GABBIANELLO-BOSCOTONDO

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1 AREA NATURALE PROTETTA d INTERESSE LOCALE GABBIANELLO-BOSCOTONDO Quaderno didattico REGIONE TOSCANA PROVINCIA DI FIRENZE COMUNE DI BARBERINO DI MUGELLO

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3 E un gioiellino, l oasi di Gabbianello-Boscotondo. Lo dico senza enfasi, e consapevole che il merito di questa realizzazione non è certo né soltanto né principalmente dell amministrazione comunale di Barberino di Mugello, che fin dall inizio ha creduto a questo progetto e lo ha sostenuto con tenacia. Un contributo positivo hanno dato la Regione Toscana tramite il commissario per l invaso di Bilancino,che ha realizzato l Oasi, la Provincia tramite l Assessorato all Ambiente che sostiene i progetti, ma ritengo che la parte determinante sia data dalla competenza tecnico-scientifica e dalla passione dei gestori dell oasi, gli operatori della cooperativa Ischetus. A Gabbianello, tassello dopo tassello sta così sorgendo qualcosa che è più di una semplice area naturale protetta. Sta nascendo, sia pure in miniatura, un parco, dove non solo la natura è preservata e mostrata in maniera ottimale, ma è anche un luogo dove si pratica e si insegna la sostenibilità. Il recupero dell acqua piovana, il risparmio energetico e l uso di energie pulite ed è significativa la vicinanza con la centrale idroelettrica sotto la diga-, fanno dell oasi di Gabbianello-Boscorotondo un tutt uno con il complesso di Bilancino, che offre diversi poli ampiamente fruibili anche sul piano didattico, dallo stesso invaso alla centrale, fino all oasi. Arrivando a Gabbianello davvero si fa un esperienza di naturalità. Non c è niente di artificiale o di forzato nell oasi: il campo-collezione I frutti dei Medici ripropone e preserva numerosissime specie arboree da frutto altrimenti destinate all estinzione, il Giardino delle Farfalle ricrea e mantiene un habitat consueto, messo però a rischio da cemento e inquinamento, lo stagno così come le api e le siepi sono tutti elementi, certo oggi più rari, certo a rischio, della tipica campagna mugellana. A Gabbianello li si ritrovano tutti insieme, ben fruibili, ben osservabili, come un esperienza viva e intensa offerta a tutti i visitatori. A questo insieme abbiamo lavorato e spero per il futuro che tutto ciò si possa consolidare e diventare un punto di riferimento didattico- ambientale per tutto il Mugello. Alberto Lotti Assessore all ambiente del Comune di Barberino di Mugello

4 OASI NATURALISTICA WWF di GABBIANELLO L Oasi di Gabbianello è una area protetta che sorge sulle sponde del Lago di Bilancino, a nord di Firenze, in un contesto ambientale di particolare pregio. Si tratta di un area umida realizzata artificialmente per favorire la sosta e la riproduzione degli uccelli acquatici. Oltre all area umida, dove, grazie a capanni di avvistamento, si possono osservare con facilità molti uccelli tipici degli ambienti umidi, sono presenti alcuni spazi tematici particolarmente interessanti, sia per gli adulti che per le scolaresche. E inoltre presente un Centro Visite attrezzato, un area picnic, un bookshop ed un servizio di affitto mountain bikes. IL CONTESTO AMBIENTALE L Oasi di Gabbianello si trova sulla sponda nord del lago di Bilancino, a ridosso del rilievo appenninico. Si tratta di un area umida inserita nel contesto paesaggistico tipico del Mugello, con alternanza di colture (prevalentemente biologiche) e formazioni boschive, anche con estensione rilevante, come quella che circonda il convento del Bosco ai Frati. Grazie a questa posizione l Oasi è l ambiente ideale per la sosta degli uccelli in migrazione, che, soprattutto quando il tempo è perturbato, si fermano nell area umida dell Oasi. Nelle vicinanze dell Oasi, è possibile vi- Veduta aerea dell Oasi

5 sitare numerose opere architettoniche di grande interesse storico: i castelli medicei del Trebbio e Cafaggiolo, la Villa delle Maschere, la Pieve romanica di S. Giovanni in Petroio, la strada romana Flaminia militare, raggiungibili anche con le mountain bikes disponibili all Oasi. COME È NATA L OASI Durante la realizzazione del Lago di Bilancino ci si accorse che le aree allagate lungo l asta del fiume Sieve richiamavano una quantità crescente di uccelli migratori, alcuni dei quali di grande valore naturalistico. Da qui l idea di realizzare nelle vicinanze del Lago un area umida artificiale, che fosse un punto di sosta per gli animali in migrazione lungo la rotta tirrenica. I lavori si sono conclusi nel 2004 con l inaugurazione di questa nuova area protetta. Con la progressiva perdita di ambienti umidi nel territorio del Mugello, a causa dei grandi lavori e della trasformazioni del territorio, l Oasi di Gabbianello è diventata nel tempo sempre più importante sia in termini di conservazione della biodiversità che in termini didattici, ricreativi, sociali ed educativi. STATUS DI PROTEZIONE L Oasi è un Area Naturale Protetta d Interesse Locale (A.N.P.I.L.) e fa parte del Sistema Regionale delle Aree Protette della Toscana e del Sistema delle Oasi del WWF. Al suo interno vige un regolamento specifico approvato dal Consiglio Comunale di Barberino di Mugello. La supervisione scientifica è affidata al WWF. IL CENTRO VISITE / LABORATORIO DIDATTICO AMBIENTALE Entrando nell Oasi, si trova subito la struttura del Centro Visite, attrezzata con pannelli tematici dove vengono accolti i visitatori. Qui le Guide propongono una videoproiezione introduttiva alla visita. I visitatori possono trovare Il castello mediceo del Trebbio Attività didattiche nel centro visite

