Gli strumenti di lettura e programmazione del fabbisogno di comunità

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1 Gli strumenti di lettura e programmazione del fabbisogno di comunità DOTT.SSA NOEMIA PIOLANTI CAPOAREA POLITICHE DI SOSTEGNO, GIOVANI, SPORT E RAPPORTI INTERNAZIONALI - COMUNE DI RAVENNA RESPONSABILE UFFICIO DI PIANO - ZONA SOCIALE DI RAVENNA 1

2 I principi del sistema istituzionale integrato Centralità degli enti locali nella programmazione, regolazione e realizzazione dei servizi a rete Separazione delle funzioni di governo (pianificazione, programmazione, monitoraggio dei risultati) da quelle di produzione dei servizi e delle prestazioni Individuazione della zona distrettuale quale ambito territoriale ottimale per l'esercizio del governo e delle funzioni ad esso collegate 2

3 Gli strumenti della governance per l'integrazione socio sanitaria La Regione assume come finalità del sistema socio sanitario regionale la promozione della salute e del benessere intesa come l'insieme di interventi sui fattori sociali, sanitari, ambientali, economici e su tutto ciò che determina lo stato di ben-essere delle persone e, conseguentemente, delle comunità locali 3

4 Gli strumenti della governance per l'integrazione socio sanitaria Si è passati pertanto da un concetto di benessere inteso fondamentalmente in senso socio-sanitario ad una lettura più estesa, che comprende diversi aspetti che possono influire sulla propria qualità della vita, ed è stato introdotto il tema della prevenzione per evitare l'incacrenirsi di determinate situazioni e di promozione di azioni a supporto 4

5 Ieri: tanti piani... Piani per la salute (PPS) Piani di zona (PDZ) Piano per le attività della non autosufficienza Piano attuativo locale (PAL) Piano attuativo territoriale (PAT)... 5

6 Oggi: semplificazione degli strumenti di programmazione I Piani di zona per la salute ed il benessere sociale ricomprendono: Il vecchio pdz I piani per la salute Il Piano per le attività della non autosufficienza Il Piano attuativo territoriale (PAT) Nell'ottica di una progressiva semplificazione degli strumenti e di una maggiore integrazione delle politiche 6

7 Piano di zona distrettuale per la salute ed il benessere sociale Il Piano distrettuale per la salute ed il benessere sociale, di durata triennale, sostituisce il Piano di zona, rafforzandone il raccordo fra diversi ambiti di azione Esso: Individua le priorità strategiche di salute e benessere sociale nelle diverse aree di intervento Definisce gli obiettivi triennali da perseguire, individuando gli strumenti per l'integrazione delle politiche È declinato in programmi attuativi annuali 7

8 Il programma attuativo annuale Il Programma attuativo annuale (PAA) costituisce la declinazione annuale del Piano di zona distrettuale per la salute ed il benessere sociale; in particolare specifica gli interventi ed i progetti da realizzare a livello distrettuale nel corso dell'anno, richiamando gli obiettivi strategici triennali e garantisce la connessione e l'integrazione delle politiche in ordine ai target ed agli ambiti di riferimento individuati (Responsabilità familiari, Infanzia ed adolescenza, Giovani, Immigrati stranieri, Povertà ed esclusione sociale, Anziani, Disabili, Sportello Sociale) 8

9 Il percorso di costruzione del Piano Il Piano di zona triennale per la salute ed il benessere sociale 2009/2011 ed il Programma Attuativo annuale 2010 sono stati redatti in riferimento ai seguenti documenti: Piano Sociale e Sanitario 2008/2010 (DGR 175/2008) Linee guida regionali per la redazione del Piano triennale per la salute ed il benessere sociale (DGR 1682/2008) Profilo di Comunità della Provincia di Ravenna (sett. 2008) Atto di indirizzo e coordinamento della CTSS (sett. 2008) 9

10 IL PROFILO DI COMUNITA' DELLA PROVINCIA DI RAVENNA Il profilo di comunità nasce proprio come elemento informativo comune per indirizzare le scelte e renderle consapevoli. Offre la descrizione/fotografia della propria comunità locale e permette di esplorare i suoi punti di forza e le sue aree problematiche, individuare gli aspetti distintivi del territorio, le strutture, I bisogni delle Persone, le risorse e le carenze delle istituzioni e dei servizi offerti nell'individuazione degli interventi di sviluppo locale 10

11 IL PROFILO DI COMUNITA' DELLA PROVINCIA DI RAVENNA Il profilo di comunità, da intendersi come strumento di ricerca e di lettura, rappresenta pertanto la fotografia della realtà locale, utile per riflettere sui bisogni della società che cambia e per programmare interventi atti a superare le situazioni critiche emerse. 11

12 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO RAVENNATE LA FAMIGLIA sempre piu' piccola... sempre piu' fragile aumento delle famiglie monopersonali declino delle famiglie numerose 12

13 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO RAVENNATE LA FAMIGLIA sempre piu' sola sempre più povera... rarefazione delle reti familiari contesto economico mutato e troppo flessibile (necessità di integrazione al reddito) 13

