I. LA SETA: DAL BACO AL FILO
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- Antonino Franchi
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1 I. LA SETA: DAL BACO AL FILO 1.1. TRA STORIA E LEGGENDA Il filo d oro. È questo uno dei modi per definire la seta, la fibra di lusso per eccellenza. La fibra che nel corso dei secoli ha vestito ricchi e potenti. Le sue caratteristiche merceologiche, che permettono di fabbricare tessuti leggeri e di grande bellezza, riescono a conferire un fascino del tutto particolare, valorizzando chi indossa abiti o anche più semplicemente scialli, sciarpe, cravatte realizzate con questo materiale. Con la seta si può realizzare un "meraviglioso tessuto, tiepido e leggero, morbido e fresco, soave, fine, dai riflessi cangianti che si presta bene al ricamo ed alle decorazioni" 1. È la natura che ci ha fatto questo dono. Le larve di alcune specie di insetti, infatti, durante la loro trasformazione in crisalide e poi in farfalle, realizzano un involucro per la protezione. Detto involucro, chiamato bozzolo, costituisce la seta. Un prodotto di così alto valore, per un origine così umile, la cui scoperta si perde nella leggenda. 1 Bulnois, L., La via della seta, Rusconi, Milano, 1993, p
2 Occorre risalire al 2800 a. C. nella Cina degli imperatori. Secondo la leggenda sarebbe stata "Hsi-Ling, prima moglie dell imperatore Huang-Ti, ad essere venerata come la signora dei bachi da seta" 2. Hsi-ling avrebbe scoperto il modo di produrre la seta osservando un baco che era caduto accidentalmente nel suo tè caldo. I cinesi cercarono di conservare quel segreto e ci riuscirono per secoli, fino a quando una principessa cinese, intorno al 420 d.c. andò sposa al principe della città di Khotan 3. La principessa riuscì a trasportare uova di bachi da seta e semi di gelso, nascondendoli nella sua alta acconciatura. In questo modo "la cultura di questi preziosi vermi venne conosciuta e praticata nel piccolo stato di Bokhara (Turkestan), dove si estese e prosperò a meraviglia" 4. Questo episodio è di grande importanza in quanto costituisce il primo passo della sericoltura e della trattura 5 verso il mondo occidentale. "Il primo passaggio conosciuto sulla direttiva est-ovest è quella delle steppe settentrionali, attraverso i monti dell Altaj, tra la Cina e il mar Nero; più a sud le strade seguivano le carovane che percorrevano i deserti e le valli dell Asia centrale" 6. 2 Scott, P., Il libro della seta, Vallardi, Milano, 1993, p Cfr. Hulig, H., La via della seta, Garzanti, Milano, 1991, p Sacchi, C., La seta attraverso i secoli, Pifferi, Como, 1994, riediz. del 1929, p La filatura della seta si definisce trattura. 6 Scott, P., op. cit. p
3 La seta diviene un importante bene di scambio grazie al suo altissimo valore per unità di peso. Il traffico commerciale di questo bene si intensifica sempre di più, tanto da dare il nome alla maggiore via di comunicazione fra estremo oriente ed Europa:. Seidenstrasse, strade di seta 7. In Italia la seta arriva dapprima in Sicilia per effetto della dominazione normanna. Nel 1146 Corinto cade in mano normanna. "Alcuni operai specializzati nella bachicoltura, veri e propri setaioli, per usare la terminologia medioevale toscana, furono presi prigionieri e portati a Palermo." 8 Questo episodio sarà di fondamentale importanza per l inizio della produzione serica dapprima in Sicilia e poi in altre parti d Italia, dando così l avvio ad una tradizione dell arte di filare la seta prima, e dell arte di tessere poi, che ancora oggi danno ricchezza e lavoro. Nel corso della storia i più fiorenti centri italiani furono Lucca, Venezia, Genova e Como dove la produzione si concentrò particolarmente. Il segreto degli industriali comaschi era dato dal bassissimo livello dei costi fissi. I telai, infatti, non erano riuniti in stabilimenti, ma erano di proprietà degli stessi operai, i quali realizzavano la produzione nelle loro case, permettendo così di vendere i tessuti a prezzi tali da abbattere la concorrenza sui mercati nazionali ed esteri. 7 Questa espressione fu coniata nel XIX secolo dal barone Ferdinand von Richtofen e si riferiva alle antiche vie commerciali. Scott, P., op. cit. p Bussagli, M., La seta in Italia, Editalia, Roma, 1986, p