6 binocoli e cannocchiali per l osservazione degli animali. E presente inoltre un piccolo bookshop con interessanti pubblicazioni di carattere naturalistico e libri per bambini, dove è anche possibile acquistare piccoli oggetti artigianali. Per gli sportivi sono disponibili mountain bikes, per piacevoli escursioni nei dintorni dell Oasi (si forniscono anche cartine dei percorsi). Il Centro Visite rappresenta anche un importante spazio educativo dove si svolgono approfondimenti tematici in campo ambientale, corsi di formazione e laboratori didattici con le scuole. PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Ischetus Società Cooperativa a.r.l. Viale Ugo Bassi, 6/r Firenze Tel. e fax info@ischetus.com Il cellulare dell Oasi: COSA SI PUÒ OSSERVARE ALL OASI DI GABBIANELLO L Oasi di Gabbianello propone diversi spazi tematici ognuno dei quali offre motivo di interesse diverso. Sono presenti pannelli tematici esplicativi che introducono il visitatore alla scoperta dei singoli spazi tematici. L area umida L area umida consiste in un ampio stagno (8 ettari) e rappresenta il cuore dell Oasi. Qui si possono osservare con relativa facilità molti uccelli, anche di grande interesse naturalistico, come aironi, anatre selvatiche, limicoli, rapaci, etc. Un percorso pianeggiante conduce ai capanni attrezzati dai quali è possibile osservare e fotografare gli animali senza disturbarli. Il percorso ed i capanni sono dotati di pannelli illustrativi. Dal 2006 una parte del percorso è stata resa fruibile anche ai diversamente abili motori e attrezzato con piccole aree di sosta e bacheche. L Oasi dispone di una carroz- Percorsi all interno dell Oasi Fenicotteri rosa

7 zina elettrica per effettuare con facilità la visita lungo questo percorso. Il Giardino delle farfalle Si tratta di uno spazio caratterizzato da piante appetite dai Lepidotteri e microambienti che ne favoriscono la sosta e la riproduzione, in cui è possibile osservare, fotografare e studiare le farfalle nelle varie fasi di sviluppo. Lo Stagno didattico Uno stagno artificiale attraversato da un pontile in legno che permette di osservare, facilmente, gli animali che abitano in questo ecosistema e la vegetazione igrofila tipica delle zone umide della Toscana. Il Campo collezione Frutti dei Medici E un frutteto realizzato per permettere la conservazione di antiche varietà di piante da frutto del Mugello (oltre 50 varietà), selezionate e coltivate fin dal tempo dei Medici ed ora a rischio estinzione. L Oasi sostenibile Un modello di sostenibilità ambientale che si sviluppa nel Centro Visite e non solo, grazie all uso di sistemi specifici per il risparmio idrico ed energetico. Il mondo delle api All interno dell area umida sono state posizionate alcune arnie, visibili da un punto di osservazione posto lungo il percorso natura. LE PROPOSTE DELL OASI L Oasi offre motivo di interesse sia ad appassionati di fauna selvatica che a famiglie desiderose di passare una giornata in un contesto paesaggistico rilassante. Sono previste visite autonome (a piedi ed in bicicletta), visite guidate (anche su prenotazione) esperienze didattiche e proposte turistiche. Esperienze didattiche Le proposte di educazione ambientale sono rivolte alle Scuole Elementari, Me- Inizio del percorso multisensoriale Area picnic

8 Zona umida L area, realizzata artificialmente durante il completamento della sistemazione delle sponde del Lago, assolve la funzione di rifugio per le specie di uccelli (migratorie e non) legate alle zone umide. Alcuni capanni di avvistamento, disposti lungo il percorso di visita, permettono a tutti di osservare con facilità gli animali. Stagno didattico Un piccolo stagno realizzato recentemente per ospitare specie vegetali acquatiche tipiche delle aree umide della Toscana settentrionale. Una passerella permette di osservare le piante acquatiche e gli anfibi presenti nello stagno. Capanno delle Api Presso l Oasi si produce un ottimo miele e altri prodotti apistici utilizzando il metodo biologico. Da una piccola finestra è possibile osservare in sicurezza gli alveari e imparare le tecniche apistiche. Percorso multisensoriale Lungo il percorso, accessibile a tutti, che conduce ad un capanno di avvistamento, sono presenti due aree di sosta circondate da piante aromatiche e sussidi didattici per stimolare tutti i sensi dei visitatori. Campo Collezione Antichi Frutti dei Medici Il campo raccoglie più di 50 varietà diverse di antiche cultivar da frutto, recuperate negli anni sul territorio del Mugello. Queste antiche varietà, selezionate fin dal tempo dei Medici, sono a rischio di estinzione per le trasformazioni del territorio. Sono qui innestate su giovani portainnesti. Centro Visite La struttura ospita adulti e scolaresche in visita all Oasi. Vengono organizzati laboratori didattici, corsi di formazione e iniziative tematiche per adulti. È presente un bookshop con materiale didattico, informativo e divulgativo. Giardino delle Farfalle Sono state disposte piante e creati ambienti particolarmente attrattivi per molte specie di farfalle, sia nella fase di bruco che nella fase adulta, con fioriture molto appetite da entrambi gli stadi. Planimetria schematica dell Oasi

9 Capanno d avvistamento (1, 2, 3, 4, 5) 4 Percorso 5 3 lago di Bilancino 2 1 Strada provinciale 37

10 APERTURA AL PUBBLICO L oasi è aperta al pubblico il sabato e la domenica da marzo a giugno e a settembre, e solo la domenica da ottobre a febbraio. Chiusura estiva nei mesi di luglio e agosto. Orario: (ora solare); (ora legale). Visite guidate per scolaresche e gruppi: infrasettimanali su appuntamento. Informazioni aggiornate sul calendario e costo del biglietto su: die Inferiori e Superiori. Si articolano in itinerari didattici giornalieri o laboratori didattici. Attraverso moduli di approfondimento interattivi e multidisciplinari, attività di laboratorio ed esperienze pratiche, l Oasi diviene area per la sperimentazione, i giochi e le attività di gruppo. L Oasi fa parte della Rete dei Laboratori di Educazione Ambientale della Provincia di Firenze. Il programma dei laboratori è disponibile su Presso l Oasi vengono anche organizzati corsi di formazione ed altre attività educative. Turismo ambientale L Oasi è il punto di partenza di escursioni a piedi e in mountain bike alla scoperta delle meraviglie storiche, naturalistiche e paesaggistiche di questo angolo della Toscana. Vengono affittate mountain bikes e si forniscono cartine con indicazioni dei percorsi ciclabili. Eventi e Iniziative Ogni anno vengono organizzate iniziative specifiche come la Giornata delle Oasi WWF o la Festa di fine estate. A settembre vengono organizzate per i ragazzi tra i 6 ed i 13 anni le Settimane dei Piccoli Naturalisti!. Il programma delle iniziative su: Attività in riva al lago Visita alla stalla biologica

