Appendice Questionario per la rilevazione di informazioni da parte di cittadini e cittadine rumeni
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3 Acquisizione di servizi per la promozione dell integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale.. Ai sensi dell art. 57, comma 5, lettera a) del D.Lgs n. 163/2006 e ss.mm. alle attività di Promozione dell integrazione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri adulti sul territorio regionale acquisite con D.D. n. 3530/2008 e previste nel contratto rep. N del 9/04/2008 RTI formato da A.E.C.A. mandatario Obiettivo Lavoro Agenzia per il Lavoro S.p.A. mandante PLAN Soc. Coop. mandante Vista la natura dei servizi complementari richiesti l attività presentata all interno del presente volume è stata realizzata dal soggetto mandatario A.E.C.A. L AECA (Associazione Emiliano-Romagnola di Centri Autonomi di formazione professionale) nasce nel Fanno parte dell associazione 18 enti di ispirazione cristiana che operano su tutti i territori provinciali attraverso una rete di 26 centri di formazione professionale accreditati. La rete AECA si rivolge alle persone (prevalentemente giovani e coloro che sono maggiormente in difficoltà) per supportare il percorso di inserimento nel mondo del lavoro o la permanenza e la stabilizzazione per i lavoratori e le lavoratrici. I percorsi formativi, così come i progetti europei, sono realizzati in collaborazione con gli attori territoriali. La presenza capillare dei centri associati consente una lettura attenta dei fabbisogni ed una risposta mirata all interno della maggior parte dei settori produttivi. 1
4 Indice Introduzione pag. 3 Capitolo 1 La sintesi del progetto pag. 6 Capitolo 2 La presenza dei rumeni in Italia e in Emilia Romagna 2.1 Gli stranieri in Italia, secondo le fonti statistiche pag La presenza degli stranieri in generale e dei rumeni in Emilia-Romagna, secondo le statistiche pag. 23 Capitolo 3 Analisi quantitativa dell utilizzo del FSE: allieve ed allievi con cittadinanza rumena pag. 27 Capitolo 4 Analisi qualitativa: allieve ed allievi con cittadinanza rumena che hanno frequentato almeno una attività formativa FSE nel biennio La metodologia d indagine pag Le principali evidenze emerse dalle interviste pag. 37 Capitolo 5 Conclusioni pag. 75 Appendice Questionario per la rilevazione di informazioni da parte di cittadini e cittadine rumeni 2
5 Introduzione La prima fase realizzativa del progetto Acquisizione di servizi per la promozione dell integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale ha consentito di soffermarsi ad analizzare gli elementi più rilevanti che incidono sui processi di inserimento socio-professionale e di stabilizzazione della popolazione straniera. Lo scenario sociale, così come quello professionale è mutato notevolmente, ma soprattutto velocemente in questi ultimi decenni. I lavoratori stranieri sono diventati un elemento imprescindibile per lo sviluppo sociale ed economico della Regione Emilia-Romagna. Questo tema è stato evidenziato nelle comunicazioni regionali che hanno accompagnato il lancio del Programma triennale per l integrazione sociale dei cittadini stranieri. È interessante soffermasi su alcuni dati statistici, che rappresentano una conferma di quanto è stato analizzato nella prima parte del progetto, ma soprattutto individuano negli strumenti di politica attiva del lavoro (la formazione professionale in primis) un importante opportunità di inserimento e stabilizzazione professionale. In Emilia-Romagna sono aumentate le persone titolari di permessi di soggiorno di lunga durata. Nel 2004 erano Nel 2005, Nel 2006, e nel 2007, La Regione Emilia-Romagna si colloca pertanto ai primi posti tra le regioni italiane, per quanto riguarda la presenza di perone straniere. Un ulteriore dato, sul quale si potrebbero aprire importanti riflessioni, è il numero di figli di genitori stranieri: 40 mila bambini e ragazzi di famiglia d origine straniera, la cui esistenza però è cominciata e si sta sviluppando a tutti gli effetti in regione. La popolazione straniera contribuisce alla creazione di ricchezza nella nostra regione: il Pil nel 2006 è stato pari al 11,3% del totale, mentre nel 2005 era del 10,8%. A livello nazionale il gettito contributivo Inps 2007 dei lavoratori stranieri pesa per oltre il 10% sul totale. Pochi dati, ma sufficienti a far comprendere come la presenza delle persone straniere in questa regione non sia un elemento trascurabile, in termini di apporto di nuove esperienze sociali e culturali così come contributo alla creazione di ricchezza. Il lavoro di studio, ricerca, analisi e soprattutto il confronto diretto con un campione significativo di persone straniere (svolto dal RTI nel periodo febbraio-ottobre 2008, prima fase del progetto) ha messo in evidenza una situazione molto dinamica del mercato del lavoro regionale: permane la presenza di lavoratori stranieri in determinati settori produttivi (con differenziazioni marcate per i lavoratori maschi e le lavoratrici femmine), ma si è colta da parte delle realtà aziendali la volontà (spesso per necessità) di ricorrere a manodopera 3
