Indice. Il Piano dell offerta formativa e il Programma Annuale. 2 di 38
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1 LEZIONE: IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA E IL PROGRAMMA ANNUALE PROF. GENNARO MANNA
2 Indice 1 Premessa: Una Nuova Cultura Dell organizzazione Si Impone Due Strumenti Cardine Per La Progettazione Del Pof Un Ruolo Difficile Cade Il Muro Dell hortus Conclusus Finalità E Obiettivi Del Pof La Costante: Proiettarsi Nel Futuro Ancora Trasparenza Il Complemento: Il Programma Annuale La Collegialità All opera Un Documento Contabile Particolare E Preciso Le Operazioni Contabili Le Verifiche E Le Modifiche Al Programma Annuale Riflessioni Finali di 38
3 È leggero il compito quando molti si dividono la fatica (Omero) 1 Premessa: una nuova cultura dell organizzazione si impone Una corretta gestione del programma annuale è possibile solo se risulta chiara l intima connessione che lega lo strumento contabile-amministrativo alla complessiva progettualità che le singole istituzioni scolastiche sono chiamate ad esprimere. Il profondo legame esistente si comprende prendendo prioritariamente atto degli eventi che hanno caratterizzato la storia più recente del sistema scolastico destinatario di graduali ma sostanziali riforme complessive. I mutamenti intervenuti nei settori dell amministrazione scolastica hanno investito sostanzialmente le modalità dell organizzazione e della gestione della progettualità (legge delega 15 marzo 1997 n. 59 ed emanazione dei successivi e regolamenti, che hanno permesso l attuazione dell autonomia scolastica). Dall tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado hanno acquisito la personalità giuridica, ovvero sono diventate, attraverso i loro dirigenti scolastici, che ne sono rappresentanti legali, portatrici di diritti soggettivi e proprietarie dei beni. Dopo circa trent anni è stato relegato in soffitta il vecchio decreto interministeriale 28 maggio 1975 sostituito dal D.P.R. n 275 dell 08 marzo 1999 e successive modificazioni, (regolamento dell autonomia) e dal Decreto 1 febbraio 2001 n. 44 e successive modificazioni, ( Regolamento concernente le istruzioni generali della gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche). Gli operatori scolastici hanno dovuto riorganizzare il loro lavoro e accedere ad una nuova cultura organizzativa. Per l applicazione delle nuove norme, infatti, è emersa la necessità di cambiare registro abbandonando la vetusta ottica dell individualismo e sposando la prospettiva dell integrazione delle competenze, possibile solo praticando un lavoro di squadra. Perché? La risposta è interamente contenuta nella nuova normativa; vale la pena richiamare la disciplina fondamentale. 3 di 38
4 2 Due strumenti cardine L art. 3 del D.P.R. n. 275/99 e s.m. introduce il POF (Piano dell Offerta Formativa che sostituisce il vecchio PEI - Progetto educativo di istituto), e l articolo 2 del Decreto n. 44/2001 e s.m. che sostituisce con il Programma Annuale il vecchio Bilancio di Previsione. Questi due nuovi strumenti rappresentano una diade complementare, sulla cui validità si giocano le sorti dell istituzione scolastica, ovvero dello stesso successo formativo. E il caso di analizzare più da vicino, prima di esaminare gli aspetti tecnici, i paradigmi di riferimento che connotano questi due strumenti fondamentali. 4 di 38
5 3 Per la progettazione del POF Diventa allora un obbligo avvertire preliminarmente che l art. 3 comma 1 del D.P.R. n. 275/99 e s.m. sollecita la partecipazione di tutte le componenti della scuola alla predisposizione del POF: è la conferma dell ottica cooperativa citata in premessa. Ma cosa intende esprimere questo infelice acronimo? P = piano: è il progetto globale della scuola. O = offerta: è un termine che proietta la scuola nella logica del mercato, in quanto l offerta che l istituzione scolastica garantisce deve scaturire dall interpretazione della domanda, dall analisi dei bisogni emergenti nel bacino di utenza direttamente interessata al servizio. F = formativa: l ambito di intervento è la formazione delle nuove generazioni che bisogna orientare perché sappiano sostenere le sfide della società complessa nell era del postmoderno. 5 di 38
