IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Pietro Sirena Avv. Michele Maccarone Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato da C.N.C.U. nella seduta del 22/03/2013 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Nel ricorso vengono affrontate una serie di questioni che riguardano distinti rapporti instaurati con l intermediario. Una prima serie di contestazioni riguarda il contratto di finanziamento correlato al rilascio di una carta. La carta sarebbe stata rilasciata in relazione a un contratto finalizzato, stipulato con un fornitore, in data 25 settembre L altro rapporto oggetto di contestazioni riguarda un contratto di finanziamento relativo a un prestito personale di stipulato il 12 giugno Le domande del ricorrente sono formulate in modo complesso e non chiaramente decifrabile, attraverso un parziale rinvio alla lettera-reclamo del 12 gennaio Con riguardo al prestito personale, il ricorrente contesta la validità di tale rapporto affermando che lo stesso si concreterebbe in un contratto costruito per eludere l applicazione di norme imperative, i diritti del consumatore, le norme di trasparenza ABI e contiene clausole vessatorie. In proposito, eccepisce la mancata consegna da parte della resistente, al momento della conclusione del Pag. 2/9

2 contratto, delle condizioni economiche e del piano di ammortamento; l applicazione di interessi anatocistici conseguenti all applicazione dell interesse composto anziché semplice; che nel contratto sarebbe previsto un tasso di interessi inferiore a quello in realtà applicato. Il ricorrente allega una perizia econometria per la rideterminazione di quanto dovuto applicando un tasso legale semplice; fa infine presente che le condizioni della polizza assicurativa sono state poco trasparenti e, pur consapevole che la materia esula dalle competenze dell ABF, chiede la restituzione dei premi pagati negatigli dalla compagnia assicuratrice - anche alla resistente. Contesta inoltre il metodo di calcolo degli interessi alla francese ritenendo che integri il divieto di anatocismo. Cessa i pagamenti e chiede i danni per essere stato iscritto nelle centrali rischi private (Crif e CTC), nella Centrale dei Rischi tenuta dalla Banca d Italia e nella Centrale d allarme interbancaria. Con riguardo alla carta si richiama il punto 2 della citata lettera di reclamo e si richiama altresì quanto esposto nella c.d. perizia econometrica. In conclusione, da quanto si può ricavare dal complesso di richieste, formulate in atti distinti (ricorso e reclamo), sembra di potersi riassumere il complesso di domande nel modo seguente: a) annullamento parziale del contratto di finanziamento (prestito personale) ai sensi dell art.1418 e 1419 c.c. per discrasia tra tasso di interesse indicato nel contratto e quello effettivamente applicato; nullità del tasso ultralegale; accertamento della mancanza di un piano di ammortamento allegato al contratto e della violazione delle norme sulla trasparenza; ricalcolo con conteggio dell interesse semplice al tasso legale.. dalla rata del 20/7/ Chiede inoltre, con riferimento al finanziamento correlato alla carta, la restituzione delle somme applicate dalla resistente superiori all interesse legale e delle competenze non dovute ( interessi ultralegali, commissione di massimo scoperto, valute fittizie, spese forfettarie, spese assicurative, interessi di mora illegali, anatocismo, spese di scrittura per i suddetti ). Il ricorrente chiede inoltre, per entrambi i contratti, il risarcimento del danno, patrimoniale e non, per l illegittima segnalazione nei Sistemi informativi creditizi e nella Centrale di allarme interbancaria (CAI). Pag. 3/9

