I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA

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1 I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 1 di 17

2 I dispositivi di protezione individuale Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi presenti nell'attività lavorativa, suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 2 di 17

3 Non sono DPI gli indumenti di lavoro ordinari gli apparecchi portatili per individuare pericoli le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio i materiali sportivi le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 3 di 17

4 I DPI devono essere prescritti solo quando non sia possibile attuare misure di prevenzione dei rischi (riduzione dei rischi alla fonte, sostituzione di agenti pericolosi con altri meno pericolosi, utilizzo limitato degli stessi), adottare mezzi di protezione collettiva, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. Il lavoratore è obbligato a utilizzare correttamente tali dispositivi, ad averne cura e a non apportarvi modifiche, segnalando difetti o inconvenienti specifici. Per alcuni DPI è fatto obbligo di sottoporsi a programmi di formazione e di addestramento. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 4 di 17

5 Il datore di lavoro in seguito alla valutazione dei rischi sceglie i DPI in funzione della frequenza dell'esposizione delle prestazioni del DPI delle caratteristiche del posto di lavoro individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 5 di 17

6 Il datore di lavoro: 1. mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d'igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie; 2. provvede a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante; 3. fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori; 4. destina ogni DPI ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, prende misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai vari utilizzatori; 5. informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge; 6. rende disponibile nell'azienda ovvero unità produttiva informazioni adeguate su ogni DPI; 7. assicura una formazione adeguata e organizza, un necessario, uno specifico addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 6 di 17

7 L'addestramento è indispensabile: per ogni DPI che, ai sensi del D.Lgs 4/12/92, n. 475, appartenga alla terza categoria: gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici; DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto; DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attività che espongano a tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche; ecc.); per i dispositivi di protezione dell'udito. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 7 di 17

8 L'art. 76 del D.Lgs. n. 81/08 indica le caratteristiche che deve avere un DPI per poter essere utilizzato: devono essere adeguati ai rischi da prevenire e alla loro entità senza comportare di per sé un rischio aggiuntivo devono essere rispondenti alle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore devono essere adattabili all'utilizzatore secondo le sue necessità devono essere in possesso dei requisiti essenziali intrinseci di sicurezza, cioè essere conformi alle norme di cui al D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475 (marcatura CE) Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 8 di 17

9 I DPI sono classificati in base alle parti del corpo che devono proteggere (allegato VIII del D.Lgs. n. 81/08): dispositivi di protezione della testa dispositivi di protezione dell'udito dispositivi di protezione degli occhi e del viso dispositivi di protezione delle vie respiratorie dispositivi di protezione delle mani e delle braccia dispositivi di protezione dei piedi e delle gambe dispositivi di protezione della pelle dispositivi di protezione del tronco e dell'addome dispositivi di protezione dell'intero corpo indumenti di protezione Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 9 di 17

10 I lavoratori 1) si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro nei casi ritenuti necessari 2) utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all'informazione e alla formazione ricevute e all'addestramento eventualmente organizzato. 3) hanno cura dei DPI messi a loro disposizione e non vi apportano modifiche di propria iniziativa. 4) al termine dell'utilizzo seguono le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI. 5) segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 10 di 17

11 I dispositivi di protezione collettiva Per dispositivi di protezione collettiva si intendono, generalmente, quei sistemi che possono intervenire, in maniera più o meno efficace, direttamente sulla fonte inquinante prima, cioè, che sia coinvolto il singolo lavoratore oppure che tende a ridurre l'impatto delle sostanze pericolose sui lavoratori presenti in quell'ambiente. I principali sistemi in uso agiscono sulla ventilazione degli ambienti; si possono individuare due categorie di intervento: quella localizzata e quella generale. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 11 di 17

12 La ventilazione per aspirazione localizzata consiste nella captazione degli inquinanti a livello è del punto di emissione, prima cioè che gli stessi possano essere inalati dagli addetti, limitandone così in modo significativo la quantità presente nel tempo all'interno dell'ambiente di lavoro. La ventilazione generale opera, invece, per diluizione o per spostamento delle masse d'aria inquinate attraverso l'immissione di aria pulita all'interno degli ambienti di lavoro. In questo caso, però, a differenza della tecnica precedente, la massa di inquinante prodotta ha la possibilità di diffondersi all'interno degli ambienti. Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 12 di 17

13 L'aspirazione localizzata Gli elementi costitutivi fondamentali di un impianto di aspirazione localizzato sono: 1- la cappa: è il dispositivo attraverso il quale si raccoglie la maggior parte degli inquinanti; è l'elemento più importante dell'impianto per poter realizzare la completa cattura degli inquinanti con la minima estrazione d'aria; 2- il ventilatore: è il dispositivo che trasforma l'energia elettrica in energia cinetica dell'aria all'interno dell'impianto di aspirazione; 3- le canalizzazioni: sono gli elementi di convogliamento delle masse d'aria inquinate verso l'esterno dell'ambiente di lavoro e pertanto collegano fra loro tutti i componenti dell'impianto di aspirazione; 4- il depuratore d'aria: è la parte dell'impianto deputata alla purificazione dell'aria estratta dall'ambiente prima dell'espulsione all'esterno (solo per alcune tipologie d'impianto). Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 13 di 17

14 ASPIRAZIONE LOCALIZZATA CONSENTE DI CATTURARE GLI INQUINANTI VICINO AL PUNTO DI EMISSIONE PRIMA CHE SI DISPERDANO NELL'AMBIENTE VANTAGGI: CATTURA DEGLI INQUINANTI PRIMA CHE VENGANO RESPIRATI DAI LAVORATORI CONSENTE PORTATE D'ARIA RIDOTTE E BASSI COSTI DI GESTIONE SVANTAGGI: NON ADATTA CON SORGENTI NUMEROSE E DIFFUSE NECESSITA DI UNA PROGETTAZIONE PIU' COMPLESSA ALTI COSTI D'IMPIANTO RIGIDITA' NEL LAY-OUT Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 14 di 17