6 straniera e di valorizzare le competenze laddove vengono individuate come propedeutiche allo sviluppo dell azienda. Il cosiddetto terzo settore è inoltre particolarmente attivo e stimolato dalla presenza di lavoratori e lavoratrici straniere. È stata segnalata in modo trasversale a tutti i settori produttivi, la carenza di conoscenza della lingua italiana, che rappresenta un vero e proprio campanello di allarme, sia per lo svolgimento della mansione lavorativa, ma soprattutto per la tutela della sicurezza personale dei lavoratori e delle lavoratrici: tradotto in altri termini più diretti (vista la triste attualità del tema sicurezza, è necessario sottolinearlo con forza) è necessario che i lavoratori e le lavoratrici sappiano leggere e comprendere le norme sulla sicurezza, per poterle applicare, salvaguardando la propria e la altrui incolumità. Anche l autoimprenditorialità è in forte crescita: molte persone straniere (coerentemente con la forza ed il coraggio necessari per iniziare una nuova vita in un paese diverso) dopo qualche anno di lavoro subordinato hanno la volontà e le capacità di intraprendere percorsi professionali autonomi. Nonostante queste costanti e positive evoluzioni sociali continuano a permanere situazioni di svantaggio e di difficoltà per molte persone straniere, in particolare le donne, ostacolate nel processo di inclusione sociale per motivi culturali e religiosi e spesso vittime di fenomeni di sfruttamento. Questo ambito specifico di lavoro è stato l oggetto della seconda parte del progetto, svoltosi nel periodo novembre e dicembre Vista la particolarità della tematica il RTI ha ritenuto opportuno affidare al solo soggetto mandatario la realizzazione delle attività previste. AECA infatti nasce con l obiettivo di occuparsi delle categorie di persone maggiormente svantaggiate e per dare loro l opportunità di riscattarsi attraverso la realizzazione professionale, che come sappiamo, è propedeutica o per lo meno parallela al riconoscimento sociale. Il focus di questa seconda parte di lavoro è stato pertanto la comprensione e l approfondimento di un ambito specifico, partendo da un dato concreto, cioè l approvazione dello schema di Protocollo/dichiarazione di proposito di cooperazione relativa alla lotta contro il traffico di essere umani. La Regione Emilia-Romagna è uno dei soggetti che sottoscriveranno questo protocollo, fra il Ministero del lavoro, Famiglia e Pari Opportunità di Romania, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri Italiano, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, le Regioni: Piemonte, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana e le Province Autonome di Trento e Bolzano. Era pertanto necessario capire e conoscere prima di agire e/o fare proposte alle altre Regioni e allo stato Rumeno: raccogliere dati numerici e statistici sul ruolo del FSE nei confronti delle persone rumene (uomini e donne), la loro partecipazione ai percorsi formativi (avendo riscontrato un livello di efficacia della formazione per l inserimento 4
7 lavorativo - prima parte del progetto); il livello di gradimento e di efficacia dei percorsi, attraverso interviste mirate ad un campione significativo di persone. Era necessario capire e conoscere quali sono i percorsi per strappare le donne dai percorsi di sfruttamento e ridare loro una prospettiva di vita. Ed infine come la formazione può essere una leva di stimolo ad una nuova vita sociale e professionale per gli stranieri che a causa di eventi tragici si trovano nella condizione di rifugiati politici. Ad oggi, al termine di questo lavoro, abbiamo tante idee che si agitano imperiose nelle nostre menti e che chiedono solo di essere tradotte in elementi operativi. Il passo successivo sarà quindi più difficile, cioè trovare i mezzi e gli strumenti per dare voce a tante storie, voci, volti che abbiamo, per un attimo, incrociato. 5
8 Capitolo 1 La sintesi del progetto L attività realizzata nel periodo novembre-dicembre 2008 è stata complementare alle precedenti azioni svolte. È pertanto utile ripercorrere brevemente le attività svolte nei mesi scorsi, ma soprattutto i risultati conseguiti. Il progetto dal titolo Acquisizione di servizi per la promozione dell integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale è stato articolato in 8 attività fra loro collegate e complementari. Attività Risultato conseguito Attività n. 1 Report relativo alle dinamiche Analisi dei processi di inserimento lavorativo e evolutive dell occupazione sviluppo professionale degli stranieri nel mercato straniera e dei relativi bisogni del lavoro regionale, in riferimento alle principali formativi e di servizi, nei principali dinamiche settoriali e distrettuali, compreso il settori e distretti dell economia settore cooperativo. regionale. Sintesi dei contenuti All interno dell Attività numero 1 è stata svolta un indagine empirica sul territorio, di tipo qualitativo, tendente ad approfondire temi quali: la distribuzione delle/degli stranieri nelle aziende del territorio, le modalità di reclutamento, la collocazione all interno dell organico aziendale, la presenza/assenza di possibilità di evoluzione della carriera lavorativa, di turn-over e le sue eventuali motivazioni, la presenza di conflittualità tra autoctoni e stranieri. Sono state effettuate interviste ai responsabili aziendali di 50 aziende con sede legale nel territorio regionale, che dichiarano una forza lavoro complessiva impiegata di circa dipendenti (più precisamente: donne e uomini risultano attivi nelle imprese intervistate). Gli elementi fondamentali emersi: - la distribuzione della forza lavoro straniera nel panorama aziendale regionale è disomogenea (dal 30-50% di aziende con attività produttive poco gradite da lavoratrici e lavoratori italiani, alla pressoché assenza in ambiti produttivi forti del tessuto regionale); - le donne straniere si addensano nelle imprese di pulimento e servizi alla persona; - scelte occupazionali diverse (rispetto quanto avviene tra lavoratrici e lavoratori italiani) in funzione del proprio progetto migratorio; - la lingua italiana come grosso limite per la propria permanenza nel lavoro e per ogni evoluzione possibile di carriera; 6
