Programma operativo per l intercettazione della frazione organica.

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1 PROVINCIA DI GENOVA Programma operativo per l intercettazione della frazione organica. Con Deliberazione della Giunta Regionale n 1633 del 16/12/2005 e stato approvato l Accordo di programma (pubblicato sul B.U.R.L. n. 20 del 17/05/2006) relativo ad interventi per la raccolta separata e il recupero della frazione biodegradabile dei rifiuti urbani. Fra gli impegni assunti dalla Provincia, mediante sottoscrizione dell Accordo, vi è quello di redigere un programma operativo con il quale vengono definite proposte di intervento per indirizzare le scelte dei Comuni sulla realizzazione di impianti e sulla dotazione di dispositivi tali da favorire gli obiettivi di riduzione della frazione biodegradabili da conferire in discarica. Sulla base del predetto programma operativo la Provincia potrà finanziare alcuni interventi strutturali o funzionali organizzativi nonché di promozione dell informazione per il migliore successo delle iniziative. Secondo quanto contenuto nell Accordo il programma operativo deve affrontare le seguenti tematiche: 1. Quadro della situazione in essere e quantità di frazione organica intercettata ex ante. 2. Individuazione dei materiali da raccogliere in modo differenziato e delle priorità di intervento in base al panorama delle utenze che costituisca parte integrante di una strategia complessiva di ottimizzazione del sistema della raccolta differenziata. 3. Definizione di un obiettivo di intercettazione dei rifiuti biodegradabili alla fonte, in particolare della frazione organica, su base territoriale provinciale per gli anni 2006 e 2007 in linea con il quadro normativo vigente. 4. Definizione delle più opportune modalità di raccolta per ciascun materiale e ciascun flusso di provenienza, sia per la frazione di rifiuti domestica che extra domestica. 5. Individuazione di strumenti e strategie di formazione/informazione degli utenti. 6. Analisi dei costi e benefici attesi dal progetto. 7. Individuazione degli strumenti finanziari, del calendario degli interventi e delle relative modalità attuative. 8. Definizione di un programma di analisi merceologiche per monitorare nel tempo la presenza della frazione organica nei rifiuti conferiti in discarica, facendo riferimento, per il campionamento ed analisi dei rifiuti, all Allegato 3 del D.M. 3 agosto 2005 Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica. 1

2 0. Premessa Le fonti utilizzate nella stesura del presente piano operativo sono costituite dal Piano Provinciale di gestione dei rifiuti, dal Piano industriale, commissionato dall ATO all AMIU di Genova, per la raccolta differenziata e dai dati forniti dai Comuni e dalle Comunità Montane relativamente alla produzione di RSU e ai risultati della RD del I dati non disponibili verranno desunti dall analisi statistica del trend di produzione degli ultimi anni in modo da avere comunque il dato teorico complessivo per impostare le proposte operative. Costituiscono elementi di indirizzo quelli contenuti nella disciplina di cui al D. Lgs 36/2003 in ordine alla gestione delle discariche e agli obiettivi di riduzione della componente organica dei RSU nei modi e nei tempi stabiliti nonché la disciplina applicabile al settore della produzione di compost. 2

3 1. Analisi della situazione attuale (Quadro della situazione in essere e quantità di frazione organica intercettata ex ante) Si riportano di seguito i dati di produzione RSU relativi al 1999 (ultimo dato di Piano) e al 2005: Tavola 1 Produzione RSU 1999 (tonnellate) 3 Produzione RSU 2005 (tonnellate) Arenzano Avegno Bargagli Bogliasco Borzonasca Busalla Camogli Campo Ligure Campomorone Carasco Casarza Ligure Casella Castiglione Chiavarese Ceranesi Chiavari Cicagna Cogoleto Cogorno Coreglia Ligure Crocefieschi Davagna Fascia Favale di Malvaro Fontanigorda Genova Gorreto Isola del Cantone Lavagna Leivi Lorsica Lumarzo Masone Mele Mezzanego Mignanego Moconesi Moneglia Montebruno Montoggio Ne

4 Neirone Orero Pieve Ligure Portofino Propata Rapallo Recco Rezzoaglio Ronco Scrivia Rondanina Rossiglione Rovegno S. Colombano Certenoli Sant Olcese Santa Margherita Ligure Santo Stefano d Aveto Savignone Serra Riccò Sestri Levante Sori Tiglieto Torriglia Tribogna Uscio Valbrevenna Vobbia Zoagli Totale I dati in corsivo non sono stati forniti e sono stati desunti dalla valutazione statistica del trend calcolato sui dati forniti dai Comuni. Si è provveduto all integrazione dei dati mancanti solo al fine di avere un valore di riferimento sulla produzione totale di RSU nella provincia. Di seguito si riportano i dati reali disponibili di raccolta differenziata di due delle componenti biodegradabili presenti nei RSU, e cioè CARTA/CARTONE e FRAZIONE ORGANICA, relativi all anno Accanto al dato quantitativo assoluto viene evidenziato il valore percentuale relativo alla produzione di RSU (100%). Tavola 2 CARTA/CARTONE FRAZIONE ORGANICA tonnellate % su RSU tonnellate % su RSU Arenzano , ,36 Avegno Bargagli 37 2,67 Bogliasco 77 3, ,33 Borzonasca 14 1, ,04 Busalla 314 9, ,18 4

5 Camogli 295 7, ,45 Campo Ligure 80 6,30 Campomorone 159 5,60 Carasco 111 4,11 Casarza Ligure 219 7,31 8 0,27 Casella 64 3,06 Castiglione Chiavarese Ceranesi 49 2,54 Chiavari , ,27 Cicagna 60 4,89 Cogoleto 276 5,40 Cogorno 96 3,78 Coreglia Ligure 9 10,61 Crocefieschi 2 0,42 Davagna 19 1,85 Fascia Favale di Malvaro 13 6,59 Fontanigorda Genova , ,1 Gorreto Isola del Cantone 43 4,99 Lavagna 471 4, ,16 Leivi Lorsica 9 4,32 Lumarzo 26 3,10 Masone 105 6,49 Mele 121 9,18 Mezzanego 20 4,23 Mignanego 50 2,53 Moconesi 67 4,83 Moneglia 163 6, ,58 Montebruno Montoggio 16 1,52 Ne 1 0,05 Neirone 14 2,63 Orero 23 8,23 Pieve Ligure 58 4,92 3 0,24 Portofino 6 0,64 Propata Rapallo , ,80 Recco 251 4, ,75 Rezzoaglio Ronco Scrivia 135 6, ,48 Rondanina 1 0,12 Rossiglione 82 6,96 Rovegno 2 0,39 S. Colombano Certenoli 54 4,92 Sant Olcese 81 2, ,05 Santa Margherita Ligure 729 8,45 5