15 La ventilazione generale Con il termine ventilazione generale si intende l'immissione di aria pretrattata nel locale di lavoro allo scopo di mantenere la concentrazione degli inquinanti al di sotto di valori ritenuti accettabili. La tecnica della ventilazione generale è applicabile solo dopo aver verificato che la rimozione degli inquinanti non sia realizzabile attraverso l'aspirazione localizzata. Inoltre, esistono alcuni prerequisiti che devono poter essere soddisfatti per poterla applicare: - la quantità di inquinanti emessa nell'unità di tempo non è elevata (in caso contrario le quantità di aria interessate sono troppo elevate e i costi d'impianto e di gestione proibitivi) - le fonti di inquinamento sono numerose e diffuse nell'ambiente di lavoro - gli inquinanti sono classificati come poco tossici - i lavoratori operano, normalmente, lontano dalle sorgenti di inquinamento Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 15 di 17

16 VENTILAZIONE GENERALE (DILUIZIONE DELL'INQUINANTE) PER RENDERLA POSSIBILE OCCORRONO: PICCOLE EMISSIONI DI INQUINANTE SORGENTI DIFFUSE INQUINANTI POCO TOSSICI DISTANZA FRA LE SORGENTI E I LAVORATORI VANTAGGI: FACILE PROGETTAZIONE COSTO DI IMPIANTO RIDOTTO MANUTENZIONE RIDOTTA SVANTAGGI: GRANDI PORTATE COSTI DI GESTIONE ALTI MINORE EFFICACIA NEL CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 16 di 17

17 Dispositivi individuali e collettivi REV. 2 Pagina 17 di 17

18 SCHEDA TECNICA N 9 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE PARTE GENERALE

19 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ( D PI ) PARTE GENERALE I - DESCRIZIONE Che cosa sono Si definisce DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) quell'attrezzature che ha il compito di salvaguardare la salute e/o la sicurezza della persona che li indossa o li utilizza; ovvero: qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonchè ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Non sono DPI gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi a meno che non siano specificamente destinati alla protezione e alla sicurezza del lavoratore. Le informazioni che seguono sono relative a tutte le tipologie di DPI mentre, nelle successive schede, questi ultimi verranno trattati singolarmente e in modo specifico. Le prossime schede saranno relative alla protezione: delle vie respiratorie; degli occhi e del viso; della testa; dell'udito; delle mani e delle braccia; dei piedi e delle gambe; delle altre parti del corpo; contro le cadute dall'alto. Quando si usano I DPI devono essere utilizzati a complemento e non in sostituzione di misure preventive quali organizzazione e razionalizzazione del lavoro, realizzazione di protezioni collettive, o al fine di ridurre ulteriormente l'esposizione degli addetti a rischi residui DPI generale SPP Rev. 4 Pagina 1 di 3

20 II - SCELTA E ACQUISIZIONE DEI DPI Requisiti normativi La produzione, la commercializzazione, e la classificazione dei DPI sono regolamentate dal D.Lgs. 475 del 04/12/92 modificato dal D.Lgs. 10/97. La norma prevede anche che ogni DPI sia singolarmente provvisto di marcatura CE e che tale marchio sia apposto in modo visibile, leggibile, indelebile (qualora ciò sia impossibile deve essere posto sull'imballaggio). Il dispositivo deve essere accompagnato da una nota informativa che che contenga: le modalità di impiego, le istruzioni di deposito, di pulizia, di manutenzione e di disinfezione. I DPI sono classificati in tre categorie: Prima categoria: dispositivi di semplice progettazione destinati a proteggere da danni fisici di lieve entità che l'operatore è in grado di valutare e percepire prima di riceverne danno (guanti per la protezione da prodotti di pulizia, scarpe da lavoro, creme barriera, indumenti di protezione dai fenomeni atmosferici, indumenti di protezione dai contatti con oggetti a temperatura non superiore a 50 C ecc.) Seconda categoria: dispositivi che non rientrano in una delle altre due classificazioni. Terza categoria: dispositivi di progettazione complessa destinati a proteggere da lesioni gravi, permanenti o morte che l'utilizzatore non è in grado di percepire in tempo, prima che si siano manifestati gli effetti lesivi (apparecchi di protezione delle vie respiratorie, DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto, DPI da utilizzare in ambienti con temperatura non inferiore a 100 C, ecc.). III - GESTIONE DEI DPI La gestione dei DPI è regolamentata dal decreto legislativo nr 81 del 09/04/08 che stabilisce gli obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti e dei lavoratori. Obblighi del datore di lavoro Il datore di lavoro dopo aver effettuato l'analisi e la valutazione dei rischi individua i DPI che hanno le caratteristiche necessarie per proteggere i lavoratori dai rischi a cui è esposto, scegliendo fra i disponibili sul mercato quelli che meglio rispondono alle esigenze di protezione del lavoratore. Il datore di lavoro quindi: fornisce DPI idonei, assicura il loro mantenimento in efficienza, e le condizioni d'igiene anche mediante la manutenzione, la riparazione e la sostituzione; provvede a fornire istruzioni comprensibili, informa preliminarmente i lavoratori dei rischi dai quali il DPI lo protegge, assicura una adeguata formazione del personale sull'impiego dei DPI e se necessario organizza uno specifico addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI DPI generale SPP Rev. 4 Pagina 2 di 3

