Primi dati sui micromammiferi nell Oasi faunistica di San Gaudenzio

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1 Primi dati sui micromammiferi nell Oasi faunistica di San Gaudenzio dalla dieta di Barbagianni (Tyto alba) Francesca Morici, naturalista Via Vico, Senigallia (AN) Abstract This work brings preliminary data gotten by the analysis of the pellets of Barn owl (Tyto alba) withdrawn inside the oasis of protection of the fauna of St. Gaudenzio, in the territory of the Comune of Senigallia (Ancona), an area characterized by a great variety of environments given by the alternation of damp and dry zones. From the analysis of the data it emerges that the diet of Tyto alba introduces an elevated predation on Microtus savii, a species generally associated to the cultivations, great importance they also have Apodemus sp. and Crocidura leucodon. There are also present in the diet kinds thermophile as Crocidura suaveolens and Suncus etruscus. The picture that emerges seems to confirm a notable naturalness of the oasis of St. Gaudenzio and the surrounding areas to underline the importance of this site. Key words: small mammals, Barn owl, diet. Riassunto Il lavoro riporta dati preliminari ottenuti dall analisi delle borre di Barbagianni (Tyto alba) prelevate all interno dell Oasi di protezione della fauna di San Gaudenzio, nel territorio del Comune di Senigallia (Ancona), un area caratterizzata da un accentuata varietà di ambienti data dall alternarsi di zone umide e xeriche. 1

2 Dall analisi dei dati emerge come la dieta di Tyto alba presenti una predazione assai elevata su Microtus savii, specie generalmente associata alle coltivazioni, notevole importanza hanno anche Apodemus sp. e Crocidura leucodon. Presenti nella dieta anche specie termofile come Crocidura suaveolens e Suncus etruscus. Il quadro che emerge sembra avvalorare una discreta naturalità dell Oasi di San Gaudenzio e delle aree circostanti, a sottolineare l importanza di questo sito. Parole chiave: micrommammiferi, Barbagianni, dieta Introduzione L analisi della dieta degli Strigiformi, ed in particolare del Barbagianni, costituisce un efficace metodo di studio della microteriofauna di una zona e del sistema trofico che lega i micromammiferi ai loro predatori (Contoli, 1980). Si inseriscono in questo contesto i lavori di Dionisi (1987), Pandolfi e Santolini (1987), (1988) e Furlani (1990) riguardo alcuni aspetti della microteriofauna delle Marche. Il presente lavoro riporta dati preliminari ottenuti dall analisi delle borre di Barbagianni (Tyto alba) raccolte all interno dell Oasi di protezione della fauna di San Gaudenzio (Legge n.157/1992) situata nel territorio del Comune di Senigallia (Ancona). Area di studio La ex cava di marna di San Gaudenzio, dismessa da oltre trent anni, comprende un area di circa 32 ha, circondata da colline in gran parte coltivate sulla destra orografica del fiume Misa, ad una distanza dal mare di circa 4 km e ad un altitudine che va dai 20 ai 90 m s.l.m. L area presenta un accentuata varietà ambientale dovuta all utilizzazione pregressa ed in particolare all attività di escavazione. Le formazioni rocciose che caratterizzano l area sono di origine terziaria e quaternaria con affioramenti di arenaria, gesso e calcare marnoso. 2

3 Il terreno marnoso ha favorito in alcuni punti una forte attività erosiva, tuttora in atto, in altre zone si assiste, invece, ad una colonizzazione della vegetazione che ha raggiunto diversi livelli evolutivi. Piccole zone umide, mantenute probabilmente da alcune risorgive e vecchie canalizzazioni superficiali, interrompono la xericità dell area. Dal punto di vista climatico Senigallia presenta le caratteristiche del bioclima mediterraneo, caratterizzato, localmente, dall azione mitigante del mare unitamente alla vicinanza della catena appenninica. Nel periodo , come si evidenzia dal climogramma riportato in figura 1, la temperatura media raggiunge i valori più elevati nei mesi di luglio ed agosto, il valore minimo di precipitazioni si registra nel mese di giugno. Fig 1: Climogramma di Senigallia periodo Precipitazioni in mm H2O mm H2O T med GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC La copertura vegetazionale, che caratterizza i diversi ambienti dell Oasi, è descritta in un recente studio curato da Pinzi M., et al. (2006). Gli ambienti umidi presenti nell area hanno una superficie di circa 1,4 ha, la vegetazione maggiormente diffusa è rappresentata dall associazione Phragmitetum communis costituita prevalentemente dalla Cannuccia d acqua (Phragmites australis). 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Temperatura media in C

