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2 INDICE 1. PREMESSE DESCRIZIONE SOMMARIA DEI CORPI DI FABBRICA IN OGGETTO LEGGI E REGOLAMENTI MATERIALI COSTITUTIVI LA STRUTTURA CARICHI AGENTI SOVRACCARICHI VARIABILI VENTO NEVE CARICHI AGENTI SUI SOLAI Solaio tipo 1 - calpestio centrali tecnologiche (S3) Solaio tipo 2 - calpestio zona locale Boylers (S3) Solaio tipo 3 - calpestio aule universitarie (S3) Solaio tipo 4 - calpestio cucine (S2) Solaio tipo 5 - calpestio scale e zone limitrofe Solaio tipo 6 - calpestio spogliatoi e zone comuni cucine (S2) Solaio tipo 7 calpestio ambulatori (S1-T) Solaio tipo 8 - calpestio uffici (P1) Solaio tipo 9 calpestio pilotis (P1) Solaio tipo 10 - calpestio solettone (P2) Solaio tipo 11 - calpestio degenze reparti vari (P2-P9) Solaio tipo 12 - calpestio degenze reparti vari (P2-P9) - zona travi a spessore Solaio tipo 13 calpestio piano copertura (P10) Solaio tipo 14 calpestio piano copertura (P10) - zona travi a spessore Solaio tipo 15 - calpestio locali tecnici in copertura (P10) Tamponature esterne METODO DI CALCOLO STRUTTURALE METODO DI ANALISI SISMICA IMPIEGATO DATI PER L IMPOSTAZIONE DEL CALCOLO COMBINAZIONE DELLE AZIONI MATERIALI Conglomerato cementizio Acciaio PARAMETRI USATI PER L ANALISI SISMICA DINAMICA CONDIZIONI DI CARICO ELEMENTARI COMBINAZIONI DELLE CCE (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 1 -

3 1. PREMESSE La presente relazione ha per oggetto la descrizione del calcolo sismico relativo alle strutture portanti del cosiddetto corpo A, corpo che costituisce la parte maggioritaria dell edificio che ospita l Ospedale Sant Andrea a Roma, in via di Grottarossa. Tale edificio è stato oggetto di una precedente e più generale relazione tecnica - sempre a firma dello scrivente denominata RVS1. Tale studio è stato commissionato con Determinazione n 28 del nella quale si richiedeva appunto «la valutazione numerica del comportamento strutturale sotto sisma delle strutture portanti del fabbricato complesso Azienda ospedaliera Sant Andrea». Il corpo di fabbrica in esame è a sua volta suddiviso da due giunti tecnici in tre corpi, denominati A1, A2 ed A3, di cui il primo e l ultimo sono sostanzialmente uguali dal punto di vista geometrico e presentano poche differenze per ciò che riguarda i carichi, soprattutto quelli variabili, in conseguenza delle diverse destinazioni d uso assegnate alla varie zone ed ai vari livelli. Fig. 1.1 Pianta con indicazione dei giunti strutturali che dividono i vari corpi di fabbrica. 2. DESCRIZIONE SOMMARIA DEI CORPI DI FABBRICA IN OGGETTO La descrizione completa dell edificio che ospita l Ospedale Sant Andrea è riportata nella precedente relazione già citata, nel seguito si riporteranno quindi solamente dei cenni di riepilogo. L edificio, nel suo complesso, presenta uno sviluppo articolato sia in pianta sia in alzato; nel suo sviluppo in altezza supera dapprima un significativo dislivello del terreno di costruzione e successivamente si sviluppa in elevazione per ulteriori nove piani; la parte bassa dell edificio costituisce cioè una piastra di base per la parte alta a torre. Escludendo il primo livello più basso (completamente interrato e destinato a funzioni residuali) i piani della piastra di base sono pari a quattro: di cui i primi tre interrati dal lato di Via di Grottarossa e fuori terra dal lato del raccordo anulare e l ultimo il cosiddetto piano terra completamente fuori terra. La parte alta a torre dell edificio si sviluppa dal primo al nono piano e presenta nel passaggio fra il (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 2 -