14 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO RAVENNATE IDENTIKIT DELLE NUOVE FAMIGLIE POVERE In genere si tratta di famiglie monoreddito o monogenitoriale, con figli (anche ma non solo famiglie immigrate), senza reti parentali, per le quali un solo evento imprevisto (malattia, infortunio, spesa non preventivata, perdita del lavoro, ecc.) può compromettere il precario equilibrio raggiunto 14

15 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO RAVENNATE La causa principale è da ascriversi all'assenza/ perdita di un reddito da lavoro e conseguente squilibrio fra risorse disponibili e numero di consumatori familiari, il che non è necessariamente dovuto al maggior numero di figli ma al più ristretto numero di lavoratori 15

16 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO RAVENNATE Altri fattori determinanti: - progressiva precarizzazione del lavoro - alti costi della vita - stili di consumo non mutati - eventi critici (separazioni, perdita del lavoro, ecc.) 16

17 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO RAVENNATE - famiglia e lavoro sempre più instabili - forte aumento degli occupati atipici - necessità di interventi su più tipologie di servizi (non più solo sui servizi tradizionali : esenzione rette, rimborsi gas, TIA, IRPEF, ecc.) necessità di interventi concreti 17

18 L'ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO Atto di indirizzo e coordinamento: - legge la ricerca/fotografia (profilo) - interpreta i bisogni - offre indirizzi agli enti locali per la definizione delle priorità strategiche su cui impostare i piani di zona 18

19 L'ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO Dall'atto di indirizzo e coordinamento è emersa come area di intervento prioritaria quella della vulnerabilità delle famiglie da cui è scaturita la necessità di porre la famiglia al centro delle politiche, con un duplice profilo: - famiglia come contesto - famiglia come risorsa nella logica di aiutare chi aiuta 19

20 L'ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO A rafforzare tale convincimento, un altro elemento di riflessione: anche nelle famiglie che presentano una relativa condizione di benessere siamo in presenza di una crescente incertezza data dal non riuscire a mantenere per sè e le generazioni future il benessere e la sicurezza raggiunte 20

21 Le soluzioni Spesso si tratta di famiglie che manifestano bisogni orientati alla stabilizzazione delle proprie condizioni di vita: una casa, un affitto sostenibile, un lavoro stabile... e che per tali motivi necessitano di un aiuto economico anche temporaneo 21

22 Le soluzioni Questa situazione era già molto evidente nel corso del 2009: il Comune di Ravenna ha stanziato un fondo per interventi straordinari a sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi 22

23 Le soluzioni Nel 2009 la Regione Emilia Romagna ha stanziato un apposito Fondo denominato Programma straordinario a contrasto della crisi economica ai sensi dell'art. 31 della L.R. 9/2009 e ripartizione delle ulteriori risorse del Fondo sociale regionale che ha assegnato al Distretto di Ravenna complessivamente ,79 23

24 Le soluzioni Queste ulteriori risorse hanno permesso la costituzione di un fondo significativo di ,00 (di cui ,00 da fondi comunali ed ,00) da fondi regionali (programma straordinario e fondi povertà piano di zona) 24

25 Le soluzioni Inoltre, il Comune aveva già individuato ed attivato alcuni provvedimenti di sostegno, anche se non specificatamente rivolti alle famiglie dei lavoratori colpiti dalla crisi (Fondo gas, fondo irpef, fondo tia, ecc.) che miravano ad integrare, con utilizzo di risorse proprie del bilancio comunale, i redditi delle famiglie più disagiate. 25

26 Le soluzioni Nei tavoli di lavoro propedeutici alla redazione del Programma attuativo 2010, tale criticità è emersa come prioritaria a più livelli, non solo nel tavolo Povertà ed esclusione sociale 26

27 Le soluzioni Nel Comune di Ravenna la crisi sta interessando, in particolar modo, il mondo della produzione, le attività manifatturiere, industriali, artigianali, il settore del commercio e dei servizi. Diminuzione del fabbisogno di prestazioni d'opera e quindi abbassamento dei livelli occupazionali fino alla sospensione o espulsione di lavoratori dipendenti 27

28 Le soluzioni Forte scelta per il 2010 di orientare la quasi totalità delle risorse del Fondo locale Regionale per la realizzazione dei piani di zona al tema delle nuove povertà, prevedendo diverse linee di intervento 28

29 Le soluzioni Non solo: il Comune ha aumentato il proprio budget assegnato portandolo ad ,00, di cui: ,00 da destinare alle famiglie di lavoratori colpiti dalla crisi economica ,00 da destinare alle imprese che attivano contratti di lavoro subordinato continuativo pari o superiore a 12 mesi 200,000,00 da destinare all'assistenza economica 29

30 Le soluzioni I bandi sono ancora aperti, scadono rispettivamente il 31 dicembre prossimo (per le imprese) ed il 18 gennaio 2011 (per i lavoratori) 30

31 E per finire... 31

32 In ricordo dei vecchi metodi... 32

33 E sperimentando i nuovi... 33

34 Grazie per l'attenzione! 34

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