Quaderni del volontariato
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- Stefania Visconti
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2 Quaderni del volontariato 3 Edizione 2010
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4 Centro Culturale Città Nuova Forum dei Giovani Spoletini Una finestra sul futuro Associazione culturale FareCultura a cura di Simone Fagioli Burattinai di Parole V Edizione del Concorso di Poesia non competitivo
5 Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provicia di Perugia Via Sandro Penna 104/106 Sant Andrea delle Fratte Perugia tel fax Sito Internet: Visita anche la nostra pagina su Info e contatti: pubblicazioni@pgcesvol.net Con il Patrocinio della Regione Umbria Edizione: Settembre 2010 Progetto grafico e videoimpaginazione: Chiara Gagliano Immagine di copertina di: Cristina Marchionni, in arte Esmeralda Tutti i diritti sono riservati Ogni riproduzione, anche parziale è vietata ISBN:
6 I QUADERNI DEL VOLONTARIATO, UN VIAGGIO ATTRAVERSO UN LIBRO NEL MONDO DEL SOCIALE Il CESVOL, centro servizi volontariato per la Provincia di Perugia, nell ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano specifico nell area della pubblicistica del volontariato. L obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto ai temi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patrimonio di esperienze e di contenuti già esistenti nell ambito del volontariato organizzato ed inoltre di favorire e promuovere la circolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono ritenersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione regionale o nazionale sulle tematiche sociali. La collana I quaderni del volontariato presenta una serie di produzioni pubblicistiche selezionate attraverso un invito periodico rivolto alle associazioni, al fine di realizzare con il tempo una vera e propria collana editoriale dedicata alle tematiche sociali, ma anche ai contenuti ed alle azioni portate avanti dall associazionismo provinciale. I Quaderni del volontariato, inoltre, rappresentano un utile supporto per chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale per motivi di studio ed approfondimento.
7 Introduzione di Simone Fagioli I POETI DISINCANTATI NEL TEMPO DELLA POVERTÀ I poeti sono burattinai, che, attraverso un filo emozionale, guidano più o meno sapientemente le parole, simboli linguistici dell anima. Le parole simboleggiano, invece, dei burattini che rispondono perfettamente ad ogni comando del loro creatore: le parole sono pezzi di vita, frammenti di anima, schegge d esistenza che si separano dal poeta per prendere forma in una nuova vita. Nella poesia, un poeta ritrova se stesso: in quei burattini, opere d arte create dalla sua intelligenza e dall attività della sua anima, egli si riconosce e in essi rivive. Un poeta è un burattinaio di parole. In tale contesto, il poeta ha il compito intellettuale e sociale di permettere all essere, al mondo nella sua totalità, di disvelarsi: attraverso il linguaggio poetico, infatti, l essere si disvela all uomo che lo interroga. Solo nel linguaggio autentico della poesia, si possono trovare le vere risposte che riguardano la nostra esistenza. L uomo è il pastore dell essere, è colui che fa da guardia, che preserva la verità dell essere: «il linguaggio è la casa dell essere, abitando la quale l uomo esiste, appartenendo alla verità dell essere e custodendola» 1. L uomo abita nel linguaggio, casa dell essere: «i pensatori e i poeti sono i custodi di questa dimora. Il loro vegliare è il portare a compimento la manifestatività dell essere; essi, infatti, mediante il loro dire, la conducono al linguaggio e nel linguaggio la custodiscono» 2. È questo il senso e il perché dei poeti nel tempo della povertà e del post-moderno 3 : nella notte del mondo, dove tutto appare povero, farmmentato, precario, infondato e relativo, il linguaggio poetico, unico mezzo linguistico nel quale l essere si disvela, è l unica fonte di salvezza umana. In questo frastagliato e sincretico orizzonte esistenziale, chi è il poeta? Il poeta è il custode, è colui che si prende cura della dimora dell essere. 1 M. Heidegger, Lettera sull umanismo, a cura di F. Volpi, Adelphi edizioni, Milano 1995, p Ibid., p Cfr., M. Heidegger, Perché i poeti?, in Sentieri interrotti, Firenze, La Nuova Italia, 1968, pp
