UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA OSSERVAZIONI SULLA MIGRAZIONE DEI RAPACI ATTRAVERSO IL MAR MEDITERRANEO

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Natura Scienze Naturali OSSERVAZIONI SULLA MIGRAZIONE DEI RAPACI ATTRAVERSO IL MAR MEDITERRANEO Relatore: Chiar. mo Prof. Giuseppe Bogliani Tesi di Laurea di: Ugo Mellone Matr. n /3 Anno Accademico

2 INDICE 1. INTRODUZIONE Perchè gli uccelli migrano? La migrazione dei rapaci AREA DI STUDIO E METODI Capo d Otranto Isola di Marettimo Stretto di Messina Isola di Panarea Appennino catanzarese RISULTATI E DISCUSSIONE Capo d Otranto Isola di Marettimo Stretto di Messina Isola di Panarea Appennino catanzarese CONCLUSIONI Falco pecchiaiolo Nibbio bruno Falco di palude Albanella minore Limiti del metodo e prospettive future Implicazioni per la conservazione, ovvero: tutto questo a cosa serve?...34 RINGRAZIAMENTI...36 BIBLIOGRAFIA

3 1. INTRODUZIONE 1.1 Perchè gli uccelli migrano? La migrazione è un comportamento evolutosi indipendentemente in numerose taxa sia di vertebrati che di invertebrati, ma è sicuramente negli uccelli che ha raggiunto la più ampia complessità, considerando la variabilità che intercorre tra le strategie di specie diverse o anche all interno della stessa specie tra differenti popolazioni o categorie di età e sesso. La migrazione può essere interpretata come una conseguenza della selezione naturale per sfruttare massimi stagionali di abbondanza delle risorse e per evitare periodi di depressione delle stesse, in maniera da migliorare l efficienza riproduttiva. Alcune specie sono migratrici parziali, perché solo parte degli individui trascorre la stagione non riproduttiva in aree diverse da quelle di nidificazione, mentre altre migrano totalmente (Newton 1979, Berthold 2001). A seconda della distanza tra quartieri di riproduzione e svernamento è possibile classificare questi movimenti in migrazioni a corto (< 300 km), medio ( km) e lungo raggio (> 1500 km; Kerlinger 1989), categoria in cui rientrano gran parte degli uccelli che attraversano il Mediterraneo e che poi svernano a Sud del Sahara, noti anche come transahariani. Tuttavia il beneficio di potere sfruttare determinate risorse al momento giusto comporta anche dei costi dei quali ogni individuo deve tenere conto durante il suo tragitto, e quindi una strategia adattativa di migrazione è il risultato di un processo di ottimizzazione secondo tre fattori: tempo, energia e sicurezza (Alerstam e Lindstrom 1990). Quindi, un uccello che minimizza il tempo trascorso in migrazione raggiungerà prima la sua meta, ma con grande dispendio energetico, mentre l opposto accadrebbe minimizzando l energia. Uno dei parametri più importanti in questo tipo di analisi è l accumulo di grasso (Alerstam e Lindstrom 1990): grandi riserve consentono l attraversamento di ampie barriere ecologiche, ma sono anche costose da essere trasportate e possono aumentare il rischio di essere predati, come pure, d altro canto, la ricerca di cibo in siti di stop-over lungo il tragitto. Nei rapaci, la selezione naturale può favorire gli individui che attraversano una barriera ecologica come il mare, quando costi come il maggior dispendio energetico, il rischio di mortalità, l impossibilità di nutrirsi, sono compensati dal beneficio di raggiungere prima la meta. Gli uccelli migratori, quindi, effettuano di volta in volta delle scelte per far sì che i benefici siano maggiori dei costi, e in queste scelte la competizione per le risorse, il rischio di predazione, la motivazione degli individui e la stagionalità degli habitat giocano un ruolo fondamentale. Questo fa sì che ogni specie abbia strategie di migrazione con 3

4 certe peculiarità, spesso con differenze anche intraspecifiche a seconda di popolazioni, sesso, età e scopo della migrazione (a seconda che sia pre- o post-riproduttiva). Per trovare la rotta giusta gli uccelli usano diversi tipi di bussole, che possono basarsi sulla posizione del sole, delle stelle, o sul campo magnetico terrestre, o anche su caratteristiche fisiche evidenti del territorio (landmarks). L affidabilità di questi metodi può variare, anche a seconda dell area, del periodo dell anno e delle condizioni meteorologiche: ovviamente i migratori notturni non possono fare affidamento sulla posizione del sole, ma neanche su quella delle stelle, se il cielo è coperto (Berthold 2001). 1.2 La migrazione dei rapaci Tra le 285 specie di rapaci diurni note, il 38,2% svolge vere e proprie migrazioni (Kerlinger 1989). Prendendo in considerazione la forma delle ali, che influenza notevolmente lo stile di volo (Pennycuick 1975), è possibile suddividere i rapaci diurni in due grandi categorie: quelli con ali ampie e relativamente corte, come aquile e avvoltoi, definite specie a low aspect ratio, e quelli con ali strette e lunghe, come falchi pecchiaioli, albanelle, nibbi e falchi, definite specie a high aspect ratio (Kerlinger 1989). Le prime volano quasi esclusivamente sfruttando le correnti termiche ascensionali per cui, per evitare l attraversamento di lunghi bracci di mare, dove le termiche sono assenti, si concentrano nei punti dove gli attraversamenti sono più brevi; nel caso del Mediterraneo sul Bosforo e a Gibilterra (Zalles e Bildstein 2000). Diversamente, le specie ad high aspect ratio possono sfruttare maggiormente il volo battuto ed essere più indipendenti dalla presenza o assenza di termiche, il che consente loro di migrare a fronte più ampio, anche se all interno di questa categoria esistono differenze molto marcate tra le strategie delle varie specie. Appare quindi evidente che barriere ecologiche come le ampie superfici d acqua assumono un ruolo determinante nel plasmare tragitti e strategie di migrazione, interagendo con fattori quali la competizione tra individui per i siti di nidificazione, l età (esperienza degli individui), le condizioni meteorologiche e altri ancora. Lo scopo di questa ricerca è stato quello di indagare, tramite osservazione diretta, le strategie di migrazione di alcune specie di rapaci accipitriformi attraverso il Mar Mediterraneo, studiandone la fenologia, l orientamento, l influenza delle condizioni meteorologiche, il comportamento sulla linea di costa e le differenze anche all interno delle specie, a seconda di età, sesso e tipo di migrazione (pre- o post-riproduttiva). 4

5 2. AREA DI STUDIO E METODI Il Mediterraneo Centrale (Fig. 1) costituisce un area ideale per studiare le strategie migratorie dei rapaci, le loro capacità di orientamento e navigazione, e la tendenza all attraversamento di superfici d acqua in relazione a vari fattori, data la presenza della penisola italiana e di numerose isole che contribuiscono a rendere molto complessa la geografia dell area, ed essendo situato tra Europa e Africa, rispettivamente quartieri di nidificazione e svernamento per numerose specie (Cramp e Simmons 1980). Lo studio è stato effettuato su promontori, stretti, rilievi montuosi e isole, spesso in contemporanea tra più siti. Le osservazioni sono state svolte con binocoli 10x e cannocchiali 20-60x, quasi sempre da almeno due rilevatori. I dati registrati su apposite schede (vedi appendice per un esempio) sono stati specie (quando possibile anche età e sesso), numero di individui, ora del passaggio e quando necessario località del passaggio, direzione e altre annotazioni eventuali. Figura 1. Il Mediterraneo Centrale. Legenda (in evidenza le località dove si è svolto il presente lavoro): 1 Malta 2 Pantelleria 3 Capo Bon 4 Marettimo 5 Stretto di Messina 6 Panarea 7 Ustica 8 Appennino catanzarese 9 Capo d Otranto 10 Circeo 11 Gargano 5

6 2.1 Capo d Otranto Capo d Otranto è un promontorio situato all estremità Sud-Est della penisola italiana, nel punto in cui essa è meno distante dalle coste balcaniche. Dato che lo scopo dello studio non era effettuare un censimento esaustivo dei rapaci in migrazione (quasi sempre impossibile sui promontori, data la riluttanza dei rapaci a intraprendere subito la traversata dello specchio d acqua; Kerlinger 1985, Agostini e Duchi 1994, Agostini et al. 1994, Foto 1. L'area di Capo d'otranto e l'ubicazione del punto di osservazione Agostini e Panuccio 2003a, 2003b, Panuccio 2005) ma piuttosto di studiare il comportamento dei rapaci sulla linea di costa, in modo da meglio definire le rotte seguite dagli individui migranti in questa area del Mediterraneo, si è scelta una postazione situata sulla costa, circa 1,5 km a Nord di Punta Palacìa, a 70 metri s.l.m. (Foto 1). Le osservazioni sono state svolte dal 20 al 29 aprile 2003, con l ausilio anche di una bussola da rilevamento per determinare la direzione di svanimento. Sono stati utilizzati i cannocchiali per seguire i rapaci fino al loro effettivo svanimento, in modo da evitare conteggi multipli. Gli individui migranti sono stati suddivisi in due categorie, a seconda che proseguissero lungo la costa o che intraprendessero la traversata del Canale d Otranto diretti verso le coste albanesi, distanti circa 75 km e mai chiaramente visibili durante il periodo di studio (Premuda et al. 2004). Per l identificazione di specie critiche quali albanella minore / pallida (Circus pygargus / C. macrourus), poiana codabianca o delle steppe (Buteo rufinus / B. b. vulpinus) e gheppio o grillaio (Falco tinnunculus / F. naumanni), si è fatto riferimento ai caratteri esposti nelle guide di Clark (1999) e Forsman (1999). 6