21 L'addestramento è indispensabile per ogni DPI classificato di III categoria dal decreto legislativo 475/92 e per tutti i dispositivi di protezione dell'udito. Obblighi dei dirigenti e preposti I dirigenti e i preposti nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze: informano i lavoratori dei rischi specifici a cui sono esposti dispongono, esigono e controllano che i lavoratori osservino le norme di sicurezza e usino i dispositivi di protezione messi a loro disposizione. Obblighi dei lavoratori I lavoratori devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, secondo le informazioni d'uso e secondo quanto appreso nei corsi di formazione e addestramento eventualmente organizzati dal datore di lavoro, ai quali comunque il lavoratore è tenuto a partecipare. Il lavoratore è inoltre tenuto ad usare con cura i DPI di cui dispone, a non apportarvi modifiche, e a segnalare al datore di lavoro i difetti e/o gli inconvenienti riscontrati nei DPI messi a loro disposizione. IV - INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO I lavoratori devono essere resi edotti sui rischi dai quali i DPI li proteggono, e devono avere a disposizione tutte le informazioni utili al loro utilizzo. La nota informativa che il fabbricante è tenuto rilasciare deve pertanto contenere le istruzioni di deposito, impiego, pulizia e manutenzione, disinfezione a cui può essere sottoposto il DPI. Tale nota deve inoltre contenere le informazioni sulle classi di protezione corrispondenti ai livelli di rischio e i limiti di utilizzazione, nonché la data o il termine di scadenza (se previsto). In particolare per i DPI, le cui prestazioni diminuiscono notevolmente con il passare del tempo, deve essere prevista una marcatura indelebile con l'indicazione della data di fabbricazione e se è possibile della data di scadenza. Qualora il fabbricante non sia in grado di determinare a priori la durata di un DPI, deve, nella nota informativa, fornire all'utilizzatore tutte le indicazioni necessarie per la determinazione del termine di scadenza in base alle effettive condizioni di impiego, manutenzione, e pulizia. Il datore di lavoro deve inoltre provvedere all'organizzazione di corsi di formazione che dovranno essere ripetuti periodicamente. Per quanto riguarda l'uso dei DPI la norma prevede l'addestramento obbligatorio per quelli di terza categoria (apparecchi di protezione delle vie respiratorie, cinture di sicurezza) e per i protettori dell'udito. A cura di: Loredana Cecchetti Roberto Taruffi Direzione e redazione: Marialuisa Diodato 09 - DPI generale SPP Rev. 4 Pagina 3 di 3

22 SCHEDA TECNICA N 11 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI INFERIORI

23 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI INFERIORI I - DESCRIZIONE Che cosa sono I Dispositivi di Protezione Individuale degli arti inferiori sono dispositivi realizzati per proteggere i piedi e/o gli arti inferiori da vari rischi: Meccanico (schiacciamento, urto, scivolamento, presenza di chiodi ecc.); Biologico (schizzi, contatto con materiale biologico ecc); Fisico (scariche elettrostatiche, alti livelli di umidità e/o di acqua, freddo, caldo ecc); Chimico (sversamenti di prodotti e preparati pericolosi ecc.) DPI arti inferiori SPP Rev. 2 Pagina 1 di 4

24 Quali tipi in commercio I dispositivi di protezione individuale dei piedi e/o degli arti inferiori reperibili in commercio, si differenziano a seconda delle esigenze specifiche di utilizzazione e delle caratteristiche di resistenza richieste. Perché questi mezzi di protezione siano efficaci e ben tollerati, è opportuno che vengano scelti dopo avere effettuato una valutazione del rischio che deve prendere in considerazione le mansioni svolte dagli operatori e i luoghi di utilizzo. Tutti i DPI devono essere conformi alla normativa vigente e avere le caratteristiche previste dalle norme UNI EN specifiche. In particolare si definiscono: (UNI EN 345) calzature di sicurezza per uso professionale: questa norma definisce le caratteristiche dei dispositivi di protezione del piede per la protezione dagli urti e schiacciamenti, ad un livello di energia di 200 J, in grado cioè di proteggere il piede dalla caduta di un peso di circa 20 kg dall'altezza di un metro. Le calzature dotate di puntali con queste caratteristiche, sono ritenute idonee per esempio per giardinieri, operatori dei servizi tecnici che svolgono attività in cantieri e locali tecnici, operatori addetti al soccorso stradale, ecc.; (UNI EN 346) calzature di protezione per uso professionale: questa norma definisce le caratteristiche dei dispositivi di protezione del piede per la protezione dagli urti e schiacciamenti, ad un livello di energia di 100 J, in grado cioè di proteggere il piede dalla caduta di un peso di circa 10 kg dall'altezza di un metro. Le calzature dotate di puntali con queste caratteristiche, sono ritenute idonee per esempio per operatori di cucina, tecnici di farmacia, magazzinieri che movimentano merci pesanti ecc.; (UNI EN 347) calzature da lavoro per uso professionale: questa norma regolamenta i dispositivi di protezione del piede da tutti i rischi, eccetto gli urti e gli schiacciamenti. Tali calzature, nelle aziende sanitarie di Bologna, sono state ritenute idonee ad esempio per farmacisti, tecnici di laboratorio, operatori sanitari. Stivali di sicurezza, protezione, lavoro Sono utilizzati principalmente in lavori in cui si debba stare in ambienti umidi o fangosi. Sono normalmente realizzati in gomma o PVC; presentano le stesse caratteristiche di protezione delle calzature DPI arti inferiori SPP Rev. 2 Pagina 2 di 4

25 II - SCELTA E ACQUISIZIONE DEI DPI Requisiti normativi La produzione, la commercializzazione, e la classificazione dei DPI sono regolamentate dal D.Lgs. 475 del 04/12/92 modificato dal D.Lgs. 10/97 (vedi Scheda n 9 - DPI generale). La norma prevede anche che ogni DPI sia singolarmente provvisto di marcatura CE, in particolare le calzature conformi alle norme tecniche UNI EN 345, 346, 347 devono essere marcate in modo chiaro ed indelebile con le indicazioni che seguono: a) misura b) marchio di identificazione del fabbricante c) modello definito dal fabbricante d) trimestre di fabbricazione e) paese del fabbricante f) numero della norma di riferimento g) simboli identificativi delle protezioni Il dispositivo deve essere accompagnato da una nota informativa che contenga: le modalità di impiego, le istruzioni di deposito, di pulizia. Ulteriori informazioni di carattere generale sono riportate nella Scheda n 9 - DPI generale. CLASSIFICAZIONE DELLE CALZATURE NORNATIVE DI RIFERIMENTO codice di designazione classificazione sicurezza protezione lavoro I Calzature di cuoio e altri materiali, escluse le calzature interamente in gomma o materiale polimerico EN 345 EN 346 resistenza resistenza puntale 200J puntale 100J EN 347 senza puntale Calzature interamente in gomma (completamente II vulcanizzate) o interamente s i gl a S s i gl a P s i gl a O polimeriche (sicurezza) (protezione) ( l avor o) (completamente stampate) 11 - DPI arti inferiori SPP Rev. 2 Pagina 3 di 4

