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1 I CONGEDI PARENTALI

2 A cura del settore Tecnico Normativo I PERMESSI E I BENEFICI RICONOSCIUTI... 5 DALLA LEGGE N. 104/ EVOLUZIONE NORMATIVA... 5 SOGGETTI AVENTI DIRITTO... 6 REFERENTE UNICO... 7 CUMULO PIU PERMESSI... 7 PRESUPPOSTI OGGETTIVI... 8 SEDE DI SERVIZIO... 8 ACCERTAMENTO DELLE CONDIZIONI... 9 LAVORO NOTTURNO... 9 MODULISTICA INPS... 9 CONGEDI BIENNALI PER ASSISTENZA AI DISABILI L EVOLUZIONE NORMATIVA SOGGETTI AVENTI DIRITTO DURATA E FRUIZIONE INTERRUZIONE DEL CONGEDO LA DOMANDA e GLI ENTI EROGATORI IMPORTO DELL INDENNITA ASPETTO PREVIDENZIALE RIFLESSI SU ALTRI ISTITUTI LAVORATIVI COMPATIBILITÀ DEL CONGEDO STRAORDINARIO CON ALTRI PERMESSI COMPATIBILITA L ASTENSIONE FACOLTATIVA SOGGETTI BENEFICIARI E CATEGORIE DI LAVORATORI ESCLUSI LAVORATORI BENEFICIARI ASPETTO PREVIDENZIALE L INDENNIZZO TFR - FERIE - ANZIANITÀ - 13^ PARTO GEMELLARE INCOMPATIBILITÀ CON L ATTIVITÀ LAVORATIVA CONGEDO PER MALATTIA DEL FIGLIO e FIGLI CON HANDICAP GRAVE CONGEDO FINO A TRE ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO CONGEDO TRA I TRE E GLI OTTO ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO CONGEDO FINO A TRE ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO CONGEDO TRA I TRE E GLI OTTO ANNI

3 DI ETÀ DEL BAMBINO COMPATIBILITÀ DEL CONGEDO PARENTALE CON IL CONGEDO PER MALATTIA Nel caso in cui due figli si ammalano contemporaneamente PROLUNGAMENTO ASTENSIONE FACOLTATIVA DUE ORE DI PERMESSO GIORNALIERO CONGEDO OBBLIGATORIO DI MATERNITA FLESSIBILITÀ DELL ASTENSIONE OBBLIGATORIA PARTO PREMATURO CON RICOVERO DEL NEONATO L ASTENSIONE ANTICIPATA/ INTERDIZIONE A CHI SPETTA L INDENNITÀ INTERRUZIONE GRAVIDANZA E RELATIVA INDENNITÀ RIPOSI GIORNALIERI PER ALLATTAMENTO ADOZIONI LA CONTRIBUZIONE MATERNITÀ EXTRA RAPPORTO DI LAVORO CONGEDO STRAORDINARIO PER CURE INVALIDI CONGEDO STRAORDINARIO PER DOTTORATO

4 I permessi della legge 104/92 4

5 I PERMESSI E I BENEFICI RICONOSCIUTI DALLA LEGGE N. 104/92 EVOLUZIONE NORMATIVA L articolo 33, comma 3, della legge n. 104/92 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, stabilisce quanto segue: 3) A condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa. Il predetto diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l'assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravità. Per l'assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravità, il diritto è riconosciuto ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente. La recente legge n. 183/2010, meglio nota come Collegato Lavoro, in attesa di una riorganizzazione generale delle aspettative, permessi e congedi, attuata dal Decreto legislativo approvato 2010 dal Consiglio dei Ministri, ha profondamente novellato la disciplina dei permessi di tre giorni mensili (fruibili anche ad ore) riconosciuti ai familiari di soggetto con disabilità grave, accertata da apposita Commissione medica secondo i principi della legge quadro sulla disabilita (la legge 104 appunto). I punti della riforma riguardano: - restrizione della platea dei soggetti beneficiari; - istituzione del principio del referente unico; - maggiore elasticità per i genitori di figlio con handicap grave; 5

6 - venir meno del requisito della continuità, esclusività e convivenza; - prerogative afferenti la sede di servizio. SOGGETTI AVENTI DIRITTO La nuova normativa stabilisce la possibilità di chiedere la fruizione dei suddetti permessi retribuiti al coniuge, parenti ed affini entro il secondo grado, restringendo così di fatto la platea dei soggetti beneficiari, in quanto la legge 104 faceva riferimento a parenti ed affini entro il terzo grado. Le nozioni di parentela ed affinità sono quelle indicate dal codice civile: parenti di primo grado: genitori e figli; parenti di secondo grado: nonni, fratelli e sorelle, nipoti (figli dei figli); parenti di terzo grado: bisnonni, zii, nipoti (figli di fratelli e sorelle), pronipoti in linea retta; affini di primo grado: suocero/a, nuora e genero; affini di secondo grado: cognati; affini di terzo grado :zii e nipoti acquisiti. Tuttavia la legge deroga a tale restrizione, estendendo il diritto a parenti ed affini entro il terzo grado, nel caso in cui i genitori o il coniuge siano ultrassessantacinquenni o siano anch essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti. Nel silenzio della legge, si considerano patologie invalidanti, quelle elencate nel decreto interministeriale n. 278/2000: 1) patologie acute o croniche che determinano temporanea o permanente riduzione o perdita dell autonomia personale, ivi incluse le affezioni croniche di natura congenita, reumatica, neoplastica, infettiva, dismetabolica, post-traumatica, neurologica, neuromuscolare, psichiatrica, derivanti da dipendenze, a carattere evolutivo o soggette a riacutizzazioni periodiche; 6