7 2.2 Isola di Marettimo Marettimo è un isola situata nell arcipelago delle Egadi, a circa 30 km dalla coste siciliane e 130 km a Nord-Est della penisola di Capo Bon in Tunisia. L isola, dalla superficie di 12 km 2, ha un aspetto spiccatamente montagnoso con Pizzo Falcone, la vetta più alta, che raggiunge i 686 metri s.l.m.. Le osservazioni sono state svolte dalla località Semaforo (Foto 2 e 8), a circa 500 metri di quota, dal 24 agosto al 9 settembre 2003, periodo in cui si verifica il picco della migrazione autunnale nel Mediterraneo Centrale di falchi pecchiaioli (Pernis apivorus) adulti e nibbi bruni (Milvus migrans) (Agostini 2002, 2004). Per evitare conteggi multipli gli individui osservati ritornare verso Est sono stati sottratti al totale, e in caso di scarsa visibilità Foto 2. Marettimo e l'ubicazione del punto di osservazione causata dalle nuvole (foto 7) sono stati considerati solo gli stormi col maggiore numero di individui per ogni specie. Inoltre, gli individui osservati la mattina presto non sono stati inseriti nel totale, se già osservati scendere in dormitorio il giorno precedente. Per alcune specie si è determinata l età degli individui osservati da distanze ridotte e in condizioni di luce favorevoli, grazie all osservazione dei caratteri identificativi esposti da Clark (1999) e Forsman (1999). Per falchi pecchiaioli e nibbi bruni gli individui sono stati classificati come giovani, cioè nati nella stagione riproduttiva appena conclusasi, o adulti (tutti gli altri non determinati come giovani). Per il capovaccaio (Neophron percnopterus) è stato possibile identificare un ulteriore categoria, i sub-adulti (individui non nati nell anno in corso ma non ancora adulti). Nel falco di palude (Circus aeruginousus) è stato possibile distinguere anche i sessi, limitatamente agli individui adulti. I totali delle varie categorie sono stati stimati all interno dei totali delle singole specie seguendo il metodo già utilizzato da Kjellén (1992) a Falsterbo (Svezia). Nel caso del falco di palude, per evitare una possibile distorsione dei dati dovuta al più facile riconoscimento dei maschi adulti rispetto alle altre due categorie (femmine adulte e giovani) si è tenuto conto anche degli individui che sicuramente non erano maschi adulti ma che non sono stati meglio identificati (categoria femmine/giovani; 7

8 Kjellén 1992, Panuccio et al. 2005a). Le osservazioni sono state svolte in contemporanea con l isola di Pantelleria (Agostini et al. 2004b, 2005b). 2.3 Stretto di Messina Lo studio è stato effettuato sulla sponda calabrese dello Stretto, dal versante settentrionale del massiccio dell Aspromonte (Foto 3), a una quota di circa 1100 metri s.l.m., dal 24 agosto al 10 settembre Per i criteri di riconoscimento di sesso ed età e la relativa elaborazione dei dati si veda il paragrafo 2.2; rispetto a Marettimo è stata considerata anche l albanella minore (Circus pygargus), i cui individui sono stati classificati quando possibile in maschi adulti, femmine adulte e giovani. Le osservazioni sono state svolte in contemporanea con l isola di Panarea (Panuccio et al. 2005b). Foto 3. Lo Stretto di Messina e l'ubicazione del punto di osservazione in Aspromonte 2.4 Isola di Panarea Panarea è un isola dalla superficie di 3,3 km 2 situata nell arcipelago vulcanico delle Eolie, circa 65 km a Nord-Ovest dello Stretto di Messina, tra le isole di Lipari e Salina a Sud- Ovest e Stromboli a Nord-Est (Fig. 9). Lo studio è stato effettuato da Punta del Corvo, maggior rilievo dell isola (Foto 4, 421 metri s.l.m.), dal 3 al 12 maggio 2005, periodo in cui si concentra la maggior parte dei falchi pecchiaioli migranti in primavera sul Mediterraneo Centrale (Agostini et al. 1994). Le categorie di età e sesso sono state considerate solo per il falco di palude (cfr. par. 2.2). Le osservazioni sono state svolte in contemporanea con altri siti del Mediterraneo Centrale, nell ambito del progetto LIPU Rapaci migratori : Pantelleria, Marettimo, Erice, Stretto di Messina (Gustin 2005). 8

9 Foto 4. L isola di Panarea e l'ubicazione del punto di osservazione (Punta del Corvo) 2.5 Appennino catanzarese Lo studio è stato effettuato dal 24 agosto al 12 settembre 2005 in contemporanea da 3 postazioni, situate presso il villaggio di Girifalco (CZ; circa 500 metri s.l.m.), e sui versanti settentrionali dei Monti Covello e Contessa (circa 700 metri s.l.m.). Foto 5. L'Appennino catanzarese e l'ubicazione dei 3 punti di osservazione, da sinistra a destra: Monte Covello, Monte Contessa e villaggio di Girifalco 9

10 Le caratteristiche geografiche del territorio favoriscono l osservazione dei rapaci: si tratta infatti del punto più stretto della penisola italiana (circa 30 km separano lo Jonio dal Tirreno), e una zona quasi pianeggiante separa l area di studio dall altopiano della Sila, non consentendo ai rapaci di raggiungere altezze troppo elevate e rendendoli quindi più facilmente rintracciabili. Alla fine di ogni giornata le schede di osservazione (vedi appendice) venivano confrontate per evitare conteggi multipli degli stessi individui, in base all orario e alla località in cui passavano i rapaci nel momento in cui superavano la postazione. 10

11 3. RISULTATI E DISCUSSIONE 3.1 Capo d Otranto Risultati Sono stati osservati 441 rapaci in migrazione, appartenenti a 14 specie, tutti provenienti dall entroterra o dalla costa, mentre non è stato osservato nessun individuo proveniente dal mare. Il 17,2% dei rapaci censiti (76 indd.) ha intrapreso la traversata del Canale d Otranto in direzione prevalente Nord-Est, dirigendosi apparentemente verso le coste balcaniche, mentre la rimanente parte (82,8%) ha proseguito lungo la costa (Tab. 1). Tabella 1. Rapaci osservati in migrazione a Capo d Otranto dal 20 al 29 Aprile 2003 Individui migranti Individui che hanno Specie attraversato il canale N % N % grillaio Falco naumanni ,2% 8 3,8% Albanella minore Circus pygargus 88 20% 30 34% falco di palude Circus aeruginosus 48 10,9% 10 20,8% Falco tinnunculus/naumanni 25 5,7% 9 36% falco pecchiaiolo Pernis apivorus 20 4,6% 7 35% Albanella pallida Circus macrourus 10 2,3% 3 30% gheppio Falco tinnunculus 8 1,8% 2 25% lodolaio Falco subbuteo 8 1,8% - - Circus pygargus/macrourus 6 1,4% 4 66,7% falco cuculo Falco vespertinus 5 1,1% - - sparviere Accipiter nisus 5 1,1% 1 20% nibbio bruno Milvus migrans 3 0,7% - - poiana delle steppe Buteo b. vulpinus 2 0,5% - - falco pescatore Pandion haliaetus 1 0,2% - - poiana codabianca Buteo rufinus 1 0,2% 1 100% pellegrino Falco peregrinus 1 0,2% - - Buteo rufinus/b. vulpinus 1 0,2% - - Circus sp. 1 0,2% 1 100% Totali % 76 - Il comportamento di volo dei rapaci si è rivelato così variabile, sia tra le varie specie ma anche tra individui della stessa specie, che è stato impossibile descriverlo in maniera quantitativa, come già rilevato da Kerlinger (1985) durante studi simili condotti presso il lago Superiore e la baia del Delaware (USA). Alcuni rapaci, raggiunta la costa, una volta in vista della massa d acqua, si alzavano in termica fino ad una discreta altezza per poi 11

12 scivolare verso il mare (Poiana codabianca, Albanella minore, Falco di palude, Falco falco pecchiaiolo); altri proseguivano decisi sul mare (Gheppio, Grillaio, Albanella pallida, Albanella minore); altri alla vista del mare ritornavano indietro (Falco falco pecchiaiolo, Falco di palude, Poiana delle steppe, Albanella minore, Albanella pallida), altri cacciavano bassi fino all ultimo metro di terreno per poi iniziare la traversata a quota molto bassa sull acqua (Albanella minore, Falco di palude, Grillaio, Albanella pallida) Discussione Pur essendo solo il 17,2% del totale, i rapaci intenti nell attraversamento del Canale d Otranto in direzione Nord-Est non confermano l ipotesi di Gustin (1989) circa una probabile provenienza dalla penisola balcanica dei rapaci migranti in questa area (riportata anche in Zalles e Bildstein 2000) e sembrano invece indicare che la maggior parte degli individui che attraversano la penisola salentina durante la migrazione primaverile siano diretti a quartieri riproduttivi situati al di là del mare Adriatico. Osservazioni sporadiche effettuate in altre località della costa salentina suggeriscono che i movimenti avvengono su fronte molto ampio, basti ricordare l osservazione di circa 2000 falchi pecchiaioli il 12/5/98 a Torre Chianca (LE, circa 50 km a Nord di Capo d Otranto; Marzano in Premuda et al. 2004), per cui non deve stupire che la percentuale di attraversanti sul totale sia così bassa. Si può quindi escludere che i rapaci in transito nella penisola salentina provengano dai Balcani anche considerando che, a causa degli alti costi energetici, l'attraversamento del mare è solitamente evitato dai rapaci quando non è vantaggioso nel bilancio complessivo della migrazione (Kerlinger 1989), e non avrebbe quindi senso per specie dall areale riproduttivo spiccatamente orientale, quali ad esempio l albanella pallida. Di conseguenza i rapaci osservati in migrazione nel Salento provengono con ogni probabilità dallo Stretto di Messina, come già ipotizzato da Agostini (2002); questa ipotesi è suffragata anche dalle osservazioni effettuate sull Isola di Sant Andrea (Gallipoli - Mar Jonio) di rapaci provenienti dal mare da Ovest (Marzano e Mellone, dati inediti) e dai conteggi relativamente cospicui di specie le cui aree di riproduzione sono situate oltre il mare Adriatico, quali albanella pallida, poiana codabianca e poiana delle steppe, che vengono effettuati sullo Stretto di Messina (Corso 2001). Tuttavia tra le varie specie intercorrono marcate differenze nelle percentuali di attraversamento (Tab. 1): il dato relativo al grillaio (3,8%) sembra suggerire che gli individui osservati fossero diretti principalmente ai siti riproduttivi situati in Puglia e Lucania (Sigismondi et al. 2003) e l osservazione di numerosi individui in attività trofica (fino a 34 12

