VALO RIZZAZIO NE DELL ITTIO FAUNA DEL
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- Tommasa Bettini
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1 PROGETTO INTERVENTI PER LA SALVAGUARDIA E LA VALO RIZZAZIO NE DELL ITTIO FAUNA DEL PARCO NAZIO NALE DO LOMITI BELLUNESI DISCIPLINARE TECNICO PER LE ATTIVITÀ DI STUDIO, SALVAGUARDIA E RIPOPOLAMENTO DELLA FAUNA ITTICA Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 1
2 PREMESSA Nei sistemi acquatici del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi sono presenti varie specie ittiche, alcune originarie e altre alloctone. La presenza di queste ultime è dovuta alle vecchie attività ittiogeniche ma talvolta è anche una conseguenza di alcune grosse modificazioni ambientali locali, come la realizzazione dei bacini artificiali del Mis e della Stua, che hanno creato le condizioni adatte alla loro colonizzazione. Purtroppo le modifiche ambientali di vario tipo apportate ai corsi d acqua hanno spesso influito negativamente sulla fauna ittica, sia in termini di composizione in specie delle comunità, sia relativamente alla struttura e dinamica delle popolazioni, creando nuove forme di competizione di cui le specie autoctone mostrano evidenti segni di sofferenza. A tutto ciò va sommato anche un grosso interesse sociale, soprattutto indirizzato verso i salmonidi, e rappresentato dall intensa attività alieutica che da sempre ha riguardato questi ambienti d acqua. Attualmente, in una limitata parte dei corpi idrici all interno del Parco, questa attività è consentita e fortemente regolamentata. PROBLEMATICHE GENERALI DI CONSERVAZIONE Il Progetto Speciale Fauna del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ha individuato, sulla base delle conoscenze acquisite grazie ai monitoraggi costantemente condotti negli ultimi 10 anni, le azioni prioritarie per la gestione e conservazione della fauna ittica all interno dell area protetta. Gli interventi sono così riassumibili: Approfondire le conoscenze di alcune specie di rilevante interesse come la Trota marmorata, lo Scazzone e il Temolo. Coordinare e collaborare con i Bacini di Pesca presenti sul territorio. L aspetto sociale della pesca non può essere sottovalutato e si è dimostrato negli anni scorsi come questo possa essere ben utilizzato anche per scopi conservativi. Tenere sotto costante osservazione lo stato dei corsi d acqua, sia in termini di qualità e quantità delle acque che vi scorrono, sia da un punto di vista della conservazione morfologicoambientale, valutando attentamente qualsiasi tipo di intervento debba eventualmente essere effettuato sul reticolo idrologico all interno del Parco Nazionale. Per le principali specie ittiche presenti sono stati quindi definiti specifici interventi, di seguito sinteticamente esposti. Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 2
3 1. TROTA MARMORATA SALMO (TRUTTA) MARMORATUS Per il recupero e la conservazione della Trota marmorata nei corsi d acqua all interno del Parco Nazionale è necessario intervenire seguendo diverse linee operative. 1.1 Studio della popolazione di Trota marmorata del bacini lacustri del Mis e della Stua Si considera di grande importanza effettuare un approfondita indagine sulle popolazioni di Trota marmorata presenti nei due bacini lacustri del Mis e della Stua; allo stato attuale, infatti, i progetti di monitoraggio fino ad oggi avviati hanno sempre escluso, causa le non indifferenti e onerose difficoltà operative, questi due ambienti d acqua. Nel lago del Mis, qualche anno addietro, la provincia di Belluno ha promosso una ricerca sulle popolazioni di trote ivi presenti, ma l indagine ha fornito informazioni sulle attività di immissione e prelievo, senza indagare nel dettaglio lo stato dei salmonidi. Dal momento che nel lago del Mis è presumibilmente presente la miglior popolazione di Trota marmorata del Parco Nazionale, appare di estremo interesse poter verificare il suo stato, valutarne i principali parametri e potenzialità demografiche. 