7 2) patologie acute o croniche che richiedono assistenza continuativa o frequenti monitoraggi clinici, ematochimici e strumentali; 3) patologie acute o croniche che richiedono la partecipazione attiva del familiare nel trattamento sanitario. Nel concetto di mancanza si riconducono sia le assenze naturali e giuridiche in senso stretto (celibato o stato di figlio naturale non riconosciuto), sia le situazioni giuridiche a carattere di stabilità (divorzio, separazione legale ed abbandono) risultanti da documentazione dell autorità giudiziaria o da altra autorità di pubblica sicurezza. La possibilità di passare dal secondo al terzo grado di assistenza si verifica anche nel caso in cui uno solo dei soggetti menzionati (coniuge, genitore) si troiivi nelle suesposte condizioni. La deroga in favore di parenti ed affini entro il terzo grado opera anche nel caso di minore di tre anni in condizione di handicap grave. REFERENTE UNICO La possibilità di fruire dei giorni di permesso per l assistenza alla stessa persona in condizione di handicap grave non può essere riconosciuta a più di un lavoratore. Viene, quindi, individuato un unico referente per ciascun disabile, non potendo tali giornate essere godute da più beneficiari. Unica deroga è disciplinata in favore dei genitori, anche adottivi, di figlio con handicap grave, i quali possono alternativamente fruire dei suddetti permessi, sempre nel limite massimo stabilito dei tre giorni. Resta inalterato, inoltre, per i genitori di disabile minore dei tre anni di fruire, in alternativa ai permessi ex lege 104, del prolungamento indennizzato del congedo parentale o dei riposi orari retribuiti. Ovviamente tali tipologie sono alternative, quindi non fruibili nell arco dello stesso mese da parte del genitore titolare. CUMULO PIU PERMESSI Quando nel nucleo familiare sono presenti più persone handicappate gravi, bisognose di assistenza, può essere riconosciuta al lavoratore, dietro sua specifica richiesta 7

8 ed al verificarsi di alcune condizioni, la possibilità di cumulare più permessi sempre, però, nel limite massimo di tre giorni per ogni familiare handicappato Analogamente non è preclusa la possibilità, sempre in presenza dei requisiti prescritti, che un lavoratore in situazione di handicap grave possa fruire di tali permessi per sé stesso e per familiare disabile che a sua volta assiste. PRESUPPOSTI OGGETTIVI Ai fini del riconoscimento dei permessi retribuiti è necessario che sussistano dei presupposti oggettivi: a) la persona gravemente disabile non deve essere ricoverata a tempo pieno Per ricovero a tempo pieno si intende quello presso strutture ospedaliere o simili, pubbliche o private, che assicurano assistenza per le intere 24 ore. Fanno eccezione a tale presupposto: interruzione del ricovero per necessità del disabile di recarsi fuori la struttura di degenza per effettuare visite o terapie; ricovero a tempo pieno di disabile in stato vegetativo o terminale; ricovero a tempo pieno di u n minore per il quale risulti documentata la necessità di assistenza di un familiare. b) eliminazione dei requisiti della convivenza, della continuità ed esclusività dell assistenza La nuova norma elimina la necessità della continuità ed esclusività quali presupposti ai fini del godimento dei permessi in argomento da parte dei beneficiari. Così come non è più presente il requisito della convivenza necessario affinché i genitori di figlio disabile maggiorenne potessero beneficiare di detti permessi. SEDE DI SERVIZIO Il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste una persona handicappata in situazione di gravità, ha diritto, ove possibile, a scegliere la sede di lavoro più vicina alla persona da assistere (art. 33, comma 5, legge n. 104/92). La nuova formulazione, si basa sul principio della vicinanza al domicilio della persona da assistere e non più al domicilio del lavoratore beneficiario dei permessi. 8

9 ACCERTAMENTO DELLE CONDIZIONI Il lavoratore deve tempestivamente comunicare qualsiasi cambiamento che faccia venir meno il diritto alla fruizione dei benefici previsti, con particolare riferimento a : eventuale ricovero a tempo pieno del disabile, laddove non si concretizzino le fattispecie derogatorie; revoca del giudizio di grave condizione di disabilità da parte della Commissione medica integrata; decesso del disabile; modifiche ai periodi di permesso richiesti, nel caso in cui, ad esempio, due lavoratori prendano permessi per assistere la stessa persona disabile. Per i dipendenti del settore privato, l INPS provvede alla verifica annuale a campione delle situazioni dichiarate dai lavoratori richiedenti i permessi in argomento. Per i dipendenti delle Pubbliche amministrazioni è istituita presso il Dipartimento della Funzione pubblica una banca dati che raccoglie tutte le informazioni relative ai dipendenti che fruiscono dei permessi e che ha la specifica funzione di monitorare ed effettuare verifiche. LAVORO NOTTURNO Non sono obbligati a prestare lavoro notturno i dipendenti che abbiano a proprio carico un soggetto gravemente disabile ai sensi della legge n. 104, che possono di conseguenza essere esonerati. Tale principio si applica anche al caso di pronta disponibilità notturna, che viene equiparata al lavoro notturno. MODULISTICA INPS L INPS ha accorpato in un unico modello SR08-Hand 2 (domanda di permessi per l assistenza ai familiari disabili in situazione di gravità), i precedenti modelli SR07-Hand1 (domanda permessi per l assistenza a figli o affidati minorenni in condizione di disabilità grave) e SR08-Hand2 (Domanda di permessi per l assistenza a familiari in condizione di disabilità grave). Hanno formato oggetto di revisione, inoltre, i seguenti modelli: 9

10 - SR09, Hand3, (Domanda di permessi per lavoratore disabile in situazione di gravità); - SR10, Hand 4 (Domanda di congedo straordinario per assistere figli o affidati disabili in situazione di gravità); - SR11, Hand 5 (Domanda di congedo straordinario per assistere il fratello o la sorella disabile in situazione di gravità); - SR64 Hand 6 (Domanda di congedo straordinario per assistere il coniuge disabile in situazione di gravità); - SR86. Hand 7(Domanda di congedo straordinario per assistere il genitore disabile in situazione di gravità). 10

11 Congedi biennali per assistenza a disabili 11

12 CONGEDI BIENNALI PER ASSISTENZA AI DISABILI Il Decreto Legislativo di riordino della materia dei permessi, congedi ed aspettative, approvato dal Consiglio dei Ministri, in attuazione della delega prevista dal Collegato Lavoro (legge n. 183/2010) ha recepito le numerose sentenze della Corte Costituzionale, che, succedutesi nel corso degli anni, avevano gradualmente ampliato la platea dei soggetti beneficiari dei congedi straordinari retribuiti della durata massima di due anni al fine di garantire l assistenza di un familiare in situazione di handicap grave. Si ritiene opportuno riportare un riepilogo di tutti i soggetti beneficiari, partendo dalla legge n. 53 del 2000 per passare al novellato articolo 42, quest ultimo oggetto di numerose modifiche a seguito di sentenze della Corte Costituzionale che ne dichiaravano l illegittimità nella parte in cui non prevedeva determinati soggetti. L EVOLUZIONE NORMATIVA L articolo 20 della legge n. 53/2000, sulla tutela della maternità e dei congedi parentali, aveva stabilito che i permessi in oggetto spettassero ai familiari lavoratori, con rapporto di natura pubblica o privata, che assistevano in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo grado portatore di handicap, ancorché non convivente, purché lo stesso non fosse ricoverato a tempo pieno in istituti specializzati. Successivamente, il Testo Unico per la tutela della paternità e maternità ha ulteriormente disciplinato la materia, determinando però di fatto un restringimento della platea dei soggetti destinatari alla fruizione dei permessi in oggetto, ai soli genitori di figli con handicap grave. Per questo motivo si è reso necessario l intervento della Consulta, che con più sentenze ha dichiarato l illegittimità costituzionale dell articolo in oggetto, estendendo la fruibilità dei congedi straordinari: 12