8 Introduzione di Simone Fagioli Egli è nel mondo come custode della casa dell essere, del luogo, della radura dove la verità non si nasconde. In forza di ciò, l uomo, nella veste di poeta, è il legislatore, il sacerdote, il re del mondo, è il pastore dell essere. «Poeti sono i mortali che [...] seguono le tracce degli dei fuggiti, restano su queste tracce e così rintracciano la direzione della svolta per i loro fratelli mortali. L Etere, nel quale soltanto gli Dei sono Dei, è la loro divinità. L elemento di questo Etere, in cui la divinità stessa è presente, è il Sacro. L elemento dell Etere per il ritorno degli Dei, il Sacro, è la traccia degli Dei fuggiti» 4. Pertanto, i poeti disincantati 5 hanno il difficile compito di interpretare il post-moderno, momento storico dell umanità simboleggiato dall espressione il tempo della povertà, attraverso i differenti linguaggi poetici di cui sono artefici. Solo per mezzo della poesia essi potranno salvare sia il mondo sia loro stessi, a patto che ci sarà ancora un mondo da salvare. Simone Fagioli 4 Ibid., p Per una definizione di poeta disincantato, cfr. S. Fagioli Emozioni da Saltimbanco, Cesvol-Futura, Perugia 2009, pp
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10 Gionada Battisti Gionada Battisti Tu metti in pratica quello che a me piacerebbe pensare. Questa è una breve poesia di Gionada Battisti. L ho conosciuto così. È succinto nel suo modo di esprimersi, ma comunica con gli occhi. Dal mio pianeta poetico sono entrato nel suo mondo, fatto di pensieri veloci e pungenti. Crescendo si è accorto che la vita cambia ed oggi alle volte trova rifugio nella carta e nella penna che gli permettono di fantasticare. Non accontentarti dell orizzonte, cerca l infinito recita un aforismo di Jim Morrison. Jonny vive a S. Anatolia di Narco, nel cuore della Valnerina, in provincia di Perugia. Vive e lavora gestendo il bar di famiglia. Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà, così recita un epitteto anonimo che riflette perfettamente il modo di essere e scrivere di Gionada. A cura di Paolo Parigi 9
11 Gionada Battisti Volevo odiarti e dimenticarti, ma più ci speravo e meno ci riuscivo volevo non vederti più, ma speravo di incontrarti, volevo non amarti, invano Oh! mia dolce ti cerco e non ti trovo poi compari all'improvviso, passi come un leggero vento di ebbrezza accarezzando il mio cuore. Non riesco a guardarti negli occhi sei la mia tentazione sei il mio DESIDERIO Il coraggio è solo un sentimento che puoi provare... un attimo dopo... aver avuto paura Non basterebbe strizzare una nuvola per raggiungere le lacrime che ho versato per te Passero solitario che canta all alba, goccia di rugiada che scivola giù da una piccola foglia; 10
12 Gionada Battisti raggio di sole riflesso nel mare, parlo di te, mio dolce e tenero Amore Sei passata nella mia vita come una stella cadente un attimo e te ne sei andata. Quando hai attraversato il mio cielo ho espresso un desiderio... che rimanessi con me. NON TUTTI I DESIDERI SI AVVERANO! Sono matto, si...lo so! ma matto sul serio la mia mente mi inganna cose stupide è difficile così e mi fa stare male Non saprei dipingere il tuo volto, la mia mano è incapace di dare seguito alla gioia degli occhi! 11
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14 Giuseppe Carracchia Giuseppe Carracchia Di Giuseppe Carracchia sono state pubblicate due sillogi poetiche: - Pensieri Notturni, Edessae edizioni - Anime Vagabonde, il Filo edizioni Qualche suo scritto è stato raccolto in antologie. 13
