LA STABILITÀ DELLE PIANTE È INFLUENZATA DALL INTERVENTO DELL UOMO? UN CASO DI STUDIO: LA PASSEGGIATA DI POGGIO MIRTETO Dott. Forestale Daniela D
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- Leonzio Ferrari
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1 LA STABILITÀ DELLE PIANTE È INFLUENZATA DALL INTERVENTO DELL UOMO? UN CASO DI STUDIO: LA PASSEGGIATA DI POGGIO MIRTETO Dott. Forestale Daniela D Ovidio Il verde è un entità necessaria alla collettività, perché svolge funzioni ecologiche - ambientali, protettive, estetico - architettoniche, sociali e ricreative. Gli alberi che vegetano in ambiente urbano rispetto a quelli che si trovano nei boschi, risentono di stress elevati dovuti allo smog, al passaggio continuo di mezzi sull apparato radicale, alle ferite dovute ad impatti con automezzi o ad incisioni causate dal vandalismo, ad eventi climatici sfavorevoli; la loro sofferenza, tuttavia, è dovuta in molti casi all incuria e all imperizia con cui vengono mantenuti e manutentati. La stabilità delle piante dipende quindi da molteplici fattori, spesso sottovalutati o scarsamente considerati dalle amministrazioni pubbliche. La gestione degli alberi deve tenere conto del valore che essi rivestono, della sicurezza dei luoghi in cui essi vivono, dei fruitori che con essi convivono. Naturalmente, tutte le analisi conoscitive, come ad esempio la VTA (visual tree assessment) e tutte le indagini strumentali, pur nella consapevolezza di non poter prevedere un eventuale pericolo con certezza assoluta, forniscono dei dati oggettivi che rappresentano una risposta alla corretta gestione del rischio connesso al patrimonio arboreo urbano. Il viale alberato oggetto di studio, rappresenta l ingresso principale al paese di Poggio Mirteto, è composto da 80 piante, prevalentemente appartenenti alla specie Platanus orientalis, disposte in un doppio filare separato da un viale pedonale largo circa 3,5 m. Gli alberi sono quasi tutti posti all interno di aiuole. La Passeggiata nasce nel 1886, quando l Amministrazione comunale acquistò il terreno per la costruzione di un luogo per il passeggio della popolazione: con il nome di viale Legione Cacciatori del Tevere (all origine era via Volpignano), essa collega Piazza Martiri della Libertà (una volta Piazza Vittorio Emanuele) con la località Valletonda Tra il 1893 ed il 1895 vennero piantumati 93 platani, com era usanza nell epoca. Nel carteggio comunale riguardante la Passeggiata, con nota del 28 febbraio 1895 si ha la prima informazione di una potatura avvenuta nel marzo dello stesso anno. Negli anni, il viale alberato ha poi assunto altri nomi: nel 1935 viene chiamato viale Alessandro Fortis, poi via Roma e infine Via Giuseppe De Vito. Dal loro impianto nel 1895, le piante del viale sono state sottoposte ogni 10 anni circa alla tecnica di potatura della capitozzatura.
2 La capitozzatura è una forma di mutilazione degli alberi, diffusa in tutto il mondo, che deve essere fermata! Il capitozzo non solo distrugge la dignità dell albero, ma lo indebolisce e lo rende un organismo potenzialmente pericoloso. (Shigo, 1995). Tale modalità gestionale ha portato come diretta conseguenza all esposizione periodica delle piante all azione di parassiti fungini. Inoltre, la periodica asportazione di parti significative della chioma, con creazione di grosse superfici di taglio, ha portato all affermazione di forme dendrologiche anormali e spesso poco stabili, facendo perdere agli alberi la loro naturale forma estetica. Un altra importante conseguenza della capitozzatura e, quindi dell affermazione dei fenomeni infettivi di cui sopra è la presenza di cavità diffuse sia a livello del fusto che del castello, che hanno finito per compromettere gravemente la resistenza meccanica delle strutture legnose con frequenti problemi di stabilità degli alberi. L esigenza di mettere in sicurezza esemplari arborei di ragguardevoli dimensioni ha spinto l Amministrazione ad operare interventi drastici di potatura, con l intento di alleggerire in modo significativo la chioma. Il risultato è stata una sollecitazione delle gemme avventizie, che hanno dato origine all emissione di numerosi getti vigorosi, con ancoraggio precario. Questi, lasciati liberi di crescere senza controllo, sono divenuti delle branche pericolose per i fruitori del viale alberato. Inoltre, il riscoppio vegetativo, in caso di forte siccità estiva, sottrae preziose energie all albero esponendolo a fenomeni di indebolimento fisiologico; oltre a ciò le chiome eccessivamente ridotte espongono il cambio ai raggi solari con rischio di ustioni. Lo studio svolto è stato articolato 2 fasi: 1) di campo: l analisi di stabilità di tutte le piante con l utilizzo del metodo VTA: Visual tree assessment l analisi strumentale attraverso l uso del Resistograph dove necessario 2) di laboratorio: la comparazione delle curve resistografiche con le sezioni trasversali dei fusti delle piante abbattute; analisi dendrocronologiche Le Analisi in campo Per ogni pianta è stata compilata una apposita scheda di rilevamento che riporta in dettaglio le notizie sullo stato dell albero desunte dalla analisi visiva. Sulla scheda vengono indicati gli interventi più opportuni e la classe di pericolosità fitostatica. Dove necessario è stata fatta l analisi strumentale con resistograph.
