Dal Cenacolo al mondo

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1 Dal Cenacolo al mondo Sommessamente, senza idee e con il caldo che attanaglia il mio studio mi seggo e inizio a pensare ai pensieri che desidero comunicarvi in questo numero del giornalino parrocchiale Io Francesco. Il primo pensiero, probabilmente l unico, che balza nella mente è una specie di domanda (anche se a dir la verità nemmeno so cosa sia realmente): noi cristiani chi siamo veramente? Qual è la nostra vera identità? Siamo cristiani a cui piace stare o frequentare solo il Cenacolo? Oppure siamo o desideriamo essere cristiani che dal Cenacolo si dirigono verso il mondo? Dopo la morte e risurrezione di Gesù il Cenacolo, da rifugio contro la paura, diventa la base di una squadra di gente pazza che comincia a disturbare la quiete del mondo. D altronde il Maestro li aveva scelti proprio per questo. E, guarda caso, tutta gente strana. L aveva dimostrato più volte: non aveva bisogno di gente composta, disciplinata, con il collo inclinato verso destra o verso sinistra, le manine giunte e la schiena diritta. Non sapeva che farsene di scolari disciplinati, ammaestrati, diligenti, mansueti. Di bambini che fanno tutti i compiti per casa alla perfezione. La normalità non l ha mai incantato più di tanto. Lui voleva gente infuocata: non importava la professione - pescatore o notaio, ladro o brigante, estroverso, introverso o instabile - aveva bisogno di gente capace di infiammarsi per un ideale, di ardere a causa della passione. Esatto, aveva bisogno di amici: non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga. Pretendeva degli innamorati: di Lui, del suo sogno di rovesciare il mondo, della sua smisurata voglia d amare. Voleva gente disposta a perdere la testa, a rischiare il cuore, la faccia. Forse la vita. Gerusalemme è la base di partenza, il mondo diventa il loro campo di battaglia, i confini della terra, il limite da raggiungere. Partono infuocati, disposti a pagare il prezzo della solitudine, del disprezzo, dell abbandono e della derisione. In un epoca in cui si predicava la normalità a tutti i costi - dopo tre anni di scombussolamento generale - pure loro erano normali. Ma la normalità del Vangelo: una logica che sfiora la follia: nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Ad accettare la sfida non puoi mai dire sono a posto, tutto sommato mi ritengo soddisfatto, più di così non posso. Il Maestro non aveva mai stabilito un minimo, un massimo, una misura. Se non la sua: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Altri tempi? Mah! Noi cristiani dimentichiamo una cosa: la grande promessa del Signore Gesù! Lui assicura che appena vedrà il Padre, gli presenterà la lista delle cose più urgenti da mandare ai suoi figli. Non pane, olio e verdura fresca. Datteri, olive e pane azzimo. No: quello lo troveranno dai mercanti lungo le strade. Lui, rimanendo in mezzo a loro, s è accorto che l uomo non può vivere senza qualcuno vicino. Che l incoraggi, lo faccia sentire prezioso, l accompagni. Qualcuno che veda in lui ciò che i più non vedono. Anche Lui se ne era scelto. Non uno. Dodici! Scelti perché stessero con lui. Il dono e impegno della fratellanza nella fede, negli ideali, negli impegni, nella corsa affinché il mondo sia invogliato a non accontentarsi di ciò che è meno di Dio e che può diventare idolo e l uomo suo schiavo. Noi cristiani? Responsabili di tante cose! Quanto è strano l uomo quanto è bello il Signore Gesù, sembra quasi che non possa fare a meno dei suoi discepoli, sembra quasi che non possa fare a meno di ciascuno noi. Senza quasi!

2 2 io, FRANESCO Lectio Divina Cenni storici io, FRANESCO 3 Sembra che voglia trovare un modo per tornare lassù pur rimanendo assieme a loro. Di partire restando. Di abbracciare il Padre con una mano e con l altra stringere il loro petto. Quanto è affascinate il nostro Dio. Prima di morire, farina e acqua, pane e vino e poi il dono dello Spirito è la fantasia di un Dio follemente innamorato, pazzamente innamorato. Si tratta di capire che Gesù di cristiani con le braccia conserte e la bocca chiusa non sa proprio cosa farsene. I cristiani urlano al mondo, alla politica, all economia, alla Chiesa, la loro scelta di Cristo. Dinnanzi alle grandi sfide i cristiani da che parte decidono di stare? E di moda oggi parlare della teoria del Gender! I cristiani da che parte stanno? Quando si parla di inizio e fine di vita, i discepoli del Signore, noi, cosa pensano in cuor loro? Si sussurra della possibilità di uno spazio a Pineto per chi pratica il naturismo (nudismo) come possibilità di incrementare l attività turistica (o scoraggiarla!!!)! I discepoli di Cristo che scelta fanno dinnanzi a tutto ciò? Decidono di essere alla moda o portano avanti l ideale bello e affascinante del corpo come luogo sacro di Dio? Grazie a Dio questa mozione è stata ritirata da chi l ha presentata, il 6 agosto Speriamo che con la prossima stagione balneare il cervello di qualcuno non ritorni a fumare. Noi cristiani (e quando scrivo cristiani mi riferisco ai cristiani che una tonaca o un saio lo indossano, a quelli come me che non lo indossano, ai cristiani seduti tra i banchi delle chiese quotidianamente e domenicalmente, a coloro che sono cristiani col singhiozzo, a quei cristiani seduti sulle poltrone della politica) siamo capaci di proporre politiche sociali che prendano a cuore le vere necessità degli ultimi? Siam sempre pronti a giocare allo scarica barili quando si tratta di pensare fattivamente a come rendere la vita più felice agli altri, non solo alle persone con cui viviamo, ma anche a coloro che sono più sfortunati di noi. E allora è responsabilità della politica, e poi della