Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico

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1 Milano, 2 aprile 2013 Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico 1. Premessa 2. Norme cogenti e volontarie per l immissione di prodotti sul mercato 3. Impieghi in ambiente domestico e non commerciale 4. Tutela in ambiente domestico e non commerciale 5. Responsabilità 6. Condizioni di mercato 7. Conclusione 1

2 1. Premessa La soluzione dei problemi che possono derivare dall applicazione delle diposizioni comunitarie relative alla tutela dai rischi derivanti dalla possibile formazione di atmosfera esplosiva deve tenere in considerazione due diversi e complementari ambiti di applicazione della normativa. Il primo è quello previsto dalla cosiddetta ATEX I (direttiva 94/9/CE recepita con il DPR 126/1988, di seguito ATEX I) il secondo quello disciplinato dalla direttiva cosiddetta ATEX II (direttiva 99/92/CE recepita con il D.Lgs. 81/2008, di seguito ATEX II). ATEX I riguarda la costruzione e la classificazione degli apparecchi destinati ad essere adoperati in atmosfera potenzialmente esplosiva, ATEX II riguarda la tutela delle persone che devono lavorare in ambienti in cui ci sia presenza di atmosfera esplosiva. Tra le due discipline c è una stretta correlazione: ad una classificazione più severa degli apparecchi conformi ad ATEX I corrispondono maggiori oneri per il datore di lavoro a garanzia delle maestranze che operano nell ambito di zone con atmosfera esplosiva. Da queste prime considerazioni possiamo già comprendere che, in primo luogo, per la corretta classificazione delle apparecchiature da utilizzare in atmosfera esplosiva è essenziale che esista un coordinamento tra il fabbricante delle apparecchiature e l utilizzatore, e che la disciplina di cui stiamo parlando non è riferita a qualsiasi ambiente, ma espressamente alla tutela dei luoghi di lavoro. Infatti il presupposto per l utilizzo delle apparecchiature ATEX è che esista una valutazione del rischio del datore di lavoro relativo all ambiente di installazione (D.Lgs. 81/2008, Allegato L, lettera B: criteri per la scelta degli apparecchi e dei sistemi di protezione). 2. Norme cogenti e volontarie per l immissione di prodotti sul mercato Una ulteriore valutazione riguarda la gerarchia delle fonti normativa che consentono al fabbricante di immettere sul mercato UE un prodotto: è necessario distinguere le norme di prodotto che sono di applicazione obbligatoria, come le direttive e il loro recepimento nazionale, che condizionano la conformità del prodotto alla legge, dalle norme che invece sono di applicazione volontaria, come per esempio le norme 2

3 tecniche che hanno come fonte gli enti normatori (es. UNI) e, infine, dalle trattative contrattuali. Per quanto riguarda il rischio derivante dall uso di apparecchi in atmosfera esplosiva la norma di fonte obbligatoria è la direttiva ATEX I, la quale, come si vedrà di seguito, non si applica in ambiente domestico. La Commissione UE ricorda, a tutti gli operatori, che è vietato un abuso dell applicazione delle direttive a prodotti che non rientrano nel rispettivo campo di applicazione. Visto che la direttiva ATEX I, diverse volte è stata abusata, la Commissione ha introdotto un esplicito richiamo alla necessità di applicare la direttiva rigorosamente nell ambito del proprio campo di applicazione, affermando che: Any misleading marking in the sense of the any of these Directives is forbidden. 1 In breve: non si può considerare la marcatura CE Atex come fosse una discrezionale e contrattabile caratteristica del prodotto. La sua applicazione ad un prodotto e in uno specifico ambiente di lavoro non può semplicemente derivare da una richiesta contrattuale, ma deve essere la conseguenza di una obiettiva valutazione dei rischi che consideri sia il contenuto della ATEX I che della ATEX II; per questo stesso motivo le norme tecniche volontarie non sono quelle che potranno rispondere a domande riguardanti l applicabilità o no delle direttive appena citate ai prodotti. 3. Impieghi in ambiente domestico e non commerciale La circostanza che l ambito di applicazione della direttiva sia quello professionale, ove la tutela sia esplicitamente rivolta nei confronti dei lavoratori esposti all atmosfera esplosiva, è confermato da quanto espressamente previsto dall articolo 1, comma 4 della direttiva ATEX I: Sono esclusi dal campo di applicazione della presente direttiva: - apparecchi destinati ad impieghi in ambiente domestico e non commerciale, ove un atmosfera potenzialmente esplosiva può essere provocata soltanto raramente ed unicamente in conseguenza ad una fuga accidentale di gas