3 Le Analisi dendrocronologiche La dendrocronologia, è la scienza che studia l accrescimento delle piante arboree nel tempo, le modalità con cui questo avviene, ed i fattori che lo influenzano. Essa si basa su tre principi: 1. gli alberi, nelle regioni in cui vi è una netta distinzione tra la stagione estiva e quella invernale, producono ogni anno un nuovo anello di accrescimento; 2. gli alberi della stessa specie, che vivono nella stessa area geografica producono nello stesso periodo serie anulari simili; 3. è possibile andare a confrontare le sequenze anulari degli alberi vissuti nella stessa area geografica nello stesso periodo (cross-dating). Quindi, nelle specie che presentano anelli annuali di crescita (come il Platano) è possibile andare a misurare lo spessore di ogni singolo anello e ricostruire delle curve in cui viene riportato l andamento del parametro misurato su scala temporale. Le anomalie anulari possono essere causate da diversi fattori climatici, ambientali e in genere di stress anche per cause antropiche. Anomalia può essere considerata anche l omissione nella formazione dell anello annuale: questo avviene se la stagione vegetativa è troppo breve o se intervengono delle condizioni sfavorevoli alla crescita della pianta (come ad esempio potature eccessive). Sul materiale legnoso prelevato sono state misurate le ampiezze anulari con precisione del centesimo di millimetro mediante uno stereomicroscopio. La lettura di ogni raggio definita serie cronologica o curva elementare, corrisponde ad una serie temporale di ampiezze anulari. Ogni lettura fluttuante, cioè ancora priva di una precisa collocazione temporale, viene sottoposta ad un confronto con le altre cronologie elementari ed individuali di quel popolamento (sincronizzazione), in modo da verificare la correttezza delle misurazioni effettuate o la presenza di errori o di anelli mancanti. Sugli ultimi 10 anelli di accrescimento è stato effettuato lo skeleton-plot. Questo, è un metodo visivo e soggettivo, che consente di riconoscere degli anelli caratteristici, cioè anelli che manifestano delle peculiarità in un determinato carattere. Queste peculiarità permettono di riconoscere segnali comuni che hanno influenzato gli accrescimenti delle piante. (Romagnoli, 1990; Schweingruber 1988). Analisi integrata (visiva e strumentale) Dall elaborazione delle schede di VTA compilate per ognuna delle 80 piante del viale, dall osservazione delle rotelle di legno prelevate in corrispondenza dell analisi strumentale in sede di abbattimento, dall analisi delle stesse al livello dendrocronologico si è giunti ad una serie di risultati:
4 - l 1% delle piante rientra nella classe di propensione al cedimento B BASSA, quindi presenta segni, sintomi o difetti lievi. Per queste piante è opportuno un nuovo controllo entro 3 anni; - il 52% delle piante rientra nella classe di propensione al cedimento C MODERATA, quindi presentano dei segni, sintomi o difetti significativi. Per questi soggetti sarà opportuno effettuare una nuova indagine entro 2 anni. Inoltre, per alcuni di essi sarà necessario indicare interventi colturali finalizzati alla riduzione della pericolosità ma non con la capitozzatura; - il 22% delle piante rientra nella classe di propensione al cedimento C-D ELEVATA, quindi presentano dei segni, sintomi o difetti gravi. Per tale motivo dovrà essere prescritto un nuovo controllo di stabilità entro 1 anno. Tutti gli interventi colturali che saranno prescritti dovranno essere mirati a ridurre il grado di pericolosità dell albero, compatibilmente con le buone pratiche dell arboricoltura; - il 25% delle piante rientra nella classe di propensione al cedimento D ESTREMA, quindi presentano segni, sintomi o difetti gravi. Per questi esemplari la cui prospettiva di vita futura risulta gravemente compromessa, qualsiasi intervento colturale sarebbe contrario alle buone pratiche dell