Ci sono i re, i potenti; ma Dio si serve dell umile Giuseppe. Il quale è uomo giusto (realtà che non sono i re citati nel Testo).

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Uberto Pappalardo
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1 1. 1. INTRODUZIONE Dal testo emerge la vigilanza di Giuseppe, sempre attendo ai messaggi di Dio in sogno e sempre pronto ad eseguire quanto gli viene di volta in volta indicato. Dio conduce la storia e Giuseppe, disponibile, fiducioso, la rende operativa e concreta. Ci sono i re, i potenti; ma Dio si serve dell umile Giuseppe. Il quale è uomo giusto (realtà che non sono i re citati nel Testo) TESTO Matteo 2, ] Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". 14] Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15] dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 1 / 7

Il quale è uomo giusto (realtà che non sono i re citati nel Testo). 1. 2. TESTO Matteo 2,13-23.

2 Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. 16] Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. 17] Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18] Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. 19] Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20] e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino". 21] Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'israele. 22] Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea 23] e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: "Sarà chiamato Nazareno". 2 / 7

3 1. 3. TESTO E CONTESTO vv Il testo svela la macchinazione di Erode contro il Bambino; già paventata nelle parole rivolte ai Magi. Il Bambino viene trasferito in Egitto per volere di Dio. 3 / 7

4 Giuseppe è di nuovo in primo piano: riceve anche questa volta il messaggio di Dio per mezzo di un angelo; gli viene chiesto qualcosa di improvviso e urgente: alzarsi nel cuore della notte. Che uomo vigile era Giuseppe, pronto a rispondere anche nel cuore della notte all appello di Dio! Così Giuseppe prese con sé il bambino (che viene nominato per primo) e sua madre. È un espressione corretta, dogmaticamente nitida. Matteo non dice mai i genitori o Maria e il suo bambino : Giuseppe e Maria sono ben distinti dal bambino, come conviene alla distinzione della loro dignità. Andò in Egitto. Già anticamente Israele scese in Egitto a causa della siccità e della carestia per sfuggire alla morte di sete e fame. Ora Giuseppe deve fuggire in Egitto per far fuggire il bambino dalla morte che gli vuol procurare Erode. Rimase in Egitto fino alla morte di Erode: si anticipano gli eventi. Erode vivo vuol uccidere il bambino; la vita del bambino è sicura dopo la morte di Erode. Matteo conclude citando Osea (11,1): Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Il profeta parlava del Popolo di Israele che, ancora bambino era stato scelto da Dio per il fidanzamento con lui. Ora Dio chiama dall antico paese dei Padri il suo Figlio, il suo Unigenito. vv L ira di Erode esplode selvaggia. Senza scrupoli, sentitosi raggirato dai Magi, decide 4 / 7

È un espressione corretta, dogmaticamente nitida.

5 l eccidio dei bambini di Betlemme dai due anni in giù, certo di avere di mezzo il bambino. Così come già in Egitto, il Faraone decise la soppressione dei nati maschi di Israele! Matteo cita Geremia (31,15): Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. Parla del pianto di Rachele progenitrice delle tribù di Beniamino ed Efraim, per i suoi figli sotto il giogo assiro. Così è il dolore delle madri di Betlemme. vv Morto Erode, l angelo ordina a Giuseppe di tornare in Israele. Paese di Israele dice l angelo: non una regione politica (Giudea, Samaria, ecc.) ma il titolo che l Antico Testamento dava alla Palestina quale terra di Dio, fatto dono al popolo di Israele. Gesù torna nella terra dei Padri che attende il Messia. Dio disse a Mosé: Va, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita (Esodo 4,19). L angelo dice ora a Giuseppe: và nel paese d'israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino". Dopo la morte di Erode la Palestina venne di nuovo divisa: la Galilea viene data al figlio Erode Antipa; la Giudea ela Samaria al figlio Archelao (tanto crudele da essere deposto dall imperatore romano!). Conoscendolo, Giuseppe ebbe paura di andarvi. Dio stesso guida Giuseppe in sogno nella scelta: Nazaret sarà la città presso cui abitare. Così Gesù sarà il Nazareno come previde la Scrittura. Isaia dice: Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici (11,1). Virgulto in ebraico si dice 5 / 7

Parla del pianto di Rachele progenitrice delle tribù di Beniamino ed Efraim, per i suoi figli sotto il giogo assiro. Così è il dolore delle madri di Betlemme. vv.19-23.

6 nezer che suona simile a nozri, nazareo RIFLESSIONE San Giuseppe può essere un modello di genitore e di padre. L'essere padre è un grande dono che il Signore ha concesso all'uomo; è partecipare all'essenza stessa di Dio: l'essere creatore. Di questa figura paterna sottolineiamo due caratteristiche. Prima. La capacità di sognare. Giuseppe uomo giusto e timorato di Dio non si è adagiato al "si è sempre fatto così", ha saputo lasciare spazio all'intervento di Dio anche quando questo poteva sembrare assurdo. Ha saputo interpretare la volontà di Dio e con coraggio intravvedere la bontà di certe scelte per sé e per la propria famiglia. Saper sognare implica uno sguardo fiducioso e appassionato nel domani. Saper sognare è anche la capacità d'ascoltare la volontà di Dio, ovvero saper discernere quanto il Signore ci sta indicando come scelta necessaria e utile per la comunità. Bisogna sempre mantenere viva questa attitudine all'ascolto. Sicuramente quanto più sapremo ascoltare il Signore e i bisogni dei nostri fratelli, tanto più saremo una comunità aperta al futuro. 6 / 7

7 Seconda. La capacità di obbedire con rispettoso silenzio. Collegata alla prima caratteristica, in quanto l'obbedienza nasce dall'ascolto, questo secondo aspetto della personalità di Giuseppe è di indubbio valore. Giuseppe ha saputo obbedire alla volontà di Dio anche quando questa gli chiedeva cose impossibili e di rimetterci la faccia e la reputazione agli occhi della gente. Ha accolto Maria sua promessa sposa invece di ripudiarla; ha affrontato un difficile viaggio verso l'egitto con il piccolo Gesù. Giuseppe non ha mai cercato di fare di testa sua ma è rimasto sempre molto umile e obbediente. San Giuseppe ha saputo obbedire con rispettoso silenzio. Silenzio che potrebbe stupire o essere interpretato come una mancanza d'iniziativa e di libertà, in realtà esso dice il grande spessore spirituale e umano di questo santo. Obbedire non è segno di debolezza poichè è riconoscere l'amore di Dio e individuare in esso il massimo bene a cui noi possiamo aspirare. Tante volte la Parola di Dio che ascoltiamo rimane un bel ragionamento, a volte affascinate e vero, ma poi all'atto pratico, quando si tratta di seguirlo, di obbedire a quanto viene espresso, troviamo mille scuse e scappatoie per giustificarci e agire ancora secondo la nostra volontà. Obbedire al Signore e alla sua volontà è invece prendere sul serio la sua Parola, anche quando questa ci prospetta il martirio, la passione. Questa silenziosa obbedienza non è follia ma il misterioso abbandonarsi a quel Dio che ci ama fino al punto di morire per noi. 7 / 7

Giuseppe ha saputo obbedire alla volontà di Dio anche quando questa gli chiedeva cose impossibili e di rimetterci la faccia e la reputazione agli occhi della gente.

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