6 Santo Stefano d Aveto Savignone 114 5,37 Serra Riccò 80 2,53 Sestri Levante , ,90 Sori 54 2,36 Tiglieto 14 3,58 Torriglia Tribogna 10 3,13 Uscio Valbrevenna 2 0,30 Vobbia 2 0,59 Zoagli 59 4,45 Totale , ,05 Come si desume facilmente dalla lettura della tabella, la quasi totalità dei comuni ha organizzato la raccolta differenziata della carta e del cartone con resa percentuale media pari al 6,05% e un massimo di resa pari al 15,69%. Diversa la situazione relativa alla raccolta differenziata del rifiuto organico che presenta condizioni di saltuarietà e strutturazione incerta. Il valore percentuale nell intera provincia è pari all 1,05%. Nella maggior parte dei casi il materiale raccolto deriva dalla manutenzione del verde pubblico. Per quanto riguarda lo stato attuale della raccolta e del trattamento del rifiuto organico in provincia sono presenti gli impianti indicati nella successiva Tavola 3. Anagrafe Impianto ARENZANO AR.A.L. Arenzano Ambiente Lavoro S.p.a. Località Val Lerone ARENZANO AR.A.L. Arenzano Ambiente Lavoro S.p.a. Via Sauli Pallavicino, 39 ARENZANO AR.A.L. Arenzano Ambiente Lavoro S.p.a. Via Val Lerone c/o Area P.I.P. BARGAGLI Primavera S.a.s. (già Primavera S.n.c. di Gazzolo Mario & C.) Via G. Cevasco, 54 BOGLIASCO Comune di Bogliasco Località Impianti Sportivi Capacità impianto Tavola 3 Tipologie del rifiuto trattato Fraz. org. Selez. CER Verde CER m 3 X X 1000 t/a X 1000 t/a X 1000 t/a X Altro Fase solo raccolta triturazione e trasformazio ne biologica aerobica Output dell'impianto Prodotti in uscita riutilizzo in giardini comunali t/a Stato operativo solo raccolta o processo biologico aerobico della componente organica a + 55 ammendante compostato verde 250 t/a X solo raccolta o n o o 6

7 BUSALLA AMIU Genova S.p.a. Discarica Località Birra 2000 t/a X X solo raccolta o BUSALLA Comune di Busalla Via Fontanelle 23,3 m 3 X solo raccolta o CAMOGLI Comune di Camogli Località Bana CAMPO LIGURE Cooperativa Sociale Ecologica Via Vallecalda - Località Caporale 45 m 3 X X solo raccolta o 10 (t/g) X solo raccolta o CASARZA LIGURE CM Val Petronio Località Gallinara 20 m 3 X solo raccolta o CASARZA LIGURE Comunità Montana Val Petronio Via Bargona, 2 - Località Gallinara 2000 t/a X solo raccolta o CASELLA Comune di Casella Località Pontasso 10 t/a X solo raccolta in corso di approvazione CHIAVARI Comune di Chiavari Località Cava Bacezza 50 m 3 X solo raccolta n GENOVA Ecocart S.r.l. Via Lorenzi, 25N X (R vegetali derivanti da attività agroindust riali) solo raccolta o GENOVA Ecolegno Genova S.r.l. Via Lorenzi, t/a X solo raccolta o GENOVA AMIU Genova S.p.a. Via Carpenara - Cava Chiesino in Val Varenna 9000 t/a (30t/g) X X bio ossidazione accelerata ammendante compostato misto o GENOVA AMIU Genova S.p.a. Via Lungobisagno Dalmazia, 3 GENOVA AMIU Genova S.p.a. Via Argine Polcevera - Area Rialzo GENOVA AMIU Genova S.p.a. Via Gastaldi 20 m 3 X solo raccolta o X solo raccolta o X solo raccolta o 7

8 GENOVA AMIU Genova S.p.a. Via Carpenara - Cava Chiesino in Val Varenna LAVAGNA Autotrasporti Nucera S.n.c. Località Madonna della Neve MASONE Cooperativa Sociale Ecoligica Località San Francesco X solo raccolta n 25 m 3 X X solo raccolta o 10 (t/g) X solo raccolta o MASONE Comunità Montana Valli Stura e Orba Località Vivaio Forestale Canneti X Cumoli rivoltati o MONTOGGIO Comune di Montoggio Località Terre Rosse 500 t/a X X biocella Cumoli rivoltati ammendante compostato misto ammendante compostato verde n MONTOGGIO Comune di Montoggio Località Tre Fontane RAPALLO Comune di Rapallo Località San Pietro (altezza ex Calca Rapallo) RAPALLO Comune di Rapallo Località Tonnego RAPALLO Comune di Rapallo Località Tonnego 20 m 3 X 700 t/a solo raccolta solo raccolta 200 m 3 X solo raccolta o X solo raccolta o o o RAPALLO LKE S.r.l. Servizi e Tecnoligie Ambientali 50 t/a solo raccolta o RECCO Comune di Recco Valle della Né RONCO SCRIVIA Benfante S.r.l. Via Braia, 57 ROSSIGLIONE Cooperativa Sociale Ecologica Via Vallecalda - Località Caporale 80 t/a X solo raccolta o 10 t/a solo raccolta o 10 (t/g) X solo raccolta o SAN COLOMBANO CERTENOLI LKE S.r.l. Servizi e Tecnoligie Ambientali Località Scaruglia x Cumuli rivoltati ammendante compostato verde o S. MARGHERITA LIGURE Comune di Santa Margherita Ligure Via Dogali S. MARGHERITA LIGURE Comune di Santa Margherita Ligure Via Dogali 77 SESTRI LEVANTE Autotrasporti e movimento terra Taddei Marco Via per Santa Vittoria - Località Ramaia SESTRI LEVANTE Comune di Sestri Levante Area ex Ledoga - Via Salvi, t/a X solo raccolta o 130 m 3 X X solo raccolta 225 t/a X solo raccolta o X solo raccolta o n 8