26 III - GESTIONE DEI DPI E DOCUMENTAZIONE Uso e documentazione Questi dispositivi sono dati in uso personale agli operatori dell'azienda, accompagnati da una nota informativa riportante tutte le indicazioni relative alla gestione delle calzature, che il produttore ha l'obbligo di fornire al momento dell'acquisto. L'utilizzatore ha l'obbligo di attenersi rigorosamente alle indicazioni presenti in tale documento. Le responsabilità Il datore di lavoro, dopo avere valutato i rischi presenti i Azienda, sceglie i DPI degli arti inferiori avvalendosi della collaborazione del SPP e del Medico Competente, li fornisce ai suoi collaboratori e ne assicura il loro mantenimento in efficienza, fornisce istruzioni comprensibili e assicura una formazione adeguata. I dirigenti e i preposti nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze devono informare i lavoratori dei rischi specifici a cui sono esposti, disporre, esigere e controllare che i lavoratori osservino le norme di sicurezza e usino i dispositivi di protezione messi a loro disposizione. I lavoratori devono sempre indossare le calzature fornite dal datore di lavoro secondo le modalità previste nelle istruzioni operative presenti in Azienda. IV - INFORMAZIONE, FORMAZIONE Principali rischi I principali rischi da cui ci si può proteggere con l'uso di calzature dedicate sono: da contaminazione da materiale biologico (medici, biologi, infermieri, ausiliari, tecnici, operatori sanitari ecc.); da scivolamenti e cadute dovute a irreolarità del piano di appoggio o eventualmente bagnato da lubrificanti (operatori tecnici addetti alla manutenzione); da sversamenti di prodotti chimici (biologi, chimici, tecnici di laboratorio, ecc.); da lesioni alla pianta del piede dovuta a perforazione della suola da parte di oggetti appuntiti quali chiodi, schegge di legno o altro (giardinieri, operatori dei servizi tecnici che svolgono attività in cantieri e locali tecnici); da schiacciamento della punta del piede per caduta accidentale di materiale dall'alto o con movimenti incauti di attrezzature da lavoro o carrelli elevatori (magazzinieri, tecnici di farmacia, operatori addetti alla manutenzione, operatori di cucina ecc.); da scivolamenti e cadute dovute a irreolarità del piano di appoggio o eventualmente bagnato (operatori di mensa, addetti alla preparazione e dispensazione pasti, infermieri e ausiliari ecc.). La scelta dei DPI di protezione degli arti inferiori per le diverse figure profesionali prende in considerazione le singole attività lavorative e le calzature fornite hanno caratteristiche idoneee a proteggere gli operatori dai diversi rischi valutati. A cura di: Loredana Cecchetti Roberto Taruffi Direzione e redazione: Marialuisa Diodato 11 - DPI arti inferiori SPP Rev. 2 Pagina 4 di 4

27 SCHEDA TECNICA N 20 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI SUPERIORI (per uso non medico)

28 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI SUPERIORI I - DESCRIZIONE Che cosa sono I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) degli arti superiori sono dispositivi realizzati per proteggere le mani e/o gli arti s upe r i or i da r i s c hi : Meccanici (tagli, graffi, abrasioni ecc.); Biologici (schizzi, contatto con materiale biologico ecc); Fisici (freddo, caldo, radiazioni, tensioni elettriche, ecc); Chimici (contatti con prodotti e preparati pericolosi ecc.). Sono sostanzialmente costituiti da guanti. Quando si usano I guanti devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. II - CLASSIFICAZIONE DEI GUANTI I DPI sono regolati da due direttive europee specifiche, che fissano i criteri di costruzione, di progettazione (Dir.Eur. 89/686/CEE e relative modifiche e integrazioni recepita con D.lgs. 475/92 e successive modifiche) e i criteri d'impiego da parte dei lavoratori (D.Lgs. 81/08). Nella tabella seguente si riportano le norme tecniche di riferimento per i guanti. Norme tecniche di riferimento UNI EN 420 r e qui s i t i ge ne r a l i pe r i gua nt i UNI EN 374/1/2/3 guanti di protezione contro prodotti chimici e microrganismi UNI EN 388 UNI EN 407 UNI EN 511 UNI EN UNI EN 381 UNI EN 421 UNI EN 1082/1 guanti di protezione contro rischi meccanici guanti di protezione contro rischi termici guanti di protezione contro il freddo gua nt i di pr ot e z i one da c ont a t t o c on pa r t i s ot t o t e ns i one guanti di protezione per l'utilizzo di seghe a catena comandate a mano guanti di protezione contro le radiazioni ionizzanti e la contaminazione r a di oa t t i va indumenti di protezione - guanti proteggi-braccia contro tagli e coltellate causate da coltelli a mano, guanti e proteggi-braccia di maglia metallica 20 - DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 1 di 8