4 Nel 1869, a Milano, per opera dei fratelli Gavazza, vennero introdotti i primi telai meccanici, che ben presto soppiantarono quelli a mano. Nel 1900 i telai meccanici battenti in Italia erano 5500 dei quali 3500 lavoravano per gli industriali di Como. I progressi che si realizzarono nel campo della tecnica consentirono di produrre stoffe di maggior pregio e di minor costo, permettendo a strati sempre più ampi della popolazione, di poter acquistare tessuti sempre più raffinati."la seta, come dicevano gli operatori del settore, si è democratizzata, cioè è entrata nel bilancio di classi sociali che in precedenza non potevano permettersene l acquisto" CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE Le fibre tessili 10 sono delle sostanze e dei materiali presenti in natura o prodotte dall uomo. La seta si colloca tra le fibre naturali di origine animale. 9 Federico, G., Il filo d'oro, Marsilio, Vnezia, 1994, p Le fibre si distinguono in fibre senso specifico, e fili o bave o fili da filiera. La fibra in senso generale è l elemento di materia caratterizzato da flessibilità, finezza ed elevato rapporto fra lunghezza e diametro. Nel suo significato specifico rappresenta l elemento tessile unitario o composito avente lunghezza limitata e variabile dai 10mm. Ai 50mm. Il filo o bava rappresenta l elemento tessile unitario avente lunghezza non limitata. E caratteristico delle tecnofibre e della seta (unica fibra naturale ricavata come filo continuo) cfr. UNITEX, Associazione Nazionale per l Unificazione Tessile. 7
5 CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE TESSILI Fibre Naturali Fibre chimiche o "Tecnofibre" Animali Vegetali Minerali Organiche Inorganiche Da insetti Da seme Cotone Da roccia Amianto Da polimeri naturali trasformati (a) Seta Da bulbo pilifero Da libro Lino Canapa Juta Ramiè Cupro Viscosa (b) Modale Acetato Triacetato Lana Peli animali Crini Da foglia Abaca Sisal Da frutto Cocco (a): Sono indicate anche come fibre artificiali (b): Si usa anche il termine raion per la viscosa (c): Vengono indicate anche come fibre sintetiche Da polimeri sintetici (c) Acrilica Clorofibra Elastan Modacrilica Poliammidica Poliestere Polipropilenica Da polimeri sintetici Vetro tessile Carbonio Da metalli 8
6 Prima di entrare nello specifico di questo materiale definito come "la regina delle fibre tessili" 11 è opportuno dare un idea di cosa siano le fibre tessili. Tutte le fibre che compaiono nel grafico sono considerate tessili non solo perché sostanze fibrose, cioè solidi di forma allungata sottili e flessibili, ma anche perché possiedono altre qualità. L aspetto filiforme ed i requisiti dimensionali 12 sono condizione necessaria, ma non sufficiente, per l impiego tessile di un determinato materiale. La merceologia delle fibre tessili studia proprio le caratteristiche e le proprietà che queste devono possedere per essere trasformate in prodotti tessili. "Lo studio delle fibre tessili, come quello delle altre merci, si effettua necessariamente attraverso l esame dei loro caratteri morfologici, microscopici, fisici e chimici" 13. Tale esame permette di individuare eventuali frodi, accertare lo stato di conservazione e la qualità della merce. Prima di esaminare in dettaglio le analisi che riguardano la seta, forniamo la sua composizione. La seta greggia o cruda 14 è costituita da due proteine: 11 Definizione riportata da un'azienda del settore: Desco. 12 Per requisiti dimensionali s intendono la lunghezza, la finezza e l elevato rapporto lunghezza/diametro. Si veda Barbera, A., Albertazzi, P., G., Guida informativa di merceologia e chimica tessile, Zanichelli Editore, Bologna, 1990, p.63. 9
7 La fibroina, %, che conferisce la proprietà di reagire sia con le sostanze basiche che con quelle acide. La sericina, %, solubile in acqua calda. Le restanti componenti risultano essere sostanze grasse, cerose e sali minerali che vengono eliminate attraverso un bagno a bassa temperatura. La seta vista al microscopio 15 ha l'aspetto cilindrico leggermente appiattito, formato da due bavelle di fibroina unite insieme da una guaiana di sericina. Ogni filamento ha diametro medio di 20 micron. (inserire disegno della seta vista al microscopio dal libro analisi delle fibre tessili p ) Fig Seta greggia e seta sgommata viste al microscopio 13 Quaglierini, C., Manuale di merceologia tessile, zanichelli Editore, Bologna, 1985, p La seta greggia è quella che risulta dalla produzione del baco, la seta cruda è ottenuta è ottenuta da quella allo stato greggio tramite un lavaggio in un bagno acquoso di carbonato di calcio che allontana le sostanze grasse e cerose causando una perdita di peso del 2-3%. La seta sgommata o cotta è quella dalla quale è stata allontanata la sericina.cfr. Barbera., A., Albertazzi, P., G., op. cit. p Per uno studio sull esame microscopico delle fibre tessili si segnala: Gianolio, A., L analisi delle fibre tessili, Zanichelli Editore, Bologna,