9 SESTRI LEVANTE Autotrasporti Neve Paolo Via Bruno Primi USCIO/TRIBOGNA Consorzio Intercomunale di Rio Marsiglia Località Rio Marsiglia X solo raccolta o 400 m 3 X solo raccolta o di cui non ancora attivi 5: ART 27/28 Arenzano - Val Lerone (hanno chiesto sopralluogo x gest.) Chiavari - Cava Bacezza Art. 33 pubblici Art. 33 privati Montoggio - Loc. Terrerosse S. Margherita - Via Dogali Genova - Cava Chiesino (solo Racc) di cui 6 autorizzati non solo per la raccolta Montoggio - Loc. Terrerosse Arenzano - parco Genova - Cava Chiesino Bargagli - Primavera Srl S. Colombano - LKE Masone - CM Valle Stura Orba 9

10 2. Oggetto della raccolta e priorità di intervento (Individuazione dei materiali da raccogliere in modo differenziato e delle priorità di intervento in base al panorama delle utenze che costituisca parte integrante di una strategia complessiva di ottimizzazione del sistema della raccolta differenziata) La popolazione residente nella provincia di Genova ammonta a unità. Il quantitativo di rifiuti urbani prodotti nell anno 2005 è pari a tonnellate. La produzione media di ciascun abitante è pari a circa 523 kg/anno. La produzione pro capite è elevata, ma viene condizionata dalla presenza significativa di popolazione fluttuante. Si assiste pertanto ad una notevole variabilità nella produzione pro capite in dipendenza della situazione locale e dall influenza turistica: la distribuzione dei valori di produzione pro capite varia da 258 kg/anno (dato fornito dal Comune di Coreglia Ligure) a 1549 kg/anno (dato fornito dal Comune di Portofino). I due valori estremi citati sono ovviamente da considerare di per sé statisticamente poco significativi; nonostante ciò è altrettanto evidente che la situazione locale e la connotazione socio economica riveste una discreta importanza non solo in termini quantitativi di produzione, ma altresì in termini qualitativi (si veda nel seguito il commento sulla produzione di vetro come RD nello stesso comune di Portofino). Tali considerazioni portano a diversificare le scelte operative per le diverse realtà territoriali (tale impostazione era già stata data nella sezione dedicata alla RD nel Piano provinciale ed è stata ripresa nel piano industriale della RD redatto da AMIU su incarico dell ATO). Il territorio provinciale pertanto risulta suddiviso in tre tipologie di zone: l Area genovese, l Area costiera e le Aree montane. Figura 1 Grafico delle zone (importare dal piano industriale AMIU) Vi sono molteplici motivi a sostegno di tale impostazione (distribuzione degli insediamenti, strutturazione delle aree urbanizzate, tipicità dell assetto economico produttivo, entità della fluttuanza). Le caratteristiche delle zone si riflettono, come già accennato, sulla produzione dei rifiuti (tonnellate/anno/pro capite) e sulla qualità della loro composizione. Questo ultimo aspetto, peraltro, a parte situazioni identificate come anomalie, mostra sostanzialmente omogeneità fra Genova e l Area costiera e vede invece uno scostamento qualitativo significativo nelle Aree montane rispetto a quelle. Si fa riferimento, per quanto riguarda la qualità del rifiuto, alle indagini merceologiche eseguite da AMIU nel corso degli ultimi anni e che hanno dato i risultati riportati nei grafici che seguono, uno riguardante le zone ad alta densità insediativa (Area genovese e Area costiera) e l altro riferito alle zone a bassa densità insediativa (Aree montane). 10

11 Figura 2 Grafici composizione merceologica (importare dal piano industriale AMIU) Trasferendo i dati in tabella, per un confronto più diretto: Tavola 4 Frazione merceologica % RSU % RSU Alta densità insediativa Bassa densità insediativa Organico 28,6 23,9 Cartone 13,8 12,0 Carta 12,9 9,3 Vetro 8,5 9,9 Plastica 7,0 12,0 Legno 6,5 3,5 Plastica in film 6,4 4,6 Metalli 3,4 2,4 Tessili 3,3 5,3 Inerti 3,1 3,4 Sottovaglio 2,9 6,2 Poliaccoppiati 1,5 5,1 Gomma 1,1 0,5 Pericolosi 1,1 2,1 [I dati ora illustrati hanno un naturale margine di errore (fra l altro si fa presente che le somme sono rispettivamente di 1 e 2 decimi superiori a 100 per gli avvenuti arrotondamenti) dovuto anche alla difficoltà di allestire un campione del tutto significativo da un punto di vista strettamente statistico; tuttavia essi sono rispondenti alle esigenze pratiche che qui interessano. Esulano dalla possibilità di confronto quelle realtà estreme alle quali più sopra si accennava dove il dato medio di produzione annuale pro capite si discosta dalla media in modo eclatante. Per tornare all esempio di Portofino, risulta dai dati del 2005 che il quantitativo di vetro raccolto nel comune (e si dà per scontato che l intercettazione del vetro sia ben lungi dall essere completa) è superiore alla presenza percentuale del vetro nel rifiuto all origine secondo l analisi merceologica.] In termini metodologici si stabiliscono i seguenti punti: - il rifiuto definito biodegradabile si compone di quattro frazioni: ORGANICO, CARTA, CARTONE, LEGNO; - le quote percentuali di potenziale raccolta differenziata coincidono con le percentuali delle rispettive componenti dell analisi merceologica; - i valori massimi reali di potenziale raccolta differenziata delle frazioni CARTA,CARTONE, LEGNO vengono poste al 75% del valore della rispettiva componente dell analisi merceologica (questo perché carta, cartone e legno sono 11