9 - la ricerca del lavoro avviene al di fuori dei canali tradizionalmente seguiti dai/dalle nativi/e (Centri per l impiego e agenzie interinali), prevalentemente attraverso la compilazione del format aziendale di richiesta di assunzione (anche attraverso l ausilio di associazioni di volontariato) o per passaparola. Attività Risultato conseguito Attività n. 2 Analisi delle principali buone pratiche sviluppate a livello regionale per l integrazione sociale e Report relativo alle buone pratiche lavorativa, con particolare riferimento alle e alle condizioni di riproducibilità e esperienze maturate dalle PS dell Iniziativa trasferibilità. Comunitaria Equal e ad altri progetti e azioni innovative. Sintesi dei contenuti Sono stati analizzati i seguenti progetti: 1) Equal M.O.B.I.L.I. Modelli di Orientamento di Base per l Inserimento Lavorativo dei giovani Immigrati. 2) Equal SCI Sostenere la competitività individuale. 3) Equal I.N.S.I.E.M.E. Inserimento, Socialità e Integrazione per Evolvere, Migliorare, Emergere. 4) IN LINEA Azioni a supporto di un sistema integrato e innovativo per l inserimento lavorativo degli immigrati. 5) Equal Sin.Te.S.I. Sinergie territoriali per l inclusione sociale 6) Equal A.M.I.C.A. - Accoglienza della Manodopera Immigrata nel Comparto Agroindustriale. 7) V.O.C.I. Valorizzazione e opportunità di sviluppo di competenze per immigrati 8) P.R.I.D.E. Progetto Regionale Integrato Rivolto a Donne Extracomunitarie. 9) SPINN Servizi Per l Impiego Network Nazionale. 10) Equal LE RADICI E LE ALI - Sostegno Integrato, Inserimento Lavorativo per Migranti e Rom. L analisi ed il confronto delle esperienze e buone pratiche identificate ha permesso di delineare alcuni principi, paradigmi ed indirizzi operativi da cui trarre spunto per la progettazione ed implementazione nel contesto regionale di servizi volti all integrazione socio-lavorativa dei cittadini stranieri. L elemento principale di innovazione si può riassumere nel perseguimento di una strategia complessiva di inclusione sociale e lavorativa nei confronti dei cittadini stranieri focalizzata sulla centralità della persona e sulla promozione dei diritti attivi di cittadinanza dei migranti che adotta misure 7
10 antidiscriminatorie per qualificare le competenze, accrescere la consapevolezza delle risorse e competenze individuali nell ambito di un progetto di sviluppo locale integrato. Attività Risultato conseguito Attività n. 3 Costruzione e sperimentazione di strumenti e procedure operative per l erogazione di servizi Modello operativo di intervento integrati di adattabilità, stabilizzazione e (anche articolato, e comunque qualificazione sul lavoro (orientamento, analisi comprensivo di descrittori di delle competenze, formazione e qualificazione sul processo, metodologie, lavoro, servizi di sostegno e accompagnamento strumentazioni operative). allo sviluppo professionale, servizi di conciliazione) rivolti a stranieri occupati. Sintesi dei contenuti Con il supporto di un software specifico sono stati realizzati 200 interventi di counselling con lavoratori stranieri, che hanno consentito di restituire alla persona un bilancio delle competenze (tecnico professionali e trasversali); verificare la corrispondenza delle competenze espresse rispetto ad un profilo standard di riferimento; valutare eventuali aree settoriali / profili professionali già prossime per la risorsa intervistata; individuare eventuali gaps di competenze da colmare al fine di consentire alla risorsa di avere maggiori sicurezze in relazione alla stabilità e adattabilità nel mercato del lavoro riferimento. Gli elementi rilevati tramite lo svolgimento dell attività hanno consentito di elaborare il modello di intervento per l attuazione di azioni di formazione di base e professionalizzante rivolti a cittadini stranieri. Le risultanze dimostrano che il punto focale è la conoscenza della lingua italiana tecnica cioè specifica del settore e del ruolo svolto dal lavoratore/lavoratrice. Gli elementi prioritari del modello Per quanto riguarda il modello operativo di intervento per l attuazione di azioni di formazione di base e professionalizzanti, rivolte a cittadini stranieri per favorire l adattabilità, la stabilizzazione e la qualificazione del lavoro, in base a quanto emerso dai risultati dall analisi realizzata è stato sviluppato un modello complesso ed articolato per la formazione linguistica (che è risultata essere l elemento prioritario per le aziende). Questo tipo di formazione, fino ad ora considerata secondaria rispetto allo svolgimento 8
11 di percorsi professionalizzanti appare, in questo momento, prioritaria sia per quanto emerso dalla Azione 1, in specifico dalle interviste con le aziende in cui operano lavoratori stranieri, che dai risultati dell Azione 2. Il modello sviluppato parte dal presupposto che, senza competenze linguistiche, sia per lo meno problematico parlare di integrazione sociale, di processo di inserimento lavorativo e di sviluppo professionale di un lavoratore straniero. Il modello contiene una proposta di percorso sia per i lavoratori stranieri, individuati nel loro paese di origine, che si apprestano a venire a lavorare in Italia su specifica commessa aziendale o richiesta di Agenzia di Somministrazione o in seguito a accordi tra Nazioni, che per i lavoratori stranieri già residenti in Italia. Il modello costruito in maniera flessibile ed articolata prevede la valutazione del livello linguistico posseduto dal lavoratore e di erogare la formazione linguistica in maniera continuativa fino al raggiungimento di una padronanza della lingua italiana. L azione si svolge nel suo complesso con una serie articolata di interventi formativi che devono essere coerenti con il percorso professionale intrapreso dal lavoratore straniero, affiancandolo e supportandolo costantemente nel suo sviluppo professionale. Un attenzione particolare va posta, in fase di progettazione dei percorsi ad attività premianti per i partecipanti a queste attività di formazione linguistiche, per stimolare la partecipazione e il raggiungimento degli obiettivi formativi previsti. Il modello prevede anche spunti formativi legati all