6 4 Un ruolo difficile Predisponendo il POF la scuola assume l obbligo di rispondere alle aspettative dei suoi interlocutori: 1. all istituzione: attraverso gli adempimenti burocratici; 2. alla famiglia: attraverso il successo della formazione dei figli; 3. allo studente: attraverso la costruzione del suo benessere; 4. al mercato locale: attraverso le abilità che lo studente acquisisce; 5. alla struttura produttiva: attraverso l acquisizione delle competenze utili; 6. al contesto sociale: attraverso i valori ed i comportamenti sociali condivisi. Si comprende allora perché il POF è lo strumento che definisce una strategia d azione scandita nelle priorità e caratterizzante il servizio offerto. In effetti, la scuola attraverso questo strumento dichiara cosa nel tempo offre all utenza e quale è la sua peculiarità distintiva, ovvero quali sono le scelte educativo-formative. 6 di 38
7 5 Cade il muro dell hortus conclusus Ma non è tutto perché la portata reale dell innovazione sta nel fatto che il POF rappresenta soprattutto il legame di apertura verso l esterno. Con esso la scuola mette fine alla sua autoreferenzialità, ovvero non è più chiusa nei suoi saperi esclusivi ma proiettata verso il territorio con il quale deve interagire per contribuire alla costruzione del tanto auspicato sistema formativo integrato. Essendo la carta d identità collettiva della scuola. Il POF deve fornire testimonianza delle radici dell istituzione scolastica, indicare la sua storia, rendere esplicite le risorse in essa capitalizzate e soprattutto la memoria collettiva di quanti in essa hanno operato ed operano. E il modo migliore per apprendere dagli altri e dal passato: le basi su cui fondare il manifesto delle prospettive future ( chi saremo, cosa faremo e come lo faremo ). In questo modo si crea la base per la stipula di alleanze esterne, con soggetti istituzionali anche attraverso convenzioni, contratti, intese ed accordi di programma. Si realizzano così le condizioni per la trasparenza, enucleando e rendendo noti i punti forti del progetto unitario della scuola. Il POF deve possedere i caratteri della comunicabilità. Deve essere formulato con diversità di linguaggi, chiari e comprensibili per i destinatari. Può essere redatto in più forme: una completa ed esaustiva con accluso piano finanziario. Necessario per evidenziare la fattibilità del piano medesimo e per evitare di elaborare il libro dei sogni, l altro in forma sintetica, semplice e chiara deve essere consegnata agli alunni e alle famiglie all atto dell iscrizione, così come previsto dall art. 3 comma 5 del D.P.R. n. 275/99 e s.m.. 7 di 38
8 6 Finalità e obiettivi del Pof. Attraverso il POF si determina il disegno complessivo dell istituzione che può e deve: sperimentare la rivisitazione dei contenuti curriculari adeguando al contesto locale le indicazioni dei programmi Ministeriali attraverso la riorganizzazione dei percorsi didattici. perseguire le seguenti finalità: a. innalzare il livello di scolarità ed il tasso di successo formativo; b. articolare la progettazione rispettando la specifica identità dell Istituto; c. documentare obiettivi ed esiti, chiarendo le conoscenze, le competenze e le capacità che vengono acquisite alla fine del percorso; d. conservare l unitarietà dell impianto culturale e formativo. Per gli scopi indicati il POF utilizza i seguenti indicatori: FLESSIBILITA : rispetto delle scelte innovative deliberate, anche in considerazione della emergente didattica modulare; INTEGRAZIONE: necessità di una coerenza progettuale che crei una relazione costruttiva e funzionale sia con i saperi che la scuola produce che con la Comunità Locale. RESPONSABILITA : ogni operatore è obbligato a dar conto, per la parte di competenza del proprio operato, all interno del coinvolgimento di tutte le componenti impegnate. 8 di 38