Chiesa, e poi dei vicini, infine quando non sappiamo più chi responsabilizzare di tutto ciò iniziamo a dire e convincerci che è colpa di Dio! E a proposito di proposte: io una ce l avrei e la Il patrono dei ministranti San Tarcisio Un ministrante fatto Santo e chissà un giorno noi Chi era san Tarcisio? Non abbiamo molte notizie siamo nei primi secoli della storia della Chiesa, più precisamente nel terzo secolo; si narra che fosse un giovane che frequentava le Catacombe di san Callisto a Roma ed era molto fedele ai suoi impegni cristiani. Amava molto l Eucaristia e, da vari elementi, concludiamo che, presumibilmente, fosse un accolito, cioè un ministrante. Erano anni in cui l imperatore Valeriano perseguitava duramente i cristiani, che erano costretti a riunirsi di nascosto nelle case private o, a volte, anche nelle Catacombe, per ascoltare la Parola di Dio, pregare e celebrare la Santa Messa. Anche la consuetudine di portare l Eucaristia ai carcerati e agli ammalati diventava sempre più pericolosa. Un giorno, quando il sacerdote domandò, come faceva di solito, chi fosse disposto a portare l Eucaristia agli altri fratelli e sorelle che l attendevano, si alzò il giovane Tarcisio e disse: Manda me. Quel ragazzo sembrava troppo giovane per un servizio così impegnativo! La mia giovinezza disse Tarcisio sarà il miglior riparo per l Eucaristia. Il sacerdote, convinto, gli affidò quel Pane prezioso dicendogli: Tarcisio, ricordati che un tesoro celeste è affidato alle tue deboli cure. Evita le vie frequentate e non dimenticare che le cose sante non devono essere gettate ai cani né le gemme ai porci. Custodirai con fedeltà e sicurezza i Sacri Misteri?. Morirò rispose deciso Tarcisio piuttosto di cederli. Lungo il cammino incontrò per la strada alcuni amici, che nell avvicinarlo gli chiesero di unirsi a loro. Alla sua risposta negativa essi che erano pagani si fecero sospettosi e insistenti e si accorsero che egli stringeva qualcosa nel petto e che pareva difendere. Tentarono di strapparglielo ma invano; la lotta si fece sempre più furiosa, soprattutto quando vennero a sapere che Tarcisio era cristiano; lo presero a calci, gli tirarono pietre, ma egli non cedette. Morente, fu portato al sacerdote da un ufficiale pretoriano di nome Quadrato, diventato anch egli, di nascosto, cristiano. Vi giunse privo di vita, ma stretto al petto teneva ancora un piccolo lino con l Eucarestia. Venne sepolto da subito nelle Catacombe di san Callisto. Il Papa Damaso fece un iscrizione per la tomba di san Tarcisio, secondo la quale il giovane morì nel 257. Il Martirologio Romano ne fissa la data al 15 agosto e nello stesso Martirologio si riporta anche una bella tradizione orale, secondo la quale sul corpo di san Tarcisio non fu trovato il Santissimo Sacramento, né nelle mani, né tra le vesti. Si spiegò che la particola consacrata, difesa con la vita dal piccolo martire, era diventata carne della sua carne, formando così con lo stesso suo corpo, un unica ostia immacolata offerta a Dio. La testimonianza di san Tarcisio ci insegna il profondo amore e la grande venerazione che dobbiamo avere verso l Eucaristia: è un bene prezioso, un tesoro il cui valore non si può misurare, è il Pane della vita, è Gesù stesso che si fa cibo, sostegno e forza per il nostro cammino di ogni giorno; è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato. Servite con generosità Gesù presente nell Eucaristia. E un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un amicizia vera e profonda con Lui. Custodite gelosamente quest amicizia nel vostro cuore come san Tarcisio, pronti ad impegnarvi, a lottare e a dare la vita perché Gesù giunga a tutti gli uomini. Anche voi comunicate ai vostri coetanei il dono di quest amicizia, condivido perché non ho la forza economica di realizzarla in quanto i debiti parrocchiali son tanti, dunque, mi affido alla generosità gratuita, alla professionalità discreta, alla onestà e buona volontà di qualcuno o di molti, affido questo desiderio a chi ha la forza e la voglia di essere uomo o donna di parola; sicuramente è meglio affidarlo a Dio: si può pensare all Oratorio della Parrocchia San Francesco come ad una struttura che possa accogliere, con le dovute trasformazioni al primo piano ancora rustico, quelle persone che posto per dormire non ce l hanno? Che una doccia non la possono fare? E altro ancora sempre a disposizione per chiarimenti a tal proposito! Il tutto con professionalità, serietà, senza tornaconti personali o partitici, alla luce del sole e sotto stretta sorveglianza del Consiglio Pastorale Parrocchiale! E un piccolo segno che la città di Pineto potrebbe dare! A questo punto le idee vengono meno. Mi fermo. Vi auguro tanta speranza. Tanto coraggio. Tanta pazzia per le cose di Dio! P. Angelo Monte con gioia, con entusiasmo, senza paura, affinché possano sentire che voi conoscete questo Mistero, che è vero e che lo amate! Ogni volta che vi accostate all altare, avete la fortuna di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua a volersi donare a ciascuno di noi, ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci forza per vivere bene. Con la consacrazione voi lo sapete quel piccolo pezzo di pane diventa Corpo di Cristo, quel vino diventa Sangue di Cristo. Siete fortunati a poter vivere da vicino questo indicibile mistero! Svolgete con amore, con devozione e con fedeltà il vostro compito di ministranti; non entrate in chiesa per la Celebrazione con superficialità, ma preparatevi interiormente alla Santa Messa! Aiutando il nostro caro Padre Angelo nel servizio all altare contribuite a rendere Gesù più vicino, in modo che le persone possano sentire e rendersi conto maggiormente che Lui