OTTOBRE 2009 ORARIO SANTE MESSE SOMMARIO

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3 OTTOBRE GIO ore 15:00 Confessioni classi 5a Elementari ore 19:30 Festa di Santa Teresina: Processione Messa 2 VEN ore 18:00 Confessioni classi 1a - 2a Media ore 21:00 Preparazione genitori battezzandi 4 DOM Madonna del Santo Rosario ore 15:30 Battesimi comunitari ore 18:00 Messa e processione 5 LUN ore 20:50 Gruppi caritativi 6 MAR Incontro la Casa per separati divorziati risposati a Villongo S.F. 08 GIO ore Incontro catechisti 09 VEN TESTIMONIARE OGGI LA CARITÀ 1 ore 16:30 Il pluralismo culturale e religioso (Chiesa) ore 20:30 Il pluralismo culturale e religioso (Oratorio) 10 SAB ore 16:30 S. Messa e Benedizione (Stella Maris) 11 DOM ore 15: Family Day per genitori figli catechisti Sacramenti 14 MER ore 20:45 Consiglio Pastorale Vicariale 16 VEN TESTIMONIARE OGGI LA CARITÀ 2 ore 16:30 L accoglienza (Chiesa) ore 20:30 L accoglienza (Oratorio) 17 SAB ore 21:00 Francesco a testa in giù (Crazy in chiesa) 18 DOM GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 19 LUN ore 17:00 Ministri straordinari dell Eucarestia 21 MER ore 20:00 Ufficio Comunitario 23 VEN TESTIMONIARE OGGI LA CARITÀ 3 ore 16:30 L ascolto (Chiesa) ore 20:30 L ascolto (Oratorio) 25 MER Castagnata all Oratorio 30 VEN TESTIMONIARE OGGI LA CARITÀ 4 ore 16:30 La domenica (Chiesa) ore 20:30 La domenica (Oratorio) 31 SAB Ordinazioni Diaconali SOMMARIO 1 Copertina (Foto SIlvano) 2 Calendario parrocchiale 3 Editoriale: Anno pastorale Questione di soldi: Opere di restauro della Chiesa 4 Crazy Company for don John: Francesco a testa in giù 6 Fotocronaca 8 Chiesa universale e Chiesa diocesana 12 Riceviamo e pubblichiamo 13 Riflettiamo: La senilità 14 L incerto confine tra gioia e dolore 16 Pillola RU 486: una cultura di morte 18 Posa della Croce sulla Rocca: 60 anniversario 19 La Crus dèla Rocca / Atleti sarnicesi 20 Al 49 Salone nautico di Genova Sarnico cala la cinquina 23 Considerazioni di nonno Sandro Arcangeli 24 Il mio primo Lourdes 26 Eventi avisini 28 Nuovi orizzonti per l Ospedale di Sarnico 29 Gruppo Alpini Sarnico 30 Volontariando insieme verso gli altri 31 Annamaria Gallo: Le vibrazioni del colore-luce 32 Associazione Anziani e Pensionati 34 Spazio Gioco 35 Attività del Gruppo Marinai 36 Voi anziani...siete forti! 37 Un piacevole tuffo nel passato 38 Tennis Club Sarnico: una stagione fantastica 40 Il Bridge...ed un presidente un po rintronato 42 Le pagine del Comune 46 Fotocrona della festa dello sport 47 Metti, una mattina d estate 48 Anagrafica parrocchiale ORARIO SANTE MESSE Festivo Feriale (Ospedale) Vigilia di Festa (Casa di Riposo) (Parrocchia) NUMERI TELEFONO ED UTILI Parrocchia don Luciano Oratorio don Loris Bellini don Gianni Centro Pr. Ascolto Sala Giochi-Meulì Sala Junior Centro Quader Centro Famiglia Casa di Riposo Il Battello Carabinieri Sarnico Emergenza sanitaria 118 Guardia Medica Ospedale Sarnico Il Portale: sito della Parrocchia: SITO WEB: sitoweb@parrocchiasarnico.it Redazione de IL PORTO : redazioneporto@parrocchiasarnico.it Parroco: lucianoravasio@virgilio.it don Loris: loris81_f@libero.it Conto Corrente Postale Parrocchia: N Il prossimo numero de il Porto, sarà in distribuzione dal 31 ottobre Si raccomanda la consegna degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre venerdì 16 ottobre Il materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione. Direttore responsabile: GIUSEPPE VALLI - Redazione e amministrazione: don LUCIANO RAVASIO Casa parrocchiale: Tel Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del Stampa: Tipografia Sebina Sarnico - Hanno collaborato: don Luciano Ravasio, don Loris Fumagalli, don G. Bellini, A. Belussi, L. Cuni, M. Dometti (CIVIS), G. Franco Gaspari, D. Giudici, P. Gusmini, S. Marini, R. Modina, G. Schivardi - Progetto grafico: Studio Példy - Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale - Tel Inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel

