Nuovo decreto sugli impianti antincendio

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1 Anno 4 Nr. 1 4 Febbraio 2013 Nuovo decreto sugli impianti antincendio Importanti novità nel settore degli impianti antincendio. E stato pubblicato in data il DM riportante Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Si fa seguire un breve estratto dei contenuti. Il decreto, che prevede alcune esclusioni relativamente al suo campo di applicazione (attività a rischio rilevante, musei, gallerie, esposizioni, biblioteche ed archivi in edifici storici, depositi ed impianti di distribuzione stradale di GPL, impianti di distribuzione stradale di gas naturale, depositi di alcoli) è riferito ai sistemi di protezione attiva contro l incendio, quali impianti di rivelazione, segnalazione, idranti, sprinkler, impianti a schiuma, impianti ad estinguenti gassosi, impianti di aspirazione ed evacuazione fumi, ecc., ed abroga tutte le precedenti disposizioni ministeriali incompatibili con il suo enunciato. Il decreto esplicita l obbligo, per la installazione, trasformazione ed ampliamento degli impianti antincendio, di un progetto a firma di tecnico iscritto ad albo professionale, nell ambito delle proprie competenze, mentre introduce l obbligo della progettazione da parte di professionista antincendio (cioè iscritto negli elenchi del Ministero Interno ai sensi dell art. 16 In questo numero Articolo Esposizione senza vendita Nota Ministeriale Alberghi e posti letto Archivi della banca Competenze differenti Lettera Circolare Ministeriale Divisori fra i box La data del progetto Lunghezza della via di esodo Dispositivo di sgancio manuale dei ventilatori Servizio di revisione autoveicoli

2 D.Lgs. 139/2006) per gli impianti da realizzare secondo norme pubblicate da organismi di standardizzazione internazionali. Con riferimento alla fase dell esame progetto, di cui all art. 3 del DPR 151/2011, il decreto prevede l obbligo di inserire nella relazione tecnica la specifica dell impianto antincendio, vale a dire le prestazioni dell'impianto, le caratteristiche dimensionali (portate specifiche, pressioni operative, caratteristica e durata dell'alimentazione dell'agente estinguente, l'estensione dettagliata dell'impianto, ecc.), le caratteristiche dei componenti da impiegare nella sua realizzazione, il richiamo della norma di progettazione applicata, la classificazione del livello di pericolosità, lo schema a blocchi dell'impianto che si intende realizzare, nonché l'attestazione dell'idoneità dell'impianto stesso in relazione al pericolo di incendio presente nell'attività. Formazione e informazione Ai fini della SCIA antincendio (art. 4 DPR 151/2011) per gli impianti antincendio dovrà prodursi al Comando VVF dichiarazione di conformità ai sensi del DM 37 del o, per gli impianti cui il suddetto decreto non è applicabile, la dichiarazione di corretta installazione e corretto funzionamento dell impianto a firma di installatore abilitato (prevista dal DM ). Per gli impianti privi della dichiarazione di conformità, eseguiti prima dell'entrata in vigore del DM , occorrerà produrre presso il Comando VVF certificazione di rispondenza e di corretto funzionamento dell'impianto (vedi DM ), resa da un professionista antincendio iscritto agli elenchi del Ministero dell Interno. Il decreto riporta, per tutte le attività normate, il livello di pericolosità ai sensi della norma UNI10779, la classificazione ai sensi della norma UNI EN 12845, e specifica l eventuale obbligo di protezione con idranti e sprinkler, obbligo derivante eventualmente anche dalla valutazione del rischio, nonché la tipologia dell alimentazione. Per le attività non normate si stabilisce che l obbligo dell impianto idranti e/o sprinkler deriva dalla valutazione del rischio o da eventuale valutazione del Comando provinciale VVF. Per le altre tipologie di impianti di protezione attiva, da realizzarsi secondo le norme europee o internazionali riconosciute, il decreto rimanda alle specifiche prescrizioni normative e/o alla valutazione del rischio incendio. Infine, il decreto sottolinea l obbligo per l installatore di fornire al responsabile dell attività, a fine lavori, il manuale d uso e manutenzione dell impianto, in lingua italiana, riportante le istruzioni necessarie per la corretta gestione dell'impianto e per il mantenimento in efficienza dei suoi componenti. Sandro Marinelli Consulente antincendio Senato della Repubblica 2