12 presenti nel rifiuto anche in forma associata ad altri componenti che ne rendono impossibile, o comunque complessa, la separazione all origine); - per ogni singolo componente il confronto fra il dato reale di raccolta (dato 2005 fornito dai Comuni) e la potenzialità reale di raccolta individua la quantità di rifiuto intercettabile e rappresenta il dato di input del programma degli interventi. In ordine al panorama delle utenze si ritiene, inoltre, di stabilire le seguenti priorità: - intercettazione della frazione organica domestica nelle zone rurali con programmi mirati di raccolta e conferimento; allestimento di piccoli impianti per la produzione di compost; utilizzo del compost prodotto presso le piccole attività agricole o da parte dell utenza privata all interno del comprensorio dove avviene la raccolta; - intercettazione della frazione organica da grandi utenze e dai mercati nell Area genovese; intercettazione del verde (sfalci e potature) da manutenzione del verde pubblico nell Area genovese e nell Area costiera; impulso al funzionamento dell impianto di Val Varenna fino a saturazione della potenzialità di impianto; utilizzo del compost prodotto presso attività agricole di media o grande dimensione; - incremento del sistema di raccolta della carta e del cartone nei capoluoghi dei comuni montani. In seconda battuta si ritiene altresì di promuovere le seguenti azioni: - impulso alla raccolta della carta e del cartone dalle utenze commerciali e di servizio nell Area genovese e nell Area costiera; - intercettazione dell organico proveniente dalla attività di ristorazione e dai commerciali che producono tale tipologia di rifiuto, nonché da mense e catering, sia nell Area costiera che nell Area genovese; - riorganizzazione locale dei sistemi di raccolta della carta e del cartone; ottimizzazione della distribuzione dei dispositivi di raccolta. Oltre alle azioni sopra elencate si ritiene che possano essere promosse iniziative diverse che hanno come scopo essenziale quello della riduzione della fermentescibilità del rifiuto da trasferire in discarica. Tale risultato si ottiene con varie tecniche fondate sull accelerazione del processo di decomposizione previa separazione della parte umida (ossidazione, digestione, disidratazione, stabilizzazione) senza peraltro che il prodotto ottenuto possa essere utilizzato per la tecnica agricola. Il materiale trattato trova collocazione in discarica dove peraltro i processi di trattamento ne rendono meno impattante la presenza sia per la conseguente ridotta complessità chimica sia per una drastica diminuzione di volume. E evidente che la parte di rifiuto che dovesse seguire il processo appena accennato non darebbe luogo di fatto a nessun recupero in termini di materiale; l ipotesi descritta può invece rivelarsi vantaggiosa per lo sfruttamento energetico. 12

13 3. Obiettivo di intercettazione (Definizione di un obiettivo di intercettazione dei rifiuti biodegradabili alla fonte, in particolare della frazione organica, su base territoriale provinciale per gli anni 2006 e 2007 in linea con il quadro normativo vigente) Si identificano come zone montane quelle corrispondenti al territorio amministrativo delle Comunità Montane; di queste alcune sono delineabili come zone rurali. Questa distinzione è necessaria in quanto due Comunità Montane del territorio provinciale comprendono comuni che appartengono alla cosiddetta fascia costiera e ne presentano le peculiari caratteristiche. Si fa riferimento alla Comunità Montana Val Petronio, dove l unico comune che denota caratteristiche tipiche delle zone rurali è il comune di Castiglione Chiavarese, e la Comunità Montana Argentea, il cui unico comune non costiero è Mele. (Questa analisi è, peraltro, già contenuta nella sezione dedicata alla RD del Piano provinciale di gestione dei rifiuti e allo stesso si rinvia per il dettaglio). Per quanto riguarda le scelte operative e le priorità più sopra descritte, le aree di intervento di cui alla prima voce sono le seguenti: - Comunità Montana Valle Stura (Comuni di Masone, Campo Ligure, Rossiglione, Tiglieto) - Comunità Montana Alta Valle Scrivia (Comuni di Davagna, Montoggio, Savignone, Casella, Busalla, Ronco Scrivia, Isola del Cantone, Vobbia, Valbrevenna, Crocefieschi) - Comunità Montana Alta Val Trebbia (Comuni di Torriglia, Fascia, Rondanina, Propata, Montebruno, Fontanigorda, Rovegno, Gorreto) - Comunità Montana Val Fontanabuona (Comuni di Avegno, Bargagli, Carasco, Cogorno, Cicagna, Coreglia Ligure, Favale di Malvaro, Lorsica,, Leivi, Lumarzo, Moconesi, Neirone, Orero, San Colombano Certenoli, Sori, Tribogna, Uscio) - Comunità Montana Valli Aveto Graveglia e Sturla (Comuni di Borzonasca, Mezzanego, Rezzoaglio, Santo Stefano d Aveto, Ne) - Comunità Montana Alta Val Polcevera (Campomorone, Ceranesi, Mignanego, Sant Olcese, Serra Riccò) Il quadro aggiornato della produzione di rifiuti prodotti nelle aree elencate è quello indicato nella successiva Tavola 5; accanto alla produzione di RSU viene indicato il valore in peso della frazione organica relativa, calcolato sulla base delle caratteristiche merceologiche del rifiuto. Tavola 5 Comprensorio RSU prodotti nel 2005 Frazione organica stimata (tonnellate) (tonnellate) Valle Stura Alta Valle Scrivia Alta Val Trebbia Val Fontanabuona Valli Aveto Graveglia Sturla Alta Val Polcevera