9 7 La costante: proiettarsi nel futuro In effetti, attraverso questo strumento la scuola deve garantire il suo prodotto finale: lo studente formato. Lo studente, è implicito, deve avere una formazione di qualità che si misura in tre aree: contenuti, modalità e costi. Per garantire una formazione di qualità necessita che la scuola, in particolar modo quella dell autonomia, si faccia garante di rigore progettuale. Perciò la progettualità espressa dal POF si può definire: programmazione controllata. Se la programmazione definisce gli obiettivi la realizzazione degli stessi avviene attraverso le prestazioni. Sulle prestazioni bisogna operare il controllo, tenendo presente che è necessario individuare gli errori commessi ed apprendere da essi il modo per non ripeterli: apprendere ad apprendere. Dal controllo scaturisce la valutazione che è una costante della progettualità ed il tramite che consente di misurare lo scarto tra i risultati attesi e quelli raggiunti. 9 di 38
10 8 Ancora trasparenza Ulteriore novità da evidenziare è che all interno dello stesso POF trova diritto di cittadinanza la Carta dei servizi istituita con il D.P.C.M. del 7 giugno del 1995 in quanto, il Consiglio di Istituto, secondo quanto previsto dal comma 3 dell art. 3 1 del D.P.R. n. 275/99 e s.m., è tenuto a comunicare tra i suoi indirizzi anche gli aspetti generali e di gestione. Sostanzialmente gli indirizzi, che dovrebbero in linea di massima essere deliberati nel mese di giugno subito dopo la verifica del programma annuale, devono riguardare gli ambiti: 1. Pedagogico-didattico; 2. Organizzativo-gestionale; 3. Finanziario. È opportuno, comunque, riportare in sintesi la mappatura di tutte le fasi della sua costruzione: 1. costituzione del gruppo di progetto inerente alla individuazione di sezioni e capitoli per il POF così come previsto dall art. 3 comma 1 del DPR 275/99 e s.m. con tutte le componenti della scuola (Dirigente, Docenti, DSGA, personale ATA, Genitori e alunni nelle scuole di secondo grado); 2. predisposizione del piano delle attività di supporto dei servizi amministrativi e generali da parte del DSGA, sentito il personale ATA in apposite riunioni; 3. elaborazione ed approvazione del POF da parte del Collegio dei Docenti; 1 Il Piano dell'offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto. 10 di 38
11 4. adozione definitiva del POF da parte del CDI, unico organo e vero di governo della scuola. 5. contrattazione integrativa di Istituto con la RSU della scuola e le OO.SS territoriali, tenuti presenti il POF e gli indirizzi dettati dal CDI; 11 di 38
12 9 Il complemento: il programma annuale Definito analiticamente il Pof è più agevole individuare la chiave di lettura del programma annuale (di seguito indicato con la sigla P.A.). Con l applicazione anticipata del Decreto 1/2/2001 n. 44 e s.m., resa possibile dall emanazione del D.P.R. 4/8/2001 n. 352, durante l esercizio finanziario 2002 le I.I.S.S. di ogni ordine e grado hanno predisposto, in sostituzione dell ultraventicinquenne bilancio di previsione, il Programma Annuale. Per la prima volta le scuole hanno sperimentato la necessità di operare rispettando criteri di collegialità e cooperazione tra i diversi soggetti ed è emersa la necessità di una nuova cultura organizzativa capace di tener conto delle variabili di seguito elencate: i vincoli e gli spazi di autonomia in cui si muove l istituzione scolastica; i rischi connessi al l audace impresa di un servizio scolastico di qualità; i nodi centrali dell equilibrio individualità collegialità; la verificabilità dei risultati; la gestione delle responsabilità e dei rischi connessi con l attività scolastica; l uso delle risorse e il controllo dei costi reali del servizio; il processo di comunicazione e le dinamiche di leadership nelle relazioni interpersonali. 12 di 38