11 l AREA UMIDA dell OASI HABITAT L area umida dell Oasi di Gabbianello si estende su una superficie complessiva di 8 ettari. Lo specchio d acqua si mantiene più o meno costante con una profondità che varia tra 0 e 150 cm, ideale per molte specie di uccelli acquatici. Le specie che prediligono acque profonde, come molte specie di anatre, non si fermano all Oasi, ma nell insenatura del vicino lago di Bilancino. Le acque libere (chiari) sono circondate da una ricca vegetazione palustre e da un argine di protezione con sponde degradanti, consolidato con salici, vegetazione erbacea e arbustiva. L area umida è arricchita da diversi isolotti coperti da canneti e arbusti che contribuiscono a diversificare l ambiente disponibile per gli animali. FLORA Nella zona umida sono rappresentati tutti gli ambienti tipici: il canneto, i prati umidi e il bosco igrofilo. Il canneto: si trova al bordo della zona umida ed è soggetto a sommersioni stagionali. La Canna di palude (Phragmites australis) domina le sponde, garantendo rifugio e siti per la nidificazione a numerosi uccelli come la Cannaiola, il Cannareccione e il Tarabusino. Altre specie palustri presenti sono le tife (Typha latifolia, Typha angustifolia), i giunchi (fra cui Juncus effusus e Juncus inflexus), i carici (Carex spp.) e specie arbustive come i salici (Salix spp.). Nelle acque si diffondono specie acquatiche sommerse o galleggianti, fonte di cibo per molti uccelli acquatici. Tra queste troviamo le brasche (Pota- Fenicotteri rosa

12 mogeton nodosus, Potamogeton lucens e il raro Potamogeton trichoides), il Ceratofillo (Ceratophyllum demersum) ed i ranuncoli acquatici (Ranunculus spp.). I prati umidi: circondano l area allagata e sono soggetti ad allagamenti periodici, anche a causa della ridotta capacità drenante dell argilla che caratterizza questi suoli. In tali occasioni anche questi ambienti diventano molto interessanti per l avifauna. Fra le specie più rilevanti si ricordano la Menta acquatica (Mentha aquatica) e la Giunchina comune (Eleocharis palustris). Il bosco igrofilo (in rifacimento): si trova a nord dell area protetta, è formato da piante giovani tipiche di ambienti umidi, come Pioppo bianco (Populus alba), Ontano nero (Alnus glutinosa), Farnia (Quercus robur), e Salice bianco (Salix alba). FAUNA Il principale richiamo faunistico dell Oasi sono gli Uccelli. Infatti la presenza di zone periodicamente allagate, del canneto, dei prati umidi e la copertura vegetale garantiscono habitat idonei per specie stanziali, di passo, svernanti o nidificanti. L Oasi, per la sua posizione geografica particolarmente favorevole (lungo la rotta migratoria tirrenica) è già divenuta punto di sosta di numerosi uccelli di grande interesse, che hanno trovato in questa nuova area umida una valida alternativa alle aree umide, frequentate in passato ed oggi purtroppo scomparse. I momenti migliori dell anno per osservare gli uccelli sono durante la stagione di passo (autunno e primavera), soprattutto in concomitanza con fasi di tempo perturbato. In questi casi gli uccelli si fermano prima di varcare l Appennino (nel caso della migrazione primaverile) o subito dopo averlo varcato (migrazione autunnale). Tra le specie stanziali, che si riproducono all Oasi e che si possono osservare tutto l anno, troviamo la Folaga, il Tuffetto, lo Svasso, il Tarabusino, il Germano reale, la Gallinella d acqua, e molti Ardeidi, come l Airone cinerino, il Tarabusino, la Sgarza Ciuffetto, la Garzetta, per citarne alcuni. 10 Airone rosso Mestolone

13 Anche una coppia di Cigni reali si è stabilizzata nell Oasi, dove si riproduce ogni anno. Oltre queste si possono osservare all Oasi molte altre specie, che utilizzano l area in stagioni diverse e che per questo sono denominate estivanti, svernanti, di passo. Tra le specie svernanti, ossia che scendono dai paesi del nord Europa per popolare nei mesi invernali le acque dell Oasi vi sono molte anatre di superficie (Fischione, Alzavola, Canapiglia, Mestolone, Codone) e tuffatrici (Moretta, Moriglione, Fistione turco, Quattrocchi) richiamate dal nutrimento presente come vegetali, insetti o piccoli pesci e dal canneto come area di rifugio. Nei periodi di passo l area umida ospita altre specie di rilievo quali il Fenicottero rosa, la Cicogna bianca, la Gru e la Spatola; anatidi, dalla Canapiglia alla Moretta, ardeidi quali l Airone rosso, il Tarabuso, e limicoli, come Beccaccino, Piro piro boschereccio, Avocetta, Pettegola e Cavaliere d Italia. Ogni specie trova rifugio e alimentazione in un ambiente particolare; nel canneto ad esempio trovano rifugio Passeriformi come il Cannareccione e la Cannaiola e Ardeidi come il Tarabusino ed il raro Tarabuso. I prati umidi e le sponde dell area umida con poca acqua rappresentano un habitat ideale per i limicoli, che usano il lungo e sottile becco per cercare nel limo gli invertebrati di cui si nutrono (tra questi il Beccaccino, il Cavaliere d Italia, la Pittima reale, l Albastrello, il Combattente, la Pantana, la Pettegola, il Piro piro). Nei chiari si osservano invece molte specie di anatre, oltre a trampolieri come i Fenicotteri, le Spatole e alcuni ardeidi. Un attenta osservazione del cielo ci permetterà, inoltre, di ammirare uccelli rapaci stanziali o di passo come Gheppio, Poiana, Falco di palude, Lodolaio e Albanella reale. Il Falco pellegrino utilizza come posatoio ormai abituale l antenna antistante l Oasi. Anche il raro Falco pe- Spatole Cavaliere d Italia 11