3 1 Febbraio 2013 Esposizione senza vendita Un mio cliente ha aperto un locale di sola esposizione di abbigliamento nel quale non vengono effettuate vendite ma all'interno del quale i clienti (distributori e grossisti) vengono invitati per visionare la produzione prima degli ordinativi che non avvengono in loco. La superficie del locale è superiore a 400 mq. Il cliente non ha richiesto il certificato di prevenzione incendi al Comando provinciale dei VV.F. L'attività rientra o no fra quelle di cui al punto 69 del DPR 151/2011 non essendo prevista l'attività di vendita? La risposta al quesito si trova facilmente nel testo esatto dell allegato al DPR 151/2011, punto 69: Locali adibiti ad esposizione e/o vendita all'ingrosso o al dettaglio, fiere e quartieri fieristici, con superficie lorda superiore a 400 m2 comprensiva dei servizi e depositi. Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico. Appare pertanto evidente che anche la semplice attività di sola esposizione, senza vendita, se di superficie superiore a 400 metri quadrati (compresi eventuali depositi), determina l obbligo di ottemperare agli adempimenti previsti dal DPR 151/2011.

4 28 Gennaio 2013 Alberghi e posti letto La normativa prevista dal titolo II del D.M. 9 aprile 1994 relativo alla Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere si applica esclusivamente alle attività ricettive con capacità superiore a venticinque posti letto, mentre per le strutture ricettive con capienza non superiore a venticinque posti letto si applicano le disposizioni del Titolo III. Alla luce del quadro normativo in vigore si formula un quesito al fine di appurare se le norme del Titolo III possono essere applicate anche ad attività ricettive con un numero di posti letto superiore a venticinque, ma dislocati su due o più edifici non in aderenza ed a congrua distanza di sicurezza tra loro in modo che nessun edificio superi il numero di venticinque posti letto. Si tratta di casi abbastanza diffusi se si considera che parecchie strutture ricettive sono costituite da un fabbricato in cui sono ubicati i servizi comuni e più edifici dependance ove sono alloggiati gli ospiti. Le attività ricettive turistico alberghiere organizzate in più edifici separati e non comunicanti tra loro, ciascuno avente capienza non superiore a venticinque posti letto, devono osservare le norme tecniche di cui al Titolo III del D.M. 9 aprile 1994 relative alle attività ricettive con capienza non superiore a 25 posti letto in quanto gli elementi di rischio, e le misure di sicurezza da prevedere, sono commisurati alle dimensioni del fabbricato ed al relativo affollamento. In ogni caso, qualora l attività nel suo complesso abbia una capacità ricettiva superiore a venticinque posti letto, la stessa risulta ricompresa nel punto 66 dell elenco allegato al DPR 151/2011 e pertanto è soggetta agli adempimenti previsti dal decreto suddetto.

5 25 Gennaio 2013 Archivi della banca Attività n. 34 del D.P.R. 01/08/2011 n.151: archivi di materiale cartaceo con quantitativi in massa superiori a kg. All'interno di una filiale bancaria è presente un archivio al piano interrato con un quantitativo di materiale presente pari a circa kg. Nei vari uffici ai piani superiori sono presenti diversi armadi contenenti fascicoli e documenti cartacei, per un quantitativo presente di circa kg. Nel complesso sono quindi presenti carta, cartoni e prodotti cartotecnici per un quantitativo totale ben superiore ai kg, senza che siano presenti compartimentazioni antincendio: l'attività rientra tra quelle soggette al controllo di prevenzione incendi? Grazie! Rientrano al punto 34 del DPR 151/2011 i Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di materiale cartaceo, biblioteche, depositi per la cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per l'industria della carta, con quantitativi in massa superiori a kg. E ragionevole considerare che i quantitativi di carta da considerare siano quelli riconducibili ad un deposito o archivio, e non a tutto il materiale cartaceo presente negli scaffali degli uffici.

