I Giochi Olimpici. Eléna Mattei. Giochi Olimpici Antichi Storia delle Olimpiadi. Regole

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1 Eléna Mattei 1 C Giochi Olimpici Antichi Storia delle Olimpiadi I Giochi Olimpici I primi Giochi Olimpici della storia iniziarono nel 776 a.c.. Questi Giochi erano delle celebrazioni sia atletiche che religiose, perché venivano praticate prove basate su diversi sport e il tutto era dedicato a Zeus, il re degli dei. Il primo documento scritto parla di una festa composta da una sola gara, chiamata stadion, che consisteva in una gara di corsa. Da quel momento i Giochi diventarono sempre più importanti nella Grecia Antica, fino a far aggiungere nuovi sport, che arrivarono in tutto ad una ventina. La festa veniva celebrata ogni quattro anni nella città di Olimpia e durava sette giorni, durante il quale tutte le guerre in Grecia venivano sospese. La fase tra un Gioco e l'altro (quindi quattro anni) veniva chiamata Olimpiade (da lì il termine moderno, le Olimpiadi ), mentre la tregua era chiamata Ekecheiria. L'importanza di questa festa si perse durante l'avvenuta dell'impero Romano. All'inizio i Giochi erano benvoluti dai Romani, e furono aperti anche per Fenici, Galli ed altri popoli conquistati dai Romani. Da alcuni documenti sembra anche che Nerone abbia organizzato un'edizione dei Giochi in cui potessero partecipare anche i Romani. I Giochi Olimpici vennero totalmente cancellati quando il Cristianesimo diventò la religione ufficiale dell'impero Romano: infatti i Giochi erano visti come una festa pagana e l'imperatore Teodosio I, insieme ad Ambrogio, vescovo di Milano, li vietarono nel 393 d.c.. I Giochi Olimpici Antichi durarono per quasi mille anni, precisamente 1117 anni, nei quali vennero tenute ben 292 edizioni. Regole Potevano partecipare solo persone greche libere di sesso maschile, cioè che fossero nati in Grecia, che avessero antenati greci, e che fossero maschi. Ovviamente solo i componenti di famiglie ricche potevano partecipare, dato che il costo degli incessanti allenamenti era molto alto. Inoltre, solo chi sapeva parlare greco poteva partecipare, nonostante venissero chiamati giochi internazionali. Con questo termine in realtà si intendeva che i partecipanti provenivano da varie città in Grecia o nelle colonie (molti atleti famosi infatti provenivano da regioni italiane come Sicilia, Calabria e Puglia). A chi vinceva le Olimpiadi veniva consegnata una corona d'ulivo, inoltre

2 l'ammirazione e la fama in tutta la Grecia e veniva citato e raffigurato in poemi e statue. Gare Lo stadion, cioè una gara di corsa. Il diaulos, cioè una gara di corsa la cui strada da percorrere era pari al doppio dello stadion. Il dolicos, cioè una corsa di resistenza. Il pugilato, cioè la moderna boxe. La lotta, cioè un combattimento corpo a corpo. Il pancrazio, cioè un'arte marziale ottenuta grazie al misto di pugilato e lotta. Il pentathlon, composto da cinque gare, cioè il salto il lungo, il lancio del giavellotto, il lancio del disco, la corsa e la lotta. L'hoplitodromos, cioè una gara di corsa con le armi. Le gare equestri, composta da due gare, cioè quella dei carri e quella dei cavalli. Giochi Olimpici Moderni Pierre De Coubertin Alcuni giochi simili a quelli Olimpici vennero organizzati in Inghilterra, Francia e Grecia tra il 1600 e il 1700, ma non erano internazionali e non potevano essere considerati veri Giochi Olimpici. L'interesse crebbe solo quando un gruppo di archeologi tedeschi riportò alla luce le rovine della città di Olimpia e, con lei, tutti i vasi, le statue ed i vari documenti che certificavano le Olimpiadi. Nello stesso tempo Pierre De Coubertin, un barone francese in cerca di una spiegazione alla sconfitta della guerra franco-prussiana, capì che la perdita era dovuta al poco allenamento fisico dei combattenti. Inoltre, voleva che tutto il mondo fosse collegato grazie a delle sfide sportive in cui i partecipanti potessero mettere alla prova le loro capacità, facendolo pacificamente invece che in guerra. Fu così che, durante un congresso tenutosi a Parigi nel 1894, De Coubertin spiegò la sua idea e il 23 Giugno, l'ultimo giorno di congresso, venne deciso che la prima edizione del Giochi Olimpici Moderni sarebbe stata svolta nel 1896 ad Atene, capitale della Grecia, in cui nacquero le prime vere Olimpiadi. Per organizzare il tutto, fu fondato il Comitato Olimpico Internazionale (Comité International Olympique, quindi CIO). L'evento fu il più grande mai organizzato all'epoca, con quasi 250 partecipanti. La Grecia chiese inoltre di essere la sede anche per i Giochi successivi, ma il CIO glielo impedì perché pensava che, essendo internazionali, avrebbero dovuto essere realizzati in uno stato diverso di volta in volta. Quattro anni dopo, le Olimpiadi si tennero a Parigi, città di nascita di De Coubertin.