14 scatore sverna presso l area protetta e viene spesso osservato a caccia di pesci nelle acque dell Oasi e del lago. La presenza di numerose specie nidificanti è segno di condizioni ambientali ottimali. Tra le specie nidificanti è possibile ammirare oltre al Germano reale, il Cigno reale, la Folaga e la Gallinella d acqua anche il Tuffetto, lo Svasso minore e lo Svasso maggiore, con la tipica parata nuziale. Molto importante la presenza di due garzaie, siti di nidificazione di ardeidi, vicino all Oasi. Qui da qualche anno si osserva la riproduzione di Aironi cinerini, Garzette, Nitticore, Guardabuoi, Sgarze Ciuffetto. Infine si osservano facilmente i Cormorani che usano come dormitorio comune il bosco antistante l Oasi. Una nota particolare per il Fenicottero rosa che ha iniziato a frequentare qualche anno fa l Oasi di Gabbianello come area di riposo e pastura nel corso della migrazione autunnale. Dapprima gli avvistamenti riguardavano pochi animali, poi gruppi sempre più numerosi (fino a oltre 70 animali), osservati prevalentemente alla fine dell estate e in pieno inverno. Dall esame degli anelli presenti alle zampe degli animali, emerge che alcuni sono di provenienza italiana (inanellati nell area del Delta del Po) mentre altri provengano dalla Francia (foce del Rodano) e dalla Turchia (provincia di Izmir). Oltre agli Uccelli, i numerosi habitat dell Oasi ospitano anche altri animali. Le zone umide sono popolate da Anfibi (Rana verde, Raganella, Rana dalmatina, Rospo comune, Tritone crestato), mentre le acque libere sono popolate da Pesci, quali il Vairone, la Carpa, il Cavedano ed il Luccio e specie aliene quali il Persico sole ed il Black Bass. Tra i Rettili sono presenti specie quali Ramarro, Lucertola, Biacco e Biscia dal collare e l aliena Tartaruga dalle guance rosse. I Mammiferi che vivono nell Oasi o che la frequentano come area di caccia, rifugio o di semplice passo sono Volpi, Caprioli, Cinghiali, Lepri, e specie introdotte come le Minilepri. Recentemente è stato osservato anche il Lupo a caccia di cinghiali, proprio vicino al lago, probabilmente sceso dal crinale appenninico. Lo specchio d acqua circondato da can- 12 Fenicotteri in migrazione Raganella

15 neto richiama poi altri mammiferi come il Riccio, il Toporagno, il Topo selvatico e la Nutria, un altra specie introdotta, che crea notevoli danni alla vegetazione. Con un po di attenzione, nei pressi dell acqua o sulle essenze odorose, si osservano facilmente numerosi Insetti: Lepidotteri quali Macaone, Cavolaia, Cedronella e Vanessa; libellule e damigelle; coleotteri acquatici e gerridi. CHE COS È UNA ZONA UMIDA? Gli ambienti umidi d importanza internazionale sono protetti dalla Convenzione Internazionale di Ramsar del 1971 che definisce le aree umide come specchi d acqua, permanenti o temporanei, con acqua ferma o corrente, dolce, salmastra o salata ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri. Un area umida è un ambiente complesso, caratterizzato da alta biodiversità vegetale ed animale ed estremamente ricco e produttivo in termini di biomasse rispetto ad altri ambienti. La Convenzione di Ramsar riconosce l importanza internazionale delle zone umide proprio per la migrazione degli uccelli. Queste aree erano state ritenute a lungo negative e malsane e soggette ad estesi interventi di bonifica, fino a ridursi dell 80% nel bacino del Mediterraneo. Negli ultimi decenni la loro importanza a livello internazionale è stata rivalutata e sono state messe in atto strategie di conservazione, gestione e ricostituzione delle aree umide per limitare il rischio di scomparsa e degrado. Il territorio del Mugello, un tempo ricco di aree umide naturali, ha subito negli anni un forte impoverimento di queste aree, a causa di bonifiche e trasformazione del suolo a fini economici e produttivi. L Oasi di Gabbianello rappresenta il tentativo di ripristinare a livello locale ambienti ormai scomparsi. CHE COS È LA MIGRAZIONE? Per sfuggire a stagioni particolarmente fredde e sfavorevoli, gli uccelli intraprendono ogni anno viaggi molto impegnativi, percorrendo lunghi tragitti alla ricerca di condizioni ambientali migliori. Terminata Cinghiali Pavoncella 13

16 L AREA UMIDA COME ESPERIENZA DIDATTICA Le proposte di educazione ambientale dell area umida si articolano in itinerari didattici giornalieri e laboratori didattici. L itinerario standard dura un paio d ore e prevede una presentazione multimediale presso il Centro Visite per informare i giovani sull importanza delle zone umide e, in particolare, sul ruolo ecologico dell Oasi in Mugello. Segue poi la visita vera e propria all area umida fino agli osservatori lungo il percorso di visita dove è possibile ammirare l ambiente stagno e i suoi numerosi popolamenti di flora e fauna. Vengono forniti i binocoli a tutti i partecipanti ed un cannocchiale per gruppo. La visita può comprendere approfondimenti tematici e variare quindi nella durata e può estendersi con escursioni volte a conoscere le ricchezze del territorio circostante, dalla stalla biologica alla diga e al Lago di Bilancino. - I laboratori didattici si articolano in 4 incontri di cui 1-2 uscite sul territorio. Gli argomenti trattati riguardano le seguenti tematiche: la biodiversità; le aree umide; la qualità dei corsi d acqua; l acqua in Mugello; l osservazione degli uccelli. la stagione fredda, la migrazione primaverile permette loro di tornare nel luogo d origine ove riprodursi. Secondo le attuali teorie sulla migrazione, solo una parte degli uccelli migra seguendo rotte ben determinate. Sono ormai comprovate le grandi capacità di orientamento e di memoria degli uccelli per trovare le zone migliori da attraversare nel corso dei loro viaggi. Nella maggior parte dei casi la migrazione avviene lungo una direzione principale, dove abbondino aree idonee per il riposo e l alimentazione e siano scarsi ostacoli da attraversare come monti o grandi distese di acqua. Di anno in anno, le modificazioni del paesaggio e la presenza umana possono comportare variazioni enormi nelle rotte scelte dagli uccelli nel corso del loro viaggio migratorio, perciò non è detto che specie presenti in una determinata area come svernanti, nidificanti o di passo, ricompaiano anche l anno successivo, soprattutto se si tratta di specie poco comuni nel nostro paese. La presenza di ambienti protetti ed ecologicamente favorevoli che garantiscano anno dopo anno fonti alimentari e siti idonei al riposo, al rifugio e alla nidificazione, rappresenta un punto irrinunciabile per poter ospitare specie migratrici nel nostro territorio. 14

17 il GIARDINO delle FARFALLE PERCHÉ REALIZZARE UN GIARDINO PER LE FARFALLE A partire dal 1960 ci si accorse del graduale declino delle popolazioni di farfalle diurne, dovuto a variazioni ambientali provocate dalle attività umane: il massiccio uso di insetticidi, l uso di diserbanti con gravi conseguenze per la presenza di fiori spontanei e piante nutrici, il prosciugamento di molte zone umide, la meccanizzazione delle attività agricole e quindi la scomparsa delle siepi e, infine, gli interventi di cementificazione responsabili della contrazione del territorio naturale. Ampie estensioni del nostro territorio rappresentano ormai per le farfalle ambienti inospitali e privi di cibo, rifugi e aree per la riproduzione. Con la finalità di far conoscere meglio l affascinante mondo dei Lepidotteri a Gabbianello è stata creata un area denominata giardino delle farfalle, che offre un ambiente ricco di piante, acqua e riparo in grado di richiamare diverse specie di farfalle e di insetti impollinatori, che qui possono nutrirsi, riprodursi e sostare durante le migrazioni. Il giardino diventa così anche ponte di connessione con altre aree naturali e una zona di vitale importanza per la sopravvivenza delle farfalle stesse. Il giardino è anche un luogo ideale per molte osservazioni naturalistiche sugli insetti e altri invertebrati. COME SI SVILUPPA IL GIARDINO Un comodo percorso si snoda all interno del giardino e permette ai visitatori di osservare tutte le diverse aree, accuratamente create per garantire alle farfalle un ambiente idoneo. Area esterna con bordatura a siepe alta: il giardino è bordato esternamente da specie vegetali che creano un ade- Il giardino delle farfalle 15