14 Nei comprensori territoriali sopra elencati non si segnalano risultati ad oggi significativi sulla raccolta del rifiuto organico. Dai dati forniti dai Comuni si riscontra una raccolta nel comune di Borzonasca di 16 tonnellate nell anno 2005 e nei comuni di Busalla e Ronco Scrivia che complessivamente hanno raccolto circa 70 tonnellate di rifiuto organico nello stesso periodo. Sostanzialmente, pertanto, iniziative in tal senso sono da considerare nuove e pressoché totalmente da organizzare. Da un punto di vista cronologico, le iniziative di raccolta devono essere messe in atto solo dopo che gli impianti che possono ricevere e trattare il rifiuto siano stati realizzati. In termini quantitativi il rifiuto organico può essere intercettato totalmente. La modularità degli impianti, che rappresenta una prerogativa essenziale nell allestimento dei progetti, consente di sviluppare il sistema in base alla risposta in termini di partecipazione attiva della popolazione alla singola proposta operativa. In altre parole la progettazione degli impianti deve essere formulata per la copertura dell esigenza di trattamento dell intera produzione; la realizzazione di tali progetti deve avvenire in maniera graduale, partendo con un sistema sperimentale e analizzando i risultati concreti ottenuti per la successiva estensione del sistema stesso e la sua conduzione a regime. La messa in atto di questo programma consente, con il tempo, di eliminare la frazione organica dal rifiuto in modo completo o quasi completo. Oltre ad una risposta significativa agli indirizzi e previsioni contenuti nel D. Lgs. 36/2003 per quanto riguarda la riduzione dei rifiuti biodegradabili da conferire in discarica, il sistema, così impostato, consente altresì di migliorare le caratteristiche dei rifiuti residui indifferenziati per quanto riguarda la termovalorizzazione e, non ultimo, per una gestione più economica del sistema di smaltimento, di ridurre il numero dei trasporti a quelli dipendenti esclusivamente dalle quantità di rifiuti raccolti (eliminando dal rifiuto urbano la componente putrescibile, infatti, viene meno la necessità di allontanamento dei rifiuti con cadenza preordinata, da rispettarsi anche in assenza di pieno carico). I tempi per dare corso all intera azione non sono brevi; la progettazione dei sistemi di trattamento della frazione organica può essere elaborata sulla base di modelli di impianto prefabbricati, normalmente dotati di requisiti e dispositivi che ne rendono l impatto ambientale trascurabile e, come si è già sostenuto, con caratteristiche modulari, ovvero mediante la realizzazione graduale di un certo numero di celle di maturazione con caratteristiche costruttive minime, dove peraltro la gestione potrebbe rivelarsi più impegnativa. I primi risultati potrebbero rendersi visibili a partire dal L obiettivo di intercettazione è, come già detto, la totalità del rifiuto organico, obiettivo che è raggiungibile in modo scalare e a partire dall effettiva entrata in funzione degli impianti, se pur nella loro prima, e parziale, fase di sperimentazione. Per il 2006 e per il 2007 non è realistico ipotizzare l ottenimento di risultati concreti già in riferimento alla produzione di prodotto compostato. In questo periodo invece è ragionevole programmare la consultazione e la formazione dei soggetti interessati (le Comunità Montane sono i giusti soggetti da coinvolgere) e organizzare la tempistica di presentazione dei progetti, l analisi degli stessi e la loro formale approvazione. All interno dei progetti dovrà essere inserita l organizzazione della raccolta con particolare riferimento al progressivo coinvolgimento della popolazione, la fornitura di dispositivi domestici per la raccolta separata del rifiuto compostabile, la logistica spaziale e temporale della raccolta e conferimento all impianto di trasformazione. Secondo le stime illustrate in Tavola 4 l intera operazione ha come risultato finale la raccolta differenziata e il recupero di tonnellate di rifiuto organico, equivalente a circa il 2,6 % dalla produzione di RSU nella provincia. 14

15 Per l Area genovese e l Area costiera le azioni giudicate prioritarie ruotano intorno all incremento della resa quantitativa di alcune azioni già in essere e precisamente: - intercettazione della frazione organica da grandi utenze e dai mercati nell Area genovese; - intercettazione del verde (sfalci e potature) da manutenzione del verde pubblico nell Area genovese e nell Area costiera; - impulso al funzionamento dell impianto di Val Varenna fino a saturazione della potenzialità di impianto; utilizzo del compost prodotto presso attività agricole di media o grande dimensione. Per quanto riguarda l impianto di compostaggio di Cava Chiesino, in Val Varenna, gestita da AMIU se ne illustrano nel seguito le caratteristiche strutturali e funzionali. Al fine di perseguire gli obiettivi previsti dal D.Lgs 22/97 Decreto Ronchi in merito al recupero e riutilizzo dei rifiuti A.M.I.U. Genova S.p.A., Azienda Multiservizi e di Igiene Urbana, ha predisposto la realizzazione di un impianto industriale per la produzione di compost di qualità. Tenendo conto che un problema che da sempre caratterizza la città Genova è la mancanza di spazi si è ovviato a questo inconveniente scegliendo una metodologia che consentisse la messa in esercizio di un impianto di compostaggio che limitasse questa necessità; si è quindi optato per la realizzazione di un impianto, costruito nel sito di una cava dismessa, che operasse utilizzando il metodo della Bio-ossidazione accelerata. Questa tipologia di impianto consente di limitare al massimo i rivoltamenti del materiale poiché nella prima fase (avente durata di circa 21 giorni) i rifiuti depositati vengono posizionati in cumuli statici in cui l aria di processo (per mezzo di apposite canalizzazioni inserite nella pavimentazione) viene aspirata, attraversando i cumuli stessi, consentendo quindi una buona penetrazione dell umidità (per l umidificazione è possibile utilizzare sia acque chiare che i percolati prodotti dai materiali in via di compostazione) nell intera massa dei rifiuti in lavorazione; con questo sistema al contempo si limita in modo significativo la fuoriuscita di odori; problematica questa da non sottovalutare per una corretta conduzione degli impianti soprattutto se gli stessi sono ubicati nelle vicinanze di civili abitazioni e/o di altri siti industriali. Impianto di Compostaggio L impianto è composto da una serie di capannoni all interno dei quali si trovano sia le attrezzature che i materiali in fase di compostaggio, ha una capacità di trattamento di circa 9000 tonn/anno, e può ricevere le seguenti tipologie di rifiuto: Frazione organica RSU proveniente da raccolta differenziata. Scarti vegetali di coltivazioni agricole e/o derivanti da attività agro-industriali Segatura, trucioli e scarti di legno Rifiuti lignocellusosici provenienti dalla manutenzione del verde ornamentale. 15

16 Figura 1 Vista laterale Impianto Figura 2 Vista laterale impianto L impianto di compostaggio si suddivide quindi delle seguenti sezioni operative: a) Triturazione ed omogeneizzazione b) Bio-ossidazione accelerata (21 giorni) c) Maturazione lenta (30 giorni) d) Vagliatura e) Maturazione finale (39 giorni) Processo di lavorazione I rifiuti provenienti dal territorio a seguito di raccolta differenziata vengono avviati all interno di un capannone di ricevimento e da questo, attraverso l ausilio di pale meccaniche gommate, convogliati nel miscelatore/trituratore per la loro omogeneizzazione; il materiale in uscita dal miscelatore/trituratore viene quindi inserito nelle corsie di bioossidazione accelerata dove resta per circa 21 giorni; al termine dei 21 giorni si provvede alla vagliatura e al posizionamento del compost nelle corsie di maturazione lenta mentre il sovvallo viene ripulito dai residui (purtroppo sempre presenti) di plastica e carta e reimmesso nel circuito di lavorazione. 16