4 ilporto EDITORIALE A cura di don Luciano 3 Anno Pastorale Anche quest anno il tema del programma pastorale è la famiglia e si cercherà di consolidare le prassi pastorali di tutta la Diocesi attorno ai percorsi di formazione per i fidanzati che accettano di mettersi in gioco lasciandosi coinvolgere direttamente nella partecipazione agli incontri. L attenzione sarà rivolta anche nel ricercare le coppie di sposi per il coordinamento e l animazione delle varie tappe del percorso che sarà condiviso nei suoi aspetti fondamentali in tutte le Parrocchie della diocesi. Poi l attenzione riguarderà gli anni di formazione che vanno da dopo il corso (dalla celebrazione del matrimonio) fino alla nascita del primo figlio. Sono le giovani coppie! Oggi tutti parlano della famiglia e mi è venuto con molta spontaneità di sottolineare alcuni punti come sottofondo di questo anno pastorale. 1. La famiglia: se ne parla un po troppo oggi fino a complicare le situazioni in una società complessa come la nostra facciamo anche fatica a intenderci sui termini, creando difficoltà e separazioni che complicano il panorama della famiglia-oggi. Io quando sento questa parola non posso fare a meno di pensare alla famiglia in cui sono nato; a mio papà e mia mamma che non sapevano di latino, ma vivevano una profondità tale da essere loro la più bella predica sulla famiglia per noi figli. 2. Per tanti l immagine tradizionale della famiglia non regge all impatto con la società di oggi. Famiglia giovane è anche la possibilità, data a chi si sposa, di non sospendere tutto fino a quando nascerà il bimbo/a (per troppi l occasione di ritrovarsi in Parrocchia è data dalla serata di preparazione al Battesimo e poi si sospende ancora fino almeno all asilo). La società di oggi, pur nella sua complessità deve impegnarsi a offrire basi serene alla famiglia. Si devono favorire iniziative a favore delle case e del lavoro per chi si sposa: la prima stabilità è questa. Poi attraverso iniziative varie favorire l incontro tra le famiglie. Per questo stiamo pensando di proporre almeno DUE FAMILY DAY all oratorio. Partiamo subito con l idea di esserci tutti! 3. Occorre anche interrogarci cosa stiamo offrendo alle nuove generazioni: Genitori, cosa state offrendo ai vostri figli? Vedo spesso ragazzi tristi, insicuri, disorientati noto che aumentano ragazzi che si mangiano le unghie altri che manifestano il disagio in tante forme (una di queste è l anoressia). Manca forse anche negli adulti la gioia di vivere! Questo è il disastro. Abbiamo bisogno di famiglie gioiose che sanno trasmettere positività. Noi corriamo sempre e ci facciamo sfuggire il meglio della vita! Non si ha più tempo per gustare la gioia di una carezza, un bacio come si deve, una passeggiata nella natura. Ogni bambino è sacro e ha diritto a vivere i valori veri della vita: noi insegniamo a comprare tutto, ma la felicità non si può comprare si impara vivendo e condividendo! Facciamo gruppi con famiglie che vogliono condividere la vita, comunicare energia, dare slancio ad essere coppia! Le giovani coppie che il vescovo propone per la diocesi non sono gruppi di introspezione, ma di diffusione si deve diffondere la coscienza che la famiglia è una realtà bella, positiva, che dà senso pieno alla vita. Anche chi vive situazioni problematiche o difficili ne resta contaminato positivamente. Non abbiamo bisogno di gruppi già stanchi prima di nascere (che barba, stasera c è la riunione!) ma di gruppi che sentono la gioia di condividere con altri la vita e di far respirare la famiglia! 