15 Giuseppe Carracchia POESIE COL NASTRO ROSSO Se chiedi a me perché amore, ti rispondo non so e se so non capisco. Ma c è un fiore sulla mia scrivania, un fiore di carta, amore mio. L hai portato stamattina in abbonato col caffè. C'è un fiore di carta solo per me, tutto rosso, e gli abbiamo dato da bere a più non posso perchè il nostro amore è più grande del sapere e cresce. I La poesia più bella non l ho mai scritta. Me la porto dentro, al centro. II Ho trangugiato l odore del bucato steso, ho lanciato gli occhi in alto e ho visto due rondini ricamare con ago e filo nero tutto il cielo. Piccioli amanti come aquiloni arrotolarsi in spazi imprendibili disegnando nella berceuse dello sfiorare figure incomprensibili, perché l amore pure quello per la vita non sempre è spiegabile. 14
16 Giuseppe Carracchia III La batimetria cardiologica è un aritmia illogica logicamente instabile tanto quanto amabile. IV L uno più completo è, dell amore amuleto, il doppio. Essenza principale della stella polare senza la quale l umanità non sarebbe qua. V Amare è amare se è carne da toccare ferita da rimarginare e sangue da benedire amare è credere che ci sia qualcosa da cui fuggire e qualcosa a cui tornare. VI Poggiata la tua veste ho per terra, tutta dal colletto in giù di spilli l ho seminata - cosicché tu non ti rivesta mai più. 15
17 Elisabetta Comastri Elisabetta Comastri Elisabetta Comastri è nata a Perugia 46 anni fa e da molti anni vive a Spoleto. Laureata in Lettere e docente di Italiano e Latino al Liceo scientifico della sua città, è madre di 4 figli e appassionata di lettura, scrittura e cucina. Nel 2005 ha pubblicato il suo primo libro di poesie Il volo, Ed. Morlacchi, Perugia. Il volume è uscito nel Febbraio 2006 in edizione bilingue italiano e tedesco, ed è stato presentato con cerimonia ufficiale a Schwetzingen, città gemellata con Spoleto. Il volo ha ricevuto il diploma di merito come finalista al premio Città di Arona Dal 2005 all anno in corso ha partecipato a molti concorsi letterari di poesia e prosa, riportando numerosi successi con componimenti in versi, racconti o fiabe. Ha per la precisione conquistato 9 primi posti, varie altre volte il 2 o il 3 posto e numerose segnalazioni di merito a premi nazionali e internazionali, per un totale, a tutt oggi, di oltre 50 concorsi premiati. Fra i premi si segnala il primo posto al concorso Tabarrini-Castel Ritaldi il paese delle fiabe edizione 2009, con la Fiaba Sofia e l anello mancante. Vari suoi scritti sono stati antologizzati da case editrici come Pagine, Montedit, Pragmata, Progetto cultura, Albus edizioni, Ibiskos Ulivieri, Artescrittura e altre. Amante del teatro, ha fatto parte delle compagnie teatrali dialettali La maschera di Spoleto e Diecca fo di Campello sul Clitunno partecipando a commedie in lingua locale spoletina in vari ruoli. Organizza e partecipa a reading di poesia. Nell agosto 2009, per la rassegna di arte contemporanea tenutasi a Spoleto presso L Hotel Albornoz Palace Hotel ha allestito con la direzione del regista Carlo del Giudice lo spettacolo...non avevano cravatte con testi delle sue poesie e con la partecipazione dei musicisti Marco di Battista, Cristian Panetto, Daniela Panetta e C. J. Everett. 16
18 Elisabetta Comastri Nel 2009 è stata insignita del premio Talegalli dalla Associazione Amici di Eggi Spoleto, quale riconoscimento per la sua attività di scrittura e per il contributo alla vita culturale della sua città. 17
