 Valle Brembana 33 1, , , ,96 11 Valle Imagna V. Almè 23 0, , , ,22 12 Isola Bergamasca 62 0, , , ,19 13 Treviglio 60 1, , , ,79 14 Romano di Lombardia 38 0, , , ,98 Totale provincia 607 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,18 (I.C. 95%: 1,03-1,36) Femmine: S.M.R. 1,25 (I.C. 95%: 1,10-1,42) 26

37 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni del polmone (codice ICD 9: 162; codice ICD 10: C33-34) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 495 0, , , ,15 2 Dalmine 399 1, , , ,23 3 Seriate 181 1, , , ,98 4 Grumello 138 1, , , ,85 5 Valle Cavallina 137 0, , , ,93 6 Basso Sebino 103 1, , , ,95 7 Alto Sebino 106 0, , , ,67 8 Valle Seriana 325 0, , , ,86 9 Val Seriana Superiore 158 1, , , ,00 10 Valle Brembana 160 0, , , ,02 11 Valle Imagna V. Almè 136 0, , , ,14 12 Isola Bergamasca 364 1, , , ,85 13 Treviglio 312 0, , , ,89 14 Romano di Lombardia 244 1, , , ,04 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,06 (I.C. 95%: 0,99-1,13) Femmine: S.M.R. 1,03 (I.C. 95%: 0,91-1,16) 27

38 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della pleura (mesotelioma) (codice ICD 9: 163; codice ICD 10: C45) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 15 0, , , ,93 2 Dalmine 34 2, ,70 9 1,11 9 1,06 3 Seriate 9 1, , ,71 5 1,17 4 Grumello 5 0,99 2 0,39 1 0,36 5 Valle Cavallina 4 0,67 2 0,32 1 0,31 5 1,57 6 Basso Sebino 10 2,68 8 2,14 6 2,86 9 4,47 7 Alto Sebino 2 0,43 3 0,66 2 0,73 2 0,78 8 Valle Seriana 16 1, , ,53 5 0,66 9 Val Seriana Superiore 3 0,46 3 0,47 3 0,83 2 0,58 10 Valle Brembana 2 0,28 2 0,29 2 0,51 2 0,55 11 Valle Imagna V. Almè 8 1,20 7 1,06 1 0,27 3 0,85 12 Isola Bergamasca 18 1, ,80 6 0,75 9 1,09 13 Treviglio 6 0, ,80 4 0,52 3 0,40 14 Romano di Lombardia 7 0,76 7 0,75 4 0,81 8 1,62 Totale provincia 139 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 0,94 (I.C. 95%: 0,65-1,32) Femmine: S.M.R. 1,08 (I.C. 95%: 0,69-1,63) 28

39 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della mammella (codice ICD 9: ; codice ICD 10: C50) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 4 1, , ,19 2 Dalmine 2 1,27 2 1, , ,09 3 Seriate 1 1,28 1 1, , ,91 4 Grumello 56 1, ,02 5 Valle Cavallina 63 1, ,76 6 Basso Sebino 1 1, , ,92 7 Alto Sebino 34 0, ,07 8 Valle Seriana 1 0, , ,73 9 Val Seriana Superiore 1 1, , ,07 10 Valle Brembana 1 1,58 1 1, , ,82 11 Valle Imagna V. Almè 1 1,64 1 1, , ,94 12 Isola Bergamasca 7 4, , ,99 13 Treviglio 1 0, , ,07 14 Romano di Lombardia 91 1, ,99 Totale provincia 13 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,80 (I.C. 95%: 0,72-3,71) Femmine: S.M.R. 0,97 (I.C. 95%: 0,88-1,07) 29

40 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della cervice uterina (codice ICD 9: 180; codice ICD 10: C53) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 9 0, ,46 2 Dalmine 8 1,38 5 0,64 3 Seriate 4 1,36 1 0,25 4 Grumello 2 1,03 2 0,79 5 Valle Cavallina 4 1,42 6 Basso Sebino 3 2,14 1 0,57 7 Alto Sebino 2 0,96 8 Valle Seriana 7 1,36 8 1,27 9 Val Seriana Superiore 4 1,71 3 1,06 10 Valle Brembana 1 0,40 2 0,69 11 Valle Imagna V. Almè 4 1,63 3 0,99 12 Isola Bergamasca 4 0, ,79 13 Treviglio 3 0,59 3 0,47 14 Romano di Lombardia 3 0,88 2 0,46 Totale provincia 52 1, ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Femmine: S.M.R. 1,55 (I.C. 95%: 0,97-2,35) 30

41 Rapporto standardizzato di mortalità per tumori maligni della prostata (codice ICD 9: 185; codice ICD 10: C61) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 118 0, ,88 2 Dalmine 83 1, ,97 3 Seriate 36 1, ,93 4 Grumello 19 0, ,00 5 Valle Cavallina 37 1, ,30 6 Basso Sebino 16 0, ,27 7 Alto Sebino 17 0, ,67 8 Valle Seriana 39 0, ,87 9 Val Seriana Superiore 32 1, ,20 10 Valle Brembana 24 0, ,07 11 Valle Imagna V. Almè 32 0, ,05 12 Isola Bergamasca 59 0, ,98 13 Treviglio 72 1, ,85 14 Romano di Lombardia 63 1, ,99 Totale provincia 647 1, ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,03 (I.C. 95%: 0,89-1,19) 31

42 Rapporto standardizzato di mortalità per linfoma non-hodgkin (codice ICD 9: 200, 202; codice ICD 10: C82-85,96) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 49 1, , , ,83 2 Dalmine 32 1, , , ,01 3 Seriate 12 0, , , ,86 4 Grumello 8 0,52 9 1, , ,08 5 Valle Cavallina 8 0,67 5 0, , ,21 6 Basso Sebino 7 0,94 4 0, ,55 6 0,87 7 Alto Sebino 4 0,43 5 0, ,90 2 0,23 8 Valle Seriana 26 0, , , ,42 9 Val Seriana Superiore 13 1,01 9 0, , ,11 10 Valle Brembana 16 1, , ,81 5 0,40 11 Valle Imagna V. Almè 9 0, , , ,08 12 Isola Bergamasca 41 1, , , ,95 13 Treviglio 22 0, , , ,96 14 Romano di Lombardia 27 1, , , ,72 Totale provincia 274 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 0,90 (I.C. 95%: 0,71-1,11) Femmine: S.M.R. 1,17 (I.C. 95%: 0,95-1,43) 32

43 Rapporto standardizzato di mortalità per leucemie (codice ICD 9: ; codice ICD 10: C91-95) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 54 1, , , ,96 2 Dalmine 22 0, , , ,17 3 Seriate 17 1, , , ,15 4 Grumello 12 0,78 9 1,01 8 0,90 5 0,62 5 Valle Cavallina 12 1,00 8 0, ,34 5 0,54 6 Basso Sebino 14 1,85 8 1,22 6 0,89 4 0,68 7 Alto Sebino 8 0,84 5 0,63 8 0,92 3 0,40 8 Valle Seriana 32 1, , , ,17 9 Val Seriana Superiore 16 1, , , ,11 10 Valle Brembana 9 0, ,01 7 0,56 7 0,67 11 Valle Imagna V. Almè 11 0,81 9 0, , ,07 12 Isola Bergamasca 31 1, , , ,11 13 Treviglio 28 1, , , ,94 14 Romano di Lombardia 11 0, , , ,43 Totale provincia 277 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,04 (I.C. 95%: 0,85-1,27) Femmine: S.M.R. 0,97 (I.C. 95%: 0,76-1,23) 33

44 Rapporto standardizzato di mortalità per malattie del sistema circolatorio (codice ICD 9: ; codice ICD 10: I00-99) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo , , , ,89 2 Dalmine 926 1, , , ,93 3 Seriate 422 0, , , ,96 4 Grumello 320 1, , , ,97 5 Valle Cavallina 375 0, , , ,02 6 Basso Sebino 273 1, , , ,07 7 Alto Sebino 319 0, , , ,00 8 Valle Seriana 964 1, , , ,97 9 Val Seriana Superiore 464 1, , , ,99 10 Valle Brembana 571 1, , , ,18 11 Valle Imagna V. Almè 399 0, , , ,89 12 Isola Bergamasca 933 1, , , ,12 13 Treviglio 892 0, , , ,06 14 Romano di Lombardia 617 1, , , ,18 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,02 (I.C. 95%: 0,98-1,06) Femmine: S.M.R. 0,99 (I.C. 95%: 0,96-1,02) 34

45 Rapporto standardizzato di mortalità per cardiopatie ischemiche (codice ICD 9: ; codice ICD 10: I20-25) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 712 0, , , ,86 2 Dalmine 387 0, , , ,87 3 Seriate 180 0, , , ,91 4 Grumello 121 0, , , ,99 5 Valle Cavallina 159 0, , , ,12 6 Basso Sebino 123 1, , , ,29 7 Alto Sebino 127 0, , , ,04 8 Valle Seriana 441 1, , , ,07 9 Val Seriana Superiore 217 1, , , ,06 10 Valle Brembana 221 1, , , ,24 11 Valle Imagna V. Almè 147 0, , , ,72 12 Isola Bergamasca 407 1, , , ,05 13 Treviglio 426 1, , , ,98 14 Romano di Lombardia 281 1, , , ,35 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,06 (I.C. 95%: 1,00-1,12) Femmine: S.M.R. 1,04 (I.C. 95%: 0,98-1,19) 35

46 Rapporto standardizzato di mortalità per disturbi circolatori dell encefalo (codice ICD 9: ; codice ICD 10: I60-69) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 381 0, , , ,92 2 Dalmine 203 0, , , ,97 3 Seriate 91 0, , , ,83 4 Grumello 82 0, , , ,08 5 Valle Cavallina 84 0, , , ,98 6 Basso Sebino 69 1, , , ,84 7 Alto Sebino 84 1, , , ,93 8 Valle Seriana 198 0, , , ,87 9 Val Seriana Superiore 102 0, , , ,84 10 Valle Brembana 136 1, , , ,09 11 Valle Imagna V. Almè 89 0, , , ,81 12 Isola Bergamasca 239 1, , , ,24 13 Treviglio 209 0, , , ,16 14 Romano di Lombardia 158 1, , , ,29 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 0,98 (I.C. 95%: 0,90-1,06) Femmine: S.M.R. 0,96 (I.C. 95%: 0,90-1,02) 36

47 Rapporto standardizzato di mortalità per malattie dell apparato respiratorio (codice ICD 9: ; codice ICD 10: J00-99) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 310 0, , , ,89 2 Dalmine 212 1, , , ,04 3 Seriate 104 1, , , ,31 4 Grumello 77 1, , , ,15 5 Valle Cavallina 77 0, , , ,05 6 Basso Sebino 57 1, , , ,89 7 Alto Sebino 66 0, , , ,88 8 Valle Seriana 217 1, , , ,10 9 Val Seriana Superiore 139 1, , , ,05 10 Valle Brembana 110 0, , , ,84 11 Valle Imagna V. Almè 95 0, , , ,98 12 Isola Bergamasca 219 1, , , ,93 13 Treviglio 197 0, , , ,99 14 Romano di Lombardia 136 1, , , ,15 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,04 (I.C. 95%: 0,95-1,12) Femmine: S.M.R. 0,96 (I.C. 95%: 0,87-1,04) 37

48 Rapporto standardizzato di mortalità per patologie respiratorie croniche (codice ICD 9: ; codice ICD 10: J40-47) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 148 0, , , ,96 2 Dalmine 106 1, , , ,98 3 Seriate 41 0, , , ,39 4 Grumello 41 0, , , ,67 5 Valle Cavallina 45 1, , , ,93 6 Basso Sebino 26 0, , , ,32 7 Alto Sebino 30 0, , , ,67 8 Valle Seriana 119 1, , , ,25 9 Val Seriana Superiore 67 1, , , ,86 10 Valle Brembana 58 1, , , ,76 11 Valle Imagna V. Almè 53 1, , , ,84 12 Isola Bergamasca 100 1, , , ,95 13 Treviglio 100 1, , , ,81 14 Romano di Lombardia 68 1, , , ,01 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,15 (I.C. 95%: 1,03-1,28) Femmine: S.M.R. 0,89 (I.C. 95%: 0,77-1,01) 38

49 Rapporto standardizzato di mortalità per malattie dell apparato digerente (codice ICD 9: ; codice ICD 10: K00-93) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 178 0, , , ,84 2 Dalmine 147 1, , , ,06 3 Seriate 65 1, , , ,87 4 Grumello 37 0, , , ,92 5 Valle Cavallina 57 1, , , ,09 6 Basso Sebino 37 1, , , ,14 7 Alto Sebino 41 1, , , ,90 8 Valle Seriana 119 1, , , ,25 9 Val Seriana Superiore 49 0, , , ,12 10 Valle Brembana 51 0, , , ,97 11 Valle Imagna V. Almè 34 0, , , ,92 12 Isola Bergamasca 134 1, , , ,03 13 Treviglio 146 1, , , ,00 14 Romano di Lombardia 77 1, , , ,05 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,06 (I.C. 95%: 0,95-1,18) Femmine: S.M.R. 1,07 (I.C. 95%: 0,96-1,18) 39

50 Rapporto standardizzato di mortalità per avvelenamenti e traumatismi (codice ICD 9: ; codice ICD 10: S00-T98) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 218 0, , , ,94 2 Dalmine 195 0, , , ,95 3 Seriate 85 0, , , ,19 4 Grumello 84 1, , , ,71 5 Valle Cavallina 80 1, , , ,27 6 Basso Sebino 43 0, , , ,13 7 Alto Sebino 67 1, , , ,94 8 Valle Seriana 143 0, , , ,04 9 Val Seriana Superiore 93 1, , , ,09 10 Valle Brembana 103 1, , , ,60 11 Valle Imagna V. Almè 80 0, , , ,02 12 Isola Bergamasca 173 0, , , ,87 13 Treviglio 147 0, , , ,18 14 Romano di Lombardia 145 1, , , ,15 Totale provincia , , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 1,07 (I.C. 95%: 0,98-1,18) Femmine: S.M.R. 1,02 (I.C. 95%: 0,90-1,14) 40

51 Rapporto standardizzato di mortalità per incidenti stradali (codice ICD 9, causa esterna: E ; codice ICD 10, causa esterna: V00-79 ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Maschi Femmine N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R N casi S.M.R 1 Bergamo 65 0, , , ,74 2 Dalmine 87 1, , , ,72 3 Seriate 35 0, , , ,65 4 Grumello 37 0, , ,80 4 0,78 5 Valle Cavallina 32 1, ,04 7 0,77 8 1,41 6 Basso Sebino 16 0,85 9 0,71 8 1,42 3 0,87 7 Alto Sebino 32 1, ,53 6 0,96 4 1,08 8 Valle Seriana 53 0, , , ,12 9 Val Seriana Superiore 39 1, , ,13 5 0,96 10 Valle Brembana 24 0, , ,09 4 0,76 11 Valle Imagna V. Almè 29 0, , ,21 6 1,02 12 Isola Bergamasca 68 0, , , ,78 13 Treviglio 73 1, , , ,32 14 Romano di Lombardia 76 1, , , ,25 Totale provincia 666 1, , , ,00 Confronto della provincia di Bergamo con la regione Lombardia: Maschi: S.M.R. 0,94 (I.C. 95%: 0,72-1,19) Femmine: S.M.R. 0,96 (I.C. 95%: 0,59-1,48) 41

52 Trend di mortalità per grandi gruppi nosologici Trend mortalità per patologie tumorali tasso standardizzato (x popolazione di riferimento: popolazione standard europea) 400,00 350,00 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Tasso stand maschi tasso stand femmine Trend mortalità per malattie del sistema cardiocircolatorio tasso standardizzato (x popolazione di riferimento: popolazione standard europea) 350,00 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Tasso stand maschi tasso stand femmine 42

53 Trend mortalità per malattie dell apparato respiratorio tasso standardizzato 80,00 (x popolazione di riferimento: popolazione standard europea) 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0, Tasso stand maschi tasso stand femmine Trend mortalità per malattie dell apparato digerente tasso standardizzato (x popolazione di riferimento: popolazione standard europea) 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0, Tasso stand maschi tasso stand femmine 43

54 Trend mortalità per traumatismi e avvelenamenti tasso standardizzato (x popolazione di riferimento: popolazione standard europea) 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0, Tasso stand maschi tasso stand femmine 44

55 Ricoveri: analisi dei distretti e andamento (dati di consumo) L analisi a livello distrettuale è relativa al periodo Sono stati calcolati i rapporti standardizzati di ospedalizzazione avendo come popolazione di riferimento i residenti in provincia di Bergamo. L andamento dei ricoveri in provincia è relativo al periodo ed è stato effettuato considerando il numero di ricoveri ordinari. L andamento per classi di età è relativa al periodo In Tutte le analisi sui ricoveri vengono considerati i ricoveri ordinari con la patologia analizzata in diagnosi principale 45

56 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per patologie tumorali (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,96 0,94-0,99 1,00 0,97-1,02 2 Dalmine 1,03 1,00-1,06 0,96 0,93-0,99 3 Seriate 1,02 0,98-1,06 1,04 1,00-1,08 4 Grumello 1,06 1,01-1,11 1,01 0,97-1,07 5 Valle Cavallina 1,00 0,96-1,05 1,00 0,95-1,04 6 Basso Sebino 0,99 0,93-1,05 1,03 0,98-1,10 7 Alto Sebino 1,02 0,96-1,07 0,93 0,88-0,99 8 Valle Seriana 1,02 0,99-1,06 1,00 0,97-1,03 9 Val Seriana Superiore 1,06 1,01-1,11 1,01 0,97-1,06 10 Valle Brembana 0,97 0,93-1,02 0,94 0,90-0,99 11 Valle Imagna V. Almè 0,95 0,91-1,00 0,95 0,91-1,00 12 Isola Bergamasca 0,98 0,95-1,01 1,01 0,98-1,04 13 Treviglio 0,93 0,91-0,96 0,99 0,96-1,02 14 Romano di Lombardia 1,08 1,04-1,12 1,12 1,08-1,16 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: i ricoveri presentano un trend positivo fino al 2008; nel 2009 si è osservato un calo con un successivo picco nel L andamento sembra essere sostanzialmente costante. 46

57 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori dello stomaco (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,66 0,56-0,77 0,72 0,60-0,85 2 Dalmine 0,99 0,85-1,15 0,95 0,78-1,15 3 Seriate 0,79 0,61-0,99 1,22 0,96-1,54 4 Grumello 1,41 1,12-1,76 1,66 1,28-2,13 5 Valle Cavallina 1,26 1,01-1,56 1,11 0,82-1,48 6 Basso Sebino 0,90 0,64-1,25 1,61 1,17-2,16 7 Alto Sebino 0,87 0,63-1,17 0,84 0,56-1,21 8 Valle Seriana 1,24 1,07-1,43 1,13 0,93-1,35 9 Val Seriana Superiore 1,53 1,25-1,85 1,13 0,84-1,48 10 Valle Brembana 1,17 0,93-1,44 1,09 0,81-1,42 11 Valle Imagna V. Almè 0,93 0,72-1,18 1,15 0,86-1,49 12 Isola Bergamasca 1,07 0,92-1,24 1,04 0,86-1,25 13 Treviglio 0,85 0,71-1,01 0,80 0,64-1,00 14 Romano di Lombardia 1,05 0,87-1,27 0,84 0,64-1,10 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: l andamento dei ricoveri sembra presentare un leggero trend negativo; ci si attende un numero di ricoveri simili a quelli del

58 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori del colon-retto (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,86 0,78-0,95 1,10 1,01-1,20 2 Dalmine 1,02 0,92-1,13 0,96 0,85-1,08 3 Seriate 0,94 0,81-1,09 1,02 0,87-1,19 4 Grumello 1,23 1,04-1,45 0,95 0,77-1,16 5 Valle Cavallina 0,89 0,74-1,06 0,87 0,71-1,06 6 Basso Sebino 0,86 0,67-1,09 1,06 0,83-1,33 7 Alto Sebino 1,30 1,09-1,55 0,87 0,69-1,10 8 Valle Seriana 1,02 0,91-1,14 0,85 0,75-0,98 9 Val Seriana Superiore 0,98 0,83-1,16 0,99 0,82-1,19 10 Valle Brembana 0,97 0,82-1,14 0,82 0,67-1,00 11 Valle Imagna V. Almè 0,83 0,69-1,00 1,00 0,84-1,20 12 Isola Bergamasca 0,96 0,85-1,07 0,99 0,88-1,11 13 Treviglio 1,17 1,06-1,30 1,10 0,98-1,24 14 Romano di Lombardia 1,14 1,00-1,30 1,14 0,98-1,31 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: dopo la forte diminuzione di ricoveri osservata a partire dal 2009, l andamento dei ricoveri sembra essere costante; comunque si prevede un lieve aumento dei ricoveri 48

59 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori del fegato (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,76 0,69-0,85 0,83 0,70-0,97 2 Dalmine 1,08 0,98-1,20 1,02 0,84-1,21 3 Seriate 1,09 0,94-1,25 0,79 0,58-1,05 4 Grumello 1,17 0,98-1,39 1,45 1,10-1,88 5 Valle Cavallina 1,15 0,98-1,35 1,01 0,74-1,36 6 Basso Sebino 1,26 1,03-1,53 1,56 1,14-2,10 7 Alto Sebino 0,98 0,79-1,20 0,63 0,39-0,95 8 Valle Seriana 1,05 0,94-1,17 1,58 1,35-1,84 9 Val Seriana Superiore 1,32 1,13-1,52 1,19 0,90-1,54 10 Valle Brembana 0,71 0,58-0,86 0,81 0,58-1,10 11 Valle Imagna V. Almè 0,80 0,66-0,96 0,63 0,43-0,90 12 Isola Bergamasca 1,02 0,91-1,13 0,79 0,64-0,97 13 Treviglio 0,98 0,87-1,10 1,04 0,86-1,26 14 Romano di Lombardia 1,08 0,94-1,23 1,00 0,78-1,26 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: si prevede una numero di ricoveri simile a quello del Il trend complessivamente è negativo 49

60 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori del pancreas (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,90 0,74-1,08 0,91 0,76-1,07 2 Dalmine 0,87 0,69-1,07 1,03 0,83-1,25 3 Seriate 0,86 0,62-1,17 0,86 0,62-1,17 4 Grumello 0,67 0,41-1,04 0,84 0,55-1,23 5 Valle Cavallina 1,06 0,75-1,46 0,94 0,65-1,32 6 Basso Sebino 1,12 0,72-1,66 0,94 0,58-1,44 7 Alto Sebino 1,26 0,86-1,78 0,93 0,61-1,36 8 Valle Seriana 1,27 1,03-1,54 0,91 0,72-1,14 9 Val Seriana Superiore 1,40 1,04-1,84 1,07 0,76-1,46 10 Valle Brembana 1,17 0,85-1,56 1,27 0,94-1,67 11 Valle Imagna V. Almè 0,82 0,56-1,17 0,80 0,54-1,13 12 Isola Bergamasca 0,97 0,77-1,20 1,31 1,08-1,57 13 Treviglio 0,92 0,72-1,16 0,97 0,77-1,21 14 Romano di Lombardia 1,07 0,81-1,39 1,09 0,83-1,40 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: nel complesso si assiste ad un trend positivo e l atteso è un aumento del numero di ricoveri 50

61 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori polmonari (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,80 0,72-0,88 1,06 0,92-1,22 2 Dalmine 1,12 1,02-1,24 1,16 0,98-1,37 3 Seriate 0,88 0,75-1,03 0,90 0,68-1,16 4 Grumello 1,07 0,89-1,28 0,68 0,45-0,98 5 Valle Cavallina 0,89 0,74-1,07 0,80 0,57-1,11 6 Basso Sebino 0,78 0,60-1,00 1,00 0,67-1,44 7 Alto Sebino 1,18 0,97-1,42 1,02 0,72-1,42 8 Valle Seriana 0,97 0,87-1,09 0,98 0,80-1,18 9 Val Seriana Superiore 1,04 0,88-1,22 0,97 0,71-1,29 10 Valle Brembana 1,02 0,86-1,19 1,09 0,82-1,42 11 Valle Imagna V. Almè 0,94 0,79-1,11 1,23 0,95-1,58 12 Isola Bergamasca 1,13 1,02-1,25 0,91 0,75-1,10 13 Treviglio 1,11 0,99-1,23 1,06 0,88-1,27 14 Romano di Lombardia 1,08 0,94-1,23 0,83 0,63-1,07 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: si prevede una diminuzione del numero complessivo di ricoveri. L andamento è comunque ben differenziato nei due generi: i ricoveri stanno diminuendo nei maschi e aumentando nelle femmine 51

62 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori della mammella (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 1,70 0,97-2,77 1,06 0,99-1,12 2 Dalmine 0,99 0,39-2,03 0,98 0,91-1,05 3 Seriate 0,56 0,06-2,03 1,12 1,01-1,22 4 Grumello 1,34 0,27-3,92 0,93 0,81-1,05 5 Valle Cavallina 0,76 0,08-2,73 0,92 0,81-1,04 6 Basso Sebino 0,63 0,01-3,48 1,07 0,92-1,23 7 Alto Sebino 2,11 0,57-5,41 1,01 0,88-1,16 8 Valle Seriana 0,68 0,18-1,75 0,98 0,91-1,07 9 Val Seriana Superiore 2,21 0,81-4,82 1,01 0,89-1,13 10 Valle Brembana 0,70 0,08-2,52 0,84 0,74-0,96 11 Valle Imagna V. Almè 0,36 0,00-1,98 0,96 0,86-1,08 12 Isola Bergamasca 0,62 0,17-1,59 0,93 0,86-1,01 13 Treviglio 0,68 0,18-1,75 1,05 0,97-1,13 14 Romano di Lombardia 0,75 0,15-2,18 1,04 0,95-1,15 Ricoveri per anno Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: l andamento del numero di ricoveri annui sembra essere costante 52

63 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori della cervice uterina (codice ICD 9: 180.x) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Femmine S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 1,24 0,97-1,57 2 Dalmine 0,86 0,61-1,17 3 Seriate 1,04 0,68-1,54 4 Grumello 0,47 0,19-0,97 5 Valle Cavallina 1,99 1,37-2,8 6 Basso Sebino 0,70 0,28-1,44 7 Alto Sebino 1,48 0,85-2,4 8 Valle Seriana 1,08 0,76-1,5 9 Val Seriana Superiore 1,00 0,56-1,65 10 Valle Brembana 0,47 0,19-0,97 11 Valle Imagna V. Almè 0,65 0,32-1,16 12 Isola Bergamasca 0,92 0,66-1,26 13 Treviglio 0,86 0,58-1,22 14 Romano di Lombardia 1,03 0,67-1,51 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 femmine *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: il trend è negativo fino al La previsione è comunque quella di un lieve aumento 53

64 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per tumori della prostata (codice ICD 9: 185.x) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 1,06 0,98-1,14 2 Dalmine 0,98 0,90-1,07 3 Seriate 1,02 0,90-1,15 4 Grumello 0,84 0,71-0,99 5 Valle Cavallina 1,09 0,95-1,25 6 Basso Sebino 0,91 0,75-1,11 7 Alto Sebino 0,97 0,82-1,15 8 Valle Seriana 1,16 1,06-1,27 9 Val Seriana Superiore 0,93 0,80-1,07 10 Valle Brembana 0,89 0,76-1,02 11 Valle Imagna V. Almè 1,10 0,96-1,26 12 Isola Bergamasca 1,00 0,91-1,09 13 Treviglio 0,94 0,85-1,03 14 Romano di Lombardia 0,90 0,79-1,01 Ricoveri per anno Previsioni 2014 maschi *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: l andamento del numero di ricoveri annui sembra essere costante, si prevede comunque un lieve aumento di ricoveri 54

65 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione del sistema cardiocircolatorio (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,87 0,86-0,89 0,85 0,84-0,87 2 Dalmine 1,01 0,99-1,03 0,98 0,96-1,01 3 Seriate 1,02 0,99-1,05 0,94 0,91-0,97 4 Grumello 0,98 0,95-1,02 1,02 0,98-1,06 5 Valle Cavallina 0,94 0,91-0,97 1,04 1,00-1,08 6 Basso Sebino 1,00 0,96-1,04 1,07 1,03-1,12 7 Alto Sebino 1,06 1,02-1,10 1,03 0,98-1,07 8 Valle Seriana 0,99 0,97-1,01 0,98 0,96-1,01 9 Val Seriana Superiore 1,02 0,99-1,05 0,97 0,94-1,01 10 Valle Brembana 1,12 1,09-1,15 1,29 1,25-1,33 11 Valle Imagna V. Almè 0,98 0,95-1,01 0,97 0,94-1,01 12 Isola Bergamasca 1,04 1,02-1,06 1,03 1,01-1,06 13 Treviglio 1,01 0,99-1,03 1,00 0,97-1,02 14 Romano di Lombardia 1,13 1,10-1,16 1,22 1,18-1,25 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: l andamento dei ricoveri presenta complessivamente un trend negativo, si prevede comunque un lieve aumento del numero di ricoveri 55

66 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per cardiopatia ischemica (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,93 0,90-0,96 0,90 0,86-0,94 2 Dalmine 1,00 0,96-1,03 0,97 0,92-1,02 3 Seriate 1,12 1,07-1,17 1,10 1,02-1,18 4 Grumello 0,93 0,88-1,00 0,97 0,88-1,07 5 Valle Cavallina 1,01 0,95-1,07 1,06 0,97-1,16 6 Basso Sebino 0,94 0,87-1,02 0,94 0,83-1,05 7 Alto Sebino 1,11 1,04-1,18 0,84 0,75-0,94 8 Valle Seriana 1,04 1,00-1,08 0,97 0,91-1,03 9 Val Seriana Superiore 1,07 1,01-1,13 1,05 0,96-1,14 10 Valle Brembana 0,96 0,91-1,02 1,26 1,17-1,36 11 Valle Imagna V. Almè 1,06 1,00-1,11 1,07 0,98-1,16 12 Isola Bergamasca 1,06 1,03-1,10 1,12 1,06-1,18 13 Treviglio 0,89 0,85-0,92 0,89 0,84-0,95 14 Romano di Lombardia 1,00 0,96-1,05 1,07 1,00-1,15 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: L andamento è sostanzialmente costante, si prevede un leggero aumento del numero di ricoveri 56