4 primo ed il secondo piano un cambio della sezione, del numero e soprattutto della posizione in pianta dei pilastri. Tale cambio della posizione in pianta dei pilastri, ovvero della realizzazione con pilastri in falso dei successivi otto piani della torre, è stata gestita con la realizzazione di un solaio a cassone di grande spessore. L edificio raggiunge un altezza complessiva dalle fondazioni pari all incirca a 51,50 m dei quali la cosiddetta piastra di base costituisce i primi 18,80 m e la torre i successivi 32,70 m. La parte bassa dell edificio si sviluppa in pianta lungo due archi di cerchio concentrici di cui nella torre si conserva solo quello a raggio minore. Ai due edifici ad arco della parte bassa dell edificio sono interposte quattro chiostrine e fra queste e lateralmente cinque zone di collegamento ad ogni piano di tali corpi di fabbrica ad arco. La particolarità di tali zone di passaggio è quella di funzionare staticamente come delle pensiline a doppio sbalzo da un telaio centrale con le estremità in semplice appoggio sulle travi di bordo degli edifici ad arco. Oltre alle pensiline descritte, che si configurano come giunti longitudinali, esistono altri due giunti trasversali che dividono, per tutto il loro sviluppo in elevazione, ognuno degli edifici ad arco in tre corpi di fabbrica. 3. LEGGI E REGOLAMENTI Nelle verifiche strutturali svolte sono state rispettate le seguenti Norme Tecniche: - Legge n. 1086: Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato e precompresso ed a struttura metallica ; - Legge n. 64: Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche ; - D.M : Nuove norme tecniche per le costruzioni ; - Circolare n 617 del : Istruzioni per l applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni» di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008 ; - Norme CNR : Analisi di strutture mediante elaboratore: impostazione e redazione delle relazioni di calcolo. 4. MATERIALI COSTITUTIVI LA STRUTTURA Nelle verifiche statiche svolte si sono fatte le seguenti ipotesi e caratterizzazioni dei materiali costitutivi la struttura portante, frutto sia delle informazioni reperite su base documentale che del risultato delle indagini conoscitive effettuate. - calcestruzzo per getti armati di elevazione assimilabile alla classe di resistenza C25/30; - acciaio in barre tonde ad aderenza migliorata per opere in c.a. assimilabile al tipo B450A. 5. CARICHI AGENTI Nelle analisi statiche effettuate si sono considerati agenti sia carichi verticali che orizzontali; nel seguito si riportano dapprima i sovraccarichi variabili verticali presi a base di calcolo e successivamente la distinzione fra le varie tipologie di solaio presenti nell edificio. (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 3 -