3 Nelle controdeduzioni, la banca solleva preliminarmente alcune pregiudiziali, affermando che il ricorso è del tutto indeterminato e che le contestazioni si riferiscono a comportamenti anteriori al periodo temporale di competenza dell ABF. Sottolinea il carattere pretestuoso del ricorso, sollevato a distanza di 4 e 10 anni dalla stipula dei due contratti e solo per evitare l appostazione a sofferenza della posizione. Nel merito, sostiene che le questioni dedotte sono infondate. In particolare, osserva che il ricorrente, ove non soddisfatto del tasso applicato, esplicitamente indicato nel contratto, o del metodo di calcolo applicato, avrebbe dovuto chiedere immediatamente il recesso dal contratto e non invocare, a distanza di anni, l invalidità del rapporto, facendo altresì riferimento a istituti, quali l anatocismo, le commissioni di massimo scoperto, le valute fittizie, gli interessi ultralegali, estranei ai rapporti in questione. Nel merito, la banca fa presente che il ricorrente ha pagato regolarmente le rate dei finanziamenti fino a marzo 2011 senza sollevare contestazioni; da tale data si sono verificati gravi ritardi e la posizione del ricorrente è stata segnalata in Crif, in CTC, nella C.R. della Banca d Italia e nella CAI. Con riguardo alla doglianza relativa alla liquidazione del sinistro o, in subordine, al rimborso dei premi assicurativi versati, la banca resistente oppone che non è legittimata passivamente, dovendo il ricorrente rivolgersi alla compagnia assicuratrice. In relazione alle perizie econometriche prodotte dal ricorrente, la banca contesta la validità dei calcoli ivi riportati. Con particolare riferimento alla linea di credito, osserva che il calcolo degli interessi è effettuato sulla sola quota capitale, moltiplicando tale importo per il numero dei giorni di esposizione. Pertanto gli interessi e i premi assicurativi non vengono capitalizzati. Segnala ulteriormente che ai pagamenti effettuati dal cliente con bollettino postale è riconosciuta la data di valuta della distinta di banco posta; fa presente poi che gli interessi sui pagamenti sono calcolati alla data dell'estratto conto mensile, per cui per tutti i pagamenti viene effettuata una regolarizzazione degli interessi per i giorni che intercorrono tra la data di valuta del pagamento e la data di fine periodo. Fornisce inoltre un elenco dettagliato dei tassi applicati nei periodi considerati evidenziando il raffronto con i tassi-soglia di usura relativi ai Pag. 4/9

4 medesimi periodi di tempo, al fine di dimostrare che non si è mai verificata l applicazione di tassi usurari. Con riguardo al prestito personale, la banca convenuta rileva che esso prevedeva un importo finanziato pari a (importo erogato euro spese istruttoria pratica euro 150,00 + premio assicurativo euro 825,00) e un piano di rimborso in origine di 120 rate, con scadenza fissata al giorno 20 di ciascun mese, ciascuna pari a euro 306,70 (comprensive di euro 7,60 di premio assicurativo mensile) più euro 1,30 mensili di spese incasso rata, con Tan 9,64% e Teg 10,36%. Fa presente che il tasso-soglia del periodo in cui è stata finanziata la pratica (12/06/2008), riferito alla tipologia di operazione in questione, ovvero Prestiti Personali era pari al 15,27%. Osserva altresì che è da escludere categoricamente la asserita applicazione di interessi anatocistici, in quanto essendo la pratica in questione un finanziamento classico a tasso fisso, l'ammortamento è alla francese (con quote capitale crescenti e quote interessi decrescenti) in cui gli interessi vengono calcolati esclusivamente sul capitale residuo ( = capitale iniziale - quote capitale successive) come si evince dall'estratto conto. Evidenzia che il TEG relativo al finanziamento (pari a 10,36%) è stato correttamente calcolato tenendo conto delle spese di istruttoria e delle spese di incasso rata. Esso, pertanto, rientra nei limiti della soglia di usura (15,27%) prevista nel periodo considerato. Con riferimento alle lamentate segnalazioni nelle banche-dati, la banca fa presente che queste sono da imputare al comportamento del ricorrente e che quest ultimo, nel ricorso, non prova di aver subito alcun danno. La banca conclude chiedendo: la dichiarazione di irricevibilità del ricorso per indeterminatezza o perché i fatti sono anteriori al 1 gennaio 2009; in subordine, dichiarare il ricorso infondato nel merito poiché il ricorrente non ha usato l ordinaria diligenza nella fase precontrattuale e ha omesso di formarsi una volontà contrattuale pienamente informata ; ha persistito nell inadempimento nonostante abbia ricevuto, nel corso del rapporto, tutte le informazioni necessarie; di respingere le richieste risarcitorie in quanto il danno asseritamente patito non è stato né configurato né quantificato sulla base di dati probatori oggettivi. Pag. 5/9