19 Elisabetta Comastri RITORNO A SCUOLA C è ancora l odore del sole nella memoria dei gelati settembrini ma già la vacanza della sveglia s invola in nuovo odore di carta negli zaini arrampicati su spalle abbronzate e su volti spalancati a salutare il nuovo inizio della scuola. Girano i cardini e piangono d aule lasciate troppo vuote di vera nostalgia per improbe parabole, traslati, sezioni auree per scisti, buchi neri o brecce a Porta Pia. Cigolano carrucole in pozzanghere d indifferenza e il nuovo professore conta le ore di concesso sognarsi narratore d onniscienza. Sarà ritorno a scuola di Pitagora a quadrar rette sulle ipotenuse per mondi astratti e studenti già distratti dalle radici quadre di schermi e stelle ottuse. E la professoressa paludata sgrana rosari e sguardi insofferenti sulla platea d indegni se li chiami studenti che arrabbiano d errori che ammorbano di noia che perdi se ci provi senza arrenderti alla voglia. Risuona fra i banchi il sogno d una lezione per scrivere una lettera ad un destinatario entro il limiti della seconda ora del quadro orario a un amico del futuro, come se il cuore fosse finzione su carta profumata, come l inchiostro di una volta che ci travesti i tuoi mali mentre ti storcono gli occhi addosso gli allievi nati all ingrosso coi pollici digitali. E se volano è di dita su schermi al quarzo luminescenti 18
20 Elisabetta Comastri ché se sprechi la carta poi gli alberi piangono come ci insegnano ad altre messe e ti ci salvi con un tvb incastrato nei limiti di un sms. Bestemmiano la nozione coppie di orecchie sorde senza motivazione e arrampicano piani di un offerta formativa strateghi malpagati in una scuola di stato dal respiro contato ma è lotta già persa a giocarla come il grido di un senza fiato se sempre e solo male se ne parla. Ma l inerzia sostiene anche i tagli di spesa ed è certo anche il ritorno della rosa che già declina i suoi casi al passo incerto e corto di un asmatica come a sudare i suoi improbabili destini nascosti nel mistero magistrale della grammatica. Forse sarà soggetto o causa efficiente d allergia ignara nel suo semplice ablativo di come un pegno solo probabile d amore minacci spine ipotetiche d abulia all ombra di un verbo al congiuntivo. E via così, fino al Maggio venturo che aspetta ondivaghe conclusioni attraversando i giorni e il parolare di un altro anno passato ad attendere ritorno a scuola come ritorno a sognare. E un altra rosa sboccerà sul suo gambo ma coi suoi sogni fragili di petali inciderà su corolle mai colte da nessuno l introvabile legge che svela solo al vento il caso che si flette al suo profumo. 19
21 Elisabetta Comastri I PERCHÉ DEL MIO SCRIVERE Perché scrivere. È il mio chiedere di sempre insoddisfatto. È forse il mio azzittare la bocca che non sprechi ondivaghe cianfrusaglie di voce confuse nel chiasso che si fa scuraglia. È il mio illudere i tramonti con misture inchiostrate dietro lo spiraglio della porta per lacrimare fessure di luce sul bordo generoso della carta. È il mio chiudermi negli occhi a ritrovare memorie di sorrisi fingendomi il dissolversi delle brume negli oggi novembrini. È il mio sognare di aver pianto mai per l alchemico potere di parole scoperte dentro crisalidi di dolore dischiuse ad ali aperte a volarmi colori nelle disillusioni a farsi farfalle che al male donano ragioni. È il mio parlare da viva alla morte senza ingannarla senza aspettarla prima che mai giungesse per il mio fragile mancare di promesse per questo tremito d anima se tento il mantenere. Dubbio che mi precipita negli occhi dei figli da capire. 20
22 Elisabetta Comastri Così mi scampo da un adesso da spiegare io, fatta di carta e di parole, sbavate a una vita di righi, senza decidere. Saranno dei miei figli, nei venti che vorranno. E a loro sveleranno i perché del mio scrivere. 21
23 Elisabetta Comastri A MIA FIGLIA, CASTELLI Ho costruito su di te un castello in aria. Di nuvole variava, il panorama mai fisso mai uguale draghi, streghe o angeli di sogni. Ancora allora eri dentro di me, io che di mura ti proteggevo, tu che nel mare primordiale di vita nuotavi verso me. Ho vinto la battaglia più dura di tutta la guerra insieme a te, fra risa ed urla mescolate insieme. La roccaforte dalle mura verdoline con il suo odore di sangue il suo sapore ferrigno fu da noi espugnata. Il parto: ed un eroico grido ci ha viste vincitrici entrambe insieme unite da un abbraccio nel dolore che si mutava già in ricordo. 22