67 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per disturbi circolatori dell encefalo (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,83 0,80-0,87 0,89 0,85-0,93 2 Dalmine 1,06 1,01-1,11 1,06 1,01-1,12 3 Seriate 1,06 0,99-1,13 0,81 0,75-0,88 4 Grumello 0,97 0,89-1,06 0,90 0,82-0,99 5 Valle Cavallina 0,95 0,87-1,03 1,16 1,07-1,25 6 Basso Sebino 1,12 1,02-1,24 1,15 1,04-1,27 7 Alto Sebino 1,06 0,97-1,16 1,17 1,08-1,28 8 Valle Seriana 1,01 0,95-1,06 1,04 0,98-1,09 9 Val Seriana Superiore 0,98 0,91-1,06 1,04 0,96-1,13 10 Valle Brembana 1,22 1,14-1,30 1,25 1,17-1,34 11 Valle Imagna V. Almè 0,92 0,85-1,00 0,88 0,81-0,96 12 Isola Bergamasca 1,00 0,95-1,05 0,97 0,92-1,02 13 Treviglio 1,05 1,00-1,11 0,93 0,88-0,98 14 Romano di Lombardia 1,04 0,98-1,11 1,14 1,07-1,21 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: L andamento è sostanzialmente costante, si prevede comunque un leggero aumento del numero di ricoveri. 57

68 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per malattie dell apparato respiratorio (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,80 0,77-0,82 0,88 0,85-0,91 2 Dalmine 0,95 0,92-0,97 0,95 0,92-0,99 3 Seriate 0,97 0,93-1,01 0,97 0,92-1,01 4 Grumello 1,02 0,98-1,07 0,97 0,92-1,03 5 Valle Cavallina 0,99 0,94-1,03 0,99 0,94-1,04 6 Basso Sebino 0,96 0,90-1,02 0,97 0,90-1,04 7 Alto Sebino 1,08 1,02-1,14 1,09 1,02-1,16 8 Valle Seriana 1,03 1,00-1,06 1,05 1,01-1,09 9 Val Seriana Superiore 1,09 1,05-1,14 1,06 1,01-1,12 10 Valle Brembana 1,14 1,09-1,19 1,06 1,00-1,11 11 Valle Imagna V. Almè 0,99 0,94-1,03 0,96 0,91-1,01 12 Isola Bergamasca 1,07 1,04-1,10 1,04 1,01-1,08 13 Treviglio 1,04 1,01-1,07 1,06 1,03-1,10 14 Romano di Lombardia 1,18 1,14-1,22 1,11 1,07-1,16 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: il trend sembra essere negativo, con un previsione di una diminuzione del numero di ricoveri 58

69 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per patologie respiratorie croniche (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,62 0,58-0,68 0,75 0,69-0,82 2 Dalmine 0,96 0,89-1,04 0,85 0,77-0,95 3 Seriate 1,03 0,92-1,14 1,05 0,91-1,19 4 Grumello 1,29 1,14-1,45 1,18 1,01-1,38 5 Valle Cavallina 1,20 1,07-1,34 1,37 1,20-1,57 6 Basso Sebino 0,91 0,77-1,07 1,27 1,06-1,50 7 Alto Sebino 1,04 0,90-1,19 1,25 1,06-1,46 8 Valle Seriana 1,10 1,02-1,19 1,12 1,01-1,23 9 Val Seriana Superiore 0,98 0,86-1,10 1,03 0,88-1,19 10 Valle Brembana 1,32 1,19-1,46 1,14 0,99-1,31 11 Valle Imagna V. Almè 0,97 0,86-1,10 0,82 0,70-0,97 12 Isola Bergamasca 0,92 0,84-0,99 0,92 0,83-1,02 13 Treviglio 0,97 0,89-1,06 1,00 0,90-1,11 14 Romano di Lombardia 1,53 1,41-1,66 1,27 1,13-1,41 Ricoveri per anno * Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi dieci mesi Previsioni 2014: si prevede una diminuzione del numero di ricoveri. 59

70 Rapporto standardizzato di ospedalizzazione per malattie dell apparato digerente (codice ICD 9: ) (tasso x popolazione di riferimento: residenti in provincia di Bergamo) Distretti Maschi Femmine S.H.R. I.C. 95% S.H.R. I.C. 95% 1 Bergamo 0,92 0,89-0,94 0,91 0,89-0,93 2 Dalmine 0,96 0,94-0,99 0,94 0,91-0,97 3 Seriate 0,94 0,91-0,98 0,90 0,86-0,94 4 Grumello 1,02 0,98-1,07 0,98 0,93-1,03 5 Valle Cavallina 0,93 0,89-0,97 0,95 0,90-1,00 6 Basso Sebino 0,91 0,86-0,97 0,94 0,88-1,00 7 Alto Sebino 1,00 0,95-1,05 1,04 0,99-1,11 8 Valle Seriana 0,92 0,89-0,94 0,94 0,91-0,98 9 Val Seriana Superiore 1,02 0,98-1,06 1,10 1,05-1,16 10 Valle Brembana 1,13 1,08-1,17 1,14 1,09-1,19 11 Valle Imagna V. Almè 0,94 0,90-0,98 0,91 0,86-0,95 12 Isola Bergamasca 1,03 1,00-1,05 1,03 1,00-1,06 13 Treviglio 1,05 1,02-1,08 1,04 1,01-1,08 14 Romano di Lombardia 1,31 1,27-1,34 1,34 1,30-1,39 Ricoveri per anno Previsioni 2014 maschi femmine totale *previsione sulla base dei primi sei mesi Previsioni 2014: si prevede un lieve aumento del numero di ricoveri. 60

71 Ricoveri: analisi per classe di età nei principali raggruppamenti nosologici 61

72 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: tumori (codice ICD 9: ) Classe di età Numero di ricoveri Tasso specifico di ricovero x Maschi Femmine Maschi Femmine ,95 76, ,78 63, ,93 75, ,26 124, ,33 176, ,55 227, ,17 403, ,85 586, ,22 935, , , , , , , , , , , , , , , , , , ,54 Tassi specifici di ricovero per classe di età 7.000, , , , , , ,00 0, Maschi Femmine

73 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: sistema circolatorio (codice ICD 9: ) , , , , , , ,00 Classe di età Numero di ricoveri Tasso specifico di ricovero x Maschi Femmine Maschi Femmine ,93 40, ,92 29, ,24 41, ,03 63, ,03 104, ,83 166, ,32 254, ,36 392, ,12 527, ,19 728, ,98 918, , , , , , , , , , , , , , ,47 Tassi specifici di ricovero per classe di età 6.000, , ,00 0, Maschi Femmine

74 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: apparato respiratorio (codice ICD 9: ) , , , , , , ,00 Classe di età Numero di ricoveri Tasso specifico di ricovero x Maschi Femmine Maschi Femmine , , , , ,54 358, ,10 621, ,20 532, ,73 441, ,32 411, ,96 386, ,00 326, ,75 334, ,36 341, ,55 409, ,32 533, ,75 743, ,99 986, , , , , , ,65 Tassi specifici di ricovero per classe di età 3.000, , ,00 0, Maschi Femmine

75 Analisi dei ricoveri per sesso e classe di età: apparato digerente (codice ICD 9: ) 6.000,00 Classe di età Numero di ricoveri Tasso specifico di ricovero Maschi Femmine Maschi Femmine ,68 322, ,15 233, ,12 435, ,14 519, ,52 555, ,34 546, ,71 567, ,16 617, ,56 663, ,53 730, ,05 901, , , , , , , , , , , , , , ,97 Tassi specifici di ricovero per classe di età 5.000, , , , ,00 0, Maschi Femmine

76 Incidenza delle principali patologie tumorali: dati del Registro Tumori della Provincia di Bergamo accreditato presso l Associazione Italiana Registri Tumori L analisi riguarda gli anni Verrà indicato il tasso grezzo e il tasso standardizzato (popolazione di riferimento: popolazione standard europea) confrontando quest ultimo con quello del pool dei registri del nord-ovest Verrà effettuata l analisi per classi di età 66

77 Tumore dello stomaco Incidenza maschi femmine Numero casi medi annui Tasso di incidenza grezzo 41,0 x ,8 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato 33,1 x ,1 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato nord-ovest Italia 28,0 x ,3 x 10-5 Tassi specifici per età 400,00 350,00 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Maschi Femmine

78 Tumore del colon-retto Incidenza maschi femmine Numero casi medi annui Tasso di incidenza grezzo 83,7 x ,8 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato 69,0 x ,2 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato nord-ovest Italia 76,9 x ,1 x 10-5 Analisi per classi di età Tassi specifici per età 700,00 600,00 500,00 400,00 300,00 200,00 100,00 0, Maschi Femmine

79 Tumore del fegato Incidenza maschi femmine Numero casi medi annui Tasso di incidenza grezzo 44,0 x ,1 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato 35,9 x ,9 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato nord-ovest Italia 17,3 x ,1 x 10-5 Analisi per classi di età Tassi specifici per età 350,00 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Maschi Femmine

80 Tumore del pancreas Incidenza maschi femmine Numero casi medi annui Tasso di incidenza grezzo 20,6 x ,0 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato 16,6 x ,6 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato nord-ovest Italia 14,0 x ,5 x 10-5 Analisi per classi di età Tassi specifici per età 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Maschi Femmine

81 Tumore del polmone Incidenza maschi femmine Numero casi medi annui Tasso di incidenza grezzo 97,9 x ,5 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato 78,6 x ,1 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato nord-ovest Italia 76,2 x ,0 x 10-5 Analisi per classi di età Tassi specifici per età 800,00 700,00 600,00 500,00 400,00 300,00 200,00 100,00 0, Maschi Femmine

82 Tumore della mammella Incidenza maschi femmine Numero casi medi annui Tasso di incidenza grezzo 1,5 x ,2 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato 1,3 x ,7 x 10-5 Tasso di incidenza standardizzato nord-ovest Italia - 121,8 x 10-5 Analisi per classi di età Tassi specifici per età 500,00 450,00 400,00 350,00 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Maschi Femmine

83 mp/pb Allegato 1 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICO Piano integrato di prevenzione e controllo

84 INDICE PREMESSA... 3 RISULTATI DELLE ATTIVITA DI PREVENZIONE NELL ANNO PROGRAMMA DELLE ATTIVITA DI PREVENZIONE, CONTROLLO E PROMOZIONE DELLA SALUTE PER L ANNO PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ALLA SALUTE SCREENING ONCOLOGICI SCREENING CARDIO-VASCOLARE SORVEGLIANZA, PREVENZIONE E CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE IGIENE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONALE SALUTE E AMBIENTE SICUREZZA SUL LAVORO E IMPIANTISTICA RISORSE E ORGANIZZAZIONE RISORSE UMANE SISTEMI INFORMATIVI PER LA PREVENZIONE CONTROLLO E VALUTAZIONE DEI RISULTATI QUALITA E CERTIFICAZIONE mp/pb

85 PREMESSA Le determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l anno 2014, approvate con deliberazione di giunta regionale n. X/1185 Seduta del 20/12/2013, prevedono che: - gli obiettivi specifici della prevenzione, per l anno 2014, siano declinati specificatamente nel Documento di Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari; - come per gli anni precedenti, a conclusione delle attività, sia predisposto un report, rivolto ai cittadini, contenente le principali attività di prevenzione attuate nell anno, con evidenza dei risultati raggiunti anche in termini di guadagno di salute; - nel corso dell anno 2014, sia elaborato il nuovo Piano triennale dei controlli e di interventi finalizzati alla complessiva prevenzione, tutela della salute e sicurezza dei cittadini, in considerazione anche della realizzazione dell evento EXPO, fermo restando eventuali successive integrazioni /adeguamenti alla luce di specifici indirizzi regionali in materia. Le regole regionali stabiliscono inoltre il vincolo ad utilizzare, per tutte le attività di prevenzione, il 5,5% delle risorse finanziarie per il LEA Assistenza sanitaria collettiva ambiente di vita e di lavoro, tetto che costituisce il minimo che deve essere garantito e documentato, attraverso i flussi informativi in atto. Le aree strategiche di intervento per la prevenzione e tutela sanitaria sono delineate, in particolare, nell allegato 3 alla Delibera di Giunta Regionale, prevedendone uno sviluppo in continuità al processo intrapreso dal sistema regionale della prevenzione basato su criteri di efficacia, intersettorialità, integrazione, trasversalità e sostenibilità. Ulteriori indirizzi programmatici di riferimento sono contenuti nei seguenti documenti: - Il Piano Socio Sanitario Regionale ; - Il Piano Regionale della Prevenzione , aggiornato per l annualità 2013 in coerenza con le indicazioni dell accordo Stato-Regioni del 7 febbraio 2013; - Il Piano Regionale per la Promozione della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro; - l intesa del 14 luglio 2011, tra Regione Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale, per la Rete Lombarda delle scuole che promuovono salute. Il documento di programmazione delle attività di prevenzione e controllo del DPM per l anno 2014, in attesa degli specifici obiettivi di interesse regionale, contiene la declinazione annuale delle attività e delle azioni già indicate dal Piano Integrato di Prevenzione e Controllo per il triennio , adottato con deliberazione del Direttore Generale dell ASL di Bergamo n. 220 del 28 febbraio 2012, reperibile alla seguente pagina web: A questo si fa riferimento e rinvio per quanto riguarda, in particolare, i seguenti dati di dettaglio: 1. Il quadro del contesto socio economico; 2. L analisi del profilo epidemiologico; 3. I principali indici demografici; 4. Prevenzione: definizione, criteri e ambiti; 5. Valenza del Piano e coerenza con gli atti di programmazione regionale; 6. I concetti innovativi: Integrazioni, collaborazioni intra-aziendali e inter-aziendali, reti; 7. Prevenzione: definizione, criteri e ambiti; 8. La graduazione del rischio; 9. Controllo e valutazione dei risultati. Una prima parte del documento di programmazione contiene una sintesi delle attività di prevenzione realizzate nell anno Intorno alle principali linee strategiche qui descritte proseguirà l azione di prevenzione anche per l anno Infine, un attenzione è dedicata alle risorse disponibili. mp/pb

86 RISULTATI DELLE ATTIVITA DI PREVENZIONE NELL ANNO 2013 A partire dal 2009, e con cadenza annuale, la ASL di Bergamo elabora e pubblica un report rivolto ai cittadini descrittivo delle principali attività di prevenzione medica realizzate nell anno, con evidenza dei risultati raggiunti anche in termini di guadagno di salute, diffusi alla rete dei nostri Stakeholders. Il rapporto relativo all anno 2012, pubblicato nel giugno 2013, è consultabile alla seguente pagina web: %C3%A0%20prevenzione%20anno%202012_784_5891.pdf Dal 2010 sono inoltre elaborati specifici rapporti annuali relativi alle più significative azioni di prevenzione, controllo e di promozione della salute realizzate, articolati per ognuno dei 14 ambiti territoriali dell'asl della provincia di Bergamo, diffusi principalmente ai Comuni attraverso le conferenze dei Sindaci. I documenti relativi all anno 2012 sono consultabili alla seguente pagina Web: Utile ed interessante inoltre, allo scopo di una approfondita valutazione di efficienza, appropriatezza ed efficacia delle azioni di prevenzione progettate e realizzate, è la consultazione del Manuale dei dati e degli indicatori in uso bel Dipartimento di Prevenzione Medico, documento anche questo aggiornato e pubblicato annualmente, che ha lo scopo di documentare e monitorare, con dati disponibili e attendibili, l evoluzione dei problemi di salute suscettibili di interventi di prevenzione, nonché le azioni e i risultati ottenuti. Il manuale esprime, in particolare, la necessità di misurare (sempre meglio) i risultati di attività e le azioni che spesso si confondono con determinanti del contesto socio-economico, eventi e circostanze che poco dipendono dal nostro operato. Il documento è consultabile alla seguente pagina Web: 013%20rev%200_784_8363.pdf Le azioni di prevenzione, controllo e promozione della salute hanno corrisposto agli obiettivi generali e specifici stabiliti dalla nostra Azienda attraverso il documento di programmazione annuale adottato, a conclusione di un percorso di consultazione con gli Stakeholders. Le principali linee di azione possono essere così sintetizzate: a) la realizzazione di campagne di screening oncologici, indirizzate a fasce di età a maggior rischio, finalizzate alla diagnosi precoce dei tumori alla mammella, al colon-retto ed alla cervice uterina, per i quali esistono interventi terapeutici di dimostrata efficacia se la diagnosi è precoce; b) la promozione della salute, volta a favorire l adozione di stili di vita sani (corretta alimentazione, attività motoria, astensione dal fumo, limitazione del consumo di alcolici, ecc.), attraverso interventi di comunicazione e di formazione; c) la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, attraverso e la sorveglianza epidemiologica e le vaccinazioni (la copertura vaccinale della popolazione infantile raggiunge percentuali superiori al 90 95%); d) l individuazione delle principali situazioni di rischio, verso cui indirizzare le attività di vigilanza e controllo, per assicurare prevenzione e sicurezza sul lavoro, qualità igienica e nutrizionale degli alimenti e delle bevande, condizioni di igiene e sicurezza delle abitazioni, rispetto degli standard igienici delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, impatto sulla salute dei rischi di origine ambientale. In particolare si evidenziano i seguenti elementi: Prevenzione dei tumori Lo screening Mammografico è attivo dal settembre del 2000 ma è dal 2009 che l ASL gestisce in modo centralizzato, oltre alle agende dei centri erogativi di 1 livello, la chiamata individuale (in sostituzione del periodismo in base al comune di domicilio/residenza) per la mammografia di screening con invio delle comunicazioni di invito, sollecito e di esito negativo del test. Nel 2013 sono state invitate donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni; si sono sottoposte a mammografia di screening donne con un tasso di adesione corretta pari a 75,26%. Lo screening dei tumori del colon retto è attivo dal settembre del 2005 e dal novembre 2009 l ASL gestisce direttamente la chiamata individuale con invio delle comunicazioni di invito, sollecito e di esito negativo del test, nonché la raccolta dei dati clinici. Nell anno 2013 sono state mp/pb

87 invitate persone di età compresa tra i 50 ed i 69 anni; hanno eseguito il test per la determinazione del sangue occulto fecale persone con un tasso di adesione corretta pari a 65,78%. Per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina è proseguito il processo di semplificazione di accesso alle prestazioni con particolare attenzione alla popolazione fragile e più a rischio. Nel periodo gennaio-settembre 2013 hanno ricevuto la lettera di invito a sottoporsi a pap-test donne target (25-64 anni che non hanno effettuato il pap test nel periodo ); di queste hanno effettuato il test mentre altre hanno dichiarato un test recente. Sintesi e Guadagno di salute I programmi di screening per i tumori della mammella e del colon-retto hanno individuato, nel 2013*, rispettivamente 3 casi e 1 caso di neoplasia ogni test di primo livello (mammografia e ricerca del sangue occulto fecale), consentendo diagnosi precoce e trattamento conservativo. A 10 anni dall'avvio del programma di screening mammografico in provincia di Bergamo si osserva una forbice tra le curve di sopravvivenza dopo diagnosi di carcinoma della mammella, all'interno e fuori dal programma di screening. La sopravvivenza è maggiore nella popolazione femminile la cui diagnosi di malattia è stata fatta con il programma di screening rispetto alla popolazione la cui diagnosi è stata fatta per malattia sintomatica. *I dati di 3 livello (chirurgia) del 2013 sono da considerarsi provvisori. I dati definitivi saranno disponibili a settembre Prevenzione delle malattie cronico-degenerative e promozione della salute La prevenzione delle malattie cronico-degenerative è un obiettivo primario per migliorare il livello di salute della collettività. In questa prospettiva, le attività di promozione della salute, finalizzate a fornire le conoscenze e le competenze necessarie, attraverso il coinvolgimento di diversi soggetti della comunità (comuni, scuole, associazioni di volontariato, associazioni di categoria e sindacati, società sportive, ), ad accrescere il controllo sul proprio stato di salute e a favorire l adozione di stili di vita salutari, offrono un importante contributo. Attraverso uno sforzo orientato a coinvolgere i diversi soggetti della comunità presente nel nostro territorio (i Comuni, le scuole, le associazioni di volontariato, le società sportive, le associazioni categoriali) le principali azioni si sono indirizzate alla promozione della attività fisica, al contrasto al tabagismo, al controllo della obesità, al miglioramento della alimentazione e nutrizione, dando concretizzazione a quanto contenuto nel Piano Integrato Locale di promozione della Salute. Merita richiamo la partecipazione attiva al programma Scuola che promuove salute riconducendo in particolare tutti gli interventi che si svolgono nelle scuole all interno di questa cornice progettuale ; le scuole aderenti alla rete sono passate dalle tre iniziali a 19 complessivamente. La promozione della salute rivolta ai bambini ed ai giovani si è concretizzata attraverso il ricorso a specifici strumenti di educazione alla salute: Mi muovo, sto bene, per quanto riguarda la attività fisica; A scuola di sicurezza, sulla prevenzione degli incidenti domestici e degli infortuni; Fata verdurina, Colazione che passione e Il segreto delle piramidi sul tema della educazione alimentare; Liberi dal fumo, sulla prevenzione del tabagismo. Per quanto riguarda le iniziative volte a promuovere l attività fisica, si è lavorato per lo sviluppo e la diffusione dei "Gruppi di Cammino. Nati a Bergamo nel 2009, i Gruppi di cammino fanno parte del progetto Stili di Vita Sana che coinvolge, a livello nazionale Asl, Amministrazioni Comunali, settori del privato sociale e organizzazioni di volontariato. Ad oggi, il progetto ha coinvolto 125 Comuni con oltre 250 gruppi di cammino, di cui 20 attivati nel corso del 2013, con un numero complessivo di oltre persone aderenti di età media superiore ai 60 anni Comuni dell ASL parteciperanno all EXPO 2015 con percorsi legati ai gruppi di cammino. Il progetto piedibus, invece, attualmente vede attive 92, di cui 5 di nuovo avvio nel corso del Con la città di Bergamo è stato sottoscritto un protocollo di intesa per la promozione e la sostenibilità delle 14 linee della città. Tra i progetti innovativi vanno evidenziati i programmi di promozione di stili di vita salubri (WHP) in diverse imprese bergamasche e le iniziative relative al setting scuola condotte all interno della rete delle scuole che promuovono salute. Nel corso del 2013 è stato inoltre avviato, in via sperimentale nel Distretto socio-sanitario Isola Bergamasca, un progetto sperimentale di screening per la prevenzione delle patologie cardiovascolari; per l anno 2013 si sono invitate, con chiamata diretta, 732 persone, di cui 188 si sono presentate presso gli ambulatori dell ASL. Sintesi e Guadagno di salute I piani di educazione alla salute sono stati predisposti considerando prioritaria la prevenzione delle patologie di rilevanza sociale. Queste azioni, condotte secondo criteri di dimostrata efficacia, hanno un riconosciuto impatto in termini di guadagno di salute. La valutazione delle ricadute sullo stato di salute della popolazione richiede tempi di osservazione lunghi e verrà monitorata attraverso i sistemi di sorveglianza 1 Promozione della salute nei Comuni e sul territorio, mp/pb

88 che sono stati implementati nel corso di questi ultimi anni (es. Studio Passi). La letteratura scientifica evidenzia come l attività fisica moderata e regolare gioca un ruolo importante nell influenzare l aspettativa di vita: si stima infatti che riduca di circa il 10% la mortalità per tutte le cause. Il dato di un associazione protettiva fra l elevato consumo di frutta e verdura e neoplasie appare consolidato. La sospensione del fumo dimezza il rischio d infarto al miocardio già dopo un anno di astensione. Nel corso degli anni è andata aumentando la capacità delle ristorazioni scolastiche di proporre menù in linea con le indicazioni per una sana alimentazione elaborate dall Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) e dall ASL. Anche per quanto riguarda i pasti per allergie ed intolleranze la collaborazione tra ASL e le ristorazioni scolastiche ha reso possibile l offerta di un alimentazione in sintonia con le linee INRAN. Sorveglianza delle malattie infettive e profilassi vaccinale Le azioni messe in atto dai nostri Servizi hanno permesso di ottenere un adeguato controllo delle malattie infettive nella popolazione residente; la sola malattia tubercolare ha presentato un trend in aumento, soprattutto a carico della popolazione straniera, non evidenziando comunque focolai epidemici. Presso le sedi territoriali degli Uffici di Sanità Pubblica sono stati potenziati gli orari di apertura degli ambulatori MTS (Malattie a Trasmissione Sessuale), con 706 accessi, diretti e gratuiti. Nel 2013 si sono perseguiti gli obiettivi inerenti alla profilassi vaccinale, in modo condiviso con i Distretti Socio-sanitari. In particolare: - anagrafe vaccinale: viene correttamente mantenuta la qualità dei dati dei registri informatizzati, in data 8/01/2014 sono stati inviati tramite il flusso VAC_SISS, i dati vaccinali dei residenti al 31/12/2013, con esito positivo. E stato concluso il passaggio alla modalità web del software per la registrazione dei dati vaccinali; - coperture vaccinali: sono stati estratti dal software aziendale i dati di copertura aggiornati al 31 dicembre 2013: si conferma che la copertura per esavalente coorte 2011 supera il 95%, la copertura per MPR 1^ dose è prossima al raggiungimento dell obiettivo, in attesa del recupero di alcuni soggetti momentaneamente sospesi (trasferimenti, rientri momentanei nei Paesi di origine, ecc..) mentre per la coorte 2007 la copertura per MPR 2^dose ha raggiunto l'obiettivo; la 4^ dose di Polio è ormai prossima all obiettivo di copertura del 95% con il recupero dei cicli sospesi; la 5 dose di difto-tetano della coorte 1996 ha raggiunto pienamente l'obiettivo; - copertura HPV: la copertura della terza dose della coorte 2000 è dell 80.1% (obiettivo regionale 70%); si evidenzia una notevole adesione alla vaccinazione con un lieve scostamento tra la 1 e la 3 dose del ciclo. La copertura della prima dose di HPV per la coorte 2001 è dell 81.1%, anche in questo caso si manifesta un ottima adesione alla vaccinazione, gli obiettivi sono pienamente raggiunti; - raccordo con le strutture sanitarie e MMG/PLS: per i soggetti appartenenti a categorie a rischio sono state attivate le procedure di verifica dei dati estratti dalla BDA, con chiamata attiva dei soggetti non vaccinati, come da indicazioni contenute nel verbale regionale del 07/07/2011 relativo ai soggetti a rischio, in attesa delle nuove indicazioni regionali relative al Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale; i Distretti Socio Sanitari si sono raccordati, a livello dei comitati distrettuali, con i MAP e PLS per individuare e vaccinare i soggetti a rischio; è stato formalizzato l accordo con le Aziende Ospedaliere e le Strutture Sanitarie per le vaccinazioni dei soggetti a rischio, vaccinazione Morbillo-Parotite- Rosolia e vaccinazioni in ambiente protetto, con nota della Direzione Sanitaria del , protocollo n Vaccinazioni nell infanzia. Tassi di copertura vaccinale Anno rilevazione/coorte nascita 2009/ coorte / coorte / coorte / coorte / coorte 2011 numero di residenti di età < 24 mesi regolarmente vaccinati popolazione residente di < 24 mesi percentuale di vaccinati 98,1% 98,9% 97,8% 97,9% 97,7% Vaccinazione antipapillomavirus HPV dose ,6 77,2 82,2 75, ,4 81,4 69,6 3 70,6 73,9 77,2 50,4 Sintesi e Guadagno di salute Complessivamente le elevate coperture vaccinali raggiunte, in linea con i previsti obiettivi regionali, e la promozione di campagne o offerte specifiche di vaccini, come nell ambito della medicina dei viaggi, hanno mp/pb

89 permesso di ottenere un adeguato controllo di alcune importanti malattie infettive, tra cui quelle di importazione al rientro da viaggi in località ad alto rischio. Nelle situazioni in cui la vaccinazione non è né disponibile, né efficace, come nel caso della Tubercolosi, l attuazione di una sorveglianza tra la popolazione, più suscettibile ad ammalarsi, permette di porre diagnosi precoce della malattia e di attuare il trattamento preventivo dell infezione latente, con conseguente contenimento del numero dei casi di TB. Controllo sugli insediamenti di vita, nei luoghi di lavoro e lungo la filiera dalla produzione alla vendita di prodotti alimentari Gli obiettivi di programmazione regionale hanno previsto, per le attività di controllo negli ambienti di vita e di lavoro, quali indicatori di risultato per le Aziende Sanitarie Locali, che i volumi per l anno 2013, tenendo conto anche dell attività coordinata con altri Enti (es. DPL, ARPA, Amministrazione Provinciale) e programmati con la metodologia della graduazione del rischio, fossero mantenuti nel numero totale di quelli effettuati nell anno 2012 (fatto salvo incrementi/riduzioni del personale); la rendicontazione dell attività avviene attraverso il sistema informativo regionale della prevenzione (I.M.Pre.S@). Per controllo si intende qualsiasi tipo di intervento di vigilanza che può esprimersi attraverso diversi strumenti: l ispezione o sopralluogo, l Audit, l indagine per evento infortunio sul lavoro, l indagine per malattia professionale, la verifica dei documenti di sistema. Il controllo può completarsi inoltre con un intervento di campionamento. Si riportano di seguito alcune elaborazioni dei dati delle attività di controllo effettuate nell anno 2013 e registrate nel sistema informativo regionale I.M.Pre.S@. Imprese-Strutture controllate e controlli effettuati Le attività di controllo si sono concretizzate, nell anno 2013 in controlli ( nell anno 2012) ed hanno riguardato Imprese/Strutture ( nel 2012). Controlli anno 2013 anno 2012 Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Igiene e Sanità Pubblica Impiantistica Tutela della Salute negli Ambienti di Lavoro Totale complessivo Imprese e Strutture controllate anno 2013 anno 2012 Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Igiene e Sanità Pubblica Impiantistica Tutela della Salute negli Ambienti di Lavoro Totale complessivo Le attività di controllo per area di intervento Il 40,6% dei controlli effettuati nel corso dell anno 2013 ha interessato l area della sicurezza del lavoro e della sicurezza impiantistica, ambito particolarmente critico sotto il profilo infortunistico, il 30,4% la sicurezza alimentare ed il 29% la sicurezza negli ambienti di vita. Tutela della Salute negli Ambienti di Lavoro 31,6% Igiene degli Alimenti e della Nutrizione 30,4% Impiantistica 9,0% Igiene e Sanita' Pubblica 29,0% mp/pb