4. Accoglieremo con gioia la lettera del Vescovo alle famiglie, perché l ha scritta con la sua passione pastorale per la famiglia, ma come fosse un lettera indirizzata a ciascuno per invitare ogni famiglia ad essere casa nella Chiesa. Non si devono fare iniziative quasi ad appesantire il cammino già complicato delle famiglie, ma si deve vivere rendendo protagoniste le famiglie nella Chiesa: ogni famiglia, vivendo bene la propria realtà è CHIESA! E FA LA CHIESA! E L AUGURIO che con il cuore rivolgo ad ogni famiglia all inizio di questo anno pastorale in cui la nostra comunità oltre a continuare lo sforzo della ristrutturazione della Chiesa materiale, è chiamata a rinnovare lo stile e la partecipazione responsabile di tutti. Siamo consapevoli che anche le nostre famiglie sono chiesa, ma che c è bisogno della partecipazione di tutte le famiglie per essere Parrocchia. Con affetto don Luciano

5 RESTAURI ilporto 4...QUESTIONE DI SOLDI Opere di restauro e conservazione Chiesa Parrocchiale Durante i mesi di giugno-luglio 2009 le offerte pervenute alla Parrocchia registrano l importo di: 7.043,00 oltre ai depositi fiduciari infruttiferi di: 5.000,00 Per un totale di: ,00 che aggiunte a quelle dei mesi precedenti di: ammontano complessivamente al 31 luglio 2009 a: Alla stessa data risultano spesi: ,60 Da sottolineare il ricavato della vendita di oggetti vari sulla bancarella allestita davanti alla chiesa nuova, per l importo di EURO 1.565,00. Grazie alle persone volontarie che si sono prodigate all allestimento e al rifornimento della bancarella. Ben vengano ancora queste iniziative in futuro! Si ringraziano sempre vivamente di cuore anche coloro che hanno fatto pervenire la loro offerta con qualsiasi mezzo e di qualsiasi entità....e a questo proposito la Crazy Company for don John offre il suo contributo con Franceso a testa in giù Noi della Crazy Company con il recital Francesco a testa in giù lanciamo la proposta a tutti i gruppi musicali e teatrali di Sarnico affinché organizzino uno spettacolo a favore della ristrutturazione della nostra chiesa. Uniamoci tutti per consegnare alle generazioni future qualcosa di veramente bello. (a cura di Civis) Un racconto strutturato cercando all interno di episodi noti o sconosciuti della vita di Francesco - dicono gli autori dei testi Marco Baliani e Felice Cappa - l'uomo e non il Santo codificato da tutto il complesso delle testimonianze che costituiscono la memoria della sua vita, scoprendo la lotta e la fatica necessarie a perseguire una fede, i momenti di sconforto, le paure, ma anche le gioie conquistate, la coralità dei compagni d'avventura, le giullarate a risa piene di cui pure la sua vita fu colma. Ecco come gli autori Marco Baliani e Felice Cappa hanno immaginato Francesco a nostra somiglianza, un raccontatore capace di far vedere l'invisibile, un conoscitore dell'arte teatrale. Nel lavoro di narrazione di Luca Taverna e di Alessandro e Benedetta Dometti, si è cercato la materialità dei corpi, dei gesti, immaginando fortemente fino a sentire il paesaggio umbro di quei secoli, lo sguardo di Francesco sul mondo, sulle cose, nel suo modo speciale di sentire la presenza di Dio fin nei più piccoli esseri che abitano i prati. Per condividere con voi le emozioni che ancor oggi San Francesco riesce a trasmettere vi aspettiamo in tantissimi sabato 17 ottobre 2009 alle ore 20,45 presso la Chiesa Nuova. CAST - Primo narratore: Luca Taverna - Secondo narratore: Alessandro Dometti - Chiara: Benedetta Dometti - Regia teatrale di Luca Taverna e Alessandro Dometti - Mixer audio e video: Mario Dometti Non mancate!

