VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TERRITORIALE (VALSAT) (ovvero la Valutazione Ambientale Strategica - VAS) 1

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1 VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TERRITORIALE (VALSAT) (ovvero la Valutazione Ambientale Strategica - VAS) 1 PRIMA VALUTAZIONE PREVENTIVA DEL DOCUMENTO PRELIMINARE ALLEGATI 1 Sia qui nel titolo che nel testo si parla (e si ritrova l acronimo relativo) sia di valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (VALSAT) che di valutazione ambientale strategica (VAS); in entrambi i casi si tratta sempre di valutazione preventiva degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, come recita la Direttiva comunitaria 2001/42/CE del 27 giugno 2001, nonostante che in Emilia-Romagna si chiami appunto VALSAT. La scelta di riportare nella relazione entrambe le sigle è motivata dalla volontà di affermare l innovazione del Piano stesso che recepisce e si confronta in questo modo con quanto previsto dalla Unione europea in materia di strategie e strumenti per lo sviluppo sostenibile.

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3 INDICE VALSAT - ALLEGATI (solo in formato digitale CDrom e WEB) ALLEGATO 1 GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ Introduzione Criteri chiave per la sostenibilità Obiettivi di sostenibilità ambientale globali e locali per l Agenda 21 Locale Obiettivi e target contenuti in linee guida, accordi internazionali e norme La Strategia d azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia La definizione degli obiettivi di sostenibilità generali e specifici 25 ALLEGATO 2 I METODI E LE TECNICHE PER LA VALUTAZIONE Matrici d impatto e altre tecniche di valutazione Tipi di impatto Valutazione degli impatti cumulativi Esempio di matrice di valutazione 43 ALLEGATO 3 GLI INDICATORI AMBIENTALI E DI SOSTENIBILITÀ Introduzione Sugli indicatori di sostenibilità: incertezze e possibili confusioni Gli indicatori a supporto di politiche ambientali Criteri di selezione degli indicatori La struttura DPSIR La tipologia di Indicatori della European Environmental Agency Gli Indicatori di sostenibilità 54

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5 ALLEGATO 1 GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ 1.1 INTRODUZIONE Dal punto di vista teorico, il concetto di sostenibilità ambientale dello sviluppo economico e territoriale è riconducibile ai seguenti obiettivi generali: Progressiva riduzione degli indici di intensità di consumo energetico e di degrado delle risorse per unità di prodotto; Sostituzione delle risorse non rinnovabili con risorse rinnovabili. La Carta di Aalborg (al punto I.6) così definisce le linee prioritarie per una politica di sviluppo sostenibile: Le città riconoscono che il capitale di risorse naturali, atmosfera, suolo, acque e foreste, è divenuto il fattore limitante del loro sviluppo economico e che pertanto è necessario investire in questo capitale. Ciò comporta in ordine di priorità: 1. investire nella conservazione del rimanente capitale naturale, ovvero acque di falda, suoli, habitat per le specie rare; 2. favorire la crescita del capitale naturale riducendo l attuale livello di sfruttamento, in particolare per quanto riguarda le energie non rinnovabili; 3. investire per ridurre la pressione sul capitale di risorse naturali esistenti attraverso un espansione di quelle destinate ad usi antropici, ad esempio gli spazi verdi per attività ricreative all interno delle città, in modo da ridurre la pressione sulle foreste naturali; 4. migliorare l efficienza dell uso finale dei prodotti, ad esempio utilizzando edifici efficienti dal punto di vista energetico e modalità di trasporto urbano non nocive per l ambiente. La definizione di obiettivi di sostenibilità dovrà muovere dall analisi critica degli elementi di evidente insostenibilità che caratterizzano il modello locale di sviluppo (ridotta efficienza nell uso delle risorse ambientale ed energetiche, elevati ratei di emissione e scarto, poca considerazione della valenza strategica del territorio non urbanizzato, ecc.) per individuare criteri generali ed azioni specifiche che consentano innanzitutto di invertire le tendenze più critiche e rilevanti, senza per questo rinunciare, nel medio periodo, a più significativi ed ambiziosi obiettivi di sostenibilità con le definizioni elaborate. 1.2 CRITERI CHIAVE PER LA SOSTENIBILITÀ Finalità ultima della Valutazione ambientale strategica è la verifica della rispondenza dei piani (dei suoi obiettivi, delle sue strategie e delle sue politiche-azioni) con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, verificandone il complessivo impatto ambientale ovvero la diretta incidenza sulla qualità dell ambiente. 7

6 La definizione degli obiettivi deve soddisfare le condizioni di sostenibilità all accesso alle risorse ambientali. Condizioni che sono comunemente fatte risalire ai seguenti principi: il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non sia superiore al loro tasso di rigenerazione; l immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell ambiente non superi la capacità di carico dell ambiente stesso; lo stock di risorse non rinnovabili resti costante nel tempo. Nel rispetto di tali principi qui di seguito vengono individuati dieci criteri chiave di sostenibilità utili per la definizione degli obiettivi di sostenibilità. Dieci criteri chiave per la sostenibilità 1 Ridurre al minimo l impiego delle risorse energetiche non rinnovabili 2 Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3 Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/ inquinanti Descrizione L impiego di risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti di minerali e conglomerati riduce le riserve disponibili per le generazioni future. Un principio chiave dello sviluppo sostenibile afferma che tali risorse non rinnovabili debbono essere utilizzate con saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non limiti le opportunità delle generazioni future. Ciò vale anche per fattori insostituibili - geologici, ecologici o del paesaggio - che contribuiscono alla produttività, alla biodiversità, alle conoscenze scientifiche e alla cultura (cfr. comunque i criteri chiave nn. 4, 5 e 6). Per quanto riguarda l impiego di risorse rinnovabili nelle attività di produzione primarie, quali la silvicoltura, la pesca e l agricoltura, ciascun sistema è in grado di sostenere un carico massimo oltre il quale la risorsa si inizia a degradare. Quando si utilizza l atmosfera, i fiumi e gli estuari come depositi di rifiuti, li si tratta anch essi alla stregua di risorse rinnovabili, in quanto ci si affida alla loro capacità spontanea di autorigenerazione. Se si approfitta eccessivamente di tale capacità, si ha un degrado a lungo termine della risorsa. L obiettivo deve pertanto consistere nell impiego delle risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o possibilmente ad un ritmo inferiore) a quello della loro capacità di rigenerazione spontanea, in modo da conservare o anche aumentare le riserve di tali risorse per le generazioni future. In molte situazioni, è possibile utilizzare sostanze meno pericolose dal punto di vista ambientale, ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, e in particolare dei rifiuti pericolosi. Un approccio sostenibile consisterà nell impiegare i fattori produttivi meno pericolosi dal punto di vista ambientale e nel ridurre al minimo la produzione di rifiuti adottando sistemi efficaci di progettazione di processi, gestione dei rifiuti e controllo dell inquinamento. Principali atti legislativi comunitari in materia ambientale (direttive del Consiglio) 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 91/156/CEE - rifiuti 91/689/CEE - rifiuti pericolosi 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 91/676/CEE - nitrati 91/156/CEE - rifiuti 91/689/CEE - rifiuti pericolosi 92/43/CEE - habitat e specie 79/409/CEE - uccelli 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 91/156/CEE - rifiuti 91/689/CEE - rifiuti pericolosi 96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento Esempi di settori prioritari Energia Trasporti Industria Energia Agricoltura Silvicoltura Turismo Risorse idriche Ambiente Trasporti Industria Industria Energia Agricoltura Risorse idriche Ambiente 8