4 Dove le acque hanno maggiori profondità si insediano comunità elofitiche caratterizzate dalle associazioni Typhetum latifoliae e Typhetum domingensis, nelle zone con acque meno profonde si sviluppano formazioni idrofitiche a dominanza di giunchi (Juncus sp. pl.); ai margini delle zone acquatiche si rinvengono esigui popolamenti ripariali di Salice bianco (Salix alba). La vegetazione dei substrati marnoso-pelitici presenta formazioni arbustive a dominanza di sanguinello (Cornus sanguinea L.) dell associazione Lonicero etruscae-cornetum sanguinae, comunità a dominanza di rovo (Rubus ulmifolius Schott) dell associazione Clematido vitalbae- Rubetum ulmifolii si sviluppano in siti più umidi e ricchi di nitrati. Una boscaglia di acacia (Robinia pseudoacacia L.) si estende su un area debolmente acclive della ex cava. Sui substrati gessoso-solfiferi, nel settore sud orientale dell Oasi, si rinviene un esemplare plurisecolare di Roverella (Quercus pubescens Willd.) circondato da esemplari più giovani. Nella parte orientale dell area in zone con acclività accentuata si insediano comunità xerofitiche con formazioni di gariga camefitica dominata dall Elicriso (Helycrisum italicum (Roth) Guss.), che per evoluzione naturale si trasforma in una macchia ad Alaterno (Rhamnus alaternus L.) e Ginestra (Spartium junceum L.) dell associazione Spartio juncei-rhamntemum alaterni. All interno dell area di cava è posizionato l antico manufatto di lavorazione della marna estratta, luogo in cui sono state prelevate le borre. Si tratta di una struttura ormai abbandonata, pericolante in più punti che si sviluppa su più piani. Il sito ospita diversi posatoi frequentati già da molti anni, come è dimostrato dalla grande quantità di resti scheletrici presenti e provenienti da borre disfatte. Attualmente è un probabile sito di nidificazione di diverse specie di strigiformi e certamente ospita diversi posatoi di sosta notturni. Oltre alle borre di barbagianni sono state rinvenute alcune borre di civette. Lo stato del manufatto non permette l accesso in molti suoi punti, pertanto le borre sono state prelevate in un sito accessibile, probabilmente un posatoio di riposo notturno frequentato con discontinuità. 4

5 Materiali e metodi Le borre sono state raccolte con cadenza mensile nel periodo maggio 2005-maggio 2006 all interno di una fornace abbandonata nell Oasi faunistica di San Gaudenzio. Le borre sono state aperte a mano a secco (Contoli, 1980); per la determinazione si è fatto uso di lente 10 X e stereoscopio; per il calcolo delle biomasse delle specie predate si è fatto riferimento a Nappi (2001). Per ciascuna specie sono stati calcolati: la percentuale numerica, la frequenza di ogni specie per borra, la percentuale di biomassa, l indice di termoxerofilia (Crocidurini/Soricidi), il numero di prede per borra, il rapporto Insettivori/Roditori, l indice di diversità (Gini-Simpson), il pasto medio in grammi (ottenuto dal numero medio di prede per borra e dal peso medio delle prede); si sono considerate dominanti le specie con percentuale numerica > 5%. Fig. 2: Borra di Barbagianni 5

