LE AREE DELL ITALIA DIALE L TT T A T LE

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1 LE AREE DELL ITALIA DIALETTALE

2 I dialetti italiani o italoromanzi (secondo G. Battista Pellegrini) sono quelli parlati nei territori in cui la lingua guida [o lingua tetto] è l italiano. Dunque, per esempio, non il corso (in Corsica la lingua guida è il francese), né il ladino (che ha come lingua guida in parte l italiano, in parte il tedesco).

3 L Italia può essere divisa in 5 aree dialettali: 1. dialetti settentrionali (gallo-italici e veneti) 2. [friulano] 3. toscano 4. dialetti centromeridionali (mediani, meridionali, meridionali estremi) 5. [sardo] La classificazione va in parte rivista perché friulano e sardo sono considerate minoranze linguistiche dalla legge 482 del 15 dicembre 1999.

4 Quali fenomeni linguistici distinguono i dialetti settentrionali dagli altri? 1. Le consonanti sorde diventano sonore (sonorizzazione) in posizione intervocalica: non si ha ortica ma ortiga, non fratello ma fradello, non capello ma cavello. In alcuni dialetti settentrionali il processo di sonorizzazione può giungere fino al dileguo (caduta della consonante): da ortiga si passa a ortìa

5 2. Le consonanti doppie diventano scempie (scempiamento): non si ha gallina ma galina. 3. Le vocali finali non accentate diverse da a 3. Le vocali finali non accentate diverse da a generalmente cadono (apocope): non si ha cane ma can.

6 DIALETTI GALLOITALICI Sono i dialetti piemontesi, lombardi, liguri, emiliani e romagnoli e vengono chiamati così (gallo-) perché condividono elementi con il francese. Fra i fenomeni più caratteristici si hanno: - le cosiddette vocali turbate ü ed ö (lüna, cör), per influsso dell antica presenza dei Celti; - il passaggio di a accentata ad e (aperta): cantè cantare, sèl sale, sempre per il sostrato celtico, specialmente in piemontese e in romagnolo; - parole come latte, notte (dove -tt- proviene da ctlatino: LACTEM) diventano lait, noit (Piemonte centroccidentale, ligure) oppure lac, noc (Piemonte orientale, Lombardia).

7 DIALETTI VENETI All interno dei dialetti settentrionali quelli veneti si differenziano perché: - non hanno le vocali turbate; - in molti di essi non c è la caduta delle vocali finali; - non si ha né lait né lac, ma late.

8 TOSCANO Il toscano si articola in quattro varietà dialettali: - gruppo pisano-lucchese; - gruppo senese e grossetano; - gruppo aretino-chianaiolo; - fiorentino.

9 Caratteristica dei dialetti toscani è la gorgia toscana : Si tratta dell aspirazione delle occlusive sorde (p, t, k) intervocaliche. Questo fenomeno è diffuso soprattutto nell area fiorentina (altrove si limita alle sole velari sorde. Es.: amiho anziché amico). Alcuni lo riconducono all influenza dell antico etrusco, che aveva consonanti aspirate.

10 Inoltre, sono tipici dei dialetti toscani rispetto agli altri dialetti italiani: il suffisso -aio (da ARIUM latino): ad es. gennaio, fornaio, mentre nei dialetti centromeridionali si hanno Gennaro, fornaro. Il dittongamento di o ed e (provenienti da vocali brevi latine) toniche in sillaba aperta: nuovo, piede, mentre nel resto d Italia si ha novo, pede. (tipica del fiorentino) L anafonesi: e passa ad i, o passa ad u davanti a certe consonanti: fungo invece di fongo, famiglia invece di fameglia. Dal toscano, questi fenomeni sono passati all italiano standard.

11 I DIALETTI CENTRO-MERIDIONALI Sono accomunati dalla presenza della metafonesi (vedi slide successiva). Principali caratteristiche: - la sonorizzazione della t quando è preceduta da n (monte diventa monde); - l assimilazione di nd in nn (quando diventa quanno), attribuita al sostrato osco-umbro; - la posposizione dell aggettivo al nome (soreta tua sorella ).