90 Distribuzione delle attività di controllo con ispezione in base alla graduazione del rischio attribuita Sicurezza Alimentare I controlli effettuati attraverso l attività di vigilanza e ispezione sulla base della graduazione del rischio ha rappresentato il 55,5% del totale (3.660 ispezioni/6.586 controlli). Livello di rischio Imprese Alimentari esistenti Ispezioni nell anno 2013 % attività ispezionate per livello di rischio alto rischio (1, 2a, 2ma) ,96% rischio medio alto (2mb, 2b) ,67% rischio medio basso (3) ,56% rischio basso (4) ,93% totale ,43% Sicurezza negli Ambienti di Vita I controlli effettuati attraverso attività di vigilanza e ispezione sulla base della graduazione del rischio ha rappresentato il 61,19 % del totale (3.847 ispezioni/6.286 controlli). Livello di rischio Ispezioni nell anno 2013 % attività ispezionate per livello di rischio ,27% ,03% ,21% ,48% totale % Nota: Sono state inserite come rischio 2, le attività di verifica degli impianti termici ed elettrici (considerando i dati 2013 che hanno visto 59 persone intossicate da CO, di cui 38 ricoverate). Sicurezza sul Lavoro e Impiantistica Le attività di vigilanza e ispezione e le verifiche sulla sicurezza degli impianti sono state condotte privilegiando le attività produttive classificate ad alto rischio (livello 1 + 2) che sono state destinatarie di oltre l 88,4 % dei controlli effettuati. Livello di rischio Imprese controlli nell anno 2013 ispezioni nell anno ,99% ,40% % controlli per livello di rischio ,95% ,66% totale % Motivazione del Controllo I controlli effettuati sulla base delle priorità definite dalla programmazione aziendale, applicando il criterio della graduazione del rischio, sono stati il 34,7%; l 8.8% è stato eseguito su richiesta di altre Autorità/Enti e dell Autorità Giudiziaria mentre il 3,8% ha riguardato richieste di altri soggetti non istituzionali ed il 2.6% della struttura oggetto del controllo per emissione di provvedimenti. I controlli per eventi di emergenza sono stati il 2,3%. Nel 20,4% dei casi l intervento è stato finalizzato alla verifica della corretta attuazione delle prescrizioni di adeguamento formulate in sede di primo controllo di vigilanza. Le attività di verifica e valutazione documentale presentate dalle imprese e dalle strutture e le Segnalazioni Certificate di Inizio Attività hanno rappresentato invece il 27,5% dei totale controlli. mp/pb

91 Esito del Controllo Il 75,6% dei controlli ha dato esito favorevole, senza quindi dar luogo ad ulteriori provvedimenti. Nel 10,9% dei casi è stato comunicato l esito ad altri Enti (Regione, Comuni, Provincia, ). Si è evidenziata invece nel 5,2% delle attività la necessità di formulare delle prescrizioni di adeguamento mentre il 3,6% dei controlli ha invece dato un esito sfavorevole con l accertamento di 287 violazioni penali, ai sensi del D.Lgs. 758/94 in materia di sicurezza sul lavoro, 49 segnalazione all Autorità Giudiziaria, 10 sequestri di impianti/prodotti, 49 diffide e sospensioni di attività, 91 contestazioni di illeciti amministrativi. Tipologia del Controllo Dall analisi delle diverse tipologie di controllo messe in atto si evidenzia che il 57% degli interventi si è realizzato con attività di ispezione con sopralluogo ed il 5,6% ha riguardato indagini per infortuni sul lavoro e malattie professionali. Il 35,7% dei controlli si è attuato attraverso la verifica e valutazione di corrispondenza e completezza dei documenti di sistema finalizzati alla prevenzione dei rischi (documento di valutazione del rischio, manuale di autocontrollo, piani amianto, segnalazioni certificate di inizio attività, ecc.). Audit 0,7% Indagine per evento infortunio sul lavoro 2,3% Verifica documenti di sistema 36,7% Indagine per malattia professionale 3,3% Ispezione 57,0% mp/pb

92 Le attività di controllo effettuate per ambito distrettuale e per area di intervento La distribuzione dei controlli effettuati, nel corso del 2013, dai servizi di prevenzione della ASL è descritta dalla seguente tabella, articolata per i 14 Ambiti distrettuali (Assemblea dei Sindaci) a loro volta aggregati per i 7 Distretti Socio-Sanitari ed i 5 Settori Prevenzione. I dati sono suddivisi per le quattro aree tematiche di intervento: l Igiene degli alimenti e della nutrizione, l Igiene e sanità pubblica, la sicurezza impiantistica e la tutela della salute negli ambienti di lavoro. In termini assoluti gli ambiti distrettuali in cui si sono effettuati in maggior numero i controlli sono quelli di Bergamo, Dalmine, Isola Bergamasca, Valle Seriana e Treviglio, corrispondenti alle aree in cui si rileva una forte densità di imprese di rischio significativo. mp/pb

93 La descrizione delle Imprese/Strutture controllate Rispetto ai controlli effettuati nel corso dell anno 2013 si evidenziano alcune attività: controlli sono stati svolti in cantieri e imprese del settore edile (19,56%) e 567 nella siderurgia e lavorazione metalli (2,62%); controlli si sono effettuati in attività di trattamento e trasformazione rottami (1,08%), 232 nella logistica e distribuzione (1.07%), 228 nella fabbricazione macchine e utensili (1,05%), 197 nella fabbricazione tessuti e abbigliamento (0,91%), 128 nella fabbricazione materiali plastici (0,59%) e 117 nella fabbricazione prodotti chimici (0,54); controlli sono stati indirizzati alla sicurezza degli impianti termici e elettrici ed all igiene degli edifici residenziali (7,02%), 487 hanno coinvolto palestre, piscine, impianti sportivi, sale giochi (2,25%), 404 le strutture ricettive (1,86%), 324 le scuole di ogni ordine e grado (1,50%), 89 gli asili nido e strutture per persone con disabilità (0,41%); controlli hanno interessato aree esterne non confinate (4,43%), 167 i siti inquinati e le aree dismesse (0,77%) e 181 controlli le acque di balneazione (0,84%); controlli sono stati effettuati in ospedali, case di cura, ambulatori, laboratori (2,43%) e 207 in centri di assistenza residenziale e semiresidenziale per anziani (0,96%); controlli hanno riguardato ristoranti e preparazione pasti (9,05%), bar e caffetterie (5,88%), 425 stabilimenti e laboratori di produzione alimenti e bevande (1,49%), 158 mense di strutture sanitarie e socio-sanitarie con preparazione (0,73%), 169 mense scolastiche con preparazione (0,78%) e 113 mense scolastiche senza preparazione (0,52%), 119 mense aziendali con preparazione (0,55%), commercio al dettaglio di prodotti alimentari in sede fissa o ambulante (5,73%), 123 commercio all'ingrosso di prodotti alimentari (0,57%), acquedotti (5,15%). mp/pb

94 Notifiche cantieri anno 2013 Sono state le notifiche preliminari di inizio lavori nei cantieri (art. 99 DLgs 81/2008), segnalate on line attraverso il portale regionale e registrate dal Sistema di Gestione Notifiche Cantieri (GE.CA), che hanno interessato complessivamente cantieri distribuiti sul territorio provinciale con Imprese coinvolte. Nell anno 2012 le notifiche preliminari erano state per un numero di cantieri; si è evidenziato quindi nell anno 2013 un incremento delle notifiche del 23,3% ( ). Elementi del Controllo I controlli hanno interessato, in casi, i requisiti e l idoneità dei locali, in i processi/sistemi di gestione della sicurezza, in la verifica della sicurezza su attrezzature, macchine e impianti di lavoro, in casi le condizioni di sicurezza di impianti elettrici e termici, in i requisiti delle risorse umane e n l igiene dei prodotti alimentari. Sintesi e Guadagno di salute Igiene e sicurezza sul lavoro - Si evidenzia una lenta ma progressiva riduzione degli infortuni sul lavoro, decremento che appare più rilevante negli ultimi anni e che colloca Bergamo tra le province lombarde con tasso infortunistico più basso in Lombardia. mp/pb

95 - Negli ultimi anni i maggiori risultati raggiunti sono da attribuire alle azioni di sistema, che hanno consentito la diffusione e la crescita della sicurezza nei luoghi di lavoro come un valore importante da perseguire, anche nell ottica della responsabilità sociale dell impresa. Nello specifico le attività di controllo sono rivolte alle aziende e imprese appartenenti ai settori a maggior rischio per la salute e sicurezza. In particolare, anche per il 2013, sono stati attuati: a)controlli in circa il 7 % delle imprese attive sul territorio, b)controlli in circa nel 10% dei cantieri notificati, c) oltre l'88 % dei controlli è stato effettuato nelle imprese con livello di rischio elevato. - Gli specifici interventi di vigilanza e controllo negli ambienti di lavoro adottati nel corso degli anni, uniti agli interventi di promozione della cultura della sicurezza attuati in collaborazione con INAIL, con la Struttura Complessa Ospedaliera di Medicina del Lavoro, con la Direzione Provinciale del Lavoro e con il pieno coinvolgimento delle parti sociali, hanno portato ad un guadagno di salute che si è concretizzato soprattutto in una riduzione del numero assoluto degli infortuni mortali (rispetto ai 26 casi dell anno 2000, si è passati agli 8 eventi degli anni 2009 e 2010, ai 9 nell anno 2011, ai 10 del 2012 ed ai 3 del 2013). In alcuni settori produttivi ad alto rischio l attività di vigilanza e controllo è stata condotta integrando e coordinando le risorse disponibili sia all interno dell ASL che sul territorio come ad esempio nei cantieri, in agricoltura e nei trasporti. L integrazione tra le diverse professionalità ha consentito inoltre di effettuare controlli mirati e finalizzati sia alla tutela dei lavoratori che della popolazione generale in ambiti particolari quali scuola e strutture sanitarie. - Per quanto riguarda le malattie professionali, l elevata percentuale di denunce registrate in Provincia attesta l efficacia delle attività intraprese per contrastare il fenomeno della sottodenuncia delle malattie professionali. Tali attività comprendono: azioni di vigilanza e controllo e la ricerca attiva. Occorre inoltre sottolineare le azioni mirate a migliorare la qualità delle diagnosi effettuate dai professionisti operanti nella provincia. Grande importanza nel miglioramento della qualità delle diagnosi riveste la USC di Medicina del Lavoro che interviene attivamente con accertamenti di secondo livello e con denuncia diretta dei casi diagnosticati, nonché erogando attività formativa e di coordinamento tramite l associazione dei medici competenti della Provincia. L emersione del fenomeno è passaggio indispensabile sia per consentire di riconoscere rischi ancora misconosciuti che per attuare azioni di prevenzione mirate. Per i soggetti che hanno contratto una patologia a causa del lavoro. Nell anno 2013 è stata attivata l applicazione delle linee di indirizzo regionali in tema di stress lavoro correlato a 10 aziende afferenti alla grande distribuzione organizzata ed alle imprese di pulizie; il percorso intrapreso prevede lo sviluppo di azioni anche per il Per quanto concerne la sicurezza impiantistica nel 2013 è proseguito lo sforzo razionalizzazione delle attività, in applicazione anche a quanto previsto dal D.M. 11/04/2011 e successive integrazioni, che ha dettato nuove regole per le verifiche periodiche di apparecchi a pressione e impianti di sollevamento. Ambiente libero e di vita - La conoscenza sulle concentrazioni indoor del RADON e sulla sua distribuzione nel territorio, acquisita sulla base delle azioni di monitoraggio condotte in collaborazione con ARPA, è stata utilizzata per una stima del rischio per la popolazione esposta. E proseguita, nel 2013, l attività di sensibilizzazione, supporto e assistenza ai Comuni finalizzata al recepimento e all inserimento nei Regolamenti Edilizi e nelle Norme di Attuazione degli interventi previsti come ambiti di trasformazione dei PGT, di norme specifiche per la prevenzione della esposizione a gas radon negli edifici. Nel corso del 2013, 104 Comuni (42,62% del totale di 244) hanno dato riscontro alla richiesta dell ASL. Allo stato attuale n. 55 Comuni hanno integrato i Regolamenti Edilizi con le indicazioni per la prevenzione e tutela da gas radon, mentre altri 19 ne hanno indicato l adozione/integrazione entro il 31 dicembre Nell ambito delle azioni di prevenzione e controllo realizzate in materia di valutazione delle ricadute sulla salute dei progetti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale e degli Strumenti di Governo del Territorio sono state trattate 58 istruttorie, con esame valutazione documentale, ed espressi 21 contributi/osservazioni nelle conferenze dei servizi e formalmente verbalizzate. - Attraverso l applicazione di specifiche linee guida è stata garantita una presenza, sin dalle prime fasi di elaborazione degli strumenti urbanistici, anche attraverso un costante contatto con le Amministrazioni Comunali, per contribuire alla elaborazione di uno Strumento Urbanistico compatibile con uno sviluppo sostenibile del territorio sia per gli aspetti socio economici, sanitari ed ambientali, promuovendo contempo interventi che perseguono l efficienza energetica, il risparmio delle risorse idriche, la tutela dei suoli e la cura del verde, nonché stili di vita sani. Sono state formulate osservazioni sui Piani di Governo del Territorio per 50 Comuni, 27 allegati energetici e 19 Regolamenti Edilizi. mp/pb

96 - Continua il trend di miglioramento della qualità dell aria. Ciò si traduce in una migliore qualità di vita percepita. Si stima una riduzione di mortalità e ricoveri correlati direttamente o indirettamente all inquinamento atmosferico (media annua di PM10). - Si mantiene elevata l attenzione sugli episodi di contaminazione ambientale allo scopo di monitorare gli impatti sulla salute. Le positive collaborazioni tra le diverse Istituzioni interessate: Comuni, Provincia ed ARPA, favoriscono l adozione di decisioni efficaci. Nell ambito del procedimento istruttorio in materia di bonifica dei siti contaminati si è fornito il supporto richiesto dai Comuni interessati e dall Amministrazione Provinciale di Bergamo, attraverso 65 valutazioni pareri/osservazioni espressi di norma nelle conferenze di servizio a seguito di istruttorie con esame documentale. - Nel corso dell anno si è conclusa la prima fase dell indagine epidemiologica sul rischio rumore connesso all aeroporto di Orio al Serio, con somministrazione di 400 questionari alla popolazione, i cui risultati sono in fase di elaborazione dall Università di Milano. - L ASL di Bergamo è uno degli enti promotori di uno specifico protocollo d'intesa, tra Comuni ed Enti diversi, finalizzato a promuovere azioni per la tutela, la valorizzazione e la promozione del Lago d Iseo e dei sistemi ambientali, territoriali, relazionali ed economico/sociali di riferimento, attraverso l istituzione di una CABINA DI REGIA, che rappresenta sede stabile di confronto, coordinamento e collaborazione tra le amministrazioni. Migliorata complessivamente la balneabilità dei Laghi di Iseo e di Endine. Nel 2013 è stato predisposto il calendario di monitoraggio di tutte le 32 località controllate ed inserito nell applicativo del Portale Acque Ministero della Salute, così come i dati analitici dei prelievi effettuati. Il monitoraggio è stato rispettato secondo il calendario predisposto, con l effettuazione nel corso dell anno di 386 campioni di acqua di balneazione, risultati tutti regolari. - Nel corso degli ultimi dieci anni si rileva, sulla base degli esiti dei controlli negli ambienti di vita e nelle collettività, annualmente condotti dal DPM, un costante miglioramento igienico dei parametri, come ad esempio: la conformità delle acque di piscina, l idoneità igienica degli alberghi, la conformità degli impianti termici ed elettrici, l igiene e sicurezza delle strutture scolastiche. - Proprio le condizioni di igiene e di sicurezza delle scuole della provincia, continuano a rappresentare motivo di particolare attenzione da parte dei nostri Servizi di vigilanza e prevenzione; dal 2003 al 2012 sono state controllate 448 strutture scolastiche, pari al 42.9% del totale; le valutazioni positive sono passate dal 58% del 2003 al 78% dell anno 2012, evidenziando un trend in costante miglioramento delle condizioni di qualità igienica e di sicurezza delle strutture. Sicurezza alimentare - Sono circa le industrie alimentari censite in provincia di Bergamo e soggette a vigilanza igienico-sanitaria da parte della ASL. La sicurezza igienica degli alimenti, venduti e somministrati, è assicurata dai controlli routinari che il Dipartimento di Prevenzione conduce nelle imprese alimentari, verificando, annualmente, un quarto di quelle censite. Con maggiore frequenza si programmano i controlli per tutte le attività ad elevato grado di rischio, anche attraverso l utilizzo della tecnica dell audit, che consente di monitorare la capacità gestionale delle aziende a garanzia della sicurezza alimentare: mense ospedaliere e residenze sanitarie assistenziali, ipermercati, mense assistenziali, supermercati, gastronomie e pasticcerie. Una attenzione particolare è stata dedicata alla sicurezza alimentare nelle imprese alimentari di nuova apertura/gestione condotte da stranieri. Sono stati effettuati in modo congiunto con i Servizi Veterinari 268 controlli. - L andamento delle tossinfezioni alimentari, sui dati registrati nel 2013, evidenzia un buon livello di sicurezza per il cittadino in ambito di ristorazione pubblica e collettiva. L anno 2013 è stato caratterizzato dall epidemia di epatite A causata da frutti di bosco surgelati; segnalati 48 casi, versus i 27 del Tra le malattie trasmesse da alimenti da segnalare anche le intossicazioni da funghi; nel 2013 sono stati segnalati ed inseriti in MAINF 28 casi. - In provincia di Bergamo è consolidata una situazione generalmente soddisfacente delle acque destinate al consumo umano (da non confondere con la qualità delle acque di falda), anche se permangono alcune criticità in zone geograficamente circoscritte (soggette a monitoraggi specifici, nelle quali tuttavia i valori massimi consentiti dalla normativa non sono mai stati superati). - Promozione della sicurezza alimentare delle fasi di preparazione/conservazione/somministrazione vendita prodotti alimentari locali e tipici negli agriturismo (progetto per Expo 2015 DPM-DPV): il progetto, si è sviluppato nell arco temporale di 9 mesi, ed ha previsto il controllo di 50 agriturismi e l esecuzione di 10 campioni di alimenti scelti tra i prodotti tipici. 14 strutture sono state oggetto di prescrizioni relative prevalentemente a tracciabilità, uso dell abbattitore, produzioni di confetture e conserve di verdure e procedura di gestione del sottovuoto. mp/pb

97 PROGRAMMA DELLE ATTIVITA DI PREVENZIONE, CONTROLLO E PROMOZIONE DELLA SALUTE PER L ANNO 2014 PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ALLA SALUTE (in collaborazione con il Servizio Promozione della Salute - Direzione Sanitaria) L obiettivo strategico è di promuovere stili di vita e ambienti favorevoli alla salute anche al fine di prevenire patologie non trasmissibili (cronico degenerative) che hanno in comune fattori di rischio comportamentali modificabili (scorretta alimentazione, sedentarietà, tabagismo), attraverso le seguenti azioni: 1) Attuazione di interventi di promozione attività fisica - Incrementare i piedibus sul territorio e i gruppi di cammino attivi sul territorio. - Promuovere i gruppi di cammino a favore dei pazienti delle diabetologie degli ospedali attraverso una iniziativa di sensibilizzazione, anche mediante opuscoli informativi condivisi con i diabetologi. - Predisporre un progetto per EXPO 2015 che valorizzi il territorio bergamasco attraverso lo strumento dei gruppi di cammino. - Mantenimento della rete provinciale dei gruppi di cammino attraverso la pubblicazione di 4 numeri del notiziario Novità in cammino e l organizzazione di almeno 3 raduni provinciali. - Promuovere l inserimento curriculare dell educazione al movimento: offerta alle scuole dei percorsi contenuti nel programma Mi muovo, sto bene. - Promuovere la campagna Scale per la salute. 2) Riduzione di fattori di rischio (obesità, sedentarietà, tabagismo) in gruppi di popolazione adulta - Realizzare programmi di promozione di stili di vita salubri (WHP) in diverse imprese bergamasche (collaborazione a obiettivo gestito dal Servizio Promozione della Salute - Direzione Sanitaria). - Promuovere l inserimento curriculare della prevenzione del tabagismo: offerta alle scuole dei percorsi contenuti nel programma regionale Liberi dal fumo. - Sviluppare la campagna fumo e donna per gli studi di estetiste ed i saloni di bellezza (Medicina di genere come obiettivo strategico per la sanità pubblica). 3) Scuole che promuovono salute Incrementare la rete delle scuole che promuovono salute, partecipando alle iniziative regionali o dell Ufficio Scolastico Territoriale (UST) di Bergamo. I programmi/interventi con setting scuola saranno realizzati coerentemente agli indirizzi regionali, proponendo alle scuole un pacchetto di buone pratiche per la promozione della salute. 4) Promozione di corrette abitudini alimentari - Indicazione nei capitolati d appalto per le ristorazioni collettive a supporto di menù corretti: prosecuzione del progetto con il coinvolgimento dei comuni che hanno scadenza del capitolato nel Riduzione di fattori di rischio quali obesità, sedentarietà in gruppi di popolazione: predisposizione di un atlante fotografico con le porzioni corrette per i bambini di età da 6 mesi a 3 anni per i pediatri di famiglia, gli asili nido e le ditte di ristorazione che forniscono pasti nella ristorazione scolastica prosecuzione dell attività di counselling nutrizionale nel distretto di Bergamo con attivazione di almeno 1 gruppo in uno degli altri distretti entro dicembre Promozione dell inserimento curriculare dell educazione alimentare: offerta alle scuole dei percorsi: Il Segreto delle Piramidi e Fata verdurina, Colazione che passione, Orto Bonsai. - Prevenzione della malnutrizione nell anziano: predisposizione di linee guida per la corretta alimentazione degli anziani che ricevono pasti a domicilio ; predisposizione di un dietetico per le RSA. 5) Screening consumo di sale in Italia: verifica delle ricadute dell accordo con i panificatori e programma Meno sale più salute ISS CNESPS Roma Avvio del progetto Azioni relative alla riduzione del consumo di sale in Italia : verifica delle ricadute dell accordo con i panificatori e programma Meno sale più salute nel Comune di Seriate, dal mese di mp/pb

98 maggio 2014; il progetto è coordinato dall ISS e prevede di coinvolgere 200 soggetti di entrambi i sessi di età compresa fra i 35 ed i 74 anni. 6) Healthy Cities: Città sane Partecipazione alla definizione ed alla gestione del progetto Città sane, collaborando con il Servizio Promozione della Salute della Direzione Sanitaria. 7) La prevenzione del bullismo Partecipazione al gruppo di progetto sul bullismo, costituito dalla Direzione generale, sia nella fase di definizione degli strumenti operativi che nella gestione delle attività in collaborazione con il Servizio Promozione della Salute della Direzione Sanitaria. 8) La prevenzione dell HIV attraverso face book Partecipazione al gruppo di lavoro su facebook e prevenzione dell HIV nelle scuole secondarie di secondo grado, in collaborazione con il Servizio Promozione della Salute della Direzione Sanitaria. 9) Promozione dell educazione affettiva-sessuale Definizione di un percorso curricolare da sperimentare in un Istituto Comprensivo della provincia di Bergamo, in collaborazione con il Servizio Famiglia e l area dei consultori, attraverso la formazione dei docenti e il supporto per la sperimentazione. SCREENING ONCOLOGICI 1. Screening mammografico: estensione degli inviti > 95% della popolazione target, con un tasso di adesione corretta > 60%(raggiunto) >70% (eccellenza). Si stimano inviti a donne tra i 50 e i 69 anni con oltre mammografie di screening. 2. Screening dei tumori del colon retto: estensione degli inviti > 95% della popolazione target, con un tasso di adesione corretta > 45% (raggiunto) o > 55% (eccellenza). Si stimano inviti a persone tra i 50 e i 69 anni con test di screening. 3. Prevenzione del carcinoma della cervice uterina: con riferimento alle Regole di Sistema 2014 è prevista la chiamata attiva per pap test delle donne (25 29 anni) per le quali non è possibile identificare una relativa prestazione nei flussi 28SAN e 13 FAM nei tre anni precedenti, con cadenza triennale (da database "pap test" risultano donne da arruolare nello screening citologico nel triennio ). Si continuerà nella semplificazione dell accesso alle prestazioni; si garantiranno controlli relativi alla corretta rendicontazione degli esami citologici, si manterrà la razionalizzazione dei centri di lettura (circolare 5/SAN 2010) ed il controllo sull appropriatezza prescrittiva del test ricerca dell HPV (circolare 5/San2010). SCREENING CARDIO-VASCOLARE Proseguirà il progetto, sperimentato nel corso del 2013 nel Distretto dell Isola Bergamasca, dello screening cardiovascolare di primo livello con chiamata diretta per gli assistiti di età compresa tra i 50 e 59 anni, per cui non siano già note patologie cardiovascolari si prevede di invitare almeno n 500 persone. Si procederà alla compilazione di una scheda individuale per la registrazione dei parametri di glicemia e colesterolemia, saranno misurati i valori della pressione, della circonferenza addominale, e si analizzeranno i fattori di rischio legati al comportamento, quali l abitudine al fumo, il consumo di alcool ed sedentarietà. Si intende, aumentare le conoscenze e la percezione del rischio, diffondere l adesione a stili di vita sani. Qualora si evidenziasse con la prima valutazione situazioni a rischio, saranno proposte soluzioni per modificare lo stile di vita: corsi nutrizionali, gruppi cammino e corsi per smettere di fumare. Nell eventualità di parametri chimico-clinici alterati, il cittadino sarà inviato al proprio Medico di Assistenza Primaria per una valutazione più approfondita e per le cure eventualmente necessarie. Ad ogni persona che aderirà allo screening cardiovascolare sarà, inoltre, consegnato materiale informativo sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari e sulle attività di prevenzione offerte dall ASL. mp/pb

99 SORVEGLIANZA, PREVENZIONE E CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE Sorveglianza e controllo malattie infettive Proseguirà la sorveglianza e prevenzione dell Infezione Tubercolare e delle patologie a trasmissione orofecale, più frequenti nella popolazione straniera. Verrà garantito inoltre il mantenimento dei requisiti di qualità del sistema informativo regionale Malattie Infettive (MAINF) e sarà assicurato il potenziamento degli ambulatori MTS, favorendo l accesso al test per HIV, epatite B/C e sifilide per raggiungere le categorie target, attraverso anche il coinvolgimento di Medici di famiglia, dei Consultori, delle associazioni/privato sociale. Si procederà alla riorganizzazione degli ambulatori del Viaggiatore Internazionale per ottimizzare la somministrazione della vaccinazione antiamarillica accettando anche l accesso di utenti extra ASL, come da indicazioni della Regione Lombardia. Coperture vaccinali e Anagrafe vaccinale Saranno mantenute le elevate coperture vaccinali, già raggiunte negli anni precedenti, per difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse, Morbillo Parotite Rosolia, malattia invasiva da Haemophilus B; inoltre sarà mantenuta la copertura 70% in soggetti 0-18 aa appartenenti a categorie a rischio. Saranno aggiornati i dati vaccinali come da nota regionale del 26/11/12. IGIENE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA Piani di Governo del Territorio VAS Regolamenti Mantenimento dell attività istruttoria nella formazione degli strumenti di governo del territorio in collaborazione con Comuni, Provincia e ARPA (sono 31 i Comuni che devono terminare le istruttorie). Sicurezza degli ambienti confinati Vigilanza e controllo in materia di sicurezza dell abitato con verifica su circa impianti elettrici/termici in unità abitative (prevalentemente occupate da anziani ed extracomunitari), oltre ad attività di comunicazione e promozione di corretti comportamenti atti alla tutela della sicurezza domestica, in collaborazione con associazioni, comunità etniche, ecc. Balneazione e Piscine Attività di classificazione e profilo delle acque di balneazione con controllo del divieto di balneazione nelle aree fluviali. Controllo su oltre 30 punti di campionamento lacustri in collaborazione con le ASL confinanti e 500 controlli, con relativi prelievi / analisi di campioni sulle acque di piscina. Attività Ricettive, Commerciali, di Servizio alla Persona e Cosmetico-Sorveglianza Sono previste specifiche attività di vigilanza sulle strutture turistico-ricettive, commerciali e di servizio alla persona in particolare verranno effettuate: - le ispezioni sulle sale gioco (100% delle attività censite in provincia) in ottemperanza alla nuova L.R. 8 del 21 ottobre 2013 sulla prevenzione del gioco d azzardo, che include verifiche igienico-sanitarie su queste strutture; - le verifiche in tutte le strutture turistico ricettive maggiori e potenziati i controlli nelle attività adibite al servizio alla persona, alle quali verrà assicurata un attività informativa e di assistenza secondo le indicazioni contenute nelle Regole regionali 2014, ed in previsione dell EXPO Sicurezza nelle Strutture Sanitarie Proseguirà il programma, in collaborazione con il Servizio PAC, che prevede la vigilanza dei requisiti attinenti la sicurezza delle strutture sanitarie. Sicurezza nelle Strutture Socio Sanitarie e Socio Assistenziali Proseguirà il programma, in collaborazione con il Servizio Accreditamento, Controllo, Appropriatezza e Qualità area socio-sanitaria, che prevede la vigilanza dei requisiti attinenti la sicurezza delle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali. Decreto DG Famiglia n del 28/12/12 Bergamo Bonate Trescore Albino Treviglio Totale Attività di controllo strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali mp/pb

100 SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONALE Controllo Ufficiale Imprese Alimentari Reg. CE 852 e 882/ Controlli Ufficiali in imprese alimentari selezionate in base al codice di rischio attribuito, garantendo almeno un controllo/anno in ogni azienda a codice rischio più elevato (1 e 2 e in parte 3). - Controlli Ufficiali con il criterio dell Audit: privilegiando le imprese che richiedono certificazioni per esportazione di prodotti in paesi extra europei. - Prelievo di alimenti per ricerche chimiche e microbiologiche. In particolare nel 2014 verrà effettuata la ricerca di gliadina negli alimenti venduti sfusi dichiarati senza glutine. - Controlli ufficiali in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Veterinario. I controlli ufficiali ai fini della sicurezza alimentare sono attuati in conformità alle procedure di sistema codificate nell ambito del documento Standard di funzionamento dei servizi delle ASL competenti in materia di sicurezza alimentare. Acque ad uso potabile Azione di controllo e vigilanza sulla qualità delle acque destinate al consumo umano attraverso: - la verifica dei sistemi acquedottistici comunali (verifica autocontrollo, impianti e strutture), con priorità per situazioni con criticità in atto; - controlli di routine e di verifica: 1. prelievi per analisi microbiologiche, 2. prelievi per analisi chimiche; - controlli chimici mirati a problematiche presenti in alcune realtà del territorio provinciale (analisi effettuate da Laboratori di Prevenzione individuati secondo direttive regionali). Vendita e impiego di prodotti fitosanitari Nel corso del 2014 verrà effettuata un ispezione presso i depositi e i punti vendita di prodotti fitosanitari nella misura 1/3 (circa 20) delle 57 attività censite. Vigilanza Nutrizionale nelle ristorazioni scolastiche L attività di vigilanza sarà indirizzata prevalentemente verso gli asili nido dove nel corso degli anni sono emerse le maggiori criticità. Si prevede di valutare nel 2014 tutti i nidi e micronidi della provincia (circa 260) e le ristorazioni scolastiche con cambio di gestione (secondo semestre). Ristorazione scolastica: recupero scarti alimentari nelle mense scolastiche Proposta alle amministrazioni comunali di iniziative per il recupero di cibo non consumato ai fini assistenziali e per ridurre lo spreco di cibo già distribuito ai bambini e non consumato. Nell anno scolastico si sta sperimentando l iniziativa nel comune di Calusco d Adda, altri comuni si stanno attivando per iniziative analoghe. Sorveglianza Nutrizionale Partecipazione al progetto di sorveglianza nutrizionale OKKIO ALLA SALUTE coordinato dall Istituto Superiore di Sanità (raccolta di dati sulla prevalenza di obesità e soprappeso, sulle abitudini alimentari e sulla pratica dell attività fisica nei bambini della scuola primaria). SALUTE E AMBIENTE Procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), di Valutazioni Ambientali Strategiche (VAS), di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) La DGR n. X/1185 del 20/12/2013 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l'esercizio Allegato 3 Regole di Sistema Ambito sanitario, prevede che nei Procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale venga rafforzato il ruolo dell ASL per la formazione, l analisi e la valutazione delle ricadute sulla salute della popolazione. In coerenza, la programmazione 2014 prevede: - l aggiornamento e consolidamento, anche mediante specifiche Istruzioni Operative dei criteri e delle modalità procedurali relative ai percorsi istruttori ed analisi, valutazione ed espressione delle mp/pb