17 Schema di flusso impianto di compostaggio Rifiuti in ingresso Rifiuti in uscita omogeneizzazione Carta-plastica Bio-ossidazione accelerata (21 gg) sovvalli analisi Materiali fuori specifica vagliatura Carta-plastica Maturazione lenta (30 gg) Maturazione finale (39 gg) compost analisi Materiali fuori specifica Infine dopo i 30 giorni di maturazione lenta il materiale viene quindi posizionato nei capannoni di maturazione finale dove resta per un periodo non inferiore a 39 giorni. Attrezzature ed impiantistica Figura 3 Gruppi valvolari sistema aspirazione aria di processo 17

18 Figura 4 Miscelatore/trituratore Figura 5 Vaglio con separatore carta e plastica 18

19 Figura 6 Figura 7 Capannone ricevimento materiali Capannoni e area Biofiltro corsie bio-ossidazione accelerata Attualmente l impianto, pur essendo autorizzato in via definitiva, sta ancora operando in modo sperimentale in quanto alcune problematiche legate alla stabilità dei versanti di cava fanno sì che non sia possibile utilizzare appieno tutta la potenzialità dell impianto stesso ; in questo contesto però si inserisce una sperimentazione avviata con il CIA di Albenga (Consorzio Italiano Agricoltura) che vede il compost prodotto essere utilizzato per la produzione in vaso di piante aromatiche quali il timo, il rosmarino, la salvia e la lavanda. Figura 8 campo di sperimentazione di Albenga 19

20 Figura 9 Verifica apparato radicale Conferimenti Attraverso il circuito di raccolta dei mercatali attivato su Genova, il conferimento di legno derivante da potature e sfalci attivato da Ecolegno ed i contratti di conferimento di rifiuti biodegradabili attivati con le aree dei Comuni di Arenzano e Camogli, ad oggi, all impianto di compostaggio di Valvarenna sono conferiti i seguenti rifiuti: rifiuti mercatali AMIU CER rifiuti legno-cellulosici Ecolegno CER rifiuti legno-cellulosici Com. di Genova CER rifiuti mercatali Com. di Arenzano CER rifiuti biodegradabili Com. di Camogli CER L impianto di Val Varenna è al momento fortemente sottoutilizzato. L ipotesi di lavoro immediata è, pertanto, quella dello sfruttamento dell intera capacità di trattamento dell impianto esistente. Il trattamento di tonn/anno di rifiuto compostabile non richiede modifiche o ampliamenti o integrazioni strutturali. L azione quindi deve essere rivolta alla riorganizzazione della raccolta per un aumento di approvvigionamento di rifiuti all impianto. Si ritiene che gli interventi di immediata attuazione siano: - il coinvolgimento dei Comuni per l effettuazione di una raccolta separata dei rifiuti derivante dalla manutenzione del verde pubblico e l inserimento dei Comuni in un programma di conferimento. Questa azione ha, purtroppo, il limite dell andamento stagionale degli interventi sul verde tale da poter determinare una non equilibrata composizione del cumulo. Tale inconveniente può essere fronteggiato mediante la ricerca di fonti di produzione di rifiuti ligneocellulosici anche diverse ovvero con la gestione della scorta di materiale che, come è noto, se non triturato e non compattato difficilmente innesca reazioni di biodegradazione in tempi brevi; il materiale può 20

21 essere, pertanto, stoccato in attesa di essere dosato in ragione delle esigenze funzionali del processo; - raccolta differenziata spinta del materiale proveniente dalle grandi utenze e dai mercati; tale azione è già in atto nel comune di Genova, ma con risultati troppo modesti. La stessa va, perciò, incrementata e ottimizzata mediante riorganizzazione del servizio di raccolta e con l incremento dei punti di raccolta; l intervento sui mercati porta con sé, fra l altro, la possibilità di raccolta di una certa quota di ligneocellulosici (cassette di legno utilizzate per il trasposto di prodotti alimentari sfusi e cartone da imballaggio). Tale materiale contiene impurezze (punti metallici, adesivi plastici, ecc) che non dovrebbero però costituire, data la modesta presenza in rapporto alla massa, un motivo determinante nel declassamento del prodotto compostato. Una efficace composizione del cumulo, con il processo utilizzato presso l impianto, comporta la presenza di materiale ligneocellulosico in una percentuale variabile tra un minimo del 50% ad un massimo del 65%. Di conseguenza la quota di umido da trattare deve essere contenuta fra il 35 e il 50%. Rispetto alla capacità dell impianto si prospettano le seguenti necessità di approvvigionamento: Tavola 6 % umido % ligneocellulosici peso umido peso ligneocellulosici minimo tonn/anno tonn/anno massimo tonn/anno tonn/anno Il rapporto fra umido/ligneocellulosici deve possibilmente mantenersi fra 0,54 e 1. Ogni valore di rapporto intermedio consente una efficace resa. L obiettivo è, in questa fase, la saturazione della capacità di impianto. Lo stesso può essere conseguito già nel corso del 2007; tuttavia si ritiene più realistico che lo sfruttamento dell intera capacità di trattamento dell impianto possa essere raggiunto nel corso del L intera operazione ha come risultato finale la raccolta differenziata e il recupero tonnellate di rifiuto biodegradabile, equivalente a circa il 2% dalla produzione di RSU nella provincia. L ulteriore azione prioritaria del presente piano operativo consiste nell organizzazione od ottimizzazione della raccolta differenziata della carta e cartone nei piccoli centri facenti parte delle Aree montane. Come già complessivamente illustrato nel paragrafo relativo allo stato di fatto, quasi tutti i Comuni hanno organizzato nel proprio territorio la RD della carta; tuttavia nei piccoli centri il livello di raccolta è, nella maggior parte dei casi, molto basso; in alcuni il servizio non è attivo. In rapporto alla produzione di RSU nei comuni rientranti nelle Comunità Montane di cui alla Tavola 5 ( tonn/anno) il valore percentuale di raccolta differenziata della carta nell anno 2005 è intorno al 3,7. In base alla composizione merceologica del rifiuto tipico delle zone a bassa 21