13 10 La collegialità all opera Sono emerse, insomma, le condizioni per il cambiamento culturale e per l apprendimento delle tecniche organizzative all interno degli istituti scolastici. Gli elementi fondamentali impliciti nel processo di gestione si sono rivelati ancora, ma con diversa connotazione, la crucialità e le diverse valenze dei ruoli del Capo d Istituto e del Direttore dei servizi generali ed amministrativi chiamati a semplificare la complessità degli algoritmi operativi impliciti nelle regole che disciplinano la predisposizione del programma annuale. Si richiede, con la nuova normativa, in forma esplicita, a chi dirige l istituzione di essere capace di combinare all interno della scuola elementi tra loro profondamente diversi per offrire un servizio di qualità agli studenti: la formazione per orientarsi nella vita e nell attività lavorativa. E stato chiarito ancora meglio il bisogno di rispondere alle attese del contesto sociale in cui opera la scuola tenendo presenti gli indicatori necessari, validi in quel contesto, per poter accertare e valutare i risultati che vengono raggiunti. Le spinte innovative all interno di una scuola così rinnovata devono essere strettamente correlate alla disponibilità, alla competenza e allo spirito di iniziativa di due figure monocratiche: il Dirigente e il Direttore. Il loro ruolo deve essere quello di: PROMUOVERE LEGITTIMARE SOSTENERE INCORAGGIARE DIFENDERE I processi e le iniziative innovative ed evolutive. Devono esercitare, in sintesi, un ruolo proteiforme. Essi non possono più limitarsi a gestire l ordinario sorvegliando affinché nulla possa turbare il normale tran tran quotidiano deciso una volta per tutte. Il loro ruolo diventa soprattutto 13 di 38
14 quello di stimolare la consapevole azione dei singoli coordinando una sempre più motivata collettività di operatori. Spetta a loro garantire, nell ambito del progetto collegiale, che ognuno rispetti gli impegni assunti per realizzare gli obiettivi concordati e adoperarsi per raggiungere i risultati attesi. 14 di 38
15 11 Un documento contabile particolare e preciso. Il Programma Annuale, secondo quanto previsto dal comma 3 dell art. 2 del Decreto n. 44/01 e s.m. rappresenta l unico documento contabile annuale attraverso il quale si svolge l attività finanziaria delle istituzioni scolastiche. La gestione finanziaria, espressa in termini di competenza, è improntata a criteri di efficacia, efficienza ed economicità e si conforma ai principi della trasparenza, annualità 2, universalità, integrità, unità e veridicità. Esso è legato quale atto temporale all Esercizio finanziario e comprende il periodo dal primo gennaio al trentuno dicembre. È opportuno precisare la differenza tra Esercizio Finanziario ed Anno Finanziario, che pur avendo la medesima durata dell arco temporale racchiudono al loro termine diverse situazioni di contabilità. Difatti, nell Esercizio finanziario si effettuano le operazioni inerenti alla competenza, ovvero, riscossioni e pagamenti secondo la previsione e successive modifiche al Programma Annuale, con determinazione alla fine di esso dei residui attivi (somme accertate e non riscosse) e dei residui passivi (somme legalmente impegnate e non pagate). I residui sia attivi che passivi secondo le norma prevista dalla Contabilità generale dello Stato nascono in un determinato Esercizio Finanziario e ad esso rimangono legati. Diversamente l anno finanziario racchiude tutte le operazioni contabili di Entrata e di Uscita, sia in conto competenza che in conto Residui degli Esercizi finanziari precedenti. E questo il motivo per il quale spesso è legato non al Programma Annuale ma, bensì, al Conto Consuntivo. E il caso di precisare che la nuova denominazione scaturisce dal fatto che secondo le regole della progettazione: 2 In merito a questo principio, purtroppo, le scuole continuano a vivere il gap della non coincidenza dell anno scolastico, rispetto all anno finanziario. Situazione che crea nella gestione non pochi problemi e discordanze temporali tra il POF che riguarda la progettualità dell anno scolastico ed il programma che è rapportato ad un anno finanziario. 15 di 38