1.2 Gestione attiva della specie Può essere riassunta nei seguenti interventi: Riduzione della competizione con la Trota fario; Produzione di materiale locale selezionato e ripopolamento della Trota marmorata; La riduzione della competizione con gli altri salmonidi presenti può essere abbastanza agevolmente effettuata procedendo alla graduale eliminazione di specie come la Trota iridea o il Salmerino di fonte, specie alloctone, che presentano delle popolazioni tutto sommato limitate e localizzate; d altra parte proprio per questi motivi non vi è gran sovrapposizione tra la distribuzione di queste specie e quella della marmorata. Il problema essenziale è quindi quello legato alla presenza della Trota fario, elemento di cui è già vietata l immissione (ad esclusione di particolari interventi nei bacini lacustri) ma che è presente nelle acque del Parco con delle popolazioni selvatiche. Va ricordato che, purtroppo, sono poche le situazioni in cui l Ente Parco controlla l intero corso d acqua: in particolare i tratti superiori dei torrenti dove la Trota marmorata è maggiormente presente (T. Mis e T. Cordevole) sono esterni ai confini del Parco e quindi soggetti alle operazioni ivi effettuate con Trota fario dalle locali associazioni di pescatori. Un programma che garantisca una buona probabilità di successo per il recupero e la conservazione della specie marmorata dovrebbe perciò considerare la necessità di: acquisire, grazie alla collaborazione con l Ufficio per la Biodiversità di Belluno - stazione di Celarda, la capacità di produrre la quantità di trote marmorate necessarie per le esigenze locali; costruire una collaborazione con i Bacini di Pesca, in particolare con il n 5 (Agordino) e il n 10 (Feltrino), per concordare le attività di immissione di salmonidi nei tratti d acqua territorialmente condivisi (tratti superiori dei T. Mis e Cordevole) E comunque evidente che in alcuni corsi d acqua, le cui sorgenti sono localizzate all interno del territorio del Parco, va realizzata una attività di spostamento delle popolazioni di salmonidi Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 3
4 attualmente presenti sostituendolo con il materiale di marmorata autonomamente prodotto. Una sperimentazione in questo senso è già stata avviata nel torrente Stien, affluente in destra idrografica del T. Caorame, per indagare sulla competizione esistente in natura tra Trota marmorata, Trota fario e il loro ibrido. I risultati preliminari ottenuti con questa esperienza indicano che l attività può essere effettuata con un certo successo. Di fondamentale importanza, indipendentemente dai programmi di ripopolamento sopra evidenziati, è tentare di annullare o comunque ridurre al minimo la competizione interspecifica durante il periodo riproduttivo e quindi la possibilità di ibridazione tra la Trota marmorata e la fario; in questo caso un intervento di certo interesse, già effettuato in passato nel T. Cordevole, è quello di effettuare la cattura delle trote fario eventualmente presenti nei siti di deposizione della marmorata, operazione da effettuarsi poco prima del periodo riproduttivo. Il recupero di questi pesci può essere effettuato in collaborazione con le associazioni di pescatori e le trote fario rinvenute possono essere spostate anche in aree limitrofe esterne al Parco. Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 4
5 2. SCAZZONE COTTUS GOBIO 2.1. Ripopolamento dello Scazzone Si tratta di una specie non manipolata e la sua distribuzione attuale non è influenzata da attività ittiogeniche effettuate in passato; rimane comunque un pesce che ha subito delle notevoli contrazioni numeriche nella maggior parte degli ambienti montani e di alta pianura. Nell area del Parco Nazionale, lo Scazzone è presente solo nei torrenti principali, T. Cordevole e T. Mis, con popolazioni da considerare decisamente ridotte rispetto al passato. Malgrado recentemente si stia osservando un lieve recupero della numerosità delle sue popolazioni, lo Scazzone è da considerare una specie per cui si ritiene opportuno intervenire al fine di garantire