18 guata protezione, come il Biancospino, il Prugnolo, il Ligustro, il Viburno, il Sanguinello e il Lillà. Esse rappresentano inoltre piante nutrici e luoghi di rifugio per le farfalle. Area dedicata alle piante aromatiche: all interno del giardino è possibile osservare specie aromatiche, particolarmente ricercate dalle farfalle sia allo stadio larvale che adulto: Origano, Timo, Lavanda, Issopo, Santoreggia, varie specie di Menta, Nepitella, Salvia pratense, Salvia sclarea, Ruta e Finocchio selvatico. Area a siepi interne: oltre alle piante strettamente aromatiche, sono presenti siepi ricche di specie vegetali appetite dai lepidotteri e altri insetti impollinatori. Di particolare rilievo è la Buddleja daviddi, nota anche come arbusto delle farfalle. Ritroviamo inoltre Viburno, Lantana, Astri settembrini, Agnocasto, Fusaggine, Verbena, Salicaria, Scutellaria comune, Erba sega comune. Area a prato: ambiente molto ricercato dalle farfalle, in quanto assolato e ricco di fiori. Area umida: sono state realizzate due pozze contenenti terreno frammisto a sabbia, da mantenere costantemente umide perché particolarmente gradite alle farfalle che potranno così suggere acqua e sali minerali. Muri a secco: muretti a secco e mucchi di sassi rappresentano un ambiente particolarmente gradito ad alcune specie di farfalle. Tutta la zona è stata chiusa da una recinzione per impedire l ingresso di specie come i cinghiali e le minilepri. RUOLO ECOLOGICO DELLE PIANTE Le piante del giardino delle farfalle si possono distinguere in tre tipologie, a seconda del ruolo ecologico che svolgono. Piante nutrici dei bruchi: per ospitare le larve sono necessarie piante che siano per loro commestibili: molto gradite sono per esempio il Prugnolo, la Ruta e il Finocchio selvatico. 16 Icaro (Polyommatus icarus) Cedronella (Gonepteryx rhamni)

19 Piante per ospitare le crisalidi: un piccolo albero o un grosso cespuglio possono essere utili a proteggere le crisalidi durante il delicato periodo di evoluzione in farfalle. Piante ricche di nettare per le farfalle: le farfalle prediligono siepi miste con specie sempreverdi, utili per svernare, come Ligustro, Viburno e Lillà, e specie ricche di nettare, atte ad assicurare alla farfalla adulta fonti di nutrimento, come Buddleia, Lantana e Veronica. COSA POSSIAMO OSSERVARE NEL GIARDINO DELLE FARFALLE Nel giardino si possono osservare i vari stadi di crescita dei Lepidotteri: dal bruco alla crisalide fino all individuo adulto. Tra le specie in visita o insediate stabilmente nel giardino, ritroviamo il Macaone (Papilio machaon), le Cedronelle (Gonepteryx ramni e Gonepteryx Cleopatra), le Vanesse (Vanessa atalanta e Inachis io), la Bruna dei prati (Maniola jurtina), la Macchia del bosco (Pararge aegeria), la Bruna dei muri (Lasiommata megera), la Pavonaia maggiore (Saturnia pyri), la Arzia caia (Arctia caja) e la Falena tigrata (Euplagia quadripunctaria). DOVE VIVONO LE FARFALLE Le farfalle amano vivere in ambienti a clima mite, aperti, ricchi di sole e abitati da numerose piante odorose e fiori colorati e profumati. È infatti facile osservare le farfalle in prati, boschi e giardini cittadini. Nel corso dell inverno le farfalle vanno in letargo o ricercano luoghi più caldi. COME SONO FATTE LE FARFALLE Come tutti gli insetti, le farfalle hanno il corpo diviso in tre parti: capo, torace e addome. Sul capo troviamo gli occhi, le antenne e l apparato boccale, le cui mascelle, nei Lepidotteri, sono trasformate in un efficiente tubo di suzione (spiritromba o proboscide). Il torace comprende tre segmenti: protorace, mesotorace e metatorace, ognuno dei quali porta un paio di zampe e gli ultimi due, un paio di ali. Queste si presentano Buddleja daviddi Tabacco di Spagna (Argynnis paphia) 17

20 come ampie lamine rivestite da microscopiche squame. Le ali anteriori hanno una forma triangolare, le posteriori sono più arrotondate. In ogni caso si distingue sempre un margine costale, uno esterno e uno interno. La lamina alare viene suddivisa in alcune regioni che, a partire dall inserzione, sono denominate basale, discale, postdiscale, submarginale e marginale. FARFALLA O FALENA? Nella famiglia dei Lepidotteri si distinguono le farfalle propriamente dette, che sono attive di giorno (farfalle diurne), e le falene, che vivono prevalentemente di notte (farfalle notturne). Le farfalle diurne si notano in primavera e in estate e sono caratterizzate da colori vivaci e da antenne con apice clavato. Succhiano il nettare dei fiori con una proboscide e quando si riposano chiudono le ali. Le farfalle notturne si osservano nelle notti di primavera, estate e inizio autunno, di solito hanno colori smorti e antenne non clavate. Ricercano e succhiano i fiori delle piante che profumano di notte. Quando riposano tengono le ali aperte. COME OSSERVARLE Le farfalle diurne sono molto attive nelle ore centrali del giorno, quando si nutrono fra le piante fiorite o quando bevono presso le pozze d acqua. Per osservarle da vicino è bene evitare movimenti bruschi e abiti molto chiari. Con le falene conviene sfruttare fonti di luce da cui sono attratte durante la notte. LE MIGRAZIONI DELLE FARFALLE Alcune specie di farfalle compiono vere IL CICLO VITALE: DAL BRUCO ALLA FARFALLA Una farfalla durante la propria vita subisce notevoli trasformazioni: 1) la farfalla adulta depone le uova, di solito sotto una foglia o su un tronco; 2) dentro l uovo si forma il bruco. Quando il bruco è pronto, rosicchia l uovo ed esce. Il bruco si nutre di grandi quantità di piante, crescendo e cambiando 4-5 volte il proprio rivestimento (mute); 3) il bruco ormai cresciuto, smette di mangiare, si attacca ad un ramo e fa il bozzolo, trasformandosi in crisalide (pupa); 4) dopo alcune settimane la crisalide si apre ed esce la farfalla, con ali deboli e umide. La farfalla si asciuga al sole e si nutre, succhiando il nettare dei fiori. La farfalla adulta vive da qualche giorno a poche settimane. Le specie che svernano allo stadio adulto vivono anche alcuni mesi, sebbene in gran parte allo stato latente. 18 Bruna dei muri (Lasiommata megera)