13 contemporaneamente il 14/4/02, Mellone oss. pers.) evidenzia come i prati aridi pseudosteppici che caratterizzano il territorio di Capo d Otranto siano un utile area di stop-over, la cui conservazione si rende ancora più prioritaria se si considera che il grillaio è una specie globalmente minacciata (SPEC1, BirdLife International 2004). Diversamente dal grillaio, l albanella minore, seconda specie in ordine di abbondanza, ha un alta percentuale di attraversamento (34%, fig. 2), suggerendo quindi che gran parte degli individui di questa specie migranti in primavera sul Mediterraneo Centrale siano diretti a siti riproduttivi orientali, come suggeriscono anche le ricatture di soggetti inanellati in primavera a Capo Bon (Garcìa e Arroyo 1998). 100% 80% 60% 40% 20% Figura 2. Proporzioni tra individui che hanno continuato la migrazione lungo la costa o che hanno attraversato il Canale d Otranto in grillaio e albanella minore dal 20 al 29/ a Capo d Otranto. 0% grillaio albanella minore costa mare E auspicabile che a Capo d Otranto vengano condotti altri studi che coprano l intera durata della migrazione primaverile, o almeno il periodo di massimo passaggio dei falchi pecchiaioli (prima metà di maggio), analizzando il comportamento dei rapaci (attraversare il mare o seguire la costa) anche i relazione a fattori meteorologici quali direzione e intensità del vento e visibilità, nonché all età e al sesso degli individui. 3.2 Isola di Marettimo Risultati Sono stati osservati 3358 accipitriformi appartenenti a 10 specie: 1751 nibbi bruni, 1319 falchi pecchiaioli, 196 falchi di palude, 72 capovaccai, 3 albanelle minori, 4 falchi pescatori, 2 poiane (Buteo buteo), 2 poiane delle steppe, 1 poiana codabianca, 5 aquile minori (Hieraaetus pennatus), e 3 aquile anatraie minori (Aquila pomarina). La fenologia del nibbio bruno (fig. 3) mostra un evidente (53,2% del totale) picco il 28/8, comprendente 912 individui, mentre per il passaggio dei falchi pecchiaioli è risultato meno concentrato, con 291 individui il l 1/9 e 315 il 6/9 (fig. 3). Sia i nibbi bruni che i falchi pecchiaioli giungevano sull isola in stormi lassi per poi alzarsi in termica e formare compatti stormi 13

14 composti da centinaia di individui. Stormi di nibbi bruni comprendenti sia adulti che giovani venivano osservati regolarmente, e il 21,4% degli individui di cui è stato possibile determinare l età erano giovani. Diversamente, si stima che solo il 5% dei falchi pecchiaioli fossero giovani. I falchi di palude raggiungevano Marettimo quasi sempre con individui solitari che talvolta, soprattutto in condizioni di maltempo, non proseguivano subito la migrazione ma si fermavano per alcune ore in caccia perlustrando le pendici dell isola. Il 36,9% degli individui osservati in condizioni favorevoli sono risultati essere maschi adulti, il 46,1% femmine adulte e il 17% giovani. Riguardo al capovaccaio, è stato possibile determinare l età di tutti gli individui osservati: 62 erano adulti, 4 sub-adulti e 6 giovani, questi ultimi sempre osservati all interno di stormi con adulti. Lo stormo più cospicuo era di 16 soggetti ed è stato osservato il 5 settembre; alcuni individui hanno sostato sull isola per più giorni. individui osservati Agosto Settembre pecchiaioli nibbi bruni Figura 3. Variazione del flusso migratorio di falchi pecchiaioli e nibbi bruni durante la migrazione autunnale a Marettimo nel Discussione I dati confermano come nel nibbio bruno, durante i movimenti post-riproduttivi, si verifichi un ampia sovrapposizione dei periodi di migrazione tra le due classi di età (Blanco 1994, Agostini e Logozzo 1997, Agostini et al. 2000, Panuccio e Canale 2003), rendendo così possibile l apprendimento da parte dei giovani dei tragitti di migrazione seguiti dagli adulti. Tale trasmissione di informazioni si verifica anche nel falco pecchiaiolo, ma in misura molto più ridotta. Generalmente, infatti, il picco della migrazione dei giovani di falco pecchiaiolo avviene circa due settimane dopo quello degli adulti (Kjellén 1992, Agostini e Logozzo 1995a, 1997, Agostini et al. 1999, 2004a, Schmid 2000, Hake et al. 2003, Agostini 2004) per cui solo una minima parte migra insieme agli adulti e può apprendere il tragitto meno dispendioso energeticamente, deviando verso Ovest una volta superato lo 14

15 Stretto di Messina e quindi raggiungendo l Africa attraverso il Canale di Sicilia (Agostini et al. 1999, 2000, 2004b). La maggior parte dei giovani, invece, non migrando assieme agli adulti, segue un vettore con una probabile componente innata con direzione obbligata Nord-Est --> Sud-Ovest, concentrandosi sull isola di Malta (Fig. 1), dove durante la migrazione autunnale sono osservati quasi esclusivamente giovani (Agostini et al. 1999, 2004a). Tale comportamento, definibile come navigazione vettoriale (Berthold 2001) è stato osservato tra i rapaci anche nello sparviere, tramite il seguente esperimento (Drost 1938 citato da Kerlinger 1989): prima della migrazione autunnale sono stati catturati e marcati numerosi individui sia adulti che giovani, che, prima di essere liberati, sono stati dislocati oltre 600 km ad Est del luogo di cattura. Successivamente, tramite delle ricatture, si è osservato che mentre gli adulti tendevano a correggere tale dislocamento spostandosi verso Ovest, i giovani continuavano la loro migrazione verso Sud-Ovest, come se seguissero una direzione innata per la loro prima migrazione. Questo spiega come mai concentrazioni di falchi pecchiaioli giovani vengono osservate in settembre su molte isole del Mediterraneo al di fuori dei tragitti seguiti dagli adulti durante la migrazione autunnale (Agostini 2004). L osservazione di falchi pecchiaioli e nibbi bruni giovani a Marettimo insieme agli adulti, verificatasi anche a Pantelleria (Agostini et al. 2004b), dimostra che alcuni individui inesperti (i giovani) modificano il loro comportamento innato seguendo individui esperti (gli adulti) per via del vincolo sociale, come già dimostrato per i giovani di cicogna bianca (Ciconia ciconia) tramite esperimenti di dislocamento (Gwinner 1971 citato da Berthold 2001). Considerando anche i falchi pecchiaioli osservati nello stesso periodo sull isola di Pantelleria si raggiunge un totale di 4045 indd. (Agostini et al. 2004b), che non conferma i precedenti studi svolti sull Appennino catanzarese (Fig.1), dove sono stati osservati al massimo 1544 indd. (Agostini e Logozzo 1997), lasciando supporre che in autunno, sul Mediterraneo Centrale, non migrino soltanto falchi pecchiaioli nidificanti in Italia peninsulare (come ipotizzato in Agostini et al. 2003b). Tale ipotesi è in accordo con osservazioni occasionali svolte sulle isole dalmate di Pelagosa (agosto 2000, Mellone oss. pers.) e Lastovo (settembre 2001, Schneider-Jacoby 2001), le quali indicano che durante la migrazione autunnale centinaia di falchi pecchiaioli adulti provenienti dai Balcani attraversano l Adriatico per raggiungere l Africa attraverso il Canale di Sicilia, invece di attraversare il Bosforo. Agostini et al. (2005b) hanno confrontato il flusso di falchi pecchiaioli di Marettimo con quello osservato contemporaneamente a Pantelleria verificando se l intensità del vento 15

16 avesse un influenza significativa sulla scelta dei due tragitti alternativi. L analisi dei dati ha indicato che i falchi pecchiaioli adulti prediligono di passare sopra Pantelleria con venti da Nord-Ovest piuttosto che con venti da Sud, mentre per Marettimo l influenza del vento non è significativa (Fig. 4), suggerendo che probabilmente la maggior parte degli individui osservati a Pantelleria si lascia deviare dal vento durante la prima parte della traversata del Canale di Sicilia, per poi correggere la rotta nella seconda parte, riorientandosi a partire da Pantelleria, in modo da raggiungere la penisola di Capo Bon (Fig.1, Agostini et al. 2005b). Questo risultato è parzialmente in accordo con la teoria dell uso ottimale del vento (Alerstam 1979), secondo cui, durante la migrazione sopra aree inospitali (nel caso dei falchi pecchiaioli una superficie d acqua) gli uccelli si lascerebbero deviare dal vento, per poi compensare successivamente tale spostamento in modo da raggiungere la meta prestabilita. Il fatto che invece a Marettimo il vento non abbia influenzato significativamente il passaggio dei falchi pecchiaioli è probabilmente da mettere in relazione alla visibilità di cui gode quasi sempre l isola dalla terraferma, e alla luce di questo risultato è interessante notare che uno studio condotto tramite telemetria satellitare durante la migrazione sulla terraferma di questa specie ha dimostrato che gli adulti sono in grado di compensare gli spostamenti laterali dovuti ai venti (Thorup et al. 2003). 100% 80% 60% 40% 20% 0% ore stormi ore stormi Marettimo Pantelleria Figura 4. Rapporti proporzionali tra ore e stormi di falchi pecchiaioli osservati con venti da Sud e Nord- Ovest a Marettimo e Pantelleria tra il 24/8 e il 9/ (dati da Agostini et al. 2005b). S NW Con 196 indd. osservati, il falco di palude è stata la terza specie in ordine di abbondanza. E interessante notare che la specie, in generale, ha migrato in anticipo rispetto agli anni precedenti: ad esempio sulla stessa isola di Marettimo sono stati osservati solamente 59 indd. dal 27 agosto al 9 settembre 1997 e 38 dal 26 agosto al 14 settembre 1998 (Agostini et al. 2000). Inoltre, rispetto agli altri studi sulla specie svolti nel Mediterraneo Centrale in 16

17 autunno (par. 3.4, Agostini e Logozzo 2000, Agostini et al. 2003a, Panuccio et al. 2005b) la percentuale di giovani risulta molto ridotta rispetto ad altre annate, indicando uno scarso successo riproduttivo, e le femmine adulte sono risultate più numerose dei maschi adulti e, prendendo in esame anche gli individui osservati a Pantelleria durante lo stesso periodo, questa differenza è significativa (Agostini et al. 2004b). In accordo con la regola di Bergmann, di solito gli individui di maggiori dimensioni (nel caso del falco di palude le femmine) prediligono quartieri di svernamento più settentrionali (Newton 1979, Kerlinger 1989, Cristol et al. 1999) e ciò spiega come mai di norma in migrazione sul Mediterraneo Centrale siano osservati più maschi adulti mentre in Italia durante l inverno le femmine siano molto più abbondanti dei maschi (Panuccio et al. 2005a). Considerato che le precipitazioni influenzano la produttività dell ambiente e quindi l abbondanza di risorse trofiche (Redpath 2002), il fatto che più femmine abbiano deciso di svernare in Africa è correlabile, come pure la fenologia anticipata e lo scarso successo riproduttivo, alla siccità che ha colpito l Europa nel 2003 (Wagner 2003). E interessante notare che anche a Falsterbo (Svezia) sono state osservate in alcune specie percentuali di giovani variabili di anno in anno, correlate al successo riproduttivo (Kjellén 1998), suggerendo che i censimenti dei rapaci in migrazione possono essere considerati buoni indicatori delle fluttuazioni demografiche delle popolazioni. Il capovaccaio è una specie in forte declino, nidificante in Italia con coppie, la maggior parte delle quali in Sicilia (Massa 2002, Di Vittorio et al. 2003). La bassissima percentuale di giovani risultata da questo studio, nonché la fenologia anticipata (nei Balcani i capovaccai abbandonano i siti di nidificazione durante la prima metà di settembre, Grubac 1989) suggerisce che la gran parte degli adulti osservati non abbiano nidificato ma semplicemente estivato, probabilmente in Sicilia stessa, dato che la specie è assai rara in migrazione autunnale in Calabria (Agostini e Logozzo 1997, Agostini 2002, Guglielmi et al. 2003, Panuccio et al. 2005b) e appare comunque molto inverosimile che gli individui osservati provengano dai Balcani, il che implicherebbe l attraversamento di un ampia superficie d acqua qual è il mare Adriatico, molto dispendioso per un rapace a low aspect ratio come il capovaccaio. Tutti i giovani osservati erano insieme ad adulti, dimostrando di essere quindi in grado come alcuni falchi pecchiaioli (e gran parte dei nibbi bruni) di apprendere dagli individui esperti il tragitto ottimale, fatto confermato anche dall osservazione, nel settembre 2003, di un giovane nato in cattività nell ambito del Progetto WWF Toscana Capovaccaio e liberato in Puglia (G. Ceccolini, com. pers.), che 17