3 Interferimenti Alcune edizioni dei Giochi Olimpici Moderni furono cancellate a causa della guerra, contrariamente a quanto avveniva ai tempi della Grecia Antica. Gli anni in cui le edizioni vennero cancellate furono: , grazie alla Prima Guerra Mondiale; e 1944, per colpa della Seconda Guerra Mondiale. In tutt'e due le occasioni, i vincitori della Guerra Mondiale impedirono agli sconfitti di partecipare alla successiva edizione delle Olimpiadi. L'unica eccezione avvenne per l'italia che, nel 1948, poté partecipare lo stesso perché dopo l'armistizio del 1943 aveva dichiarato guerra alla Germania. Dal 1992, però, il CIO, in occasione delle Olimpiadi, chiede di rispettare la tregua dell'antichità e di sospendere ogni battaglia durante questa manifestazione. Le prime Olimpiadi a venir boicottate, invece, furono quelle del 1956 a Melbourne, a cui Paesi Bassi, Spagna e Svizzera non parteciparono per protesta contro la rivolta ungherese del 1956, mentre Cambogia, Egitto, Iraq e Libano boicottarono i Giochi per la Crisi di Suez. Successivamente i Paesi africani boicottarono le Olimpiadi del 1076 a Montréal per protesta contro la tournée in Sud Africa della nazionale neozelandese di rugby, in pieno apartheid. Poi alle Olimpiadi del 1980 a Mosca furono gli Stati Uniti ed altri stati occidentali a non partecipare a causa dell'invasione sovietica dell'afghanistan. Di conseguenza, sovietici ed altri orientali boicottarono le successive Olimpiadi, quelle del 1984 a Los Angeles. Anche il terrorismo interferì con le Olimpiadi. Nel 1972, infatti, in occasione delle Olimpiadi a Monaco, un gruppo di terroristi palestinesi prese in ostaggio undici atleti della squadra olimpica israeliana. Il tentativo di liberazione finì male e morirono tutti gli atleti, cinque dei terroristi ed un poliziotto. Un estremista cristiano di nome Eric Robert Rudolph, durante le Olimpiadi del 1996 ad Atlanta, piazzò una bomba nel Centennial Olympic Park, uccidendo solo due persone ma ferendone più di un centinaio. Invece, dalle Olimpiadi Invernali del 2002 a Sal Lake City, le prime dopo l'attentato dell'11 Settembre 2001, i Giochi richiederanno uno standard di sicurezza molto alto. Simboli olimpici Il simbolo più noto dei Giochi Olimpici è quello che vede cinque cerchi di colore diverso su uno sfondo bianco. La bandiera delle Olimpiadi, raffigurante questo simbolo, viene issata ad ogni edizione fin dal L'ordine degli anelli è: - blu, in alto a sinistra; - nero, in alto in mezzo; - rosso, in alto a destra; - giallo, in basso a sinistra; - verde, in basso a destra. I cerchi sono intrecciati per simboleggiare l'universalità dello spirito olimpico. I