7 Dieci criteri chiave per la sostenibilità 4 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi 5 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche 6 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali 7 Conservare e migliorare la qualità dell ambiente locale 8 Protezione dell atmosfera (riscaldamento del globo - cfr. glossario). Descrizione In questo caso, il principio fondamentale consiste nel conservare e migliorare le riserve e le qualità delle risorse del patrimonio naturale, a vantaggio delle generazioni presenti e future. Queste risorse naturali comprendono la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, le bellezze e le opportunità ricreative naturali. Il patrimonio naturale pertanto comprende la configurazione geografica, gli habitat, la fauna e la flora e il paesaggio, la combinazione e le interrelazioni tra tali fattori e la fruibilità di tale risorse. Vi sono anche stretti legami con il patrimonio culturale (cfr. criterio chiave n. 6). Il suolo e le acque sono risorse naturali rinnovabili essenziali per la salute e la ricchezza dell umanità, e che possono essere seriamente minacciate a causa di attività estrattive, dell erosione o dell inquinamento. Il principio chiave consiste pertanto nel proteggere la quantità e qualità delle risorse esistenti e nel migliorare quelle che sono già degradate Le risorse storiche e culturali sono risorse limitate che, una volta distrutte o danneggiate, non possono essere sostituite. In quanto risorse non rinnovabili, i principi dello sviluppo sostenibile richiedono che siano conservati gli elementi, i siti o le zone rare rappresentativi di un particolare periodo o tipologia, o che contribuiscono in modo particolare alle tradizioni e alla cultura di una data area. Si può trattare, tra l altro, di edifici di valore storico e culturale, di altre strutture o monumenti di ogni epoca, di reperti archeologici nel sottosuolo, di architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e di strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Gli stili di vita, i costumi e le lingue tradizionali costituiscono anch essi una risorsa storica e culturale che è opportuno conservare. Nel contesto del presente dibattito, la qualità di un ambiente locale può essere definita dalla qualità dell aria, dal rumore ambiente, dalla gradevolezza visiva e generale. La qualità dell ambiente locale è importantissima per le aree residenziali e per i luoghi destinati ad attività ricreative o di lavoro. La qualità dell ambiente locale può cambiare rapidamente a seguito di cambiamenti del traffico, delle attività industriali, di attività edilizie o estrattive, della costruzione di nuovi edifici e infrastrutture e da aumenti generali del livello di attività, ad esempio da parte di visitatori. È inoltre possibile migliorare sostanzialmente un ambiente locale degradato con l introduzione di nuovi sviluppi. Cfr. anche il criterio n. 3 relativo alla riduzione dell impiego e del rilascio di sostanze inquinanti. Una delle principali forze trainanti dell emergere di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati che dimostrano l esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluocarburi (CFC), distruzione dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas di serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future. Principali atti legislativi comunitari in materia ambientale (direttive del Consiglio) 92/43/CEE - habitat e specie 79/409/CEE - uccelli selvatici 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 91/676/CEE - nitrati 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 91/676/CEE - nitrati 91/156/CEE - rifiuti 91/689/CEE - rifiuti pericolosi 91/271/CEE - acque reflue urbane 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 91/156/CEE - rifiuti 91/689/CEE - rifiuti pericolosi 91/271/CEE - acque reflue urbane 96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento Esempi di settori prioritari Ambiente Agricoltura Silvicoltura Risorse idriche Trasporti Industria Energia Turismo Agricoltura Silvicoltura Risorse idriche Ambiente Industria Turismo Turismo Ambiente Industria Trasporti Ambiente (urbano) Industria Turismo Trasporti Energia Risorse idriche Trasporti Energia Industria 9

8 Dieci criteri chiave per la sostenibilità 9 Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l istruzione e la formazione in campo ambientale 10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile Descrizione Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale dei principi istituiti a Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull ambiente e lo sviluppo, 1992). La consapevolezza dei problemi e delle opzioni disponibili è d importanza decisiva: l informazione, l istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione dei risultati della ricerca, l integrazione dei programmi ambientali nella formazione professionale, nelle scuole, nell istruzione superiore e per gli adulti, e tramite lo sviluppo di reti nell ambito di settori e raggruppamenti economici. È importante anche l accesso alle informazioni sull ambiente a partire dalle abitazioni e nei luoghi ricreativi. La dichiarazione di Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull ambiente e lo sviluppo, 1992) afferma che il coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate nelle decisioni relative agli interessi comuni è un cardine dello sviluppo sostenibile. Il principale meccanismo a tal fine è la pubblica consultazione in fase di controllo dello sviluppo, e in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, lo sviluppo sostenibile prevede un più ampio coinvolgimento del pubblico nella formulazione e messa in opera delle proposte di sviluppo, di modo che possa emergere un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità. Principali atti legislativi comunitari in materia ambientale (direttive del Consiglio) 85/337/CEE (97/11/CE) - VIA 96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento Esempi di settori prioritari Ricerca Ambiente Turismo Tutti 10