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7 FOTOCR FOTOCRONACA ilporto 6 A cura di Silvano Marini - Foto Silvano Fiera degli uccelli: mostra dei cani Nonno Artemiso Festa dello sport Degustazione in Contrada La cena Missionaria

8 ilporto FOTOCRONACA 7 ONACA In partenza per fotografare la Croce Concerto in San Paolo Gianfranco Gaspari in volo vero la Crùs Mostra fotografica di foto Silvano sui Cantieri Riva Il pilota Gianni Carminati Silvano Marini alla partenza per la Croce L ing. Carlo Riva

9 CHIESA UNIVERSALE ilporto 8 Chiesa Universale Da "Avvenire" Quotidiano di ispirazione Cattolica Il Papa: maggiore impegno per la tutela del Pianeta Richiamo alla Giornata per la salvaguardia del creato: non siano le popolazioni più povere a pagare il prezzo più alto dei mutamenti climatici. Il Papa dopo aver guidato la preghiera dell Angelus ha ricordato: «Martedì 1 settembre, si celebrerà in Italia la Giornata per la salvaguardia del creato. È un appuntamento significativo, di rilievo anche ecumenico, che quest anno ha come tema l importanza dell aria, elemento indispensabile per la vita. Come ho fatto nell udienza generale, esorto tutti a un maggiore impegno per la tutela del creato, dono di Dio. In particolare, incoraggio i Paesi industrializzati a cooperare responsabilmente per il futuro del Pianeta e perché non siano le popolazioni più povere il maggior prezzo dei mutamenti climatici». Quanto importante allora che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d utilizzo dell ambiente che risultino ad esse dannose! E ha ammonito: «I costi economici e sociali, derivanti dall uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. Poi ha citato la sua ultima enciclica «Caritas in veritate» dedicata ai temi ambientali. Loreto, ragazzi alla scuola della fede perseguitata Il Centro «Giovanni Paolo II» ospita 130 persone di trenta Paesi diversi per l ottava edizione dell «Agorà dei giovani del Mediterraneo» Il tema: «Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio» È tempo che i «giovani nella loro quotidianità riscoprano la misura alta della vita cristiana; quel radicale attaccamento al Vangelo che ancora oggi rende oggetto di persecuzione». È questo l invito forte che 130 ragazzi di trenta diversi Paesi, fra cui l Italia, faranno proprio durante l ottava edizione dell Agorà dei giovani del Mediterraneo. Un invito, sintetizzato nelle parole del direttore del Centro, don Francesco Pierpaoli, e tratto dal titolo scelto per quest anno. «Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio: perché Dio darà loro il suo Regno». È un tema di particolare attualità - ricorda Pierpaoli - che coinvolge l intera Europa, teatro durante tutto il XX secolo di persecuzioni religiose ad opera delle ideologie totalitarie. Dobbiamo ricordare che in diverse parti del mondo i cristiani ancora oggi vivono discriminati, perseguitati e sono vittime di violenza. E l Agorà sarà anche quest anno un laboratorio di fede e cultura, nel segno «della Verità del Vangelo e della carità vissuta». Ricco e articolato il programma che avrà nella figura di san Paolo il suo punto di partenza: «l Apostolo delle genti - sottolinea Pierpaoli - offre una sintesi del tema e dello spirito dell Agorà. Testimone della fede fino alla morte, ha percorso le terre che si affiancano sul Mediterraneo, diventando esempio per gli evangelizzatori di tutto il mondo». Madre Teresa: cent anni di gratitudine Il 26 agosto 2010 avrebbe compiuto cento anni. E le sue «figlie», le Missionarie della carità, si stanno già preparando a vivere in preghiera i mesi che precedono il centenario della sua nascita. Agnes Bojaxhiu, conosciuta il tutto il mondo come Madre Teresa di Calcutta, sarà ricordata innanzitutto nel dodicesimo anniversario della sua morte e il 19 ottobre, giorno in cui, sei anni fa, la «piccola matita di Dio». venne beatificata in piazza San Pietro da Giovanni Paolo II, davanti a 300mila fedeli. A Pristina, capitale del Kosovo - terra di origine dei suoi genitori - fervono i lavori per la costruzione di una Cattedrale dedicata a lei, che dovrebbe essere ultimata proprio in coincidenza con il suo «primo secolo» di vita. In un messaggio in preparazione all evento, la nuova superiora generale delle suore vestite con il sari orlato di blu sintetizza il cammino spirituale compiuto dalla giovane «Gonxha» che, in lingua albanese, significa «bocciolo»: così mamma e papà chiamavano la piccola Agnes, premio Nobel per la Pace nel «È diventata Madre Teresa di Calcutta - ricorda suor Prema - dedicando tutta la sua vita a Dio nel servizio per i più poveri dei poveri». «Madre Teresa ha aperto il suo cuore all amore verso tutti. È lei che continua a invitare tutti noi ad aprire i nostri occhi per scorgere la dignità di figlio di Dio nel povero, e a portare pace e gioia attraverso il nostro umile servizio». Le Missionarie della carità si preparano a celebrare il centenario della nascita della fondatrice, che cadrà il 26 agosto del La sua lezione? Essere tramite dell amore e della pace di Dio per i poveri.