4 colori, insieme al bianco sullo sfondo, erano presenti in tutte le bandiere del mondo quando vennero scelti. Di conseguenza, la combinazione di colori simboleggia tutte le nazioni del mondo e non, come dice una credenza popolare, ogni colore un continente diverso (di solito blu per Europa, nero per Africa, rosso per America, giallo per Asia e verde per Oceania). Altro simbolo delle Olimpiadi è la fiamma olimpica, che viene accesa coi raggi del sole ad Olimpia e poi, grazie ad una staffetta di tedofori, portata fino alla città in cui sono stati organizzati i Giochi. La fiamma serve per accendere il braciere che resta acceso fino alla fine delle Olimpiadi. La fiamma venne introdotta per la prima volta nelle Olimpiadi del 1936 a Berlino. Il motto ufficiale è invece Citius, Altius, Fortius, che in latino vuol dire Più veloce, più alto, più forte, utilizzato per la prima volta alle Olimpiadi del 1924 a Parigi. Un altro motto non ufficiale è la celebre frase L'importante non è vincere, ma partecipare, detta dallo stesso Pierre De Coubertin. Cerimonia d'apertura Importante e particolare è la cerimonia d'apertura di un'olimpiade. Si inizia con un conto alla rovescia e seguono danze, canti e coreografie ispirate al folklore del Paese ospitante. Subito dopo, la sfilata delle nazioni partecipanti, che prevede gli atleti (divisi per nazione) che marciano nello stadio. Le nazioni sfilano in ordine alfabetico secondo la lingua del Paese ospitante; le uniche due eccezioni vengono fatte per la Grecia, che entra per prima, essendo stata la terra in cui vennero creati i primi Giochi Olimpici dell'antichità, e il Paese ospitante, che entra per ultimo. Ogni gruppo di atleti è preceduto da un altro atleta, di solito uno dei più rappresentativi, che fa da portabandiera, considerato un onore. Al termine della sfilata, seguono i discorsi del presidente del Comitato Organizzatore dell'edizione dei Giochi e del presidente del CIO. Dopodiché, il capo dello stato del Paese ospitante apre ufficialmente le Olimpiadi. Subito dopo viene suonato l'inno olimpico e viene issata la bandiera olimpica vicino a quella del Paese ospitante. I portabandiera si riuniscono intorno ad un podio su cui un rappresentante degli atleti ed un giudice di gara (entrambi del Paese ospitante) pronunciano il giuramento olimpico, cioè impegnandosi a nome di tutti di gareggiare (per l'atleta) e giudicare (per il giudice) secondo le regole stabilite. A chiudere la cerimonia ci sono i tedofori che entrano nello stadio reggendo la fiamma olimpica. L'ultimo tedoforo (che spesso è un'atleta famoso o una personalità del Paese ospitante) deve accendere il braciere con la fiamma olimpica, e nello stesso tempo vengono liberate delle colombe, simbolo della pace. Cerimonia di chiusura La cerimonia di chiusura è più semplice rispetto a quella d'apertura. Gli atleti entrano nello stadio senza distinzioni di nazioni e vengono issate tre bandiere coi rispettivi inni: quella del Paese ospitante, quella della Grecia e quella del prossimo Paese ospitante. Poi di nuovo i discorsi del presidente del Comitato Organizzatore e del

5 presidente del CIO. Viene tolta la bandiera olimpica ed una sua versione viene consegnata al sindaco della città che in futuro ospiterà i Giochi Olimpici. Il sindaco la deve sventolare per otto volte. Subito dopo, una parte con danze, balli e canti che richiamino sia il Paese ospitante sia il futuro Paese ospitante. Per finire, viene spenta la fiamma olimpica. Doping Il doping non manca anche alle Olimpiadi. Le droghe vennero utilizzate per la prima volta agli inizi del L'unica morte per doping, però, avvenne nelle Olimpiadi del 1960 a Roma, nella corsa di bici su strada, dove l'atleta danese Knud Enemark Jensen cadde dalla sua bici e morì poco più tardi. Il CIO introdusse i test anti-doping a partire dalle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico, dove il primo atleta a risultare positivo fu lo svedese Hans-Gunnar Liljenwall, che perse la medaglia di bronzo. Nel successivi trentotto anni, furono trovati altri settantatré atleti dopati, di cui molti medagliati. Tipi di Olimpiadi Moderne Ci sono tre tipi di Giochi Olimpici Moderni: - le Olimpiadi Estive, le più comuni; - le Olimpiadi Invernali, che vengono organizzate in inverno ogni quattro anni, ma sfasate di due anni rispetto a quelle Estive; - le Paralimpiadi, cioè le Olimpiadi per persone disabili. Edizioni interessanti Per quanto riguarda l'italia, l'unica edizione organizzata dal nostro Paese è stata quella del 1960 a Roma. Non ce ne sono state altre per adesso. Gli ultimi Giochi Olimpici Estivi risalgono al 2008, a Pechino. L'ultimo di quelli Invernali è stato nel 2010 a Vancouver. Sono previste le Olimpiadi 2012 a Londra e le successive 2016 a Rio De Janeiro. Le prossime due Invernali sono previste per il 2014 a Soči, in Russia, e per il 2018 a Pyeongchang, in Corea del Sud.