22 densità insediativa e in base ai criteri generali più sopra illustrati per definire la potenzialità di raccolta, la quota raggiungibile di RD della carta e cartone è stimabile al 16% sulla produzione totale di rifiuti e corrispondente a circa tonn/anno. Gli interventi da realizzare per conseguire l obiettivo di questa azione sono estremamente semplici, non implicano la realizzazione di progetti strutturali, necessitano della sola istallazione dei dispositivi di raccolta e dell organizzazione delle operazioni periodiche di svuotamento e trasporto per il conferimento alle successive fasi. In alternativa alla fornitura dei dispositivi di raccolta stradali, l organizzazione della RD della carta e del cartone può essere attuata mediante ritiro periodico porta a porta. Questa ultima modalità è più redditizia in termini quantitativi e tuttavia comporta per il gestore uno sforzo organizzativo maggiore; la decisione sulle modalità da attuare per la raccolta, nel caso qui esaminato, trova un elemento discriminante forte nel rapporto fra il numero di dispositivi di raccolta fissi e il numero di utenti che se ne servono. Come già indicato a suo tempo nel Piano provinciale, ogni singolo dispositivo di raccolta dovrebbe servire non più di 500 utenti o, in altre parole, fino a 500 utenti. Tale criterio aveva, e ha, lo scopo di favorire la vicinanza del polo di raccolta al fruitore al fine di ridurne i disagi evidenti determinati da percorsi lunghi. Se il rapporto N. dispositivi/n. utenti dovesse conformarsi acriticamente a tale indicazione, nel caso di insediamenti dispersi si renderebbe il disagio tale da scoraggiare ogni volontà di collaborazione del singolo cittadino; il ricorso al sistema di periodica raccolta porta a porta annulla tale disagio e potrebbe essere percepito come un privilegio tale da generare una risposta superiore alle normali aspettative. Oltre alla finalità principale di conseguire più alti livelli di recupero dei rifiuti, nei comprensori privi di propri impianti di smaltimento l operazione può consentire una economia sui bilanci per l alleggerimento dei costi di smaltimento fuori zona. L obiettivo, se ben supportato da azioni di promozione e di informazione, è raggiungibile nel corso di mesi dall avvio dell iniziativa. Questa operazione, apparentemente di modesto significato, ha in realtà la possibilità di influire sulla raccolta differenziata nell intera provincia per un valore ulteriore di circa l 1,8%. Tutte le iniziative fino a questo momento descritte hanno il pregio di poter essere avviate e sviluppate con una tempistica veloce; le stesse azioni, peraltro, ricalcano quanto già a suo tempo previsto nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti con una maggiore definizione dei dettagli operativi. Le azioni vanno nella direzione di un conseguimento parziale degli obiettivi di riduzione del rifiuto biodegradabile in discarica, il cui primo livello di verifica è fissato al Complessivamente le iniziative descritte si pongono come risultato la raccolta differenziale, ai fini del recupero, di un quantitativo di rifiuti biodegradabili pari a tonn/anno corrispondenti a circa il 6,3 % sulla produzione dell Ambito. In base alla produzione pro capite di RSU media, calcolata a circa 523 kg/abitante/anno, il completamento degli interventi programmati si concretizzerebbe nella riduzione all origine di circa 33 kg/abitante/anno di rifiuti biodegradabili. 22

23 Le azioni prioritarie più sopra definite sono risolutive per le realtà dei Comuni a bassa densità insediativa (raccolta dell umido e intercettazione delle componenti carta e cartone). La definizione della priorità, in questa sede, è da mettere in relazione alle possibilità di promuovere azioni finanziabili con le risorse messe a disposizione da parte della Regione, salvo il reperimento di ulteriori fonti di finanziamento per la adeguata, totale copertura dei costi. E necessario, peraltro, prevedere altre ulteriori iniziative che, in adesione agli atti della pianificazione approvata e non ancora adeguatamente sviluppata, muovono nella stessa direzione. Le azioni che vanno sostenute ricadono nella parte di territorio tutta ricompressa nelle Aree ad alta densità insediativa; le stesse non possono essere considerate secondarie in termini di importanza ed effetto, né rinviabili o subordinate in termini temporali. Vengono qui riportate: - impulso alla raccolta della carta e del cartone dalle utenze commerciali e di servizio nell Area genovese e nell Area costiera; - intercettazione dell organico proveniente dalla attività di ristorazione e dai commerciali che producono tale tipologia di rifiuto, nonché da mense e catering, sia nell Area costiera che nell Area genovese; - riorganizzazione locale dei sistemi di raccolta della carta e del cartone; ottimizzazione della distribuzione dei dispositivi di raccolta. Non si vuole, in questa sede, descrivere in modo particolareggiato le singole iniziative riguardanti lo sviluppo delle azioni appena elencate. Sinteticamente si fa presente: - il Piano provinciale individua nel complesso dei rifiuti prodotti in ambito provinciale una quota pari a circa il 40% di rifiuti assimilati, consistenti per la maggior parte in rifiuti da imballaggio. IL grado di intercettazione per tali tipologie è indicato in prima istanza a circa il 40% del prodotto. Tale rimane, al momento, l obiettivo iniziale da perseguire; - l intercettazione dell organico, con l estensione dell azione già illustrata come azione prioritaria per la completa fruizione della potenzialità dell impianto di Val Varenna, interessa realtà produttive e di servizio e Aree in aggiunta a quelle già identificate. Il successo dell operazione sull impianto di Val Varenna può essere di impulso all estensione della raccolta e all avvio ad impianti diversi o di input alla realizzazione di un secondo impianto per la produzione di compost verde in aggiunta a quello già attivo; - l indagine sulla resa dei dispositivi di raccolta differenziata nel comune di Genova effettuata da AMIU ha evidenziato una varietà di risultati eclatante (una campana per la raccolta della carta può rendere ogni anno da un minimo di 2 tonnellate a un massimo di 40 tonnellate). Lo studio di dinamiche di conferimento può rivelare alcuni aspetti interessanti sui rapporti dell utenza con l organizzazione attuale e consentire di riorganizzare il sistema di distribuzione dei poli stradali o di promozione ed incentivazione dei conferimenti verso specifiche fasce di utenza. Da ultimo si ribadisce il sostegno alle iniziative riguardanti il pretrattamento del rifiuto da trasferire in discarica. 23