è qui. Voi prestate a Gesù le vostre mani, i vostri pensieri, il vostro tempo. Egli non mancherà di ricompensarvi, donandovi la gioia vera e facendovi sentire dove è la felicità più piena. San Tarcisio ci ha mostrato che l amore ci può portare perfino al dono della vita per un bene autentico, per il vero bene, per il Signore. A noi probabilmente non è richiesto il martirio, ma Gesù ci domanda la fedeltà nelle piccole cose, il raccoglimento interiore, la partecipazione interiore, la nostra fede e lo sforzo di mantenere presente questo tesoro nella vita di ogni giorno e di predere seriamente il servizio che svolgiamo nella Chiesa. Ci chiede la fedeltà nei compiti quotidiani, la testimonianza del Suo amore, frequentando la Chiesa per convinzione interiore e per la gioia della Sua presenza. Così possiamo far conoscere anche ai nostri amici che Gesù vive ed è presenza indiscutibile nella nostra vita. Roberto Iaconi LAUDATO SI La seconda enciclica di Papa Francesco, Laudato si è un appello urgente, rivolto a tutti, cristiani e non, a salvaguardare la nostra Terra casa comune ; a prendercene cura evitando e impedendo lo sfruttamento sconsiderato delle risorse che mette a nostra disposizione, impegnandoci in un nuovo stile di vita. L enciclica è formata da un introduzione e sei capitoli. Il Santo Padre nell introduzione ricorda che la Chiesa è sempre stata sensibile al tema dell ecologia, che tanti suoi predecessori ne hanno sottolineato l importanza e evidenziato che l ambiente naturale con le sue ferite è strettamente collegato all ambiente sociale sofferente. Tutto nel mondo è intimamente connesso. Il nostro corpo è costituito da elementi della natura e vive e si ristora attraverso di essi. Se ne deduce che se la Terra è malata lo è anche l uomo con le relazioni che stabilisce con i suoi simili e con le altre creature. Il Pontefice rivolge un accorato invito a cercare insieme un futuro diverso per il nostro pianeta, a riscoprire un dialogo aperto e sincero, perché solo con le esperienze, i talenti, le culture e il coinvolgimento di tutti si possono trovare soluzioni concrete che ci permettono di riparare i danni apportati al Creato. Immancabile il riferimento a San Francesco d Assisi, il Santo che più di ogni altro ci ha insegnato a lodare Dio attraverso il Creato e a rispettare ogni cosa in quanto dono del Creatore per noi: imitiamolo. Cap. 1 QUELLO CHE STA ACCADEN- DO ALLA NOSTRA CASA Papa Francesco fa notare e analizza, servendosi anche delle più recenti acquisizioni scientifiche, i problemi concreti che stanno portando al degrado la nostra Terra: l inquinamento, i rifiuti sempre in aumento, i cambiamenti climatici, la scomparsa di alcuni ecosistemi e la questione dell acqua. Ogni argomento è legato alla cultura dello scarto la quale è anche causa dell esclusione sociale e dell intolleranza con il conseguente incremento della violenza. Ogni argomento mette in evidenza come l uomo quando è al servizio della finanza, quando si fa servo del potere economico e politico si rende responsabile di crimini verso la totalità del Creato non solo impoverisce la Terra e la sua bellezza ma nega il diritto di una vita dignitosa a molti suoi simili. Cap. 2 IL VANGELO DELLA CREAZIO- NE L uomo ha una responsabilità totale verso il resto della Creazione. Animali, piante, montagne, acque e sottosuolo sono a sua disposizione non per essere selvaggiamente sfruttate bensì per aiutarlo a raggiungere lo scopo finale della sua Vita cioè Dio, tutte le creature sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui (Col 1,16), attraverso uno sviluppo equo e rispettoso che promuova i diritti umani ed economici sia personali che sociali. Siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio ma non siamo Dio e il Pontefice invita a non banalizzare e mal interpretare le parole della Bibbia. La Terra ci è stata donata, dobbiamo coltivarla per provvedere al nostro sostentamento, utilizzarne le risorse ma abbiamo anche il dovere di custodirla, mantenerla fertile e preservarla per le generazioni future. La Creazione non è frutto del caos ma è una libera decisione del Creatore. Ogni creatura ha un posto, ricopre un ruolo e persino l essere più insignificante e apparentemente inutile contribuisce all armoniosa bellezza di cui siamo circondati ed è oggetto dell immenso amore del Padre. Tutto ciò ci invita a lodare Dio attraverso le sue creature e a rispettare le leggi immutabili della natura. (È in questo capitolo che viene riportato il Cantico delle Creature di San Francesco) Cap. 3 LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA Il Santo Padre puntualizza che la crisi ecologica ha una radice umana. La causa primaria è la cultura dello scarto e le logiche del paradigma tecnocratico, ossia la visione secondo la quale il potere della tecnologia e dell economia sono artefici della realtà e della verità con accrescimento del benessere, ci impediscono di riconoscere e accettare che il mercato da solo non può garantire uno sviluppo umano nel suo insieme. L essere umano si atteggia a dominatore, e si comporta così con le cose, con gli altri esseri viventi e persino con i suoi simili privandoli della loro dignità, sfruttando e poi gettando quando non si è più produttivi. In nome di un profitto immediato rinuncia alla collaborazione, vive da contendente e permette il deterioramento della qualità della vita. Non ha compreso che se vuole progredire deve comportarsi da amministratore responsabile, deve applicare una politica a lungo termine, sacrificare il profitto immediato e concedersi il dialogo per vivere un presente e preparare un futuro degni dei figli di Dio. Cap. 4 UN ECOLOGIA INTEGRALE Papa Francesco si sofferma sullo