4 Solo per esempio, sarà utile ricordare che le caldaie murali a gas, i fornelli a gas e scaldacqua elettrici ed a gas non sono considerati nel campo di applicazione delle direttive ATEX. È anche necessario ricordare che, diversamente dalle disposizioni precedenti riguardanti il rischio di utilizzo in atmosfera esplosiva, la ATEX I non fa alcuna differenza tra prodotti elettronici e meccanici, ma introduce nuovi criteri per la tutela dai rischi derivanti dall utilizzo delle apparecchiature in atmosfera esplosiva, la valutazione del rischio è indipendente dalla modalità di funzionamento delle apparecchiature. 4. Tutela in ambiente domestico e non commerciale La valutazione del rischio di esplosione del legislatore, presente nella direttiva ATEX I, esclude quindi, esplicitamente, dal proprio ambito di applicazione l ambiente domestico, anche per evitare che le nostre cucine o i nostri bagni possano essere considerati luoghi di lavoro con presenza di atmosfera esplosiva. Salvo considerare la nicchia di installazione del misuratore di gas, collocata sulla proprietà dell utilizzatore in ambiente domestico, un luogo di lavoro con atmosfera esplosiva, con conseguente applicazione del D.Lgs. 81/2008 nella parte in cui si occupa di questi rischi, che sarebbe una conclusione eccessiva ed estranea alle previsioni di legge, sembra piuttosto pacifico concludere cha anche il misuratore di gas sia collocato in un ambiente escluso dalla tutela della ATEX I e II. Cioè: anche il misuratore di gas (G4) è installato in ambiente domestico, esattamente come una caldaia murale. Quanto sopra non significa affatto che non siano tenute in considerazione le tutele necessarie per consentire un uso sicuro dell apparecchiatura: devono essere applicate le disposizioni, cogenti per il fabbricante, relative alla costruzione del misuratore (direttiva MID, compatibilità elettromagnetica, direttiva bassa tensione e relative norme tecniche) e devono essere rispettate le norme tecniche relative alla corretta installazione dell apparecchiatura, prima fra tutte la norma UNI Ovviamente sarebbe un errore considerare il rischio di una fuga di gas come una condizione non patologica, ma fisiologica, normale e conseguente all installazione di una apparecchiatura sull impianto di distribuzione del gas: significherebbe che non ci 4

5 possono essere installazioni a regola d arte, che ad ogni installazione consegue una fuga di gas e quindi la produzione di atmosfera esplosiva, conclusione che sarebbe inaccettabile, da ogni punto di vista. In sintesi: la sicurezza di un misuratore di gas domestico, smart o meccanico, è garantita dall applicazione delle direttive che il fabbricante deve rispettare per costruirlo e quindi immetterlo sul mercato e dalle norme che tecniche che presidiano l installazione del prodotto. Il legislatore ritiene che queste norme siano sufficienti a scongiurare anche il pericolo derivante da potenziali atmosfere esplosive. 5. Responsabilità Dal punto di vista del rischio di esplosione derivante da una fuga di gas e quindi dal punto di vista ATEX, non ci sono differenze tra un misuratore di gas smart e una caldaia murale. Piuttosto la differenza è un altra: il primo è di proprietà ed è gestito dalla società di distribuzione del gas, la seconda è di proprietà ed è gestita dal consumatore finale. L esigenza di applicare la direttiva ATEX ai misuratori di gas non deriva da una imposizione di legge, ma dall esigenza presunta di tutelare la società distributrice del gas dal rischio derivante da una installazione in atmosfera potenzialmente esplosiva. Tuttavia il rischio non è tanto una conseguenza delle caratteristiche costruttive del prodotto, che è progettato e quindi idoneo ad evitare fughe di gas e privo di fonti di innesco, ma piuttosto una conseguenza dalle modalità e dalle condizioni di installazione, che non sono una responsabilità del fabbricante, ma dell installatore che interviene sull impianto del gas. Nell ipotesi che il rischio si verificasse, sarebbe ben difficile che il distributore venisse esentato dalle proprie responsabilità (di scelta del prodotto e di corretta installazione) per il solo fatto di aver preteso prodotti conformi alla direttiva ATEX. Purtroppo la direttiva ATEX è talvolta applicata come se si trattasse di una caratteristica commerciale del prodotto e come se fosse idonea a liberare il distributore delle responsabilità conseguenti all installazione, le quali invece restano a suo carico, indipendentemente dall applicazione della direttiva di prodotto. 5

6 6. Condizioni di mercato Sul mercato, di fatto, sono offerti strumenti di misura conformi alla direttiva ATEX, anche se gli stessi sono destinati ad ambiente domestico. La domanda se i misuratori debbano essere adatti per l uso in zona 1 oppure in zona 2, secondo la classificazione delle zone di rischio di esplosione della ATEX II, considerate le premesse, ha una immediata risposta. Sembra certamente eccessivo prevedere la classificazione dei misuratori di gas per la zona 1, essendo la classificazione per zona 2 già eccedente rispetto alle previsioni di legge, concernenti il campo di applicazione delle ATEX, che riguardano un ambito professionale e non domestico. 7. Conclusione L applicazione della direttiva ATEX ai misuratori di gas a uso domestico (smart e meccanici) deriva esclusivamente da esigenze nate dal mercato, di fatto, e non da considerazioni sull ambito di applicazione, di diritto, della norma. Il legislatore prevede che la prevenzione del rischio di fuga di gas e di esplosione in ambiente domestico sia attuata con l uso di apparecchi conformi alla normativa cogente in vigore e con il rigoroso rispetto delle norme tecniche d installazione per gli impianti. La classificazione dei misuratori di gas nell ambito di installazione in zona 2, in applicazione della norma EN costituisce già un abuso delle disposizioni della direttiva ATEX. Tanto più grave sarebbe una classificazione dei misuratori che li rendesse idonei all uso in zona 1. Ancora una volta la sicurezza non deve essere ricercata attraverso l artificiosa implementazione degli oneri per i fabbricanti, quanto piuttosto nell accurata selezione dei prodotti e nella cura delle operazioni di installazione e manutenzione. 6

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