Sull import di un bene il rischio di un difetto pesa sul suo valore

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1 Articolo pubblicato su FiscoOggi ( Giurisprudenza Sull import un bene il rischio un fetto pesa sul suo valore 16 Ottobre 2017 La controversia, esaminata dalla Corte giustizia, attiene alla corretta interpretazione delle sposizioni contenute nel coce doganale comunitario e nel regolamento applicazione Una società, dopo aver acquistato autoveicoli verse tipologie da un produttore stabilito in Giappone ed averli immessi in regime libera pratica nel territorio dell Unione europea, ha venduto le auto ad alcuni concessionari per la successiva riventa agli utenti finali. Conformemente a quanto previsto dal coce doganale comunitario, il valore dei veicoli oggetto scambio è stato fissato sulla base del prezzo acquisto pagato al produttore giapponese e su tali valori la società ha corrisposto i dazi doganali stabiliti dall Inspecteur van de Belastingenst/Douane (Ispettore del servizio imposte/dogane dei Paesi Bassi, d ora in avanti l Ispettore). Il procemento principale - Alcune delle automobili messe in circolazione presentavano dei fetti che venivano risolti dai concessionari in forza della garanzia offerta alla venta. I costi sostenuti per le riparazioni erano stati prima rimborsati dal produttore giapponese e poi dalla società riventrice ai concessionari. La società ha richiesto un rimborso parziale dei dazi corrisposte sulle auto fettose in quanto il valore era risultato a posteriori inferiore al valore iniziale chiarato in dogana e ciò costituiva una mofica del prezzo effettivamente pagato. A parere della società richiedente, la fferenza tra il valore in dogana iniziale e il valore in dogana effettivo corrispondeva all importo rimborsato dal produttore per ogni automobile. 1 5

2 L Ispettore ha respinto le domande rimborso perché: con riferimento ad alcune vetture, pur ritenendo che la domanda riguardava una mofica del prezzo pagato per le automobili, esse non erano da ritenersi fettose nel senso previsto dalle sposizioni doganali; con riferimento alle altre, la domanda rimborso dei dazi doganali era stata presentata oltre il termine doci mesi decorrenti dalla data accettazione della chiarazione importazione. A seguito del rigetto la società ha proposto ricorso nanzi al Rechtbank Noord Holland, il tribunale della provincia dell Olanda settentrionale. Il giuce primo grado ha respinto il ricorso perché la società, al fine usufruire del rimborso legato alla moca del prezzo, avrebbe dovuto mostrate che, alla data accettazione della chiarazione importazione, le automobili erano fettose, non essendo sufficiente stabilire l eventualità o la possibilità dell esistenza un fetto per l applicazione tale sposizione. Le questioni pregiuziali - La causa è giunta nanzi allo Hoge Raad der Nederlanden (Corte suprema dei Paesi Bassi), che ha deciso sospendere il procemento e sottoporre alla Corte Giustizia Europea le seguenti questioni pregiuziali: se il coce doganale e il regolamento applicazione devono essere interpretati nel senso che il regime ivi previsto riguarda anche il caso in cui si accerta che al momento dell accettazione della chiarazione per una determinata merce esisteva il rischio, connesso alla fabbricazione, che una parte della merce si deteriorasse con l uso, e per questo motivo il ventore, in adempimento un obbligo contrattuale garanzia nei confronti dell acquirente, concede a quest ultimo una riduzione del prezzo in forma un rimborso delle spese da questo sostenute per moficare la merce in modo tale da escludere il rischio in parola. se le conzioni previste dal regolamento d applicazione per la mofica del valore in dogana, per cui la mofica del prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci deve essere avvenuta entro doci mesi dalla data dell accettazione della chiarazione immissione in libera pratica, sia contraria alle sposizioni del coce doganale. Il contesto normativo La controversia attiene la corretta interpretazione delle posizioni 2 5