21 e proprie migrazioni secondo delle rotte prestabilite, proprio come gli uccelli. Un esempio è la Vanessa del cardo (Vanessa cardui). In primavera migliaia di esemplari lasciano le aree di riproduzione a nord del Sahara, attraversano il Mediterraneo e si distribuiscono in tutta Europa. Qui si riproducono e, dopo poco, muoiono. In autunno, una parte degli individui nati in estate percorre il tragitto inverso; i rimanenti svernano come adulti e se riescono a sopravvivere ai rigori della cattiva stagione ricompaiono la primavera successiva. Altre comuni specie migratrici sono l Antiopa (Nymphalis antiopa), la Vanessa atalanta (Vanessa atalanta), la Vanessa dell ortica (Aglais urticae) e la Cavolaia maggiore (Pieris brassicae). COME FANNO LE FARFALLE A SFUG- GIRE AI PREDATORI? Predatori quali ragni, serpenti o rane, vengono messi a dura prova dalle fantastiche strategie difensive dei Lepidotteri: Durante gli stadi giovanili bruchi e pupe mettono in atto particolari accorgimenti: livrea d avvertimento che informa i predatori del sapore sgradevole (es. bruco Abraxas grossulariata) o della presenza di spine (es. bruco del genere Sibine); imitazione di rami (es. bruco di Selene tetralunaria) o foglie (es. bruco di Castalius rosimon); imitazione di predatori, come lo scorpione (es. bruco di Stauropus fagi); imitazione di frutti (es. pupa del genere Morpho) o di foglie (es. pupa di Caligo beltrao); Anche da adulte, le farfalle ricorrono a imitazioni o mimetismi incredibili: mimetismo con l ambiente circostante, corteccia o foglie (es. Gonepteryx ramni, Kallima inachus); macchie ocellate colorate sulle ali aperte che imitano gli occhi di un predatore (es. Inachis io); esibizione di colori vivaci atti a segnalare il sapore sgradevole o la tossicità (es. Monarche, Caie, Zigene). Accoppiamento di libellule Vanessa io (Inachis io) 19

22 IL GIARDINO DELLE FARFALLE COME ESPERIENZA DIDATTIC A Il giardino delle farfalle permette di fare osservazioni naturalistiche, conoscere le farfalle più comuni e osservare così alcuni aspetti della loro vita. Il laboratorio didattico si sviluppa in più incontri in classe durante i quali si impara a conoscere meglio la vita e il mondo delle farfalle, ad allevare i bruchi in classe e si leggono e raccolgono testi, poesie e leggende sulle farfalle. Segue la visita al giardino delle farfalle durante la quale si osservano gli ambienti amati da questi insetti, si diventa cacciatori di farfalle con taccuino, lente d ingrandimento e macchina fotografica, si prova a disegnarle, a osservarne il comportamento, a ricercare i lepidotteri nelle diversi fase di crescita (bruco, crisalide, farfalla adulta) e a individuarne le strategie di difesa. Ad ogni classe che partecipa all iniziativa viene consegnata una dispensa didattica con informazioni generali sulle farfalle, e schede tecniche di approfondimento di alcune specie. 20

23 CAMPO COLLEZIONE i FRUTTI dei MEDICI COSA SONO LE ANTICHE VARIETÀ Nei secoli passati gli agricoltori hanno selezionato, coltivato e custodito varietà di piante da frutto scelte per la loro resistenza al clima e all ambiente locale, la loro frugalità e la loro fruttificazione scalare nelle stagioni, che permetteva di poter mangiare frutta per quasi tutto l anno. Molte antiche varietà di piante da frutto, come la mela renetta, la mela francesca, la pera moscatella, la pera giugnola, la pera gentile, la ciliegia turca e il fico sampiero, erano coltivate nei poderi delle Ville medicee e consumate sulle loro tavole. Alcune di queste varietà, che si possono osservare nelle tele di Bartolomeo Bimbi, illustratore vissuto alla corte dei Medici tra il 600 ed il 700, si pensavano estinte, ma sono state recentemente riscoperte da Ischetus scrl presso vecchi poderi del Mugello, quindi propagate e ora custodite in questa collezione. ANTICHE CULTIVAR: UN PO DI STORIA Fino a qualche generazione fa, in ogni podere, orto o giardino della Toscana era facile trovare diverse varietà di piante da frutto, chiamate con nomi singolari e legate ognuna a storie particolari che si perdono nella notte dei tempi. Nel corso delle generazioni i coltivatori hanno selezionato le piante in base alla loro adattabilità a situazioni ambientali diverse ed alla capacità di resistere alle malattie. Da alcuni anni, con l arrivo sul mercato mondiale delle varietà moderne, la meccanizzazione dei frutteti e l abbandono Mela Nesta 21