5 5.1. Sovraccarichi variabili Nelle analisi dei carichi verticali agenti si sono assunti i seguenti sovraccarichi variabili, conformi al punto (tab. 3.1.II) del DM : 1) sulle zone di calpestio delle centrali tecnologiche (S3) 10,00 KN/mq 2) sulle zone di calpestio dei locali Boylers (S3) 20,00 KN/mq 3) sulle zone di calpestio delle aule universitarie (S3) 4,00 KN/mq 4) sulle zone di calpestio delle cucine, spogliatoi e zone comuni (S2) 4,00 KN/mq 5) sulle scale e zone limitrofe 5,00 KN/mq 6) sulle zone di calpestio ambulatori (S1-T) 3,50 KN/mq 7) sulle zone di calpestio uffici (P1) 3,00 KN/mq 8) sul zone di calpestio reparti degenze (P1-P9) 3,00 KN/mq 9) sulla copertura praticabile e sul piano pilotis (P1) 2,00 KN/mq 10) sulle zone di calpestio dei locali tecnici in copertura 4,00 KN/mq 5.2. Vento L azione del vento non è stata considerata in quanto, ai sensi delle norme vigenti, il vento non va combinato con il sisma. Nel caso in esame l azione sismica (proporzionale alla massa inerziale dell edificio) induce nella struttura sollecitazioni significativamente maggiori rispetto alle sollecitazioni indotte dall azione del vento (proporzionale all altezza dell edificio ed alle superficie esposte). Il soddisfacimento delle verifiche di resistenza e deformabilità della struttura sotto l azione sismica implica quindi che risultino soddisfatte anche le verifiche di resistenza e deformabilità sotto l azione del vento, pertanto queste ultime sono state omesse Neve Il carico di riferimento delle neve viene calcolato secondo quanto riportato al punto 3.4. del DM q s = μ i x q SK x C E x C t Il valore di riferimento del carico neve al suolo q sk essendo la Provincia di Roma in ZONA III ed il sito a una quota sul livello del mare a s > 200 m risulta pari a: q sk = 0,51 x [1 + (360/481) 2 ] = 0,80 KN/mq Il coefficiente di forma della copertura μ i essendo l angolo α di cui è inclinata la copertura compreso nell intervallo 0 < α <30 risulta pari a: μ i = 0,80 Il coefficiente di esposizione C E essendo la classe di topografia normale per come definita dalla tabella del DM risulta pari a: C E = 1,00 il coefficiente termico C t in assenza di uno specifico e documentato studio viene posto pari a: C t = 1,00 Pertanto il carico neve di normativa risulta: q = 0,80 x 1,00 x 0,8 = 0,64 KN/mq in considerazione sia delle ipotesi poste a base del progetto originario che della circostanza che sul terrazzo di copertura sono presenti vari macchinari nei calcoli della struttura si assumerà il valore di sovraccarico pari a 2,00 KN/mq, cioè ben più alto del valore caratteristico per la neve. (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 4 -

6 5.4. Carichi agenti sui solai Nel seguito si riportano le analisi dei carichi agenti a mq. di superficie di solaio: gli stessi solai vengono differenziati e denominati in maniera analoga a come vengono poi definiti nel calcolo automatico della struttura (di cui si dirà nel seguito) Solaio tipo 1 - calpestio centrali tecnologiche (S3) - sovraccarico variabile 10,00 KN/mq 17,30 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 1" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 2 - calpestio zona locale Boylers (S3) - sovraccarico variabile 20,00 KN/mq 27,30 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 2" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 3 - calpestio aule universitarie (S3) - sovraccarico variabile 4,00 KN/mq 11,30 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 3" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 4 - calpestio cucine (S2) - peso proprio pavimento + allettamento + massetto + intonaco 5,00 KN/mq - incidenza tramezzi 1,00 KN/mq - sovraccarico variabile 4,00 KN/mq (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 5 -

7 14,50 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 4" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 5 - calpestio scale e zone limitrofe Soletta piena in c.a. - p.p. soletta s = 20 cm 5,00 KN/mq - peso proprio gradini + allettamento + rivestimento 3,00 KN/mq - sovraccarico variabile 5,00 KN/mq 13,00 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 5" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 6 - calpestio spogliatoi e zone comuni cucine (S2) - incidenza tramezzi 1,20 KN/mq - sovraccarico variabile 4,00 KN/mq 12,50 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 6" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 7 calpestio ambulatori (S1-T) - incidenza tramezzi 1,20 KN/mq - sovraccarico variabile 3,50 KN/mq 12,00 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 7" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 8 - calpestio uffici (P1) - peso proprio pavimento + allettamento + massetto + intonaco 4,50 KN/mq - incidenza tramezzi 1,00 KN/mq - sovraccarico variabile 3,00 KN/mq 13,00 KN/mq (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 6 -