18 ha raggiunto Marettimo assieme a due capovaccai adulti (F. Mastropasqua et al., com. pers.). Lo scarsissimo numero di albanelle minori (in totale 10 considerando anche quelle osservate a Pantelleria, Agostini et al. 2004b), è in accordo con i risultati ottenuti in altri studi svolti nello stesso periodo (Agostini e Logozzo 1997, Agostini et al. 2000, Agostini e Panuccio 2003b, Jonzén e Pettersson 1999, Sammut e Bonavia 2004), e confrontato con le osservazioni primaverili svolte nel Mediterraneo Centrale, (Corso 2001, Pandolfi e Sonet 2003, Panuccio et al. 2004a, Premuda et al. 2004, Gustin 2005), decisamente più cospicue, indica che questa specie opera una migrazione circolare (vd. par. 4.4; Agostini e Logozzo 1997, Garcìa e Arroyo 1998). 3.3 Stretto di Messina Risultati Sono stati osservati 6900 rapaci accipitriformi appartenenti a 13 specie: 5513 falchi pecchiaioli, 704 nibbi bruni, 609 falchi di palude, 51 albanelle minori, 1 albanella pallida, 2 albanelle reali (Circus cyaneus), 1 nibbio reale (Milvus milvus), 6 poiane, 1 poiana codabianca, 5 sparvieri, 1 biancone (Circaetus gallicus) e 6 falchi pescatori. I rapaci, soprattutto i falchi pecchiaioli, volavano generalmente ad altezze piuttosto elevate (grazie anche alle buone condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato tutto il periodo di studio) spesso più in alto dei crinali dell Aspromonte, e quindi a quote non inferiori ai 2000 metri. La fenologia del falco pecchiaiolo evidenzia due picchi, uno il 28-29/8, comprendente il 26,2% degli individui, e un altro il 5/9, con il 14,5% (Fig. 5). Tra i 702 individui di cui è stato possibile controllare l età il 9,6% erano giovani. Individui osservati Agosto Settembre Figura 5. Variazione del flusso migratorio del falco pecchiaiolo durante la migrazione autunnale sullo Stretto di Messina nel

19 La fenologia oraria non si è rivelata uniforme, con un evidente picco nella seconda fascia oraria (Fig.6, χ² = 2602,43, g.l. = 4, P < 0,001). Individui osservati Figura 6. Fenologia oraria del falco pecchiaiolo sullo Stretto di Messina dal 24 agosto al 10 settembre :00-9:59 10:00-11:59 12:00-13:59 14:00-15:59 16:00-18:00 fasce orarie (ora solare) Il nibbio bruno è la seconda specie in ordine di abbondanza. Anche in questo caso la fenologia oraria manifesta un evidente picco, verificatosi però nell ultima fascia oraria (Fig. 7, χ² = 408,25, g.l. = 4, P < 0,001). Non è stato osservato nessun individuo in caccia, e in 123 casi dei nibbi apparentemente provenienti dalla costa si sono posati nel tardo pomeriggio su alberi nei pressi del punto di osservazione per trascorrervi la notte. 400 Individui osservati Figura 7. Fenologia oraria del nibbio bruno sullo Stretto di Messina dal 24 agosto al 10 settembre :00-9:59 10:00-11:59 12:00-13:59 14:00-15:59 16:00-18:00 fasce orarie (ora solare) Sono stati osservati 609 falchi di palude. Nessun individuo è stato osservato in caccia, contrariamente a quanto avviene di solito durante la migrazione primaverile (vd. par , Pandolfi e Sonet 2003, Giordano et al. 1995), anche se in alcuni casi sono stati osservati individui con gozzo molto evidente. Tra gli individui di cui si è determinata l età (226) il 53,8% erano maschi adulti, il 9% femmine adulte e il 37,2% giovani, e quindi tra gli adulti i maschi sono risultati essere significativamente di più delle femmine (328 vs. 55, χ² = 193,2, g.l. = 1, P < 0,001). La fenologia oraria si è mostrata più uniforme che nelle altre due specie (Fig. 8; χ² = 12,39, g.l. = 4, P > 0,01). 19

20 Individui osservati Figura 8. Fenologia oraria del falco di palude sullo Stretto di Messina dal 24 agosto al 10 settembre :00-9:59 10:00-11:59 12:00-13:59 14:00-15:59 16:00-18:00 fasce orarie (ora solare) Tra le 51 albanelle minori osservate è stato possibile determinare età e sesso di 27 individui, di cui 14 (51,9%) erano giovani, 11 (40,7%) maschi adulti e 2 (7,4%) femmine adulte, e nessuno mostrava gap tra le remiganti dovuti a muta attiva Discussione E confermato che durante la migrazione autunnale i falchi pecchiaioli adulti migranti sul Mediterraneo centrale si concentrano tra la fine di agosto e l inizio di settembre e che esiste una parziale sovrapposizione con il periodo di migrazione con i giovani (vd. par , Agostini 2004). Il totale osservato, di 5513 falchi pecchiaioli, è molto alto in confronto agli studi effettuati sul monte Covello, circa 90 km più a Nord, dove tra il 1992 e il 1996 sono stati osservati al massimo 1544 falchi pecchiaioli (Agostini e Logozzo 1997), ma simile a quello ottenuto effettuando osservazioni in contemporanea tra Marettimo e Pantelleria nel 2003 (vd. par , Agostini et al. 2004b): resta da chiarire se questa differenza nei conteggi è da attribuire a un incremento effettivo degli individui che attraversano il Mediterraneo centrale durante la migrazione autunnale o a un fronte più ristretto di migrazione sull Aspromonte rispetto al Monte Covello. Il numero di nibbi bruni osservati, 704, è piuttosto elevato rispetto alle osservazioni effettuate negli anni precedenti sul Monte Covello, dove sono stati osservati al massimo 260 nibbi bruni (Agostini e Logozzo 1997), ma decisamente minore rispetto ai conteggi riportati per le isole di Marettimo e Pantelleria (vd. par , Agostini et al. 2004b); in particolare, a Marettimo, 3600 individui furono osservati tra il 24 agosto e il 14 settembre 1998 (Agostini et al. 2000). Tuttavia le osservazioni svolte sulle isole di Ustica e Panarea, dove non è stato osservato nessun nibbio bruno (Panuccio et al. 2005b), indicano che questi rapaci raggiungono la Sicilia occidentale attraverso lo Stretto di Messina, confutando l ipotesi di una rotta autunnale attraverso il mar Tirreno (Agostini e Logozzo 1997). Probabilmente quindi la differenza tra i conteggi riportati in questo studio e quelli di 20

21 Marettimo e Pantelleria è da attribuire, oltre al periodo (il picco del nibbio bruno può essersi verificato prima dell inizio delle osservazioni), al fatto che i nibbi migrino prevalentemente lungo la costa (dove forse trovano aree più idonee all alimentazione, Panuccio et al. 2005b) sfuggendo quindi alle osservazioni, il che spiega anche l anomala fenologia oraria (Fig. 7) e l osservazione di molti individui apparentemente provenienti dalla costa alla ricerca di un dormitorio. Il confronto tra i sessi nei falchi di palude, con i maschi molto più numerosi delle femmine, è in accordo con la maggior parte degli studi già condotti nel Mediterraneo centrale suggerendo che, diversamente dal 2003 (vd. par ), le condizioni climatiche non sono state così anomale da influenzare l usuale fenologia migratoria della specie. Analizzando anche i dati raccolti contemporaneamente sull isola di Panarea, Panuccio et al. (2005b), hanno dimostrato che i maschi (diretti in Africa, dato che sono molto rari come svernanti in Sicilia; Agostini e Logozzo 2000, Panuccio et al. 2005a) sono stati osservati senza differenze significative tra i due siti, mentre le femmine, più frequenti a Panarea, hanno quindi scelto prevalentemente di migrare attraverso il Tirreno, e i giovani sono stati osservati in maggior quantità sullo Stretto. Probabilmente, le femmine, destinate a svernare in Sicilia (Agostini e Logozzo 2000, Panuccio et al. 2005a) e quindi non lontane dalla meta finale della migrazione, hanno scelto una rotta più diretta per minimizzare il tempo, mentre tra i giovani, alla loro prima migrazione, quelli che hanno preferito seguire la terraferma hanno minimizzato i rischi associati all attraversamento del mare (Kerlinger 1984,1989), come osservato anche a Falsterbo (Svezia; Kjellén 1992). Inoltre, il confronto dei dati raccolti nei due siti con la direzione dei venti predominanti (Panuccio et al. 2005b) non è risultato significativo (Fig. 9), confermando che i falchi di palude migrano attraverso il Mediterraneo centrale su ampio fronte (lungo rotte parallele; Agostini et al. 2001, 2003a) senza farsi influenzare dai venti laterali. Falchi di palude 100% 80% 60% 40% 20% Figura 9. Rapporti proporzionali tra venti predominanti e falchi di palude osservati a Panarea e sullo Stretto di Messina tra il 24/8 e il 10/ (dati da Panuccio et al. 2005b). 0% Panarea Venti orientali Stretto Venti occidentali 21