6 24 Gennaio 2013 Competenze differenti Ho realizzato un progetto gas metano per la cucina di un ristorante. Gli apparecchi installati superano, come potenzialità complessiva, i 35 kw ma non i 116 kw. L'impianto è predisposto per poter installare un ulteriore apparecchio. Nel caso questo apparecchio fosse installato la potenza totale sarebbe maggiore di 116 kw. Il tutto è stato installato nel rispetto del DM Abbiamo richiesto il contatore all'ente erogatore del gas metano ma lo stesso si rifiuta di installarlo in quanto l'impianto tra apparecchi installati e installabili supera i 116 kw. Io non sono d'accordo in quanto il DM parla di apparecchi "installati" e non "installabili" per determinare la potenza installata in un locale. Chiedo cortesemente un vostro parere in merito. Il decreto ministeriale fa riferimento agli impianti installati, ai fini degli adempimenti di prevenzione incendi. L azienda distributrice opera in base alla delibera della Autorità per l'energia elettrica e il gas n. 40 del Adozione del regolamento delle attività di accertamento della sicurezza degli impianti di utenza a gas.

7 22 Gennaio 2013 Divisori fra i box In una autorimessa seminterrata di circa 800 mq, le tramezze di separazione tra i box, non portanti, che grado di resistenza al fuoco devono avere? Sotto i nove box la norma dice REI30, ma sopra? Più professionisti danno risposte non concordanti. Il DM , inerente norme di prevenzione incendi per le autorimesse, tratta ai punti 2.1 e 2.2 le autorimesse con meno di nove autoveicoli. In particolare al punto 2.1., relativo alle autorimesse del tipo misto con numero di veicoli non superiore a nove, si prevede che l'eventuale suddivisione interna in box deve essere realizzata con strutture almeno del tipo REI 30; Al punto 2.2, relativo ad autorimesse del tipo isolato con numero di autoveicoli non superiore a nove, si prevede che l'eventuale suddivisione interna in box deve essere realizzata con strutture realizzate con materiali non combustibili. Al punto 3 del decreto citato, relativo alle autorimesse con più di nove autoveicoli, la norma tace in merito alle caratteristiche dei divisori tra i singoli box. Si ritiene che le caratteristiche di resistenza al fuoco dei divisori tra i box delle autorimesse contenenti più di nove autoveicoli possano essere, in analogia con quanto avviene per le autorimesse di minori dimensioni, non inferiori ad EI30.

8 21 Gennaio 2013 La data del progetto In data 2007 ho presentato al Comando provinciale VVF un progetto utilizzando la Circolare n. 91/1961. Il progetto è stato approvato, dopo una richiesta di integrazioni, nel gennaio 2008 con la prescrizione di rispettare il D.M E' corretta questa prescrizione, avendo presentato il progetto prima della entrata in vigore del suddetto decreto? Il DM fa riferimento, all art. 5 co. 3, alla data di approvazione dei progetti, e consente l'impiego di prodotti ed elementi costruttivi aventi caratteristiche di resistenza al fuoco determinate sulla base della previgente normativa. per i progetti approvati prima dell entrata in vigore del decreto stesso, ovvero nel settembre La data cui fare riferimento quindi non è la data di protocollo dell istanza di esame progetto ma quella di approvazione della stessa.

9 18 Gennaio 2013 Lunghezza della via di esodo Chiedo un parere circa la distanza massima di sicurezza che un lavoratore all'interno di un'azienda metalmeccanica soggetta al certificato di prevenzione incendi (poco pericolosa) deve percorrere per raggiungere la prima uscita di sicurezza. Nel caso non si raggiunga tale distanza senza creare filtri o compartimenti in quanto la produzione non lo consente, si può superare tale limite facendo delle valutazioni così dette "approccio ingegneristico"? Per verificare le massime distanze di sicurezza per raggiungere un luogo sicuro all interno di una attività lavorativa è possibile fare riferimento, per analogia, ai criteri di prevenzione incendi riportati dal DM Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro. Tale decreto, pur non direttamente cogente per le attività soggette a controllo amministrativo dei vigili del fuoco, (art. 3, co.2), riporta al Titolo III criteri generali per la valutazione dei percorsi di esodo, le distanze ammissibili, le eventuali misure di sicurezza alternative, ecc. Il DM 09/05/ Direttive per l'attuazione dell'approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio - prevede per insediamenti di tipo complesso o a tecnologia avanzata, o per edifici di particolare rilevanza architettonica e/o costruttiva, la metodologia della ingegneria antincendio che può essere utilizzata: - per la individuazione dei provvedimenti da adottare ai fini del rilascio del certificato di prevenzione incendi nel caso di attività non regolate da specifiche disposizioni antincendio; - per la individuazione delle misure di sicurezza che si ritengono idonee a compensare il rischio aggiuntivo nell'ambito del procedimento di deroga di cui all'art. 7 del DPR 151/2011. Domenico De Pinto Direttore Vice Dirigente - Comando VV.F. Foggia