acquisizione di altre capacità ed abilità tra i quali sono inseribili, oltre che quelle professionalizzanti, anche quelle legate alla sicurezza sul lavoro. Attività Risultato conseguito Attività n. 4 Sperimentazione di accordi territoriali, reti e sedi di Definizione e sperimentazione coordinamento permanente tra EE.LL., imprese e attuativa di almeno 2 accordi parti sociali, per la governance dei processi di territoriali o reti o tavoli permanenti stabilizzazione e adattabilità dei lavoratori stranieri di coordinamento, in altrettante in azienda e sperimentazione di protocolli per la province o distretti produttivi del pre-formazione e la preparazione all ingresso di territorio regionale. cittadini stranieri comunitari. Sintesi dei contenuti All interno di questa fase di lavoro sono stati finalizzati protocolli territoriali per favorire l integrazione socio-professionale delle persone straniere. Propedeutica a questa sottoscrizione è stata la mappatura delle realtà territoriali (in prevalenza le associazioni) presenti sui territori. L attività ha portato alla sottoscrizione di due protocolli per la costituzione di tavoli di 9
12 confronto sperimentali. Un protocollo è stato realizzato in Provincia di Parma e, oltre ad Obiettivo Lavoro ed AECA, vede la presenza delle parti sociali (CGIL CISL UIL) e di Ageform. Il secondo protocollo è stato realizzato a Bologna e, oltre ad Obiettivo Lavoro ed AECA, vede la presenza di Piazza del Lavoro, di Irecoop e delle associazioni datoriali (Lega Coop, Confcooperative e CNA). Attività Risultato conseguito Progettazione e sperimentazione di almeno due servizi territoriali a Attività n. 5 partire dalla valorizzazione degli Sviluppo di servizi territoriali, integrabili nella esiti di esperienze positive già pianificazione di zona, in collaborazione con gli attivate al fine di incrementarne la EE.LL. e il sistema territoriale di istruzione ed riconoscibilità, la fruibilità e educazione permanente. l integrazione con gli altri servizi territoriali. Sintesi dei contenuti Sono stati identificati ed analizzati casi di servizi che si occupano di accoglienza, orientamento ed altre tipologie di servizi alle persone straniere. L ambito di analisi ha riguardato tutto il territorio regionale e nello specifico la rete dei Cfp AECA che da sempre si sono occupati (e si occupano) dell integrazione socio-professionale delle persone straniere. Il dato principale è la modalità in cui nascono (o sono nati) queste tipologie di servizi: si sviluppano infatti nella maggior parte dei casi, su base progettuale e solo in rarissimi casi vengono organizzati e gestiti in modo organico dagli enti che li hanno promossi. Questo connota il servizio con un senso di sperimentalità che potremmo anche definire di precarietà. Lo sportello (anche se la definizione è estremamente limitativa) è infatti collegato ad un finanziamento comunitario ed alla specifica programmazione provinciale o regionale. Il termine sportello è limitativo in quanto i servizi erogati vanno, nella maggior parte dei casi, ben oltre all erogazioni di informazioni: infatti presso il servizio vengono erogate attività di accoglienza, orientamento, inserimento in percorsi di formazione, costruzione di CV, individuazione di opportunità lavorative. La stabilizzazione di un servizio rivolto agli stranieri sul territorio, comporta inoltre una sorta di fidelizzazione al servizio (o meglio agli operatori e alle operatrici presenti) e il rivolgersi allo sportello diventa prassi consolidata anche per avere informazioni ed indicazioni di altra natura e non direttamente connesse ai percorsi formativi o al lavoro. In numerosi si è reso necessario dotare il personale presente agli sportelli di competenze e conoscenza di base in tema 10
13 legislativo, questioni legate alla casa, alla salute, all educazione dei figli. Questa presenza ha inoltre consolidato rapporti e collaborazioni con altre strutture presenti sul territorio che intervengono nei confronti delle persone immigrate: questure, scuole, centri di accoglienza, centri di volontariato, etc. Il lavoro di analisi, indagine ed elaborazione delle esperienze più significative si è articolato su due livelli: 1) ricognizione quantitativa di tutte le esperienze realizzate all interno del sistema dei centri associati AECA. Tale fasi di lavoro è stata realizzata con l ausilio di un questionario. 2) Individuazione delle esperienza più significative realizzate. Questo lavoro di selezione dei servizi più significativi si è basato sui seguenti indicatori: - continuità del servizio nel corso degli ultimi anni - numero di stranieri intercettati negli ultimi anni - specificità territoriale - integrazione con gli attori del territorio. La fase finale dell attività ha portato ad una proposta di fattibilità per la realizzazione del servizio. Attività Risultato conseguito Attività n. 6 Costruzione e sperimentazione di modelli operativi Un modello operativo di intervento per l erogazione di servizi integrati di inserimento (anche articolato, e comunque lavorativo (orientamento, analisi delle competenze, comprensivo di descrittori di formazione e servizi di sostegno all inserimento) processo, metodologie, rivolti a persone straniere in specifica condizione di strumentazioni operative). svantaggio nel mercato del lavoro. Sintesi dei contenti Definizione di un modello di intervento da proporre all interno dei percorsi formativi finalizzati all apprendimento della lingua e della cultura italiana. Sono state individuate 4 tappe fondamentali 1) Analisi del mercato del lavoro 2) Selezione e counselling 3) Mediazione Domanda/Offerta 4) Accompagnamento e inserimento al lavoro L obiettivo di tale modello è: - rilevare i settori emergenti ed evidenziare le figure professionali che li 11