16 Programma = Progetto = iniziativa a lungo termine che comprende solitamente anche più di un progetto. Sforzo complesso al quale partecipano più settori dell organizzazione, con obiettivi e budget ben definiti. Compito = Sforzo definito, eseguito da un settore dell organizzazione che con altri soggetti concorre alla realizzazione del progetto. Difatti il nuovo Programma Annuale prevede nel suo seno attività e progetti. Il Programma Annuale è predisposto, recita il già citato articolo, dal dirigente scolastico e proposto dalla giunta esecutiva con apposita relazione accompagnatoria e con il non vincolante parere di regolarità contabile del Collegio dei Revisori dei Conti. Il Consiglio di Istituto delibera l approvazione del Programma Annuale entro il 15 dicembre. Comunque, il 15 dicembre rimane un termine ordinatorio, se il Consiglio di istituto stesso concede una proroga, mentre quello perentorio è il 14 febbraio dell esercizio finanziario a cui si riferisce il Programma Annuale. Difatti, l art. 8 del Decreto n. 44/01 prevede l istituto dell esercizio provvisorio e qualora il programma annuale non sia stato approvato entro 45 giorni dall inizio dell esercizio, il dirigente ne dà immediata comunicazione all Ufficio Scolastico Regionale che ha il compito di nominare un Commissario ad acta 3, vero sostituto dell organo collegiale di governo della scuola che procede all adempimento. Il ricorso al commissario consente di evitare la paralisi della gestione che avrebbe determinato rischi nella realizzazione delle attività previste dal POF. Importante diventa l analisi della fase di previsione del Programma Annuale. Il comma 4 dell art. 2 del Decreto n 44/01 dispone che nella relazione sono illustrati gli obiettivi da realizzare 3 Per comprendere meglio la figura del commissario ad acta ci si può rifare all art. 70 del D.Lgs. n 546 del 31/12/1992. Il Commissario ad acta agisce, in vece dell organo inadempiente, si inserisce, ancorchè in via provvisoria, nell amministrazione ed instaura con essa, sotto il profilo funzionale, un occasionale rapporto di servizio, pur 16 di 38
17 e la destinazione delle risorse in coerenza con le previsioni del piano dell offerta formativa e sono sinteticamente illustrati i risultati della gestione in corso alla data di presentazione del programma, rilevati dalle schede di cui al comma 6, Modello B e quelli del precedente esercizio finanziario.... È del tutto evidente, dalla lettura del comma sopra riportato che la previsione del Programma annuale non può non tenere conto di quella prevista nel pof e, pertanto, è rafforzato il concetto che se la progettualità in esso prevista, non trova copertura finanziaria si rischia di riformulare il libro dei sogni". Per questo occorre individuare preventivamente l algoritmo che scandisce le azioni necessarie per gestire la fase della previsione, tenendo fede al concetto dianzi esplicitato che la progettualità la si può definire: programmazione controllata. fondandosi sull ordine contenuto nell incarico affidatogli. Svolge una funzione attiva. Emette provvedimenti attuativi ed esecutivi, difatti, laddove necessita modifica ed approva, nel caso in esame, il Programma Annuale. 17 di 38
18 12 Le operazioni contabili La prima posta delle entrate è l avanzo di amministrazione così come espressamente previsto dall art. 3 del decreto in esame. Il suo ammontare, se calcolato in forma presunta, comporta l utilizzo del modello C, ma se definitiva il modello J. Inoltre, dovendo stabilire quali parti sono vincolate e quali senza vincolo di destinazione, dopo il modello C occorre compilare il modello D che dimostra, appunto, dell ammontare dei modelli C o J quale è vincolato 4. L analisi del terzo comma dell art. 3 detti stanziamenti possono essere impegnati solo dopo l effettiva disponibilità finanziaria e nei limiti dell avanzo effettivamente realizzato autorizza a sostenere la tesi che l avanzo reale si verifichi soltanto quando si riscuotono effettivamente i residui attivi. L interpretazione, però, ingenera il dubbio che la previsione fatta possa non corrispondere al principio della veridicità. C è da segnalare inoltre la discordanza della tesi precedente con l art. 2 comma 8 che recita: l approvazione del programma comporta autorizzazione all accertamento delle entrate e dell assunzione degli impegni delle spese ivi previste. Le