29 III - CARATTERISTICHE GENERALI I guanti devono essere progettati secondo le condizioni d'impiego in modo da proteggere il più possibile i lavoratori dai rischi derivanti dall'attività lavorativa. E' cura del fabbricante, progettare e fabbricare guanti destinati a rischi specifici, mentre è cura del datore di lavoro effettuare una scelta oculata del guanto stesso in modo da ridurre il più possibile i rischi derivanti dall'attività lavorativa. La scelta deve essere effettuata solo dopo aver accuratamente valutato i rischi derivanti dall'attività svolta dal lavoratore. I requisiti generali e fondamentali che devono possedere tutti i tipi di guanti destinati alla protezione dai rischi lavorativi sono definiti nella norma UNI EN 420. In particolare sono definiti i criteri di realizzazione del guanto, e i requisiti generali di innocuità, di ergonomia, di funzionalità e di pulizia; sono inoltre esplicitate le modalità di marcatura e le informazioni da applicare a tutti i tipi guanti di protezione. E' molto importante prestare attenzione ai livelli prestazionali dei guanti e alla confortevolezza - ergonomia. I livelli di prestazione del guanto (LP), definiti per ogni tipo di rischio, sono rappresentati da un numero che indica una particolare categoria o intervallo di prestazione con la quale si vanno a graduare i guanti in base alle prove di laboratorio. La classificazione è effettuata a l l ' i nt e r no di 4, 5 o 6 l i ve l l i pr e s t a z i ona l i a s e c onda de l t i po di r i s c hi o il numero 4, 5 o 6 indica un livello di prestazione più elevato per il rischio in esame il livello 0 indica che non sono state effettuate prove oppure che il guanto si trova al di sotto del livello minimo di prestazione ammesso. La confortevolezza è strettamente legata alle taglie delle mani e dei guanti. Per le mani sono effettuate due misure: circonferenza delle mani lunghezza (intesa come distanza tra il polso e l'estremità del dito medio) Le taglie dei guanti sono definite naturalmente sulla base della misura delle mani che devono i ndos s a r l i. Marcatura ed informazioni M a r c a t ur a de i gua nt i Su ogni guanto devono essere riportate le seguenti informazioni: Nome e marchio commerciale del fabbricante o del rappresentante legale Referenza del guanto Taglia Data di scadenza (se le prestazioni del guanto possono essere fortemente modificate nell'anno successivo alla fabbricazione) Marcatura CE secondo la norma Informazioni sulla confezione Qualsiasi confezione deve contenere: Nome ed indirizzo del fabbricante o del suo rappresentante legale Referenza del guanto Taglia Data di scadenza se necessaria Le informazioni relative alla protezione fornita dal guanto Guanti di categoria 1: formula di tipo "solo per rischi minori" Guanti delle altre categorie: i pittogrammi relativi alla protezione/applicazione del guanto accompagnato dai livelli di prestazione se esistenti e dal riferimento alla norma DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 2 di 8

30 Informazioni fornite dal fabbricante Oltre alle informazioni relative alla confezione, devono essere forniti: nome ed indirizzo del fabbricante o del suo rappresentante legale referenza del guanto t a gl i e di s poni bi l i le relative norme specifiche i pittogrammi corrispondenti ai rischi o alle applicazioni, quando applicabili, accompagnati dai livelli di prestazione e dalla spiegazione loro attribuita lista delle sostanze potenzialmente allergizzanti contenute nel guanto modo d'impiego del guanto istruzioni per la manutenzione se necessaria, incluse quelle di stoccaggio ed i pittogrammi internazionali di pulizia e numero di lavaggi accettabili. livello medio di qualità (indice AQL): è un parametro che riveste grande importanza perché riguarda la percentuale di guanti difettosi presenti in un lotto di produzione. Esempio di possibile marcatura per guanto di protezione IV - CRITERI DI SCELTA La scelta dei DPI, da parte dei datori di lavoro, deve avvenire basandosi sulle indicazioni contenute nel D.lgs. 81/08. E' pertanto necessario effettuare una valutazione dei rischi come previsto nell'art. 15 del D.lgs. 81/08. Al fine di facilitare lo studio, il decreto fornisce un esempio di schema (allegato VIII) organizzato in modo da individuare la tipologia del rischio (meccanico, chimico, fisico, ecc.), e le parti del corpo eventualmente interessate da tale rischio. Si procede quindi alla scelta del DPI che si ritiene possa proteggere contro il rischio stesso. La scelta dei guanti deve essere operata in funzione della mansione, delle caratteristiche meccaniche del guanto e in base alla biocompatibilità. Il termine generico "guanti" non è indicativo di un dispositivo di protezione unico, in quanto sono disponibili guanti in materiali diversi e con caratteristiche diverse DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 3 di 8

31 V - GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO I RISCHI MECCANICI (UNI EN 388) I guanti devono anzitutto rispettare i requisiti della UNI EN 420. La UNI EN 388 stabilisce i requisiti obbligatori, oltre c he pr e s t a z i ona l i, c he de vono pos s e de r e i gua nt i de s t i na t i a questa funzione sono: a. resistenza all'abrasione (LP da 1 a 4) b. resistenza al taglio (LP da 1 a 5) c. resistenza allo strappo (LP da 1 a 4) d. resistenza alla perforazione (LP da 1 a 4) Si possono ottenere anche guanti con le seguenti c a r a t t e r i s t i c he : e. antistaticità (resistività volumetrica in Ω cm) f. resistenza al taglio da impatto (altezza di caduta: 150 mm - UNI EN 1082/1) M a r c a t ur a Esempio di pittogramma su guanto per protezione meccanica 3142 (Livelli prestazionali) Pittogrammi indicanti la protezione contro le cariche elettrostatiche ed il taglio da impatto La marcatura del guanto di protezione deve riportare le informazioni contenuti nel paragrafo III DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 4 di 8