24 Elisabetta Comastri Ho architettato insieme a te castelli di carte, carponi sferrando attacchi alle guglie, alle torri, ai bastioni cintati di merli insidiosi di equilibri instabili. Crollavano i manieri, al suono delle risa di te, di bimba, di giochi e di colori. Hai scolpito poi per me castelli di sabbia, con decori di conchiglia, con desideri di meraviglia. Bastava un onda a portarli via, bastava un mio sorriso e ti sentivi di nuovo la Principessa mia. Hai smesso coi castelli hai smesso con le fiabe hai preso a camminare nel traffico mondano delle strade, troppe streghe, poche fate. Dicono che sei grande, che io C ero una volta... ma io cerco la pietra per base a quel castello, il più bello, per te, per sempre principessa per sempre figlia mia. Per te, che un dì nel mare dentro mi nuotavi, per me, 23
25 Elisabetta Comastri che forse poche fiabe t ho narrato lavoro ad un castello che ti desidera regina signora onnipotente di una fiaba. Serenità, ha nome quel castello. Vita, la fiaba che ti narrerei. Contenta, felice col tuo principe è come ti vorrei. LA PAROLA ALLA COLPA E cosa avete ancora da guardare? Nelle mie gambe di torri è stanco il passo del senso. Ponte che fui, do la parola alla colpa caduto per esilio del consenso se nato per unire non ho più fianchi da ricamare nell eco che mi addita monumento di vergogna per la storia che ho tradita sbavandole la gloria che ci insegna. E cosa avete allora da parlare? Se la mia bocca spavalda si spalanca è per un urlo muto gridato a un cielo di sotto che troppo ha ingoiato di sogni di gloria caduti come promesse di un era che ha dismesso la memoria. E cosa avete allora da pensare? 24
26 Elisabetta Comastri È lunga la sequela di angeli caduti a vivere dannati che per una catarsi incommutabile ho addosso la colpa di aver sacrificati. Caduti come gli espulsi da un vostro millantato Paradiso che dicono abbisogni di una porta da chiudervici dentro protetti nella boria che vi ammorba. E cosa avete allora da salvare? Forse soltanto la falsa coscienza dai fantasmi di chi del vostro Eden decise di far senza privato anche dell ultimo dei sogni da sognare caduto nella colpa di non avervi estorto il senso che significa volare. E cosa avete ancora da gridare? Chiudetevi pure dentro all Eden trionfante dei vivi privi di torti liberi ormai del debito coi cristi e coi risorti. Io sarò allora il ponte degli angeli nel cielo di sotto precipitati nel suicidio che li ha salvati dopo che erano già morti. Rimango ma non da solo io sto cogli angeli perduti ponte di torri erette 25
27 Elisabetta Comastri a monumento dei caduti. E sgranerò rosari di luce riflessa sulle mie pietre dalle stelle mentre voi, a tatuarvi di farfalle per riciclare posticcio dolore sulla pelle, mai saprete il colore che grida la voce della colpa nel volo caduto di ogni angelo ribelle. FABULA DI MILLE DONNE in memoria di Alda Merini Fabula delle donne che spesso voce non hanno ma non più mute nei tuoi versi ove gridasti in sussurri il coraggio di stracciarsi le gonne di strapparsi le penne pretese lucide, sempre pronte, ma per voli che ci impongono e che tu chiamasti oltraggio. In te fu il dolore delle ore e l imparare ad amarlo, benedicendo l odio senza rifiutarlo tu, che sapesti come non ha colpa la rosa non fiorita in alcun maggio. Ora è nei ventri avidi del sempre quel tuo sapere di resistenza cinica alla forma costretta alle gabbie fin troppo scomode di una maschera maledetta. Volubile dicesti la vita che non ha anime uguali per nessuno accoccolasti il vento 26