9 1.3 OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE GLOBALI E LOCALI PER L AGENDA 21 LOCALE Nella seguente tabella sono elencate diverse aree obiettivo di rilievo sia globale che locale adottate in numerose esperienze di Agenda 21 Locale in Italia e in altri paesi europei, mentre successivamente sono illustrati obiettivi e target derivabili sia linee guida e accordi internazionali sia dalle normative di settore. A) EQUILIBRIO GLOBALE 1. Clima e atmosfera Ridurre le emissioni di CO 2 Ridurre i consumi energetici nel settore civile Ridurre i consumi energetici nei trasporti Incrementare l uso di fonti rinnovabili Incrementare la fissazione di carbonio 2. Biodiversità Conservare l estensione e la varietà di ambienti naturali Tutelare le specie rare e vulnerabili B) RISORSE NATURALI 3. Aria Mantenere/migliorare la qualità dell aria locale Ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici 4. Acqua Migliorare la qualità dei corpi idrici (superficiali e sotterranei) Tutelare le risorse e le riserve idriche Riduzione dei consumi idrici 5. Suolo Mantenere/migliorare la fertilità dei suoli Tutelare i suoli da processi erosivi e da contaminazioni 6. Risorse energetiche Ridurre i consumi di risorse non rinnovabili Conservare e valorizzare il potenziale rinnovabile 7. Rifiuti Riduzione dei rifiuti prodotti Migliorare l efficienza del recupero e dello smaltimento dei rifiuti 8. Clima acustico Ridurre il livello di inquinamento acustico C) AMBIENTE UMANO 8. Ambiente edificato Garantire e mantenere appropriati spazi edificati residenziali, sociali e commerciali in localizzazioni adeguate ed accessibili Aumentare la dotazione di verde urbano Tutelare/migliorare la biodiversità urbana 9. Infrastrutture Realizzare e mantenere infrastrutture per servizi e trasporti necessarie e sicure 10. Spazi aperti Realizzare, mantenere e bonificare spazi aperti adeguati ed accessibili 11. Qualità estetica Migliorare la qualità dell ambiente percepita in termini di luce, suono, armonia e combinazione 12. Caratteri storicoculturali architettonico, i particolari paesaggi urbani e naturali Salvaguardare i siti archeologici, i monumenti storici, il patrimonio Conservare il patrimonio culturale 13. Condizioni sanitarie Tutelare/migliorare la situazione sanitaria e di sicurezza dei cittadini 11

10 1.4 OBIETTIVI E TARGET CONTENUTI IN LINEE GUIDA, ACCORDI INTERNAZIONALI E NORME 2 Nelle tabelle riportate nelle pagine successive si propone un compendio di obiettivi adottabili nella definizione di un Piano d azione, articolati per area tematica e settore di intervento, e riferibili a norme di settore e linee guida o accordi internazionali, e dunque associabili a target (obiettivi quantitativi) verificabili nel tempo. In particolare, per ogni settore trattato, si propongono, oltre ad un indirizzo strategico che colloca il tema nell ambito dell Agenda 21: obiettivi generali (o finalità), che possono rappresentare il traguardo di lungo termine di una politica di sostenibilità per il settore e che si ispirano all approccio Stato Pressione - Risposta; obiettivi specifici, che possono essere individuati nel breve e medio termine quale traguardo di azioni e politiche orientate verso i corrispondenti obiettivi generali. Tali obiettivi devono di norma essere quantificabili e verificabili tramite gli adeguati indicatori e con riferimento al loro miglioramento nel tempo e a target di riferimento; riferimenti consolidati per la determinazione quantitativa degli obiettivi specifici e dei loro target, in genere rappresentati da programmi e norme nazionali ed internazionali. Lo stesso processo di Agenda 21 Locale può e deve intervenire a definirli quando assenti o a migliorarli quando ritenuti insufficienti. Inoltre non va dimenticato che gli obiettivi possono essere articolati in funzione della loro priorità e della possibilità di raggiungerli nel breve - medio termine o nel lungo termine. In fase di definizione delle strategie e delle azioni, questa attenzione a gerarchizzare gli obiettivi è fondamentale, in quanto le risorse a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi sono comunque limitate (e spesso scarse) e quindi per garantirsi buone possibilità di successo è importante calibrare gli impegni. Va ricordato infine che è in corso di elaborazione da parte del Ministero dell Ambiente (a cura di ENEA) il nuovo Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (PNSS). Il documento rappresenta cioè la nuova Agenda 21 nazionale e, una volta approvato con atto formale dagli organi di governo nazionale, verrà a costituire un importante riferimento strategico per le Agende 21 locali, anche dal punto di vista degli obiettivi quantitativi eventualmente definiti. 2 La struttura degli obiettivi contenuta nelle tabelle che seguono è stata messa a punto da Ambiente Italia nell ambito della stesura delle Linee Guida per le Agende 21 Locali in Italia (ANPA, 2000) e delle Linee Guida per le Agende 21 Locali in Toscana (Regione Toscana, 1999). 12

11 ARIA ASSICURARE CONDIZIONI OTTIMALI PER LA SALUTE DELLE PERSONE E LA TUTELA DI VEGETAZIONE E MANUFATTI RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEI TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI Con riferimento alla tendenza storica e/o ai valori annuali (o medi del periodo più Riduzione progressiva nel tempo delle significativo) dei parametri rilevanti concentrazioni di inquinanti atmosferici localmente Ridurre o Rispetto dei valori limite di qualità Nella misura prevista dalle norme europee eliminare dell aria e progressivo raggiungimento e nazionali l esposizione / mantenimento dei valori guida. Standard e valori guida: DPCM 28/03/1983, all inquinamento Progressiva riduzione, fino alla totale DPR 203/88, Direttiva 96/62/CE, con eliminazione degli episodi di relativi margini di tolleranza e scadenze di inquinamento acuto (superamenti dei adeguamento. valori di attenzione e/o allarme). Livelli di attenzione e allarme: DM Ambiente Ridurre o eliminare le emissioni inquinanti Riduzione progressiva delle emissioni atmosferiche di SO 2, NO x, COV. NB questo obiettivo, a seguito della fase di diagnosi può essere direttamente attribuito ai fattori di pressione che si rivelino localmente determinanti (per es.: mobilità, industria,...). NB riferimenti a emissioni determinanti per effetto serra sono riportati nella tabella energia. Con riferimento alle serie storiche più rilevanti e recenti per i parametri più critici nella misura definita dal Quinto e Sesto Programma d azione ambientale UE (che ha aggiornato precedenti accordi internazionali); entro il 2000 riduzione per SO x del 35% rispetto al 1985 e per NO x e COV del 30% con riferimento ai dati 1990 Con obiettivi di riduzione specifici, individuati nell ambito del processo. Adeguamento della rete monitoraggio e controllo (n. e distribuzione centraline, metodi e procedure In coerenza con quanto previsto dalle controllo su immissioni e norme europee, nazionali e regionali di Adeguare o concentrazioni, redazione del rapporto riferimento (DPR 203/88, Direttiva innovare le annuale) 96/62/CE, DM Ambiente 20/5/91, 27/3/98, politiche Attuazione di interventi locali in materia 23/10/98). pubbliche di prevenzione e risanamento (Piani di Approcci innovativi definiti sulla base delle risanamento e intervento, misure in singole realtà territoriali e sociali. occasione di superamento dei limiti, misure permanenti per le città oltre abitanti). 13