10 ilporto 9 CHIESA UNIVERSALE Azione Cattolica, cristiani impegnati fra piazza e campanile Formare credenti maturi capaci di «collaborare alla costruzione della città degli uomini» Attraversare la piazza e arrivare ai piedi del campanile. Non due luoghi lontani e separati, ma resi più vicini dall impegno di chi si spende in parrocchia e nella società. Il legame, però, va rafforzato con un rinnovato impegno. Oggi più che mai. Ne sono consapevoli i membri dell Azione Cattolica, i cui presidenti e assistenti diocesani - circa 350 persone - si trovano a Roma per il convegno nazionale sul tema «Legami da rinnovare. Ac parrocchia e territorio». Osserva Franco Miano - presidente dell A.c.- Quello tra parrocchia e territorio è un legame da rinnovare - afferma-. Se da un lato è il tema dell educazione a sollecitare ancora una volta l impegno per la formazione, dall altro è la vita associativa a richiedere una novità di forme e di espressioni in grado di qualificare una presenza radicalmente evangelica tra la gente delle nostre città. Oggi viviamo in «un epoca di profondi mutamenti - riflette Enzo Bianchi -, in un mondo che sembra sfuggire al nostro controllo e impedirci di capire dove stiamo andando. In questo contesto sono proprio i legami ad essere più scossi», e quindi «richiedono maggiore attenzione e discernimento». Per questo c è bisogno di «vivere responsabilmente la presenza cristiana». Non serve una «fuga mundi», è il richiamo del priore della Comunità di Bose, quanto piuttosto una «fuga dalla mondanità: questo è nient altro che vivere responsabilmente la differenza cristiana». All Azione Cattolica, conclude Bianchi, non spettano molti compiti, ma semplicemente quello di formare cristiani maturi, testimoni di Cristo nel mondo, capaci di collaborare alla costruzione della città degli uomini». Il Papa: «Missione, servizio della Chiesa all intera umanità» Un opera universale che ha il compito di «contagiare di speranza le nazioni». Nel suo messaggio per l 83a Giornata missionaria, Benedetto XVI ricorda lo scopo autentico dell impegno dei discepoli di Cristo che nel nostro tempo continuano in tutto il mondo a «donare la propria vita per il Vangelo» La missione della Chiesa è quella di «contagiare di speranza tutti i popoli» Un opera che si radica nella stesso mandato di Cristo, guarda come a un modello la via percorsa da san Paolo e non fa leva sulla logica umana del potere o della forza ma «segue la via della Croce». È questo per Benedetto XVI lo spirito che deve animare l opera di evangelizzazione in tutto il mondo. Un richiamo affidato dal Papa al messaggio, in vista dell 83a Giornata Missionaria mondiale. Un occasione per ricordare alcuni caratteri da sempre impressi nell opera dell annuncio del Vangelo e per invitare a un rinnovato impegno in questo campo. In particolare il Pontefice invita a riflettere sull universalità dell annuncio del Vangelo, del quale «la Chiesa si sente responsabile di fronte a popoli interi», al di là di confini e frontiere. Nessun intento di prevaricazione, però: scopo di questa missione, infatti, è di «illuminare con la luce del Vangelo tutti i popoli nel loro cammino storico verso Dio». E in quest azione, per la quale «i discepoli di Cristo sparsi in tutto il mondo operano, si affaticano, gemono sotto il peso delle sofferenze e donano la vita», la Chiesa «non agisce per estendere il suo potere o affermare il suo dominio, ma per portare a tutti Cristo, salvezza del mondo». E per questo non chiede altro che di mettersi «al servizio dell umanità, specialmente di quella più sofferente ed emarginata». Un pensiero poi va alle comunità e ai missionari «che si trovano a testimoniare il Regno di Dio in situazioni di persecuzione, con forme di oppressione che vanno dalla discriminazione sociale fino al carcere, alla tortura e alla morte. Una realtà di tremenda attualità come «la Chiesa si pone sulla stessa via e subisce la stessa sorte di Cristo, perché non agisce in base a una logica umana o contando sulle ragioni della forza, ma seguendo la via della Croce». Il Papa, infine, ringrazia le Pontificie opere missionarie, soprattutto per l aiuto alle giovani Chiese, e invita tutti «a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con un aiuto economico, specialmente nella fase di crisi che sta attraversando l umanità».