3 contenute nell articolo 29, paragrafo 1 e 3 del coce doganale comunitario e nell articolo 145, paragrafo 2 e 3 del regolamento applicazione. L articolo 29 del coce doganale, ai paragrafi 1 e 3, prevede che il valore in dogana delle merci importate è il valore transazione, cioè il prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci quando siano vendute per l esportazione a destinazione del territorio doganale della Comunità, a conzione che non esistano restrizioni per la cessione o per l utilizzazione delle merci da parte del compratore oltre quelle previste tassativamente dalla lett. a) dell articolo 29. L articolo 145, paragrafo 2, del regolamento applicazione prevede che dopo l immissione in libera pratica, la mofica del prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci cui trattasi, effettuata dal ventore in favore dell acquirente, può essere presa in considerazione per la determinazione del valore in dogana a norma dell articolo 29 del coce qualora sia mostrato alle autorità doganali: che le merci erano fettose alla data cui all articolo 67 del coce; che il ventore ha effettuato la mofica in adempimento un obbligo contrattuale garanzia previsto dal contratto venta concluso prima dell immissione in libera pratica delle merci; che la natura fettosa delle merci non è già stata presa in considerazione nel contratto venta. Il paragrafo 3 dell articolo 145 citato spone che la mofica del prezzo delle merci, effettuata a norma del paragrafo 2, è conzionata al termine doci mesi dalla data accettazione della chiarazione immissione in libera pratica delle merci. Sulle questioni pregiuziali La prima questione pregiuziale verte sulla portata della natura fettosa che le merci importate devono presentare affinché la mofica, da parte del ventore a favore dell acquirente, del prezzo effettivamente pagato per tali merci possa essere presa in considerazione al fine della determinazione del valore in dogana. Sul punto gli eurogiuci hanno precisato che la merce è fettosa quando è priva delle qualità richieste o è imperfetta e quin si riscontrerà un fetto ogniqualvolta la merce non presenta le qualità che ci si può legittimamente attendere, tenuto conto della sua natura e tutte le circostanze pertinenti. Il concetto fettosità alla fabbricazione è ancor più stringente quando si riferisce a beni come le automobili, stante il legame con il concetto sicurezza delle persone che le utilizzano ed esso deve essere valutato necessariamente al momento della loro importazione nel territorio 3 5

4 dell Unione. Per quanto attiene l aspetto del valore da attribuire ai beni in dogana, il citato art. 29 del coce doganale lega tale valore al prezzo transazione, ossia al prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci quando siano vendute per l esportazione a destinazione del territorio doganale dell Unione. A tal riguardo la Corte giustizia ha precisato però che, sebbene il prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci costituisca, in linea generale, la base calcolo del valore in dogana, tale prezzo è un dato che deve essere eventualmente rettificato qualora tale operazione sia necessaria per evitare determinare un valore in dogana arbitrario o fittizio. Il valore in dogana, infatti, deve corrispondere al reale valore economico del bene. L'accertamento del rischio - Sulla base tali principi, pertanto, la circostanza per cui al momento dell importazione è stato accertato un rischio che la merce fosse fettosa alla fabbrica, a fronte del quale il ventore garantisce una riduzione del prezzo, consente la mofica del prezzo ai fini della determinazione del valore doganale ai sensi dell articolo 145, paragrafo 2 del regolamento d applicazione. La seconda questione attiene la corretta qualificazione del termine 12 mesi, decorrente dalla data accettazione della chiarazione immissione in libera pratica, perché sia accettata la mofica del prezzo ai fini della determinazione del valore doganale. In altre parole, se si ritiene che tale termine sia perentorio, in caso mofica del prezzo intervenuta dopo il docesimo mese, il valore transazione non potrà essere più rettificato e in dazi pagati in eccesso non rimborsati. A parere dei giuci comunitari, il termine dei doci mesi viola il sposto dell art. 78 del coce doganale laddove è previsto che le mofiche al valore doganale, comprese quelle conseguenti alla natura fettosa del bene, possono essere attuate entro tre anni. Sulla base tale principio, pertanto, il debitore può ottenere il rimborso dei dazi all importazione, come nel caso che ci occupa, fino alla scadenza un termine tre anni a decorrere dalla notifica tali dazi al debitore. Ne consegue che le sposizioni cui all articolo 145, paragrafo 3 del regolamento d applicazione sono contrarie a quelle contenute nel coce doganale e il termine doci mesi ivi previsto è in buona sostanza invalido. La decisione della Corte Per i motivi sopra esposti la Corte giustizia dell'unione europea è giunta alla seguente conclusione: 4 5

5 l articolo 145, paragrafo 2, del regolamento d applicazione deve essere interpretato nel senso che include una situazione, come quella cui al procemento principale, in cui sia accertato che, al momento dell accettazione della chiarazione immissione in libera pratica per una merce, sussiste un rischio, connesso alla fabbricazione, che tale merce venga fettosa con l uso, e in cui per questo motivo il ventore, in adempimento un obbligo contrattuale garanzia nei confronti dell acquirente, concede a quest ultimo una riduzione del prezzo sotto forma un rimborso delle spese sostenute dall acquirente per moficare la merce in modo tale da escludere il suddetto rischio. l articolo 145, paragrafo 3 del regolamento, prevedendo un termine doci mesi a decorrere dall accettazione della chiarazione d immissione in libera pratica delle merci entro il quale deve aver luogo la mofica del prezzo effettivamente pagato o da pagare, è invalido. Data della sentenza 12 ottobre 2017 Numero della causa C 661/15 Nome delle parti X BV contro Staatssecretaris van Financiën Emiliano Marvulli URL: 5 5