14 rappresentano; - analizzare le figure specifiche dei processi di trasformazione nei quali sono inserite; - favorire un sistema standard di rilevazione dei fabbisogni a sostegno dei servizi per l impiego delle Province Emiliane-Romagnole Analisi del mercato del lavoro Il modello è finalizzato ad elaborare conoscenze utili ai processi decisionali degli attori istituzionali, sociali e del sistema formativo in riferimento a: - l'evoluzione del mercato del lavoro locale alla luce delle tendenze dello sviluppo locale a medio-lungo termine; - ambiti produttivi per i quali si ritiene necessario predisporre e realizzare azioni di sviluppo del sistema formativo e del mercato del lavoro; - figure professionali di cui imprese, enti ed organizzazioni degli ambiti individuati ritengono di aver bisogno per il proprio sviluppo competitivo; - competenze professionali che si ritiene necessario potenziare anche ai fini del miglioramento dell'occupabilità dei lavoratori. Selezione e counselling Il passaggio successivo è rappresentato dal modello di preselezione al quale va indissolubilmente connesso il counselling. L attività di counselling non va intesa nella prospettiva del bilancio di competenze, ma nella prospettiva della selezione. Infatti gli strumenti messi a disposizione mirano ad individuare se il candidato ha le competenze di base e tecniche, nonché le risorse motivazionali per l inserimento in un contesto produttivo altro rispetto a quello del paese di origine. L attività di pre-selezione e di counselling può avere come output o l inserimento lavorativo assistito o un attività formativa legata alla lingua italiana per rafforzare evidenti lacune in questa specifica ed essenziale disciplina. Al termine del percorso sono possibili tre differenti outcome: - approfondimenti formativi - tirocinio - inserimento lavorativo assistito. Mediazione Domanda/Offerta Scopo della procedura è quello di definire una metodologia pianificata e sistematica del processo per la gestione delle attività di mediazione domanda offerta. Accompagnamento e inserimento al lavoro Il modello di accompagnamento proposto, arriva al termine di un percorso di selezione e di counselling che garantisce della congruità tra la figura richiesta dal MDL e le persone 12
15 selezionate. L attività di accompagnamento lavorativo consente un inserimento sociolavorativo guidato per i cittadini stranieri che hanno preso parte alle attività di selezione ed incrocio D/O. Sono previsti i seguenti servizi: 1. servizio di tutoring 2. servizio di ospitalità 3. frequenza ad un percorso formativo 4. procedure di supporto Attività Risultato conseguito Attività n. 7 Report contenente buone Attività di scambio e diffusione delle migliori prassi operative pratiche rilevate a livello in materia di formazione, inserimento lavorativo ed transnazionale e alfabetizzazione dei cittadini stranieri con significative realtà regionale. dei paesi europei. Sintesi dei contenti Nell ambito della presente attività sono state analizzate azioni progettuali e/o processi di lavoro realizzati per favorire l integrazione socio-professionale delle persone straniere, in ambito nazionale e transnazionale. Caso n. 1 Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di integrazione Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione professionale Caso n. 2 Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione professionale Supporto alla creazione di attività autonome Collegamento con i sistemi produttivi Caso n. 3 Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di integrazione Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione professionale Caso n. 4 Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione professionale Percorso formativo Addetti all ufficio commerciale Cooperare con i Balcani Non solo braccia Permanence: Accueil Emploi (Permanenza: Accoglienza Lavoro) 13
16 Caso n. 5 Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione professionale Collegamento con i sistemi produttivi Caso n. 6 Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione professionale Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di integrazione Caso n. 7 Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di integrazione Collegamento con i sistemi produttivi Caso n. 8 Accoglienza/Orientamento/informazione/Formazione professionale Pré qualification pluri sectorielle (Pre qualificazione plurisettoriale) Tremplin (Trampolino) Espoir Emploi (Speranza Lavoro) Alea Attività Risultato conseguito Attività n. 8 Studio di fattibilità per la Costruzione e sperimentazione di protocolli per la sottoscrizione di un protocollo con pre-formazione e la preparazione all ingresso di un paese straniero. cittadini stranieri comunitari. Sintesi dei contenti In funzione della realizzazione di un protocollo sperimentale per la pre-formazione e la preparazione all ingresso di cittadini stranieri comunitari è stato costituito un gruppo di progetto avente la finalità di: individuare il paese con il quale realizzare l accordo, mappare i referenti e gli interlocutori più funzionali, definire le modalità di intervento. Il processo di lavoro ha portato alla sottoscrizione di un protocollo con la La Fondazione ASFORM, agenzia specializzata nella gestione di percorsi di mobilità internazionale. ASFOMR ha sviluppato precedentemente all ingresso della repubblica di Romania nell Unione Europea una vasta esperienza nella gestione di progetti ex art.23 del testo unico sull Immigrazione. La seconda parte del progetto, come è già stato anticipato, si è concentrata su una precisa categoria di persone straniere. Il punto di partenza è stato la delibera di approvazione del Protocollo/dichiarazione di proposito di cooperazione relativa alla lotta contro il traffico di 14