stretto legame che c è tra le questioni ambientali e quelle umane, specifica che non è sufficiente fare un analisi dei problemi ecologici senza analizzare anche i contesti antropologici e sociali. È prioritario prestare particolare attenzione alle culture locali, in quanto la varietà delle civiltà rappresenta un tesoro per l umanità e la scomparsa di alcune di esse è grave per il nostro equilibrio quanto l estinzione di una specie animale e vegetale. È impensabile risolvere il degrado con norme uguali per tutti i popoli, esse vanno contestualizzate, ponderate prendendo in considerazione gli innumerevoli punti di vista. Tutto è in relazione, lo stato di salute delle istituzioni e delle società condiziona e a sua volta dipende dallo stato di salute dell ambiente e viceversa. Non è concepibile la difesa dell ambiente se poi si giustifica l aborto, non è accettabile che alcuni movimenti impediscano la ricerca scientifica e gli esperimenti sugli animali se poi si approvano quelli sugli embrioni umani. L uomo non è padrone assoluto della

3 4 io, FRANESCO Educazione e Catechismo Educazione e Catechismo io, FRANESCO 5 terra ma ha sicuramente un valore e una dignità superiori a qualsiasi altro essere vivente. Cap. 5 ALCUNE LINEE DI ORIENTA- MENTO E DI AZIONE Il filo comune a tutte le eventuali soluzioni che permettono di stoppare il deterioramento e iniziare la salvaguardia della nostra Terra è il dialogo. Dialogo tra le politiche internazionali cosa che già si è visto è possibile, pensiamo per citarne qualcuna alla Convenzione di Basilea sui rifiuti speciali e alla Convenzione di Vienna per la protezione dello strato dell ozono. Degli accordi internazionali sono urgenti per intervenire in maniera efficace. È vero che ogni Stato deve salvaguardare la propria sovranità ma deve anche concordare dei percorsi comuni che impediscano agli Stati più potenti di soggiogare e annichilire quelli più poveri. Dialogo verso nuove politiche nazionali e locali che legiferino e poi vigilino attraverso azioni di controllo. Che incoraggino le iniziative personali con radici più profonde e difficilmente corruttibili perché dettate dalla passione e dall amore e non da interessi economici. Dialogo tra le varie scienze, tra i diversi movimenti ecologisti, tra le religioni, la politica e l economia. Ovvio che solo un dialogo trasparente, che metta al centro dell attenzione l essere umano, potrà portare dei frutti buoni per tutti. La salute e la dignità umana vengono prima di ogni altro interesse. Cap. 6 EDUCAZIONE E SPIRITUALITÀ ECOLOGICA Mai come in questo tempo l uomo si sente il dio di sé stesso eppure mai come adesso è solo e insoddisfatto. Pur pensando di non avere limiti vive nell angoscia ed è alla ricerca di qualcosa che lo appaghi pienamente. Ecco che si concede uno stile di vita consumistico, narcotizzante ed egoistico. Un educazione che proponga uno stile di vita nuovo, che nel tempo modifichi le abitudini e le credenze è il primo passo per un cambiamento rilevante. Che fugga il consumismo, che introduca una rinnovata sensibilità ecologica, che faccia uscire da sé stessi per andare verso l altro riconoscendogli un valore proprio, che faccia crescere nella solidarietà, che insegni a riciclare e a compiere piccoli gesti reciproci di cura quotidiana. Sfida educativa impegnativa che deve interessare la scuola, le istituzioni, la Chiesa ma principalmente la famiglia luogo privilegiato dove l essere umano impara la cura per la Vita, l amore e l impegno per il bene comune, dove impara ad apprezzare il bello e il buono. Il Papa si rivolge in maniera specifica ai cristiani ai quali chiede una conversione ecologica che riconosca il Mondo come dono di Dio Padre. Invita sull esempio di San Francesco ad avere una sana relazione con il Creato e invoca la Madre Celeste affinché ci aiuti a guardarlo con occhi più sapienti. Per concludere propone due preghiere; una da condividere con tutti i credenti in un Dio Creatore e Onnipotente, l altra offerta ai cristiani come preghiera di lode. Ogni impegno sarà infruttuoso se non riconosciamo al Creatore la Sua sovranità e non accettiamo umilmente la nostra condizione. La Preghiera, unica arma accettabile in nostro possesso, ci sia di aiuto e conforto. L enciclica è datata 24 maggio 2015 solennità della Pentecoste. CHE LO SPIRITO SAN- TO SIA NOSTRO MAESTRO. Antonella Artieri Lasciate che i bambini vengano a me non glielo impedite Belle le parole di Gesù che ci fanno capire quanto Lui ami i bambini. I genitori portano i figli da Gesù perché li accarezzi, i discepoli pieni di zelo temono che possano disturbare, convinti che Gesù abbia cose più importanti a cui pensare. Anche oggi, nelle nostre comunità, si teme che i bambini possano disturbare le celebrazioni, e che altre siano le priorità. Gesù invita chiaramente a non impedire ai bambini di avvicinarsi a Lui e prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. (Mc 10, 16) Oggi noi genitori ci preoccupiamo dell alimentazione dei figli, di quali farmaci o vaccinazioni siano necessari, di quale scuola frequentano, quale sport praticano, vogliamo giustamente il meglio per i nostri figli. Ma in questo meglio Gesù che posto occupa? Diamo loro la possibilità di conoscerlo, di crescere alla luce della fede? In modo che la loro crescita sia veramente sana e integrale, perché possano sviluppare pienamente tutte le loro capacità e attitudini e decidere liberamente se aderire a Gesù? Il catechismo è il luogo privilegiato dove essi possono imparare a vivere con gli altri, a fare esperienza di Chiesa, a conoscere Dio e la sua Parola. Accompagnare i figli nel loro cammino di fede, serve anche a noi, perché possiamo riscoprire la meraviglia e