in tempi brevi un ottimale recupero delle densità alle quali un tempo popolava questi ambienti. La rarefazione dello Scazzone sembra legata a vari fattori come: predazione da parte dei salmonidi, pesci che per motivi legati alla pesca sportiva sono spesso presenti a densità eccessive negli stessi ambienti; presumibilmente con i salmonidi vi è pure competizione alimentare; alterazione morfologica degli ambienti acquatici con presenza di ostacoli insuperabili per la specie; controllo artificiale delle portate con ampie superfici di alveo bagnato soggette a repentine asciutte; scadimento della qualità delle acque con proliferazioni algali sul fondo degli alvei. Per la conservazione dello Scazzone nei corsi d acqua all interno del Parco Nazionale è quindi necessario intervenire cercando di eliminare i citati fattori di rischio. Siccome alcuni di questi aspetti (ad esempio l eliminazione di eventuali briglie o manufatti) non sono certo di facile e rapida soluzione, si ritiene comunque possibile intervenire positivamente effettuando delle immissioni controllate in tratti di torrente che presentano le condizioni ambientali ottimali e attualmente sono difficilmente colonizzabili dallo Scazzone. Ciò prevede il prelievo di un certo numero di esemplari da popolazioni localizzate in aree limitrofe, come ad esempio il fiume Piave, ed il loro trasferimento nei siti prescelti. In assenza dei sopra descritti fattori limitanti, lo Scazzone è infatti in grado in pochi anni di costituire delle popolazioni ben strutturate. Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 5
6 3. TEMOLO THYMALLUS THYMALLUS 3.1 Ripopolamento del Temolo Fino agli anni 50 il Temolo era una specie piuttosto diffusa nelle acque italiane ma successivamente ha conosciuto una veloce riduzione della numerosità delle sue popolazioni che in qualche caso sono state considerate praticamente estinte (Bacchiglione, Astico, Brenta, ecc.); successivamente, grazie ad una serie di programmi di ripopolamento avviati da varie province, il Temolo ha ricostituito delle popolazioni selvatiche nella maggior parte degli ambienti fluviali del nord Italia e del Veneto. L elevata sensibilità al deterioramento della qualità delle acque e degli ambienti acquatici era stata l ipotesi più accreditata per spiegare la sua scomparsa, ma sono forti gli indizi che indicano che potrebbe essere la competizione con i salmonidi la principale causa della riduzione dei suoi popolamenti. Per quanto detto si tratta di una specie fortemente manipolata e le popolazioni attualmente presenti nei corsi d acqua del Veneto sono state ricostituite a partire da materiale proveniente sia dal bacino padano-veneto (area slovena) ma anche dal bacino danubiano. Nell area del Parco Nazionale il Temolo è assente ma in passato la specie frequentava le acque dei torrenti principali, T. Cordevole e T. Mis. Questo interessante pesce è comunque presente nel F. Piave e nei T. Mis e Cordevole nei tratti terminali, esterni al Parco; la loro risalita nei tratti all interno del Parco è impedita dalla presenza di sbarramenti e condizioni ambientali sfavorevoli. Il Temolo è quindi una specie di cui sarebbe interessante recuperare la presenza nell area del Parco; un eventuale programma di recupero dovrebbe comunque preliminarmente verificare la reale capacità della specie di adattarsi alle condizioni ambientali attuali. La scomparsa del Temolo appare legata a vari fattori come: competizione spaziale e alimentare con i salmonidi, pesci che per motivi legati alla pesca sportiva sono spesso presenti a densità eccessive negli stessi ambienti; alterazione morfologica degli ambienti acquatici con presenza di ostacoli insuperabili per la specie; scadimento della qualità delle acque. Per la conservazione del Temolo nei corsi d acqua all interno del Parco Nazionale è quindi necessario intervenire cercando di eliminare i citati fattori di rischio. Questi hanno degli effetti deleteri anche verso la presenza di altre specie come la Trota marmorata e lo Scazzone, per cui la soluzione