13 alle sorelle e fratelli ( sentenza n. 233 del 2005) al coniuge (sentenza n. 158 del 2007) l figlio convivente di soggetto con grave disabilità (sentenza n. 19 del (2009) SOGGETTI AVENTI DIRITTO Ad oggi i permessi retribuiti per congedi straordinari spettano in ordine di priorità : 1) al coniuge della persona gravemente disabile qualora convivente con la stessa; 2) al genitore (naturale, adottivo o affidatario) lavoratore anche quando l altro genitore non ne abbia diritto (perché magari non è un lavoratore), a prescindere dall età del figlio portatore di handicap grave, nel caso in cui si verifichi una delle seguenti condizioni: - il figlio potatore di handicap non sia coniugato o, nel caso lo sia, non conviva con il coniuge; - il coniuge del figlio con handicap non presti attività lavorativa o sia lavoratore autonomo; - il coniuge del figlio con handicap abbia espressamente rinunciato a godere per lo stesso soggetto e nei medesimi periodi del congedo in esame. 3) ai fratelli o sorelle purché conviventi con il soggetto portatore di handicap grave, nel caso in cui riverifichino le seguenti due condizioni: - il disabile non sia coniugato o se coniugato non conviva con il coniuge oppure, laddove sia coniugato e conviva con il coniuge, il coniuge non presti attività lavorativa o sia lavoratore autonomo e abbia espressamente rinunciato a godere per lo stesso soggetto e nei medesimi periodi del congedo in esame; - entrambi i genitori del disabile siano deceduti o a loro volta totalmente inabili. 4) al figlio convivente con la persona colpita da handicap grave, nel caso in cui si verifichino le seguenti quattro condizioni: - il genitore portatore di handicap non sia coniugato o non conviva col coniuge se coniugato oppure, laddove sia coniugato e conviva, il coniuge non presti 13

14 attività lavorativa o sia lavoratore autonomo e abbia espressamente rinunciato a godere per lo stesso soggetto e nei medesimi periodi del congedo in esame; - entrambi i genitori del disabile siano deceduti o a loro volta totalmente inabili; - il genitore disabile non abbia altri figli o non conviva con alcuno di essi oppure laddove abbia altri figli conviventi questi non prestino attività lavorativa o siano lavoratori autonomi ed abbiano espressamente rinunciato a godere del suddetto congedo; - il portatore di handicap grave non abbia fratelli o non conviva con alcuno di essi ovvero qualora sia convivente questi non prestino attività lavorativa o siano lavoratori autonomi ed abbiano espressamente rinunciato a godere del suddetto congedo. DURATA E FRUIZIONE Il diritto a fruire di tale tipologia di congedo è esercitatile per un periodo massimo individuale di due anni nell arco dell intera vita lavorativa e può essere utilizzato in maniera frazionata o continuativa. Costituiscono anche il limite complessivo fruibile, tra tutti gli aventi diritto, per ogni persona handicappata. Nel caso di più soggetti portatori di handicap non è possibile per lo stesso lavoratore fruire del raddoppio il congedo straordinario concedibile nel limite massimo di due anni. La fruibilità di ulteriori periodi biennali è ipotizzabile per un altro eventuale soggetto avente diritto. I periodi di congedo possono essere frazionati a giorni interi, settimane o mesi. Se la fruizione avviene in modo frazionato, ai fini del computo del periodo massimo di due anni, l anno si assume per la durata convenzionale di 365 giorni. Tra un periodo e l altro è necessaria l effettiva ripresa dell attività lavorativa. Il congedo non è frazionabile escludendo soltanto il sabato e la domenica o escludendo i periodi di ferie, compresi quelli cadenti subito prima o subito dopo; in tal caso, infatti, sarebbero conteggiati come giornate rientranti nel periodo di congedo. INTERRUZIONE DEL CONGEDO 14

15 Il verificarsi di altri eventi, durante il congedo, che di per sé potrebbero giustificare un astensione dal lavoro, non determina l interruzione del congedo. In caso di malattia o maternità, tuttavia, è fatta salva la volontà del lavoratore di interrompere la fruizione del congedo straordinario. In tal caso, la possibilità di godimento, in un momento successivo, del residuo periodo di congedo straordinario è subordinata alla presentazione di una nuova domanda. Poiché la fruizione del congedo determina una sospensione del rapporto di lavoro, nel caso di interruzione dello stesso per malattia o maternità l indennità per questi due eventi non è riconoscibile se sono trascorsi più di 60 giorni dall inizio della sospensione. LA DOMANDA e GLI ENTI EROGATORI Possono usufruire dei congedi retribuiti i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico. Anche ai lavoratori a tempo determinato compete tale beneficio, ovviamente entro la durata del rapporto stesso. Ne restano esclusi i lavoratori domestici, i lavoratori a domicilio e gli agricoli giornalieri. I dipendenti del settore privato devono presentare apposita domanda all INPS che eroga l indennità tramite il datore di lavoro secondo le modalità previste per la corresponsione dell indennità di maternità. Il datore di lavoro potrà successivamente conguagliare gli importi anticipati nell ambito della denuncia contributiva mensile. Il Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali, con nota del evidenziando la natura assistenziale del congedo straordinario, ha chiarito che la possibilità di conguaglio degli importi erogati a titolo di indennità per il congedo straordinario è prevista indipendentemente dall ente pensionistico a cui il datore di lavoro versa la contribuzione IVS (msg. INPS n.31250/2010). I dipendenti del settore pubblico, invece devono presentare la domanda all Amministrazione/datore di lavoro, cui compete l onere di pagare l indennità ed i contributi previdenziali, senza alcun coinvolgimento dell Inpdap. IMPORTO DELL INDENNITA L indennità percepita dal soggetto che fruisce dei suddetti periodi di congedo straordinario, corrisposta dal datore di lavoro, è pari all ultima retribuzione (comprensiva dei ratei di tredicesima, altre mensilità aggiuntive, gratifiche, premi, ecc ) nel limite massimo annuo di euro ,33 per il 2011 (rivalutabile). L art. 42, del D.lgs, nel riconoscere il diritto alla liquidazione dell indennità economica riconosce anche la copertura figurativa del periodo di congedo. Secondo l interpretazione fornita dal Ministero del Lavoro la prevista indennità deve 15