entrate accertate ma non riscosse durante l esercizio e le spese impegnate e non pagate entro la fine dell esercizio costituiscono, rispettivamente, residui attivi e passivi. Procedendo nell analisi delle voci relative alle entrate bisogna tener presente la dotazione ordinaria non vincolata che per la maggior parte è formata dal contributo dello Stato per il funzionamento amministrativo e didattico e dai fondi per l ampliamento dell offerta formativa provenienti dalla legge 440/97. La restante parte delle somme delle entrate sono quasi tutte vincolate: 4 E opportuno, comunque, redigere un elenco analitico delle somme con vincolo di destinazione. 18 di 38
19 i fondi per le supplenze brevi e i relativi oneri riflessi, il finanziamento per il fondo dell Istituzione Scolastica,per le attività aggiuntive, i fondi per l aggiornamento, la formazione, gli esami di stato, etc. Ulteriori fonti di entrate possono essere considerate i contributi volontari degli alunni, gli interessi provenienti dal c/c bancario e postale, dall alienazione di beni, quelle derivanti dall approvazione di progetti finanziati dalla Comunità Europea, dalle Regioni, dall Ente Locale per la manutenzione e l acquisto del materiale di consumo in virtù della legge 23/96 etc. Quantizzate le entrate, che è compito specifico del DSGA, si può procedere alla previsione delle spese imputabili ai vari aggregati e progetti 5. In proposito è necessaria un altra constatazione. Nonostante il comma 2 dell art. 1 del Decreto 44/01 e s.m. preveda che la dotazione finanziaria di Istituto venga utilizzata a norma dell art. 21 comma 5 della legge 59/97 e dell art. 6 comma 3 6 del DPR 233/98 senza alcun vincolo di destinazione, purtroppo, nella quotidiana prassi si verifica che la politica di assegnazione di budget sicuro è ancora oggi una pura chimera. Difatti, come ben sanno gli addetti ai lavori, la grossa quantità di risorse previste nel P.A. è vincolata. Previste le entrate finalizzate e vincolate nei corrispondenti aggregati delle spese, le rimanenti dovranno essere allocate con criterio e raziocinio per evitare, da parte del Dirigente Scolastico, la responsabilità di una cattiva gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio (primo capoverso comma 2 art. 25 D. L.vo 30/3/2001, n. 165 e s.m.). Cercheremo di disegnare un percorso fattibile. La previsione relativa all aggregato A01 Spese generali di Funzionamento 5 Rispetto al vecchio bilancio la denominazione capitoli è stata sostituita con il termine voci per le entrate e aggregati e progetti per le spese. 6 Le Istituzioni Scolastiche utilizzano le risorse finanziarie a loro assegnate senza altro vincolo di destinazione che quello dell utilizzazione prioritaria per lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento 19 di 38
20 La previsione relativa a questo aggregato presuppone un analisi accurata da parte del Dirigente, del DSGA, del Responsabile dell Ufficio Tecnico, negli istituti dove è previsto, o dall Assistente Amministrativo incaricato del magazzino, del materiale occorrente per il funzionamento delle IISS. Bisogna, attraverso l analisi delle schede del materiale acquistato, per tipologia, nell anno precedente, valutare se, a seconda dei mutamenti verificatisi, prevedere una somma maggiore o minore rispetto a quella dell anno precedente. Uno schema sinottico esemplificativo, rappresentante la realtà di un istituto di medie dimensioni, potrebbe essere il seguente: TIPOLOGIA DI SPESA SPESA SOSTENUTA NELL ANNO 2008 SPESA PREVISTA PER L ANNO 2009 AGGREGATO Carta 1.500, ,00 A01 Cancelleria 7.915, ,00 A01 Stampati 1.780, ,00 A01 Abbonamenti riviste per ufficio e 826, ,00 A01 * pubblicazioni Accessori per ufficio 1.469, ,00 A01 Materiale tecnico specialistico 1.140, ,00 A01 Medicinali, materiale igienico sanitario 2.100, ,00 A01 Beni di consumo vari 1.086, ,00 A01 Pagelle scolastiche 515,00 550,00 A01 Spese per impianti e macchinari 4.912, ,00 A01 Spese per software amministrativo 2.868,00 500,00 A01** Telefonia fissa 5.591, ,00 A01*** Spese postali e telegrafiche 3.344, ,50 A01 Spese per manutenzione macchine d ufficio 1.000, ,00 A01 Anticipazione per minute spese 258,00 ***** 300,00 A01 Totali A01**** Legenda: * previsione superiore in quanto ritiene di dover rinnovare l abbonamento alla gazzetta ufficiale e di acquistare alcuni manuali per lavoro d ufficio; proprie di ciascun grado, ordine e tipo di scuola, nel rispetto delle competenze attribuite, nelle stesse materie, alle Regioni e agli Enti Locali con il D.L.vo 31/3/1998, n di 38