12 RUMORE ASSICURARE CONDIZIONI OTTIMALI PER LA QUALITA DELLA VITA E LA SALUTE DELLE PERSONE RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI/TARGET DETERMINAZIONE DEI TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI Come definiti in funzione delle classi di Rispetto dei valori limite azzonamento da L.447/95 e DPCM Ridurre o (attenzione/qualità) e progressivo eliminare raggiungimento dei valori obiettivo l esposizione Raggiungimento e rispetto di delle persone determinati livelli di esposizione della all inquinamento popolazione alle singole realtà territoriali Rispetto dei valori limite di emissione sonora Ridurre le NB questo obiettivo, a seguito della emissioni fase di diagnosi può essere sonore direttamente attribuito ai fattori di pressione che si rivelino localmente determinanti (es: mobilità, edilizia) Adeguamenti di strumenti e procedure Adeguare o di monitoraggio innovare le Attuazione di interventi locali in politiche materia di prevenzione e risanamento pubbliche (azzonamento e piano di risanamento acustico) Come previsti dal Quinto e Sesto Programma d azione ambientale UE: nessuno a >65 dba (diurno) e non aumentare la popolazione esposta a >55 dba e oltre Obiettivi specifici definiti come riferimento Come definiti, in funzione delle classi di azzonamento da DPCM , Decreti attuativi L.447/95 per ferrovie, strade e aeroporti, norme europee per impianti fissi e altro Obiettivi specifici definiti come riferimento In coerenza con quanto previsto dalle norme nazionali e regionali (L.447/95, DM , ) e da quanto in via di definizione a livello UE Approcci integrati e innovativi adeguati alla realtà locale 14

13 RISORSE IDRICHE ASSICURARE CONDIZIONI OTTIMALI PER LA QUALITA DELLA VITA E LA SALUTE DELLE PERSONE E DEGLI ECOSISTEMI E PER LA CONSERVAZIONE DELLA RISORSA NEL FUTURO RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI Ridurre o Con riferimento alle serie storiche più Stabilizzazione e progressiva riduzione eliminare rilevanti e recenti. delle concentrazioni di inquinanti più l inquinamento in Nella misura e nei tempi fissati dal D.L.vo critici nelle acque di funzione degli , n.152, che definisce 5 classi di approvvigionamento usi potenziali qualità da mantenere o raggiungere, a Rispetto dei limiti e raggiungimento dei seconda degli usi prevalenti, entro il 2008 o valori guida e degli obiettivi di qualità Migliorare la il 2016 e a seguito di determinazione della ( ambientale e per specifica qualità ecologica regione. destinazione ) delle acque superficiali, delle risorse Obiettivi di qualità specifici e adeguati alle marine e sotterranee. idriche diverse realtà locali. Stabilizzazione e progressiva riduzione del sovrasfruttamento idrico (soprattutto nei contesti di carenza o In coerenza con i limiti di emissione per gli tendenza alla salinizzazione delle falde scarichi stabiliti dal D.L.vo 152/99, che Ridurre o eliminare sovrasfruttamento o usi impropri idriche). Riduzione e eliminazione di usi impropri di risorse idriche pregiate (prelievi o perdite in quantità e modalità inadatte, scarichi in quantità, concentrazione e modalità improprie). NB questo obiettivo, a seguito della fase di diagnosi, può essere direttamente attribuito ai fattori di pressione che si rivelino localmente definisce valori e scadenze per il loro raggiungimento, in funzione dei diversi scarichi e corpi recettori coinvolti, e a seguito di determinazioni regionali In coerenza con obiettivi di risparmio stabiliti dal D.L.vo 152/99 (garantire DMV e equilibrio bilancio idrico) e di riduzione delle perdite Obiettivi di qualità specifici e adeguati alle diverse realtà locali. determinanti (per es.: agricoltura o industria). Adeguamento degli strumenti e delle In attuazione alle Leggi regionali qualora procedure di monitoraggio qualità corpi definiscono l assetto delle competenze e in idrici e controllo degli scarichi coerenza con quanto più recentemente Adeguare o Attuazione interventi locali in materia di previsto dal D.L.vo 152/99 che definisce innovare le prevenzione, risanamento e risparmio limiti, modalità e scadenze temporali per il politiche (Gestione integrata, Programmi collettamento e il trattamento degli scarichi, pubbliche d azione, modalità collettamento, lo smaltimento dei fanghi in mare, il trattamento, smaltimento fanghi, risparmio, riuso e riciclo idrico. protezione falde e pozzi, innovazione Approcci integrati e innovativi individuati tecnologica,..) 15