8 Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 8" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 9 calpestio pilotis (P1) - sovraccarico variabile 2,00 KN/mq 9,30 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 9" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 10 - calpestio solettone (P2) Doppia soletta piena in c.a. s = cm (orditura incrociata) - p.p. soletta 6,00 KN/mq - peso proprio pavimento + allettamento + massetto + intonaco 1,40 KN/mq - incidenza tramezzi 0,50 KN/mq - sovraccarico variabile 1,50 KN/mq 9,40 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 10" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 11 - calpestio degenze reparti vari (P2-P9) Solaio laterocementizio a travetti in laterizio e pignatte monoblocco H = 25 (20,5+4,5) cm; larghezza nervature b = 10 cm.; interasse travetti i = 60 cm. - peso proprio solaio 3,00 KN/mq - incidenza tramezzi 1,00 KN/mq - sovraccarico variabile 3,00 KN/mq 9,80 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 11" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 12 - calpestio degenze reparti vari (P2-P9) - zona travi a spessore Il peso del solaio non viene considerato in quanto in questa zona è presente una travea spessore di larghezza pari a quella della luce del solaio. - incidenza tramezzi 1,00 KN/mq - sovraccarico variabile 3,00 KN/mq 6,80 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 11" nel calcolo automatico della struttura. (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 7 -

9 Solaio tipo 13 calpestio piano copertura (P10) - peso proprio pavimento + allettamento + massetto + intonaco 6,00 KN/mq - sovraccarico variabile 2,00 KN/mq 12,50 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 13" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 14 calpestio piano copertura (P10) - zona travi a spessore Il peso del solaio non viene considerato in quanto in questa zona è presente una travea spessore di larghezza pari a quella della luce del solaio. - peso proprio pavimento + allettamento + massetto + intonaco 6,00 KN/mq - sovraccarico variabile 2,00 KN/mq 8,00 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 14" nel calcolo automatico della struttura Solaio tipo 15 - calpestio locali tecnici in copertura (P10) - incidenza tramezzi e tamponature 2,20 KN/mq - sovraccarico variabile 4,00 KN/mq 13,50 KN/mq Il solaio in argomento e` definito quale "tipo 15" nel calcolo automatico della struttura Tamponature esterne Oltre ai carichi già descritti in precedenza nei calcoli si è tenuto conto del peso di varie tipologie d tamponatura esterna così differenziate: T1 - tamponatura realizzata con un pannello in cls prefabbricato di altezza pari a circa 100 cm, pilastrini in c.a. prefabbricati posti ad interasse netto pari a circa 100, infisso in alluminio, vetro e avvolgibile; peso complessivo stimato in circa 3,20 KN/mq; T2 - tamponatura realizzata in doppia parete di mattoni forati intonacata ed intercapedine areata (tamponatura a cassetta), per un altezza pari circa 200 cm, con sovrastanti pilastrini in c.a. prefabbricati di altezza pari a circa cm 100, posti ad interasse netto pari a circa 100, infisso in alluminio, vetro e avvolgibile; peso complessivo stimato in circa 2,75 KN/mq; T3 - tamponatura realizzata in doppia parete di mattoni forati intonacata ed intercapedine areata (tamponatura a cassetta), peso complessivo stimato in circa 3,00 KN/mq; (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 8 -