8 La struttura molecolare è importante perché determina le proprietà e gli utilizzi della fibra. Per quel che riguarda le proprietà occorre distinguerle in: Proprietà esteriori: Colore: la seta cruda ha colore vario da bianco a giallastro a verdognolo a bruno. La seta cotta è bianca e lucente. Lucentezza: la seta è caratteristica per la lucentezza della sua fibra. Su questa proprietà influiscono molto il modo di condurre l allevamento del baco, la scelta dei bozzoli e la loro lavorazione. Finezza. la seta al momento della dipanazione, non presenta una sezione regolare ma, all inizio della bavella è più fine per poi ingrossarsi negli ultimi strati del bozzolo. Lunghezza: è possibile raggiungere i 1000 m. di filo continuo da ogni baco. Mano della fibra 16 : per la seta grezza la mano è piuttosto sostenuta mentre per quella torta è molto più morbida. Proprietà meccaniche: Tenacità 17 : è superiore a quella della lana e si avvicina a quella del cotone. Risulta compresa tra i 2.8 e i 5.2 gr./den allo stato condizionato, 16 Per mano si intende la morbidezza e la flessibilità della fibra al tatto. 17 La tenacità indica il carico in grammi necessario a rompere un filo di finezza standard. Per finezza standard si intende un filo con titolo uguale ad un denari. Quaglierini C., op. cit. p
9 mentre scende tra i 2.4 e i 4.9 gr./den. allo stato umido. La seta cruda ha una tenacità superiore a quella sgommata. Allungamento a rottura 18 : è del 13-25% allo stato condizionato e del 15-30% ad umido. Gualcibilità: la seta gualcisce facilmente anche se le pieghe spariscono spontaneamente se non sono state prodotte in ambiente caldo umido. Resistenza all usura. risulta essere intermedia tra quella della lana e del cotone. È opportuno considerare anche alcune proprietà termiche. In particolare nei confronti del calore, la seta si altera più rapidamente della lana. È consigliabile non superare i 100 C nella fase di stiro per non avere fenomeni di ingiallimento che cominciano a manifestarsi sui 130 C. Si decompone a 170 C. Alla fiamma brucia lentamente ma non si autoalimenta. È cattiva conduttrice di calore per cui i tessuti di seta sono ottimi coibenti termici. Alla luce perde tenacità e ingiallisce Nei confronti dell umidità, la seta, ha un tasso di ripresa 19 dell 11%. Assorbendo umidità dall aria e dal sudore dona al corpo una sensazione 18 Esprime l allungamento percentuale subito dal filo prima di rompersi. Quaglierini, C., Ibidem. 19 E la percentuale media, ufficialmente ammessa, di acqua assorbita. Si misura cioè la quantità di acqua assorbita a 20 C da 100 gr. Di fibra ad 1 Atm con un umidità pari al 65%. 12
10 di caldo, perciò questa fibra è adatta per confezionare indumenti intimi, foulard, sciarpe. I maggiori impieghi della seta, oltre a quelli appena descritti, si hanno soprattutto nella realizzazione di tessuti pregiati e di lusso dato anche il lungo e costoso processo di produzione. Si confeziona biancheria raffinata, abiti femminili, cravatte, calze, camicie. Inoltre la seta viene utilizzata in tessuti misti soprattutto con le tecnofibre. Il peso del materiale che contiene una quantità di acqua pari al tasso di ripresa è considerato come corrispondente al suo stato normale e prende il nome di peso legale o mercantile. Bona, M., Isnardi F., A., Straneo S., L., (a cura di), Manuale di tecnologia di tecnologia tessile, Edizioni Scientifiche A. Cremonese, Roma, 1981, p
11 1.3. IL CICLO DI LAVORAZIONE Il ciclo di lavorazione della seta si può scindere in due fasi che corrispondono alle operazioni di preparazione, ed alle operazioni di trattura. Per trattura della seta, s'intende il dipanamento simultaneo di più bozzoli in modo che dalle loro bave riunite risulti un "filo di tale consistenza da essere di pratica utilizzazione" 20. La bava, infatti, è di tale finezza che da sola non troverebbe alcun impiego. Le operazioni preliminari possono essere così distinte: Spelaiatura: i bozzoli sono separati dalla "spelaia" 21. Cernita: separa i bozzoli difettosi, oltre a dividerli in diverse categorie che devono risultare le più possibili omogenee in funzione del colore, qualità, grana, al fine della successiva lavorazione. I bozzoli migliori costituiscono i "reali". Crivellatura: serve a dividere i bozzoli secondo la loro grossezza, facendoli passare attraverso appositi crivelli regolabili, al fine della realizzazione dei vari titoli Carboni, P., Chimica e tecnologia della seta, Editore Ulrico Hoepli, Milano. 1947, p. 62, 21 L'insieme di fibre con le quali il bozzolo si attacca al bosco. 22 Per titolo di un filato, o di un semilavorato di filatura, s'intende un numero indice della sua grossezza, proporzionale alla sezione del filato stesso. Si ricava dal rapporto tra lunghezza e peso moltiplicata una costante. Cfr. Pagano, L., Nozioni fondamentali di filatura, Universalia Editrice, Napoli, 1973, p. 36 sgg. 14