24 generale delle campagne e delle tradizioni contadine, queste varietà rischiano di estinguersi rapidamente e, con loro, rischia di scomparire non solo il loro gusto, talvolta insolito, ma anche la storia e le tradizioni ad esse legate. ALCUNE PROPRIETÀ DELLE ANTI- CHE VARIETÀ DA FRUTTO In termini nutrizionali il valore della frutta prodotta da queste piante antiche, suscita particolare interesse. Basta pensare che un kg di mele Calvilla bianca (varietà antica europea) contiene una quantità di Vitamina C quattro volte superiore a quella presente in un kg di mele Golden (varietà americana moderna). È bene ricordare che la presenza delle pectine e dei tannini, dell acido malico e ossalacetico, rendono la vitamina C presente nelle mele, nelle pere e nelle susine più efficace di quella presente negli agrumi e conferiscono, inoltre, a questi frutti un alto valore terapeutico nelle patologie intestinali. ATTUALE STATO DI CONSERVAZIO- NE E NORMATIVE PER IL RECUPERO Con le leggi regionali (LR 50/97 e 64/04), finalizzate alla tutela delle risorse genetiche locali, sta rinascendo oggi un interesse verso le antiche varietà locali resistenti e capaci di produrre frutta per il consumo fresco e per periodi prolungati. Nonostante ciò, il rischio della loro scomparsa è tuttora molto alto, e le azioni di recupero e di propagazione sono spesso legate ad appassionati collezionisti, a vivaisti illuminati, o alla cura di anziani contadini. PROGETTI PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEI FRUTTI AN- TICHI Fin dal 1999 la Società Cooperativa Ischetus si occupa del recupero e della valorizzazione di antiche varietà di piante da frutto tipiche del territorio del Mugello, della Val di Sieve e della Montagna Fiorentina. Tale progetto è proseguito fino ad oggi grazie ai finanziamenti della Comunità Montana Mugello, del Comune di Firenzuola, di Leader II, della Comunità Montana Montagna Fiorentina, 22 Mela Ciambella Fiori di Pero

25 dell A.R.S.I.A., e con la collaborazione del C.N.R. e del Liceo Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo e di altri soggetti. Complessivamente sono state individuate e georeferite più di 500 piante per un totale di 120 varietà antiche. Grazie ad un finanziamento della Provincia di Firenze e del Comune di Barberino nella primavera 2007 è stato realizzato il campo collezione di antichi frutti presso l Oasi di Gabbianello. La realizzazione di un campo collezione in situ permette il recupero e la conservazione di numerose varietà e favorisce, allo stesso tempo, la propagazione delle stesse e la loro diffusione nel territorio mugellano. IL CAMPO COLLEZIONE Il frutteto presenta un estensione di 400 mq accorpati, più alcuni filari isolati, e raccoglie circa 50 varietà tipiche del Mugello, dell Alto Mugello e della Val di Sieve. Per la moltiplicazione vegetativa delle piante viene usato l innesto, una pratica agronomica che consiste nel saldare una parte della varietà prescelta su una pianta della stessa specie o di specie affini già adattata al terreno e all ambiente (portainnesto). I tipi principali di innesto praticati sono due: a gemma (anche detto ad occhio ) e a marza. Nel primo caso si inserisce nel portainnesto una gemma della pianta prescelta. Nel secondo caso si inserisce nel portainnesto una porzione di rametto della pianta prescelta che può essere applicato a spacco, a corona o a sella. I portainnesti usati all Oasi sono pero franco, cotogni, melo franco, mirabolani, ciliegi franchi. L innesto viene praticato per avere la certezza di propagazione della varietà pura e per facilitare la riproduzione di specie e varietà con problemi di radicamento o crescita lenta, fornendo loro un portainnesto vigoroso con un apparato radicale adatto all ambiente e alle caratteristiche del terreno. Un impianto di irrigazione a goccia garantisce alla pianta un apporto di acqua e umidità costante nel tempo, senza stress idrici e con risparmio d acqua. Preparazione per innesto Pera Coscia di Donna 23

26 IL CAMPO COLLEZIONE COME ESPERIENZA DIDATTICA Un sentiero didattico permette di visitare parte del campo collezione. Qui sono osservabili piante quali corniolo, nespolo, giuggiolo, ciliegio turco, melo cotogno, melo renetta, melo nesta, melo francesca, melo carvè, pero cotogno, pero volpino, pero gentile, pero cocomero, pero moscatello, pero giugnolo, fico pittontoni, fico sanpiero. Il percorso interamente dedicato alle piante da frutto e, in particolare, alle antiche varietà un tempo diffuse in Mugello e Valdisieve, è un occasione per apprezzarne il valore attraverso esperienze pratiche e giochi sensoriali, utili a stimolare le capacità tattili, odorose e gustative dei ragazzi. Il percorso didattico si sviluppa attraverso incontri in classe e uscite. In classe con l aiuto di una presentazione con video proiettore verranno trattate varie tematiche sulle piante da frutto e l alimentazione: cenni storici sulle antiche cultivar e loro caratteristiche, vita e tradizioni del mondo contadino del passato, la stagionalità delle piante da frutto per scoprire dove, in quale periodo e come si coltivano, qualità dei prodotti freschi, di stagione e biologici, educazione a una sana alimentazione. Durante le uscite all Oasi si visiterà il campo collezione I frutti dei Medici, verranno individuate le caratteristiche di corteccia, foglie, fiori e frutti attraverso un contatto tattile, odoroso e gustativo e sarà tenuto un laboratorio pratico impariamo a innestare. Ad ogni classe che partecipa all iniziativa viene consegnata una dispensa didattica e schede tecniche di approfondimento di alcune specie vegetali trattate. 24

27 lo STAGNO DIDATTICO Lo stagno didattico è stato realizzato artificialmente per permettere la conservazione e l osservazione della fauna e della flora tipica delle zone palustri. Lo stagno ospita piante palustri e acquatiche autoctone, tipiche delle zone umide interne della Toscana. La vegetazione varia in base alla profondità dell acqua e alla sua permanenza nel periodo siccitoso. Sulle rive o nelle acque basse possiamo osservare tipiche piante palustri (definite dai botanici elofite), dotate di robuste radici inserite nel substrato e capaci di vivere con la base in acqua o nel terreno umido, ma con fusti e foglie più o meno emersi. Alcune di esse sono in grado di assorbire con le radici i nutrienti ed i metalli pesanti e, per questo, sono ampiamente utilizzate negli impianti di fitodepurazione. La formazione tipica delle acque basse è il Canneto, dominato dalla Cannuccia di palude (Phragmites australis) e, in parte, dalle tife (Typha latifolia e Typha angustifolia). Tra la riva e le acque profonde si insediano molte altre specie palustri interessanti come il Giunco fiorito (Butomus umbellatus), lo Sparganio (Sparganium erectum), il Giunco da corde (Schoenoplectus lacustris), l Iris di palude (Iris pseudacorus), la Salcerella (Lythrum salicaria), oltre a specie dalle foglie semisommerse, come la Mestolaccia (Alisma plantago-aquatica) e la Sagittaria (Sagittaria sagittifolia). Altra formazione caratterizzata da elofite è il Cariceto, costituito principalmente da cespugli di Carice spondicolo (Carex elata), dalle lunghe foglie lineari e taglienti. Le acque più profonde sono colonizzate dalle piante acquatiche vere e proprie (le idrofite), che formano l associazione vegetale del Lamineto. In questo gruppo troviamo specie radicate al fondo ma con foglie galleggianti, come la Ninfea bianca (Nymphaea alba) e la Brasca nodosa (Potamogeton nodosus) e idrofite che, seppur radicate, hanno fusti completamente sommersi e fanno emergere soltanto le infiorescenze per affidarne l impollinazione al vento (come Lo stagno didattico 25