14 SUOLO E SOTTOSUOLO ASSICURARE CONDIZIONI OTTIMALI PER LA SICUREZZA DELLE PERSONE E DEGLI ECOSISTEMI E PER LA CONSERVAZIONE DELLA RISORSA NEL FUTURO RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI Con riferimento alle serie storiche più rilevanti e recenti (n di eventi, n di siti, percentuale di superficie territoriale coinvolta, danni a cose e persone, ecc.). Con riferimento ad obiettivi e norme nazionali e regionali in materia di difesa del suolo, in quanto definiscano aree a Riduzione dell esposizione della rischio e sensibili e vincoli di Ridurre o popolazione al rischio idrogeologico e al incompatibilità (L. 183/89). eliminare degrado ambientale (territorio coinvolto da Con riferimento ai divieti e alle scadenze l esposizione frane, aree contaminate, cave temporali per gli scarichi al suolo e al rischio abbandonate..) sottosuolo e per alcune sostanze,come definiti dal DLvo 152/99. Con riferimento ai livelli di rischio e agli obiettivi di tutela come definiti dal Dlgs 22/97 e dai Piani regionali in sua attuazione Obiettivi di qualità specifici e adeguati alle diverse realtà locali. Riduzione dei fenomeni di rischio e degrado provocati da attività umane (frane, erosione costiera, aree degradate, siti contaminati,...) Riduzione delle cause/sorgenti di rischio e Ridurre o degrado (nuova urbanizzazione in aree a eliminare le rischio o sensibili, prelievi, scarichi al suolo cause e e contaminazioni in aree vulnerabili, sorgenti di manufatti in aree instabili o fasce fluviali, rischio, consumo e impermeabilizzazione degrado ed eccessiva del suolo, estrazione di inerti,...). erosione NB questo obiettivo, a seguito della fase di diagnosi, può essere direttamente attribuito ai fattori di pressione che si rivelino localmente determinanti (per es,: edilizia,industria, agricoltura...). Adeguamento degli strumenti e delle Adeguare o procedure di monitoraggio. Come previste da norme nazionali e innovare le Attuazione di interventi locali in materia di regionali (L. 183/89, DL.vo 152/99) politiche prevenzione, miglioramento delle Obiettivi di qualità specifici e adeguati pubbliche condizioni di rischio, alla realtà locale. 16

15 PAESAGGI ECOSISTEMI - QUALITA SOCIALE E DEGLI SPAZI ASSICURARE CONDIZIONI OTTIMALI PER LA QUALITA DELLA VITA DELLE PERSONE E PER LA CONSERVAZIONE DEGLI ECOSISTEMI E DEL PAESAGGIO NEL FUTURO RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI /TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI Conservazione della tipicità e unicità del paesaggio regionale (rurale e storico) Conservazione e qualificazione dei beni Nella misura da definirsi in funzione ambientali ed economiche e di servizi di base (casa, scuola, sanità), di specificità paesistici e naturalistici esistenti locali, con riferimento ai dati disponibili su Aumentare il Aumento della quota di aree naturali e del quantità, qualità, distribuzione dei beni e patrimonio, tasso di biodiversità, dei servizi (beni storici, reti ecologiche, conservare e Miglioramento delle caratteristiche diversificazione paesaggio, specie animali migliorare la paesistiche locali (diversificazione, e vegetali, spazi e servizi pubblici,...) qualità e la risanamento,...) Con riferimento ai beni (siti Bioitaly, siti distribuzione Aumento e qualificazione degli spazi Carta Natura, aree protette da Piani naturali e costruiti di fruizione pubblica Qualificazione e equa distribuzione di risorse (divertimento, sicurezza...). Regionali...) e agli obiettivi di qualità, se individuati, in attuazione della legislazione regionale. Ridurre o eliminare le cause di impoverimen to e degrado Riduzione e progressiva esclusione di elementi di intrusione e di processi di nuova urbanizzazione in aree di interesse naturalistico e paesistico Riduzione e progressiva esclusione di pratiche venatorie, agricole o industriali improprie (o altre cause di degrado) Riduzione delle cause (inefficienza, mancata manutenzione, criminalità, povertà,...) di degrado quantitativo o qualitativo di spazi e servizi pubblici, Con riferimento a vincoli e obiettivi quantitativi, se stabiliti dalla legislazione e dalla pianificazione regionale e locale (Piani territoriali e paesistici,piani faunistici, Programmi riqualificazione urbana). benessere e coesione sociale. NB questo obiettivo, a seguito della fase di diagnosi, può essere direttamente attribuito ai fattori di pressione che si rivelino localmente determinanti (per es,: edilizia, industria, agricoltura...). Attuazione di interventi locali in materia di Adeguare o tutela, prevenzione e riqualificazione di Con riferimento alle competenze locali innovare le paesaggio, aree naturali e aree urbane obbligatorie. politiche (piani territoriali di tutela e destinazione Con riferimento a specificità locali pubbliche d uso, PRUSST e contratti di quartiere, interventi di riqualificazione e ripristino,..) CONSUMI E RIFIUTI PROMUOVERE STILI DI VITA, MODELLI DI GESTIONE E TRATTAMENTO PIU SOSTENIBILE 17

16 OBIETTIVI GENERALI Minimizzare la quantità e il costo ambientale dei beni consumati e dei rifiuti prodotti Aumentare il riuso - recupero e migliorare il trattamento Adeguare o innovare le politiche pubbliche RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA VALUTAZIONE DELLE AZIONI Minimizzazione della produzione di rifiuti (riduzione dei consumi di prodotti usa e getta e ad alto contenuto di Con riferimento a eventuali obiettivi fissati imballaggio) dai Piani Regionali e provinciali Limitazione dell utilizzo (sostituzione) In coerenza con obbligo di cessazione di sostanze ad alto impatto ambientale entro il 2008 per le sostanze lesive della Soddisfazione dei bisogni locali il più fascia di ozono (CFC e HCFC), stabilito possibile con beni prodotti localmente dalla Legge 549/93 NB: questo obiettivo, a seguito della Con riferimento a specificità locali fase di diagnosi, può essere direttamente attribuito o integrato con altri (per es. : industria, agricoltura) In coerenza con normativa nazionale (DLgs Aumento della Raccolta Differenziata 22/97) (o con pianificazione regionale e di provinciale, se più avanzata), che fissa RSU obiettivi di riciclaggio del 15% al 1999, del Riduzione drastica dell utilizzo di 25% al 2001, del 35% ci discariche In coerenza con normativa nazionale e Miglioramento dell efficienza regionale, che prevede alcuni divieti, energetico-ambientale degli impianti di l azzeramento dell utilizzo di discariche per trattamento finale rifiuti tal quali e la riduzione al minimo Sviluppo di nuove imprese e posti di dell uso discariche a partire dal 2000 e lavoro mirati alla sostenibilità del promuove le migliori tecnologie per gli settore impianti di trattamento. Con riferimento a specificità locali. In coerenza con normativa nazionale e regionale che fissa strumenti di Attuazione di interventi locali in materia monitoraggio, pianificazione e intervento di prevenzione e gestione rifiuti (Piani, (tecnologie pulite, incentivi, eco-audit e impianti, investimenti pubblici e privati) eco-label,...) Con riferimento a specificità locali. 18