24 Il punto 3 del programma operativo è stato sviluppato in maniera strettamente collegata alla azioni che possono essere messe in atto attraverso l utilizzo del finanziamento regionale. Ciò, ovviamente, non ha il significato di considerare esauriente il programma stesso rispetto alle indicazioni di legge, né in ordine alla riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica, né in termini di raggiungimento di obiettivi predefinitivi di raccolta differenziata. La quantificazione dell effetto delle azioni programmate è sviluppata con precisione in base a dati concreti e si rivolge in particolare a 49 comuni dell ATO con peculiari caratteristiche territoriali e socio economiche. Il programma operativo ne risolve compiutamente le eventuali problematiche legate alla composizione dei rifiuti ai fini del loro deposito in discarica e ne evidenzia benefici gestionali in termini organizzativi e economici per la frazione indifferenziata. Il 6,3 % di incremento della raccolta differenziata sembra un risultato non trascurabile essendo previsto il suo raggiungimento attraverso la messa in atto di dispositivi e un livello organizzativo piuttosto semplici, sostenibili anche per bilanci modesti e quindi garantibili. Lo stesso punto 3 non trascura di individuare altre azioni, per le quali sarà necessario tenere un comportamento sollecitatorio nei confronti dei soggetti che gestiscono il sistema, per quanti possano essere, ma in particolare nei confronti del Comune di Genova e della sua Società che, da sola, provvede alla gestione dei rifiuti dell ATO per oltre il 70% della produzione. Muoversi in una prospettiva di cambiamento è un obbligo, il cui adempimento non sembra necessariamente collegato a questo contesto particolare. Si è deciso peraltro di progredire su basi alquanto realistiche, di fondare il programma su regole precise e di confezionarlo dandogli il pregio della accettabilità immediata. Si ritiene importante fare presente che nei 49 Comuni montani ai quali il programma si rivolge principalmente, le azioni programmate si traducono nella riduzione della frazione biodegradabile pari a circa 207 kg/anno per abitante su un totale di circa utenti. 24

25 4. Modalità di raccolta (Definizione delle più opportune modalità di raccolta per ciascun materiale e ciascun flusso di provenienza, sia per la frazione di rifiuti domestica che extra domestica) Il tema di questo paragrafo è già stato in parte trattato nel precedente insieme con la descrizione delle azioni perseguibili nel loro complesso. In generale: - la raccolta della carta e del cartone proveniente dall utenza domestica sfrutta ancora principalmente il sistema dei dispositivi stradali; tale sistema va incrementato e, in taluni casi, ottimizzato. Il sistema di raccolta porta a porta viene riservato all utenza dispersa, coinvolta in una operazione di tipo privilegiato; - la raccolta della carta e del cartone dell utenza non domestica, prevalentemente proveniente dagli imballaggi, deve essere ristudiata o attraverso un sistema di raccolta porta a porta o con la messa a disposizione di dispositivi specifici per il conferimento dell utenza commerciale e di servizio. Sicuramente il ritiro deve avvenire giornalmente e separatamente con mezzi appositi nel caso del ritiro porta a porta o attraverso l uso dei carrelli a griglia. In alternativa devono essere messi a disposizione dell utenza contenitori dedicati, anche multimateriale; in questo ultimo caso il ritiro può essere periodico e comportante un impegno organizzativo minore da parte del gestore; è, tuttavia, un sistema meno agevole e meno rispondente alle necessità dell utenza stessa con possibili ripercussioni sulla resa, probabilmente da ipotizzare inferiore al risultato teorico atteso; - la raccolta del rifiuto umido domestico deve attuarsi mediante una attenta istruzione preliminare della popolazione coinvolta; l utente deve disporre di contenitori appositi per il gettito del rifiuto di cucina che dovranno essere distribuiti dal gestore secondo un programma di lavoro dettagliato. Il conferimento è libero; il ritiro del materiale presso i contenitori dedicati di conferimento e raccolta deve avvenire giornalmente o, nella realtà territoriale che è stata descritta nel terzo paragrafo che ha come oggetto proprio questa azione, anche ogni due giorni; - la raccolta del rifiuto biodegradabile prodotto dalla grande utenza, dai mercati, dalle attività di ristorazione e dai commerciali necessita di un sistema di raccolta porta a porta. Tale sistema è, peraltro, già in atto laddove viene svolto questo servizio; l estensione dell operazione a soggetti produttori diffusi non può prescindere da un organizzazione di raccolta apposita; - la raccolta e il conferimento del materiale ligneo cellulosico da manutenzione del verde pubblico necessita di un proprio sistema di raccolta e trasporto; lo stesso, di fatto, viene praticato a campagna ed è periodico. Si può ipotizzare la necessità, o l opportunità, che il materiale raccolto venga contingentato prima del trasporto, effettuando un deposito temporaneo che ottimizzi i costi del trasporto stesso. Le indicazioni fornite possono sembrare generiche, ma si ritiene, pur in una apparente genericità, che vi siano contenuti tutti gli elementi necessari per mettere in pratica il programma. Esso prevede una rosa di modalità dove, per ognuna, vengono delineate tipologia dei rifiuti, ambito territoriale di applicazione, modalità suggerita. Quindi ogni singolo soggetto coinvolto nella predisposizione del progetto specifico ha la possibilità di andare ad attingere da questo elenco quello più adeguato alla realtà dell intervento. 25

26 Vero è che questo lavoro di correlazione non è stato fatto per ogni singola azione e, soprattutto per ogni singolo progetto di intervento, e, tuttavia, si ritiene che la definizione delle modalità di raccolta debbano essere comunque dettagliate nella fase di elaborazione dell applicazione su base territoriale. Non si dubita che chi debba proporre l applicazione tenga conto proprio delle modalità suggerite anche in riferimento alle varie opzioni proposte. La scelta di non associare la modalità, pur suggerita, di raccolta al singolo progetto, trova motivazione anche nella scarsa conoscenza del complesso di attrezzature già a disposizione e in un certo grado di incertezza sulle effettive necessità conseguenti. Si precisa che la Segreteria tecnica dell ATO proporrà schemi per sviluppare i singoli progetti che consentano di evidenziare le necessità vere in termini di dispositivi di raccolta, di attrezzature per il ritiro o il conferimento e di sistemi logistici. Questo impegno riguarda sicuramente quella che, in sequenza, è la prima delle azioni prioritarie descritte; riguarderà presumibilmente anche la terza e, secondo lo schema, dovrà essere descritto lo stato attuale, nel suo maggiore dettaglio, per poter valutare le reali esigenze di integrazione del sistema per consentire il raggiungimento dell obiettivo previsto (a questo proposito si valuterà l eventuale ottenimento di finanziamenti diversi già destinati allo stesso tipo di intervento). Meno impellente appare la necessità di preordinare modelli per l attuazione della seconda azione prioritaria dato che la stessa dovrebbe realizzarsi sulla base di un organizzazione già in atto e da sviluppare essenzialmente in termini di estensione. 26

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