arboricoltura, quindi, dovrà essere prescritto l abbattimento. Da quanto sopra detto, si nota che l intero viale alberato versa in condizioni di stabilità piuttosto preoccupanti, infatti, le piante ascritte alle classi di C.P.C. C-D ELEVATA e D ESTREMA insieme danno una percentuale del 47%, indicando chiaramente che quasi la metà del viale rischia di scomparire nel giro di pochi anni. Anche il resto delle piante versa comunque in uno stato abbastanza precario; infatti, una percentuale del 52% di piante ricadenti in classe C MODERATA fa chiaramente presagire che se non si interviene al più presto ed in maniera idonea o corretta molte di queste piante andranno a finire inesorabilmente nella classe successiva C-D. Per quanto riguarda le ferite e le cavità riscontrate durante l analisi visiva la percentuale maggiore di queste viene ritrovata sulle branche ed al castello, proprio a testimonianza del fatto che le potature estreme favoriscono il deperimento soprattutto di queste due parti. Conclusioni Serit arbores, quae alteri saeclo prosint. gli alberi piantati saranno goduti da altri nel tempo a venire (Catone, in Cicerone, De senectute) Quando nel 1895 furono piantati gli alberi del viale, forse gli amministratori di Poggio Mirteto pensavano proprio ai cittadini delle generazioni future: tuttavia, quasi sicuramente, ciò non sarà possibile perché dagli studi effettuati si è riscontrato che, quasi la metà del viale rischia di scomparire nel giro di pochi anni. La causa principale di tutto ciò, può essere dovuta, in buona parte, ad una gestione errata del patrimonio arboreo.
5 Al fine di evitare ulteriori aggravamenti della situazione in atto, occorrerà adottare degli interventi colturali adeguati e conformi alle buone pratiche dell arboricoltura. Specificatamente per quanto concerne le piante ricadenti in classe B si consiglia la riduzione della chioma; per le piante ricadenti in classe C si auspica l applicazione di interventi colturali di riduzione della chioma e dove necessario l eliminazione delle branche pericolose, quando queste non superano il diametro di 10/15 cm. Per tutte le branche con diametri maggiori dovranno essere predisposte delle operazioni di alleggerimento e messa in sicurezza, in modo da non creare superfici di taglio eccessivamente ampie, tali da rendere il processo di cicatrizzazione troppo lento e difficoltoso. Per tutte le piante ricadenti in C-D, dovranno essere applicati, caso per caso, interventi colturali mirati alla riduzione della chioma e delle branche pericolose; le piante che ricadono in questa classe andranno comunque monitorate ogni 6-12 mesi, in modo da tener sempre sotto controllo eventuali peggioramenti delle situazioni in atto. Il presente lavoro ha evidenziato come la gestione del verde urbano, operata in modo approssimativo e non pianificato, possa portare al deterioramento di un patrimonio arboreo di grande valore paesaggistico, ambientale e storico. Per questi motivi i possessori e i gestori del verde dovrebbero munirsi di un apposito piano di gestione e di personale specializzato. Il piano di gestione del verde, oltre a programmare gli interventi sulle singole piante, deve prevedere anche le eventuali sostituzioni (L.R. 39)con piante autoctone dello stesso genere o di grandezza inferiore messe a dimora con un appropriato sesto d impianto. Inoltre va evidenziato che spesso le Amministrazioni Pubbliche, a causa della carenza di risorse, non danno la dovuta importanza alla preparazione tecnica degli addetti al settore, i quali a volte con cognizioni sommarie ed approssimative pretendono di applicare all arboricoltura urbana le stesse pratiche colturali utilizzate nella frutticoltura. E auspicabile, infine, per i nuovi impianti l utilizzo di specie resistenti alle fitopatie (esempio il clone Vallis Clausa del Platano resistente alla Ceratocystis fimbriata).
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