10 T4 - tamponatura realizzata in doppia parete di mattoni forati intonacata ed intercapedine areata (tamponatura a cassetta), per un altezza pari circa 200 cm, con sovrastante grata in ferro di altezza pari a circa 100 cm; peso complessivo stimato in circa 2,10 KN/mq; T5 - tamponatura realizzata con una parete di mattoni semipieni intonacata su una sola faccia ; peso complessivo stimato in circa 4,80 KN/mq; T6 - tamponatura realizzata esclusivamente da un infisso in alluminio, vetro e avvolgibile; peso complessivo stimato in circa 0,80 KN/mq; T7 - tamponatura realizzata con un pannello in cls prefabbricato di altezza pari a circa 100 cm, infisso in alluminio, vetro e avvolgibile in corrispondenza di pilastrini in c.a. facente parte della struttura; peso complessivo stimato in circa 1,50 KN/mq; 6. METODO DI CALCOLO STRUTTURALE La struttura in c.a. è stata calcolata utilizzando il metodo degli Elementi Finiti. In tal senso si è provveduto a schematizzare la struttura stessa con un telaio spaziale (per ciascun corpo di fabbrica) formato da travi e pilastri incastrati al piede nelle fondazioni. A fronte dei risultati ottenuti con la procedura di calcolo automatico si sono comunque effettuati dei riscontri e controlli manuali per meglio tener conto della realtà costruttiva. Ai tabulati dei suddetti calcoli automatici dei corpi di fabbrica A1, A2 ed A3 si allegano gli schemi strutturali per mezzo dei quali si sono impostati i calcoli medesimi delle strutture: detti schemi (in pianta) riportano per ogni impalcato la numerazione dei nodi e delle aste. In tal modo sono individuate tutte le suddette aste componenti i telai spaziali. *************** Il metodo risolutivo sviluppato dal computer è quello degli spostamenti, con il quale si raggiungono, tramite le rotazioni e traslazioni dei nodi, le sollecitazioni agenti alle estremità di ogni asta. Come dati di ingresso vengono forniti: - le coordinate dei nodi; - il grado di libertà dei nodi; - il numero e le dimensioni delle sezioni utilizzate; - il modulo elastico del materiale; - i carichi (ripartiti o concentrati) applicati alle aste; - il numero di condizioni di carico; - i dati delle aste (nodi di estremità, sezione, materiale, carico ripartito applicato). Come dati di uscita vengono forniti: a) gli spostamenti relativi massimi (orizzontali e verticali) e le rotazioni dei nodi b) lo sforzo normale, il taglio ed i momenti flettenti agenti alle estremità delle aste. Le sollecitazioni delle aste e degli elementi bidimensionali vengono omesse al fine di rendere più leggibile il tabulato di calcolo. Per quanto riguarda la risposta dell insieme strutturale all azione orizzontale del sisma si è fatta l ipotesi di infinita rigidezza nel proprio piano dei solai: il tutto al fine di diminuire il numero di gradi di libertà dei nodi strutturali. Oltre a ciò si è tenuto conto della rigidezza dei nodi strutturali (intersezioni travi/pilastri) riducendone la dimensione del 20%. Il programma di calcolo utilizzato è l X-Finest con un pre e post-processore (ModeSt); il tutto implementato su Personal Computer. (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 9 -

11 I suddetti tabulati (differenziati per singolo corpo di fabbrica) sono contenuti nei Fascicoli dei calcoli (elaborati RVS2-A1, RVS2-A2 ed RVS2-A3). 7. METODO DI ANALISI SISMICA IMPIEGATO La risposta strutturale sotto sisma è stata valutata eseguendo un analisi dinamica lineare associata allo spettro di risposta di progetto normativo. L analisi dinamica lineare si fonda sulla determinazione dei modi di vibrare della struttura (analisi modale) e nel calcolo degli effetti dell azione sismica relativa per ciascuno dei modi di vibrare calcolati e quindi nella combinazione di questi effetti. Lo spettro di progetto per gli stati limite ultimi (sistema dissipativo) è stato definito a partire dallo spettro di risposta elastico assumendo un fattore di struttura pari a: q = q 0 x K R = 3,0 x 1,15 x 0,80 = 2,76 dove: q 0 = 3,0 per strutture a telaio in CLASSE DI DUTTILITÀ BASSA; α u /α 1 = 1,15 per strutture non regolari in pianta con più piani e più campate; K R = 0,80 per strutture non regolari in altezza. Lo spettro di progetto per gli stati limite di esercizio (sistema non dissipativo) è stato definito a partire dallo spettro di risposta elastico assumendo un fattore di struttura unitario. 8. DATI PER L IMPOSTAZIONE DEL CALCOLO Il calcolo viene condotto ipotizzando che la struttura sia sottoposta alle azioni verticali (carichi permanenti strutturali e permanenti non strutturali e carichi variabili) ed all azione orizzontale del sisma. Il metodo usato è quello semiprobabilistico agli stati limite secondo le prescrizioni del DM Combinazione delle azioni Ai fini delle veriche degli stati limite sono state definite le seguenti combinazioni delle azioni Stato limite ultimo SLU F d = γ G1 x G 1 + γ G2 x G 2 + γ q1 x Q k1 + γ q2 x ψ 02 x Q k2 + γ q3 x ψ 03 x Q k3 Stato limite di esercizio SLE - Combinazioni rare F d = G 1 + G 2 + Q k1 + ψ 02 x Q k2 + ψ 03 x Q k3 Stato limite di esercizio SLE - Combinazioni frequenti F d = G 1 + G 2 + ψ 11 x Q k1 + ψ 22 x Q k2 + ψ 23 x Q k3 Stato limite di esercizio SLE - Combinazioni quasi permanenti F d = G 1 + G 2 + ψ 21 x Q k1 + ψ 22 x Q k2 + ψ 23 x Q k3 (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 10 -