101 osservazioni relativi alla componente salute degli Studi di Impatto Ambientale delle VIA, delle Valutazioni Ambientali Strategiche (VAS); - coinvolgimento, integrazione e supporto del Servizio Epidemiologico nei processi di analisi e valutazione; - realizzazione di eventi di formazione/aggiornamento per gli operatori incaricati delle istruttorie; - partecipazione al Gruppo di lavoro regionale in materia di VIA. Partecipazione ai lavori della Commissione Istruttoria Regionale (CVIA), ai fini delle valutazioni dei Progetti soggetti a VIA e a verifica di assoggettabilità a VIA e partecipazione alle Conferenze di Servizio (CdS) e attività correlate (sopralluoghi/verifiche). Controlli sulle aziende che svolgono attività che impattano sull ambiente: programma coordinato con ARPA - Definizione Protocollo d intesa e di un Tavolo di coordinamento. - Proseguimento dell Indagine epidemiologica per la valutazione dell impatto sulla salute dei residenti in vicinanza dell Aeroporto Orio al Serio. - Valutazione dell impatto sulla salute dei residenti in vicinanza dell inceneritore Ecolombardia 4 di Filago. Gestione maxiemergenze in sanità pubblica - VERSO EXPO Verifica delle procedure di intervento in materia di: - prevenzione e gestione delle emergenze straordinarie (scenari ad esempio di eventi terroristici, di rischio idrogeologico e sismico, ecc.) ed ordinarie (es. insorgenza di sintomi e segni obiettivabili ascrivibili a non conformità di un articolo/prodotto - sostanze chimiche pericolose/regolamento REACH, ecc); - consolidamento, potenziamento e aggiornamento del sistema integrato per le maxiemergenze in provincia di Bergamo, mediante l adozione di protocolli di intervento in materia di emergenza di sanità pubblica e loro condivisione con tutte le strutture operative interessate pubblica ed il rafforzamento della Guardia Igienica Permanente del Dipartimento di Prevenzione Medico delle ASL, in collaborazione con le strutture del "sistema regione" coinvolte. Aziende a Rischio Incidente Rilevante (A.R.I.R.) e controllo dell urbanizzazione - Sensibilizzazione e supporto ai comuni per la stesura e l approvazione dell Elaborato Rischi di Incidente Rilevante (ERIR), in conformità alla DGR 11 luglio 2012 n. IX/3753 e per valutazione dei Piani Emergenze esterni ARIR. Radioprotezione - Radioprotezione industriale: verifica comunicazione di detenzione ed utilizzo sorgenti di radiazioni ionizzanti e controlli Aziende con sorgenti ad alta attività. - Radioprotezione sanitaria: collaborazione su richiesta del Dipartimento PAC. - Radioattività ambientale e degli alimenti (valutazione dei rapporti di prova su analisi effettuati da ARPA). Prevenzione rischi da gas RADON - Supporto ai Comuni per l inserimento nei Regolamenti Edilizi Comunali (REC) di norme tecniche specifiche per la prevenzione dell'esposizione al gas radon negli edifici, come da Circolare regionale e Decreto Regionale su Linee Guida prevenzione Radon del 21 dicembre 2011). - Attività d informazione sulla mappatura e sulle tecniche di risanamento nei confronti dei comuni, progettisti, associazioni: socializzazione dati e risultati. Siti Contaminati - Aggiornamento e consolidamento, anche mediante specifiche Istruzioni operative, dei criteri e delle modalità procedurali relative ai percorsi istruttori di analisi, valutazione ed espressione delle osservazioni di competenza ASL nei processi di valutazione del rischio e dei progetti di bonifica dei siti inquinati, attività di supporto ai Comuni, Provincia e Regione. - Realizzazione di eventi di formazione/aggiornamento per gli operatori incaricati delle istruttorie. - Aggiornamento anagrafe siti contaminati e/o potenzialmente contaminati. mp/pb

102 Attività in materia REACH/CLP - Realizzazione degli interventi di vigilanza e controllo, secondo le indicazioni quantitative definite nel piano regionale. Controlli analitici da parte del Laboratorio di Sanità Pubblica Razionalizzazione e riorganizzazione in rete dei Laboratori di Prevenzione delle ASL a supporto delle attività di controllo e in un ottica di sistema integrato allargato secondo modalità e tempi condivisi con DG Sanità, anche in accordo con gli altri LSP dell area nord e regionali. Il LSP di Bergamo è stato individuato, con quello di Milano, laboratorio di riferimento per l esecuzione dei residui di fitofarmaci negli alimenti e nelle acque, per la determinazione di conservanti: acido sorbico e benzoico in bevande e alimenti e dei solventi organici alogenati. Si effettua attività analitica in campioni di acqua ad uso potabile per la ricerca di parametri chimici di routine per la ASL di Lecco mentre le determinazioni relative ai residui di fitosanitari negli alimenti, sono già effettuate a favore delle ASL di Brescia, ValleCamomica, Cremona, Sondrio. Nel corso del 2014 proseguiranno i tavoli a livello regionale per raggiungere, tra l altro, la completa autonomia da ARPA. Continueranno i controlli analitici in ambito di sicurezza alimentare, cosmetici, matrici ambientali (acque potabili, minerali, laghi, piscine, acque reflue, rogge, pozzi ), ricerca legionella, screening (sangue occulto nelle feci, metaboliti urinari delle droghe), analisi droghe per l Autorità Giudiziaria. Sono stati messi a punto per il controllo dell acqua potabile, le determinazioni di sostanze clorurate e alogenate (tricloroetilene e tetracloroetilene, 1,1dicloetilene, 1.2 diclopropano, 1.2 dicloroetano, trialometano), diserbanti, DMZ, Carbamazepina, Metronidazolo, freon 141B, TMCP e Trietilfosfato e due parametri chimici di controllo: fluoruri e cromo IV con ampliamento dei controlli sulla potabilità dell acqua. Nell anno 2013 il Laboratorio ha ottenuto da ACCREDIA, il rinnovo dell accreditamento, che verrà tenuto sotto sorveglianza con visite periodiche annuali per i successivi quattro anni. SICUREZZA SUL LAVORO E IMPIANTISTICA In attuazione del Piano Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro DGR n. X/1104 del 20/12/2013, sono confermati gli obiettivi e gli indicatori già riportati nel piano 2013 con le integrazioni che seguono. Si garantirà l effettuazione del numero totale dei controlli effettuati nel 2013, programmati con la metodologia della graduazione del rischio, fatto salvo incrementi/riduzioni del personale. Saranno garantiti comunque i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ovvero l effettuazione di controlli nel 5% delle imprese attive presenti sul territorio 2. Si garantirà inoltre la partecipazione alle attività di vigilanza e controllo in materia REACH/CLP, in collaborazione con gli altri servizi del DPM e secondo gli indirizzi regionali. I controlli nel comparto edilizia saranno definiti in base alle indicazioni contenute nel Piano Nazionale e Regionale e la pianificazione specifica sarà condivisa con la Direzione Territoriale del Lavoro, seguendo i criteri di graduazione dei rischi concordati. Si garantirà la registrazione delle indagini di infortuni e malattie professionali mediante utilizzo del modulo Ma.P.I. (Malattie Professionali e Infortuni) realizzato nel sistema Regionale Person@. Nel settore della sicurezza impiantistica, i controlli continueranno ad essere programmati in base alla graduazione dei rischi. In particolare le risorse del personale saranno indirizzate per il 20% alla realizzazione di piani di vigilanza mirata in relazione alle verifiche effettuate da soggetti abilitati e l 80% delle risorse sarà utilizzata per l erogazione diretta di verifiche periodiche. Criteri utilizzati per la graduazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori In linea con le indicazioni Regionali, si conferma il percorso metodologico di programmazione delle attività di controllo sulla base del contesto provinciale e del principio della graduazione del rischio. La programmazione individua e declina a livello provinciale, anche gli obiettivi definiti dal livello nazionale nei LEA, in coerenza con le linee di indirizzo conseguenti. Sarà valorizzata un ampia partecipazione delle parti sociali e delle istituzioni con competenze nelle specifiche aree (tutela della salute e sicurezza dei cittadini/consumatori/lavoratori), sia nella fase di individuazione di priorità ed obiettivi, sia nella fase di valutazione del guadagno di salute conseguito (realizzazione della peer network, la rete di pari ). Ciò premesso, si recepiscono e condividono gli obiettivi regionali che indirizzeranno l attività nel prossimo quinquennio: 1. riduzione degli infortuni e delle malattie professionali; 2. sostegno alle imprese; 3. formazione alla salute e sicurezza. 2 Aggiornamento Flussi INAIL Regioni mp/pb

103 1. Riduzione degli infortuni e delle malattie professionali A contrasto del fenomeno infortunistico e tecnopatico, si persegue il mantenimento del trend di riduzione degli infortuni (base dati anno 2012) e del trend di emersione del fenomeno delle malattie professionali (base dati anno 2012). Una particolare attenzione verrà dedicata al perfezionando degli strumenti per la conoscenza e gestione delle malattie professionali e per l implementazione della rete di scambio di monitoraggio del fenomeno (coinvolgimento di medici di base, medici competenti), in relazione soprattutto alle seguenti condizioni morbose: - tumori ad alta e bassa frazione eziologica, - disturbi muscolo scheletrici lavoro-correlati, - disturbi da stress lavoro-correlato. Indicatori - Infortuni: decremento del tasso infortunistico pari o superiore al 25% per il quinquennio (calcolato sull anno 2012, utilizzando al denominatore il numero di lavoratori occupati al netto del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni tiraggio CIG = numero ore utilizzate/numero ore autorizzate) fonte dati INAIL, INPS, ISTAT). - Malattie professionali: incremento del numero assoluto di malattie professionali denunciate a INAIL pari o superiore 25% per il quinquennio (calcolato sull anno 2012 fonte dati INAIL). - Almeno il 40% dei controlli eseguiti per indagine su infortuni e malattie professionali inseriti in I.M.Pre.S@ deve trovare riscontro in Ma.P.I.. 2. Sostegno alle imprese L obiettivo dell azione è di: - favorire l emersione, la valorizzazione, la promozione e la diffusione di buone pratiche e percorsi virtuosi di autocontrollo; - promuovere nelle aziende l adozione delle buone prassi esistenti e decretate nell ambito delle precedenti pianificazioni; - semplificare e uniformare l'azione delle Istituzioni. Indicatori - rapporto tra le ispezioni e gli audit (fonte: tipologie di controllo in I.M.Pre.S@); 3. Formazione salute e sicurezza - supportare la scuola nel percorso di integrazione della sicurezza nei curricola scolastici, in coerenza con la LR 19/2007. Indicatori - numero di Istituti che integrano la sicurezza sul lavoro nei curricula scolastici. Attività di vigilanza e controllo I controlli, rispetto alla sicurezza nei luoghi di lavoro e alla sicurezza impiantistica, saranno effettuati almeno nel 5 % delle imprese attive in coerenza con i LEA. I volumi di attività, saranno comunque non inferiori a quelli effettuati nell anno precedente. Gli strumenti ordinari di vigilanza e ispezione saranno affiancati da altri dispositivi quali: - il dialogo sociale per avviare iniziative di responsabilità sociale delle imprese e di incentivazione economica; - la promozione di buone prassi per la corretta valutazione e gestione dei rischi, e per la promozione della salute (Working Health Promotion); - le iniziative di sensibilizzazione per la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro; - la valorizzazione della differenza di genere. Le azioni e attività di prevenzione per l anno 2014 proseguiranno in modo congruente con il Piano Regionale per la Promozione della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro e verrà assicurato il proseguimento delle specifiche attività già intraprese e l attivazione di nuovi interventi secondo gli indirizzi operativi indicati nell ambito dei Laboratori di approfondimento: benessere organizzativo, patologie da sovraccarico biomeccanico, ruolo del SPP nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, tumori professionali, rischio chimico, agricoltura, costruzioni, infortuni stradali in occasione di lavoro. La promozione e la verifica dell applicazione di una linee di indirizzo e dei vademecum decretati in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro costituirà specifica attività di controllo rendicontata in IMPreS@ come audit. Proseguirà la collaborazione con l U.O. di Medicina del Lavoro dell Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo (ricerca attiva Tumori Professionali, Patologie da sovraccarico biomeccanico e patologie da stress lavoro mp/pb

104 correlato Edilizia ecc ), con ARPA, Provincia (vigilanza fitosanitari in Agricoltura, cave, agricoltura.), Università di Bergamo. Si assicurerà il supporto tecnico e formativo agli altri Servizi del Dipartimento di Prevenzione, coinvolti nell effettuazione di una quota dei controlli in ambienti di lavoro. Nel 2014 la tradizionale attività di vigilanza e controllo effettuata nei settori produttivi ad elevato rischio d'infortuni sarà maggiormente integrata con azioni di promozione della salute e di diffusione della cultura della sicurezza mediante promozione di attività formative ed educative (istituti tecnici agrari, figure professionali del sistema sicurezza). Nei luoghi di lavoro proseguirà l attività di promozione di stili di vita sani, per la riduzione di fattori di rischio in gruppi di popolazione adulta, con particolare riferimento a tabagismo e alcol, alimentazione scorretta e sedentarietà. Sarà garantita la partecipazione attiva con Regione, Ufficio Scolastico ed Eupolis alla realizzazione del neonato Progetto pluriennale "Inserimento curricolare della sicurezza sul lavoro nelle scuole di ogni ordine" che mirerà a preparare gli insegnanti ad essere essi stessi formatori dei loro studenti in questa materia. Verifiche impiantistiche Premesso che i titolari degli impianti non sono più obbligati a richiedere l intervento dell ASL, bensì possono avvalersi di Organismi notificati e Soggetti abilitati, si programma di effettuare verifiche impiantistiche prioritariamente su situazioni classificate ad alto rischio di seguito elencate: - Apparecchi a pressione e impianti termici: Ospedali, Aziende a Rischio di Incidente Rilevante, centrali termiche. - Apparecchi di sollevamento: cantieri grandi opere (es. BRE.BE.MI, L.A.V.) e/o altri cantieri con particolari condizioni di rischio. - Impianti elettrici: oltre alla verifica nei luoghi con pericolo di esplosione, si ritiene opportuno attivare programmi di controllo finalizzati alla sicurezza dell intero impianto elettrico in alcuni settori ritenuti prioritari (es.: scuole, strutture socio-sanitarie, cantieri, ospedali, allestimenti provvisori e manifestazioni in genere all aperto, ecc ). - Ascensori: si potrà utilizzare la competenza specialistica per svolgere attività di controllo in alcuni settori ritenuti prioritari o più rilevanti in termini di impatto sociale (ospedali o edifici aperti al pubblico in genere). Controlli programmati La quota complessiva di controlli programmati nell area di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori non sarà inferiore al numero di controlli effettuati nel 2013, fatto salvo incrementi/riduzioni del personale. Saranno rispettati i rapporti e gli indicatori stabiliti dai LEA. ASL LEA Numero Imprese Obiettivo LEA > 5% Bergamo Fonte: Imprese _ nota DGSAN prot. H del 19 agosto 2011 Comunicazione dei risultati La programmazione dell'attività ed i risultati conseguiti saranno resi pubblici attraverso: 1) Commissione Provinciale ex art. 7, 2) Associazione medici competenti della Provincia di Bergamo, 3) Ordini e Collegi professionali, Consulenti del lavoro, 4) Collegio di rappresentanza dei Sindaci, 5) Consultazione dei dati nel Portale ASL. mp/pb

105 RISORSE E ORGANIZZAZIONE RISORSE UMANE La dotazione del personale dipendente attualmente assegnato al Dipartimento di Prevenzione Medico, la distribuzione per profilo professionale e le ore di lavoro a preventivo per l anno 2014 sono riportate nelle elaborazioni di seguito riportate. La dotazione del personale aggiornata alla data del 31 dicembre 2013, ammonta a 246 addetti, pari a 230,25 unità equivalenti a tempo pieno. Più del 60% del personale assegnato al Dipartimento di Prevenzione Medico è rappresentato dalle nuove professioni sanitarie e, in particolare, i tecnici della prevenzione sono il 42,7% del totale degli addetti. Il personale amministrativo, principalmente occupato nei più recenti processi di semplificazione amministrativa ed informatizzazione, rappresenta il 17,4%. La collocazione del personale per le diverse aree di intervento e per le attività amministrative integrate mp/pb

106 La stima delle ore di lavoro a preventivo 2014 per profilo professionale Le risorse nel periodo di realizzazione dei Piani triennali di prevenzione e controllo Nell arco di tempo compreso tra l avvio del primo Piano triennale ed il nuovo Piano , la dotazione di personale registra una contrazione non trascurabile di personale di circa l 8%, con un calo di ben 19,2 unità equivalenti di personale a tempo pieno. Ciò è ben evidente nella rappresentazione grafica che segue. Nel solo anno 2013 si registra il calo di 5 u.eq. di personale rispetto all anno precedente. Le contrazioni maggiori hanno riguardato il personale amministrativo (- 8,1 u.eq.), i tecnici della prevenzione (- 4,7 u.eq.), il personale medico (- 3,5 u.eq.). Dipartimento di Prevenzione Medico personale 2007/dicembre 2013 (unità equivalenti a tempo pieno) 300,00 290,00 280,00 270,00 260,00 250,00 240,00 230,00 249,45 247,15 240,15 242,45 237,85 235,25 230,25 220,00 210,00 200, mp/pb

107 SISTEMI INFORMATIVI PER LA PREVENZIONE Nel corso di questi ultimi anni si sono realizzati e messi a regime diversi sistemi informativi per la prevenzione. Nel 2011 è stato avviato il data base regionale relativo alle attività di promozione della salute BDProSal. Più recenti sono invece i sistemi regionali di gestione dei flussi informativi: Ma.P.I. (acronimo di Malattie Professionali ed Infortuni) e Ge.Ma. (acronimo di Gestione Manufatti in Amianto) che, nel 2014, dovranno essere consolidati. Sistemi Gestionali aziendali, da cui derivano dati periodicamente raccolti e trasmessi in Regione, sono inoltre disponibili ormai per tutte le linee di produzione del DPM, che ha ormai raggiunto un livello significativamente elevato in termini di informatizzazione. Tra questi citiamo: 1. SIST_Avelco: si tratta del gestionale aziendale che consente la registrazione informatizzata, da parte di ogni singolo incaricato della vigilanza, di tutte le prestazioni di vigilanza e controllo; Il sistema consente di estrarre i dati relativi all attività di controllo nel formato indicato nel tracciato Regionale e di caricarli nel sistema I.M.Pre.S@. 2. Ippocrate: è il sistema gestionale per la registrazione di tutti i dati vaccinali (per i nati dal 1990 in poi); 3. PROLABQ-OPENCO: trattasi del gestionale per la registrazione di tutti i dati analitici prodotti dal LSP, attualmente in fase di correlazione con I.M.Pre.S@; 4. Dolphin: sistema gestionale aziendale utilizzato per la registrazione delle prestazioni ai fini della fatturazione attiva; e, di più recente introduzione: 5. CUP HOPERA: gestionale aziendale utilizzato per la prenotazione di visite e certificazioni sanitarie; 6. FOLIUM: sistema di gestione protocollo e documenti aziendali. Nell ambito del processo di semplificazione e sburocratizzazione amministrativa ( Impresainungiorno ) ai fini della attivazione delle attività di impresa, la ASL si è dotata di strumenti di ricezione e trattamento dei documenti digitali relativi a SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), DIA e Agibilità edilizia, SCIA Agriturismo. A partire dal 2014 saranno messe a disposizione dei SUAP (sportello unico per le attività produttive) 5 caselle di posta PEC dedicate alla ricezione (e successive comunicazioni) esclusiva delle SCIA, una per ognuna dei Settori di Prevenzione del Dipartimento di prevenzione Medico. La trasmissione digitale dei documenti alla ASL oggi avviene dallo Sportello Unico che può essere attivato da: - Comuni associati, - singolo Comune (ad esempio Bergamo), - Comuni in convenzione con la Camera di Commercio, - tramite MUTA. Le SCIA, una volta codificate nella rispettiva classe di rischio, sono selezionate ai fini del loro inserimento nella programmazione prevista dal Piano dei Controlli. Si è stabilita una più stretta collaborazione con Camera di Commercio Industria e Artigianato di Bergamo e con un gruppo di lavoro di SUAP, con i quali si condividerà una procedura unica di gestione e trattamento delle SCIA, per gli aspetti di interesse della prevenzione. CONTROLLO E VALUTAZIONE DEI RISULTATI Lo sviluppo del piano viene monitorato in continuo, sia in termini di efficienza che di efficacia, attraverso i sistemi informativi che consentono di e monitorare tutte le attività del Dipartimento. Attraverso il manuale degli indicatori e dei dati utili in uso nel Dipartimento di Prevenzione Medico, annualmente aggiornato (link al manuale 2013: 013%20rev%200_784_8363.pdf), si mantiene la valutazione dei processi e dei risultati, utile ai fini delle verifiche di efficienza, efficacia e appropriatezza. Questo strumento utile anche in fase di programmazione delle attività e di gestione della comunicazione dei risultati alla Direzione dell ASL, agli Stakeholders e all opinione pubblica, utilizza dati e indicatori concretamente utilizzabili, adeguati a misurare e valutare differenti aspetti, quali: i livelli di efficienza e di economicità, l evoluzione e la copertura di un bisogno/domanda, l efficacia dell azione di controllo e vigilanza, la promozione di stili di vita corretti, la capacità di riduzione del rischio e/o del danno, la valutazione dei programmi di diagnosi precoce. L elencazione completa degli indicatori rilevati e monitorati sono riportato nel documento del Piano Integrato di Prevenzione e Controllo , al capitolo 4.3 Controllo e valutazione dei risultati, a cui si fa rinvio. ll mp/pb

108 Dipartimento di Prevenzione Medico, anche per il 2014, predisporrà il "rapporto annuale delle attività di prevenzione, controllo e promozione della salute", che sarà trasmesso a tutti gli Stakeholders, compresi i Comuni. QUALITA E CERTIFICAZIONE L ASL di Bergamo ha scelto, fin dal 2000, di dotarsi di un Sistema Qualità e di sottoporsi alla certificazione di parte terza allo scopo di strutturare un sistema di miglioramento continuo e di ricercare la massima soddisfazione dei clienti. Attualmente tutte le strutture operative e direzionali del Dipartimento di Prevenzione Medico sono certificate UNI EN ISO 9001:2008. Il Laboratorio di Sanità Pubblica ha inoltre percorso una azione di adeguamento alla Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025, acquisendo dapprima la certificazione prima dall Istituto superiore di Sanità ed ora da Accredia. Il sistema qualità dipartimentale risulta articolato e si compone di oltre 800 documenti, di cui 9 PG. In particolare i processi di vigilanza e controllo, caratterizzati da importanti risvolti sotto il profilo giuridico e di impatto socio-economico, sono stati oggetto di definizione di procedure specifiche. Attraverso il manuale degli indicatori e dei dati utili in uso nel Dipartimento di Prevenzione Medico, annualmente aggiornato, si mantiene inoltre il controllo dei risultati della attività e dei processi. Una particolare attenzione, nel corso del 2014, sarà dedicata allo sviluppo di tutti i processi organizzativi necessari alla piena applicazione delle normative in materia di anticorruzione e trasparenza, secondo gli indirizzi strategici definiti a livello aziendale. Questi temi, oltre a garantire necessarie garanzie di equità nei riguardi dei nostri interlocutori ed utenti, rappresentano anche indubbie occasioni per accrescere il livello di qualità delle prestazioni da noi erogate. mp/pb

109 Allegato 2 DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE e CONTINUITA ASSISTENZIALE 1

110 Premessa Per la definizione degli obiettivi e la programmazione 2014 delle Aree di competenza del Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale, il principale riferimento è dato dalla DGR n X/1185 del 20/12/2013 Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio-Sanitario Regionale per l esercizio 2014 (di concerto con l Assessore Cantù), cui si fa riferimento anche per quanto qui non enunciato. Di confermare, per tutto quanto non espressamente modificato con D.G.R. n. X/1185 del 20/12/13, le disposizioni contenute nelle D.G.R. precedenti, in ordine alla gestione del Servizio Socio-Sanitario Regionale per l esercizio 2013 e le relative indicazioni operative. In questo Documento di Programmazione, si riporterà sinteticamente la realtà organizzativa delle Cure Primarie nel contesto della provincia di Bergamo, si valorizzeranno, alla luce delle indicazioni regionali, quegli aspetti di buona pratica che valgono come punto di partenza per gli obiettivi di mandato. La Direzione del Dipartimento si impegna a: garantire un puntuale flusso informativo verso la Regione per quanto richiesto dalla DGR; valutare nel contesto della redazione delle Certificazioni Economiche Trimestrali il reale andamento gestionale, per gli eventuali interventi correttivi da parte della Regione; seguire - per quanto rientra nelle proprie competenze - gli indirizzi operativi sulle voci di costo standard territoriale che verranno forniti dalla Regione. La Direzione ed i Servizi del Dipartimento si impegnano altresì a partecipare agli obiettivi regionali in materia di: Risk Management, Miglioramento Continuo della Qualità, formazione e ricerca. Di fondamentale importanza la collaborazione del Dipartimento Cure Primarie con gli altri Dipartimenti dell ASL per gli obiettivi di prevenzione, sostegno della centralità della persona ed in particolare dei soggetti affetti da patologie croniche che coinvolgano i Medici di Cure Primarie (MCP). 2

111 2. IL LIVELLO PROGRAMMATORIO DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE 2.1 GOVERNO DELLA PREVENZIONE Avendo, la prevenzione molteplici ambiti di intervento, dalla prevenzione delle malattie infettive, anche attraverso le vaccinazioni, alla prevenzione dei tumori attraverso gli screening alla promozione di stili di vita, ed essendo trasversale a diversi ambiti, per la parte di competenza, il Dipartimento Cure Primarie collaborerà con il Dipartimento di Prevenzione Medica e il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria per tutti gli obiettivi che richiederanno l attivazione dei Medici di Cure Primarie. In particolare, i PDF garantiscono la prevenzione tramite i bilanci di salute FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DEGLI OPERATORI Il Centro Studi per la Formazione Continua ed il Miglioramento della Qualità nelle Cure Primarie, istituito presso il Dipartimento Cure Primarie, proseguirà anche nel 2014 la valutazione delle proposte formative rivolte ai Medici di Cure Primarie, che verranno annualmente inserite nel Piano Formativo Aziendale. Gli obiettivi formativi 2014, vengono formulati tenendo conto della rilevazione del bisogno formativo espresso dai destinatari e degli obiettivi regionali ed aziendali. Gli eventi formativi in aula ed i progetti formativi sul campo, rivolti ai Medici di Cure Primarie, verranno accreditati con il sistema regionale ECM/CPD. Saranno privilegiate le metodologie a basso impatto economico, quali la Formazione sul Campo e gli Audit Clinici. Le iniziative formative continueranno ad essere realizzate con la docenza congiunta di Specialisti delle Strutture Accreditate della provincia di Bergamo e di Medici di Cure Primarie, avendo anche inserito nel Piano di Formazione dei MCP le proposte formative presentate dalle Strutture Accreditate, idonee al target. I Medici di Assistenza Primaria verranno formati su: la gestione del paziente in fibrillazione atriale, gli accessi impropri ai Pronto Soccorso, la terapia antibiotica, la gastroenterologia, il trattamento integrato del carcinoma del colon-retto, la celiachia, la depressione, lo scompenso cardiaco e la terapia del dolore. I Pediatri di Famiglia verranno formati su: cardiologia pediatrica, diagnostica sierologica, ginecologia pediatrica, immunologia pediatrica, reumatologia pediatrica, applicazione delle linee guida in Neuropsichiatria Infantile e ricerca sulla promozione all allattamento al seno. Per i Medici di Continuità Assistenziale verranno organizzate iniziative formative, finalizzate soprattutto a far acquisire agli stessi maggiore competenza professionale nell affrontare le richieste di intervento in problemi psichiatrici, educazione all autodifesa, certificato BLSD esecutore, la gestione del paziente complesso per anzianità e patologie degenerative, patologie di più frequente riscontro in età pediatrica. Tutte e tre le figure professionali soprariportate potranno partecipare alla formazione facoltativa su: i gruppi Balint ed i Farmaci ed allattamento GOVERNO DELL ASSISTENZA TERRITORIALE DELLA CRONICITA Un passo deciso verso il prendersi cura della cronicità parte dalla costituzione di un distinto polo territoriale, secondo le indicazioni fornite dalla nostra Regione, che sia in grado di generare una propria offerta e capacità di attrazione alternativa all ospedale e che, insieme all ospedale, crei il circuito virtuoso della continuità ospedale territorio. Il Presidio territoriale è quindi il luogo, fisico e riconoscibile, attraverso il quale viene garantita al cittadino l erogazione di tutte le prestazioni di base comprese le cure primarie, anche in regime urgente, la valutazione multidimensionale del bisogno. E anche il luogo ove avviene la presa in carico per l orientamento alla persona fragile o con cronicità per le sue decisioni nell accesso agli altri nodi della rete di assistenza. Per la gestione territoriale della cronicità il Dipartimento Cure Primarie supporterà il Piano Strategico di Governo della Cronicità, secondo un modello Sistemico, al fine di garantire integrazione e raccordo tra Medici di Cure Primarie (MCP), Operatori territoriali, Specialisti e mondo ospedaliero, anche alla luce della 3