17 ENERGIA E EFFETTO SERRA PROMUOVERE MODI DI CONSUMO E PRODUZIONE DELL ENERGIA SOSTENIBILI PER GLI EQUILIBRI DEL PIANETA RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI In coerenza con gli impegni europei (Libro Bianco 96) e nazionali (Libro Bianco 99 approvato con il CIPE 6 Aumento dell utilizzo di fonti rinnovabili ed efficienza in sostituzione delle fonti agosto 1999) che hanno stabilito come obbiettivo da raggiungere entro 2010, il fossili raddoppio del contributo delle fonti Minimizzare uso NB questo obiettivo, a seguito della rinnovabili al soddisfacimento del fonti fossili diagnosi, può essere attribuito anche ai fabbisogno energetico nazionale (a livello fattori di pressione localmente più rilevanti (es. mobilità, edilizia,...) nazionale, incluso idroelettrico, la produzione di energia da fonti rinnovabili era nel 1996 di 12 Mtep, nel 2010 dovrà diventare circa 24 Mtep). Con riferimento a specificità locali. Ridurre o eliminare costi ed effetti ambientali Riduzione delle emissioni climalteranti, associate al bilancio energetico locale Riduzione di impatti locali (emissioni, odori, prelievi e scarichi idrici ) Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro mirati alla sostenibilità del settore In coerenza con gli impegni nazionali ed europei che hanno stabilito (nel 1999) la quota del 6,5 % di riduzione entro il , con riferimento ai livelli registrati nel 1990 Con riferimento a specificità locali. Adeguare o innovare le politiche pubbliche Attuazione di interventi locali (Piani Energetici, azioni di promozione delle energie rinnovabili e dell efficienza energetica,...)., Con riferimento a obblighi previsti dalla Legge 10/91 che impone a tutte le regioni e ai comuni > ab. di predisporre un piano; al DPR 412/93 che impone a province obblighi di controllo impianti e in attuazione a Leggi e piani regionali e al Dlg 112/98. Con riferimento a specificità locali. 19

18 OBIETTIVI GENERALI Contenere la mobilità ad elevato impatto ambientale Migliorare l efficienza ambientale degli spostamenti Adeguare o innovare le politiche pubbliche MOBILITA PROMUOVERE STILI DI VITA E MODELLI DI SPOSTAMENTO A MINORE IMPATTO AMBIENTALE E CHE TENDANO IN FUTURO ALLA SOSTENIBILITA RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA VALUTAZIONE DELLE AZIONI Riduzione degli spostamenti e/o delle percorrenze pro capite su mezzi meno efficienti (autovetture private con Con riferimento a specificità locali. basso coefficiente di occupazione). Riduzione del consumo energetico della singola unità di trasporto. Con riferimento a specificità locali. Con riferimento a obblighi per la P.A. di sostituzione entro il 2003 di quote progressive dei propri mezzi (DM Ambiente ). Quote di rinnovo annuale del parco Aumento del trasporto ambientalmente autoveicolare della P.A. (sostituzione con più sostenibile (n. mezzi meno autoveicolari elettrici, ibridi, o con inquinanti, auto catalizzate, uso della alimentazione a gas naturale, a GPL, con bici, uso del mezzo pubblico) carburanti alternativi con pari livello di Sviluppo di nuove imprese e posti di emissioni, dotati di dispositivi per lavoro mirati alla sostenibilità del l abbattimento delle emissioni); settore - entro il 31/12/1998 nella misura del 5%: - entro il 31/12/1999 nella misura del 10%; - entro il 31/12/2000 nella misura del 20%: - entro il 3 1/12/2001 nella misura del 30%: - entro il 31/12/2002 nella misura del 40%: - entro il 31/12/2003 nella misura del 50%. Attuazione delle competenze in Con riferimento a obbligo redazione PUT a materia (Piani Urbani Traffico,...) orientamento ambientale (in base a NCS) Aumento, dell offerta di soluzioni per comuni > ab. alternative all auto privata (rete e In coerenza con obblighi introdotti da DM frequenza trasporto pubblico, piste Ambiente che stabilisce istituzione /aree ciclopedonali, servizi taxi mobility manager e piano spostamenti collettivo, ecc.). casa-lavoro, e che promuove taxi collettivo Avvio di azioni positive sul lato della e car sharing. domanda (mobility manager, politiche Con riferimento a specificità locali. territoriali,..) 20

19 MODELLI INSEDIATIVI, STRUTTURA URBANA E PRODUZIONE EDILIZIA VERSO CITTA E TERRITORI SOSTENIBILI RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET LA DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA VALUTAZIONE DELLE AZIONI Con riferimento a specificità locali. Con riferimento a Piani territoriali Riduzione della pressione edilizia locali in attuazione di Leggi regionali Ridurre l erosione di (incremento, disordinato ad alto tasso di e ai dati disponibili sui tassi di beni e aree di interesse impermeabilizzazione) in aree di interesse urbanizzazione e edificazione, su ambientale ambientale. disponibilità di aree non edificate e su aree naturali nelle zone urbane e periurbane. Priorità ad interventi di riuso o Con riferimento a specificità locali. riorganizzazione rispetto a nuovi impegni di Con riferimento ai Piani locali e ai Promuovere maggiori suolo dati disponibili su consumo prestazioni ambientali Diffusione e aumento delle politiche di suolo/riuso, su interventi (n. o sup.) e recupero aree recupero e riqualificazione di aree di riqualificazione (aree dismesse, degradate degradate. spazi pubblici) e con tecniche Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro ambientalmente appropriate. mirati alla sostenibilità del settore Con riferimento a specificità locali, Attuazione di politiche e azioni positive mirate alla sostenibilità e alla Adeguare o innovare le riqualificazione territoriale Con riferimento a obiettivi di efficienza energetica e ambientale in edilizia fissati dal Quinto e Sesto politiche pubbliche Diffusione di interventi di integrazione della sostenibilità nella attività di produzione edilizia e di controllo della stessa Programma d azione ambientale UE (riduzione entro il 2010 >20% per consumi energetici, > 25% per consumi idrici). 21