16 rappresentare il tetto massimo complessivo annuo dell onere relativo al beneficio e che lo stesso deve essere ripartito fra indennità economica ed accredito figurativo. Sulla base di tale impostazione l ammontare dell indennità economica deve essere determinato prendendo a riferimento l importo complessivo annuo stabilito dalla norma e l aliquota pensionistica IVS vigente per lo stesso anno nell ordinamento di appartenenza (nel Fpld è pari al 33%). L ammontare massimo dell indennità risulterà quindi dal rapporto tra ,33 ed il coefficiente relativo all aliquota del 33% di 1,33. ES ,33: 1,33 = ,47 (indennità da erogare) , ,47 = ,86 (costo della contribuzione figurativa) (INPS circ. 14/2007; 38/2009; 36/2009). Per i lavoratori del settore pubblico non si dovrà detrarre l importo della contribuzione figurativa in quanto l Amministrazione/datore di lavoro cui compete l erogazione dell indennità pagherà i contributi relativamente alla retribuzione percepita dal lavoratore.(inpdap nota op. 2/2009). Se il congedo è richiesto per periodi frazionati, l indennità è rapportata a mesi e giorni in misura proporzionale. Nel caso di contratti di lavoro a tempo pieno (o a tempo parziale orizzontale) la retribuzione del mese preso a riferimento va moltiplicata X 12 e divisa per 365 giorni (solo in caso di anno bisestile per 366 giorni). Nel caso di contratto di lavoro a tempo parziale verticale gli enti previdenziali si esprimono diversamente: L INPS (circ. 64/2001) ribadisce che la retribuzione percepita nel mese stesso va divisa per il numero dei giorni retribuiti(compresi quelli festivi); L INPDAP fa meramente riferimento al diritto del soggetto a percepire un indennità corrispondente all ultima retribuzione, quella cioè riferita al mese lavorativo precedente l inizio del congedo. ASPETTO PREVIDENZIALE I periodi di fruizione dei suddetti congedi sono utili per il diritto e la misura di tutte le tipologie di pensione. L accredito avviene su richiesta degli interessati. Per i dipendenti privati si tratta di accredito di contribuzione figurativa (INPS circolare 85/2002), per quelli pubblici le Amministrazioni effettuano il versamento contributivo effettivo (INPDAP circ. 2/2002). 16

17 Se il congedo è richiesto per periodi frazionati, il contributi figurativo è rapportata a mesi e giorni in misura proporzionale. RIFLESSI SU ALTRI ISTITUTI LAVORATIVI Il periodo di congedo straordinario non è valutabile né ai fini del trattamento di fine servizio (buonuscita) né del trattamento di fine rapporto (TFR) Dir. Cen. Prestazioni Previdenziali; Inpdap circolari 2/2002 e 31/2004). Non produce effetti sulla maturazione delle ferie, né della tredicesima mensilità. In merito alla maturazione delle ferie, l INPDAP precisa che la contrattazione collettiva può derogare in melius la normativa di riferimento. COMPATIBILITÀ DEL CONGEDO STRAORDINARIO CON ALTRI PERMESSI L art. 42, comme 5, del D.Lgs. prevede, tra l altro, che durante il periodo di congedo in esame non sia possibile fruire dei permessi riconosciuti ai sensi della legge n. 104/92. L utilizzo del congedo straordinario anche in maniera frazionata da parte di un soggetto preclude la possibilità di usufruire dei tre giorni di permesso ex lege 104 nello stesso mese. (Circ. INPS 64/2001 parere Funzione Pubblica n. 1 del 6 febbraio 2007) Significa anche che non è possibile, prima o dopo la fruizione di un periodo di congedo straordinario che si riferisca ad una sola parte del mese, richiedere nell ambito dello stesso mese giorni di permesso ex lege 104/92. Nel caso di fruizione, nell ambito dello stesso mese -prima del godimento di un periodo di congedo straordinario- di permessi di cui alla legge da ultimo citata, i giorni di permesso utilizzati ai sensi della legge 104 saranno conteggiati, come "congedo straordinario. E comunque fatta salva la possibilità per il lavoratore stesso di richiedere al datore di lavoro la trasformazione delle suddette giornate di assenza in "ferie" o 17

18 permessi di altro genere, retribuiti o meno: in ogni caso le indennità a carico INPS per le giornate come sopra non riconoscibili saranno recuperate per il tramite del datore di lavoro. Tuttavia, per l assistenza allo stesso figlio portatore di handicap grave (accertato ai sensi della legge 104) i genitori possono, alternativamente fra loro, fruire del congedo straordinario e dei permessi ex lege 104, purchè non ricadano negli stessi giorni. COMPATIBILITA L indennità per congedo straordinario è compatibile con la percezione dell assegno ordinario di invalidità. Infatti, l indennità erogata a titolo di congedo straordinario ha natura sostitutiva della retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito se non vi fosse stato impedito dalla necessità di assistere il portatore di handicap. Il congedo straordinario biennale può essere concesso anche ad un genitore, nello stesso periodo in cui l altro fruisca del congedo di maternità o del congedo parentale per il medesimo figlio (INPS mess. N /2007). permessi ex art. 33 L.104 Fruizione delle varie tipologie di permessi tra genitori padre madre Fruizione contemporanea congedo straordinario biennale SI Ma non negli stessi giorni congedo straordinario biennale congedo straordinario biennale permessi ex art. 33 L.104 congedo per cause ed eventi particolari SI Ma non negli stessi giorni SI congedo per cause ed eventi particolari congedo parentale (ex ast. facoltativa) congedo straordinario congedo straordinario biennale congedo straordinario biennale congedo parentale (ex ast. facoltativa) SI SI SI 18