di questi fattori di alterazione avrebbe dei risvolti positivi generali. Il Temolo d altra parte presenta una biologia ed un comportamento diverso da quello di queste due specie: Trota marmorata e Scazzone sono specie stanziali e territoriali mentre il Temolo ha abitudini gregarie e gli sciami si muovono numerosi lungo il fiume, effettuando spostamenti anche di parecchi chilometri; per questo motivo è opportuno prevedere per il Temolo delle prove preliminari, al fine di saggiarne la capacità di adattamento alle attuali condizioni ambientali locali prima di proporre veri e propri programmi di reintroduzione. Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 6
7 Nell ambito del progetto di valorizzazione dell ittiofauna va realizzata una sperimentazione di portata limitata, utilizzando del materiale marcato da inserire in precisi siti nei corsi d acqua ritenuti adatti, come il T. Mis a monte del lago e il T. Cordevole. Questi gruppi marcati devono quindi essere seguiti per almeno due anni per verificare la loro capacità di permanenza nei tratti d immissione. Il materiale da utilizzare dovrebbe quindi provenire da popolazioni localizzate in aree limitrofe, come ad esempio il fiume Piave o i tratti terminali dei T. Mis e Cordevole. Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 7
8 QUADRO SINOTTICO DELLE AZIONI PREVISTE Codice Specie Azione Attività da realizzare azione 1.1 Trota marmorata studio della popolazione di Trota marmorata del bacini lacustri del Indagine scientifica sulle popolazioni dei laghi del Mis e de La Stua Mis e della Stua Trota marmorata riduzione competizione con Trota fario Cattura e spostamento della trota fario dai siti di deposizione della trota marmorata lungo il T. Cordevole all esterno del Parco Trota marmorata produzione di materiale locale selezionato e ripopolamento della Trota marmorata Studio preliminare per l individuazione dei siti del Parco idonei al ripopolamento Relazione intermedia Definizione dei contingenti di materiale geneticamente controllato necessari al ripopolamento Produzione di materiale geneticamente controllato (*) Rilascio dei pesci allevati Monitoraggio delle popolazioni rilasciate per valutare il successo del ripopolamento (*): Questa azione non viene realizzata dall Università, ma direttamente dall Ente Parco attraverso un accordo con la stazione di allevamento di Celarda (Feltre), gestita dall Ufficio per la Biodiversità di Belluno. Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 8
9 Codice Specie Azione Attività da realizzare azione 2.1 Scazzone ripopolamento dello Scazzone Studio preliminare per l individuazione dei siti del Parco idonei al ripopolamento Relazione intermedia Recupero di pesci da corpi idrici vicini e immissione nei siti idonei Monitoraggio delle popolazioni rilasciate per valutare il successo del ripopolamento Codice Specie Azione Attività da realizzare azione 3.1 Temolo ripopolamento del Temolo Studio preliminare per l individuazione dei siti del Parco idonei al ripopolamento e valutazione dell idoneità del T. Mis e del T. Cordevole Relazione intermedia Recupero di pesci da corpi idrici vicini, marcatura e immissione in almeno n. 2 siti sperimentali pilota Monitoraggio delle popolazioni rilasciate per valutare le capacità di adattamento alle condizioni ambientali locali Formulazione di un programma esteso di reintroduzione in funzione dei risultati della sperimentazione preliminare su due siti pilota Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 9
10 TEMPI DI REALIZZAZIONE Le attività sopra indicate devono essere concluse entro 31 ottobre La relazione intermedia prevista ai punti 1.2.2, 2.1 e 3.1 del disciplinare tecnico (quadro sinottico delle azioni previste) dovrà essere consegnata entro il 31 marzo IMPORTO Per le attività sopra descritte l importo posto a base di gara ammonta a ,00 (IVA esclusa). Dual G5:Users:database:Desktop:Disciplinare tecnico.doc 10
ENTE PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNESI
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