lo stupore per l amore che Dio ha per noi. Il bambino va verso la vita con fiducia, sapendo che ci sono i genitori ad occuparsi di lui, la vita è per loro un avventura sempre nuova, anche noi dobbiamo affidarci al no- (Mc 10, 14) stro Padre, e affrontare ogni giorno come una nuova vita, certi che Dio fa nuove tutte le cose. (Ap 21,5) I bambini hanno un intuito speciale per riconoscere la bontà, sono privi dei pregiudizi di cui noi adulti siamo intrisi, illusi di essere più razionali, di poter fare tutto da soli, e di possedere la verità. Gesù manifesta una evidente predilezione per i bambini, ne apprezza la purezza e la semplicità di cuore, li presenta come modello per quelli che vogliono entrare nel suo regno In verità vi dico chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entra in esso. (Mc 10,15) Il catechismo è la possibilità per i ragazzi di incontrare Gesù, ma è anche l occasione per i catechisti, per le famiglie, per tutta la comunità di recuperare il cuore di bambino, spontaneamente aperto a Dio, che lo cerca con semplicità, desideroso di crescere nella fede, e che vuole essere amato. Fabrizia Bosica La TEORIA DEL GENDER é UNO SBAGLIO DELLA MENTE UMANA del cosiddetto DDL sulla Buona Scuola attraverso il voto di fiducia al GOVERNO REN- L approvazione ZI rappresenta un micidiale cavallo di Troia finalizzato all introduzione dell ideologia GENDER nel sistema scolastico italiano. La commovente testimonianza del popolo a piazza SAN GIOVANNI lo scorso 20 giugno avrebbe dovuto inviare un messaggio chiaro e inequivocabile alla politica, soprattutto a quei politici che si autodefiniscono cattolici. Purtroppo non è stato così!! Anche loro hanno votato questa legge invece di condividere le preoccupazioni e le richieste delle famiglie presenti in piazza il 20 giugno. Eppure, Papa Francesco, continuamente denuncia il GENDER come una pericolosa colonizzazione ideologica dei nostri giovani. Non bisogna consentire che i nostri figli vengano indottrinati in scuole che ricordano sempre più i campi di rieducazione e gli orrori della manipolazione educativa del XX secolo. Dobbiamo avvertire il dovere morale di opporci a questa deriva totalitaria, ricordandoci che i genitori sono gli unici legittimati a concordare e condividere i contenuti di una seria e serena educazione per i loro figli. La divulgazione della teoria del GENDER mira ad eliminare ogni tipo di discriminazione nei confronti di chi abbia orientamento sessuale diverso dal nostro. Quindi, in futuro, potremmo assistere a lezioni obbligatorie per i nostri bambini su come fare uso di droghe per non discriminare chi, in nome della propria libertà, fa libera scelta di utilizzarle, oppure lezioni di suicidio o di gioco d azzardo ecc. Io credo, che un genitore abbia il diritto di valutare quello che la scuola propone in ambito morale ed eventualmente combattere ciò che ritiene non compatibile con la propria linea educativa. Il Papa ci ha messo in guardia dalla manipolazione educativa del GENDER e, per capirla bene ci ha invitati a leggere un libro scritto da BEN- SON nel 1903 intitolato IL PADRONE DEL MONDO. Papa Francesco ci dice che leggendolo capiremo bene cosa lui vuole dire con colonizzazione ideologica. Infatti, il romanzo racconta dell Anticristo, che si presenta sotto le spoglie di un politicante dal passato incerto ma dal carisma trascinante che impone a tutti un pensiero unico, totalitario. Insomma, seguendo la teoria del GENDER si rischia che dietro il recente uso della parola Genere invece della parola sesso, si nascondi un ideologia che cerca di eliminare l idea, cara alla Chiesa, che gli esseri umani si dividono in due sessi, maschile e femminile. Quindi la teoria del GENDER è l espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza, perché non sa più confrontarsi con essa. Ma noi cristiani sappiamo che la famiglia è fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna e che i nostri bambini non sono cavie da laboratorio. Perciò diciamo NO con forza alla dittatura del pensiero unico e gridiamo insieme a Papa Francesco che la teoria del GENDER è uno sbaglio della mente umana!!!!! Lucia Del Principio INVITO A FIRMARE PER IL REFERENDUM ABROGATIVO LEGGE 107 La Buona Scuola È stato pubblicato su Gazzetta Ufficiale n. 165 del 18 luglio 2015 il COMUNICATO della Corte Suprema di Cassazione recante Annuncio di una richiesta di Referendum popolare per l abrogazione della INTERA Legge n. 107 del 13 luglio 2015 di «Riforma della Scuola». Il Comunicato consta di un solo articolo di cui segue il testo integrale: Ai sensi degli articoli 7 e 27 della legge 25 maggio 1970 n. 352, si annuncia che la Cancelleria della Corte Suprema di Cassazione, in data 17 luglio 2015, ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da 14 cittadini italiani, muniti dei certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare, previsto dall art. 75 della Costituzione, sul seguente quesito: Volete voi che sia abrogata la legge del 13/7/2015 n. 107 RIFORMA DEL SISTEMA NAZIONALE DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE E DELEGA PER IL RIORDINO DELLE DISPOSI- ZIONI LEGISLATIVE VIGENTI (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 162 del 15/7/2015)? LUNEDÌ, MERCOLEDÌ E VENERDÌ dalle ore 9:00 alle ore 13:00 in tutti i Comuni c è la RACCOLTA FIRME per l abrogazione del DDL SCUOLA. Possono firmare tutti presso l Ufficio Anagrafe del proprio Comune. CHI VUOLE È INVITATO A FIRMARE E CONDIVIDERE