19 congedo malattia figlio congedo straordinario congedo straordinario congedo malattia figlio NO NO Ovviamente c è incompatibilità del suddetto beneficio durante i periodi di percezione dell indennità di mobilità, poiché non vi è esercizio dell attività lavorativa. 19

20 I congedi parentali L ASTENSIONE FACOLTATIVA ltre al periodo di astensione obbligatoria i genitori lavoratori dipendenti, nei O primi 8 anni di vita del bambino, hanno diritto ad assentarsi dal lavoro per un periodo complessivo tra i due non superiore a 10 mesi, aumentabili ad 11 mesi e fruibili anche contemporaneamente con le modalità appresso indicate (ai sensi dell art. 32 del D. Lgs. N. 151/2001). 20

21 Con le stesse modalità dei genitori naturali, i genitori adottivi o affidatari hanno diritto al congedo parentale entro gli 8 anni di ingresso del bambino in famiglia, e comunque non oltre il compimento della maggiore età. O gni genitore può fruire di un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi di astensione, con il limite di dieci mesi tra i due genitori. Tuttavia tale limite è aumentato di 1 mese, quindi fino ad 11 mesi complessivi, in favore del padre lavoratore che fruisca dei suddetti congedi per un periodo, anche se frazionato, non inferiore ai tre mesi. I 10 mesi di congedo spettano, in capo allo stesso soggetto, anche nel caso vi sia un solo genitore (morte dei coniuge, abbandono o affidamento esclusivo sono le fattispecie tipiche). La condizione di genitore solo rileva anche se si sia verificata successivamente al periodo massimo di fruizione (6 mesi per la madre e 7 per il padre), ma ovviamente nel calcolo dei 10 mesi massimi vengono conteggiati tutti i periodi in precedenza fruiti da entrambi i genitori. La condizione di genitore solo è soddisfatta anche nel caso in cui l altro genitore sia colpito da grave infermità. Invece, la mera condizione di ragazza madre o di genitore single di per sé non soddisfa la suddetta condizione, ma è necessario che vi sia stato il non riconoscimento della prole da parte dell altro genitore. E tavola sinottica mesi fruibili per attività madre padre madre padre Lavoratrice Lavoratore 6 7 dipendente dipendente casalinga Lavoratore 0 7 dipendente Lavoratrice Lavoratore 3 7 autonoma dipendente Lavoratrice dipendente Lavoratore autonomo 6 0 possibile la contemporanea fruizione dell astensione facoltativa tra i due genitori. Il padre può utilizzarla anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre e durante i periodi in cui la stessa beneficia dei riposi per allattamento (INPS circ. 109/2000; INPDAP circ. 49/2000). Nell ipotesi in cui, a seguito di un periodo di congedo parentale il lavoratore o la lavoratrice fruiscano immediatamente dopo di un periodo di ferie o di malattia, alla ripresa 21

22 dell attività lavorativa, le giornate festive ed i sabati (in caso di settimana corta) cadenti tra il periodo di congedo e le ferie/malattia non si computano in conto congedo parentale. Esempio: da messaggio INPS n /2006 1^ settimana corta: congedo parentale; 2^ settimana corta: ferie; 3^ settimana corta: ripresa attività lavorativa il lunedì In questo caso le giornate di sabato e domenica ricadenti fra la prima e la seconda settimana e fra la seconda e la terza non devono essere conteggiate come congedo parentale Viceversa, allorquando i due eventi si susseguono senza interruzione (esempio : congedo+ferie+congedo) le giornate di sabato e festivi che si collocano immediatamente dopo il primo periodo di congedo e immediatamente prima del successivo vengono computati in conto congedo parentale. SOGGETTI BENEFICIARI E CATEGORIE DI LAVORATORI ESCLUSI E riconosciuta l astensione facoltativa anche nel caso in cui l altro genitore non ne abbia diritto, per esempio se la madre è casalinga, lavoratrice autonoma, disoccupata o lavoratrice a domicilio il padre può fruire di sei o sette mesi di congedo. Sono, invece, esclusi dalla fruizione dell astensione facoltativa i padri: lavoratori a domicilio, lavoratori domestici lavoratori autonomi. Analogamente tra le madri restano, escluse: lavoratrici a domicilio, addette ai LSU lavoratrici domestiche. 22

23 LAVORATORI BENEFICIARI L e categorie di lavoratori che possono beneficiare del congedo sono: Lavoratrici/ lavoratori dipendenti a condizione che il rapporto di lavoro sia in essere. Lavoratrici/ lavoratori agricoli con contratto di lavoro a tempo determinato (O.T.D.) alle seguenti condizioni: se il periodo di congedo parentale è richiesto nel 1 anno di vita del bambino sono necessarie 51 giornate di lavoro in agricoltura nell'anno precedente l'evento che sarà indennizzabile anche per le astensioni che si protraggono nell'anno successivo; se il periodo di congedo parentale è richiesto negli anni di vita del bambino successivi al primo e sino al 3 è necessario che sussista lo status di lavoratore (iscrizione negli elenchi agricoli e 51 giornate di lavoro in agricoltura nell'anno precedente la richiesta del congedo oppure nello stesso anno purché le giornate di lavoro siano effettuate prima dell'inizio del congedo). Lavoratrici autonome le lavoratrici madri autonome (artigiane commercianti coltivatrici dirette colone mezzadre imprenditrici agricole professionali) che chiedono il congedo parentale si devono astenere effettivamente dall attività. La domanda di congedo parentale e la dichiarazione vanni presentate all INPS prima dell inizio del congedo (in caso contrario sono indennizzabili solo i periodi successivi alla data della domanda. L erogazione dell indennizzo è subordinato all avvenuto pagamento dei contributi relativi all ultimo periodo contributivo scaduto precedentemente all inizio del congedo richiesto. Il congedo parentale non spetta ai padri lavoratori autonomi. In caso di fruizione del congedo da parte di entrambi i genitori (madre lavoratrice autonoma e padre, solo se lavoratore dipendente) il limite massimo complessivo di fruizione del periodo, tra i due, è pari a 10 mesi (non più di 3 per la madre e non più di 7 per il padre). La madre ed il padre (quest ultimo dipendente), possono fruire del congedo parentale anche contemporaneamente ed il padre (dipendente) lo può utilizzare anche durante il 23