22 Il numero di albanelle minori osservate è molto basso in confronto agli studi svolti nel Mediterraneo centrale in primavera (Corso 2001, Pandolfi e Sonet 2003, Panuccio et al. 2004a, Premuda et al. 2004, Gustin 2005), in accordo con altri conteggi effettuati in autunno (par , Agostini e Logozzo 1997, Agostini et al. 2000, Agostini e Panuccio 2003b, Jonzén e Pettersson 1999, Sammut e Bonavia 2004). Probabilmente gran parte degli individui che usano questa rotta in primavera appartengono a popolazioni orientali (par , Premuda et al. 2004) che in autunno scelgono rotte differenti, praticando quindi una migrazione circolare (Agostini e Logozzo 1997, Garcìa e Arroyo 1998), e i pochi individui osservati nel Mediterraneo centrale in autunno appartengono probabilmente alla popolazione nidificante in Italia peninsulare. 3.4 Isola di Panarea Risultati Sono stati osservati 1244 accipitriformi, di cui 1053 falchi pecchiaioli, 138 falchi di palude, 9 albanelle minori, 7 albanelle minori / pallide, 8 aquile minori, 22 nibbi bruni, 2 sparvieri e 1 poiana, 2 falchi pescatori e 2 accipitriformi non identificati. I rapaci raggiungevano l isola da Sud-Est, generalmente solo per sfruttare le termiche e continuare subito la migrazione verso Stromboli (Fig. 9), a parte alcuni individui del genere Circus, soprattutto in situazioni di maltempo, e alcuni di aquila minore, che si sono fermati sull isola, probabilmente in caccia, per diverse ore. Il 3,7% dei falchi pecchiaioli consisteva in individui singoli, mentre il restante 96,3% migrava in gruppi composti mediamente da 8,6 ± 11,6 (DS) individui. I due stormi più cospicui, di 57 e 80 individui, non hanno sorvolato l isola, lasciandosela a Sud e dirigendosi direttamente verso Stromboli (Fig. 10, foto 6). I falchi di palude erano tutti giovani tranne un maschio immaturo. Figura 10. L arcipelago delle Eolie e lo Stretto di Messina 22

23 3.4.2 Discussione In accordo con le altre osservazioni svolte nel Mediterraneo centrale durante la prima decade di maggio (Agostini et al. 1994, Agostini e Logozzo 1998, Corso 2001, Panuccio et al. 2004a, Gustin 2005), la specie più comune è risultata il falco pecchiaiolo. Gli individui osservati hanno scelto una rotta più diretta rispetto ai osservati tra il 20 aprile e il 20 maggio dello stesso anno sullo Stretto di Messina (Gustin 2005), dirigendosi dalle coste della Sicilia settentrionale verso quelle dell Italia peninsulare. La forte tendenza dei falchi pecchiaioli a migrare in gruppi conferma gli altri studi condotti su questa specie (Agostini 1992, Finlayson 1992, Kjellén 1992, Bruderer et al. 1994, Agostini et al. 1994, 2005b, Agostini e Logozzo 1995a, 1997, Pandolfi e Sonet 2001, Panuccio et al. 2004b). E interessante notare che i gruppi costituiti da più individui sono proprio quelli che hanno bypassato l isola, a conferma dell importanza del comportamento gregario in questa specie durante l attraversamento del mare, come già osservato a Capo Bon (Agostini et al. 1994) e Ustica (Agostini et al. 2005a), dove i gruppi che continuavano la migrazione erano significativamente più numerosi dei gruppi che la interrompevano. Diversamente che dallo Stretto di Messina, l isola di Panarea non è interessata da un flusso migratorio di falchi pecchiaioli adulti durante i movimenti post-riproduttivi (Panuccio et al. 2005b), a conferma della maggiore tendenza della specie ad attraversare superfici d acqua durante la migrazione primaverile (Agostini et al. 2003b, vd. par. 4.1). L assenza di adulti tra i falchi di palude è in accordo con la fenologia osservata in altri siti, dove nel medesimo periodo i giovani sono la categoria più rappresentata (Agostini e Logozzo 1998, 2000, Pandolfi e Sonet 2003, Panuccio et al. 2004a). Foto 6. Stromboli vista da Panarea 23

24 Questo passaggio posticipato è correlabile all assenza della motivazione di riprodursi che spinge gli adulti a migrare prima per occupare i territori. Un flusso così cospicuo di falchi di palude a maggio, periodo tardivo per la migrazione di questa specie, fa supporre che Panarea sia interessata da un passaggio estremamente intenso durante la prima decade di aprile, in cui di solito passa il maggior numero di individui sul Mediterraneo centrale (Agostini e Logozzo 2000, Agostini 2001, Panuccio et al. 2004a) e sono quindi auspicabili ulteriori studi da svolgere durante l intero periodo della migrazione primaverile. L aquila minore è una specie regolare ma rara durante la migrazione primaverile sul Mediterraneo centrale: sullo Stretto di Messina tra il 1996 e il 2000 sono stati osservati al massimo 19 soggetti per anno (Corso 2001). I numerosi individui osservati nel 2005, in totale 30 considerando il resto delle osservazioni svolte a Panarea tra il 20 aprile e il 20 maggio (e 87 sullo Stretto di Messina, Gustin 2005) erano con ogni probabilità alcuni degli oltre 500 osservati durante l anomala migrazione autunnale del 2004 in Liguria e sulle Alpi Apuane in direzione Sud-Est (Baghino e Premuda 2004), gran parte dei quali ha svernato in Sicilia (Mellone et al. 2005). 3.5 Appennino catanzarese Risultati Sono stati osservati 4510 accipitriformi, di cui 3460 erano falchi pecchiaioli, 561 nibbi bruni, 186 falchi di palude, 37 albanelle minori, una albanella pallida, 3 bianconi, 3 sparvieri, 2 poiane delle steppe, 3 falchi pescatori, 2 aquile minori e 252 non identificati. Il picco del falco pecchiaiolo si è verificato il 26 agosto con 646 individui (fig. 11), e tra gli 802 individui di cui si è determinata l età il 9,7% erano giovani. 700 Individui osservati Agosto Settembre Figura 11. Variazione del flusso migratorio del falco pecchiaiolo durante la migrazione autunnale sull Appennino catanzarese nel

25 Considerando solo le osservazioni svolte dalla postazione sul Monte Covello (foto 5), i falchi pecchiaioli sono 2039, quindi il 58,8% del totale. Lo stormo di nibbi bruni più numeroso, di 80 individui, è passato ad Ovest del Monte Contessa, molto lontano dalla postazione Discussione Dal 1993 al 1996, durante osservazioni condotte nella stessa area col medesimo metodo ma solo dalla postazione sul Monte Covello (Agostini e Logozzo 1995a, 1995b, 1997, Agostini et al. 1999), sono stati osservati al massimo 1544 falchi pecchiaioli durante l intero arco della migrazione post-riproduttiva. Nel presente studio, oltre il 40% dei falchi pecchiaioli è passato inosservato da quella postazione, suggerendo che la differenza tra i conteggi che risulta confrontando le osservazioni svolte tra il 1993 e il 1996 e quelle svolte lungo la medesima rotta nel 2003 (Marettimo e Pantelleria, par ) e nel 2004 (Stretto di Messina, par. 3.3) e attribuibile sia a una copertura incompleta del fronte migratorio dalla postazione di Monte Covello, sia a un incremento della popolazione, visto che comunque non era mai stato osservato un numero così alto di individui dal Monte Covello e che il 2005 è stato un anno caratterizzato da un solo picco (fig. 11), diversamente da tutte le altre annate di studio tranne il 1993 (Agostini e Logozzo 1995a), caratterizzate da un duplice picco (vedi anche fig. 5). In questo quadro è interessante notare che in alcune nazioni dell Europa orientale, da cui si presume provengano gran parte dei falchi pecchiaioli osservati (vedi par e fig. 12), è stato registrato un incremento delle popolazioni (BirdLife International 2004). La percentuale di giovani è quasi uguale a quelle registrate nel 1993 nella stessa area (10,4%, Agostini e Logozzo 1995a) e l anno precedente in Aspromonte (9,6%, par ) E confermato che i nibbi bruni prediligono per migrare aree più costiere rispetto ai falchi pecchiaioli, come già verificato nel 2004 in Aspromonte (par. 3.3), ma il numero osservato risulta comunque molto basso rispetto ai contingenti osservati a Marettimo e Pantelleria (par , Agostini et al. 2000, 2004b); è quindi auspicabile che vengano svolte osservazioni a partire dalla seconda decade di agosto e possibilmente anche da un punto di osservazione più vicino alla costa tirrenica. Lo scarso numero di albanelle minori osservate conferma la strategia di migrazione circolare in questa specie (par. 4.4). Considerato che è probabile che in autunno lungo questa rotta migrino almeno falchi pecchiaioli tra adulti e giovani (par , Agostini et al. 2004a), nibbi 25

26 bruni (par. 3.2, 3.3, Agostini et al. 2000, 2004b) e falchi di palude (Agostini et al. 2003a, Sammut e Bonavia 2004), futuri studi svolti nell arco dell intera migrazione postriproduttiva potrebbero inserire questo sito tra quelli con un numero maggiore di rapaci migratori (Zalles e Bildstein 2000). Foto 7. Falco pecchiaiolo (foto Michele Panuccio) 26

27 4. CONCLUSIONI 4.1 Falco pecchiaiolo Il falco pecchiaiolo nidifica in gran parte di Europa e Asia occidentale e sverna in Africa centro-occidentale prediligendo, per riprodursi, ambienti forestali in cui trovare anche le vespe sociali (Vespidae), che costituiscono la voce più importante della sua dieta (Cramp e Simmons 1980). In Italia sono stimate almeno 500 coppie (Sergio e Penteriani 2002). E una specie che, pur facendo maggiore affidamento sul volo veleggiato con sfruttamento delle correnti termiche, ha anche notevoli capacità nel volo battuto e può migrare quindi pure in assenza di buone correnti termiche (Bruderer et al. 1994) superando vaste superfici d acqua (Kerlinger 1989, Agostini et al. 2005a). In primavera i falchi pecchiaioli raggiungono la Sicilia dalla penisola di Capo Bon (Agostini et al. 1994), alcuni per via diretta e altri sorvolando le isole di Marettimo o Pantelleria (Agostini e Logozzo 1998, Gustin et al. 2005). Dalla Sicilia alcune migliaia attraversano il Tirreno (osservazioni svolte a Ustica e Panarea, Panuccio et al. 2004a, Gustin et al. 2005, par. 3.4), mentre la maggior parte si concentra sullo Stretto di Messina, dove tra il 1996 e il 2000 sono stati osservati in media individui (Corso 2001). Successivamente, a parte le poche centinaia di individui che nidificano in Italia peninsulare, i falchi pecchiaioli continuano la migrazione verso Nord-Est, con gran parte di essi che attraversa il mare Adriatico (par. 3.1, Gustin e Sorace 2004, Premuda 2004, Premuda et al. 2004). In autunno, il flusso migratorio degli adulti è di entità decisamente minore e si concentra sull Appennino catanzarese (par. 3.5, Agostini e Logozzo 1997) e poi sullo Stretto di Messina (5513 individui nel 2004, par. 3.3), mentre è assente nelle isole tirreniche (Jonzén e Pettersson 1999, Agostini et al. 2003b, Panuccio et al. 2005b). Successivamente gli adulti deviano verso la Sicilia occidentale seguendo la stessa rotta intrapresa in primavera e dimostrando quindi capacità di navigazione, per poi raggiungere l Africa concentrandosi sulle isole di Marettimo e Pantelleria (par. 3.2, Agostini et al. 2000, 2004b). Si tratta di individui appartenenti alle popolazioni nidificanti in Italia peninsulare, per i quali il Mediterraneo centrale è un attraversamento obbligato (Agostini e Logozzo 1995a), e in Europa orientale, come suggeriscono le osservazioni svolte sulle isole dalmate (par , Schneider-Jacoby 2001). Gli individui nidificanti sull arco alpino attraversano il Mediterraneo presso Gibilterra, per lo meno in autunno, come suggeriscono le osservazioni di migliaia di individui in Veneto e Piemonte (Mezzavilla et al. 1999). 27