12 La metafonesi In parole che avevano una i o una u finale in latino, e ed o toniche passano ad i e u. Esempi: dal lat. RŬSSŬ(M) abbiamo anziché rosso russo (russë con vocale indistinta) per metafonesi. Si pensi alla diffusione del cognome Russo al sud. La metafonesi esiste anche nei dialetti settentrionali, ma solo per quanto riguarda e che passa ad i (neri diventa niri). Al nord non esiste metafonesi da u.

13 Una variante della metafonesi è il dittongamento metafonetico Invece che passare a i e u, e ed o toniche si dittongano in ie e uo. Ess.: MĔDICŬ(M) diventa miedico; GRŎSSŬ(M) diventa gruosso. In Calabria esiste il dittongamento metafonetico ma arriva solo fino a una linea Vibo Valentia-Stilo (cfr. Loporcaro 2009).

14 DIALETTI MEDIANI Quest area comprende le Marche e l Umbria centromeridionali, il Lazio centrale. Sono mantenute intatte le vocali atone finali. DIALETTI MERIDIONALI Quest area comprende tutta l Italia meridionale tranne il Salento, la Calabria centro-meridionale e la Sicilia. - Le vocali finali si indeboliscono e diventano indistinte o evanescenti (ë); - è diffuso il betacismo (confusione tra b e v): vocca invece di bocca, che bbuoi anziché che vuoi.

15 DIALETTI MERIDIONALI ESTREMI In Salento, Calabria centromeridionale e Sicilia sono diffusi i seguenti fenomeni: - è presente la consonante cacuminale o - è presente la consonante cacuminale o retroflessa (l apice della lingua si piega all indietro) in parole che nel latino presentavano -LL- o -(S)TR-: CABALLU(M) diventa cavaɖɖu cavallo ; MATREM diventa maʈsi madre. Altri ess.: iɖɖu dal lat. ILLUM, ʈsi dal lat. TRE(S).

16 - L infinito verbale è spesso sostituito da una frase esplicita (es.: voglio dormire diventa vogghiu mu dormu a Catanzaro; a Reggio la congiunzione non è mu ma mi). Probabile l influsso del greco bizantino. Nei dialetti meridionali estremi questa costruzione sintattica è obbligatoria dopo volere, dovere (= avere a ), verbi di moto, predicati aspettuali (cominciare a). Esempi tratti da Facebook (scrivente=studentessa universitaria di Reggio Calabria): Mi scordai mi fazzu u bigliettu; ma pekki tutti i storti, incapaci, imbecilli e ritardati ndannu i mi ncappanu a mmia?!

17 L influsso del greco è chiamato in causa anche per i seguenti fenomeni: - Il passato remoto è usato al posto del passato prossimo (es.: comu dormisti?); - il periodo ipotetico dell irrealtà è realizzato con l imperfetto indicativo (es.: se potevo, venivo). Non ha invece a che fare col greco un fenomeno che si riscontra nei dialetti reggini meridionali: l anteposizione dell aggettivo possessivo ai nomi di parentela (to soru tua sorella anziché soruta). Ciò accade anche nel siciliano (a cui è arrivato dai dialetti settentrionali). Per fenomeni come questi si è parlato di modernità dei dialetti di Sicilia e Calabria reggina.

18 MA IL FENOMENO PIÙ CARATTERIZZANTE È IL SEGUENTE: In posizione tonica, al posto di e chiusa si ha i, al posto di o chiusa si ha u: nivi neve, vuci voce : è il cosiddetto vocalismo siciliano. È presente in tutto il meridione estremo, tranne che nel Salento settentrionale.

19 Dunque in posizione tonica le vocali del sistema siciliano sono 5 (a, ε, i, ɔ, u). In posizione atona (dove non esiste distinzione tra vocali aperte e chiuse) tutte le vocali di timbro e ed o sono sostituite da i e u; pertanto le vocali diventano 3 (a, i, u). Se il vocalismo tonico romanzo si definisce a quattro gradi (vocale centrale a, vocali mediobasse ε ed ɔ, medio-alte e ed o, alte i ed u); il vocalismo siciliano tonico è a tre gradi (voc. centrale, medio-basse, alte), quello siciliano atono a due gradi (voc. centrale, alte).

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