24 periodo in cui la madre usufruisce della indennità all 80% dopo il parto. In caso di adozione o affidamento, il congedo parentale ed il relativo trattamento economico spettano, per un periodo complessivo di 3 mesi, fino a 12 anni di età del bambino adottato/affidato, è purchè il congedo sia fruito entro il primo anno dall ingresso in famiglia del minore. ASPETTO PREVIDENZIALE Per le artigiane e commercianti la sospensione dell obbligo IVS e l accredito della contribuzione figurativa possono avvenire solo per mesi interi, privi cioè di attività lavorativa. Esempio: per un congedo parentale dal 2 agosto al 1 novembre, la sospensione e l accredito potranno essere effettuati per i soli mesi di settembre e di ottobre. Lavoratrici/ lavoratori iscritti alla gestione separata (Legge 335/95), possono richiedere il congedo parentale a condizione che: siano iscritti alla gestione separata come lavoratori a progetto e categorie assimilate e non siano contemporaneamente percettori di pensione e iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria; (gli altri lavoratori iscritti alla gestione separata Legge 335/95, non hanno diritto al congedo parentale) possano far valere almeno 3 mesi di contribuzione nei 12 mesi presi a riferimento ai fini dell erogazione dell indennità di maternità/paternità; sussista un rapporto di lavoro ancora in corso di validità nel periodo in cui si colloca il congedo parentale; vi sia l effettiva astensione dall attività lavorativa. Per il riconoscimento del diritto all astensione facoltativa al padre parasubordinato occorre che siano state versate almeno 3 mensilità di contribuzione nei 12 mesi precedenti l insorgenza delle seguenti situazioni: morte o grave infermità della madre; 24

25 abbandono del figlio della madre; affidamento esclusivo del bambino al padre; adozione o affidamento non esclusivi, qualora la madre non ne faccia richiesta. Lavoratrici precarie del Comparto Scuola: Il Ministero dell Economia (con nota del 24/03/2009) ha chiarito che la lavoratrice appartenente a tale comparto che, pur avendo accettato un contratto a tempo determinato non abbia potuto assumere servizio perché in astensione obbligatoria, ha diritto a fruire senza soluzione di continuità dell astensione facoltativa, purchè nell ambito di validità del contratto di lavoro. L INDENNIZZO Lavoratori dipendenti I l congedo per astensione facoltativa è indennizzato per un importo pari al 30% della retribuzione percepita nel mese o periodo lavorato precedente l inizio dell astensione ed è coperto da contribuzione figurativa fino al terzo anno di vita del bambino e per un periodo massimo complessivo tra genitori di sei mesi. Nel restante periodo di astensione facoltativa l indennità, sempre nella misura del 30% della retribuzione, spetta solo nell ipotesi di reddito individuale lordo inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo INPS (per l anno 2011 il limite di reddito individuale da non superare è pari ad euro ,47). In tal caso la contribuzione figurativa è limitata ad un valore pari al doppio dell assegno sociale. In questo caso è possibile l integrazione tramite versamenti volontari o riscatto. Il reddito da valutare è quello assoggettabile ad Irpef al lordo di qualsiasi detrazione, ma al netto dei contributi previdenziali, e con esclusione: della casa di abitazione, del TFR, delle competenze arretrate soggette a tassazione separata, della stessa indennità per maternità facoltativa, dei redditi esenti (pensione di guerra, rendite Inail, indennità di accompagnamento, invalidità civili) dei redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi bancari o postali, frutti di obbligazioni). Il reddito si intende al lordo di qualsiasi detrazione, ma al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali. 25

26 Lavoratori parasubordinati L importo dell indennità corrisponde al 30% di 1/365 del reddito derivante da lavoro percepito nei mesi presi a riferimento per accertare la sussistenza del requisito contributivo. Lavoratrici autonome Il periodo massimo di congedo per le lavoratrici autonome, fruibile anche in modo frazionato, è di 3 mesi entro il 1 anno di vita del bambino. L indennità è pari al 30% della retribuzione convenzionale. Se la madre, lavoratrice autonoma, fruisce del proprio congedo di tre mesi, l indennizzabilità del congedo parentale per il padre (lavoratore dipendente) è al massimo di 3 mesi fino al compimento dei tre anni di vita del bambino. Successivamente fino ad 8 anni il residuo periodo è indennizzabile in favore del padre lavoratore dipendente, solo subordinatamente a determinate condizioni di reddito. Se durante il primo anno il padre ha fruito di congedo parentale per più di tre mesi, l indennità alla madre lavoratrice autonoma spetta per un periodo più limitato (fino ad un massimo di 6 mesi tra i due genitori). Genitori adottivi e affidatari L indennità, nella misura del 30%, è prevista soltanto nei primi tre anni di vita del bambino. TFR - FERIE - ANZIANITÀ - 13^ I suddetti periodi non concorrono alla maturazione delle ferie e della tredicesima mensilità, mentre devono essere conteggiati nell anzianità di servizio (Cons. di Stato sent. N. 5797/2007) ed ai fini del trattamento di fine rapporto (Cassazione sentenza n.214/93). PARTO GEMELLARE In caso di parto gemellare o plurigemellare il genitore ha diritto a fruire del numero di mesi previsti, per ogni bimbo nato. L indennità del 30% spetta per un intero anno senza limiti reddituali. 26

27 INCOMPATIBILITÀ CON L ATTIVITÀ LAVORATIVA Durante il periodo di fruizione del congedo i lavoratori non possono assolutamente lavorare pena il licenziamento (se dipendenti) e la ripetizione di quanto indebitamente percepito a titolo di indennità. L incompatibilità sussiste anche se il nuovo impiego contribuisce ad una migliore organizzazione familiare (Cassazione sent. N /2008). CONGEDO PER MALATTIA DEL FIGLIO e FIGLI CON HANDICAP GRAVE Settore lavoro privato INPS circ. n. 15 del 23/01/2001 CONGEDO FINO A TRE ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO Entrambi i genitori, alternativamente, hanno facoltà di astenersi dal lavoro durante le malattie del bambino di età inferiore ai 3 anni senza percezione della retribuzione. Non è previsto nessun limite di durata complessiva. Aspetti previdenziali Il periodo è coperto dall accredito della relativa contribuzione figurativa. CONGEDO TRA I TRE E GLI OTTO ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO 27