28 Fig. 12. Tragitti seguiti dai falchi pecchiaioli adulti in primavera (a sinistra) e in autunno. Lo spessore delle frecce è proporzionale all entità del flusso. Per i nomi delle località vedi la fig. 1. Confrontando la migrazione primaverile con quella autunnale (Fig. 12) emergono due differenze: la maggiore entità numerica del flusso migratorio primaverile e la maggiore tendenza della specie ad attraversare il mare, intraprendendo rotte più rapide e dirette, sempre in primavera. La motivazione riproduttiva quindi spinge i falchi pecchiaioli a ottimizzare la strategia di migrazione primaverile secondo il criterio che minimizza il tempo, e quella autunnale in base al dispendio di energia e alla sicurezza, in quanto probabilmente le migliaia di individui osservati sul Mediterraneo centrale in primavera ma non in autunno scelgono per la migrazione verso l Africa tragitti come Gibilterra e Bosforo, meno dispendiosi e più sicuri perché caratterizzati da un minore attraversamento di mare. In questo quadro va considerato che a Gibilterra vengono osservati più falchi pecchiaioli in autunno che in primavera (Finlayson 1992, Zalles e Bildstein 2000) mentre per il Bosforo mancano dati sulla migrazione primaverile. Questi risultati sono in accordo con Mc Namara et al. (1998), che tramite un modello teorico hanno dimostrato come il criterio di minimizzazione del tempo sia più importante in primavera che in autunno, evidenziando l importanza della motivazione di riprodursi. La tendenza ad attraversare superfici d acqua nei rapaci migratori è quindi determinata anche dalle motivazioni dell individuo, oltre che dalla morfologia (Kerlinger 1985), dalle condizioni meterologiche (Meyer et al. 2000, Panuccio et al. 2002, Panuccio 2005) e dalle dimensioni degli stormi (par. 3.4, Agostini et al. 1994, 2005a) e ha notevoli ripercussioni sulle strategie di ottimizzazione della migrazione. La migrazione dei giovani ha differenti peculiarità, già descritte nel paragrafo

29 4.2 Nibbio bruno Il nibbio bruno è un migratore totale a lungo raggio con uno stile di volo dalle caratteristiche intermedie tra quelle del falco pecchiaiolo e del falco di palude (Spaar 1997), nidificante in Eurasia e anche in Africa soprattutto nelle vicinanze di ambienti acquatici (Cramp e Simmons 1980). In Italia si riproducono coppie, e si tratta di una specie dipendente da risorse spesso distribuite in maniera imprevedibile nello spazio e nel tempo, e quindi non di rado nidificante in colonie (Sergio 2002). A prima vista, analizzando i dati raccolti a Marettimo e Pantelleria durante la migrazione autunnale (Agostini et al. 2000, Agostini et al. 2004b), il flusso migratorio post-riproduttivo sembra più cospicuo di quello osservato in primavera (Corso 2001, Agostini 2002, Panuccio et al. 2004a), ma ulteriori osservazioni da svolgere in contemporanea da marzo a maggio a Ustica, Panarea e sullo Stretto di Messina sono necessarie per quantificare con una certa precisione quanti individui attraversano Il Mediterraneo centrale in primavera. Tuttavia è evidente dal confronto tra le due migrazioni che in autunno il passaggio è molto più concentrato nel tempo ma non interessa le isole tirreniche (vd. cap. 3, Agostini et al. 2000, Agostini et al. 2004b, Panuccio et al. 2005b), mentre in primavera non è stato osservato un vero e proprio picco (Agostini 2002), ma molti nibbi bruni evitano lo Stretto di Messina per attraversare il Tirreno e raggiungere l Italia peninsulare tramite una rotta più diretta (Panuccio et al. 2004a, Gustin 2005). Agostini (2002) ha ipotizzato che la competizione coi nibbi bruni nidificanti in Africa giochi un ruolo importante nell influenzare questa strategia, spingendo i nibbi bruni europei a raggiungere più in fretta i quartieri di svernamento per essere avvantaggiati nella competizione con i conspecifici che in quel periodo si apprestano a nidificare. Apparentemente quindi, il nibbio bruno ottimizza la strategia di migrazione autunnale secondo un criterio che minimizza il tempo, ma anche i rischi associati all attraversamento del mare (vd. par. 1.1). Tuttavia questa rimane un ipotesi da confermare in quanto Thiollay (1989) riporta che tra i nibbi bruni europei e quelli residenti in Africa (sottospecie parasitus) intercorre una netta segregazione di habitat, con i primi diffusi prevalentemente nelle zone umide, e gli altri in savane e città. La fretta di lasciare i quartieri riproduttivi europei può essere determinata anche dalle abitudini alimentari della specie, basate su risorse a carattere marcatamente stagionale (Bruun 1986 citato da Bustamante e Hiraldo 1990). Resta da chiarire anche come mai il passaggio non sia così concentrato anche in primavera, con adulti osservati anche in maggio (Agostini 2002), diversamente da come ci si aspetterebbe in uccelli motivati dalla riproduzione e quindi in competizione per i siti in cui nidificare. Va considerato anche che il nibbio bruno, 29

30 diversamente dal falco pecchiaiolo, nidifica spesso in colonie (Sergio 2002). Comunque i dati disponibili non sono sufficienti per affermare con certezza che la migrazione avvenga più velocemente in autunno e che i nibbi bruni minimizzino il tempo, dato che il picco autunnale così evidente potrebbe essere causato semplicemente dal passaggio sincrono degli individui e l assenza del picco in primavera da partenze per il ritorno in Europa non simultanee, ma distribuite per tutta l arco della stagione. Per verificare queste ipotesi sarebbe necessario dotare i nibbi bruni di trasmittenti satellitari, che forniscono dati molto precisi sulla velocità di migrazione (Meyburg e Meyburg 2002). Un altra evidenza è la relativa rarità di questa specie nei siti di osservazione sulla costa adriatica, come Capo d Otranto (Gustin 1989, Premuda et al. 2004, Mellone oss. pers.) e il promontorio del Conero (Gustin e Sorace 2004), in confronto ad altre specie come falco pecchiaiolo, falco di palude e albanella minore, osservate in buoni numeri sia sullo Stretto di Messina che sulla costa adriatica dirette verso i Balcani (par. 3.1, Agostini 2002, Premuda et al. 2004). Questo indica che la maggioranza dei nibbi bruni che attraversano il Mediterraneo centrale non sono diretti a luoghi di nidificazione situati in Europa orientale come avviene in altre specie, ma appartengono prevalentemente alla popolazione italiana. 4.3 Falco di palude Il falco di palude è un rapace tipico delle zone umide che mostra uno stile di volo intermedio tra i rapaci veleggiatori e quelli che praticano più frequentemente il volo battuto, il che lo rende più indipendente da fattori meteorologici quali le termiche e il vento (Spaar e Bruderer 1997) e quindi anche più adatto all attraversamento di vaste superfici d acqua (Kerlinger 1989). Si tratta di una specie dallo spiccato dimorfismo sessuale, con le femmine di dimensioni maggiori dei maschi (Cramp e Simmons 1980). In Italia nidificano circa coppie (Martelli e Rigacci 2005). Le popolazioni nidificanti in Europa settentrionale, centrale, e orientale migrano per svernare nel bacino del Mediterraneo o in Africa, mentre le altre popolazioni sono residenti o migrano solo parzialmente (Cramp e Simmons 1980). Diversamente dal falco pecchiaiolo e dal nibbio bruno, quindi, si tratta di una specie anche svernante in Italia, e tra il 1991 e il 2000 sono stati censiti in media 778 individidui svernanti (Baccetti et al. 2002), tra cui pochissimi maschi adulti (Panuccio et al. 2005a) che, non inaspettatamente, sono invece la categoria più rappresentata tra i falchi di palude in migrazione verso l Africa (Agostini e Logozzo 2000, Agostini et al. 2003a, par. 3.3). Una proporzione tra sessi di questo tipo è osservata anche in primavera, anche se la differenza non è così accentuata come in autunno, come dimostrano le osservazioni svolte 30

31 sullo Stretto di Messina (Agostini e Logozzo 2000), probabilmente perché molti maschi raggiungono più rapidamente l Italia peninsulare attraversando il mar Tirreno (Panuccio et al. 2002), per arrivare il prima possibile ai siti di nidificazione. Durante entrambe le migrazioni la specie migra su fronte largo (par , Agostini et al. 2001, 2003a, Panuccio et al. 2002, 2005b), concentrandosi tuttavia su isole e promontori, anche se in misura minore rispetto ad altre specie come ad esempio il falco pecchiaiolo: sullo Stretto di Messina tra il 1996 e il 2000 sono stati osservati in media 2330 falchi di palude (Corso 2001). Non è chiaro se l entità del flusso e differente nelle due stagioni: Agostini e Logozzo (2000) hanno effettuato conteggi lungo la medesima rotta nell autunno 1996 (Appennino catanzarese) e nella primavera successiva (Stretto di Messina), osservando rispettivamente 453 e 1301 individui, ma alla luce di dati più recenti (Agostini et al. 2003a, Sammut e Bonavia 2004, Corso 2001) la differenza tra le due migrazioni non sembra più così consistente. 4.4 Albanella minore L albanella minore nidifica Italia con circa 200 coppie, in zone aperte pianeggianti e collinari (non è strettamente dipendente dalla presenza di zone umide), e sverna in Africa a Sud del Sahara (Pandolfi 2002). Come le altre specie del genere Circus ha notevoli capacità nel volo battuto, che la rendono adatta ad attraversare il mare (Spaar e Bruderer 1997, Kerlinger 1989). Durante la migrazione primaverile la specie migra su ampio fronte: sullo Stretto di Messina sono stati osservati al massimo 866 individui nel 2000 (Corso 2001), ma numerosi individui attraversano il Tirreno (129 a Ustica nel 2002, Panuccio et al. 2004a) e anche Capo d Otranto è un importante sito per la specie (88 nell ultima decade di aprile 2003, par. 3.1, Premuda et al. 2004). In quest ultima località il 34% delle albanelle minori ha iniziato la traversata dell Adriatico verso i Balcani (Fig. 2), quindi gran parte degli individui di questa specie che in primavera attraversano Mediterraneo Centrale nidifica probabilmente in Europa orientale. In autunno vengono osservati sul Mediterraneo centrale molti meno individui (cap. 3), al contrario di quanto avviene a Gibilterra (Garcìa e Arroyo 1998). Agostini e Logozzo (1997) hanno ipotizzato che sia la strategia di muta a rendere necessaria questa migrazione circolare : l albanella minore, infatti, generalmente non sospende la muta durante la migrazione autunnale (Arroyo e King 1996) e quindi per individui in muta attiva è più vantaggioso raggiungere l Africa attraverso lo stretto di Gibilterra, dove l attraversamento di mare è più corto. In questo quadro è interessante notare che sullo Stretto di Messina non è stato osservato nessun individuo in muta (par. 31