32 VI - GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO GLI AGENTI CHIMICI E I MICRORGANISMI (UNI EN 374/1/2/3) La norma fornisce i requisiti prestazionali dei guanti sottoposti all'azione degli agenti chimici e biologici. I requisiti menzionati definiscono la penetrazione e la permeazione di cui bi s ogne r à t e ne r c ont o qua ndo s i pr oc e de a l l a s c e l t a de l gua nt o pi ù a da t t o. Per penetrazione s'intende quel processo di diffusione di un prodotto chimico e/o di un microrganismo attraverso porosità, linee di saldatura, punti di spillo o altre imperfezioni del guanto di protezione. Questo dato, che varia da 1 a 3, viene indicato attraverso il livello AQL (standard statistico definito dalle organizzazioni industriali del settore, dai clienti e dai p r o d u t t o r i v a r i a b i l e d a 4 a 0,65). Per permeazione s'intende il tempo impiegato dal prodotto chimico per passare dalla superficie esterna alla superficie interna al guanto; questo valore varia da 1 a 6 in funzione del tempo di passaggio. Queste informazioni sono riportate sul foglietto informativo predisposto dal fabbricante e a l l e ga t o a l pr odot t o. In fase di scelta, oltre al tempo di permeazione, è necessario tenere conto anche del tasso di permeazione, che indica le concentrazioni di materiale che attraversano un cm 2 di materiale in un minuto, e del livello di degradazione inteso come il tempo che occorre al materiale per perdere il 30% circa delle sue caratteristiche meccaniche iniziali. Al fine di facilitare la scelta i produttori forniscono come guida generale il tempo utile d'uso del guanto con una sostanza chimica. E' un parametro importante perché dà un tempo per l'uso del guanto oltre il quale è opportuno sostituirlo o, verificarne lo stato. Secondo il tipo di lavorazione è necessario tener conto del grado di confort che deve possedere il guanto. Infatti, più sono elevati il livello di protezione e la durata del Pittogrammi per guanti indicanti la protezione contro prodotti chimici e microrganismi lavoro, più il DPI deve essere confortevole. Infine, è importante tenere conto dell'aderenza che può essere rinforzata, se si è in contatto con oggetti molto scivolosi e/o t a gl i e nt i e / o a br a s i vi, oppur e s t andar d. M a r c a t ur a I pittogrammi che devono essere posti sulla confezione, sulla nota informativa oppure sul guanto sono quelli riportati a fianco. VII - GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO IL FREDDO (UNI EN 511) La norma si applica ai guanti che proteggono le mani dal freddo convettivo e da contatto. L'efficacia della protezione termica contro il freddo e la penetrazione dell'acqua è indicata da un codice di tre cifre, riportato a fianco del pittogramma, che indica: 310 Esempio di pittogramma su guanto per protezione dal freddo (Livelli prestazionali) a. resistenza al freddo trasmesso per conduzione (1 carattere da 0 a 4) b. resistenza al freddo trasmesso per contatto (2 carattere da 0 a 4) c. permeabilità all'acqua (3 carattere da 0 ad 1 - il valore 1 sta ad indicare nessuna penetrazione di acqua dopo un intervallo di 30 minuti) 20 - DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 5 di 8

33 VIII - GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO I RISCHI TERMICI (UNI EN 407) La norma definisce i metodi di prova, i requisiti generali, i livelli di prestazione termica e marcatura dei guanti di protezione contro il calore e/o fuoco. Si applica a tutti i guanti che proteggono contro il calore e/o fiamme in una o più delle seguenti forme: fuoco, calore per Pittogramma indicante la protezione contro i rischi termici contatto, radiante, convettivo, piccoli spruzzi o grandi proiezioni di metallo fuso. Nel D.Lgs.475/92 qesti DPI sono suddivisi in tre categorie in base al grado di rischio: categoria I: sono i DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità, cioè rischi derivanti da contatto o da urti con oggetti caldi, che non espongano ad una temperatura superiore a 50 C; categoria II: sono i DPI che espongano a temperature comprese tra i 50 C e i 100 C. categoria III: sono i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o da lesioni gravi e di carattere permanente, cioè guanti per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non inferiore a 100 C. La norma fornisce il comportamento dei materiali è costituito il guanto (livelli prestazionali) e non i l i ve l l i di pr ot e z i one. I l i ve l l i pr e s t a z i ona l i pe r c i a s c una pr ova s ono i ndi c a t i ne l pittogramma mediante una sequenza di caratteri, ciascuno dei quali indica uno specifico livello prestazionale graduato da 0 a 4. Questi sono costituiti da: a. resistenza all'infiammabilità: b. r e s i s t e nz a a l c a l or e da c ont a t t o: c. r e s i s t e nz a a l c a l or e c onve t t i vo: d. r e s i s t e nz a a l c a l or e r a di a nt e : e. resistenza a piccoli spruzzi di metallo fuso: f. resistenza a grandi proiezioni di metallo: 1 carattere posto sotto il pittogramma 2 c a r a t t e r e 3 c a r a t t e r e 4 c a r a t t e r e 5 c a r a t t e r e 6 c a r a t t e r e. I guanti di protezione contro rischi termici devono rispettare i requisiti descritti nella norma generale EN 420, e i requisiti di protezione meccanica (abrasione, resistenza allo strappo) come da EN 388. I guanti di protezione termica, poiché sono classificati come DPI di III categoria (come da D.lgs. 475/92), devono essere sottoposti a controllo annuale presso un organismo notificato. L'uso di questi guanti prevede l'addestramento (vedi scheda n 9) 20 - DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 6 di 8

34 IX - GUANTI DI PROTEZIONE PER L'UTILIZZO DI SEGHE A CATENA COMANDATE A MANO (UNI EN 381) La norma specifica i requisiti dei guanti per la resistenza al taglio mediante sega a catena. Le seghe a catena sono p r o g e t t a t e p e r l ' u t i l i z z o c o n l a m a n o de s t r a qui ndi i r e qui s i t i dei guanti dei protezione sono riferiti ai guanti per la mano s i ni s t r a. Pittogramma indicante la protezione contro i rischi da seghe a catena portatili La protezione potrebbe non essere adatta per l'utilizzo dell'attrezzatura con la mano sinistra. La norma prevede due tipi di guanti di protezione: il tipo A e il tipo B, che presentano differenti aree di protezione delle mani. Il tipo A prevede guanti a cinque dita con protezione obbligatoria del metacarpo (il metacarpo è la parte della mano tra il polso e le dita). Se per la mano destra sono richieste protezioni, queste devono essere pari a quelle per la mano sinistra. Il tipo B riguarda guanti o manopole (guanto che copre il dorso e il palmo della mano, con il pollice e l'indice entrambi separati, e una copertura unica per le altre dita) con protezione di tutto il dorso della mano compreso il dorso di tutte le dita, escluso il pollice. A s e c onda de l l a ve l oc i t à de l l a s e ga a c a t e na i gua nt i ve ngono r a ggr uppa t i i n 4 c l a s s i di pr ot e z i one. classe 0 16 m/s classe 1 20 m/s classe 2 24 m/s classe 3 28 m/s X - GUANTI DI PROTEZIONE ISOLANTI PER LAVORI SOTTO TENSIONE (UNI EN 60903) La norma UNI EN prevede, sulla base della differente tensione di ut i l i z z o, 6 c l a s s i di pr ot e z i one Classi di protezione previste dalla norma UNI EN Classe Tensione di prova in C.C. Tensione di prova in C.A. determinate in funzione delle t e ns V 4000 V i oni di pr ova i n c or r e nt e c ont i V V nua e a l t e r na t a V V La classe di appartenenza del guanto viene indicata a fianco della V V marcatura, unitamente al l a V V categoria. La tensione di utilizzo è V V i ndi c a t a da l pr odut t or e. P i t t o g r a m m a i n d i c an t e l a protezione contro i rischi d a t e n si o n e e l e t t r i c a Tutti i guanti, qualunque sia la loro classe, devono essere assolutamente verificati 6 mesi dopo la data di fabbricazione apposta su di essi (guanti utilizzati o immagazzinati). Per queste verifiche, i guanti devono essere rinviati al fabbricante. Trascorsi 6 mesi, essi sono considerati come scaduti di validità ed è possibile utilizzarli solo se le verifiche semestrali sono state superate con successo DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 7 di 8