28 Elisabetta Comastri nel nero di catrami, in volute di fumo di sigarette che bruciano come spesso i ti amo e che tu lucida svelasti incapaci di dono. Ma tu pagasti coi tuoi denari perché di spendere si nutre l investire malgrado i conti, salati, fatti di giorni come le guerre, con meno albe che tramonti. L esistere non tolse mai forza alla tua lotta armata di parole, dure di senza suono perché solo la voce è antidoto ai silenzi e non è in clinica che si cura o che risarciscono l abbandono. Si spegne come di rosso vespertino la tua brace catartica per una vita di falso amore con cui avesti di un premio solo orfica illusione che del male t illuse poter tenere il timone. Vola nel nulla solo per chi è sordo la poesia che espirasti in libere volute ma viva si libra nella fabula di mille donne altrimenti senza te dannate e mute. Hai sfidato la quiete di spesso comodi silenzi col grido zitto che chiamano follia ma la tua anima fattasi parola con l urto dell urlo risarciva il silenzio da far sana la fuga nella malattia. E fu salute, senza bisogno di guarire, la voce di quel male nella tua poesia così risorgi, fabula delle donne, Saffo dei navigli, e dietro al goffo volo amaro della morte è solo vita, in fondo, quella che va via. 27
29 Sandro Costanzi Sandro Costanzi Nato a Spoleto il 4 maggio 1981, ha frequentato dal 1995 al 2000 il Liceo Pontano Sansi (indirizzo socio-psico-pedagogico). Dal 2000 al 2005 ha studiato presso l Istituto Teologico di Assisi, ove nel 2007 si è laureato con la tesi Tertulliano: l anima e la sua realtà (De anima 22). In passato ha collaborato con vari enti ed associazioni culturali nell organizzazione di mostre d arte ed eventi musicali. Dal 2007 collabora con AnnaMaria Polidori nella gestione e animazione del Centro Culturale Poli d Arte. Attualmente insegna religione cattolica in vari istituti didattici del circondario spoletino. È uno dei soci fondatori dell associazione culturale FareCultura. 28
30 Sandro Costanzi IL FUOCO, LA TERRA, L ARIA E L ACQUA Fiamma, alito di genio Regalità e sacralità sono in te Incise, scolpite e illuminate, Mentre la luce scaglia su scaglia Ascende verso gli occhi tuoi E danza trepidante sulle tue ali. Ci inginocchiamo innanzi a te, O Drago, re e sacerdote del fuoco: Spirito, forza e genio creativo Fluttuano in lingue eclettiche, Mentre il buio spira nella luce. Vieni, o Drago, vieni e alita: Fanciullo innocente e ludico, Saggio e barbuto filosofo, Purificazione che nelle ceneri Doni una culla ai semi nascituri. Venerdì, 28 novembre 2008 TERRA, A TE APPARTENGO La pioggia libera e diffonde Le tue fragranze e la tua storia, Mentre feconda e fertile Ti penetra nelle profondità Più inconsce e recondite. Esplodono e s innalzano profumi Fermentati e celati pazientemente Quale incenso al mistero della vita: Accogliente e profonda come nebbia Inebriata e pregna della tua essenza. 29
31 Sandro Costanzi O terra, mentre ti odoro e ti plasmo In te adoro la vita che si svela fluente. E mi ritrovo essere parte della sua storia In te, ove le ere non trasmutano senza Lasciare un seme e una testimonianza Su cui innestare e realizzare un era altra. Mercoledì, 5 marzo 2008 SOLCHI DI FUTURO Solcano decisi e graffianti I cieli plastici e malleabili E vi imprimono carnosi Candide scie nell azzurro Immenso come l orizzonte: Informe e metafisico limite. Mercoledì 12 marzo 2008 L ECO DI EA Sinuosa e recondita l eco Di Ea nelle profondità scolpite Della terra e delle acque. Acque che goccia su goccia Rendono solido e sacrale L inconscio criptico e cristallino In silenti e cadenzate cattedrali. Acque che donano fiori e licheni Ai relitti, oscuri e profondi santuari Di micro organismi: silenti sacerdoti Di ciclici corsi della vita corrente. 30