112 sperimentazione CReG, delle future Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) INTERVENTI PER IL PROSEGUIMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE CREG E necessario promuovere e sostenere una «cultura» dell assistenza territoriale. Questo nuovo paradigma di prendersi cura è oggi in fase di sperimentazione, in ambito sanitario, con il CreG, che prevede la gestione attiva dei pazienti cronici attraverso un nuovo soggetto (oggi cooperative di medici di medicina generale) che si occupa di coordinare e di vigilare sul percorso di diagnosi e cura definito per ogni paziente, in ambito socio sanitario con diverse iniziative dalle RSA aperte al Consultorio familiare come centro per la Famiglia. Proseguirà la sperimentazione CReG, in sinergia con il Dipartimento PAC, al fine di completare il disegno del Modello CReG, sulla scorta dei risultati ad oggi ottenuti INTEGRAZIONE CON I PROGRAMMI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE Si conferma la promozione alla partecipazione dei MCP, di concerto con il DPM, in relazione a: - vaccinazioni dell età evolutiva e degli adulti; - la promozione di stili di vita corretti, dell attività fisica; - la promozione del consumo di pane a basso contenuto di sale; - la corretta alimentazone dei bambini nel nido alla luce dei nuovi LARN; - la promozione dell allattamento al seno; - il sostegno alle campagne di screening del Ca mammario, della cervice uterina, del Ca Colonrettale; - l assunzione di un ruolo attivo nell informazione sanitaria individuale e collettiva INTERVENTI DI TUTELA DELLA SALUTE MENTALE Nel 2014 proseguirà la collaborazione con il Dipartimento PAC per il progetto Disturbi emotivi comuni Depressione con la formazione obbligatoria e l applicazione del PDTA La Depressione nel paziente adulto da parte dei MAP. Per la Neuropsichiatria Infantile (NPI), nell ambito dei progetti finanziati dalla Regione, nel 2011 si sono costituiti Gruppi di Miglioramento, che hanno consentito nel corso del 2012 il confronto tra NPI e PdF e l elaborazione di linee guida per l individuazione precoce dei disturbi delle sviluppo neuropsichico. Nel 2014 proseguirà la formazione obbligatoria dei PdF su tali linee guida, con l incremento di ulteriori azioni di confronto e collaborazione con i NPI LA MEDICINA CONVENZIONATA TERRITORIALE ACCORDI INTEGRATIVI REGIONALI Alla data del 31/12/2013 risultano convenzionati con l ASL di Bergamo 702 Medici di Assistenza Primaria (MAP) e 132 Pediatri di Famiglia (PdF). Medici di Assistenza Primaria: popolazione totale assistita n ; Pediatri di Famiglia: popolazione totale assistita n Forme Associative (FA): I MAP in Medicina di Rete sono il 34,90% ed assistono il 37,86% della popolazione I MAP in Medicina di Gruppo sono il 28,21% ed assistono il 30,75% della popolazione I PDF in Medicina di Rete sono il 26,52% ed assistono il 29,71% dei bambini I PDF in Medicina di Gruppo sono il 16,67% ed assistono il 17,26% dei bambini I PDF in Forme Associative Evolute sono il 6,82% ed assistono il 7,64% dei bambini. Personale di Studio: la disponibilità di personale di studio è ampiamente diffusa tra i MCP della provincia di Bergamo. Il 39,46% dei MAP (n.277) è dotato di Collaboratore di studio, il 22,65% (n.159) di Infermiere. Il 53,03% dei PdF (n.70) è dotato di Collaboratore di studio, il 18,94% (n.25) di Infermiere. Per il 2014 proseguono le attività formative finalizzate a valorizzare queste ultime figure professionali. Continuità Assistenziale (CA): L organico del Servizio è composto da circa 200 Medici, organizzato in 27 postazioni attive, di cui 17 ambulatori strutturati. 4

113 Strumenti di partecipazione dei Medici di Cure Primarie agli obiettivi aziendali: Comitati Aziendali Permanenti per la Medicina Generale e la Pediatria di Famiglia; Comitati Distrettuali di Monitoraggio, Analisi e Controllo delle attività di Assistenza Primaria, gli stessi assolvono anche all obbligo di valutare le violazioni alla L. 425/1996 in materia di prescrizione farmaceutica, in applicazione dell art. 25 ACN; Centro Studi per la Formazione Continua ed il Miglioramento della Qualità nelle Cure Primarie ; Tavolo di Monitoraggio sul Sistema CRS/SISS. Evoluzione del Sistema: Nel 2014 il Dipartimento seguirà le indicazioni regionali per garantire l applicazione del Decreto Legge 158/2012 convertito in Legge n.189 dell 8/11/2012 (Decreto Balduzzi) che ha reso obbligatorio per MAP e PDF l adesione alle AFT (art. 26 bis) e alle UCCP (art. 26 ter). Il DCPCA supporterà l attività iniziale di forme aggregative più semplici di AFT dei MAP che prevedono i seguenti requisiti: - bacino di utenza circa ; - MAP n.20; - MCA n.3 - obbligatorietà di adesione della forma associativa diretta. Modalità di funzionamento: con la copertura assistenziale dalle ore 8.00 alle ore mediante l integrazione delle attività tra MAP e MCA (copertura assistenziale di ore 16); dalle ore alle ore la copertura assistenziale è garantita dall AREU. Il Medico Referente di AFT sarà individuato tra i 23 medici costituenti la suindicata unità operativa. Cronoprogramma: Entro il 31/03/2014 definizione criteri per costituzione AFT. Entro il 30/07/2014 invio in Regione. Dall 1/01/2015 attivazione effettiva delle AFT. Le AFT si evolveranno in UCCP, per le quali è prevista anche l inclusione di altre categorie professionali: personale amministrativo, sociale, sanitario e Medici Specialisti. Quanto sopra vale anche per i Pediatri di Famiglia. GOVERNO CLINICO: Per i Medici di Assistenza Primaria: a) prosecuzione del progetto di gestione integrata dei pazienti diabetici, secondo il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) concordato tra MAP e Specialisti formalizzato nei contratti integrativi con le Strutture Erogatrici - con il coinvolgimento del personale di studio dei Medici di Assistenza Primaria. Tale PDTA sarà completato con la trasmissione informatizzata da parte dei MAP dei piani terapeutici al Distretto. b) raccolta ed elaborazione degli indicatori previsti; c) prosecuzione del progetto di gestione integrata del paziente con Scompenso Cardiaco, in coerenza con i PDTA concertati con gli Specialisti. d) Implementazione della gestione dei PDTA: BPCO e Celiachia. Per i Pediatri di Famiglia: a) Implementazione del PDTA Celiachia; b) Prosecuzione della diagnosi precoce sulla Neuropsichiatria Infantile. Inoltre, proseguirà il progetto: a) Indagine su prevalenza, esclusivita e durata dell allattamento al seno in provincia di Bergamo. Obiettivi della ricerca sono: Conoscere attraverso un ampia indagine epidemiologica la prevalenza, l esclusività e la durata dell allattamento al seno nella provincia di Bergamo, nonché le motivazioni sottese alla sua mancata attuazione, all integrazione con altri latti e alla sua definitiva sospensione. Studiare la correlazione di questi dati, con alcune variabili relative alla madre, all evento nascita e al bambino. 5

114 b) Ambulatori pediatrici del sabato pomeriggio: Previa verifica del budget, l attività degli ambulatori pediatrici del sabato pomeriggio (orario ), verrà eventualmente estesa ad altre postazioni del territorio Provinciale ed eventualmente incrementata, con l apertura degli ambulatori nei giorni prefestivi infrasettimanali. Per i Medici di Continuità Assistenziale: a) riorganizzazione degli accessi ambulatoriali, mediante attività ambulatoriale strutturata, progressivamente estesa ad ulteriori postazioni, in relazione all adeguatezza dell organico; b) progetto 2014 Valorizzazione del Servizio di C.A. Tale progetto ha l obiettivo di concorrere al processo di miglioramento dei Servizi erogati dalle Cure Primarie, già in atto nella nostra ASL, finalizzato a favorire e valorizzare il ruolo del Medico di Continuità Assistenziale tramite l integrazione della Medicina di Continuità Assistenziale nel sistema delle Cure Primarie, attraverso la creazione di una rete per lo scambio delle informazioni tra MCA, MAP e PdF. Qualora questo progetto non fosse realizzabile, proseguirà il vecchio progetto Sviluppo della continuità dell assistenza a favore dei soggetti in condizioni di fragilità. Attività 2014: Nel 2014 si intraprenderà un percorso di confronto con le Organizzazioni Sindacali Mediche, per definire la direzione della progressiva evoluzione dell attuale sistema organizzativo territoriale verso il nuovo sistema tracciato dalla Legge n.189 del 2012, in cui viene individuata l Aggregazione Funzionale Territoriale (AFT) e l Unità Complessa di Cure Primarie (UCCP), al fine del miglioramento della risposta complessiva ai bisogni di salute dei pazienti, tenendo conto delle risorse disponibili e del processo di riordino della rete ospedaliera in atto. Conseguentemente, negli Accordi Aziendali per la Medicina Generale e la Pediatria di Famiglia, sarà prevista anche l attivazione del percorso sopra enunciato. 2.5 ATTIVITA DI CONTROLLO Per la gestione ed il controllo delle attività dei MCP, nel 2014 saranno applicate le specifiche procedure già in vigore. 3. INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DI QUALITA ED APPROPRIATEZZA NEL S.S.R GOVERNO DELLA DOMANDA E APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA Saranno trasmesse ai MCP le indicazioni regionali per il miglioramento dell appropriatezza delle attività diagnostiche, caratterizzate da elevati volumi di erogazioni di produzione e difficoltà all accesso. Attività di controllo: Come da procedure relative alle modalità di controllo dei MAP e dei PdF, inserite nel Manuale dei Controlli nell Area delle Cure Primarie, vengono in questo settore effettuate principalmente: a) tutte le verifiche richieste dal Settore regionale competente, anche in funzione di autorizzazioni regionali a piani di sviluppo delle Cure Primarie, previste dagli AA.II.RR.; b) i controlli sulle attività previste dai progetti di governo clinico dei MAP e PdF, ai fini di eventuali recuperi di competenze economiche; c) i controlli sull applicazione effettiva di PDTA con i MCP, secondo specifici indicatori periodicamente aggiornati, con relativa elaborazione dei dati; d) i controlli sui flussi informativi dovuti dai MCP in base agli AA.CC.NN. e AA.II.RR.; e) la valutazione delle prestazioni aggiuntive nella loro coerenza con il budget assegnato; f) il controllo dell effettiva funzionalità delle connessioni informatiche delle FA in Rete e Gruppo; g) la valutazione di efficacia sul singolo medico degli eventi formativi realizzati INTERVENTI PER VALUTARE L ADESIONE A LINEE GUIDA E PDTA 6

115 Nel 2014 proseguirà il monitoraggio degli indicatori dei seguenti PDTA: - La gestione integrata del paziente Diabetico; - Scompenso Cardiaco; - Neuropsichiatria Infantile. Si implementerà il monitoraggio degli indicatori per i seguenti PDTA: - Celiachia per gli adulti e per i bambini; - BPCO RETI DI PATOLOGIA Al fine di realizzare l obiettivo di sviluppo di Reti di Patologia, per la continuità delle cure e l integrazione tra Territorio-Ospedale, il Dipartimento Cure Primarie proseguirà la collaborazione ai progetti: Rete Oncologica Lombarda (ROL) e Rete Nefrologica Lombarda (ReNe) MALATTIE RARE PERCORSO CONDIVISO ASL-AO DI PRESA IN CARICO Dopo aver partecipato al progetto triennale, cofinanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: Sviluppi della rete regionale per le malattie rare in Lombardia, l ASL proseguirà nella facilitazione dei percorsi assistenziali e riabilitativi dei Cittadini con malattia rara, anche nel 2014, ad isorisorse. In sintonia con le disposizioni regionali, il Dipartimento si attiverà per rendere operativo il protocollo elaborato dal gruppo di Lavoro regionale PROMOZIONE FARMACI EQUIVALENTI E BIOSIMILARI Gli obiettivi previsti per la Farmaceutica sono principalmente di competenza del Servizio Farmaceutico Aziendale. Di seguito vengono descritte le azioni atte a raggiungere gli obiettivi previsti dalle Regole di Sistema 2014, che richiedono la collaborazione del DCPCA per il coinvolgimento dei MCP. Promozione appropriatezza prescrittiva e utilizzo farmaci brevetto scaduto (equivalenti e biosimilari): Per coniugare l obiettivo primario del sistema - che resta comunque anche per il 2014 l equilibrio economico - con gli obiettivi di salute connessi con i bisogni sanitari dei Cittadini, si intende sempre più, intervenire in modo organico su tutta la filiera del farmaco di concerto con il Servizio Farmaceutico - affinando gli strumenti a disposizione, per promuovere il buon uso del farmaco, agendo sinergicamente nell area dell informazione, della formazione, del monitoraggio e del controllo della prescrizione. Obiettivo per il 2014, è quello di consolidare e potenziare, in accordo con le Regole di Sistema e le ulteriori direttive della Direzione Generale Salute della Regione Lombardia, le azioni poste già in essere nel 2013, per la promozione della qualità della prescrizione e - in questo ambito - favorire la prescrizione e l utilizzo dei farmaci equivalenti e biosimilari. In particolare: La Direzione Generale Salute individuerà, per le categorie terapeutiche equivalente e biosimilare, comprendenti specialità medicinali a base di principi attivi non coperti da brevetto, un mix ottimale tra principi attivi. A tale piano di Governo parteciperanno anche gli erogatori di ricovero e cura pubblici e privati dell ambito territoriale, che dovranno condividere i Percorsi Diagnostico-Terapeutici ed il prontuario farmaceutico alla dimissione con le ASL, che ne forniranno adeguata informazione ai MCP. Valutazione congiunta, nei Comitati Aziendali per la Medicina Generale, delle azioni utili per il raggiungimento dell obiettivo. 4.3 RISK MANAGEMENT Prevenire atti di violenza a danno degli operatori sanitari: Proseguirà il progetto di rilevazione contrasto dei fenomeni di aggressione nei confronti degli operatori sanitari (Medici di Continuità Assistenziale). Eventuali altre aree di criticità che venissero individuate, saranno oggetto di specifiche azioni correttive. 7

116 4.5 CONTROLLO DI GESTIONE Budget Il budget assegnato per le Cure Primarie sarà costantemente monitorato, non vi saranno assunzioni di spese non previste dagli AA.CC.NN. e dagli AA.II.RR. Particolare attenzione verrà posta al monitoraggio ed al contenimento della Parte Variabile dei MCP, come da Accordi Integrativi Aziendali sottoscritti rispettivamente con le OO.SS. di categoria per la Medicina Generale e la Pediatria di Famiglia. Relativamente alla correttezza e completezza dei dati richiesti dagli Uffici Regionali per l Area di competenza, si confermano le modalità già in atto ed il costante allineamento alle indicazioni che verranno fornite da Regione Lombardia IL SISTEMA INFORMATIVO SOCIO-SANITARIO Nel 2014 proseguirà la collaborazione con il Referente Aziendale per il SISS e la partecipazione al Tavolo di Monitoraggio Aziendale. Si promuoverà l implementazione delle disposizioni di competenza dell area cure primarie. Si proseguirà la ricognizione dei livelli prescrittivi dei MCP aderenti al SISS e l applicazione delle sanzioni previste dagli AA.CC.NN. e dagli AA.II.RR. in vigore. 5.2 SEMPLIFICAZIONE PER L UTENZA Il trasferimento al Territorio della casistica meno complessa, in precedenza seguita a livello ospedaliero, ormai consolidata nella realtà territoriale dell ASL di Bergamo, ha consentito, da un lato la facilitazione del percorso di cura del paziente, dall altro di liberare risorse della Specialistica per le casistiche più complesse; riducendo i tempi d attesa e allocando correttamente i livelli di cura e le risorse. Presso l A.O. Papa Giovanni XXIII, è attivo un ambulatorio di Pronto Intervento Diagnostico in Oncologia. Questo ha permesso la definizione di percorsi interni facilitati per i pazienti con sospetto diagnostico e la presa in carico da parte dei MAP dei pazienti stabilizzati. Nel 2014 continuerà la formazione obbligatoria dei MAP su tale percorso SISTEMA INFORMATIVO SOCIO-SANITARIO Gli adempimenti richiesti dal SISS e correlati agli AA.CC.NN. e Regionali saranno evasi, in particolare per: ricetta elettronica e prescrizioni, certificati di malattia, Fascicolo Sanitario Elettronico. Portale dei servizi per il cittadino Proseguirà sul Portale ASL l area denominata Filo Diretto del Cittadino con il Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale, attraverso la quale l utente può inviare quesiti al Dipartimento PROTESICA E ASSISTENZA INTEGRATIVA: PRESIDI PER I PAZIENTI DIABETICI Accordo con le Farmacie per l erogazione di Ausili e Presidi per il controllo della glicemia dei pazienti diabetici: sarà necessario riorganizzare la Rete dei Prescrittori ed attivare prescrizioni on-line. Questa potenzialità di accesso facilitato ai servizi sanitari territoriali, sarà oggetto di adeguata campagna di informazione ai Cittadini INVIO TELEMATICO DEI CERTIFICATI DI INFORTUNIO SUL LAVORO DAI P.S. E DAI MCP AD INAIL ED ALL ASL Nell area della semplificazione interna al sistema e, in prospettiva verso l utente esterno (impresa/datore di lavoro), si colloca l invio telematico dei certificati medici di infortunio sul lavoro da parte dei Medici di Cure Primarie COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E INFORMAZIONE ALL UTENZA 8

117 Proseguirà la predisposizione delle informazioni a rilevanza sanitaria e sociale, attraverso le Newsletter mensili. Tale News verranno trasmesse a: Medici di Cure Primarie, Direzioni Sanitarie delle AO/SA della Provincia, Dipartimenti/Servizi/Distretti dell ASL, Farmacisti della Provincia. 5.6 DISPOSIZIONE IN MATERIA DI PREVEZIONE DELLA CORRUZIONE Proseguirà nel 2014, il monitoraggio dell attuazione del Piano triennale della prevenzione della Corruzione, per quanto di competenza. 6. PROGRAMMI SPECIALI 6.1 RICERCA ATTIVITA DI RICERCA SANITARIA A SUPPORTO DELL EVOLUZIONE DEL S.S.R. Proseguirà, se finanziato dalla Regione, il progetto relativo a: Sperimentazione di una modalità di gestione e di sorveglianza dei Pazienti in Terapia Anticoagulante Orale sul territorio: utilizzo di sistemi esperti e controllo di qualità in Medicina Generale. 7. INTERNAZIONALIZZAZIONE, EXPO E MACROREGIONE DINAMICA 7.3 VERSO EXPO Nel 2014 verrà fornita eventuale collaborazione alle attività preparatorie all EXPO 2015 finalizzata in particolare alla situazioni di emergenza-urgenza (Guardia Medica Turistica). 9

118 Allegato 3 Dipartimento ASSI: programmazione per l anno

119 Dipartimento ASSI: programmazione per l anno 2014 La prima parte di questa relazione prende spunto dagli indicatori della struttura della popolazione bergamasca - descritti nei dati di contesto del Documento Aziendale - per approfondire alcuni sottogruppi di popolazione, caratterizzati da condizioni di fragilità e non autosufficienza, induttori di cronicità, cui è necessario dedicare maggiore attenzione, sia sul piano della continuità di cura che del supporto al familiare impegnato nelle funzioni di assistenza al domicilio (caregiver). La seconda parte della relazione concerne la programmazione delle attività del Dipartimento ASSI, suddivisa in attività dipartimentali (cioè le azioni trasversali che ingaggiano tutti i Servizi ed i Distretti) e in attività specifiche dei singoli Servizi 1. La cronicità come fenomeno strutturale della popolazione e come sfida per le reti sanitarie, sociosanitarie e sociali del territorio bergamasco. Oggi in Lombardia si registrano oltre 3 milioni di pazienti cronici, pari al il 30% della popolazione: il trattamento di questi soggetti rappresenta però il 70% della spesa sanitaria relativi alle attività di ricovero e cura, di specialistica ambulatoriale ed ai consumi di farmaci. All interno di questo gruppo di pazienti aumenta sempre più il numero delle persone in condizione di cronicità socio sanitaria (anziani non autosufficienti, persone con disabilità, persone affette da dipendenze da sostanze, etc), stimabili in circa Anche gli utenti delle Unità d Offerta socio sanitarie stanno diventando sempre più fragili e complessi: a mero titolo di esempio si pensi che il 70% degli ospiti delle RSA sono persone affette da demenze, di cui il 36% con forme gravi di demenza. In particolare, il 7% sono persone affette da Alzheimer, l 1% sono stati vegetativi e persone affette da malattie del motoneurone (SLA, etc) ed il restante 22% sono anziani con diverso livello di fragilità, che confluiscono nella cosiddetta utenza tipica RSA. Dal 2004, il numero di persone con forme gravi di demenza e con Alzheimer è aumentato in modo rilevante (oltre il 22%), passando da a ( demenze gravi e Alzheimer). Il trattamento delle persone con cronicità è ancora oggi molto legato all assistenza ospedaliera: in alcuni presidi ospedalieri i pazienti cronici arrivano a coprire più del 90/95% della casistica e ciò porta a concludere che parlare di ospedale per acuti non è quindi più del tutto adeguato. Sempre di più, infatti, gli ospedali cosiddetti per acuti trattano episodi acuti che insorgono in pazienti affetti da patologia cronica. L analisi epidemiologica e del bisogno delle persone è dunque il primo elemento da considerare per poter individuare gli scenari evolutivi della rete di offerta. Sul territorio bergamasco sta emergendo una diversa domanda di assistenza da parte delle persone e delle famiglie. Domanda che si presenta sia in termini di richiesta di servizi flessibili a livello territoriale, sia di aiuto e sostegno per il mantenimento presso il domicilio della persona con fragilità o in condizione di non autosufficienza, o ancora di un rinnovamento di prestazioni e servizi qualificati per fronteggiare i nuovi bisogni. La profonda crisi economica che sta coinvolgendo numerose famiglie della nostra provincia sta modificando e in parte ha già modificato, sia gli stili di vita delle persone, in particolare di coloro che hanno bassi redditi, andando a produrre cambiamenti anche sulla struttura degli interventi e servizi che costituiscono la rete sociale e sociosanitaria provinciale. 1.1 Una popolazione sempre più vecchia, attraversata da più cronicità, disabilità e fragilità, unitamente allo sviluppo di nuove forme familiari ed una riduzione del numero medio di componenti per famiglia Il quadro di transizione epidemiologica e demografica (Tab. 1), caratterizzato da progressivo invecchiamento della popolazione e riduzione della mortalità generale, mostra un continuo innalzarsi dell aspettativa di vita. Lo sviluppo di nuove conoscenze e l avanzamento delle tecnologie mediche consente sempre più il superamento delle fasi critiche in patologie drammaticamente acute verso un evoluzione cronica. Assistiamo così al forte spostamento del bisogno di salute verso le malattie cronico-degenerative e le malattie stabilmente cronicizzate, con l innesto di forte disabilità acquisita post-acuzie. Fenomeni in cui patologie rilevanti, come carico e come costi anche economici, ma soprattutto come impatto sociale e familiare, si dimostrano paradigmi di complessità fra bisogno sanitario e bisogno sociale del paziente, del caregiver e della famiglia. Tutto ciò individua come temi centrali, sia strategici, sia clinici, le problematiche della complessità, della fragilità e della disabilità. La continuità assistenziale diventa dunque focus essenziale, in una logica programmatoria di integrazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, riabilitativi e assistenziali, congiuntamente all ottimizzazione dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali, per rispondere a questi nuovi bisogni epidemiologici. Il determinarsi delle condizioni di fragilità sanitaria è strettamente intrecciato con la 2

120 fragilità sociale e l obiettivo dei sistemi di welfare (sanitario e sociosanitario) deve convergere nell assicurare una serie di prestazioni e di tutele ai pazienti in relazione ai livelli di assistenza garantiti. Tab. 1 Indici demografici della Provincia di Bergamo articolati per Ambito Territoriale 3

121 1.2 L articolazione della domanda potenziale ed i suoi riflessi sulla programmazione sociosanitaria L osservazione dell identità strutturale della popolazione bergamasca offre elementi di conoscenza assumibili come indicatori di domanda sociosanitaria (e sociale) potenziale. Si conferma infatti che: il processo di invecchiamento della popolazione è un fenomeno strutturale. Poiché l indice di invecchiamento provinciale è cresciuto in dieci anni nei distretti montani e in quello cittadino si è assistito ad un continuo accrescersi della fragilità della popolazione anziana, in quanto il positivo dato dell aumento della speranza di vita porta con sé anche una maggiore densità di problematiche sanitarie e sociali che insorgono nelle persone in età molto avanzata (fra i 75 e gli 85 anni); non solo è aumentato il numero di persone anziane rispetto al resto della popolazione, ma la qualità dei loro bisogni si è trasformata diventando più complessa: il soggetto fragile tipo di oggi non ha più 65 anni bensì 85; le sue esigenze di cura e assistenza derivano da un ventaglio amplissimo di patologie cronico-degenerative che può aver accumulato nell arco della vita e dalla crescente diminuzione di autonomia che ne deriva; In tutto il territorio provinciale è in corso un processo di invecchiamento della popolazione, ma, in alcuni di essi, l indice di vecchiaia e l indice di dipendenza strutturale, segnalano l esistenza di alcune significative criticità: - la presenza di quote rilevanti di grandi vecchi (età di 80 e più anni) verosimilmente esposti al rischio della solitudine/isolamento sociale che, in assenza di reti di protezione primaria (famiglie e/o vicinato-volontariato) e secondaria (assistenza domiciliare), potrebbero dover ricorrere, anche impropriamente, al ricovero ospedaliero e/o alla RSA. - questa prospettiva è tuttavia in parte ostacolata dal processo di impoverimento delle famiglie, innescato dalla crisi economica in corso, che costituisce deterrente nei confronti della spesa da sostenere per il ricovero in RSA. - a sua volta questa contingenza determina la diffusione della scelta, fra le famiglie, di mantenere al domicilio il proprio parente diventato fragile, attraverso un ingaggio diretto delle stesse famiglie nelle pratiche di cura e assistenza, con un inevitabile sforzo di riorganizzazione della vita familiare. il graduale e continuo aumento di separazioni e divorzi che concorre alla fragilizzazione della famiglia e delle reti di solidarietà intrafamiliare. 1.3 La domanda incide sulle famiglie e sui servizi La domanda potenziale che emerge dall analisi della struttura della popolazione si concentra: in primo luogo sulla famiglia, coinvolgendo anche la famiglia allargata e le reti di solidarietà comunitarie che, anche nel territorio bergamasco, vivono un graduale e crescente processo di accorciamento e di frammentazione, anche in seguito ad un consolidato processo di allargamento del ventaglio di tipologie di famiglia ed un contestuale aumento della famiglie mono o bi-parentali nelle quali si sta innestando sempre più la figura dell assistente familiare ( badante ) che sembra avere la funzione di sostituire la carenza di potenzialità solidaristica con una nuova forma di protezione retribuita ; preme evidenziare che l impegno della famiglia attiene non solo l accudimento delle persone anziane/o disabili ma anche l educazione dei minori. Volendo semplificare abbiamo a che fare con due tipologie di processi/percorsi educativo-assitenziale con cui le famiglie si confrontano: - il processo educativo tipico dell età evolutiva (minori) che conduce a interazioni con il nido, la scuola materna, la scuola dell obbligo, le autonomie dell adolescenza e la ricerca del primo lavoro; - il percorso assistenziale ad uno o più soggetti fragili (possono essere minori con disabilità, o adulti malati o anziani con più patologie) che conduce ad interazioni con il Pediatra di famiglia o il Medico di assistenza primaria, con l assistente sociale comunale, con il SAD, l ADI, il CDI, eventualmente con l Ospedale e infine con la RSA. queste funzioni tipiche del ciclo di vita della famiglia vengono svolte in un contesto di accresciuto impoverimento economico e precarizzazione del lavoro che accentua l onere dell assistenza e aumenta la fragilità delle famiglie. in secondo luogo sulla rete dei servizi socioassistenziali, sociosanitari e sanitari, cha appaiono sempre più impegnati ad inseguire una crescente sequela di bisogni, per fronteggiare i quali non è pensabile una risorsa sufficiente ; questa domanda potenziale contiene, il più delle volte, compresenti e comunque correlati, bisogni sanitari, sociosanitari e sociali che devono poter essere fronteggiati unitariamente. 4

122 1.4 Alcuni dati statistici che descrivono l evoluzione della famiglia nel suo ciclo di vita delineando ne i bisogni e la domanda potenziale di servizi. Natalità Il tasso di natalità x 1000 nella nostra ASL nell anno 2012 è di 10,2 ed è superiore a quello della Regione Lombardia 9,42 e dell Italia 8,97. Il tasso di natalità della popolazione straniera residente nella provincia di Bergamo (24,0 per stranieri residenti) è superiore al corrispettivo indice regionale (20,0) e italiano (17,1). Il tasso di fecondità x 1000 nella provincia di Bergamo è di 46,0 nel 2010 e di 44,7 nel Il tasso di natalità delle donne bergamasche rispetto alle donne straniere residenti è inferiore della metà (34,6 vs 86,5). Il tasso di abortività volontaria (7,1) appare inferiore al dato medio lombardo (8,4) ed a quello nazionale (8,2). Fonte dati Servizio Epidemiologico Aziendale ISTAT. Istruzione Nella graduatoria dell Unione europea l Italia occupa la quarta peggiore posizione, dopo Spagna, Portogallo e Malta e mostra un valore ben al di sopra della media Ue. Elevato grado di istruzione (Laurea) Grado di istruzione medio (diploma superiore) Basso grado di istruzione Giappone USA Danimarca Germania Italia Brasile Fonti: OCSE (2008), Italia: Istat, quarto trimestre 2011 Dati IPSOS Popolazione in età anni che ha conseguito un livello di istruzione secondaria inferiore: Anni (valori percentuali): Annualità Lombardia 49,3 47,4 46,3 45,1 44,0 43,4 42,4 41,6 Indipendenza da famiglia di origine 5