5 Il ricorrente ha presentato repliche alle controdeduzioni dell intermediario, rilevando che: a) la banca non gli avrebbe fornito il piano di ammortamento; b) non gli ha fornito immediatamente la documentazione contrattuale; c) la segnalazione nelle diverse centrali rischi è ritorsiva e chiede pertanto un risarcimento del danno non patrimoniale; d) il danno non patrimoniale da iscrizione in CAI è in re ipsa (cita giurisprudenza al riguardo); e) i danni sono stati quantificati nelle due perizie econometri che. Per quanto concerne la linea di credito connessa al finanziamento eccepisce che: non gli sono stati indicati i tassi applicati, peraltro variati nel tempo, né ha mai sottoscritto alcunché al riguardo; chiede la riduzione degli interessi alla misura legale ex art. 1284, comma 3. Per quanto riguarda il prestito personale, osserva che la banca ha applicato il metodo di ammortamento alla francese, metodo censurato dal Tribunale di Bari del 29 ottobre L applicazione di detto metodo comporta in realtà interessi superiori rispetto a quelli indicati da contratto e in quanto tali nulli sempre ex art. 1284, comma 3. DIRITTO In via preliminare, deve essere esaminata l eccezione di incompetenza ratione temporis sollevata dall intermediario convenuto, il quale rileva che il ricorso si basa su fatti anteriori al 1 gennaio Al riguardo, si osserva che le Disposizioni sui sistemi di risoluzione delle controversie in materia di servizi e operazioni bancari e finanziari, adottate con provvedimento della Banca d Italia del 12 dicembre 2011 (come aggiornate con delibera del 13 novembre 2012), dispongono al par. 4, sez. 1: Non possono essere sottoposte all ABF controversie relative a operazioni o comportamenti anteriori al 1 gennaio Ciò posto, si rileva che, secondo l orientamento costante di questo Collegio, la competenza dell Arbitro bancario e finanziario deve essere negata in relazione a controversie concernenti operazioni poste in essere e Pag. 6/9

6 concluse in epoca antecedente alla suddetta data o comunque per comportamenti che, posti in essere anteriormente a quella data, abbiano, sempre anteriormente ad essa, esaurito i propri effetti. Il Collegio ha ritenuto invece sussistente la sua competenza per l esame di questioni che pur basate su fatti e comportamenti collocati in periodo di tempo anteriore alla data indicata nelle richiamate Disposizioni applicative (che fino al 1 luglio 2012 era stabilita nel 1 gennaio 2007), fossero tuttavia produttivi di effetti non esauriti prima della data stessa. In questa ottica interpretativa, il Collegio si è dichiarato competente nel caso di contestazioni riguardanti un contratto stipulato in data antecedente alla data di demarcazione della competenza, limitatamente agli effetti dispiegati dal contratto stesso successivamente al predetto limite temporale (ex multis, cfr. Coll. Roma dec. n.487/12, 1431/11, n. 756/2011, n.901/2010). In sostanza, secondo l orientamento del Collegio, il limite temporale fissato dalle richiamate Disposizioni non impedisce di conoscere controversie che, pur ricollegandosi a contratti stipulati in epoca antecedente rispetto al richiamato limite temporale, siano caratterizzati da una fase attuativa destinata a realizzarsi oltre il suddetto discrimine cronologico. Il Collegio ritiene tuttavia opportuno rimeditare il proprio orientamento al fine di individuare criteri interpretativi che assicurino piena aderenza alla ratio della su richiamata norma regolamentare. In questa ottica, osserva che la norma in questione per definire i limiti temporali della competenza si avvale di una locuzione molto ampia: operazioni o comportamenti anteriori ad una certa data (1 gennaio 2007 e successivamente 1 gennaio 2009). In proposito deve rilevarsi che «il termine operazioni evoca una nozione tecnica ben precisa, parendo così afferire tipicamente al compimento del singolo atto negoziale (un pagamento, un incasso, una comunicazione e così via) la cui estensione appare logicamente limitata nel tempo, destinata ad esaurirsi istantaneamente nell esatto momento in cui l atto viene compiuto e cristallizzando dunque la sua storica collocazione in quello stesso e solo momento. Viceversa, non può negarsi che il termine comportamenti rivesta una valenza atecnica e decisamente più generalista riuscendo con ciò idoneo ad abbracciare, in via astratta, qualsivoglia condotta latamente intesa in cui coesistano e perdurino le componenti dell evento causativo di danno e il concretarsi di quest ultimo.» (v. Coll. Milano, dec. n.2177 del 14/10/2011). Va altresì osservato come nelle Pag. 7/9