32 Sandro Costanzi Acque che annunciano storie e pensieri Riflessi e modulati su onde fluenti e miti Di un inconscio che pacificato emerge Con tutte le sue evoluzioni e stratificazioni. Plastica e duttile ondeggia La saggezza augure e vivida Di Ea, che permane diffusa Profonda-mente in-forme. Tu... I nostri silenzi i campi distesi Verso gli orizzonti tutti interiori Dell anima timorosa a schiudersi. Tu che bussi agli occhi miei, I portali della mia anima, E chiedi loro il permesso Di entrare in casa, tu ospite Mio consolatore nel donarti. Tu che taci e mi scruti Tu che mi illumini gli occhi Tu che mi consoli l anima Tu che mi scaldi il cuore Tu che mi carezzi le mani: Io che mi ristoro sulle tue spalle. Noi che abbracciamo questo segreto... Sabato, 6 dicembre
33 Simone Fagioli Simone Fagioli Laureato in Etica delle Relazioni umane (Laurea Magistrale) presso l Università degli Studi di Perugia con la votazione di 110/110 con lode, con una tesi dal titolo La Retorica di Aristotele: verso una logica argomentativa, sotto la guida del Prof. A. Pieretti. Laureato in Filosofia presso l Università degli Studi di Perugia con la votazione di 110/110 con lode, con una tesi dal titolo La struttura dell argomentazione nella Retorica di Aristotele, sotto la guida del Prof. A. Pieretti. Socio Corrispondente dell Accademia Internazionale d Arte Moderna (A.I.A.M.). Presidente dell Associazione Culturale Fare Cultura. Ha svolto l attività di tutorato per l insegnamento di Epistemologia per l A.A. 2007/2008 presso l Università degli Studi di Perugia. Ha collaborato in qualità di addetto stampa al Convegno Nazionale La cura filosofica presso la Sala dei Notari del Comune di Perugia Università degli Studi di Perugia (Perugia 2008). Ha svolto uno Stage/Tirocinio svolto nell anno 2006 presso il Servizio Attività Culturali e dello Spettacolo presso la Regione Umbria. Collabora con alcuni portali on-line. È ideatore del progetto Poetry and Jazz Music, recital poetico-musicale di chiara fama nazionale. Ha ricevuto importanti premi letterari. Ricordiamo alcuni tra i numerosi riconoscimenti: 1 Classificato Premio Nazionale di Poesia Versi Distillati (Brescia 2009); 1 Classificato Sezione Poesia del Concorso Giugno in Arte 2009 (Perugia 2009); 1 Classificato II Edizione Premio Nazionale di Poesia Igino Giordani (Caltanissetta, 2001); 1 Classificato XXIII Edizione Premio Nazionale di Poesia Primavera Strianese (Striano, 2003); 1 Classificato VI Concorso Nazionale di Poesia Poesia in notes, sul tema L'uomo e il mare Casa Editrice Ennepilibri (Imperia, 2006); 2 Premio Tro- 32
34 Simone Fagioli feo Internazionale Medusa Aurea XXVIII Edizione poesia edita (Roma, 2005); 2 Premio XI Edizione Concorso Nazionale di Poesia Madre Claudia Russo Centro Ester poesia inedita (Napoli, 2005); 2 Classificato I Edizione Premio Letterario Internazionale Treditre Editori Città di Avezzano (Avezzano, 2004); 3 Classificato Concorso Nazionale di Poesia Massimo D Azeglio (Barletta, 2000); Finalista XI Edizione Premio Letterario Nazionale di Poesia e Giornalismo La fonte Città di Caserta (Caserta, 2003); Finalista con Menzione di Merito X Edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia Poseidonia Paestum (Paestum, 2004); Finalista con Menzione di Merito III Edizione del Premio Letterario Internazionale Trofeo Giacomo Leopardi (Recanati, 2005); Finalista Premio Letterario Nazionale di Poesia Valle dell Aniene (Cineto Romano, 2007). Ha recentemente curato una antologia di giovani poeti umbri (Emozioni da Saltimbanco, a cura di S. Fagioli, edito da Cesvol Perugia 2008). Nel 2003 ha pubblicato la raccolta di poesie, Un poeta: l ombra della sua città, Casa Editrice Alberti & C. Editori. Il volume ha vinto il II Premio Trofeo Internazionale Medusa Aurea XXVIII Edizione dell Accademia Internazionale d Arte Moderna (Roma, 2005). Sue poesie figurano in prestigiose antologie e volumi collettivi. Del suo lavoro si sono occupati vari critici, tra cui Maurizio Cucchi, Sergio Mazzetelli, Maurizio Terzetti, Roberto Rizzoli, Marcello Tucci, Carmen Moscariello, Anna Maria Cioffi, Elio Picardi, Giuseppe Martella. Tra gli altri, hanno parlato di lui: La Stampa, La Nazione, Il Messaggero, Il Corriere dell Umbria, Il Giornale dell Umbria, Il Centro Quotidiano dell Abruzzo, Abruzzo Oggi, Il Quotidiano, La Voce La Riviera, Poesia Mensile Internazionale di cultura poetica, Poeti e Poesia Rivista Internazionale. 33