21 ** è stata contemplata una previsione minore in quanto gli uffici amministrativi dispongono di quasi tutti i software adeguati e corrispondenti alle norme vigenti; *** la spesa suddetta prevede: una linea telefonica fissa non pagata dall Amministrazione Provinciale, spese per telegrammi inerenti alle convocazioni per le supplenze, una rete line per navigazione Internet per i laboratori e gli uffici; **** la quota di... sarà prelevata dall avanzo di amministrazione non vincolato; la somma di... da... ***** La somma di 300,00, relativa all anticipazione delle minute spese, non figura nel totale in quanto, secondo la nuova regola, viene riportata nella scheda B e non viene contabilizzata per i motivi che saranno di seguito chiariti nel corso dell analisi delle partite di giro. Previsione relativa all aggregato A02 - Spese di funzionamento didattico generale -. La previsione relativa a questo aggregato necessita di una collegialità ancora più ampia. Il docente individuato quale esercente la funzione strumentale a supporto dei docenti, dovrebbe acquisire prioritariamente le istanze di richiesta dei materiali di consumo e dei sussidi didattici occorrenti. Raccolti i dati, insieme all Assistente Amministrativo incaricato del magazzino, o attraverso apposito incarico specifico di cui all ex art. 47 del CCNL 29/11/2007 o ad eventuale art. 50 stesso CCNL (oggi, rivisitati dagli artt.1 e 2 della sequenza contrattuale inerente all art.62 del CCNL del 25/7/2008, quantizza i materiali richiesti suddivisi per tipologia come per l aggregato precedente. Previa indagine di mercato si procede, poi, alla corretta previsione che di seguito si riporta in un quadro sinottico esemplificativo: TIPOLOGIA DI SPESA SPESA SOSTENUTA SPESA PREVISTA AGGREGATO NELL ANNO 2008 PER L ANNO 2009 Carta 1.000, ,00 A02 Cancelleria 496, ,00 A02 Materiale tecnico 5.462, ,00 A02 21 di 38
22 specialistico Strumenti tecnici , ,00 A02 specialistici Materiale sportivo 3.853, ,00 A02 Beni di consumo Vario , ,80 A02 Manutenzione laboratori e 0, ,00 A02 sussidi Totali A02 Legenda: esplicitare i motivi che hanno determinato variazioni eventuali come per aggregato A01. Lo stesso procedimento è usato per la previsione relativa all aggregato A04 Spese di investimento - e materiale occorrente per i progetti didattici 7. La precedente modalità operativa evidenzia due vantaggi fondamentali: 1. una previsione oculata che preserva dal rischio di allocare su di un aggregato risorse che possano rimanere inutilizzate, da quello di non finanziare altre attività e di rispondere, perciò, dei danni derivanti da una cattiva gestione 8 ; 2. la quantizzazione dei materiali selezionati per tipologia evidenzia subito se il costo totale eccede o meno il limite di 2.000,00 o quello stabilito dal Consiglio di Istituto in sede di approvazione del Programma Annuale (art. 34 comma 1 del Decreto 44/01 e s.m.). Questo dato impone al Dirigente Scolastico, unica figura deputata ad assumere impegni e titolare dell attività negoziale, a procedere alla comparazione di almeno tre preventivi di ditte diverse tenendo a base d asta i prezzi CONSIP. Se il costo totale eccede il limite suddetto, fatto che purtroppo succede spesso, si incorre nelle sanzioni previste per il frazionamento artificioso della spesa : è risaputo che tale 7 E necessario che i progetti siano di un numero limitato ed allo stesso tempo siano caratterizzati da legami trasversali che, in coerenza con le scelte educative evidenziate nel POF, garantiscano una reale implementazione dell Offerta Formativa. 22 di 38
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