35 XI - GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO LE RADIAZIONI IONIZZANTI E LA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA (UNI EN 421) Questa norma stabilisce i requisiti e i metodi di prova dei guanti per la protezione da radiazioni ionizzanti e contaminazione radioattiva. I guanti devono rispondere sia alla norma tecnica EN 421 (per la protezione dalla contaminazione, l'efficienza di attenuazione e l'uniformità di distribuzione del materiale da protezione) che agli standard stabiliti dalla norma EN 374. La capacità del materiale del guanto di: Esempio di pittogramma su guanto per protezione da radiazioni ionizzanti e contaminazione radioattiva a s s or bi r e l e r a di a z i oni i n ge ne r e vi e ne indicata come spessore equivalente di piombo (in mm variabili da 0 a 0,5); r e s i s t e r e a l l e c r i c c a t ur e da oz ono, vi e ne indicata con un parametro variabile da 1 a 4 ( c he i ndi c a l a r e s i s t e nz a all'invecchiamento del materiale se s ogge t t o a r a di a z i one i oni z z a nt e ) ; impermeabilità all'acqua o al suo va por e, vi e ne i ndi c a t a c on un parametro che va da 1 a 5. XII - INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO Per le informazioni relative questo argomento si rinvia a quanto già detto nella scheda n 9. A c ur a di : Gianni Aiello Marialuisa Diodato 20 - DPI arti superiori SPP REV. 3 Pagina 8 di 8

36 SCHEDA TECNICA N 15 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DELLE VIE RESPIRATORIE

37 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DELLE VIE RESPIRATORIE I - DESCRIZIONE Che cosa sono I DPI delle vie respiratorie, definiti anche Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR), sono dispositivi destinati a proteggere da sostanze pericolose allo stato aeriforme (particelle, vapori, gas) mediante il meccanimo della filtrazione. Questi dispositivi, che coprono in parte o completamente il viso, sono realizzati in materiale filtrante o sono costituiti da una struttura riutilizzabile dotata di filtri sostituibili; per le varie classi di inquinanti esistono filtri specifici. Nel caso di atmosfere particolarmente inquinate o di concentrazione di ossigeno insufficiente si utilizzano i respiratori isolanti. Il loro principio di funzionamento non si basa sulla filtrazione dell'aria ambiente, ma sulla fornitura di aria respirabile prelevata da "zone pulite" o contenuta in bombole. Si tratta di attrezzature complesse, sia dal punto di vista gestionale che dell'utilizzo e che vengono impiegate solo in situazioni estreme da personale esperto. In commercio si trovano anche "maschere" che non svolgono funzioni di protezione delle vie respiratorie, e che pertanto non possono essere definite DPI, la funzione prevalente di tali maschere è evitare che la persona che le indossa contamini l'ambiente circostante. E' il caso ad esempio delle "mascherine chirurgiche" che il personale di sala operatoria deve indossare a protezione del paziente, regolamentate dal D.Lgs. 46/97, in materia di dispositivi medici e delle "maschere igieniche" indossate dagli alimentaristi per garantire la salubrità dei prodotti Quando si usano L'uso dei DPI/APVR deve essere preso in considerazione solo dopo che, per quanto ragionevolmente fattibile, si sia attuato il contenimento degli inquinanti in sospensione nell'aria con l'impiego di sistemi di confinamento e/o con impianti di aspirazione. Tali dispostivi di protezione individuale possono anche essere utilizzati quando gli operatori sono esposti per brevi periodi e/o a basse concentrazioni di inquinanti. Queste situazioni, devono essere chiaramente evidenziate nei protocolli, procedure e nelle istruzioni operative DPI vie respiratorie SPP Rev. 2 Pagina 1 di 5

38 II - ACQUISIZIONE E GESTIONE DEGLI APVR Requisiti normativi La gestione dei DPI è regolamentata dal decreto legislativo nr. 81 del 09/04/08 che stabilisce gli obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori. La produzione, la commercializzazione, e la classificazione dei DPI sono regolamentate dal DLgs. 475 del 04/12/92 modificato dal DLgs. 10/97 e dalla Circolare del Ministero dell'industria del Commercio e dell'artigianato n del 22/05/2000. Le caratteristiche specifiche dei DPI sono riportate nelle norme tecniche armonizzate come previsto dal D.Lgs. 475/92. Nella tabella seguente si riportano le norme di riferimento per alcuni APVR. Norme tecniche di riferimento UNI EN 136 UNI EN 140 UNI EN 141 UNI EN 143 UNI EN 149 UNI EN 405 Maschere intere (vie respiratorie, occhi, viso) Semimaschere (vie respiratorie, naso, bocca, mento) Filtri antigas e combinati (glutaraldeide, formaldeide, acidi, basi, ammoniaca) Filtri antipolvere (lana di vetro, polveri da demolizioni ) Facciali filtranti antipolvere (rischio biologico, lana di vetro, polveri da demolizioni) Facciali filtranti antigas o antigas e antipolvere dotati di valvole (glutaraldeide, formaldeide) 15 - DPI vie respiratorie SPP Rev. 2 Pagina 2 di 5