7 medesime Disposizioni applicative è indicato che non possono essere sottoposte all ABF le controversie per le quali sia intervenuta la prescrizione ai sensi della disciplina generale (Cfr. normativa cit., nota 3 sub Sez.I, par. 4), lasciando presupporre che il criterio adottato per delineare la competenza ratione temporis dell ABF si basa su presupposti distinti da quelli propri della prescrizione. In particolare, in base alla normativa regolatrice, non può ritenersi che il comportamento sindacabile dinanzi ai Collegi possa essere riferito a qualunque effetto determinatosi nel tempo, purché riferibile al rapporto obbligatorio assunto con l intermediario, estendendo in ogni caso la competenza dell ABF al momento in cui il ricorrente contesti di aver subito un pregiudizio. In altri termini, l impostazione della speciale disciplina che regola il funzionamento dell ABF si pone su un piano diverso da quello della prescrizione del diritto al risarcimento del danno contrattuale, nel cui ambito, al fine di determinare il "dies a quo" di decorrenza della prescrizione, occorre verificare il momento in cui si sia prodotto, nella sfera patrimoniale del creditore, il pregiudizio causato dal colpevole inadempimento del debitore (cfr. Cass. n.5504 del 5/4/2012). La ratio del limite temporale imposto dal regolamento ABF deve essere invece ricercata nelle esigenze di buon funzionamento di questo peculiare organo decidente e del suo procedimento, che è programmato per garantire la rapidità, l economicità della soluzione delle controversie e l effettività della tutela, senza pregiudicare per il cliente il ricorso a ogni altro mezzo di tutela previsto dall ordinamento (v. Disp. appl., cit., Sez I. par.1). Ne consegue, in linea di principio, che «la locuzione comportamenti anteriori al contemplata dalla norma in esame non può essere letta siccome avulsa dallo specifico contesto regolamentare in cui si colloca, dovendo al contrario calarsi nella suddetta prospettiva funzionale, la quale è protesa a porre un limite di natura convenzionale (e come tale finalizzato a meri obiettivi organizzativi insindacabili da questo Arbitro) a sua volta mirante a porre uno spartiacque temporale fra accadimenti occorsi prima o dopo la data di riferimento, dove per accadimento deve dunque intendersi la condotta tenuta dall intermediario a prescindere dal momento di verificazione o percepibilità del suo esito pregiudizievole» (cfr. Dec. 2177/2011, cit.; dello stesso Collegio,v. dec. n. 963/11; conforme sul punto Collegio Napoli, dec. 954/2013 ). Alla luce del su illustrato criterio interpretativo, cui il Collegio intende uniformarsi, si osserva che nella fattispecie in esame le contestazione del Pag. 8/9

8 ricorrente e i pregiudizi dallo stesso invocati trovino fondamento in vizi genetici dei rapporti intrattenuti con l intermediario, che risalgono rispettivamente all anno 2002 e all anno In questo senso depongono le contestazioni e le domande avanzate dal ricorrente, il quale afferma di non aver avuto contezza al momento della formazione dei relativi rapporti contrattuali delle condizioni economiche applicate e del piano di ammortamento e inoltre di non aver sottoscritto la clausola relativa agli interessi ultralegali applicati, invocando pertanto la nullità delle relative pattuizioni. Allo stesso modo, le contestazioni, peraltro del tutto generiche, sollevate sulle iscrizioni operate dall intermediario in sistemi informativi creditizi e nella centrale di allarme interbancaria trovano sostegno verosimilmente, in mancanza di diversa puntualizzazione da parte del ricorrente, negli asseriti vizi genetici dei contratti, da cui sarebbe derivata un erronea impostazione della contabilizzazione operata dalla banca delle rate di rimborso, con addebiti eccedenti quanto, ad avviso del ricorrente, effettivamente dovuto. Ciò posto, il Collegio ritiene che il ricorso debba essere dichiarato irricevibile, in quanto basato su operazioni e comportamenti antecedenti la data del 1 gennaio P.Q.M. Il Collegio dichiara il ricorso irricevibile. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 9/9