28 Per i figli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni di vita, ciascun genitore ha diritto ad astenersi dal lavoro, per malattia del bambino, per un periodo massimo di 5 giorni lavorativi all anno per ciascun figlio. Anche in questo caso non c è corresponsione di alcuna retribuzione. Aspetti previdenziali Qualunque sia l importo della retribuzione percepita dal lavoratore, il valore retributivo da attribuire alla contribuzione figurativa è limitato al doppio del valore dell assegno sociale, con possibilità di integrazione tramite riscatto o versamenti volontari. Genitori adottivi Tale possibilità spetta anche ai genitori adottivi o affidatari. Qualora all atto dell adozione o dell affidamento il minore abbia un età compresa tra i 6 ed i 12 anni, il diritto ad astenersi dal lavoro per un massimo di 5 giorni l anno, può esercitarsi nei primi tre anni dall ingresso del minore nel nucleo familiare. Con nota n. 33/2008, il Ministero del Lavoro ha precisato che l intervallo temporale fra i tre e gli otto anni deve intendersi dal giorno successivo al compimento del terzo anno di età e compreso il giorno di compimento dell ottavo anno di età. settore lavoro pubblico (Inpdap circ. 49 del 27/11/2000) CONGEDO FINO A TRE ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO L attuale disciplina consente l astensione dal lavoro alternativamente ad entrambi i genitori, anche adottivi o affidatari ed anche nel caso in cui l altro genitore non ne abbia diritto, per un periodo retribuito pari a trenta giorni annui. 28

29 In tal caso, le Amministrazioni dovranno corrispondere all INPDAP la contribuzione obbligatoria commisurata alla retribuzione erogata al lavoratore in congedo. Periodi eccedenti i 30 giorni annui Gli eventuali periodi eccedenti il suddetto limite sono senza assegni, ma comunque computati nell anzianità di servizio e coperti da contribuzione figurativa. Questi ultimi periodi rilevano diversamente ai fini dei trattamenti di fine servizio: - per le indennità di buonuscita erogabile ai dipendenti statali, sono riscattabili; - per le indennità premio di fine servizio (IPS) erogabile ai dipendenti degli Enti Locali, non sono in alcun modo valutabili. CONGEDO TRA I TRE E GLI OTTO ANNI DI ETÀ DEL BAMBINO Fino agli otto anni del figlio, invece, i genitori hanno diritto ad un congedo pari a 5 giorni l anno ciascuno e per ciascun figlio. In caso di ciascun figlio il periodo massimo complessivo per entrambi i genitori è pari a 10 giorni. La lavoratrice ed il lavoratore sono tenuti ad autocertificare che l altro genitore non sia in astensione dal lavoro negli stessi giorni e per lo stesso motivo. Durante tali assenze non hanno diritto ad alcuna retribuzione. Aspetti previdenziali Il periodo è comunque coperto da contribuzione figurativa utile ai fini del trattamento quiescenza ed è valutabile nell anzianità di servizio ai fini della progressione della carriera. Per i trattamenti di fine servizio vale lo stesso principio sopra esposto. Fino a 3 anni del bambino diritto a 30 giorni l anno retribuiti e coperti da contribuzione effettiva utili per la pensione e per il trattamento di fine rapporto La certificazione La malattia del bambino deve essere documentata da apposito certificato medico rilasciato da specialista del SSN o da medico convenzionato, non più da un medico di fiducia del genitore, come in precedenza (Art. 47 D.Lgs. 151/2001) 29

30 COMPATIBILITÀ DEL CONGEDO PARENTALE CON IL CONGEDO PER MALATTIA La disciplina legislativa impone che il padre e la madre non siano assenti contemporaneamente dal lavoro per lo stesso motivo di cura della malattia del figlio. Quindi, il padre lavoratore può chiedere il congedo per malattia del figlio durante il congedo parentale richiesto dalla madre per qualsiasi altro evento diverso. Nel caso in cui due figli si ammalano contemporaneamente I genitori possono utilizzare contemporaneamente il congedo, dichiarando il diverso motivo dell astensione (la malattia dell'una/o e la malattia dell'altra/o) PROLUNGAMENTO ASTENSIONE FACOLTATIVA I genitori hanno diritto al prolungamento del periodo di astensione facoltativa dal lavoro per figlio minore fino al compimento dell ottavo anno di vita riconosciuto in condizione di handicap grave, a condizione che lo stesso non sia ricoverato, per un periodo massimo di tre anni, comprensivi dei 10/11 mesi dell astensione facoltativa. Tali periodi sono utili ai fini pensionistici e sono coperti da contribuzione figurativa. DUE ORE DI PERMESSO GIORNALIERO In alternativa al prolungamento dell astensione facoltativa, i genitori possono fruire fino al compimento dei tre anni di vita del bambino oltre che di due ore di permesso giornaliero retribuito, che rientrano nel regime della contribuzione ordinaria, anche dei tre giorni di permesso retribuito riconosciuti ai sensi della legge n. 104/92. Successivamente al terzo anno di vita resta la fruibilità dei tre giorni di permesso ex lege 104 oppure del prolungamento del congedo parentale. Tipologie permessi per assistenza figli con handicap grave Età figlio Prolungamento ast. fac. Due ore riposo giornaliero Permessi ex lege 104 (3 giorni mensili) 30

31 Fino a 3 anni SI SI SI Superiore ai 3 anni SI NO SI CONGEDO OBBLIGATORIO DI MATERNITA È il periodo di cinque mesi in cui la lavoratrice ha l obbligo di assentarsi dal lavoro per gravidanza e puerperio o per l adozione/affidamento di un bambino. L articolo 16 del D.Lgs. 151/2001 (TU sulla maternità) prevede l obbligatorietà dell astensione dal lavoro per le lavoratrici gestanti: a) Nei due mesi precedenti la data presunta del parto e fino alla nascita del bambino; b) 3 mesi successivi al parto. FLESSIBILITÀ DELL ASTENSIONE OBBLIGATORIA Le lavoratrici dipendenti e le lavoratrici iscritte alla gestione separata (a progetto, associate in partecipazione ecc.) con adeguata certificazione medica, possono ritardare di 31