6 Risultati e discussione I risultati ottenuti dall analisi delle borre prelevate sono riportati nelle tabelle 1, 2 e 3. Tabella 1: Parametri della dieta annuale di Tyto alba sulla base delle borre raccolte Borre esaminate 37 N.prede 114 N.prede per borra 3,08 N.specie predate 9 N.specie dominanti (>5%) 5 Insettivori/Roditori 0,67 Indice di termoxerofilia 0,77 Diversità (1-S) 0,78 Biomassa tot. (g) 2366,5 Peso medio prede (g) 20,75 Pasto medio (g) 63,91 Tabella 2: Specie predate da Tyto alba. N: numero di individui di ogni singola specie; PN: percentuale numerica; PF: percentuale di frequenza di ogni specie per borra; PB: percentuale di biomassa Specie N PN PF PB Microtus savii 42 36,84 72,97 48,80 Rattus rattus 1 0,87 2,70 7,18 Apodemus sp ,05 59,45 24,64 Sorex sp. 7 6,14 16,21 2,24 Neomys fodiens 3 2,63 8,10 1,58 Suncus etruscus 5 4,38 13,51 0,36 Crocidura 10 8,77 27,02 3,50 suaveolens Crocidura 20 17,54 54,05 9,54 leucodon Aves 2 1,75 5,40 2,11 6

7 Fig. 3: Specie e percentuali numeriche estratte dalle borre. 36,84% 21,05% 17,54% 0,87% 6,14% 2,63% 4,38% 8,77% 1,75% Microtus savii Rattus rattus Apodemus sp. Sorex sp. Neomys fodiens Suncus etruscus Crocidura suaveolens Crocidura leucodon Aves La dieta di Tyto alba, come è emerso, comprende prevalentemente micromammiferi, sono inoltre presenti in piccola parte alcuni passeriformi. Il pasto medio in grammi (63,91) presenta un valore non troppo elevato, probabilmente dovuto alla scarsità di prede di grandi dimensioni come Rattus rattus nella dieta. Il numero medio di prede per borra (3,08) è inferiore a quanto rilevato in studi simili da Pandolfi & Santolini (1987) e Furlani (1990) in aree collinari marchigiane. 7

8 Fig. 4: Specie predate e biomassa 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% Microtus savii Rattus rattus Apodemus sp. Sorex sp. Neomys fodiens Suncus etruscus Crocidura suaveolens Crocidura leucodon Aves percentuale specie predate percentuale biomassa L indice di termoxerofilia abbastanza elevato conferma la mediterraneità climatica (Furlani,1990) dell area, ciò viene avvalorato dalla presenza nella dieta di specie termofile come Crocidura suaveolens e Suncus etruscus. La presenza di Crocidura leucodon, specie più mesofila, che, come risulta dall analisi delle borre raccolte, ha un ruolo importante nella dieta del barbagianni, potrebbe essere favorita dalla varietà ambientale dell Oasi, la quale si ripercuote anche nella componente teriologica. Il valore del livello trofico, ricavato dal rapporto Insettivori/Roditori, ha un andamento con ampie fluttuazioni periodiche; tale valore potrebbe essere influenzato dal basso numero di borre raccolte. Il valore complessivo del livello trofico (0,67) è elevato, tale dato potrebbe indicare una discreta naturalità sia dell area dell Oasi sia delle zone circostanti. Il livello trofico tocca il minimo (0,12) nel periodo estivo, in cui la predazione è concentrata soprattutto su una specie (Microtus savii), il valore più elevato (1,33) è risultato nel periodo invernale (vedi figura 5 e tabella 3). 8

9 La diversità (Gini-Simpson) presenta complessivamente un valore piuttosto elevato (0,78), probabilmente dovuto alla diversificazione del territorio di caccia del Barbagianni. La diversità calcolata per stagioni ha valori elevati (0,81) nel periodo primaverile del 2006, mentre il valore più basso (0,60) è toccato nel periodo estivo in cui è evidente la predazione su poche specie. Fig. 5: Andamento stagionale del livello trofico, in ordinata il valore del valore trofico 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 primavera (2005) estate autunno inverno (2006) primavera 9