17 esseri umani sancisce la volontà comune di operare per l integrazione socio-professionale delle persone vittime del traffico di esseri umani. Le numerose disposizioni comunitarie in materia di lotta contro il traffico di esseri umani, sottolineano l esigenza di integrare tutti i mezzi esistenti, ivi compreso il FSE come strumento di reintegrazione delle vittime mediante l accesso al mercato del lavoro, la formazione e l istruzione. Era pertanto importante capire ed analizzare i risultati quantitativi e qualitativi ottenuti attraverso il FSE, quindi analizzando le esperienze, evidenziando i percorsi realizzati, promuovendo lo scambio ed il confronto con i casi di successo. Il progetto si è articolato su 4 piste di lavoro finalizzate ad individuare azioni, metodi e pratiche di lavoro per la promozione dell integrazione sociale e lavorative dei cittadini (e delle cittadine) stranieri adulti sul territorio regionale. I servizi complementari richiesti hanno riguardato i seguenti ambiti, finalizzati, come è già stato sottolineato, ad individuare modalità di lavoro nei confronti di categorie specifiche di persone straniere: Attività Attività n. 1 Analisi quantitativa e qualitativa sugli utenti provenienti dalla Romania, coinvolti nella attività cofinanziata dal FSE. Attività n. 2 Analisi ed elaborazione di esempi di successo in tema di integrazione sociale e occupazionale delle vittime del traffico di persone. Attività n. 3 Studio di fattibilità sulla programmazione per l elaborazione di un piano regionale di intervento. Risultato atteso Report relativo alla presenza dei cittadini e cittadine rumene nelle attività e progetti cofinanziati dal FSE. Il rapporto di ricerca sarà strutturato in due sezioni: sezione A) Analisi quantitativa. Elaborazioni di dati numerici e statistici. Sezione B) Analisi qualitativa dei percorsi intrapresi. Report relativo ai casi di successo in tema di integrazione sociale e occupazionale delle vittime della tratta e del traffico di persone. Studio di fattibilità per l elaborazione di un piano regionale di intervento. 15
18 Attività n. 4 Focus di approfondimento sulla capacità del sistema di rispondere ai bisogni formativi per l inclusione lavorativa dei richiedenti asilo. Report di lavoro contenenti dati aggiornati in tema di richiedenti asilo. Le recenti innovazioni normative. Soluzioni realizzative per coinvolgere i richiedenti asilo all interno dei percorsi e progetti cofinanziati dal FSE. Lo schema proposto nella pagina seguente, intende visivamente rappresentare la metodologia di lavoro utilizzata per la realizzazione di questa seconda parte di lavoro. I risultati attesi delle quattro attività saranno propedeutici al lancio di iniziative regionali e/o territoriali nei confronti delle persone straniere in condizione di svantaggio. Di particolare importanza l attività numero 3 che raccoglie gli input delle altre azioni progettuali, comprese quelle già realizzate nella prima fase di lavoro. 16
19 Analisi complessiva della presenza delle persone straniere sul territorio Emiliano-Romagnolo (appalto I parte) Indicazione e piste di lavoro in merito: - ai percorsi professionali - alle competenze necessarie per la stabilizzazione - alle esperienze realizzate (trasferibili) - ai servizi realizzati (acquisiti dai territori) - alla presenza dei partenariati locali (associazioni, etc.) - ai possibili sviluppi transnazionali Approfondimento situazione socio-professionale perone straniere che vivono situazioni di svantaggio: in particolare la popolazione rumena (appalto II parte) Analisi quantitativa e qualitativa sugli utenti provenienti dalla Romania, coinvolti nell attività cofinanziata dal FSE (attività n. 1) Analisi ed elaborazione di esempi di successo in tema di integrazione sociale ed occupazionale delle vittime del traffico di persone (attività n. 2) Stabilizzazione professionale dei cittadini e cittadine straniere Focus di approfondimento sulla capacità del sistema di rispondere ai bisogni formativi per l inclusione lavorativa dei richiedenti asilo (attività n. 4) Approfondimenti specifici trasversali propedeutici all attività n. 3 Studio di fattibilità sulla programmazione per l elaborazione di un piano regionale di intervento (attività n. 3) 17
20 Capitolo 2 La presenza dei rumeni in Italia e in Emilia Romagna 2.1 Gli stranieri in Italia, secondo le fonti statistiche. I dati ISTAT al 1 gennaio 2008, indicano in il numero degli stranieri regolarmente registrati alle anagrafi comunali in Italia; di questi, il 50.4% sono donne. Tab. 1 Stranieri in Italia, per sesso e anno di riferimento (fonte ISTAT) anno maschi femmine totale incremento dal 2003 al La presenza è cresciuta negli anni, tanto da registrare un incremento del 121,6% dal 2003 al Tab. 2 Incremento della presenza di stranieri in Italia, sull anno precedente e 2008 su 2003 per sesso (fonte ISTAT) anno maschi femmine totale ,4 28,5 28, ,2 20,2 20, ,1 12,3 11, ,1 11,1 10, ,5 18,1 16,8 2008/ ,9 127,4 121,6 18
21 Un analisi più dettagliata delle fonti permette di mettere in evidenza elementi qualitativi, molto utili per la programmazione del complesso delle politiche che a livello locale possono determinare una maggiore o minore coesione sociale. Alcuni tra gli indicatori più significativi, richiamati nel rapporto annuale sulla presenza degli stranieri in Italia stilato dall ISTAT, vengono a seguito riportati nella Tab. 3. Tab. 3 Alcuni indicatori relativi al bilancio della popolazione italiana e straniera - anno 2007 INDICATORI Composizione % a fine anno (Italia=100) Incidenza % stranieri sulla popolazione a fine anno Variazione %rispetto fine anno prec. % stranieri nati in Italia a fine anno (II generazione) Incidenza % dei nati stranieri sul totale dei nati % minorenni stranieri a fine anno % minorenni italiani sulla pop italiana * Tasso natalità stranieri (x 1000) Tasso natalità italiani (x 1000) i dati fanno riferimento al 31/12/2006 Fonte: ISTAT Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole ITALIA Di cui comuni capoluogo 35,6 26,9 25,0 8,9 3,6 100,0 36,6 7,8 8,1 7,3 2,2 1,8 5,8 7,2 14,6 15,2 17,8 25,0 26,2 16,8 12,0 14,2 13,9 13,0 9,5 12,3 13,3 13,6 17,0 17,6 13,0 2,9 2,9 11,4 N.C. 23,6 23,6 21,1 17,7 20,3 22,3 20,8 15,1 15,4 15,6 19,5 18,7 16,8 N.D. 22,0 22,3 17,5 14,6 16,4 20,1 18,1 8,5 8,7 8,6 9,6 9,2 8,9 8,3 Minorenni, nati in Italia o qui giunti per ricongiungimenti familiari sono il 22,3% della popolazione presente, mentre il 13,3% è nato in Italia. Anche l acquisizione di cittadinanza è un fenomeno in crescita, anche se ancora limitato: in Italia 227 mila casi dal 1996 al 2007, in Francia solo nel mila cittadinanze concesse. In Italia l acquisizione di cittadinanza avviene per la maggior parte per matrimonio, ed i matrimoni misti interessano prevalentemente le donne straniere. Le concessioni di cittadinanza per naturalizzazione sono ancora poco frequenti. Il requisito richiesto è la residenza continuativa per 10 anni o, per i nati in Italia, la residenza continuativa per 18 anni con richiesta al compimento del 18 anno di età. il bacino potenziale è di circa 630 mila in possesso del requisito. 19
22 Per la prima volta, nel 2008 si nota una maggiore redistribuzione della popolazione straniera sul territorio italiano: fino ad ora la preferenza per l insediamento è stata rivolta prevalentemente all area del nord e centro Italia. Pur rimanendo alta la presenza di immigrati nel nord del paese (62,5%), l incremento dei rumeni si è maggiormente distribuito su tutto il territorio italiano modificando così le abituali percentuali della distribuzione territoriale. Il 52% dell immigrazione proviene dal continente europeo: il 24,4% dai paesi dell Europa non aderenti alla Unione Europea (prevalentemente dall Albania, dall Ucraina, dalla Macedonia e dalla Moldova), il 22,6% dai paesi di nuova adesione con un incremento del 69,9% rispetto all anno precedente, I cittadini rumeni sono i principali responsabili di questo incremento, infatti nel 2007 sono passati da 342 mila a 625 mila residenti nel nostro paese. Il 23% dai paesi dell Africa settentrionale ed in particolare dal Marocco, il 16,1% dai paesi asiatici (la metà dal continente indiano e i rimanenti dalla Cina e dalle Filippine prevalentemente). Nel 2008 si è registrato un incremento del 20,7% dell immigrazione proveniente da paesi extraeuropei. Per quanto riguarda la situazione nei primi 16 paesi di provenienza dell immigrazione, si veda quanto riportato alla Tab. 4. Tab. 4 Popolazione straniera residente per sesso e paese di cittadinanza al 1 gennaio 2007 e Primi 16 paesi (fonte ISTAT) 1 gennaio gennaio 2008 Cittadinanze Totale M/F*100 Cittadinanze Totale M/F*100 Albania ,5 Romania ,9 Marocco ,8 Albania ,6 Romania ,1 Marocco ,9 Cina, Rep. Popolare ,6 Cina, Rep. Popolare ,2 Ucraina ,8 Ucraina ,3 Filippine ,6 Filippine ,9 Tunisia ,3 Tunisia ,3 Macedonia, ex Rep. Jugoslava ,6 Polonia ,4 Polonia ,5 Macedonia, ex Rep. Jugoslava ,9 India ,3 India ,9 Ecuador ,5 Ecuador ,2 Perù ,7 Perù ,8 Egitto ,9 Egitto ,5 Serbia e Montenegro ,8 Moldova ,6 Senegal ,5 Serbia e Montenegro ,9 Sri Lanka ,3 Senegal ,8 TOTALE 100,5 TOTALE 98,3 20
23 Mutano, al 1 gennaio 2008, le prime tre comunità residenti per regione, così come indicato nella successiva Tab. 5. Tab. 5 Prime tre comunità residenti al 1 gennaio 2008, per regione Totale REGIONE stranieri Prime 3 cittadinanze - incidenza percentuale Piemonte Romania 33,0 Marocco 17,2 Albania 12,4 Val d'aosta 6604 Marocco 28,1 Romania 18,7 Albania 11,2 Lombardia Romania 11,7 Marocco 10,9 Albania 10,1 Bolzano Albania 14,3 Germania 13,0 Marocco 8,1 Trento Romania 15,8 Albania 15,1 Marocco 11,2 Veneto Romania 19,0 Marocco 12,3 Albania 9,4 Friuli Venezia Giulia Romania 16,3 Albania 14,1 Serbia-Monten.10,6 Liguria Ecuador 19,0 Albania 17,5 Marocco 10,7 Emilia Romagna Marocco 15,6 Albania 13,1 Romania 11,4 Toscana Albania 20,2 Romania 18,8 Cina-Rep. Pop. 9,4 Umbria Romania 20,6 Albania 18,6 Marocco 11,1 Marche Albania 17,1 Romania 13,4 Marocco 10,9 Lazio Romania 30,7 Filippine 6,8 Polonia 5,4 Abruzzo Romania 22,6 Albania 19,3 Maced. Ex Jug. 7,9 Molise 6271 Romania 27,4 Marocco 13,7 Albania 12,8 Campania Ucraina 24,1 Romania 10,9 Marocco 8,7 Puglia Albania 30,6 Romania 15,7 Marocco 8,6 Basilicata 9595 Romania 28,8 Albania 15,6 Marocco 11,5 Calabria Romania 26,2 Marocco 17,9 Ucraina 9,4 Sicilia Romania 17,8 Tunisia 15,1 Marocco 9,6 Sardegna Romania 17,9 Marocco 14,0 Cina-Rep. Pop. 8,4 ITALIA Romania 18,2 Albania 11,7 Marocco 10,7 Fonte: ISTAT Il rapporto ISTAT 1 evidenzia che, in relazione alla tipologia dei comuni (capoluogo/non capoluogo) e in relazione alle diverse attività esercitate dagli stranieri, si osservano significative differenze tra le comunità: filippini, peruviani ed ecuadoriani, occupati prevalentemente nel settore dei servizi alle famiglie, risiedono principalmente nei comuni capoluogo di provincia. Invece i macedoni, gli indiani ed i marocchini, come pure in prevalenza gli albanesi ed i tunisini, che operano prevalentemente nell agricoltura, nella zootecnia e nella pesca, risiedono nei comuni non capoluogo. A livello locale, precisa il rapporto ISTAT 2, si osservano dunque diversi casi di elevata concentrazione di alcune cittadinanze rispetto a quanto non si riscontri a livello nazionale. 1 ISTAT, La popolazione straniera residente in Italia, 9 ottobre 2008, reperibile in 2 ISTAT, IB., pag