32 3.3.1). Inoltre, considerando l entità della popolazione italiana ci si aspetterebbe di osservare molti più individui in autunno: probabilmente gran parte di essi si dirigono verso Gibilterra, con una rotta che implicherebbe nella prima parte del tragitto movimenti verso Nord, in maniera simile al biancone (Agostini et al. 2002). Sfortunatamente non sono ancora disponibili dati (osservazioni dirette, ricatture, telemetria satellitare) a sostegno di questa ipotesi. 4.5 Limiti del metodo e prospettive future L osservazione diretta è solo uno dei vari metodi con cui è possibile studiare la migrazione dei rapaci e ha consentito, negli ultimi anni, di ottenere dettagliate informazioni sulla fenologia dei rapaci che attraversano il Mediterraneo centrale e, soprattutto grazie al riconoscimento delle classi di età e allo svolgimento di osservazioni contemporanee da più località, anche sui tragitti seguiti e sulle modalità di orientamento e navigazione (Agostini 2002, cap. 3). Si tratta di un metodo che comporta svantaggi in quanto è estremamente faticoso, richiede rilevatori preparati nel riconoscimento delle specie, prende in considerazione solo la migrazione visibile (ad esempio i rapaci che volano ad alte quote Foto 8. Osservazioni dal Semaforo (Marettimo) passano inosservati), non consente di ottenere dati quantitativi su alcuni parametri come velocità o orientamento, ma, rispetto ad altri metodi, quali l uso del radar (Spaar 1997, Meyer et al. 2000) o la telemetria satellitare (Meyburg e Meyburg 2002) è 32

33 economicamente meno dispendioso, consente di avere campioni più ampi e ha anche il vantaggio di potere osservare direttamente le interazioni tra gli individui, particolarmente interessanti soprattutto nel caso di gruppi misti di adulti e giovani (individui esperti ed inesperti). Ad esempio Hake et al. (2003) hanno studiato le strategie di migrazione autunnale di pecchiaioli giovani e adulti tramite telemetria satellitare confermando quanto già precedentemente dimostrato tramite osservazione diretta (Agostini 2004, par ). Si tratta tuttavia di metodi la cui applicazione è auspicabile anche nel Mediterraneo centrale; soprattutto il radar, che, combinato all osservazione diretta degli individui con la determinazione dell età e del sesso (che gli studi sinora svolti col radar non hanno mai preso in considerazione) e l analisi delle condizioni meteorologiche, consentirebbe di ottenere dati più dettagliati sull orientamento e le modalità di attraversamento del mare, in località come ad esempio Capo d Otranto durante la migrazione primaverile e Pantelleria durante quella autunnale. Comunque le ricerche da effettuare tramite osservazione diretta sono ancora numerose, ad esempio non sono mai state effettuate osservazioni in contemporanea nelle tre località più importanti durante la migrazione primaverile (Ustica, Panarea e Stretto di Messina), da svolgere durante l intera stagione in modo da monitorare non solo la migrazione del falco pecchiaiolo ma anche quella del nibbio bruno e delle specie del genere Circus. Anche le modalità di attraversamento del mare Adriatico risultano poco note, e a questo scopo osservazioni condotte dall isola di Pelagosa (Croazia) durante entrambe le migrazioni potrebbero dare interessanti risultati (vd. par ). Una specie la cui strategia di migrazione è molto peculiare è il biancone (Agostini et al. 2002), ma rimane ancora da chiarire quali tragitti percorrano i giovani che durante la migrazione autunnale non seguono gli adulti verso Nord: interessanti concentrazioni sono state registrate a Marettimo (Agostini et al. 2004c), ma solo osservazioni svolte in contemporanea con altri siti, e anche la telemetria satellitare, potranno chiarire come i bianconi inesperti raggiungono l Africa. Uno degli aspetti meno noti della migrazione dei rapaci è quello delle risposte fisiologiche a uno sforzo così notevole (Kerlinger 1989): ad esempio l accumulo di grasso, l idratazione, la strategia di muta, si potrebbero studiare tramite la cattura dei rapaci presso aree di stop-over o dormitori. Tramite la cattura si potrebbero anche raccogliere campioni di penne per analizzare gli isotopi stabili dell idrogeno che in esse si accumulano, in modo da risalire all origine geografica degli individui (Smith et al. 2003). 33

34 4.6 Implicazioni per la conservazione, ovvero: tutto questo, a cosa serve? Come scritto da Zalles e Bildstein (2000) nel loro compendio sui siti di concentrazione di rapaci migratori di tutti i continenti, la migrazione di questi uccelli ha differenti risvolti: da una parte li rende più vulnerabili alla persecuzione diretta da parte dell uomo, dall altra è un eccezionale opportunità di studio, monitoraggio e attrazione per gli appassionati di birdwatching, con eventuali ricadute anche economiche date da un turismo specializzato. Gli studi condotti per osservazione diretta dei rapaci migratori negli ultimi 15 anni hanno fornito risultati interessanti sia dal punto di vista strettamente etologico (Kjellén 1992, Agostini et al. 1999, 2002, 2004a, 2005b) ma potenzialmente anche di grande utilità per la conservazione delle specie. I rapaci sono ottimi indicatori dello stato di salute dell ambiente (Sergio et al. 2005) ed è quindi importante monitorarli costantemente. Tramite progetti a lungo termine di conteggio standardizzato sarebbe possibile studiare i trend delle popolazioni in maniera meno dispendiosa rispetto a censimenti diretti delle coppie nidificanti, considerando che è stato dimostrato che in autunno sull Appennino catanzarese si concentrano le intere popolazioni, almeno relativamente all Italia peninsulare, di falco pecchiaiolo e nibbio bruno, e lo stesso avviene con i bianconi ad Arenzano (Liguria, Agostini et al. 2002). Progetti simili sono già in corso a Hawkmountain (USA, Bednarz et al. 1990) e Falsterbo (Svezia, Kjellén e Roos 2000). Ad esempio, nell autunno 2002 sono stati osservati a Malta ben 1535 falchi di palude (Agostini et al. 2003a), mentre tra il 1969 e il 1974 ne erano stati visti al massimo 80 (Beaman e Galea 1974), a conferma del notevole aumento delle coppie nidificanti in gran parte dell Europa (Kjellén 2000, BirdLife International 2004). Anche tra i falchi pecchiaioli sembra evidente un incremento, sia in primavera (Giordano 1991, Corso 2001) che in autunno (par. 3.5). Tuttavia il bracconaggio rimane un grosso problema sia sullo Stretto che a Malta, anche se, almeno nella prima località, negli ultimi anni il fenomeno sembra diminuire (Agostini 2002). Considerato che la totalità dei bianconi e falchi pecchiaioli osservati a Malta appartiene alla popolazione italiana (Agostini 2002) è evidente la responsabilità che ha questa isola per la conservazione dei nostri rapaci, nonché per le centinaia di falchi di palude provenienti dall Europa centro-orientale (Cramp e Simmons 1980, Génsbøl 1992). Svolgendo osservazioni sull Appennino catanzarese in settembre sarebbe possibile prevedere le giornate di passaggio intenso sull isola e rendere più efficiente l attività antibracconaggio. 34

35 Gli studi svolti a Marettimo durante la migrazione autunnale hanno evidenziato la presenza di una popolazione di capovaccaio in Sicilia che non si riproduce (par. 3.2, Agostini et al. 2000, 2004b) e il fatto che i giovani sono in grado di apprendere il tragitto più breve e meno pericoloso attraverso il Mediterraneo centrale solo seguendo gli adulti, come confermato anche dall osservazione del giovane reintrodotto in Puglia (par ). Questi risultati dovrebbero essere considerati nella stesura di progetti di reintroduzione, in quanto suggeriscono che giovani liberati in aree dove non sono presenti adulti intraprenderebbero con ogni probabilità una rotta errata, attraversando bracci di mare più larghi e forse anche dirigendosi su Malta come i giovani falchi pecchiaioli non migranti con adulti (Agostini et al. 1999), con conseguenti rischi dati sia dalle difficoltà a intraprendere il volo battuto su vaste superfici d acqua che dal bracconaggio. Sarebbe quindi auspicabile che in futuro i giovani di capovaccaio venissero rilasciati solo in zone dove sono già presenti adulti. 35

36 RINGRAZIAMENTI Ricerche come questa non possono essere frutto del lavoro di una sola persona. Sarebbe stato impossibile raccogliere i dati e trarre le conclusioni riportate in queste pagine senza la collaborazione, soprattutto, di Nicolantonio Agostini, Michele Panuccio e Guido Premuda, ma anche di Jack Ashton-Boot, Enrico Bassi, Leonardo Cocchi, Gianpasquale Chiatante, Daniela Logozzo, Giuseppe Lucia, Michelangelo Morganti, Rocco Tiberti, Simone Todisco, Giovanni Tortorella e Stephen Wilson. Ringrazio il prof. Giuseppe Bogliani per la grande disponibilità. Tutte le persone che mi hanno onorato della loro amicizia: i membri del C.O.B. e della cricca di viale Gorizia (migliore stopover che un migratore possa trovare), Elena, Paola, Petar, Ste, i compagni di corso e quelli della Mutua. I miei genitori per l'indispensabile e continuo supporto. Le osservazioni svolte a Panarea nel maggio 2005 sono state finanziate dalla Lega Italiana Protezione Uccelli / BirdLife International. 36