4 6 io, FRANESCO Gruppi e Associazioni Gruppi e Associazioni io, FRANESCO 7 Io Francesco, Io Chiara, Io scout In cerca di una vita autentica Ci sono uomini e donne, che hanno lasciato un segno profondo nella storia, che hanno affrontato la vita con grinta e passione. Una di queste è Chiara di Assisi, l amica fraterna di Francesco, ragazza determinata e forte. Ecco qualcosa della sua particolare vita che vale la pena di conoscere. Chiara Scifi nacque ad Assisi nel 1194 e lì morì nel Insieme al suo amico Francesco D Assisi cambiò la sua vita per amore di Gesù. È stata dichiarata Santa nel 1255 da Alessandro IV. Si racconta che una sera una ragazza camminava svelta vicino i muri per non farsi vedere: è appena scappata di casa e nessuno dei suoi parenti se ne è accorto. Il suo nome è Chiara, la primogenita del ricco conte Favarone di Ofredduccio. Ha da poco compiuto 18 anni e la mattina, durante la festa per la domenica delle palme, ha ricevuto dalle mani del vescovo Giulio la palma benedetta. Dove va? Per scappare così all improvviso, una fuga d amore? Non è così, Chiara con passo spedito si reca alla chiesetta di Santa Maria degli Angeli e lì viene accolta con gioia, quasi una festa da un gruppo di frati. Cosa cerchi? le domanda Francesco. Cerco Dio rispose Chiara. Così iniziò il suo bellissimo viaggio. il Signore sia sempre con voi e faccia che voi siate sempre con Lui dalla benedizione di Santa Chiara. Ho voluto ricordare Chiara d Assisi perché l 11 agosto ricorrono i festeggiamenti in suo onore ed anche perché la sua non è stata una semplice avventura ma un viaggio d Amore per Dio, è stata testimone di obbedienza, attenzione ai poveri e all altro ed esempio di meraviglioso coraggio. Una vita avventurosa è anche quella vissuta da Sir Robert Stophenson Smyth Lord Baden Powell, conosciuto da milioni di persone come B.- P., il fondatore dello scoutismo. Nato a Londra il 22 febbraio del 1857 di padre professore ad Oxford e di madre coraggiosa educatrice di una numerosa famiglia, un uomo fortunato e coraggioso cose che vanno di pari passo perché in effetti, può darsi che in parte viene da sé ma in gran parte bisogna farsela da soli la fortuna con coraggio e farsi strada. Di lui ci racconta che da grande voleva fare il macchinista della ferrovia, sogno di gran parte dei ragazzi, ma in modo particolare per Stephe, così lo chiamava la mamma, perché il suo padrino Robert Stephenson era stato figlio del grande inventore della locomotiva a vapore. Ma a soli otto anni pensò di voler riformare il mondo e scrisse delle leggi per lui stesso e quando diventerà grande e vecchio, le lesse a suo nonno l ammiraglio Smyth, raccontando che forse tra le righe si leggeva di voler fare la gente ricca come egli stesso. Crebbe comunque tra gli ideali di fraternità e uguaglianza, battagliero durante il periodo scolastico ed entrato nell esercito chiese il trasferimento in India imparando l arte della ricognizione e diventandone esperto esploratore, così iniziò a scrivere piccoli manuali suggerimenti per l esplorazione e lo fece avere ai suoi sotto ufficiali per l addestramento delle reclute. Fu promosso sul campo per le sue doti militaresche e i suoi ingegnosi scritti che fecero diventare abili le reclute, tanto da far vincere all esercito Boero, nell assedio di Mafeking, la guarnigione che resse alle linee nemiche giorni su giorni, grazie all addestramento, da tutti chiamata impresa storica, fin quando divenne maggior generale, diventato così in patria un eroe nazionale. Al suo ritorno in patria B.P. scoprì che il suo manuale di addestramento AIDS TO SCOUTING aveva avuto un gran successo e nel 1907 tenne un campo sull isola di BROWNSEA con venti ragazzi di diverse estrazioni sociali. Il movimento scout, inaspettatamente divenne un fenomeno di massa, dapprima nazionale, in seguito, internazionale e quello di Brownsea fu il primo Jamboree mondiale, che significa marmellata di ragazzi dall unione di parole inglesi Jam (marmellata) e boy (ragazzi), ed è un incontro mondiale dei ragazzi scout, secondo il sogno del fondatore B.P. di una fraternità internazionale, trovarsi a casa dappertutto, di conoscersi e di sentirsi tutti fratelli. Insomma, uomo di larghe vedute che lo portarono a diventare quello che oggi ricordiamo come uomo esemplare e testimone di grandi valori attraverso lo scoutismo. Da allora, il movimento scout continuò a crescere e continua a crescere, fino a riunire oggi oltre 28 milioni di ragazzi, insieme a 12 milioni di guide. Nei giorni scorsi, ormai concluso, si è svolto in Giappone il Jamboree; scout di tutto il mondo si sono dati appuntamento per l incontro mondiale tra fratelli scout. Un modo per ricordarci che si può stare bene insieme, in pace e fraternità! Noi scout del Pineto 1 crediamo in questo passato, noi crediamo nel nostro progetto alla ricerca di lasciare il mondo migliore o di continuare una vita autentica e con una buona dose di fortuna e con coraggio - cose che vanno di pari passo - ricordate, ora è tempo di farsi strada. Per questo apriamo le iscrizioni e iniziamo il nostro percorso con quanti di voi ragazzi vorranno vivere questa stupenda avventura con noi. Cari ragazzi vi aspettiamo con gioia e faremo festa. Buona Strada Christian Pallozzi Lavorante Sulle note di...san Francesco Sant Isidoro affermava: Come diamo importanza alle preghiere, così dobbiamo godere della passione per i canti. Il canto serve molto a consolare i cuori tristi, a rendere più graditi a Dio i nostri pensieri, ad addolcire i tipi difficili, ad entusiasmare gli svogliati a provocare pentimento nei peccati. E fantastico, se il canto può produrre questi effetti, e lo è ancora di più se tutti ci uniamo sulle stesse note per creare una melodia ed interpretare con le nostre voci, lodi scritte da S. Francesco D Assisi, nostro patrono. Pensiamo al Cantico delle creature che è l inno degli inni; nella prima parte S. Francesco innalza lodi al Signore per