32 un mese l'assenza dal lavoro prima della nascita, usufruendo della flessibilità e prolungando così a quattro mesi il periodo di congedo dopo il parto. PARTO PREMATURO CON RICOVERO DEL NEONATO La Corte Costituzionale, con sentenza n. 116/2010 ha dichiarato l illegittimità costituzionale dell articolo 16 lettera c) del decreto legislativo del 26 marzo 2001 n. 151 nella parte in cui non consente, nell ipotesi di parto prematuro con ricovero del neonato in una struttura sanitaria pubblica o privata, che la madre possa fruire, a sua richiesta e compatibilmente con le sue condizioni di salute attestate da documentazione medica, del congedo obbligatorio che le spetta, o parte di esso a far tempo dalla data d ingresso del bambino nella casa familiare. La vicenda riguarda una signora che rispetto alla data di nascita presunta prevista per il 1 luglio aveva, invece, partorito il 25 marzo: in seguito al parto la bambina era stata ricoverata in terapia intensiva fino all 8 agosto. Vale a dire per quasi l intera durata dell astensione obbligatoria della madre, ante e post partum. L INPS in base all articolo 16 del D.Lgs 151/01 ha, comunque, posto la madre in congedo obbligatorio a decorrere dalla data del parto. La lavoratrice aveva tuttavia inoltrato richiesta di usufruire del periodo obbligatorio di astensione a decorrere dalla data presunta del parto oppure dall ingresso del neonato in famiglia, offrendo al datore di lavoro la propria prestazione lavorativa fino ad una di tali date, ma l INPS aveva respinto la richiesta. Con la sentenza in oggetto la suprema Corte ha affermato l importante principio, secondo il quale la norma sulla tutela della maternità e nel caso di specie il congedo obbligatorio,ha senza dubbio il fine di tutelare la salute della donna nel periodo immediatamente susseguente al parto, per consentirle di recuperare le energie necessarie a riprendere il lavoro ma, considera e protegge anche il rapporto che in tale periodo si instaura tra madre e figlio, e ciò non soltanto per quanto attiene ai bisogni più prioritariamente biologici, ma anche in riferimento alle esigenze di carattere relazionale e affettivo collegate allo sviluppo della personalità del bambino. Si rimane, ora, in attesa dell intervento del legislatore volto all integrazione della norma censurata secondo la decisione della Corte Costituzionale. Resta inteso che anche in carenza di interventi legislativi l INPS non può non tener conto della pronuncia in argomento in quanto un eventuale contenzioso vedrebbe comunque l Istituto quale parte soccombente. L ASTENSIONE ANTICIPATA/ INTERDIZIONE 32

33 In caso di grave rischio per la salute della madre e del nascituro la lavoratrice ha diritto all astensione anticipata dal lavoro (con indennità) prima del settimo mese di gravidanza. Per ottenerla deve presentare la domanda, corredata dalla certificazione medica rilasciata dal ginecologo del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato, alla Direzione Provinciale del Lavoro competente per residenza. A CHI SPETTA Alle lavoratrici dipendenti (anche alle lavoratrici agricole, alle lavoratrici a domicilio, alle colf e alle badanti). Alle lavoratrici iscritte alla Gestione separata (lavoratrici a progetto, associate in partecipazione ecc.), che non sono iscritte ad altri fondi previdenziali e hanno almeno tre mesi di contribuzione ad aliquota maggiorata (dello 0,72%) nei 12 mesi precedenti il periodo indennizzabile. Le libere professioniste iscritte alla Gestione separata possono usufruire del congedo per maternità e l effettiva astensione dal lavoro è requisito indispensabile per ottenere l indennità. Alle lavoratrici autonome (coltivatrici dirette, mezzadre e colone, imprenditrici agricole professionali, artigiane e commercianti). Queste categorie non hanno l'obbligo di astensione dal lavoro. Al padre, lavoratore dipendente o iscritto alla Gestione separata, in alternativa alla madre lavoratrice in casi particolari (decesso o grave malattia della madre, abbandono ecc.). Alla madre disoccupata che abbia cessato di lavorare, a condizione che tra la data di sospensione/assenza dal lavoro senza retribuzione o cessazione del rapporto di lavoro e l'inizio del periodo di congedo di maternità non siano trascorsi più di 60 giorni. In caso contrario, se cioè sono trascorsi più di 60 giorni, l'indennità spetta solo nei seguenti casi: - se la lavoratrice ha diritto, all'inizio del periodo di congedo di maternità, all'indennità di disoccupazione, ordinaria o speciale. Spetta anche a chi non usufruisca concretamente di questa indennità, ma possa comunque far valere il suo diritto teorico alla prestazione (per esempio nel caso in cui la domanda relativa all'indennità di disoccupazione non sia stata presentata nei termini previsti); - se la lavoratrice ha lavorato alle dipendenze di datori di lavoro non soggetti all'obbligo dell'assicurazione contro la disoccupazione, a condizione che, al momento dell'astensione obbligatoria dal lavoro, non siano trascorsi più di 180 giorni dalla cessazione del rapporto. Inoltre nel biennio precedente tale periodo devono risultare versati a favore della lavoratrice almeno 26 contributi settimanali ai fini dell'assicurazione di maternità (è il caso, ad esempio, delle lavoratrici con qualifica di apprendista); 33

34 - se la lavoratrice percepisce il trattamento di integrazione salariale, ordinario o straordinario, a carico dell'inps; - se la lavoratrice è in mobilità. In tutti i casi l'indennità di maternità va a sostituire il beneficio economico che la lavoratrice sta già percependo. L INDENNITÀ L indennità, a carico dell Inps, è anticipata dal datore di lavoro, e corrisponde all 80% della retribuzione media giornaliera o del reddito (in caso di lavoro autonomo o di libera professione). I contratti collettivi nazionali di lavoro, in genere, possono garantire l intera retribuzione impegnando il datore di lavoro a corrispondere la differenza. INTERRUZIONE GRAVIDANZA E RELATIVA INDENNITÀ L Inps, con messaggio n.9042, fornisce chiarimenti in merito alla qualificazione, in termini di parto o di aborto, dell interruzione spontanea o terapeutica di gravidanza avvenuta in coincidenza del 180 giorno dall inizio della gestazione (art. 12 del D.P.R. 25 novembre 1976, n. 1026). L interruzione della gravidanza, che si verifica a decorrere dal 180 giorno (compreso) dall inizio della gestazione è da considerare parto. Ne deriva, il riconoscimento del diritto al congedo di maternità e del correlativo trattamento economico previdenziale. Invece, si considera aborto, con successivo diritto all indennità di malattia, l interruzione spontanea o terapeutica di gravidanza che si verifica entro il 179 giorno dall inizio della gestazione. La data d inizio della gestazione, utile a stabilire se l evento interruttivo si sia verificato prima, in coincidenza o dopo il 180 giorno, è individuata conteggiando a ritroso 300 giorni dalla data presunta del parto, senza includere nel computo stesso tale ultima data. RIPOSI GIORNALIERI PER ALLATTAMENTO 34

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