123 68% dei 20-34enni Italia 13% dei 20-34enni 49% 57% Fonti: Eurobarometro (indagine campionaria su mille intervistati con domande a risposta multipla ) Dati IPSOS Danimarca 24% dei 20-34enni 31% 32% 28% 26% 22% Germania 6% 8% 13% 9% 9% 4% 2% 2% Non posso permettermelo Non trovo una sistemazione accessibile Sto bene a casa non avendo responsabilità Ci si sposa più tardi Supporto economicamente la mia famiglia Precocità dei primi rapporti sessuali Da un indagine campionaria condotta dall Osservatorio Nazionale sulla Salute dell Infanzia e dell Adolescenza (2012) emerge un quadro di giovani e giovanissimi che sperimentato sempre più precocemente il primo rapporto sessuale (a volte prima dei 14 anni). Nelle fasce giovanili, preoccupano quindi la precocità, ma anche la scarsa informazione in tema di rischi correlati ai rapporti sessuali (le malattie a trasmissione sessuale sono oggi in crescita anche fra i poco più che adolescenti), il basso utilizzo di protezioni (35% dei maschi e 29% delle femmine ricorre al preservativo), l 88% degli intervistati non sa dove si trovino i consultori nella propria città. Il matrimonio in Italia I matrimoni celebrati in Italia sono stati nel 2009, nel 2010, nel 2011 e nel Si tratta di circa 3,6 matrimoni ogni abitanti. La tendenza alla riduzione delle nozze è in atto dal 1972, ma nel biennio il calo è stato particolarmente accentuato. Infatti, la variazione media annua ha raggiunto il -6%, un valore decisamente al di sopra del -1,2% registrato, in media, negli ultimi 20 anni. La diminuzione delle nozze nel biennio ha interessato tutte le aree del Paese. Tra le grandi regioni, quelle in cui il calo è stato più marcato sono Lazio (-9,4%), Lombardia (-8%), Toscana (-6,7%), Piemonte e Campania (-6,4% in entrambi i casi). A diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi entrambi di cittadinanza italiana, celebrazioni nel 2009, in meno rispetto al 2008; questa differenza spiega da sola il 67% della diminuzione osservata per il totale dei matrimoni tra i due anni (-16 mila). Un altro 30% della diminuzione è dovuto ai matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera: nel 2009 sono state celebrate 32 mila nozze (pari al 14% del totale dei matrimoni), quasi 5 mila in meno rispetto al 2008 e i dati del 2010 suggeriscono una ulteriore contrazione. Nell'ambito dei matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è straniero, sono quelli misti (in cui un coniuge è italiano e l'altro straniero, oltre 21 mila celebrazioni nel 2009) a far registrare la riduzione più marcata (3.191 in meno rispetto al 2008). Nel 2009 l'incidenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni è pari al 64,2% e supera la quota di quelli in regime di comunione dei beni in tutte le ripartizioni. Il dato più interessante è che i matrimoni nel 2012 sono aumentai rispetto al

124 (Fonte ISTAT) La composizione delle famiglie Crescono le nuove forme familiari: in Italia sono 6 milioni 866 mila i single maschi e femmine non vedovi, i monogenitori non vedovi, le coppie non coniugate e le famiglie ricostituite coniugate. Vivono in queste famiglie 12 milioni di persone, il 20% della popolazione, dato quasi raddoppiato rispetto al I single non vedovi sono soprattutto uomini (55,3%), mentre i monogenitori sono in gran parte donne (86,1%). Le nuove forme familiari sono cresciute per l'aumento di separazioni e divorzi. Quasi 6 milioni di persone hanno sperimentato nel corso della loro vita la convivenza, considerando sia quelle che continuano a convivere, sia quelle che si sono sposate con il partner con cui convivevano, che quelle che hanno concluso definitivamente l'unione. Le libere unioni nel 2009 sono 897 mila e rappresentano il 5,9% delle coppie. Sono più diffuse nel Nord-est, presentano un titolo di studio più elevato e una quota di coppie in cui ambedue lavorano più alta di quelle coniugate. Diminuisce la quota di chi era deciso a sposarsi fin dall'inizio dell'unione e cresce la percentuale di "possibilisti" (34%). Le convivenze prematrimoniali sono in crescita. Hanno raggiunto il 7,9%. Il fenomeno è aumentato e per le coorti tra il 2004 e il 2009: il 33% per i primi matrimoni e il 70% per i matrimoni successivi. Aumenta la durata di tale convivenza, che si consolida come "periodo di prova dell'unione". Nel 2009 sono 2 milioni 890 mila le persone che vivono con regolarità in un luogo diverso dalla loro dimora abituale per alcuni giorni dell'anno per motivi vari (lavoro, studio, stare con i familiari o altri motivi). Rappresentano il 4,8% della popolazione: Il fenomeno è più sviluppato tra i maschi (5,2%), tra i giovani di anni (12,9%) e nelle Isole (6,3%). La durata media del soggiorno altrove è di 155,5 giorni all'anno. I motivi di tale scelta vedono al primo posto il lavoro (30%). Seguono gli spostamenti per studio (20,3%), per stare con il coniuge/partner (12,2%) e per stare con i genitori (10,9%). Per i minori di 18 anni il motivo principale è stare con i genitori (59,6%); per i giovani è lo studio (l'80,8% tra i pendolari della famiglia di anni).(fonte ISTAT). Il comune di Bergamo ha effettuato un indagine sulla situazione demografica della famiglia che mostra una fotografia della famiglia nell evolvere delle sue trasformazioni avvenute negli anni dal 2005 al In tale indagine si evidenzia un progressivo assottigliamento del numero medio dei componenti della famiglia a Bergamo, dovuto ai fenomeni già citati per il contesto nazionale, ed in particolare, la minor propensione al matrimonio, l aumento di separazioni e divorzi. (Da Formato Famiglia, Bergamo città della famiglia) Media numero componenti famiglia Bergamo, Valore medio 2,16 2,14 2,12 2,1 2,08 2,06 2,04 2,02 2,15 2,14 2,12 2,1 2,1 2,08 2,07 2, Anno 7

125 Le separazioni/divorzi/affido condiviso Secondo il Rapporto Istat 2011, pubblicato il 27 maggio 2013, in Italia, separazioni hanno riguardato coppie con figli (72% del totale delle separazioni), divorzi hanno riguardato coppie con figli (62,7% del totale dei divorzi). I figli coinvolti nelle separazioni sono , i figli coinvolti nei divorzi sono Le separazioni con almeno un figlio minore sono il 50,5% (sul totale delle separazioni di coppie con figli), i divorzi con almeno un figlio minore sono il 35,5% (sul totale dei divorzi di coppie con figli). I figli affidati nelle separazioni nel 55,4% ha meno di 11 anni, i figli affidati nei divorzi nel 33,7% ha meno di 11 anni. In Lombardia nell anno 2011 si sono avute 300 separazioni/su 1000 matrimoni. Adozione Dalla Banca Dati Nazionale dei Minori Adottabili e delle Coppie Disponibili all Adozione risulta che, rispetto all anno precedente, nel 2011 sono aumentate sia le sentenze di adottabilità sia quelle di adozione nazionale. Sono stati infatti dichiarati adottabili 1.251minorenni (erano nel 2010); sono stati pronunciati 965 affidamenti preadottivi (776 nel 2010) e adozioni legittimanti (932 nel 2010). Dall indagine Bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia di origine del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali risulta che dei minorenni che al 31/12/2010 erano ancora in affidamento familiare o in collocamento in comunità in Italia, il 7% era in attesa di adozione e quindi oltre bambini e ragazzi. Un dato che fa emergere la realtà italiana di quei minorenni che, probabilmente perché grandi o con disabilità, non vengono adottati, malgrado le oltre domande di adozione nazionale presentate nello stesso anno. Nel 2011 tali domande di disponibilità sono scese a 9.795, ma quelle giacenti al 31/12/2011 erano ancora tantissime, ben E assolutamente necessario monitorare attentamente la situazione di ognuno di questi bambini, perché non siano considerati solo dei numeri ma dei soggetti di diritto, ognuno con una propria storia e realtà, al fine di verificare tutte le possibilità concrete di trovare per ognuno di loro famiglie che li possano accogliere in adozione. (6 Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell infanzia e dell adolescenza in Italia ) I recenti dati CAI indicano una diminuzione, sull'intero territorio nazionale, sia delle domande di idoneità, che del numero di minori adottati. Indicatori ai quali si allinea anche la realtà locale. Limitando il confronto agli ultimi due anni si sono notate le seguenti variazioni nella nostra ASL: Le domande di adozione presentate nel 2012 sono state 118. Le domande di adozione presentate nel 2013 sono state 104. L inserimento di minori adottati nel 2012 è stato di 76 minori, mentre nel 2013 il numero è sceso lievemente a 70 minori adottati. Una variabile determinante per la programmazione dell'attività nell'area adozioni è rappresentata sia dal mutare delle caratteristiche della coppia che presenta istanza di adozione, ma ancora di più dai repentini cambiamenti dello scenario internazionale legati al mutare delle situazioni sociali e politiche dei Paesi di provenienza dei minori che richiedono una progettazione degli interventi continua e flessibile. 1.5 Alcuni dati sui soggetti fragili e non autosufficienti, in condizioni di cronicità, che costituiscono l utenza potenziale dei recenti provvedimenti regionali: DGR 856/2013 (misura RSA aperta, Residenzialità leggera, contributi a Comunità per minori), DGR 740/2013 (Soggetti disabili gravi, gravissimi e non autosufficienti), DGR 392/2013 (soggetti con autismo) Disturbi dello spettro autistico L autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo con esordio nei primi 3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico. Tutti questi aspetti possono accompagnarsi anche a ritardo mentale, che si può presentare in forma lieve, moderata o grave, anche se sono riconosciuti quadri atipici di autismo con un interessamento disomogeneo delle aree coinvolte o con sintomi comportamentali meno gravi o variabili, a volte accompagnati da uno sviluppo intellettivo normale. I dati qui presentati si riferiscono ad un rilevamento epidemiologico trasversale delle patologie afferenti allo SA in provincia di Bergamo, relativamente al periodo , attraverso l integrazione delle fonti 8

126 informative (data linkage) in possesso dell ASL di Bergamo, per definire una stima di prevalenza specifica nella popolazione bergamasca. Sono stati identificati 559 soggetti compatibili con i criteri di eligibilità sopra definiti. Nella sottoriportata tabella 2 la distribuzione per genere e le relative prevalenze per abitanti. Tab. 2 Distribuzione di frequenza per genere e totale; prevalenza per Frequenza Percentuale F ,6 M ,4 Totale Provincia ,0 Bergamo Prevalenza (x abitanti) 2,05 8,02 5,01 La dimensione statistica di questi quozienti di prevalenza appare sostanzialmente in linea con quanto atteso sulla base della già citata stima storica ripresa dalle indicazioni regionali (4 per ), ma notevolmente inferiore alle stime considerate attualmente più attendibili sulla base delle rilevazioni statunitensi (tra 1 e 10 per mille). Il rapporto M:F è pari a 3,9, in linea con quanto noto dalla letteratura. La tabella n.3 mostra la distribuzione dei casi eleggibili per classi di età Tab. 3 Distribuzione di frequenza per classi di età e relativa prevalenza per Età Frequenza prevalenza x , , , , , , , , ,27 Totale 559 5,01 La distribuzione per età evidenzia una notevole prevalenza tra i 5-9 anni (34,2/10.000). Questi rilievi sono coerenti con i dati noti (cfr dati Piemonte e Emilia-Romagna). La tabella 4 evidenzia il contributo relativo alle differenti fonti informative tracciate dagli algoritmi di recordlinkage. Il contributo principale è fornito dalle informazioni relative ai Collegi Accertamento Handicap, dai dati di ricovero e dai dati di prestazioni specialistiche delle UO NPIA Tab. 4 Contributo delle singole fonti Percentuale 28SAN UONPIA 55,5 Collegi Accertamento Handicap 16,8 ESENZIONI 1,1 PSICHE 6,4 SDO 15,2 SIDI 5,0 Totale 100,0 9

127 Analizzando il contributo delle singoli fonti per età emerge, per le età anni, la prevalenza di soggetti individuati dalla specialistica ambulatoriale (attività specifica NPI). Nelle età infantili (0-10) prevale il dato dei CAH. Povero è il contributo delle esenzioni per patologia (solo 6 soggetti univoci); un approfondimento mostra come le esenzioni dei soggetti con SA siano, nel 60% dei casi, il codice E11 (esenzione generica minore di 14 anni) e, nel 40%, codici di invalidità civile (IC13-IC14), isolati o in varie combinazioni. Il 20% dei casi identificati è rappresentato da soggetti di origine straniera. Paralisi Cerebrali Infantili Il termine paralisi cerebrale infantile (PCI) comprende un gruppo eterogeneo di sindromi non progressive, caratterizzate da turbe motorie e di postura, conseguenti ad affezioni varie che colpiscono il Sistema Nervoso Centrale (SNC) durante le prime fasi del suo sviluppo. La paralisi cerebrale è causata da un danno al SNC durante le prime fasi del suo sviluppo: ciò può accadere durante la gravidanza, al momento del parto o durante i primi 2 anni di vita postnatale. Le manifestazioni cliniche dipendono dalla gravità ed estensione del danno e dalla sua localizzazione: a seconda che causi lesioni al cervello, tronco cerebrale o al midollo spinale. La gravità dei segni e dei sintomi quindi potrà variare da un lieve danno motorio sino al coinvolgimento di tutto il corpo.il Servizio Epidemiologico Aziendale Dip. PAC dell ASL di Bergamo ha recentemente prodotto un rilevamento epidemiologico trasversale dei soggetti sofferenti per PCI in provincia di Bergamo, relativamente al periodo , attraverso l integrazione delle fonti informative (data linkage) in possesso dell ASL di Bergamo, per definire una stima di prevalenza specifica nella popolazione bergamasca. L analisi è stata condotta sui residenti della provincia di Bergamo, di cui sia stato accertato, nei flussi informativi, l utilizzo di un servizio erogato da una struttura pubblica o privata accreditata in Regione Lombardia, con lo scopo di determinare il numero di soggetti, viventi e presenti al 31/12/2012 (prevalenza puntuale), con una diagnosi compatibile con la definizione di PCI sopra descritta. I codici utilizzati sono stati quelli del gruppo 343.x del sistema di codifica ICD-IX-CM. Per la costruzione dei tassi di popolazione si è utilizzato, come denominatore, il dato ufficiale ISTAT dei residenti in provincia di Bergamo al 31/12/2012. L identificazione univoca dei pazienti è avvenuta tramite l utilizzo congiunto dei campi Codice Fiscale e Data di nascita.come già descritto, la reale prevalenza delle paralisi cerebrali infantili nel mondo non è conosciuta, anche se le stime più solide, nei Paesi industrializzati, sono quelle relative alle classi di età dei bambini dai 3 ai 10 anni, e sono valutabili attorno a 2,4 per La coorte di casi eligibili PCI individuata dagli algoritmi già descritti è stata identificata in 715 casi univoci, pari ad un tasso di 0.64 per 1,000 nella popolazione generale. Tra questi, 190 casi compresi tra i 3 ed i 10 anni, che corrispondono, in termini di prevalenza, a 2.03 per 1,000 nella popolazione specifica, con intervalli di confidenza al 95% pari a La tabella successiva (tab. n.5) presenta la distribuzione dei casi per fonte di origine (singola o concordante). 10

128 Tab. 5 Fonte Informazione Frequenza % SDO/Riabilitazione ,0 SPECIALISTICA ,1 SDO+ SPECIALISTICA ,4 SDO+Collegi Accertamento Handicap 32 4,5 SIDI 31 4,3 SPEC+CAH 19 2,7 CAH 8 1,1 Totale ,0 La distribuzione per età è presentato nella tabella n.6. Tab. 6 Casi PCI per classi di età Frequenza Percentuale , , , , , ,8 Totale ,0 Le PCI necessitano di un percorso diagnostico, terapeutico, riabilitativo ed assistenziale complesso, che coinvolge i servizi sanitari, le strutture educative e le agenzie sociali. I bisogni ed i servizi necessari non si esauriscono con l età evolutiva, ma investiranno sempre più l intera esistenza del soggetto. E indispensabile un approccio fortemente integrato, con attenzione al case management del paziente, del caregiver e dei contesti sociali in cui vive. Il Registro di Patologia dedicato alle PCI, in fase di avanzata gestazione, fornirà preziosi dati per migliorare non solo le conoscenze scientifiche sulla patologia, ma soprattutto i percorsi diagnostici, clinici ed assistenziali. L ASL di Bergamo, in sinergia con le principali AO pubbliche e strutture private accreditate provinciali, ha in avanzata progettazione l implementazione di un Registro di Patologia dedicato alle PCI, per ovviare alle difficoltà di tracciatura epidemiologica sopra descritta. Demenze/Alzheimer Anche nella provincia bergamasca il dato demografico più rilevante, per le implicazioni economiche e sociosanitarie, è l incremento dei soggetti oldest old (soggetti d età 80 anni e più). Infatti questo è il segmento di popolazione dove si concentrano morbosità e disabilità; cioè un elevato numero di soggetti fragili con bisogni assistenziali complessi poli-patologici, spesso funzionalmente disabili, talora in condizioni socio-economiche precarie. Le patologie neurologiche nell anziano (ed in particolare le DEMENZE) costituiscono un importante problema di sanità pubblica: tipicamente correlate con l aumento dell età, sono caratterizzate da un elevato quoziente di prevalenza e da un pesante impatto sanitario, socio-sanitario e sociale. Nei paesi occidentali esse sono al primo posto quale causa di perdita in DALYs (Disability-Adjusted Life Years), indicatore che valuta il numero di anni di vita attiva persi a causa di morte prematura e disabilità. Le demenze non riguardano solo le persone che ne soffrono, ma anche chi si occupa dei malati. Si calcola che in ogni famiglia con un malato in media tre persone sono direttamente confrontate alla malattia svolgendo anche funzioni di cura-assistenza. Applicando le stime esistenti in letteratura, per le demenze, si ottiene un range "possibile" di prevalenza in provincia di Bergamo che va da 6000 a 9500 casi In 3 anni di osservazione sono stati tracciati casi (over 60aa) come risulta dalla tabella sotto riportata: 11

129 La tabella seguente evidenzia la distribuzione territoriale delle diagnosi di demenza in ciascuno dei 14 Ambiti territoriali in cui è suddivisa l ASL: La tabella sotto riportata evidenzia invece il numero di persone assistite in ADI che presentano diagnosi di demenza 12

130 La demenza e i bisogni di salute ad essa connessi rappresentano una grande sfida per i sistemi sociosanitari dei paesi industrializzati, in relazione all evoluzione demografica. I pazienti anziani con demenza necessitano di un approccio integrato, che vede nella componente specialistica neurologica la baseline diagnostica-terapeutica, a favore di una maggiore attenzione al case management del paziente, del caregiver e del contesto sociale in cui vive. E necessario attivare/rafforzare politiche di welfare orientate allo sviluppo di interventi di sussidiarietà e inclusione sociale, incentrate sulle relazioni familiari,amicali e di "vicinato, oltre che sulle tradizionali linee di offerta istituzionale. La DGR 856/2013 segna una prima importante risposta alle famiglie che assistono al domicilio soggetti con demenza consentendo loro una frequenza diurna in RSA e un sopporto al domicilio da parte della RSA medesima. 2. L offerta sociosanitaria in provincia di Bergamo suddivisa per i 14 Ambiti Territoriali La tabella n. 7, sotto riportata, evidenzia la ricchezza dell offerta socio-sanitaria presente sul territorio bergamasco, alla data del e consente anche di osservare la sua parziale disomogenea distribuzione fra i 14 Ambiti Territoriali; in particolare si nota: una notevolissima diffusione di RSA in ogni Ambito; l assenza di CDI nell Ambito Territoriale di Seriate e Valle Brembana; l assenza di CDD nell Ambito Monte Bronzone e Basso Sebino; le RSD e CSS sono collocate storicamente in alcuni Ambiti ma la tipologia della residenzialità rende meno significativo il legame con il territorio; una presenza di almeno 3 soggetti accreditati ADI in ogni Ambito; la presenza di almeno un Consultorio Familiare in ogni Ambito; una aumentata diffusione di Hospice extraospedalieri. Sono in corso sperimentazioni che potranno dare vita ad ulteriori ampliamenti dell offerta: - nell area RSA/RSD per posti di post-acuta; - nell area delle CSS e CDD per minori gravi disabili; - nell area dei Consultori Familiari. - Nella residenzialità leggera. 13

131 Tabella N. 7 Le strutture sociosanitarie accreditate nell ASL della Provincia di Bergamo alla data del Si precisa che nel totale dei posti abilitati sono compresi i posti di sollievo. Inoltre al totale delle Strutture sono stati aggiunti dati non presenti in tabella: n. 8 C.F. ASL sedi secondarie e n.3 soggetti ADI con sede legale fuori provincia. 14

132 3. Le sperimentazioni in corso, avviate dall ASL, come potenziale ampliamento dell offerta nella direzione della flessibilità dei servizi, personalizzazione delle prestazioni e coinvolgimentoresponsabilizzazione dei soggetti fragili con le loro famiglie. 3.1 Il Progetto per la creazione di Centri per la famiglia attraverso il coinvolgimento di consultori familiari accreditati Il Progetto sperimentale di sviluppo delle funzioni di Centro famiglia, promosso dall ASL e che vede coinvolti i Consultori familiari privati accreditati (e non contrattualizzati), prende avvio dall ipotesi secondo cui la possibilità di innovare e potenziare la capacità del Consultorio Familiari permette di accogliere e dare più adeguate risposte ai bisogni delle famiglie aprendo maggiori opportunità di svolgere funzioni proattive che intervengano in maniera preventiva, favorendo strategie che mettano il soggetto e la famiglia nella condizione di trovare le soluzioni ai problemi, superando logiche assistenziali nell'erogazione dei servizi. Soggetti coinvolti La sperimentazione si è sviluppata nell ambito dell attività dei Consultori familiari della provincia di Bergamo di nuova istituzione accreditati ma non ancora contrattualizzati, qui di seguito elencati: Consultorio Familiare S. Gianna Beretta Molla di Clusone; Consultorio Familiare Mons. Roberto Amadei di Calusco d Adda; Consultorio Familiare Basso Sebino di Villongo; Consultorio Familiare Val Seriana di Albin; Consultorio Familiare Mani di scorta di Treviolo; Consultorio Familiare Don Palla di Piazza Brembana. Le innovazioni prodotte Accanto alle figure professionali tipiche del consultorio (ostetrica, assistente sociale, psicologo, ginecologo) si sono introdotte altre figure professionali, quali ad esempio l educatore professionale e lo psicopedagogista\pedagogista, con cui è stato possibile lavorare maggiormente nella parte dell ascolto, dell accoglienza, dell empowerment, della promozione, del coordinamento e del lavoro di rete. Nella realizzazione di interventi innovativi, accanto alle prestazioni tipiche dei consultori, la logica prestazionale è stata marginale e i diversi interventi hanno avuto la possibilità di essere integrati in un processo più ampio che ha portato ad operare anche fuori le mura del servizio, come segue: - Interventi di prossimità: prestazioni congruenti con il mandato dei Consultori Familiari, oggi vincolate alla sede del servizio, che si possono erogare anche in ambiti e contesti di più agevole accesso, contatto e interazione con le famiglie e i loro componenti: scuola, paesi e contrade di territori montani frammentati, ecc - Azioni di tutoring territoriale, finalizzate a sviluppare sinergie, strategie di sistema, essenziali per poter offrire risposte integrate a problematiche complesse. E possibile che tali interventi possano essere programmati e concordati con ASL, ambiti territoriali ed enti locali all interno di piani d azione territoriale e regolati sulla base di atti di intesa o convenzioni con il Consultorio Familiare - Gruppi di sostegno con caregiver e altre tipologie di utenza caratterizzati da modalità di accesso e di gestione più dirette, agili ed economiche rispetto ai gruppi con utenti previsti dalla DGR 4597 prevedendo ad es. la conduzione a cura di un solo operatore, la possibilità di accesso diretto dell utenza (senza ulteriori formalità come il colloquio di accoglienza) e la possibilità di decentrare gli interventi in diverse sedi nel territorio - Interventi domiciliari per persone non autosufficienti o nuclei familiari caratterizzati da condizioni di fragilità particolari da richiedere risposte specifiche e flessibili a bisogni poco codificabili di natura psicosociale educativo e assistenziale che richiedono approcci multidisciplinari e individualizzati I principali risultati sono stati: - l aver orientato verso il Consultorio familiare persone e famiglie che altrimenti non vi sarebbero mai arrivate; - l aver facilitato accessi di famiglie e persone disabili, anziane e di giovani che raramente frequentano i Consultori familiari; - l aver promosso la realizzazione di sinergie territoriali che hanno favorito la riduzione della frammentazione degli interventi; - l aver agito precocemente verso la possibile riduzione dei carichi familiari. 3.2 L utile esperienza dell applicazione Decreto regionale 7211/2011 La Direzione Generale Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solodarietà Sociale, con Decreto n. 7211, del 2 agosto 2011, avente ad oggetto Assegnazione alla Aziende Sanitarie Locali dei finanziamenti ex DGR n Determinazioni in ordine alla qualificazione della rete dell assistenza domiciliare in 15

133 attuazione del PSSR e conseguente rideterminazione dei Budget aziendali ASSI per l anno Primo provvedimento ha attribuito all ASL della Provincia di Bergamo, per l anno 2011 e per l anno 2012, una specifica somma aggiuntiva, finalizzata all obiettivo di consentire alle persone più fragili di rimanere al proprio domicilio, attraverso una presa in carico complessiva della persona e della sua famiglia, attraverso un reale prendersi cura, con cure continue, non solamente curare la malattia. Per realizzare l obiettivo stabilito dal sopracitato Decreto Regionale n. 7211/11, l ASL poteva avvalersi, oltre che del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), anche di servizi semiresidenziali per anziani e disabili (CDI e CDD) e di residenzialità leggera (CSS) di carattere sociosanitario accreditati ma non ancora contrattualizzati, per interventi personalizzati, anche di breve durata (nella giornata, nella settimana, nel mese o nell anno), per fornire una più ampia, completa e flessibile risposta alle persone con bisogni complessi; cioè a persone che presentano le seguenti condizioni: fase avanzata di malattia, nel caso di malattia evolutiva, oppure patologia cronica grave; compromissione severa delle capacità cognitive e/o motorie e livelli di autonomia molto ridotti; impegno assistenziale decisamente rilevante per la famiglia. Allo scopo di una corretta implementazione delle suddette direttive regionali il Dipartimento ASSI ha costituito un gruppo di lavoro integrato multidisciplinare (composto da operatori dei Servizi ASSI, CeAD, UdP, Gestori) con il compito di: - individuare le tipologie di utenza eleggibile per l accesso alle prestazioni in oggetto tenuto conto delle condizioni di cronicità più diffuse e dei bisogni sociosanitari correlati, delle specificità dei contesti sociogeografici territoriali e dei servizi esistenti; - definire pacchetti di prestazioni erogabili ed i relativi costi standard ; - predisporre una prima versione sperimentale delle linee guida da trasmettere all attenzione dei Centri per l Assistenza Domiciliare distrettuali (CeAD), di tutti i Soggetti Gestori accreditati per ADI, CDI, CDD, CSS e di tutti gli Uffici di Piano. Il potenziamento dell ADI e l uso integrato di CDI, CDD e CSS, ha consentito di assistere 1298 persone, ampliando l assistenza domiciliare e diurna, con il risultato di abbattere il tasso di ricovero ospedaliero in misura significativa. I punti di forza avviati da questo processo possono essere così riassunti: la percentuale di risposta delle suddette strutture sociosanitarie a questo tipo si sperimentazione è stata molto elevata; le Unità d Offerta coinvolte hanno dimostrato notevole flessibilità dell offerta, ampliamento degli orari di apertura, superamento della rigida logica di una sola modalità di offerta (CDD che hanno offerto anche interventi domiciliari), ampliamento dell offerta anche a persone non iscritte allo specifico Servizio, sperimentazione di forme di diurnato anche da parte delle CSS e maggior apertura al territorio, la flessibilità ha permesso a più persone di fruire dei Servizi. E stato possibile inoltre: - attuare contemporaneamente interventi sociosanitari e interventi sociali, quindi forte integrazione tra SAD e ADI. - rafforzare temporaneamente lo standard di personale a persone fruitici dei benefici del Decreto 7211/1 - effettuare una valutazione muldisciplinare dei bisogni che ha permesso di partire dal Progetto di vita della persona fragile con maggiori interventi comunitari, superando la logica prestazionale - consolidare l attività dei CeAD - rispondere ai bisogni di fragilità in senso lato, superando la vecchia e rigida logica categoriale (anzianidisabili). Nel corso del 2013 è stato altresì possibile, grazie all impiego di un residuo del Decreto 7211/11, sostenere alcune situazioni familiari, senza il quale sarebbe stato difficile una tenuta del nucleo familiare, fortemente impegnata nell assistenza domiciliare e altamente compromessa dalla difficile gestione quotidiana della persona gravemente disabile. 3.3 Il Piano d Azione Provinciale per le disabilità In attuazione del Piano d Azione Regionale per le politiche in favore delle persone con disabilità l ASL ha costituito un Gruppo Interistituzionale con il compito di delineare un Piano d Azione provinciale finalizzate sia a un miglio coordinamento delle reti d offerta esistenti sia allo sviluppo di nuovi modi di rispondere ai bisogni della persone con disabilità e alle loro famiglie. Il Gruppo Interistituzionale si é dato 3 Gruppi di Lavoro multidisciplinari, a ciascuno dei quali è stato affidato il compito di trattare, in modo integrato, una delle aree tematiche ritenute prioritarie per il territorio bergamasco. Il Gruppo Interistituzionale, nel proseguire il percorso intrapreso negli anni precedenti, ha individuato, per l anno 2013, le seguenti azioni sulle quali concentrare l attività dei 3 Gruppi di lavoro multidisciplinari: 16