la bellezza della creazione. Laudato sii o mi Signore per fratello sole per sora luna, le stelle il foco. E una preghiera impermeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l immagine del Dio Creatore. Nella seconda parte, invece, si evidenzia l esaltazione del perdono, l accettazione dei dolori e delle sofferenze della vita e l elogio di chi muore in grazia di Dio. Il Santo chiama ogni creatura fratello e sorella perché siamo tutti esseri viventi e tra tutti deve esistere un senso di fraternità. Sono passati tantissimi anni da quando il pove- rello d Assisi insegnava a rispettare ed amare la natura in tutte le sue forme, ma, ancora oggi, l uomo non ha imparato a farlo, ed è per questo, che Papa Francesco si è sentito il dovere di riproporre all attenzione dell umanità, ed in particolare dei politici, questi temi sempre più attuali, rivolgendosi al mondo attraverso una enciclica, per l appunto: Laudato si, enciclica tutta francescana. Speriamo tutti che il S. Padre riesca a scuotere i potenti del mondo e farli riflettere affinché trovino soluzioni per la salvaguardia dell ambiente che l uomo, purtroppo, sta distruggendo ogni giorno di più. Un altro canto francescano che suscita tanta commozione è Dolce sentire. Noi del coro amiamo molto interpretarlo perché è di una dolcezza infinita. Anche in questo inno c è una continua lode al Signore che ci ha donato tutto quello di cui abbiamo bisogno: frate sole, sorella luna, i frutti, i prati e i fiori, il fuoco, il vento, l aria e l acqua pura. Amiamo poi interpretare una delle pagine più belle del francescanesimo il dialogo tra S. Francesco e frate Leone, il suo amico più mite, infatti lo chiama pecorella del Signore. Frate Leone stava attraversando un periodo di inquietudine interiore, allora il Santo, componendo questo salmo, volle cambiare in serenità e giubilo tutto ciò che lo tormentava indicandogli la via per la perfetta letizia. Non meno significativa è La piccola preghiera in cui si chiede al Signore di farci strumento sulla sua pace, di portare amore dove c è odio dov è discordia l unione dove c è errore verità dov è dubbio la fede dove c è disperazione la speranza, di portare consolazione di comprendere e di amare tutti. Ci invita a donare anziché ricevere, a comprendere e perdonare ed è così che morendo si risuscita alla vita. Questi canti sopraindicati, sono alcuni di quelli che noi del coro parrocchiale canteremo durante la celebrazione della S. Messa per i festeggiamenti del nostro S. Patrono ed invitiamo tutti ad unirsi a noi nella lode al Signore sulle note di S. Francesco. Adelia Pennaroli Il Cantico come preghiera di lode «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so le laude, la gloria e l honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle, in celu l ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si, mi Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si, mi Signore, per sor aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si, mi Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si, mi Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si mi Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate» del Cantico deve partire da un punto fondamentale: il testo ha innanzitutto un valore performativo, cioè quello di lodare Dio, come esplicitamente detto nell incipit dei vv. 1-2 ( Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so le laude, la gloria e l honore et onne benedictione ). Com è tipico di ogni preghiera, abbiamo allora un destinatario del messaggio (che è ovviamente Dio, invocato costantemente con il vocativo L analisi mi Signore ) e una richiesta di preghiera (che, in questo caso, si risolve nella pura e disinteressata lode dell Altissimo, scandita dall invito a tutti a lodare Dio con la formula iterativa Laudato si ). Il Cantico rientra per sue caratteristiche nella tradizione della lauda e trova molti modelli di confronto nella poesia religiosa duecentesca. La lode di Francesco privilegia uno stile semplice e comunicativo, in accordo con le finalità del Cantico, ma ciò non priva il componimento

5 8 io, FRANESCO Gruppi e Associazioni di alcuni accorgimenti retorici ben studiati che contribuiscono all efficacia del messaggio di lode. Rilevante è innanzitutto la scelta dei modelli da parte di Francesco: il frate, consapevole della penetrazione dei Salmi nella cultura del suo tempo (anche a livello popolare), si ispira al Salmo 148 per la sua celebrazione del mondo di Natura creato dal Signore. Si ha una lode iniziale a Dio alle bellezze del creato (secondo la sequenza dei versetti che fanno riferimento a sole, luna, vento, acqua, fuoco, terra), fino alla celebrazione della morte vista come viatico alla vita eterna. Ma ciò che costituisce la novità è celebrare Dio e la Natura con la lingua più naturale e spontanea di ogni uomo, come se il canto di lode coinvolgesse allo stesso modo tutte gli uomini e tutte le creature. La religiosità e la spiritualità del Santo è caratterizzata da una fede semplice e partecipata, basata sulla predicazione appassionata e sulla riscoperta della sfera materiale e corporale. La bellezza della Natura diventa così, per Francesco, il tramite per tessere un inno di lode a Dio creatore, secondo un procedimento che non prende spunto tanto dalla riflessione filosofica quanto dalla contemplazione estatica della realtà circostante. Il Rinnovamento nello Spirito Santo fa della preghiera di lode e di ringraziamento l elemento principale su cui si basa la carismaticità del gruppo stesso. La Lode è la Preghiera dominante, nei gruppi carismatici. Non tanto come uno sforzo umano di rinnovamento, ma, molto di più, come una manifestazione spontanea dello