12 Stato limite ultimo SLV ed SLC e di esercizio SLO e SLD Combinazione sismica F d = E+ G 1 + G 2 + ψ 21 x Q k1 + ψ 22 x Q k2 + ψ 23 x Q k3 dove: G 1 G 2 Q k1 Q ki γ Gi γqj ψ0j ψ1j ψ 2 j è il valore delle azioni permanenti strutturali; è il valore delle azioni permanenti non strutturali; è il valore caratteristico dell azione base di ogni combinazione; sono i valori caratteristici delle azioni variabili tra loro indipendenti; coefficiente parziale di sicurezza (di cui alla tabella 2.6.I); coefficiente parziale di sicurezza (di cui alla tabella 2.6.I); coefficiente di combinazione (di cui alla tabella 2.5.I); 8.2. Materiali Nei paragrafi che seguono si riportano le caratteristiche dei materiali che sono stati utilizzati per l esecuzione dell opera (in linea con i risultati della campagna diagnostica effettuata), per i quali sono riportati i valori nominali di calcolo (D.M. 14 gennaio 2008) Conglomerato cementizio Calcestruzzo per getti in c.a. per opere in elevazione di classe assimilabile a C25/30 N/mmq γ c = 1,5 f ck = 0,83 x R ck = 0,83 x 30 = 24,9 N/mmq f cd = f ck x 0,85/γ c = 24,9 x 0,85/1,5 = 14,11 N/mmq f ctm = 0,30 x (f ck ) 2/3 = 0,30 x (24,9) 2/3 = 2,56 N/mmq f ctd = 0,7 X f ctm /γ c = 0,7 x 2,56/1,5 = 1,19 N/mmq E cm = x (f cm /10) 0,3 = x ((24,9 + 8)/10) 0,3 = = N/mmq Acciaio Acciaio ordinario per elementi in c.a. assimilabile a B450A γ s = 1,15 f yk = 450 N/mmq f yd = f yk /γ s = 450/1,15 = 391,3 N/mmq f t = 540 N/mmq f ctd = 0,7 X f ctm /γ c = 0,7 x 2,83/1,5 = 1,32 N/mmq E s = N/mmq (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 11 -