134 Gruppo uno: - è stata formalizzata (in data ), dall ASL e dall AO Papa Giovanni XXXI, l adozione del Protocollo Operativo dimissioni protette dei bambini con bisogni complessi denominato Gestione della continuità assistenziale per bambini e adolescenti ad elevata complessità (Allegato n. 1/A). - è stato organizzato un corso di formazione rivolto ai Pediatri di famiglia per la presentazione e condivisione del Protocollo Operativo dedicato alle dimissioni protette dei bambini con bisogni complessi - il suddetto Protocollo Operativo è tuttora in corso di sperimentazione presso l Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo con il coinvolgimento dei Pediatri di famiglia che hanno in carico bambini con bisogni complessi. - contemporaneamente sono stati avviati due gruppi di lavoro, nella A.O. Bolognini di Seriate e nella A.O. di Treviglio, che valuteranno nel corso del 2014, l attivazione di una similare sperimentazione, anche se le organizzazioni sanitarie delle due Aziende hanno dei servizi afferenti al Dipartimento Materno Infantile molto diversi dalla articolazione dell HPG23. L attenzione dei due gruppi di lavoro sarà costantemente centrata al coinvolgimento e partecipazione tra i settori sanitari, sociosanitari, sociali e familiari. - il progetto di Ambulatorio medico per la disabilità adulta in rete con il Consultorio familiare, già operativo presso l A.O. Papa Giovanni XXIII è stato attivato anche presso il Consultorio familiare di Treviglio con la stretta collaborazione dell Azienda Ospedaliera di Treviglio (Allegato n. 1/B). - sono stati effettuati due corsi di formazione rivolti ai Medici di Assistenza primaria per la presentazione del suddetto Ambulatorio per la disabilità adulta. - è stata predisposta una locandina per la pubblicizzazione dell iniziativa presso le Associazioni di Volontariato dell area disabilità presso i Comuni, le A.O., i MAP ed i Servizi sociosanitari per disabili (Allegato n. 1/C). - sono state delineate le procedure per l attivazione di analoga iniziativa anche presso il Distretti Isola Bergamasca, Valle Brembana/Valle Imanga-Villa d Almè, Est Provincia. Gruppo due: - è stata presentata al Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci la proposta di costituire, in ciascun Ambito Territoriale, una Commissione Territoriale integrata (anche tramite la definizione di un primo protocollo di intesa a livello territoriale per l individuazione delle risorse presenti, dei bisogni espressi dalle famiglie e delle prassi operative di collaborazione). - ad oggi la Commissione Territoriale integrata per le disabilità è stata attivata nei seguenti Ambiti Territoriali (con la collaborazione di UONPIA e Scuole locali): Valle Cavallina, Basso Sebino, Grumello del Monte. - Nel corso del 2014 sarà promosso un costante monitoraggio dell adozione del suddetto format organizzativo presso gli Ambiti Territoriali. Gruppo tre: - sono stati realizzati alcuni Seminari, a cura del CBI (Coordinamento Bergamasco per l Integrazione che riunisce più di 30 Associazioni di Volontaria dell area disabilità), sulla vita autonoma e indipendente e sull evoluzione delle RSD e CSS, ai quali hanno partecipato diversi attori fra i quali l ASL/Dipartimento ASSI. Le suddette iniziative hanno proseguito nella trattazione e delineazione di percorsi di sostegno alle persone con disabilità nel loro progetto di vita anche attraverso l innovazione dei servizi dedicati; cioè: il progetto di vita, la valutazione delle buone pratiche a sostegno della vita autonoma e indipendente, le nuove residenzialità leggere, i punti di accesso, lo sviluppo di servizi più orientati al progetto di vita. Nell ultimo incontro del 2013 il Gruppo Interistituzionale ha preso atto degli importanti provvedimenti emanati da Regione Lombardia in materia di Welfare (DGR n. 116/2013, 740/2013, 856/2013 e 392/2013) che hanno evidenti ricadute sulle politiche sociosanitarie e socioassistenziali concernenti le persone con disabilità e le loro famiglie; per tale motivo nel 2014 il suddetto Gruppo Interistituzionale ritiene necessario armonizzare la propria azione con i contenuti delle suddette determinazioni regionali. 4 La conoscenza dei dati e i Gruppi di dialogo-confronto con i Soggetti esterni all ASL La programmazione che, ogni anno, il Dipartimento ASSI predispone, all interno della più generale cornice programmatoria dell ASL, si fonda su tre pilastri: la conoscenza dei dati relativi alla domanda/offerta, la valorizzazione del punto di vista dei numerosi attori che costruiscono e gestiscono le reti di servizi 17

135 sociosanitari accreditati, l ascolto-dialogo con i cittadini e le loro associazioni. La conoscenza dei dati di produzione è resa possibile dall operatività consolidata del Servizi di Epidemiologia Aziendale (SEA) che consente ai vari Servizi del Dipartimento ASSI di poter contare su analisi approfondite e scientificamente fondate. Nello stesso tempo il Dipartimento mantiene aperte numerose occasioni di confronto e scambio tra i propri Servizi e le Strutture sociosanitarie accreditate e contrattualizzate (che sono circa 200); questa funzione di apertura al dialogo e al confronto, impegnativa ma arricchente, si svolge con varie modalità, attraverso incontri periodici: su tavoli dedicati, o gruppi di lavoro multidisciplinari, oltre che attraverso corsi di formazione aperti all esterno e seminari/convegni pubblici. La tabella seguente riassume le principali azioni di apertura al dialogo-confronto con i vari Soggetti protagonisti delle reti sociosanitarie e/o socioassistenziali attivi sul territorio (sia i Gestori dei Servizi che le Associazioni di cittadini): Dipartimento ASSI Area Famiglia e Conciliazione Servizio Consultori Familiari e Centri per la Famiglia Servizio Ricerca e Sviluppo per la Famiglia Servizio Conciliazione Vita-Lavoro Nuovo Welfare Area Fragilità e delle Tipologia di interazione fra Servizi ASL e Soggetti attori delle reti sociosanitarie Genitori e genitorialità Associazioni familiari A.Ge, A.Ge.S.C., Centro italiano femminile, Infanzia e città di Bergamo, Laboratorio Genitori Stezzano, Comuni Bergamo e Treviolo, Cooperative Sociali Aeper e il Pugno Aperto di Bergamo - Solco Città Aperta e Il Cantiere di Albino Solco del Serio, Coordinamento dei Comitati Genitori nelle scuole secondarie di secondo grado, Diocesi di Bergamo Ufficio per la Pastorale della famiglia, Provincia, Ufficio Scolastico Provinciale; Luoghi e tempi della città ; Commissione prevenzione, Provincia, UPEE, Prefettura, Confcooperative, Tavolo Enti gestori accreditati, C.d.R. Sindaci, Sert, Dipartimento Prevenzione, Centro Educazione alla salute; Centro Famiglia Comune di Bergamo, con Diocesi, Amministrazione Provinciale e Comune di Bergamo. Rete dei Consultori familiari privati accreditati - tavolo sulla programmazione; Gruppo sulla sperimentazione di Centri Famiglia con Fondazione Angelo Custode, Cooperativa In cammino, Fondazione Don Palla, S.S. Valle Seriana; Partecipazione al gruppo di lavoro interdipartimentale in collaborazione con l Ufficio Scolastico Territoriale X, per progetti di prevenzione del bullismo. Osservatorio provinciale sulla comunicazione virtuale nel mondo giovanile, Provincia, Ufficio Territoriale X, Università di Bergamo, CdR dei Sindaci, Comune di Bergamo, Fondazione Bergamo nella storia, CorCoGe, Medas; Consulta Politiche familiari, Comune di Bergamo, Provincia, Diocesi, AGE, AGESCI, AGESC, Associazione Famiglie numerose, Associazione aiuto donna, Associazione Famiglie per l accoglienza, AUSER, Banche del tempo, CIF, CGIL, CISL, UIL, CAV, Bottega del Volontariato, Consiglio delle donne, Diocesi, Fondazione Angelo Custode, Famiglia Aperta, Shinui, Società San Vincenzo de Paoli, Soroptimist, Federazione delle donne per la Pace nel Mondo. Tavolo politico Conciliazione Vita lavoro, STER, Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo, Camera di commercio, Consigliera di Parità; Tavolo tecnico Conciliazione Vita lavoro, STER, Provincia di Bergamo, CCIA di Bergamo, Comune di Bergamo, Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, Ambiti Territoriali, Sindacati, Terzo Settore, Consigliera di Parità; Tavolo Tecnico allargato Conciliazione Vita lavoro, Diocesi di Bergamo, ACLI, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Bergamo, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Bergamo, Soroptimist international club di Bergamo, AGE Associazione Italiana Genitori, Centri Aiuto alla Vita, LIA Liberi Imprenditori Associati Servizi per l Impresa srl., IPASVI, Centro Diocesiano per la Pastorale Sociale ; Microequipe sull inclusione sociale, Casa Circondariale, UEPE, USSM, Uffici di Piano, Comune di Bergamo, Provincia. Gli organismi riportati in quest ultima finestra sono in fase di cambiamento a seguito delle recenti disposizioni regionali. Partecipazione al Tavolo del Terzo Settore Eccetere 18

136 Servizio ADI e Bisogni Complessi Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità Servizi diurni e residenziali per le Fragilità Gruppo di regia per la sperimentazione della nuova ADI, con rappresentati dei Soggetti accreditati in ADI e i Ce.A.D. Gruppo di raccordo sull Alzheimer con Operatori delle Unità di Valutazione Alzheimer Gruppo di raccordo con i Medici Palliativisti delle Strutture accreditate per l Assistenza Domiciliare Integrata. Gruppo di raccordo con i medici Fisiatri degli Istituti di Riabilitazione sanitari e sociosanitari. Gruppo di lavoro con i Coordinatori sanitari distrettuali per l approfondimento di temi relativi all assistenza domiciliare e valutazione multidimensionale del soggetto fragile. Partecipazione sia al Comitato che all Esecutivo del Dipartimento di Cure palliative (DICP) nella funzione tecnica e nella gestione amministrativa Gruppi di lavoro, a composizione eterogenea, per la programmazione dell attività inerente le DGR 740 e 856 nonchè il relativo monitoraggio. Partecipazione la gruppo di lavoro sulle Cure intermedie/post Acuti relativamente alla valutazione effettuata dal CeAD e finalizzata all accesso alla struttura Gruppi di lavoro con le A.O. per il progetto dimissione /riammissione del bambino con gravo problematiche cliniche Frequenti incontri, in sostanza dei gruppi di lavoro itineranti con finalità formativa e promozionale sul tema Dimissioni Protette, con le Direzioni Sanitarie e i reparti delle strutture sanitarie di ricovero. Gruppo Interistituzionale per l implementazione del Piano d Azione Regionale disabilità (PAR), con rappresentanti ASL, AO, Provincia, Ufficio scolastico provinciale, Università di BG, Confcooperative, CBI, In Oltre, Ambiti Territoriali. 3 Gruppi di lavoro multidisciplinari per l attuazione del Piano d Azione Provinciale per le persone con disabilità con operatori AO, UdP, CBI, Provincia, Confcooperative, PdF, MAP. Gruppi di Progetto per l estensione dell Ambulatorio disabilità adulta e Consultorio per la disabilità con operatori DSM (AO), Distretto, Ambito. Gruppo di lavoro per la compartecipazione economica degli utenti e dei Comuni nei servizi socio sanitari, con Ufficio Sindaci, gestori CDD, Uffici di Piano, Associazioni di familiari. E in atto anche un costante confronto con l A.O. Papa Giovanni XXIII con il Reparto di Odontostomatologia che tratta problematiche relative alle persone disabili. Formazione sul Campo con il personale delle 3 UONPIA e dell ASL su Collegi di accertamento alunno disabile finalizzato alla omogeneizzazione delle procedure. Gruppo di lavoro per la verifica situazione delle persone in condizioni di Stato Vegetativo. Gruppi di lavoro monotematici (su rapporto RSA-famiglie) con operatori RSA e CDI. Tavolo di lavoro sulla post-acuta con referenti AA.OO., responsabili sanitari RSA, MAP, direttori e coordinatori sanitari dei distretti. Gruppo di coordinamento del progetto RSA senza dolore con operatori RSA e Associazioni. Gruppo di coordinamento psicologi attivi nelle RSA accreditate della provincia. Sottoscrizione e attivazione delle azioni contenute nel Protocollo di intesa per l adozione di linee di indirizzo in favore di un invecchiamento attivo e di solidarietà tra generazioni e per la costruzione di buone prassi tra Comune di Bergamo - direzione servizi sociali ed educativi - Diocesi di Bergamo, Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Bergamo, Azienda Sanitaria Locale della provincia di Bergamo, Università degli Studi di Bergamo. 19

137 5. I luoghi e i modi di integrazione e collaborazione fra Dipartimento ASSI e le altre Strutture interne all ASL Il Dipartimento ASSI, attraverso le proprie strutture complesse e semplici, in attuazione della propria mission - che vede l integrazione socio sanitaria al centro delle attività, unitamente alla promozione di reti di collaborazioni per la continuità dell assistenza e allo sviluppo di interventi di comunità finalizzati a valorizzare e favorire la partecipazione dei cittadini alla prevenzione e alla tutela della salute - promuove e mantiene rapporti di collaborazione e di supporto con: il Dipartimento per le Dipendenze: in quanto attivi su argomenti in parte sovrapponibili per gli aspetti delle fragilità, della prevenzione e del lavoro con le famiglie e le comunità locali; il Dipartimento di Cure Primarie: in quanto il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata e il Servizio Consultori Familiari, hanno continue interazioni con i MAP e i Pediatri di famiglia che costituiscono il riferimento fondamentale per la salute delle persone e delle famiglie (la continuità di cura e assistenza passa da una stretta collaborazione fra il socio sanitario e il sanitario); inoltre in vista della delineazione del Polo Territoriale (che ingaggerà i MAP e PdF) verranno accentuate le occasioni di collaborazione; i Distretti Sociosanitari: in quanto sedi erogative delle principali prestazioni socio sanitarie (Consultori e ADI) e luogo di implementazione delle DGR 740/2013, DGR 856/2013,oltre che di integrazione fra il socio sanitario e il socio assistenziale presidiato dagli Ambiti Territoriali; Il Dipartimento PAC: in quanto svolge funzioni di acquisto, contrattazione e controllo, su tutte le strutture sociosanitarie di competenza DASSI; il Dipartimento Amministrativo: in quanto i suoi Servizi presidiano la liquidazione dei Budget prodotti da tutte le strutture socio sanitarie, predispongono la sezione socio sanitaria del bilancio ASL, e assicurano le risorse umane necessarie al funzionamento aziendale; gli altri Dipartimenti per alcuni aspetti che richiedono l integrazione programmatoria e operativa in quanto implicanti la dimensione socio sanitaria; Tutti gli organismi aziendali che svolgono funzioni di rilievo aziendale (cioè generali-trasversali) quali: - la commissione che presidia la programmazione aziendale annuale; - la commissione per lo sviluppo e le realizzazione di iniziative di prevenzione e promozione della salute; - Il Servizio di Epidemiologia Aziendale; - il Centro Studi Aziendale; - il Sistema Qualità Aziendale; - Formazione e Aggiornamento Aziendale; - l URP; - l organismo di Coordinamento della Salute Mentale; - l organismo di coordinamento delle UONPIA; - l Ufficio Sindaci; - il Tavolo del Terzo Settore. 6. L importante del ruolo del Terzo Settore e dell Associazionismo bergamasco nelle interazioni con l ASL Il territorio bergamasco è fortemente caratterizzato dalla presenza di un ricco universo di associazioni di volontariato, anche di espressione familiare, che opera sia realizzando iniziative autonome legate alla mission primaria per cui le stesse Associazioni sono nate, sia in collaborazione con l ASL (a livello di singoli Distretti e a livello di Dipartimento ASSI con i singoli Servizi), sia infine in collaborazione con gli Enti Locali (Comuni e Ambiti Territoriali). L ASL ha attivato da molti anni un Tavolo di confronto-raccordo con i Soggetti del Terzo Settore (Associazionismo di secondo livello, Cooperazione Sociale, rappresentanze dei Soggetti gestori sociosanitari, Organizzazioni Sindacali-Patronati). Il Dipartimento A.S.S.I. mantiene gruppi di confronto e raccordo con tutte le tipologie di Strutture sociosanitarie accreditate - gran parte delle quali sono gestite da Soggetti del Terzo Settore - al fine di accompagnarne lo sviluppo promuovendo la qualità, l accessibilità e l innovazione. Assumendo le attese dei Soggetti che animano il Terzo Settore bergamasco e in coerenza con le raccomandazioni regionali circa la necessità di riconoscere il ruolo di protagonista, anche nella programmazione sociosanitaria e sociale, che il Terzo Settore sta svolgendo, di fatto, da anni, il Dipartimento ASSI intende consolidare la cultura del fare insieme ; cioè: riconoscere e supportare le iniziative innovative (che sviluppano filiere o che potenziano la comunità locale attraverso l empowerment delle famiglie/singoli cittadini) progettate dalla cooperazione sociale, anche attraverso tavoli di co-progettazione per l innovazione del welfare bergamasco. 20

138 promuovere l aggancio fra i Centri per l Assistenza Domiciliare (Ce.A.D.) ed i soggetti del Terzo Settore attivi negli Ambiti Territoriali da valorizzare sia come leve comunitarie di aiuto sociale (telefonia sociale, Alzheimer cafè, ecc.), sia come potenziamento della funzione del Consultorio Familiare. riconoscere e valorizzare i progetti che l associazionismo familiare e altri soggetti (oratori, scuole, cooperative sociali, fondazioni) hanno presentato nei contenitori previsti dalla LR 23/99, assumendoli come catalizzatori dell innovazione e sviluppatori di nuove prassi (soprattutto laddove viene valorizzata la competenza non professionale delle persone e delle famiglie). Il tavolo del Terzo Settore e le Organizzazioni Sindacali hanno presentato all ASL un Documento con il quale hanno inteso fornire riflessioni e contributi alla realizzazione degli obiettivi di rinnovamento dichiarati dalla DGR 1185/2013. In particolare i Soggetti firmatari del suddetto Documento hanno evidenziato che intendono assicurare: - una presenza propositiva e non solo rivendicativa sul territorio; - esperienze di co-progettazione per la costruzione di percorsi di assistenza personalizzati, con la capacità di lettura dei bisogni e di utilizzo delle potenzialità sociali esistenti; - una attenta e proficua costruzione di reti territoriali che forniscono a molte persone fragili o con patologie croniche opportunità di vita autonoma o la presa in carico di persone in situazioni sociosanitarie complesse; - una positiva collaborazione con le istituzioni, rispettosa delle responsabilità, delle competenze e dei saperi degli enti e dei professionisti coinvolti. 7. La programmazione del Dipartimento ASSI per l anno 2014: Area della Famiglia e Conciliazione, Area delle Fragilità 7.1 il nuovo modello di governo delle risorse a livello territoriale Nel quadro delle azioni e dei risultati attesi nel Programma Regionale di Sviluppo della X legislatura, sono stati adottati già nel corso del 2013 una serie di provvedimenti che vanno fortemente ad incidere sul modello di governo delle risorse a livello territoriale, ponendo basi concrete per l integrazione delle risorse a livello locale e delineando la necessità che, a livello di Asl, vengano definite con chiarezza regole di processo funzionali, da una parte, a declinare concretamente il principio della valutazione multidimensionale del bisogno a livello distrettuale in un ottica di appropriatezza e, dall altro, a controllare costantemente la sostenibilità economica degli interventi programmati nella risposta al bisogno. Il forte ruolo di governance nell accesso ai servizi sociosanitari destinati a rispondere ai bisogni delle persone fragili e delle loro famiglie attribuito alle ASL dalla DGR 116/2013 e dal suo primo provvedimento attuativo, la DGR X/856/2013 oltre che dalla DGR 740/2013, postula che queste organizzino: - non solo i servizi dedicati a gestire l analisi multidimensionale, - la definizione del Piano Individualizzato, - l erogazione dei Voucher o dei buoni capaci di sostenere le persone disabili e le loro famiglie, - ma anche un controllo interno relativo alla gestione delle risorse finalizzato alla misurazione sistematica del livello di spesa distrettuale collegato agli interventi programmati. nell esercizio. L ASL sta già sperimentando questo nuovo modello di governo della spesa gestendo il processo collegato alla presa in carico in Assistenza Domiciliare Integrata, in allineamento a quanto previsto dai provvedimenti di riforma dell ADI della precedente legislatura. Accanto al modello tradizionale del controllo della spesa attraverso la definizione di un budget valido per l esercizio e valorizzato nell ambito del contratto con il singolo ente gestore, si pone quindi quello fondato su un sistema di contratti di regole e sull accesso ai servizi per il tramite della valutazione multidimensionale nel quadro dei vincoli rappresentati dall appropriatezza degli interventi programmati e nella risposta al bisogno nel quadro della sostenibilità dei costi che ne derivano. Nel 2014 quindi, le regole di sistema sul governo delle risorse, vengono declinate nei seguenti ambiti: - quello del sistema dei servizi tradizionali a budget; - quello del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata; - quello dei servizi che, in un ottica di necessaria manutenzione dei primi, a fronte dell evoluzione dei bisogni intervenuta in questi anni, si collegano alle azioni definite e regolate in attuazione della DGR quadro n. 116/

139 In relazione a questi ultimi, le risorse assegnate si qualificano come budget di ASL, che pertanto è tenuta a garantire il rispetto del vincolo di budget definito. La compresenza, nel Welfare lombardo, di due pilastri: uno fondato sui servizi a budget e uno fondato sulla DGR 116/2013, è descritto nella tabella seguente: 7.2 La sfida della cronicità richiede al Dipartimento ASSI un nuovo modo di governare le risorse Sul territorio bergamasco sta emergendo una diversa domanda di assistenza da parte delle persone e delle famiglie. Domanda che si presenta sia in termini di richiesta di servizi flessibili a livello territoriale, sia di aiuto e sostegno per il mantenimento presso il domicilio della persona con fragilità o in condizione di non autosufficienza, o ancora di un rinnovamento di prestazioni e servizi qualificati per fronteggiare i nuovi bisogni. La profonda crisi economica che sta coinvolgendo numerose famiglie della nostra provincia sta modificando e in parte ha già modificato, sia gli stili di vita delle persone, in particolare di coloro che hanno bassi redditi, andando a produrre cambiamenti anche sulla struttura degli interventi e servizi che costituiscono la rete sociale e sociosanitaria provinciale. 7.3 L evoluzione della funzione di governance sociosanitaria del dipartimento ASSI Per dare attuazione alle direttive regionali esplicitate con DGR 740/2013, DGR 116/2013, DGR 856/2013 unitamente alle regole di sistema contenute nella DGR 1185/2013, il Dipartimento ASSI deve ri-declinare la propria attività attraverso lo svolgimento delle seguenti funzioni: 22

140 La programmazione dell offerta si servizi sociosanitari a livello provinciale, con particolare riguardo: - al ciclo di vita della famiglia (Consultori Familiari, Centri per la famiglia, iniziative di conciliazione fra vita e lavoro, iniziative rivolte e minori e adolescenti). - alla popolazione anziana (ADI, CDI, RSA, post-acuta, riabilitazione, cure intermedie). - alla popolazione con disabilità (CDD, CSS, RSD, post-acuta, cure intermedie, raccordo con le UONPIA e con DSM). L analisi dell offerta e dei fenomeni emergenti nella domanda, in stretta collaborazione con il Servizio Epidemiologico Aziendale. La predisposizione di linee guida, protocolli operativi e procedure, a supporto sia dei Distretti sociosanitari (con particolare riguardo ai Consultori Familiari ed ai Centri per l Assistenza Domiciliare- CeAD) sia delle Unità d Offerta Sociosanitarie contrattualizzate, allo scopo di: - promuovere una diffusa attenzione all ascolto dei bisogni dei cittadini fragili e dei loro caregivers, al loro orientamento verso le reti d offerta ed al supporto nella fruizione delle medesime, anche valorizzando il rapporto con l associazionismo familiare. - promuovere una presa in carico integrata dei soggetti fragili e delle loro famiglie, fondata sulla valutazione multidisciplinare, la progettazione individuale effettuata in stretta collaborazione con il caregiver familiare, la valutazione dei risultati. La promozione di percorsi di integrazione fra i servizi sociosanitari (ASL) e quelli socio assistenziali (Comuni/Ambiti Territoriali) basata sulla condivisione degli strumenti di valutazione multidisciplinare e di progettazione individualizzata della risposta ai bisogni delle persone fragili e loro famiglie, ricercando dove possibile l integrazione anche delle risorse economiche. L organizzazione di iniziative formative, aperte anche a soggetti esterni (Comuni, Ambiti Territoriali e Strutture sociosanitarie accreditate) mirate a fornire metodologie e strumenti utili all adozione dell approccio integrato sopradescritto. La diffusione, il sostegno e il monitoraggio, delle sperimentazioni e delle misure innovative promosse da Regione Lombardia con le DGR 116/13, 856/13, 392/13, oltre per le iniziative Nasko, Cresco, Sostengo e per la conciliazione vita-lavoro. La partecipazione, per la parte di competenza (ADI-CeAD; RSA aperta; Centro per la Famiglia), alla delineazione di un polo territoriale che sia in grado di generare una propria offerta e capacità di attrazione alternativa all ospedale e che, insieme all ospedale, crei il circuito virtuoso della continuità ospedale territorio. La partecipazione ai processi di comunicazione interni ed esterni promossi dall ASL allo scopo di facilitare l accesso dei cittadini alle reti dei servizi sanitari e sociosanitari. In attuazione della direttive regionali e sulla scorta delle esperienze fin qui condotte il Dipartimento ASSI proseguirà altresì la propria azione di supporto/accompagnamento alle strutture accreditate e contrattualizzate che fanno produzione (interne ed esterne all ASL) e sviluppo/innovazione del sistema sociosanitario, facendo proprie le numerose e importanti innovazioni introdotte dalla Regione con il PSSR e la DGR delle regole di sistema N. 1185/13 con particolare riferimento ai contenuti dell Allegato n. 4 dedicati al sociosanitario. 7.4 Per dare corso alle nuove strategie di governo delle risorse a livello territoriale è necessario effettuare anche un adeguamento organizzativo La flessibilità e complessità organizzativa, nonché l interazione ed integrazione tra i diversi livelli istituzionali richiesti per l attuazione della DGR n. 116/2013 pongono l accento - oltre che sulla sua graduale attuazione e messa a disposizione di risorse economiche - sul ruolo dell ASL in quanto anello fondamentale del ciclo di governance di queste misure innovative. 23

141 Tale ruolo strategico, che ASL è chiamata ad assicurare in forte sinergia coi Comuni, richiede di: - realizzare, d intesa con i Comuni, singoli o associati, e con il coinvolgimento del Terzo settore e della rete delle Unità d Offerta, tutto quanto necessario in termini di professionalità coinvolte e di diffusione territoriale, per assicurare la funzione di valutazione multidimensionale e l elaborazione dei conseguenti Progetti personalizzati (anche attraverso la cabina di regia); - strutturare un sistema amministrativo capace di assicurare una erogazione degli interventi a sostegno della persona fragile e della sua famiglia, che sia tempestiva ed affidabile e che consenta da una parte di verificare l andamento di sistema e la coerenza con la dotazione di risorse assegnata e dall altra la completa tracciabilità del singolo intervento sulla singola persona bisognosa (anche aumentando la sinergia tra Dipartimento ASSI, Dipartimento Amministrativo e SITRA); - strutturare il sistema per assicurare il controllo in ordine all uso delle risorse, nonché il monitoraggio dei risultati raggiunti in termini di appropriatezza, flessibilità ed integrazione delle risposte in ragione dei bisogni osservati, evidenziando il livello di innovazione raggiunto rispetto ai precedenti interventi (anche aumentando al sinergia tra Dipartimento ASSI, Dipartimento Amministrativo, Dipartimento PAC-NAPS, Servizio di Vigilanza-ACQA); Tale strategia aziendale comporta, per il Dipartimento ASSI, su un piano gestionale, di: - dotarsi delle necessarie competenze tecniche ed amministrative che assumono rilevanza imprescindibile per la funzione di governance degli interventi, data la complessità e specificità che l uso del voucher e dei buoni orientati alla realizzazione dei progetti personalizzati comportano; - integrare il sistema amministrativo di monitoraggio con i sistemi già esistenti, sia come PAC che come vigilanza e controllo, ciò anche al fine di evitare inutili ridondanze e sovrapposizioni di competenze; - coinvolgere nel sistema di monitoraggio anche i comuni, singoli o associati, soggetti erogatori, il terzo settore e tutti gli stakeholders interessati, al fine di consentire da un lato che il monitoraggio diventi più efficace sia come completezza che come qualità del dato raccolto, dall altro di beneficiare dei dati raccolti per poter calibrare al meglio, in modo flessibile e tempestivo le proprie politiche e azioni di risposta al bisogno. Per governare in modo coordinato ed efficiente i complessi processi amministrativi sopradescritti è stato costituito un Gruppo di lavoro integrato, composto dagli Operatori amministrativi dei vari Servizi, che avrà la funzione di supportare il Dipartimento (e i Servizi medesimi) in tutte le procedure attuative che vanno: dalla preparazione di schede informative per i cittadini, alla predisposizione di contratti per le strutture ingaggiate, al monitoraggio delle sperimentazioni e dell andamento delle nuove misure introdotte da Regione Lombardia, al controllo della spesa, alla rendicontazione alla DG Famiglia. 7.5 L urgenza di far evolvere le reti dei servizi sociosanitari consolidati verso una maggiore flessibilità e personalizzazione della risposta ai bisogni delle persone fragili - e dei loro caregivers - anche valorizzando le sperimentazioni in atto. Sulla scorta di una lettura integrata delle direttive regionali in materia di Welfare e tenuto conto della conoscenza dell universo delle strutture sociosanitarie accreditate e dei principali fenomeni sociosanitari e sociali in atto nel territorio bergamasco, si ritiene che sia necessario promuovere, sostenere e realizzare, in una logica di confronto e condivisione con i principali attori del territorio, un percorso di innovazione nel modo di fare i servizi e di rapportarsi ai cittadini e alle famiglie, che consenta di: riconoscere la necessità di valorizzare le esperienze e le caratteristiche del territorio che, nella provincia bergamasca, vanta una lunga tradizione di dialogo e di integrazione. far emergere e consolidare le innovazioni che stanno già percorrendo le reti sociosanitarie e sociassistenziali assumendo le nuove strade e i nuovi modi di fare servizio in una logica di maggiore personalizzazione delle risposte e di flessibilità degli approcci, delle attività, degli orari. promuovere la capacità delle persone e delle famiglie, oltre che delle associazioni, di essere attive e propositive nella costruzione di risposte ai bisogni emergenti. spingere i servizi sociosanitari e socio assistenziali ad un maggior affiancamento delle persone e delle famiglie nell individuare possibili percorsi di cura e assistenza (appropriati). valorizzare chi, nei territori, ha saputo fare rete, anche ingaggiando risorse aggiuntive o favorendo la nascita di filiere per la continuità di cura e assistenza. 24