Spirito, come uno zampillo che sgorga dal cuore, come da una fonte. E, realmente, lo Spirito Santo è anche uno Spirito di glorificazione: dove Lui si fa presente, si manifesta anche la sua gloria, che inebria, che avvolge, che crea clima ed atmosfera. Basta ricordare i numerosi testi della Bibbia in proposito e costateremo che, dove si ebbero manifestazioni dello Spirito, la lode e la glorificazione erano le sue manifestazioni naturali. In cosa consiste, allora, la preghiera di lode? E che significa lodare? Lodare è elogiare. E applaudire. E congratularsi. E parlare bene di qualcuno. E ingrandire ed esaltare. Lodare è elogiare Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo - per qualche motivo reale, chiaro, evidente, concreto. Lodare è applaudire e congratularsi con Dio per le sue opere meravigliose, realizzate nel mondo, nell uomo, in noi. Quando vediamo queste opere, rimaniamo meravigliati e il nostro cuore si esprime con la lode. I mille motivi che tu hai per lodare e glorificare Dio possono essere riassunti in tre gruppi: - in primo luogo, tu lodi Dio per quello che Lui è; - poi lodi Dio per ciò che Lui ha fatto e fa nel creato; - in fine lo lodi per quanto ha fatto per te, personalmente, e per quanto continua e continuerà a fare. La lode: una forma di preghiera tanto antica e che mai cesserà. La preghiera di lode è tanto antica quanto la creazione ed è anche il senso proprio della vita dell uomo. Perché è stato creato l uomo? Dio l ha creato per farlo partecipe della sua vita, del suo amore e della sua felicità. L uomocreatura, sentendosi totalmente felice, è indotto spontaneamente a rivolgersi a Dio nell adorazione e nella lode. La lode dovrebbe sgorgare naturalmente dal suo cuore. Il problema della spontaneità della lode, nella bocca e nel cuore dell uomo, risiede nel fatto che il peccato è entrato nella sua vita. A causa del peccato originale e del peccato personale attuale, l uomo si è allontanato e spesso, purtroppo, continua ad allontanarsi da Dio. Così si sente orfano, infelice, vuoto, cieco. Non percepisce più le meraviglie di Dio, dell uomo, del mondo. L uomo si sente freddo e quasi incapace di amare e di lodare il suo Dio. Se non avesse peccato, e se non peccasse, la lode sarebbe tanto naturale all uomo quanto il respirare, il mangiare, o il vivere. La lode è biblica: Il Nuovo Testamento ci dà inni di lode meravigliosi come il Magnificat di Maria, il Nunc dimittis di Simeone, il Benedictus di Zaccaria e gli inni di S. Paolo. Un riferimento particolare ai salmi di Davide: una buona parte dei 150 salmi è di lode; sarà difficile incontrare un salmo che non contenga, almeno, una strofa o un verso che non lodi Dio. La lode è liturgica, è una orazione potente, è preghiera che libera, la lode genera ottimismo e allegria, la lode genera l amore di Dio. LA LODE DELL UOMO NELLA SUA GLOBALITÀ Molto, molto più di qualsiasi altra forma di preghiera, la lode può e dovrebbe essere realizzata attraverso l impegno e la partecipazione di tutto il nostro essere: spirito, intelligenza, volontà, immaginazione, emozione, posizioni dei corpo, gestualità, voce, strumenti musicali... Pregando con i salmi di lode, scopriamo che lo Spirito Santo ci invita ad utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione perché la lode sia piena, allegra, creativa, sublime, avvolgente e persino esuberante. Leggi il salmo 150: Lodatelo con squilli di tromba - lodatelo con arpa e cetra; lodatelo con timpani e danze - lodatelo sulle corde e sui flauti, oppure leggi il salmo 149: cantate al Signore un canto nuovo.. Lodino il suo nome con danze... le lodi di Dio sulla loro bocca... RNS Ancilla Domini Giuseppe Calabretta Ricordando insieme... I festeggiamenti in onore di S. Francesco sono arrivati oramai alla loro 37 edizione ed, anche quest anno, il Comitato Feste ha voluto venerare il Santo Patrono riproponendo l evento, di enorme successo, organizzato nell anno 2014 attraverso una rassegna musicale itinerante per le vie del Quartiere dei Poeti con l intento di animare e coinvolgere l intera comunità in un clima di festa, tra espositori della migliore gastronomia locale e delle varie espressioni delle arti. Sembra ieri, quando nel 1978 un gruppo di volenterosi cittadini si cimentarono nella costruzione di una piccola cappellina al centro del nostro quartiere dedicata appunto al Santo Francesco, poeta per eccellenza, in attesa della edificazione di una più ampia ed accogliente chiesa che fu aperta al pubblico dieci anni più tardi. Da quel lontano 1978, ogni anno si sono avvicendati vari devoti i quali, grazie allo spirito di dedizione per la parrocchia, di collaborazione fraterna e di iniziativa, hanno saputo e voluto onorare S. Francesco organizzando manifestazioni ben riuscite che, sebbene di tipologie via via diverse, hanno sempre riscosso il consenso e l entusiasmo della intera comunità, nonché dei parroci che negli anni ci hanno guidato nel nostro cammino di fede. Noi del Comitato Feste evento 2015 attraverso queste poche ma sentite righe vogliamo ringraziare tutti i componenti dei vari comitati che si sono susseguiti negli anni, ricordando soprattutto coloro i quali non sono piu tra di noi. Un pensiero particolare lo vogliamo dedicare al nostro amico Gabriele Martella che purtroppo lo scorso settembre ci ha prematuramente lasciato per tornare alla Casa del Padre. Un uomo, Gabriele, che ha dimostrato di tenere molto alla comunità del Quartiere dei Poeti e che si è sempre prodigato con impegno sia come assessore, sia come organizzatore di feste ed eventi, lasciandoci un vuoto incolmabile. Lo ricorderemo sempre con stima ed affetto. Il Comitato Feste

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