37 BIBLIOGRAFIA Agostini N Spring migration of Honey Buzzards (Pernis apivorus) at the Straits of Messina in relation to atmospheric conditions. Journal of Raptor Research 26: Agostini N Spring migration in relation to sex and age of Marsh Harriers Circus aeruginosus in a central Mediterranean island. Ardeola 48: Agostini N La migrazione dei rapaci in Italia. In: Brichetti P, Gariboldi A (eds). Manuale di Ornitologia Vol. 3. Edagricole-Il Sole 24 Ore, Bologna, pp Agostini N Additional observations of age-dependent migration behaviour in western honey buzzards Pernis apivorus. Journal of Avian Biology 35: Agostini N, Baghino L, Coleiro C, Corbi F, Premuda G Circuitous autumn migration in the Short-toed Eagle (Circaetus gallicus). Journal of Raptor Research 36: Agostini N, Baghino L, Panuccio M, Premuda G, Provenza N 2004c. The autumn migration strategies of juvenile and adult Short-toed Eagles (Circaetus gallicus) in the Central Mediterranean. Avocetta 28: Agostini N, Coleiro C, Corbi F, Di Lieto G, Pinos F, Panuccio M Comparative study on the autumn migration of Marsh Harriers at three sites of the central Mediterranean. Vogelwarte 41: Agostini N, Coleiro C, Panuccio M 2003a. Autumn migration of Marsh Harriers across the central Mediterranean in Ring 25: Agostini N, Coleiro C, Panuccio M 2004a. Analysis of the autumn migration of juvenile honey buzzards Pernis apivorus across the central Mediterranean. Journal of Raptor Research 38: Agostini N, Duchi A, Water-crossing behavior of Black Kites (Milvus migrans) during migration. Bird Behaviour 10: Agostini N, Logozzo D 1995a. Autumn migration of Honey Buzzards in southern Italy. Journal of Raptor Research 29: Agostini N, Logozzo D 1995b. Ulteriori osservazioni sulla migrazione autunnale del Falco pecchiaiolo sull'appennino catanzarese. Avocetta 19:74. Agostini N, Logozzo D Autumn migration of Accipitriformes through Italy en route to Africa. Avocetta 21: Agostini N, Logozzo D Primi dati sulla migrazione primaverile dei rapaci Accipitriformi sull'isola di Marettimo (Egadi). Rivista italiana di Ornitologia 68: Agostini N, Logozzo D, Coleiro C The orientation/navigation hypothesis: an indirect evidence in migrating honey buzzards. Rivista Italiana di Ornitologia 69: Agostini N, Logozzo D Migration and wintering distribution of the Marsh Harrier (Circus aeruginosus) in southern Italy. Buteo 11: Agostini N, Logozzo D, Panuccio M The island of Marettimo, important bird area for the autumn migration of raptors. Avocetta 24:

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40 Gustin M, Agostini N, Cardelli C, Corso A La migrazione del falco pecchiaiolo Pernis apivorus nel Mediterraneo centrale: primo anno di attività del progetto LIPU Rapaci migratori. Avocetta 29 (suppl.): 26. Gustin M, Sorace A Is the Conero promontory, central Italy, an important bridge for migrant raptors entering eastern Europe in spring? British Birds 97: Gwinner E Orientierung. In: Schuz E (ed). Grundrib der Vogelzugskunde, Berlin-Hamburd, pp Hake M, Kjellèn, N, Alerstam T Age dependent migration strategy in honey buzzards Pernis apivorus tracked by satellite. Oikos 103: Jonzén N, Pettersson J Autumn migration of raptors on Capri. Avocetta 23: Kerlinger P Flight behaviour of sharp-shinned hawks during migration. II: over water. Animal Behaviour 32: Kerlinger P Water-crossing behavior of raptors during migration. Wilson Bulletin 97: Kerlinger P Flight strategies of migrating hawks. University of Chicago Press, Chicago. Kjellén N Differential timing of autumn migration between sex and age groups in raptors at Falsterbo, Sweden. Ornis Scandinavica 23: Kjellén N Annual variation in numbers, age and sex ratios among migrating raptors at Falsterbo, Sweden from Jurnal fur Ornithologie 139: Kjellén N, Roos G Population trends in Swedish raptors demonstrated by migration counts at Falsterbo, Sweden Bird Study 47: Martelli D, Rigacci L Aggiornamento dello status del falco di palude Circus aeruginosus in Italia. Avocetta 29: 117. Massa B Capovaccaio Neophron percnopterus (Linnaeus, 1758). In: Spagnesi M, Serra L (eds), Iconografia degli uccelli d Italia. Vol. II. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, pp Mc Namara JM, Welham RK, Houston A The timing of migration within the context of an annual routine. Journal of Avian Biology 29: Meyburg BU, Meyburg C Monitoring Raptors by means of Satellite Telemetry. In: Yosef R, Miller ML, Pepler D (eds): Raptors in the New Millennium. Eilat: International Birding e Research Center, pp Meyer KS, Spaar R, Bruderer B To cross the sea or to follow the coast? Flight directions and behaviour of migrating raptors approaching the Mediterranean Sea in autumn. Behaviour 137: Mellone U, Sighele M, Arcamone E (eds) Resoconto Ornitologico Italiano. Avocetta 29: in stampa. Mezzavilla F, Giraudo L, Toffoli R, Martignago G Migrazione post riproduttiva del Falco pecchiaiolo Pernis apivorus attraverso l Italia settentrionale. Avocetta 23: 16. Newton I Population Ecology of Raptors. T & AD Poyser, London. 40

41 Pandolfi M Albanella minore Circus pygargus (Linnaeus, 1758). In: Spagnesi M, Serra L (eds), Iconografia degli uccelli d Italia. Vol. II. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, pp Pandolfi M, Sonet L, The visible migration of raptors over San Bartolo Natural Park in the Adriatic coast (Central Italy). RRF S 4th Eurasian Conference on raptors, Seville, Spain: 138. Pandolfi M, Sonet L Migrazione di rapaci lungo la costa adriatica (Parco Naturale San Bartolo, ). Fenologia e comportamento delle specie del genere Circus. Avocetta 27: Panuccio M La migrazione dei rapaci attraverso il mare: metodi di studio usati nel Mediterraneo centrale. Avocetta 29 (suppl.): 28 Panuccio M, Agostini N, Massa B Crossing the Tyrrhenian Sea: spring migration of Marsh Harriers (Circus aeruginosus), sex classes and relation to wind conditions. Vogelwarte 41: Panuccio M, Agostini N, Massa B 2004a. Spring raptor migration over Ustica, southern Italy. British Birds 97: Panuccio M, Agostini N, Mellone U. 2005b. Autumn migration strategies of honey buzzards, black kites, marsh and montagu's harriers over land and over water in the central Mediterranean. Avocetta 29: Panuccio M, Canale E Osservazioni sui movimenti post-riproduttivi del Nibbio bruno, Milvus migrans, nel Lazio (Central Italy). Rivista Italiana di Ornitologia 73: Panuccio M, D'Amicis B, Canale E, Roccella A 2005a. Sex and age ratios of marsh harriers Circus aeruginosus wintering in central-southern Italy. Avocetta 29: Panuccio M, Polini N, Forconi P, Fusari M, Giorgetti G, Marini G e Agostini N 2004b. Mount Capodarco: a survey of the migratory behaviour of Accipitriformes along the Adriatic coast of Central Italy. Rivista italiana di Ornitologia 74: Pennycuick CJ Mechanics of flight. In: Farner DS, King JR (eds), Avian Biology, Vol. 5. New York: Academic Press, pp Premuda G Osservazioni preliminari sulla migrazione primaverile dei rapaci nel promontorio del Gargano. Rivista Italiana di Ornitologia 74: Premuda G, Mellone U, Cocchi L Osservazioni sulle modalità della migrazione primaverile dei rapaci a Capo d Otranto. Avocetta 28: Redpath SM, Arroyo B, Etheridge B, Leckie F, Bouwman K, Thirgood SJ Temperature and hen harrier productivity: from local mechanisms to geographical patterns. Ecography 25: Sammut M, Bonavia E Autumn raptor migration over Buskett, Malta. British Birds 97: Schneider-Jacoby M Lastovo - a new bottleneck site for the migratory Honey Buzzards (Pernis apivorus)? Acrocephalus 22: Schmid H Getrennte Wege: Der Herbstzug von juvenilen und adulten Wespenbussarden Pernis apivorus eine Synthese. Der Ornithologische Beobachter 97:

42 Sergio F, Penteriani V Falco pecchiaiolo Pernis apivorus (Linnaeus, 1758). In: Spagnesi M, Serra L (eds), Iconografia degli uccelli d Italia. Vol. II. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, pp Sergio F Nibbio bruno Milvus migrans (Boddaert, 1783). In: Spagnesi M, Serra L (eds), Iconografia degli uccelli d Italia. Vol. II. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, pp Sergio F, Newton I, Marchesi L Top predators and biodiversity. Nature 436: 392. Sigismondi A, Cassizzi G, Cillo N, Laterza M, Losacco A e Muscianese E Status e problemi di conservazione della popolazione di Grillaio Falco naumanni nelle Murge. Avocetta 27: 44. Smith RB, Meehan TD, Wolf BO Assessing migration patterns of sharp-shinned hawks Accipiter striatus using stable-isotope and band encounter analysis. Journal of Avian Biology 34: Spaar R Flight strategies of migrating raptors; a comparative study of interspecific variation in flight characteristics. Ibis 139: Spaar R, Bruderer B Migration by flapping or soaring: flight strategies of marsh, Montagu s and pallid harriers in southern Israel. Condor 99: Thiollay JM Distribution and ecology of Palearctic birds of prey wintering in West and Central Africa. In: Meyburg BU, Chancellor RD (eds), Raptors in the Modern World, pp Thorup K, Alerstam T, Hake M, Kjellén N Bird orientation: compensation for wind drift in migrating raptors is age dependent. Proceedings of the Royal Society, London B. (Suppl.) 270: S8- S11. Wagner AJ Mean circulation highlights and climate anomalies March through August Mariners Weather Log 47: online ( Zalles J, Bildstein K Raptor watch: a global directory of raptor migration sites. BirdLife Conservation Series No

43 1 Mediterranean Raptor Migration Network OBSERVATION POST: DATE: BEGINNING TIME: FINAL TIME: OBSERVERS: SKY: VISIBILITY: page n.: H SPECIES N Ad Juv M F Juv/F East of the post West of the post NOTES Appendice: scheda utilizzata durante le osservazioni sull Appennino catanzarese 43

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