142 8. I provvedimenti con i quali la Regione ha fatto evolvere il Welfare Lombardo che hanno un impatto diretto sull azione del Dipartimento ASSI nel 2014 richiedendo un accentuazione delle funzioni di governace Nella prima fase di avvio della Legislatura, la Direzione Generale Famiglia, Solidarietà Sociale e Volontariato, in attuazione del Programma Regionale di Sviluppo, ha adottato diversi provvedimenti a favore dello sviluppo e della evoluzione del sistema di welfare lombardo. Alcuni dei provvedimenti hanno un profondo impatto sulla rete di offerta, che va trasformandosi ed adattandosi ai nuovi bisogni emergenti. Si tratta di provvedimenti che nel 2014 avranno impatto sugli obiettivi strategici e sulle linee di azione in ambito socio sanitario e richiederanno anche al Dipartimento ASSI un forte azione di governace. Tale azione dovrà essere fortemente raccordata con l azione strategica della cabina di regia istituita dall ASL per la promozione dell integrazione sociosanitaria fra ASL e Ambiti/Comuni. Qui di seguito si elencano i principali recenti provvedimenti adottati da Regione Lombardia specificando le azioni attuative che il Dipartimento ha già avviato e che proseguiranno durante tutto il 2014: La DGR n. 63/2013 Definizione degli obiettivi aziendali di interesse regionale dei Direttori Generali delle ASL, aziende ospedaliere e AREU per l'anno 2013, nonché delle modalità di valutazione del loro raggiungimento per l anno 2013, individua, tra gli obiettivi dei Direttori Generali delle ASL, l implementazione di azioni innovative in ambiti strategici rispetto alle linee strategiche di sviluppo della X Legislatura. Gli ambiti rispetto ai quali l ASL di Bergamo si è ingaggiata sono lo Sportello Unico Welfare e il Progetto Supporto ai Genitori Separati. Lo Sportello Unico Welfare (sono ingaggiati: Direzione Sociale, Ufficio Sindaci, Raccordo Territoriale, Diparti,mento ASSI) L Asl di Bergamo ha formalizzato l avvio del Progetto: Sportello Unico Welfare, con deliberazione n del ; per l attuazione dello Sportello Unico Welfare, oltre al raccordo con le ASL che condividono la medesima progettualità, è stato avviato un percorso di integrazione fra i software in uso presso l Asl e gli Ambiti Territoriali allo scopo di consentire il dialogo fra operatori dei CeAD e dei Comuni anche in relazione all attuazione delle misure previste dalla DGR 740/13 e 856/13. In prospettiva, lo Sportello Unico Welfare, può costituire uno strumento strategico di miglioramento dell informazione e dell accessibilità ai servizi, di garanzia di effettiva presa in carico unitaria ed integrata della persona e della sua famiglia sulla base di un processo valutativo coerente con la multifattorialità dello stato di fragilità, per la attivazione di percorsi assistenziali continui ed integrati. Il raccordo istituzionale tra ASL e Comuni/Ambiti territoriali è fondamentale per realizzare lo Sportello Unico Welfare, poiché entrambi questi Enti hanno maturato esperienze e svolgono precise funzioni nell ambito dell informazione, della valutazione, dell accesso ai servizi, impiegando risorse umane professionali e risorse economiche. Il Progetto Supporto ai Genitori Separati è descritto nella sezione dedicata alla programmazione dell Area Famiglia e Conciliazione. La DGR n.116/2013 Determinazioni in ordine all'istituzione del fondo regionale a sostegno dellafamiglia e dei suoi componenti fragili: atto di indirizzo ha individuato in 330 milioni di euro il fabbisogno di risorse economiche necessarie per rispondere in maniera adeguata alle esigenze della famiglia e dei suoi componenti fragili, andando a costruire un secondo pilastro di welfare, che affianca la rete di offerta accreditata. Le aree di intervento individuate sono quattro: persone con grave disabilità; anziani fragili e non autosufficienti; persone affette da gioco d azzardo patologico; donne e minori vittime di violenza. La DGR n. 856/2013 Interventi a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili ai sensi della DGR n. 116/2013: primo provvedimento attuativo ha stanziato 50 milioni di euro, per la realizzazione di prime misure a favore dei soggetti individuati attraverso la DGR n. 116/2013. Le misure sono le seguenti: 25

143 - Residenzialità leggera : Interventi e prestazioni sociosanitarie rivolte a persone che presentano condizioni di fragilità che necessitano di una soluzione abitativa con caratteristiche di protezione sociosanitaria. - Residenzialità per minori con gravissima disabilità : Interventi e prestazioni sociosanitarie di residenzialità di tipo continuativo per minori con gravissima disabilità. - RSA/RSD aperta : Presa in carico integrata della persona affetta da demenza/alzheimer da parte delle RSA e RSD in una logica multi servizi. - Presa in carico ambulatoriale delle persone affette da gioco d azzardo patologico. - Comunità per minori : Accoglienza e presa in carico di minori vittime di abuso/violenza/ maltrattamento. Inoltre, con successivi provvedimenti, nel 2014 verranno attivate ulteriori misure, a completamento del quadro generale di interventi previsti dalla DGR n.116/2013. Il Dipartimento ASSI ha costituito uno specifico gruppo di lavoro integrato per l attuazione delle suddette misure composto da Operatori referenti del Servizio ADI e Bisogni Complessi, Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità, Servizi diurni e residenziali per le Fragilità, CeAD distrettuali, Uffici di Piano e Rappresentanti di RSA, RSD, CSS. La DGR n. 392/2013 Attivazione di interventi a sostegno delle famiglie con la presenza di persone con disabilità, con particolare riguardo ai disturbi pervasivi dello sviluppo e dello spettro autistico ha previsto che le ASL attribuiscano le funzioni specifiche di case management all interno del loro modello organizzativo e nell ambito delle loro strutture al fine di potenziare la capacità del sistema di mettere in atto un insieme coordinato di operazioni e processi volti ad aiutare le persone nell accesso ai servizi e ad assicurare prestazioni adeguate, nonché tempestive. Il nucleo centrale dell operatività di gestione del caso (case management) è costituito dalle seguenti attività: informazione, orientamento e accompagnamento della famiglia e della persona con disabilità; consulenza alle famiglie ed agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali e sociosanitari, per la disabilità; sostegno alle relazioni familiari; predisposizione del Progetto Individuale in cui vengono prefigurati gli interventi da garantirsi attraverso la rete dei servizi alla persona disabile ed alla sua famiglia; raccordo e coordinamento dei diversi attori del sistema dei servizi; messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l incontro tra le famiglie, loscambio di esperienze ed il reciproco aiuto. Per dare attuazione a questo provvedimento regionale l ASL ha ritenuto necessario costituire: costituito un Tavolo di Raccordo Interistituzionale, affidato al coordinamento delle Direzione Sociale, composto da: Assessore ai Servizi Sociali della Provincia di Bergamo, Direttore Generale AO di BG o Direttore Sanitario (per DSM e UONPIA), Direttore Generale AO di Seriate o Direttore Sanitario (per DSM e UONPIA), Direttore Generale AO di Treviglio o Direttore Sanitario (per DSM e UONPIA), Presidente della Fondazione Angelo Custode (gestore del CDD per soggetti autistici), Enti Gestori degli Spazi Autismo di Bergamo, Seriate, Romano di Lombardia e Ponte San Pietro, Cooperativa Sociale "La Fenice" (gestore del CDD per soggetti autistici), Comunità Montana Valle Seriana Superiore (titolare del CDD di Piario che gestisce una sezione per soggetti autistici), Consorzio Servizi Val Cavallina (gestore di una sezione di CDD per soggetti autistici), Fondazione Giovanni XXIII (gestisce un centro non accreditato per soggetti autistici), Istituto di Riabilitazione per l'età evolutiva Angelo Custode di Predore (accoglie anche soggetti autistici), Ufficio Scolastico Provinciale, Associazioni di Familiari di soggetti autistici. un Gruppo di Coordinamento tecnico, affidato al Dipartimento ASSI-Servizi e Progetti integrati per le persone fragili, con il compito di: - predisporre un format per la ricognizione degli attori e delle loro attività (utenti, prestazioni, operatori ingaggiati, costi); - supportare l ASL nella valutazione/riconoscimento delle attività in corso da parte di Soggetti non ancora accreditati e del loro radicamento sul territorio; - raccogliere le segnalazioni dei bisogni ritenuti prioritari dai vari attori accreditati e non accreditati comprese le Associazioni; - predisporre il format per la presentazione dei progetti di intervento, che i vari Enti/Soggetti interessati dovranno presentare all ASL, e supportare l ASL nella valutazione/approvazione dei progetti medesimi. Il suddetto Gruppo di Coordinamento tecnico ha predisposto un modello operativo, per lo svolgimento delle funzioni di case management in favore delle famiglie con soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico, validato dal Tavolo di Raccordo Interistituzionale, che l Asl ha formalizzato con specifica deliberazione; tale modello è di seguito riassunto: 26

144 - La funzione di raccordo e coordinamento, dei diversi attori del sistema dei servizi (Comune/Ambito territoriale, UONPIA, DSM, Scuola, Formazione Professionale, Enti Gestori, Associazioni, ecc.), ricompresa tra le funzioni di Case Management, compete unicamente all ASL che la svolge tramite il Dipartimento ASSI- Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità. - Le seguenti funzioni sono invece richieste ai Soggetti/Enti che si dichiarano disponibili a svolgerle (tramite Progetto Operativo ad hoc): informazione, orientamento e accompagnamento della famiglia e della persona con disabilità; consulenza alle famiglie e agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali e sociosanitari, per la disabilità; sostegno alle relazioni familiari; predisposizione del Progetto Individuale in cui vengono prefigurati gli interventi da garantirsi attraverso la rete dei servizi alla persona disabile ed alla sua famiglia; messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l incontro delle famiglie, lo scambio di esperienze, il reciproco aiuto. La procedura per accedere al voucher sociosanitario è la seguente: - La famiglia compila apposita scheda per la domanda di voucher sociosanitario (predisposta dal Servizio Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità del Dipartimento ASSI) allegando la documentazione che attesti la diagnosi e indicando l Ente/Soggetto erogatore al quale la famiglia intende rivolgersi scelto dall elenco di Erogatori valicato dall ASL. - La domanda dovrà venire presentata (via o posta o consegnata a mano) al Servizio Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità (via Gallicciolli, 4 Bergamo). - Il Servizio Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità Disabili, verificata la completezza e appropriatezza della documentazione, emette il voucher sociosanitario annuale dandone comunicazione alla famiglia e al soggetto Erogatore scelto dalla famiglia medesima (per alcune situazioni potrà essere sufficiente un voucher di durata inferiore all anno, ad esempio: semestrale o trimestrale, rinnovabile). - La Struttura scelta predisporrà, d intesa con la famiglia del soggetto con disturbi dello spettro autistico, uno specifico Progetto Individuale, in cui vengono descritti gli interventi da garantire, alla persona con autismo e/o alla sua famiglia, sia attraverso la funzioni di Case Management (erogate dalla Struttura stessa), sia attraverso la rete dei servizi (sanitari, sociosanitari e sociali) già attivati o da attivare e con i quali la Struttura medesima si metterà in contatto. - La Struttura rendiconterà, ogni tre mesi (cioè entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre di riferimento), all ASL-Servizio Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità, su apposita scheda (che verrà predisposta dall ASL), le prestazioni effettivamente erogate, in favore della famiglia/soggetto autistico, ottenendo il riconoscimento economico del loro valore trimestrale su contestuale presentazione fattura. - L ASL liquiderà la fattura entro 60 giorni dal ricevimento della medesima. I Soggetti che, essendo in possesso dei requisito stabiliti dalla DGR 392/2013, hanno presentato un Progetto Operativo - validato dall ASL (tramite il Gruppo di Coordinamento Tecnico) - per lo svolgimento delle funzioni di case management, in favore delle famiglie di persone con disabilità, con particolare riguardo ai disturbi pervasivi dello sviluppo e dello spettro artistico, sono 11. La DGR n. 499/2013 Determinazioni in ordine alle sperimentazioni realizzate ai sensi della DGR 4aprile 2012, n Linee guida per l'attivazione di sperimentazioni nell'ambito delle politiche di welfare: indicazioni a conclusione del periodo sperimentale ha avviato la fase di realizzazione delle azioni migliorative nei progetti sperimentali, funzionale alla eventuale sistematizzazione di nuove unità d offerta (UdO). Questa fase si concluderà nel gennaio 2014 e, sulla base degli esiti della valutazione, potrà essere eventualmente rivista ed integrata la rete di offerta. La direzione Sociale ha individuato un Referente per queste sperimentazioni che ha coordinato un gruppo di lavoro integrato, fra tutti i Servizi ASSI e Dipendenze, coinvolti a supporto delle strutture sociosanitarie ingaggiate nella sperimentazioni ed ha curato la puntuale rendicontazione al DG Famiglia. La tabella seguente tab. n. 8 contiene la sintesi dei progetti sperimentali, finanziati con DGR 499/2013, attinenti Servizi di competenza del Dipartimento ASSI: Tab. n. 8 27

145 Al termine del periodo sperimentale (luglio 2013) la Direzione Generale dell ASL ha ritenuto opportuno restituire alla DG Famiglia un approfondimento a seguito dell analisi delle rendicontazioni economiche inoltrate dagli Enti titolari a fine primo semestre di attività, procedendo ad una riclassificazione dei costi, congiuntamente con i gestori per poter comparare capitoli di spesa omogenei e per meglio comprendere la loro organizzazione e l imputazione delle spese sostenute all interno delle singole voci. La relazione avevo lo scopo di fornire elementi utili alla valutazione in merito all opportunità del prosieguo della sperimentazione, in considerazione dell impegno e delle professionalità messe in campo da tutti i gestori per l organizzazione delle diverse tipologie d offerta, le diverse collaborazioni instaurate tra gli enti del territorio, l efficacia degli interventi attuati, la condivisione di obiettivi e procedure tra i diversi soggetti coinvolti nella provincia, il valore dell esperienza condotta. Si evidenziava inoltre la positiva sinergia creatasi tra le AA.OO. con gli enti del sociosanitario e con il territorio, tale da consolidare prassi atte a garantire la continuità assistenziale al cittadino fragile. Al contempo si indicavano alcune criticità necessarie di considerazione nel prosieguo (es.: la collaborazione tra MAP e il medico delle strutture residenziali del sistema sociosanitario, la compartecipazione economica del cittadino richiesta da alcuni enti titolari di progetto). La DGR n. 740/2013 Approvazione del programma operativo regionale in materia di gravi e gravissime disabilità di cui al fondo nazionale per le non autosufficienze anno 2013 e alla DGR 2 agosto 2013, n Determinazioni conseguenti ha integrato il Fondo Nazionale Non Autosufficienza con 3,5 milioni di euro attinti dal Fondo Sanitario Regionale da destinare alle persone con gravissima disabilità, al fine di riconoscere nell ambito delle prestazioni di assistenza rese dai famigliari e/o dagli assistenti personali, quelle di carattere sociale a rilevanza sanitaria, in armonia con gli elementi caratterizzanti il budget di cura. Le ASL, gli Uffici di Piano/Comuni devono predisporre, d intesa tra loro e con la persona disabile e la sua famiglia, il Progetto Individuale di assistenza in cui vengono prefigurati gli interventi da garantire attraverso la rete dei servizi alla persona disabile ed alla sua famiglia. Le misure previste sono le seguenti: Misura a favore delle persone con disabilità gravissime: competenza ASL - Interventi di carattere assistenziale, tutelare e/o educativo, atti a garantire la permanenza al domicilio e nel proprio contesto di vita delle persone in condizione di dipendenza vitale e che necessitano di assistenza continua nelle 24 ore. 28

146 - La misura sarà attuata attraverso l erogazione alla persona di un titolo per il soddisfacimento degli interventi previsti - Questa linea d azione, considerata di natura regionale, sarà realizzata attraverso l ASL che avrà fra l altro il compito di garantire la valutazione multidimensionale e di stendere il Progetto di Assistenza Individuale in raccordo con il Comune di residenza e con la persona /famiglia destinataria. Misura a favore delle persone con disabilità grave e per anziani non autosufficienti: competenza Comune/Ambito Territoriale - Interventi di carattere sociale di sostegno e supporto alla persona e sua famiglia per garantire una piena possibilità di permanenza della persona non autosufficiente al proprio domicilio e nel contesto di vita. - Le attività sono: di aiuto domestico finalizzato al igiene e al confort dell ambiente, di socializzazione, di interventi complementari al SAD, di sostegno per periodi di sollievo dei famigliari che accudiscono le persone non autosufficienti. - Questa linea d azione sarà attuata dai Comuni o dagli Ambiti Territoriali e fa parte del Progetto di Assistenza Individuale. Il Dipartimento ASSI ha costituito uno specifico gruppo di lavoro integrato per l attuazione delle suddette misure composto da Operatori referenti del Servizio ADI e Bisogni Complessi, Servizi e Progetti integrati per le persone fragili e/o con disabilità, Servizi diurni e residenziali per le Fragilità, CeAD distrettuali, Uffici di Piano. 9. Lo sviluppo del sistema sociosanitario e l urgenza dell integrazione fra sanitario, sociosanitario e sociale 9.1 I processi di integrazione da consolidare Nell attuale configurazione del modello socio sanitario lombardo, con riferimento alle cronicità e alle fragilità, è attiva la rete dei servizi sociosanitari (RSA, RSD, CSS,CDI, CDD, ADI, SerT, SMI, Com TOX, Consultori Familiari) unitamente ad alcuni rilevanti servizi sanitari (es. MMG, PLS, ADP, Strutture diriabilitazione extraospedaliera, Sub acuto e post acuto). Per fronteggiare appropriatamente la cronicità e i nuovi bisogni che essa comporta è necessario accelerare ed accentuare i processi di integrazione sia fra l ospedale e il territorio sia fra il socio sanitario e il socioassistenziale. Sono processi in parte avviati, a macchia di leopardo, con interruzioni e riprese, che per essere consolidati richiedono una forte azione di indirizzo sul piano strategico da parte dell ASL e dei Comuni associati negli Ambiti Territoriali oltre che di una sostanziale condivisione da parte delle strutture ospedaliere e dell universo dei MAP e dei PdF. La figura seguente tratteggia approssimativamente i percorsi di integrazione in corso e quelli solo delineati, sui quali è ingaggiato anche il Dipartimento ASSI per la parte di competenza. 29

147 Gli attuali modelli di erogazione delle prestazioni, indirizzate alle fragilità e alle cronicità, devono, in questo scenario, essere maggiormente finalizzati alla presa in carico, ai percorsi di cura, al tessuto sociale all interno del quale la persona fragile e la sua famiglia vivono e stabiliscono relazioni fondamentali; ciò con l obiettivo primario di rispondere alle specifiche esigenze che, durante il ciclo di vita delle persone e delle loro famiglie, si manifestano. Nel corso del 2014 si rende pertanto indispensabile mettere in campo azioni, da condividere fra l ASL, i Comuni, i MAP/PdF e le Aziende Ospedaliere, che coinvolgano i diversi comparti sanitari, sociosanitari e sociali, finalizzate alla ricomposizione di interventi oggi ancora in massima parte frammentati. Il Dipartimento ASSI parteciperà a questo processo per le materie di propria competenza e in stretta sinergia con il Dipartimento Cure Primarie, il Dipartimento Dipendenze ed i Distretti. 10. Gli strumenti dell integrazione fra il sociosanitario e il sociale 10.1 La cabina di regia I provvedimenti regionali sopra richiamati dimostrano che, solo partendo da una visione d insieme dei bisogni della persona e della famiglia e del territorio come contesto di vita, si potrà rispondere efficacemente alle necessità di ciascuno, con una presa in carico complessiva ed integrata, evitando duplicazioni superflue e garantendo una continuità tra i diversi livelli assistenziali. Il processo di integrazione fra il sociosanitario e il socioassistenziale è un percorso già avviato da tempo sul territorio bergamasco, grazie a diversi livelli di sinergie e collaborazioni fra l ASL, il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci e gli Ambiti Territoriali; si ricorda in particolare: 30

148 - la costituzione dei Punti Unici di Accesso (PUOI), - l attivazione dei Centri per l Assistenza Domiciliare (CeAD), - la sottoscrizione del Protocollo d intesa per la Tutela Minori, - il Piano d Azione provinciale per le Disabilità. Tale processo è tuttora in corso e richiede una continua azione di manutenzione e di innovazione. La cabina di regia, costituita dall ASL, in attuazione della DGR n. 326/2013, è stata inizialmente identificata come il luogo in cui costruire raccordi con gli Ambiti per la gestione e monitoraggio del Fondo Sociale regionale; ora si tratta di ampliare il suo ruolo asegnadole funzioni di maggior rilievo strategico e sulla principali aree di integrazione fra sociosanitario e sociale come vien più volte ribadito da regione Lombardia nelle regole di sistema Anche a tale scopo, in coerenza con le indicazioni regionali, la suddetta cabina di regia (come esplicitato nella parte introduttiva del Documento di programmazione aziendale) verrà integrata con il Dipartimento ASSI e il Dipartimento Dipendenze, per individuarla come il luogo della programmazione, governo, monitoraggio e verifica degli interventi socio sanitari e sociali erogati da ASL e Comuni, singoli o associati, nell ambito delle aree comuni di intervento. Considerato che l insieme delle più recenti DGR che delineano il nuovo Welfare lombardo trovano applicazione tramite l azione dei Distretti sociosanitari (CeAD, Consultori Familiari), le Unità d Offerta sociosanitarie contrattualizzate attive su territori e gli Ambiti Territoriali (tramite UdP e Comuni), è stato ritenuto necessario che la cabina di regia provinciale (di rilevo strategico) possa avvalersi di una cabina di regia (di rilievo gestionale), a livello di ciascuno dei 7 Distretti, tramite la quale il Distretto e gli Ambiti Territoriali di riferimento costruiscono il dialogo, raccordo e collaborazione sulla materie condivise, anche con il supporto dei Dipartimenti ASL. La cabina di regia provinciale, allo scopo di accompagnare l evoluzione del Welfare bergamasco, verso un percorso più integrato e rispondente alle attese dei soggetti fragili e loro famiglie, dovrà verosimilmente occuparsi, fra gli altri, dei seguenti argomenti: - Il raccordo per un funzionamento sempre più integrato dei CeAD - Il raccordo per l attuazione dello Sportello Unico Welfare - Il raccordo fra Consultori familiari e funzioni di Tutela Minori - Il raccordo sulla promozione delle azioni territoriali di conciliazione vita-lavoro. - l attuazione condivisa delle DGR 740/13 e 856/13 (come esplicitato nella specifica circolare regionale attuativa delle DGR medesime) che prevede, fra l altro, per la DGR 740/ misura B2 - la predisposizione entro il 28 febbraio 2014, di un Piano Operativo che costituisce lo strumento di programmazione che esplicita il fabbisogno territoriale, le modalità di integrazione tra ASL e Comuni, le modalità organizzative degli interventi e della loro attuazione, l impiego delle risorse assegnate, in un ottica sempre più condivisa ed integrata nell ambito della Cabina di Regia ASL/Comuni, costituita in ciascuna ASL ai sensi della DGR 27 giugno 2013 n Preme evidenziare che il suddetto Piano Operativo deve prevedere la condivisione tra ASL e Uffici di Piano nell ambito della Cabina di Regia che sviluppi almeno i seguenti aspetti: Analisi congiunta della domanda a livello del territorio dell ASL; Obiettivi di integrazione tra ASL e Uffici di Piano per un reale sistema integrato di servizi e interventi Strategie di integrazione sociale e sociosanitaria rispetto: - alla struttura organizzativa: già esistente (CeAD, PUA, ecc ) oppure di nuova istituzione se prevista; - ai processi operativi codificati della presa in carico del bisogno (fasi-attori-attività); - alla valutazione multidimensionale. Strumenti condivisi tra ASL e Uffici di Piano, quali ad esempio i Protocolli operativi per delineare i percorsi che regolano: - la rete di primo livello (servizi sociali comunali, ASL, MMG, ecc ); - la valutazione della condizione di bisogno della persona; - la definizione del Progetto di Assistenza Individuale con gli obiettivi e i relativi indicatori di esito; monitoraggio quali-quantitativo su: - gli interventi per singolo utente; - gli esiti dei controlli di appropriatezza degli interventi; - la rendicontazione economica; - le relazioni sulle indagini di soddisfazione sull utenza e sulle famiglie. 31

149 Poiché gli Uffici di Piano dovranno provvedere semestralmente a monitorare gli interventi della DGR 740/2013 misura B2, dandone rendicontazione economica, quali-quantitativa e di appropriatezza all ASL territorialmente competente, appare necessario costruire preliminarmente strumenti condivisi per operatività Gli argomenti sui quali è necessaria e urgente l integrazione fra sociosanitario e sociale sono riassunti nella seguente figura: 10.2 Gli strumenti per la valutazione multidimensionale del bisogno L integrazione fra il sociosanitario e il sociale è la premessa per una efficace ed efficiente valutazione multidimensionale del bisogno dei soggetti fragili e loro famiglie. La scala di valutazione VAOR per l ADI e la formazione degli operatori CeAD La valutazione multidimensionale del bisogno è la modalità che consente di rilevare e valutare i bisogni complessivi della persona e della famiglia, oltre che essere uno strumento per il Governo regionale e territoriale delle risorse finanziarie annuali destinate al sistema socio sanitario. Si identifica pertanto come elemento fondamentale per una lettura integrata dei bisogni nelle diverse dimensioni della persona (individuale, relazionale e sociale). Tale elemento non solo assicura una presa in carico globale della persona e della sua famiglia, ma costruisce concretamente l integrazione a livello professionale, oltre che istituzionale La valutazione multidimensionale del bisogno si inserisce in un più complesso processo che ha come obiettivo, da un lato, quello di facilitare l accesso del cittadino e della sua famiglia alle diverse unità d offerta sociali e/o sociosanitarie e, dall altro, attraverso l informazione, l orientamento e l accompagnamento della persona fragile, di garantire risposte appropriate ai bisogni rilevati. L esito della sperimentazione degli strumenti per la valutazione multidimensionale in ambito domiciliare (FIM integrata e sistema VAOR) e di residenzialità consente di definire che lo strumento di valutazione più idoneo 32

150 è il sistema VAOR, poiché, oltre ad essere validato scientificamente a livello nazionale, ha anche le seguenti caratteristiche: - fa emergere in modo chiaro e completo, evidenziando anche le aree a rischio, i bisogni della persona consentendo la formulazione dei piani di assistenza individuali; - permette, in sede di prima valutazione al domicilio, di avere un orientamento sull eventualità di un ricovero presso strutture di lungoassistenza per non autosufficienza; - facilita i controlli di appropriatezza da parte delle ASL; - consente una valutazione al domicilio ad opera anche di un solo professionista, con conseguente ottimizzazione ed efficienza del processo valutativo Pertanto il sistema VAOR viene assunto a partire dal 2014, quale strumento regionale per la valutazione multidimensionale del bisogno, con la necessaria gradualità per le diverse unità d offerta per persone non autosufficienti. Il processo di adeguamento al sistema VAOR riguarderà inizialmente le persone che accedono al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata. Nel piano formativo aziendale l ASL inserirà la formazione obbligatoria dei propri operatori all utilizzo della scala VAOR. Gli operatori, così formati, saranno impegnati nel processo territoriale di valutazione multidimensionale per la presa in carico delle persone per ADI e per le misure previste dalla DGR 856/13, con il supporto del Servizio ADI Bisogni Complessi del Dipartimento ASSI. 11. L importanza dell informatizzazione del sistema di valutazione multidimensionale e la tenuta dei flussi informativi verso la Regione 11.1 Le azioni regionali Nel 2014 Regione Lombardia darà avvio allo sviluppo dell infrastruttura informatica del processo di valutazione del bisogno. Pertanto l infrastruttura informatica è un elemento fondamentale anche in funzione del processo di omogeneizzazione a livello territoriale, dell appropriato orientamento del bisogno nell ambito del sistema dei servizi e dell integrazione degli attori che, a livello locale, intervengono nel processo di presa in carico della persona. Regione Lombardia darà avvio anche allo sviluppo di una piattaforma informatica, integrata nel SISS, per la gestione di scale di valutazione multidimensionale appropriate ai diversi ambiti di bisogno. La piattaforma sarà aperta alla cooperazione applicativa con i sistemi informativi di terze parti (in primis con i sistemi informativi delle ASL), esponendo servizi di autenticazione e di abilitazione degli operatori, dei servizi applicativi che compongono il processo di valutazione multidimensionale (web services) Un Ufficio per il governo delle procedure informatiche sociosanitarie Al fine di allineare l informatizzazione del Dipartimento ASSI alle innovazioni regionali in materia di informatizzazione previste per il 2014, è necessario costituire uno specifico Ufficio/Gruppo di lavoro integrato, di Operatori amministrativi, affidato ad un Referente, dedicato al coordinamento e governo unitario di tutte le numerose procedure informatiche, già attivate e da attivare (in stretta collaborazione con il Servizio Informativo Aziendale, il NAPS e il Servizio Accreditamento, Controllo Appropriatezza e Qualità); ciò con particolare riferimento alle seguenti procedure informatiche: - Controllo sulle rendicontazioni economiche. - I flussi di rilevazione della produzione nel sistema di offerta socio sanitario. - I flussi di rilevazione del sistema di offerta socio sanitario e sociale. - Gestione dei flussi oggetto di debito informativo ministeriale (MDS). - Gestione delle sperimentazioni legate al sistema informativo ministeriale in ambito sociale. - Cooperazione applicativa dei sistemi informativi ASL/INPS afferenti le attività di accertamento dell invalidità civile (a questo proposito l ASL dovrà dotarsi, entro il primo semestre del 2014, di un software di collegamento in modalità di cooperazione applicativa con la procedura INPS, ai fini di implementare il volume e la qualità dei dati oggetto di debito informativo, in quanto tale procedura potrà meglio rispondere sia ad esigenze di semplificazione e di snellimento dei tempi di attesa per l utente, sia per la valutazione dei dati quali-quantitativi). 12. La programmazione della rete di unità d offerta sociosanitaria ed i possibili nuovi indicatori di fabbisogno Il processo di revisione della rete d offerta socio sanitaria, enunciato nel Programma Regionale di Sviluppo e sommariamente descritto nei paragrafi precedenti, non può prescindere da una forte azione di 33

151 governo sul sistema delle Unità d Offerta, sulla scorta di metodologie e di indicatori efficaci di programmazione. Questo argomento è stato sviluppato da Regione Lombardia attraverso l adozione di alcune DGR distribuite fra il 2012 e il 2013: la DGR n. IX/4334 del 26/10/2012, la DGR n. IX/4574 del 19/12/2012, la DGR n. IX/4879 del 21/2/2013. Il Dipartimento ASSI, sulla scorta della DGR 4879/13, ha provveduto ad attualizzare gli indicatori contenuti nella DGR medesima (che la Direzione Generale Famiglia ha sperimentato con i dati non definitivi del 1 semestre 2012) applicandoli ai dati a consuntivo 2012 del territorio bergamasco, come da tabella n. 9 di seguito riportata. Tab. n. 9 La DGR n. X/45 del 16/4/2013, Differimento applicativo della DGR n. IX/4879 del 21/2/2013 e disposizioni per assicurare continuità nell erogazione delle prestazioni, dispone un rinvio del suddetto processo di revisione delle rete sociosanitaria al fine di favorire un più approfondita consultazione con tutti gli attori del sistema socio sanitario e per avvalersi degli esiti definitivi delle sperimentazioni in corso ai sensi della DGR n. IX/3239 del 4/4/

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