39 III - CLASSIFICAZIONE DEGLI APVR Le norme UNI EN definiscono i requisiti che devono possedere questi DPI per ottenere la marcatura CE. Tali norme classificano gli APVR in: Facciali filtranti Sono dispositivi realizzati prevalentemente o interamente in materiale filtrante, che coprono bocca naso e mento che devono essere sostituiti interamente quando non sono più efficaci. L'aria può essere eliminata attraverso lo stesso materiale fitrante oppure attraverso una valvola che, riducendo la resistenza durante l'espirazione, rende più confortevole il dispositivo. I facciali filtranti possono essere classificati in: antipolvere antigas combinati Facciali filtranti antipolvere (UNI EN 149) In base al loro potere di filtrare efficacemente concentrazioni crescenti di aerosol inquinanti, sono classificati in: FFP1, FFP2, FFP3. Conservazione: i facciali filtranti, monouso e personali, devono essere tenuti al riparo dagli inquinanti fino al momento del loro utilizzo. Durata: i facciali filtranti (UNI EN 149) devono essere impiegati solamente per un turno lavorativo, e devono comunque essere sostituiti immediatamente quando risultano danneggiati, o visibilmente contaminati e qualora la respirazione diventasse difficoltosa a causa della saturazione del materiale filtrante. Facciali filtranti antigas e combinati (antigas antipolvere) (UNI EN 405) In base al loro potere di trattenere i diversi inquinanti (gas o vapori) vengono marcati con lettere che indicano il tipo di aeriforme e numeri che indicano la capacità crescente di trattenerli.(es. FFA2: A indica che è specifico per vapori organici e 2 la capacità di filtrazione.) I facciali filtranti combinati hanno la capacità di trattenere sia inquinanti gassosi che solidi e sonono realizzati "combinando" un materiale in grado di trattenere i gas e vapori, e uno strato di materiale filtrante per polveri. La marcatura quindi deve riportare l'insieme delle lettere e dei numeri dei diversi inquinanti trattenuti più le indicazioni caratteristiche dei diversi facciali antipolvere (es. FFA1P1) Conservazione: I facciali filtranti per la protezione da gas e vapori devono essere forniti agli operatori che usano prodotti pericolosi ed essere tenuti al riparo dagli inquinanti fino al momento del loro uso. L'operatore dovrà riporlo alla fine di ogni utilizzo, dopo averlo pulito secondo le istruzioni, in un apposito contenitore/confezione, lontano dalle sorgenti di inquinamento. Durata: Questi facciali fitranti (UNI EN 405), possono essere utilizzati fino al momento in cui l'operatore percepisce l'odore dell'inquinante DPI vie respiratorie SPP Rev. 2 Pagina 3 di 5

40 Semimaschere (UNI EN 140): Sono dispositivi riutilizzabili, che coprono solamente bocca naso e mento, dotati di valvola di espirazione. Sulla semimaschera vengono inseriti uno o più filtri sostituibili, destinati a trattenere gli inquinanti presenti nell'aria. La struttura è di matriale elastico al fine di garantire una buona tenuta sul viso. Maschere intere (UNI EN 136): Sono dispositivi riutilizzabili costituiti da una struttura che copre l'intero volto con una visiera in materiale trasparente, sono dotati di valvola di espirazione e garantiscono una tenuta maggiore delle semimaschere. Anche su questi dispositivi vengono inseriti filtri sostituibili destinati a trattenere gli inquinanti presenti nell'aria. F i l t ri I filtri sono dispositivi che vengono inseriti su maschere e semimaschere e che sono destinati a trattenere inquinanti, solidi e/o aeriformi. Sono caratterizzati da colorazioni o bande colorate specifiche per i diversi inquinanti e bianche per le polveri. Filtri antipolvere (UNI EN 143) per la filtrazione di particelle solide. In base alla loro efficacia filtrante sono classificati in P1, P2, P3. Filtri antigas (UNI EN 141), per la filtrazione di gas e/o vapori, sono caratterizzati da lettere, che indicano gli inquinanti trattenuti. Si dividono in tre classi, a capacità crescente, contrassegnate dai numeri 1, 2, 3. Il filtro è individuabile da una colorazione caratteristica e dall'associazione di lettera e numero, es per ammoniaca K1, K2, K3 o per vapori organici e gas acidi A1E1. Per tutte tre le classi, qualunque sia la concentrazione dell'areiforme presente, la capacità di trattenere l'inquinante è sempre la stessa, quello che varia è il tempo durante il quale questa caratteristica è assicurata. Considerato che, all'aumentare della classe del filtro, aumenta anche la resistenza respiratoria del dispositivo al passaggio dell'aria, in alcuni casi è preferibile adottare filtri di capacità inferiore che offrono maggiore confort respiratorio pur garantendo la medesima protezione per un tempo inferiore. Filtri combinati (UNI EN 141). Per la filtrazione di gas e/o vapori in presenza di polveri. Sono realizzati combinando un filtro antipolvere ed uno o più antigas, e sono identificati dalla combinazione di lettere e numeri es. A2B2E2K2P3. I fattori che determinano la scelta dei filtri sono: per gli antipolvere l'efficacia filtrante, per quelli destinati a trattenere gas e vapori il tempo di esposizione in quanto la capacità di filtrazione è sempre la stessa per tutta la durata (oltre ovviamente il tipo di inquinante). Su tutti i filtri deve essere riportata la marcatura CE e una data di scadenza oltre la quale non possono comunque essere utilizzati, anche se correttamente conservati e mai usati. La durata del filtro antigas è soggettivamente determinata dalla capacità dell'utilizzatore di avvertire l'odore dell'inquinante quando questo non viene più trattenuto dal materiale filtrante, l'operatore deve tempestivamente sostituire il filtro quando si verifica questa condizione (è per questo motivo che non è possibile utilizzare respiratori filtranti in presenza di inquinanti inodori) DPI vie respiratorie SPP Rev. 2 Pagina 4 di 5

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