20 TURISMO L AMBIENTE COME OPPORTUNITA CON L OBIETTIVO DI MANTENERE NEL TEMPO LA TIPICITA DELL OFFERTA AMBIENTALE RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER OBIETTIVI LA DETERMINAZIONE DEL OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET GENERALI TARGET E LA VALUTAZIONE DELLE AZIONI Tutelare le aree sensibili e la qualità ambientale diffusa Promuovere la funzione di tutela ambientale del turismo Adeguare o innovare le politiche pubbliche Riduzione della pressione (consumi, emissioni, intrusione nel paesaggio, Con riferimento a specificità locali. superamento capacità di carico), con attenzione alle aree più sensibili. Aumento dell offerta di turismo sostenibile Aumento delle certificazioni ambientali nel settore turistico. Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro mirati alla sostenibilità del settore Avvio di azioni positive mirate a conoscere e ridurre gli impatti ambientali del turismo, ad aumentare l innovazione ambientale nel settore, a promuovere l offerta di turismo sostenibile. 22

21 INDUSTRIA RICONCILIARE LO SVILUPPO CON L AMBIENTE, PROMUOVERE SICUREZZA, INNOVAZIONE E NUOVE IMPRESE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA VALUTAZIONE DELLE AZIONI Tutelare le risorse ambientali e la salute delle persone Riduzione dei consumi di risorse ambientali, della produzione di scarichi e rifiuti Riduzione degli infortuni (% su occupati) e del rischio per gli Con riferimento a specificità locali Con riferimento o nella misura definita dal Quinto e Sesto Programma d azione ambientale UE (entro il 2010 ridurre >25% di incidenti sul lavoro) insediamenti confinanti (aziende a rischio) Aumentare iniziativa nell innovazione ambientale e nella sicurezza Aumento delle aziende impegnate in pratiche EMAS, ISO, LCA o altro mirato all innovazione ambientale dei sistemi di gestione aziendale, dei processi produttivi, dei prodotti Aumento aziende in regola con L. 626/94 Adeguare o innovare le politiche pubbliche Attuazione di politiche e azioni positive mirate alla riduzione dell impatto ambientale e alla valorizzazione dell innovazione ambientale delle attività produttive 23

22 AGRICOLTURA RILANCIARE LA FUNZIONE ECOLOGICA DELL AGRICOLTURA, VALORIZZARE LA QUALITA AMBIENTALE DEL PAESAGGIO AGRICOLO RIFERIMENTI CONSOLIDATI PER LA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI / TARGET DETERMINAZIONE DEL TARGET E LA GENERALI VALUTAZIONE DELLE AZIONI Riduzione dell impatto ambientale Tutelare e riqualificare il paesaggio e le aree agricole Promuovere la funzione di tutela ambientale dell agricoltura Adeguare o innovare le politiche pubbliche associato alle attività agricole (prelievi Con riferimento agli obiettivi ambientali dei idrici, uso pesticidi e fertilizzanti, carico Piani regionali di sviluppo rurale di zootecnico,...). destinazione dei Fondi strutturali UE e alle Aumento delle superfici agricole Leggi nazionali e regionali di promozione convertite a biologico, forestazione e del biologico. reti ecologiche Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro nel campo delle pratiche Con riferimento a specificità locali, agricole biologiche, integrate o ambientalmente positive. Attuazione di politiche e azioni positive mirate alla riduzione dell impatto ambientale e alla valorizzazione della funzione ecologico delle attività agricole. 24

23 1.5 LA STRATEGIA D AZIONE AMBIENTALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN ITALIA La Strategia nazionale fissa alcuni obiettivi di grande scala ed alcune macroazioni che devono trovare continuità nel sistema delle Regioni e degli enti locali alla luce del principio di sussidiarietà. Deve al contempo garantire la continuità con l azione della Comunità europea, in particolare con il sesto Piano di Azione ambientale. Deve inoltre garantire tutta la strumentazione necessaria per la concertazione, la partecipazione e l assunzione di responsabilità a livello nazionale. Per queste ragioni la Strategia d Azione Ambientale introduce dapprima le linee guida che la indirizzano, articolate in nove punti che trattano altrettante modalità prioritarie di attuazione della strategia stessa. L azione ambientale si definisce in quattro grandi aree tematiche prioritarie, le medesime indicate dal VI Piano comunitario: Cambiamenti climatici e protezione della fascia dell ozono. Protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della Biodiversità. Qualità dell Ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani e nel territorio. Gestione sostenibile delle risorse naturali, in particolare delle acque, modelli di produzione e consumo e cicli dei rifiuti. 1.6 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ GENERALI E SPECIFICI L elenco degli obiettivi di sostenibilità ambientale contenuti nelle tabelle delle pagine successive propone un compendio di obiettivi adottabili nella valutazione del PTCP (ma anche di altri piani di settore), articolati per le quattro macro aree tematiche indicate nel VI Programma europeo d azione per l ambiente, sulla base di accordi internazionali e norme (Agenda 21, V e VI Programmi europei d azione ambientale, Protocollo di Kyoto, ecc.) nonché, come richiamato sopra, dalla Strategia ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia (Agenda 21 Italia) e dal Piano d azione locale Agenda 21 Locale della Provincia di Bologna. Obiettivi che devono essere (ovunque al momento possibile) associabili a target (obiettivi quantitativi) e verificabili nel tempo tramite adeguati indicatori. In particolare, per ciascuna delle quattro macro aree tematiche di cui sopra, si propongono: obiettivi generali (o finalità), che possono rappresentare il traguardo di lungo termine di una politica di sostenibilità; obiettivi specifici, che possono essere individuati nel breve e medio termine quale traguardo di azioni e politiche orientate verso i corrispondenti obiettivi generali; target di riferimento (ovunque al momento possibile); indicatori. Una nota sugli indicatori per l azione ambientale e lo sviluppo sostenibile I concetti e gli obiettivi di sviluppo e di sostenibilità si accompagnano ad una lista di indicatori, scelta in coerenza con la Relazione sullo Stato dell Ambiente in Italia 25