28 in Potamogeton lucens e in Myriophyllum spicatum). Nel Lamineto si sviluppano anche piante liberamente natanti, come il Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) e la Lenticchia d acqua (Lemna minor), nonché specie flottanti che, prive di radici, vivono sotto il pelo dell acqua. Fra queste ultime ricordiamo la rara Utricularia australis, pianta carnivora provvista di vescicole (otricoli) che le consentono di catturare piccoli organismi acquatici. Queste piante e l intero ecosistema stagno svolgono l importante funzione di riparo e rifugio per numerose specie di anfibi e di invertebrati acquatici. Purtroppo, negli ultimi decenni, le paludi sono state minacciate da bonifiche, inquinamenti di vario genere, riduzioni degli apporti idrici e aumento della salinità. Molte piante acquatiche, comuni in passato, sono oggi molto rare a causa dell introduzione di specie animali e vegetali alloctone, come la Nutria (Myocastor coypus), il Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e l Indaco bastardo (Amorpha fruticosa), un arbusto infestante originario del Nord America. Lo stagno perciò assolve anche la funzione di conservazione ex-situ di specie vegetali originarie del territorio, sempre più rare ma importanti da un punto di vista ecologico e fitogeografico. IL GIARDINO ACQUATICO NATURALE Lo stagno didattico è stato realizzato tra il 2006 ed il 2007 con il contributo del WWF Toscana e della Regione Toscana seguendo i principi del giardino acquatico naturale in cui, non solo si cerca di imitare la natura nelle forme e nei rapporti tra gli organismi viventi, ma si limitano allo stretto necessario gli interventi dell uomo creando un ecosistema che, seppure di origine artificiale, sia il più possibile autosufficiente e stabile. Non ci sono infatti strumenti ed accessori elettrici (come filtri, pompe e aeratori) e l equilibrio biologico è mantenuto da una giusta proporzione tra organismi produttori, consumatori e decompositori. La maggior parte delle specie presenti proviene direttamente dagli stagni dell Oasi; le altre piante inserite, moltiplicate e riprodotte nell ambito di progetti di ripristino ambientale e reintroduzione 26 Rospi comuni in accoppiamento Ninfea

29 svoltesi in aree umide protette, provengono da popolazioni toscane con origine controllata. Sono state scelte essenze in grado di attrarre e favorire la fauna selvatica. FAUNA DELLO STAGNO DIDATTICO Sebbene di recente origine e di dimensioni ridotte, lo stagno ospita già numerose specie animali. Tra gli uccelli sono stati spesso osservati ardeidi quali Airone cenerino, Airone bianco maggiore, Garzetta e Airone guardabuoi; anatidi come il Germano reale o l Alzavola, rallidi come la Gallinella d acqua. Questo ambiente ricco di vegetazione è frequentato da numerose specie di anfibi, soprattutto in primavera, durante il periodo riproduttivo. Tra gli Anfibi, minacciati dai fenomeni di antropizzazione sempre maggiori e dall inquinamento, ritroviamo specie quali Rana verde, Rana dalmatina, Raganella, Rospo comune e Tritone crestato. La presenza di queste specie contribuisce a limitare la proliferazione di zanzare. Altra rilevante presenza presso lo stagno didattico sono gli insetti. Lungo il percorso è infatti facile osservare numerose libellule e damigelle, farfalle come il macaone o le vanesse, gerridi e coleotteri acquatici. UTILITA DI UN AREA UMIDA Un area umida può avere numerose funzioni e al suo interno possono essere svolte molte attività diverse. Alcune di queste funzioni e attività le abbiamo già descritte, altre sono: la fitodepurazione, la riserva d acqua per l estinzione di incendi, la pesca e l acquacoltura, la raccolta delle acque in piena fungendo da cassa di espansione, la produzione di energia idraulica (es. in passato mulini e segherie), il turismo verde e le attività didattiche e ricreative. LA FITODEPURAZIONE La fitodepurazione è un processo naturale che depura le acque grazie alle piante che fungono da veri filtri biologici riducendo le sostanze inquinanti disciolte. Le piante acquatiche o igrofile, grazie al loro grande potere autodepu- Rana verde Tritone crestato 27

30 IL GIARDINO ACQUATICO NATURALE COME ESPERIENZA DIDATTICA L elemento acqua diventa il tema principe per sviluppare un percorso di educazione ambientale ricco e complesso: dal ciclo dell acqua fino all analisi delle zone umide e della biodiversità. In particolare, le attività didattiche, sia pratiche che teoriche, possono toccare alcuni dei seguenti argomenti: Le zone umide: caratteristiche, importanza e funzioni La biodiversità nelle aree umide. Fauna e flora delle aree umide Le problematiche e la scomparsa delle aree umide. Le modifiche ambientali e i pericoli per le aree umide. Le minacce per alcune specie vegetali e animali e la presenza di specie alloctone. Le attuali esigenze di conservazione di habitat, flora e fauna. Le aree umide del Mugello e gli esseri viventi che vi abitano. L evoluzione del territorio mugellano. L oasi di Gabbianello e lo stagno didattico. Che cosa è il giardino acquatico naturale: l uso della piante e la loro funzione biologica. Piante e animali dell Oasi e dello stagno didattico: piante acquatiche sommerse; piante acquatiche galleggianti; piante palustri. Adattamenti di flora e fauna. Attività pratiche di osservazione della fauna selvatica dell oasi e di analisi attraverso foto, disegni e raccolte di resti, che potranno stimolare le capacità di apprendimento dei ragazzi e favorire le possibilità di approfondimento. rante, riescono ad assimilare e fissare nei propri tessuti le sostanze organiche indesiderate; allo stesso tempo ospitano microrganismi in grado di trasformare gli inquinanti, riducendone la concentrazione. Tra le piante fitodepuranti troviamo macrofite emergenti come la Cannuccia di palude (Phragmites australis), i carici (Carex spp.), le tife (Typha spp.), il Giunco comune (Juncus effusus), l Iris di palude (Iris pseudacorus), la Sagittaria (Sagittaria sagittifolia); galleggianti come la Brasca comune (Potamogeton natans) o il Morso di rana (Hydrocharis morsusranae) e sommerse come il Ceratofillo (Ceratophyllum demersum), il Miriofillo (Myriophyllum spicatum) o alcune brasche (Potamogeton spp.). 28

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