13 8.3. Parametri usati per l analisi sismica dinamica Il calcolo viene condotto ipotizzando che la struttura sia sottoposta alle azioni sismiche corrispondenti alla micro zonazione contenuta nelle Norme Tecniche. Pertanto i dati corrispondenti a questa schematizzazione sono i seguenti: - Zona sismica: 3A - Sito di costruzione: Ospedale S.Andrea Roma LON LAT Contenuto tra ID reticolo: Categoria del suolo di fondazione: B (dato confermato dai risultati dell indagine geofisica effettuata) - Vita nominale V N : Classe d'uso: classe IV (strategico) - Classe di duttilità: B - Modi da calcolare: 18 (Corpi A1 ed A3);12 (Corpo A2) - Modi da considerare: tutti i modi calcolati - Angolo di ingresso del sisma: + 20 (Corpo A1); 0 (Corpo A2); - 20 (Corpo A3) - Condizione topografica: Categoria T1. Nel tabulato di calcolo automatici (elaborati RVS2-A1, RVS2-A2 e RVS2-A3) tali elementi sono riportati più nel dettaglio nel capitolo denominato Parametri di calcolo Condizioni di carico elementari Nei calcoli sono state analizzate diverse situazioni di carico agente relative alla combinazione delle seguenti condizioni di carico elementari: 1) carichi verticali dovuti ai pesi permanenti non strutturali delle tamponature; 2) carichi verticali dovuti ai pesi permanenti strutturali dei solai; 3) carichi verticali dovuti ai pesi permanenti non strutturali dei solai; 4) carichi verticali dovuti ai pesi variabili dei solai categorie E (magazzini, centrali tecnologiche); 5) carichi verticali dovuti ai pesi variabili dei solai categoria C (ambienti suscettibili di grande affollamento); 6) carichi verticali dovuti al peso proprio della struttura; 7) momento torcente allo SLO; 8) sisma direzione X allo SLO; 9) sisma direzione Y allo SLO; 10) momento torcente allo SLD; 11) sisma direzione X allo SLD; 12) sisma direzione Y allo SLD; 13) momento torcente allo SLV; 14) sisma direzione X allo SLV; 15) sisma direzione Y allo SLV Combinazioni delle CCE Componendo le suddette condizioni di carico elementari sono state analizzate complessivamente n 28 combinazioni di carico. Nei tabulati di calcolo automatici tali combinazioni di carico sono riportate nel paragrafo denominato Combinazioni delle CCE. (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 12 -

14 COMBINAZIONI DELLE CCE: CC Comm. TCC An. Bk Mt ±S X ±S Y CC 1 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+X+0.3Y SLV L N CC 2 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+X+0.3Y SLD L N CC 3 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+X+0.3Y SLO L N CC 4 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+X-0.3Y SLV L N CC 5 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+X-0.3Y SLD L N CC 6 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+X-0.3Y SLO L N CC 7 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+0.3X+Y SLV L N CC 8 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+0.3X+Y SLD L N CC 9 - Amb. 1 (SLU S) S Mt+0.3X+Y SLO L N CC 10 - Amb. 1 (SLU S) S Mt-0.3X+Y SLV L N CC 11 - Amb. 1 (SLU S) S Mt-0.3X+Y SLD L N CC 12 - Amb. 1 (SLU S) S Mt-0.3X+Y SLO L N CC 13 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+X+0.3Y SLV L N CC 14 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+X+0.3Y SLD L N CC 15 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+X+0.3Y SLO L N CC 16 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+X-0.3Y SLV L N CC 17 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+X-0.3Y SLD L N CC 18 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+X-0.3Y SLO L N CC 19 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+0.3X+Y SLV L N CC 20 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+0.3X+Y SLD L N CC 21 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt+0.3X+Y SLO L N CC 22 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt-0.3X+Y SLV L N CC 23 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt-0.3X+Y SLD L N CC 24 - Amb. 1 (SLU S) S -Mt-0.3X+Y SLO L N CC 25 - Amb. 2 (SLU) SLU L N CC 26 - Amb. 2 (SLE R) SLE R L N CC 27 - Amb. 2 (SLE F) SLE F L N CC 28 - Amb. 2 (SLE Q) SLE Q L N in cui: SLU Stato limite ultimo SLD Stato limite di danno SLV Stato limite di salvaguardia della vita SLE R Stato limite per combinazioni rare SLE F Stato limite per combinazioni frequenti SLE Q Stato limite per combinazioni quasi permanenti (file: OspSAndrea_RVS2_01.doc) - pag. 13 -

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