24 Questo fenomeno appare legato principalmente alle catene migratorie (ricongiungimenti familiari e attrazione della singola comunità nei confronti del paese di origine), che manifestano effetti in molte aree del paese anche a seconda delle caratteristiche locali della domanda di lavoro. A livello italiano i cittadini rumeni sono aumentati complessivamente dell 82,7% dal 2007 al 2008, dell 83,9% le femmine e dell 81,4% i maschi. Le regioni che presentano le maggiori presenze di rumeni sono indicati nella successiva Tab. 6. Tab. 6 Presenza cittadini rumeni nelle prime sei regioni, v.a. totali, femmine, maschi; % totale rumeni, femmine e maschi rumeni sul totale immigrati v.a. incidenza v.a. incidenza v.a. incidenza presenze % su imm presenze % su imm presenze % su imm M+F M+F F F M M Lazio , , ,9 Piemonte , , ,5 Lombardia , , ,4 Veneto , , ,0 Emilia Romagna , , ,7 Fonte: ISTAT. Le regioni che registrano la maggiore incidenza percentuale di cittadini rumeni sul totale dell immigrazione sono rappresentate nella successiva Tab. 7. Tab. 7 Incidenza % rumeni su totale immigrazione: prime 10 regioni, Emilia Romagna e Italia Posiz. Regione % incidenza rumeni su Tot. Immigrati 1 Piemonte 33,0 2 Lazio 30,7 3 Basilicata 28,8 4 Molise 27,4 5 Calabria 26,2 6 Abruzzo 22,6 7 Umbria 20,6 8 Veneto 19,0 9 Toscana 18,8 10 Valle d'aosta 18,7 Fonte: ISTAT. 17 Emilia Romanga 11,4 ITALIA 82,7 22
25 2.2 La presenza degli stranieri in generale e dei rumeni in Emilia Romagna, secondo le fonti statistiche I dati relativi alla presenza degli stranieri in regione (Tab ) evidenziano un incremento dei valori assoluti e delle percentuali relative negli ultimi anni. Tab. 8 - Popolazione straniera per cittadinanza: serie storica dal al Regione Emilia Romagna: valori assoluti residenti per provincia di residenza e incremento % 2008 su 2005 Provincia di residenza 1 gen 1 gen 1 1 gen gen2007 incremento % 2008 su 2005 PIACENZA ,7 PARMA ,2 REGGIO EMILIA ,7 MODENA ,8 BOLOGNA ,8 FERRARA ,0 RAVENNA ,1 FORLI'-CESENA ,0 RIMINI ,9 totale ,2 Fonte: Regione Emilia Romagna La popolazione straniera 3 residente al 1 gennaio 2008 risulta essere di unità ( femmine e maschi), il 42,2% in più rispetto quanto registrato al 1 gennaio Tab. 9 - Popolazione straniera residente per provincia, classi di fascia di età e genere al 1 gennaio 2008 Grandi classi di età FEMMINE oltre 65 TOTALE Grandi classi di età MASCHI oltre 65 TOTALE Piacenza Parma Si fa riferimento ai dati reperiti sul sito: 23
26 Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini TOTALE Fonte: Regione Emilia Romagna I dati ISTAT sembrano confermare gli andamenti registrati negli anni precedenti: aumenta il numero dei nati stranieri, il saldo naturale è positivo, il saldo migratorio con l estero è stato particolarmente consistente (il valore passa da persone nel 2006 a del 2007), crescono le acquisizioni di cittadinanza italiana, si registra un elevata quota di minorenni nati in Italia (il 61% del totale nel 2007), sono (il 9% del totale) le famiglie in Emilia Romagna con almeno un componente di cittadinanza straniera, mentre sono (il 7,6% del totale) quelle con capofamiglia straniero. Tab. 10 % popolazione straniera per classe di età e genere rispetto al totale della popolazione residente Grandi classi di età FEMMINE oltre 65 TOTALE Grandi classi di età MASCHI oltre 65 TOTALE Piacenza 17,3 12,1 0,7 9,6 17,8 12,4 0,8 10,7 Parma 14,4 11,4 0,6 8,9 14,7 11,1 0,6 9,5 Reggio E 15,6 11,7 0,9 9,8 16,3 12,1 0,7 10,8 Modena 16,1 11,2 0,7 9,4 15,9 12,0 0,6 10,5 Bologna 12,3 9,9 0,6 7,7 12,4 9,4 0,5 8,0 Ferrara 9,9 7,1 0,3 5,4 9,9 6,0 0,2 5,2 Ravenna 11,9 10,0 0,7 7,7 12,8 10,6 0,6 8,8 Forlì-Cesena 12,7 9,3 0,7 7,6 12,4 9,9 0,6 8,4 Rimini 9,5 9,5 1,1 7,6 9,5 8,7 1,5 7,5 TOTALE 13,5 10,3 0,7 8,2 13,7 10,3 0,6 8,9 Fonte: Regione Emilia Romagna Analizzando i dati regionali relativi all immigrazione complessiva e rumena negli anni , riportati dalla Tab. 11, si rileva che: - l incremento dell immigrazione complessiva (M+F) nei tre anni è aumentata del 26,5%, quella femminile del 30,0% e quella maschile del 23,3%; - l incremento dell immigrazione rumena nei tre anni è aumentata del 122,6%, quella femminile del 124,1% e quella maschile del 120,9%. Dal 2006 al 2007 è 24
27 aumentata complessivamente del 16,5%, del 18,3% quella femminile e del 14,4% quella maschile. Mentre dal 2007 al 2008 è aumentata complessivamente del 91,0%, dell 89,3% quella femminile e del 93,1% quella maschile. Tab. 11 Immigrazione in Emilia Romagna per provincia: immigrazione totale (M+F, F, M), immigrazione rumena (M+F, F, M) anni 2006, 2007, 2008 (v.a., % immigrazione rumena sul totale immigrazione). Valori registrati al 1 gennaio dell anno indicato Emilia Romagna Provincia di residenza TOTALE M+F di cui della Romania % TOTALE F di cui della Romania % TOTALE M di cui della Romania % PIACENZA , , ,7 PARMA , , ,1 REGGIO EMILIA , , ,1 MODENA , , ,1 BOLOGNA , , ,9 FERRARA , , ,5 RAVENNA , , , 5 FORLI'-CESENA , , ,2 RIMINI , , ,8 TOTALE , , ,8 Emilia Romagna Provincia di residenza TOTALE M+F di cui della Romania % TOTALE F di cui della Romania % TOTALE M di cui della Romania % PIACENZA , , ,1 PARMA , , ,3 REGGIO EMILIA , , ,2 MODENA , , ,4 BOLOGNA , , ,4 FERRARA , , ,4 RAVENNA , , , 1 FORLI'-CESENA , , ,5 RIMINI , , ,7 TOTALE , , ,0 Emilia Romagna Provincia di residenza TOTALE M+F di cui della Romania % TOTALE F di cui della Romania % TOTALE M di cui della Romania % PIACENZA , , , 2 PARMA , , ,3 REGGIO EMILIA , , ,5 25
28 MODENA , , ,6 BOLOGNA , , , 6 FERRARA , , , 4 RAVENNA , , , 4 FORLI'-CESENA , , , 4 RIMINI , , ,2 TOTALE , , , 3 Fonte: ISTAT. La principale comunità residente, alla luce dei cambiamenti avvenuti nei flussi migratori registrati nella nostra regione, non appare avere caratteristiche di unicità nelle nove province del territorio regionale (Tab. 12). Tab. 12 Principale comunità residente per provincia dell Emilia Romagna al1 gennaio (v.a. e % di incidenza sul totale degli immigrati) Provincia Comunità v.a. % sul tot. Immigrati. PIACENZA albanese ,9 PARMA albanese ,0 REGGIO EMILIA marocchina ,3 MODENA marocchina ,0 BOLOGNA marocchina ,9 FERRARA marocchina ,7 RAVENNA rumena ,9 FORLI'-CESENA albanese ,7 RIMINI albanese ,4 Fonte: 26
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