35 Simone Fagioli FRAMMENTO NEL TEMPO Una montagna di libri adagiati sopra la mia scrivania liberi viaggiano nei miei pensieri, partono e tornano liberi e verosimili dentro pagine lette e rilette o da studiare, da ripetere lentamente a voce bassa ma che ora vorrei tanto urlare e... In questi momenti incessanti di panico, perso in lunghe giornate passate a studiare, nei pane e nutella che non potevo mangiare... Sono ancora io a giocare con le parole, a creare versi e strofe e a rimare, a scrivere canzoni e poesie, mie storie che non sono solamente mie, semplicemente mie, semplicemente. Siamo architetti tra il detto ed il non-detto, burattinai di parole, di linguaggi e di vite che cadono, si perdono e si rialzano in altre vite. 34
36 Simone Fagioli FUMO E POESIA Una mezza minerale ferma lì a guardare il tempo intorno a me; una terza Marlboro di compagnia che il suo fumo allontana e porta via. Gli alberi intorno, un rumore in sottofondo, il via vai frenetico di una città che guardo da un piccolo squarcio in lontananza, da un punto indefinito. Il fumo vola sempre alto, silenzioso ed ancora scomoda trasgressione della mia morale che alterno tra gioia ed abitudine. Il fumo denso che ripetutamente respiro senza veramente fumare ha reso chiaro, sciolto dubbi antichi: il vivere è ovunque lo stesso vivere. Socrate avrebbe pronunciato il vivere ha definizione universale ma un misero poeta scrive in versi solo il mondo che gli vive accanto. La città, al contempo avara e triste rimane in attesa, tra inappagamento, tensione, angosce e misere felicità. 35
37 Simone Fagioli ALTRE FOGLIE Ho visto la mia città di notte addormentata sotto una stella infuocata, sotto la luce dei lampioni, sotto il rumore del gira e passa dell acqua che trascina secche foglie via da me e sotto il peso dei miei passi, che infrangono mantelli di aghi di pino, è il silenzio, un silenzio che non c è. RITORNANDO VERSO CASA Ruvido asfalto vedo sui marciapiedi, angusta e strana sensazione di smarrimento: è solo polvere che scorre sotto i miei piedi. È disincanto del mondo, è meraviglia della natura, è sbigottimento di essere piccoli punti neri. É il privilegio di guardare il mondo dal più basso dei punti di vista. È il mondo dall unica prospettiva della terra, è l essere senza cielo che contempla il cielo, è l essere senza il fuoco dove il fuoco può bruciare, e l essere privo del mare quando il mare smette di riposare. Nella nostra totale indifferenza di costanti viaggianti senza viaggio, noi vediamo lì solamente marciapiedi, 36
38 Simone Fagioli solo strisce continue del mondo dove posare le nostre ombre nell eterno rischio, sola certezza di perdere la vita per un niente. È LA VITA È un autobus che va di fretta in ritardo lungo il traffico della città; è un treno che non ti aspetta fino a quando un altro treno non arriverà; è un taxi che chiami per ore e speri di vedere sotto la pioggia che bagnerà la vita. È una perduta occasione, la vita; è un vecchio amore, la vita; è gioia, è pianto ed ancora dolore, la vita. È un vivere senza intuizione, non è la vita; è un vivere con rassegnazione, non è la vita, è perdere ogni volta, non è la vita. È vivere per una ragione, la mia vita; vivere dentro una canzone, la mia vita; vivere in sogni senza realtà, la mia vita. 37
Attimi d amore. Scende come la pioggia un petalo di rose e quando ti vedo perdo la testa per te mia cara ragazza
Attimi d amore Scende come la pioggia un petalo di rose e quando ti vedo perdo la testa per te mia cara ragazza Distesa davanti alla collina Occhi verdi come il prato distesa e non pensi a nulla. Ricordo
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