10 Tabella 3: Alimentazione stagionale di Tyto alba; 1-S diversità per stagione primavera estate autunno inverno primavera PN PF PB PN PF PB PN PF PB PN PF PB PN PF PB Microtus savii , ,42 41, ,14 36,63 42, ,67 20,83 66,66 31,97 Rattus rattus 10 14,28 42,97 Apodemus sp , ,28 6, ,42 38, ,66 39,55 Sorex sp , ,28 2,02 16,66 33,33 7,06 Neomys 12,50 33,33 8,70 fodiens Suncus ,54 14, ,52 4,16 11,11 0,40 etruscus Crocidura , ,57 4,42 14, ,21 8,33 22,22 3,53 suaveolens Crocidura , ,28 2, ,71 18,06 28, ,63 4,16 11,11 2,62 leucodon Aves 10 14,28 6,31 4,16 11,11 5,81 1-S 0,74 0,60 0,74 0,69 0,81 Livello trofico 0,66 0,12 0,81 1,33 0,91 Complessivamente la dieta di Tyto alba presenta una predazione assai elevata su Microtus savii, specie generalmente associata alle coltivazioni, notevole importanza hanno anche Apodemus sp. e Crocidura leucodon. Il minimo di predazione su Microtus savii viene toccato nel periodo autunnale e primaverile, compensato da un aumento della predazione su Apodemus sp. e, nei mesi autunnali, su Crocidura leucodon. Nel periodo invernale l assenza di predazione su Apodemus sp. è compensata da un accentuata predazione su Crocidura leucodon. Seppure il limitato numero di borre raccolte non consenta di trarre risultati definitivi, il quadro che emerge, sulla base dei micromammiferi predati, sembra avvalorare una discreta naturalità dell Oasi 10

11 di San Gaudenzio e delle aree circostanti, a sottolineare l importanza di questo sito, area satellite del vicino fiume Misa. Fig. 6: Specie predate espresse in percentuale suddivise in stagioni 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Microtus savii Rattus rattus Apodemus sp. Sorex sp. Neomys fodiens Suncus etruscus Crocidura suaveolens Crocidura leucodon Aves primavera (2005) estate autunno inverno (2006) primavera 11

12 Fig.7: Oasi di San Gaudenzio, area umida Ringraziamenti L autore ringrazia la proprietà dell area in cui sorge l Oasi di San Gaudenzio per la gentile disponibilità ed il prof. M. Furlani per aver collaborato alla stesura dell elaborato. 12

13 Bibliografia 1) Contoli L. (1980). Borre di Strigiformi e ricerca teriologica in Italia, Natura e Montagna, Bologna, 3: ) Dionisi V. (1987). Ruolo dei micromammiferi nelle abitudini alimentari di due strigiformi nella provincia di Pesaro e Urbino, Riv. Ital. Orn., Milano, 57: ) Furlani M. (1990). Differenze stagionali della dieta di Tyto alba nel parco del Monte Conero (dati preliminari), Riv. Ital. Orn., Milano, 60: ) Morici R. (1993). Analisi degli elementi climatici nel comprensorio di Senigallia, Eco Il Notiziario dell Ecologia, 4: ) Morici R. (2001). Qualità delle precipitazioni atmosferiche di Senigallia nel decennio , Provincia di Ancona, Ancona: 63 7) Nappi A. (2001). Micromammiferi d Italia, ed. Simone 8) Pinzi M., Biondi E., Galassi S. (2006). Aspetti botanico-vegetazionali e carta della vegetazione dell Oasi di San Gaudenzio, in Villani V. e Furlani M. L Oasi di San Gaudenzio-valori storici ed ambientali, Gruppo Società ed Ambiente, Senigallia: ) Pandolfi M. & Santolini R. (1987). Primi dati sulla microteriocenosi della valle del Foglia (Pesaro) attraverso la dieta di Tyto alba, Riv. Ital. Orn., Milano, 57: ) Pandolfi M. & Santolini R. (1987). Variazioni stagionali della dieta di Tyto alba in una zona agricola in provincia di Pesaro, Atti IV Conv. Ital. Orn., in: Naturalista Sicil., 12 (suppl.): ) Toschi A. 1985: Mammalia. Lagomorpha, Rodentia, Carnivora, Cetacea, Fauna D Italia, vol. 7, ed. Calderini, Bologna 12) Toschi A. & Lanza B. (1959). Mammalia. Generalità. Insectivora, Fauna D Italia, vol. 4, ed. Calderini, Bologna 13

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