24 pubblicato dal Ministero Ambiente nel 2000 e con il Rapporto sullo Stato dell Ambiente in Provincia di Bologna, in corso di pubblicazione da parte del Settore Ambiente, che hanno il compito di descrivere e quantificare lo svolgersi effettivo dei fenomeni rilevanti nei vari settori. Il modello concettuale entro il quale si sviluppa la definizione degli indicatori è il modello Pressione-Stato-Risposta originariamente sviluppato dall OCSE e in seguito modificato dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite(UNCS) con l introduzione dei determinanti e degli impatti (Driving forces, Impact, DPSIR). Utilizzare gli indicatori è un attività spontanea e comune a molte attività umane. Gli indicatori sono valori che si misurano e creano a loro volta valori utili per la comprensione dei fenomeni e per l corretto orientamento delle decisioni. Essi riflettono la realtà, pur se in maniera parziale ed in alcuni casi con qualche incertezza. Occorrono molti indicatori perché la complessità e la molteplicità dei fenomeni ecosistemici ed ambientali è davvero grande. Un indicatore per lo sviluppo sostenibile può essere cosa diversa da un indicatore di stato a di risposta (azione) ambientale, poiché deve essere collegato ad un obiettivo (target) e ad un tempo di conseguimento e perché può essere integrato su una molteplicità di fenomeni, anche non omogenei, che riflettono gli aspetti ambientali ed economico-sociali dello sviluppo. Esistono molte liste di indicatori sviluppate dai diversi organismi nazionali ed internazionali. La lista qui adottata riprende quanto contenuto nella Strategia d azione ambientale nazionale e riflette quanto contenuto dei documenti UE sull uso degli indicatori per il monitoraggio e l integrazione dell ambiente e dello sviluppo sostenibile nelle politiche. Ovunque possibile ogni indicatore dovrebbe di norma essere dotato di un target che è spesso determinato da accordi e da convenzioni internazionali o da regolamenti dell Unione Europea. Recentemente la Commissione Europea ha adottato una lista ristretta di 11 indicatori (Headline Indicators) a cui viene affidato il compito di supportare la verifica dell attuazione del Sesto Piano di Azione Ambientale approvato a Goteborg dal Consiglio d Europa nel giugno Questi indicatori sono inseriti nella lista di questo documento con la sigla EU HL e con il numero d ordine comunitario 3. Lo stesso criterio vale per gli indicatori a carattere locale, identificati con la sigla EU LC e con un numero d ordine che indica la corrispondenza con i 10 indicatori selezionati dal Progetto Europeo Towards a local sustainability profile: European common indicators ; DG Environment, Expert Group on Urban Environment; febbraio Manca l indicatore EU HL 7 relativo alla problematica inquinamento e rischio chimico in quanto al momento in fase di sviluppo. 26

25 Obiettivi, indicatori e target nazionali per la sostenibilità nel settore dei cambiamenti climatici e dell ozono stratosferico OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI INDICATORI TARGET NAZIONALI A. Riduzione delle emissioni nazionali dei gas serra del 6,5% rispetto al 1990, entro il periodo tra il 2008 e il Aumento di efficienza del parco termoelettrico mediante: Nuovi cicli combinati a gas naturale; Nuovi impianti cogenerazione industriale e civile; Gassificazione di emulsioni e residui. 2. Introduzione del ciclo dell idrogeno (a medio termine) 3. Riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti mediante: Potenziamento delle alternative alla mobilità privata; Diffusione di autoveicoli a basso consumo; Adozione delle celle a combustibile per l autotrazione elettrica; Trasferimento trasporto passeggeri e merci da strada a ferrovia/ cabotaggio. 4. Incremento produzione di energia da fonti rinnovabili; 5. Utilizzazione di biocarburanti nelle benzine e nei gasoli; 6. Attuazione del recupero biogas nelle discariche esistenti. 7. Riduzione consumi energetici nei settori industriale/abitativo/terziario; 8. Riduzione perdite termiche dagli edifici nuovi/esistenti; 9. Sviluppo di nuove imprese e occupazione. 10. Riduzione delle emissioni nei settori non energetici; 11. Aumento della penetrazione del gas naturale negli usi civili e industriali; 12. Abbattimento delle emissioni di N 2O da processi industriali; 13. Abbattimento emissioni di CH 4 dalle discariche; 14. Riciclaggio e recupero energetico dai rifiuti; 15. Abbattimento emissioni di CH 4 dagli allevamenti agricoli; 16. Riduzione emissioni di HFC, PFC, SF 6 da processi industriali e apparecchiature. 17. Assorbimento di CO 2 dalle foreste e dai suoli 18. Partecipazione a programmi di cooperazione nell ambito dei meccanismi flessibili di Kyoto Emissioni CO 2 da processi di combustione (EU HL 1); Emissioni CO 2 per unità di energia prodotta (EU HL 1); Emissioni CO 2 da perdite di combustibile (EU HL 1). Emissioni CO 2 nel settore trasporti (EU HL 1); Consumo di tonnellate equivalenti di petrolio nel settore (EU HL 9). Contributo fonti rinnovabili al bilancio energetico nazionale (MWh /anno) (EU HL 9). Consumi finali di energia nell industria (Mtep/anno); Intensità energetica industria (Tep/Mld Lit) (EU HL 9); Emissioni CO 2 da processi industriali (EU HL 1). Emissioni CH 4 e N 2O da attività agricole (EU HL 1); Emissioni CO 2, CH 4 e N 2O da processi trattamento rifiuti (EU HL 1). Emissioni/assorbimenti CO 2 da suolo e foreste e relativi cambiamenti uso (EU HL 1). Numero ed importi dei programmi di cooperazione -4/5 Mt CO 2 entro il /12 Mt CO 2 entro il /23 Mt CO 2 entro il 2008 / /6 Mt CO 2 entro il /11 Mt CO 2 entro il /21 Mt CO 2 entro il 2008 /2012-4/5 Mt CO 2 entro il /9 Mt CO 2 entro il /20 Mt CO 2 entro il 2008 /2012-6/7 Mt CO 2 entro il /14 Mt CO 2 entro il /29 Mt CO 2 entro il 2008 / Mt CO 2 eq. Entro il /9 Mt CO 2 eq. Entro il /19 Mt eq. CO 2 entro il 2008/2012-0,7 Mt CO 2 entro il 2008 /

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