12 Dopo queste fasi preliminari, si procede alla trattura. Vi è una prima fase, detta macero, in cui i bozzoli vengono fatti passare attraverso successive vasche con acqua riscaldata. Il macero serve a rammollire le prime vesti della corteccia serica del bozzolo affinché l'azione dello spazzolone per la ricerca del capofilo nella scopinatura non debba essere protratta troppo a lungo, con conseguente maggiore produzione di cascame e diminuzione della rendita. Dopo la macerazione i bozzoli vengono trasferiti in un recipiente ove sono pronti per l'estrazione del filo. L'operazione di ricerca del filo è detta scopinatura. Tale fase si effettua per mezzo di uno spazzolone che, roteando contro i bozzoli galleggianti, consente la ricerca dei capobava. Fig Operazione di scopinatura 15
13 La scopinatura meccanica, per quanto ben eseguita, dà sempre luogo alla formazione di una notevole quantità di strusa. Questa elevata perdita di seta filabile è dovuta al fatto che lo spazzolone deve compiere un numero di giri sufficiente affinché tutti i bozzoli diano i loro capobava. Il problema non sussisterebbe se la scopinatura fosse eseguita a mano, ma l'eccessiva manodopera richiesta non viene compensata da una migliore rendita. Dopo aver eseguito la scopinatura, i capobava vengono fissati su di un aspo che, girando continuamente, forma delle matasse. È questa l'operazione di trattura vera e propria. Nel percorso che le bave compiono per raggiungere l'aspo si forma la torta di filanda 23. Il filato, dopo essere stato annaspato in forma di matasse, viene sottoposto ad asciugamento, per semplice circolazione di aria alla temperatura di 35 C. Successivamente le matasse subiscono l'operazione di incannatura mediante la quale si ottengono i rocchetti. Lo stracannaggio è l'operazione successiva ed ha lo scopo principale di togliere al filo tutto ciò che contrasta con la sua nettezza per cui, quest'operazione viene indicata anche come pulitura del filo. "L'operazione dello stracannaggio è intimamente legata alla nettezza e alla regolarità di una seta; tanto più una seta è sporca, tanto più rigoroso dovrà essere lo stracannaggio" 24. Gli organi 23 In essa, il filo proveniente dalla filiera o dall'attaccabave si attorciglia opportunamente sfregando su se stesso su di un altro filo del capo vicino, così da spremere sino al 70% della massa d'acqua contenuta. Il filo diviene così più compatto e migliora la regolarità della sua sezione raggiungendo una maggiore tensione finale. Bona, M., Isnardi F., A., Straneo S., L., op. cit. p Pagano, L., "La seta", dattiloscritto, s.d., s.l, p
14 di pulitura del filo sono rappresentati da stribbie registrabili in modo da poter regolare la loro apertura a seconda delle grossezza del filo. Altra fase del ciclo di lavorazione è la binatura che consiste nell'accoppiare più fili uscenti da altrettanti rocchetti per formare un unico filo che si raccoglie in un solo rocchetto. Segue la torcitura. Questa operazione, oltre che dare maggior forza al filo, in particolare quello che servirà come ordito 25, è utile anche per fare in modo che la seta non si aggrovigli in una successiva operazione detta sgommatura, la quale serve ad eliminare la sericina che unisce le due bavelle di seta. Con la torsione si creano, quindi, delle spire che tengono unite le due bavelle che costituiscono ogni singolo filo di seta. La torsione è espressa dal numero di giri contenuti in una determinata lunghezza, e precisamente 1 m per la seta, rayon, lana ed 1 pollice per le altre fibre. La torsione influenza inoltre la lucentezza dei fili che diminuisce con l'aumentare del numero di spire impartite, tanto da poter dare anche un effetto opaco. Il fenomeno è dovuto dai rilievi e dagli incavi delle spire, che producono ombre e disperdono la luce riflessa. Questa possibilità di variare la lucentezza del filo serico con il numero di torsioni viene messa a profitto in tessitura per ottenere determinati effetti ottici nei tessuti. 25 Il tessuto viene prodotto per mezzo di un intreccio tra due filamenti tessili, che sono convenzionalmente chimati ordito e trama. Il primo è collocato nel senso della lunghezza del tessuto ed è quello che subisce le maggiori sollecitazioni a telaio. Il secondo incrocia il tessuto in senso trasversale. Cfr. Airoldi G. Tessuti a licci, Busto Arsizio,1981, p.1. 17
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