10 17 Gennaio 2013 Dispositivo di sgancio manuale dei ventilatori Chiedo un chiarimento in merito al punto del DM (attività commerciali). Al suddetto punto è richiesto sia un comando manuale che uno automatico per l'arresto dei ventilatori. Chiedo: 1 - Come comando manuale è accettabile il pulsante di sgancio posto all'esterno in prossimità dell'ingresso che toglie tensione a tutto l'impianto elettrico? 2 - Il comando automatico da realizzare per mezzo di un sistema di rivelazione fumi sulla condotta di ricircolo, può essere omesso qualora le unità di ventilazione interne non trattino aria di rinnovo proveniente dall'esterno e i canali abbiano estensione limitata all'ambiente in cui è già presente un impianto di rivelazione incendi? Il rispetto delle condizioni di cui al punto B.2 dell'allegato B della UNI 9795:2010 consente di derogare l'installazione dei rivelatori nelle condotte di ricircolo dell'aria, secondo quanto previsto dal DM ? 1 - L utilizzo del dispositivo di sgancio manuale dei ventilatori dell impianto di condizionamento di una attività commerciale può essere riferibile ad una fase emergenziale differente da quella che può prevedere l attivazione dello sgancio generale elettrico. E quindi necessario che il dispositivo di sgancio dei ventilatori ed il dispositivo di sgancio generale elettrico siano distinti. 2 Il disposto del punto del DM è cogente, e non derogabile dalle disposizioni della norma UNI9795: Ogni impianto deve essere dotato di un dispositivo di comando manuale per l'arresto dei ventilatori in caso d'incendio, situato in un punto facilmente accessibile, protetto dall'incendio e ben segnalato. Gli impianti devono essere dotati di sistema localizzato di rilevazione fumi all'interno della condotta di ricircolo che comandi automaticamente l'arresto dell'impianto. L'intervento dei rivelatori deve essere segnalato nella centrale di controllo. Fatto salvo il citato disposto del DM , il progettista dell impianto dovrà comunque riferirsi alla norma UNI 9795:2010 per realizzare un impianto a regola d arte.

11 16 Gennaio 2013 Servizio di revisione autoveicoli Il quesito riguarda una attività di officina riparazione auto e carrozzeria con superficie pari a 500 mq: ad oggi attività 53.1.B. In data anteriore al 2011 è stata presentata la D.I.A. e richiesta di certificato di prevenzione incendi ai sensi del DPR 37/1998. Ad oggi non è stato ancora rilasciato il certificato di prevenzione incendi. Nel frattempo il titolare dell'attività vuole effettuare anche il servizio di revisione autoveicoli creando all'interno dell'officina il percorso richiesto dalla Provincia - servizio trasporti - (ponte per la verifica dei giochi e rulli per verifica freni). Per l'esecuzione di questo servizio aggiuntivo l'officina non subisce alcuna modifica strutturale e non viene modificato il carico di incendio in quanto il numero degli autoveicoli presenti in lavorazione o in fase di revisione non supera quello previsto in progetto. Si chiede di sapere se è sufficiente produrre nuova D.I.A. inserendo nella stessa anche il servizio di revisione autoveicoli e rimanere in attesa della visita dei funzionari VVF per la verifica e rilascio del certificato di prevenzione incendi. L officina in oggetto è ricompresa al punto 53, categoria B del DPR 151/2011. Per tale attività non è più previsto il rilascio del certificato di prevenzione incendi dalla data di entrata in vigore del succitato DPR. Per le modifiche intervenute, indipendentemente dal fatto che il Comando VVF ad oggi non ha ancora effettuato il sopralluogo ai sensi del DPR 37/1998, occorrerà che il tecnico incaricato valuti, a sua responsabilità, se le modifiche previste possono o meno determinare aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio, producendo SCIA antincendio secondo le procedure previste dall art. 4, commi 6 o 7 del DM Per le modifiche non sostanziali si potranno attuare le procedure di cui all art. 4, co. 8, del DM

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