11 CHIESA DIOCESANA ilporto 10 Chiesa Diocesana da "L'Eco di Bergamo" La Cancelleria vescovile ha annunciato la nomina di 16 nuovi parroci designati dal Vescovo Quattordici parroci, il direttore dell Ufficio tecnico della Curia, un vicario parrocchiale a Roma e un missionario fra i migranti. Sono le designazioni effettuate dal Vescovo Francesco Beschi e comunicate dalla Cancelleria vescovile. San Tommaso de Calvi Città: Il nuovo parroco è don Andrea Mazzucconi 43 anni, attualmente arciprete di Santa Brigida e parroco di Cusio. Azzone: Il nuovo parroco è don Battista Magnani, 67 anni, attualmente residente a Semonte. Cenate San Leone: Il nuovo parroco è don Mauro Vanoncini, 39 anni, attualmente è vicario a Sforzatica Sant Andrea Clanezzo: Il nuovo parroco è don Giovanni Fumiano Carminati, 70 anni, attualmente prevosto di San Tommaso de Calvi in città. Colzate e Bondo di Colzate: Il nuovo parroco è don Mario Gatti, 43 anni, attualmente parroco di Azzone Fonteno: Il nuovo parroco è don Alessandro Martinelli, 39 anni, attualmente vicario interparrocchiale di Desenzano e Comenduno. Lonno: Il nuovo parroco è don Roberto Zanini, 40 anni, attualemente parroco di Fonteno. Lorentino: Don Angelo Riva, 42 anni, parroco di Carenno, sarà parroco anche di questa parrocchia. Luzzana: Il nuovo parroco è don Angelo Defendi, 41 anni, attualmente vicario parrocchiale di Cividino Paratico: Il nuovo parroco della parrocchia è don Gustavo Giovanni Bergamelli, 44 anni, attualmente parroco di Cenate San Leone. Pascolo e Vercurago: Il nuovo parroco è don Roberto Trussardi, 38 anni, attualmente vicario parrocchiale di Calusco. Rossino ed Erve: Il nuovo parroco è don Luciano Tengattini, 43 anni, attualmente sacerdote missionario in Bolivia Sant Antonio d Adda: Don Vittorio Rota, 47 anni, prevosto di Caprino sarà parroco anche di questa parrocchia. Verdellino: Il nuovo parroco è don Mario Testa, 48 anni, attualmente parroco di Pascolo e Vercurago. Azzonica: Il nuovo parroco è don Davide Previtali, di anni 62 attualmente parroco di Cepino. Cepino e Selino Basso: Il nuovo parroco delle due parrocchie è don Alessandro Locatelli di anni 39, attualmente vicario parrocchiale di Foppenico Il vescovo: laici, deve crescere la coscienza del loro ruolo «Serve un riflessione seria sul rapporto tra comunità cristiana e politica. «Sono appassionatamente convinto del ruolo fondamentale dei laici in ogni ambito e bisogna far crescere la coscienza di questo ruolo». Sono parole del vescovo Francesco Beschi all assemblea del clero diocesano di inizio anno pastorale svoltosi in Seminario alla presenza di oltre 400 sacerdoti. «È necessaria - ha affermato il vescovo - una riflessione seria, che ha connotazioni storiche, sul rapporto tra Chiesa e Stato, tra Chiesa e Stato italiano, tra comunità cristiana e politica, tra comunità cristiana e impegno politico dei cattolici. Ripeto: è necessaria una riflessione non estemporanea su questi rapporti, sul ruolo del singolo vescovo, dei vescovi e della Conferenza episcopale italiana. Da anni ormai, sistematicamente, trattando di Chiesa si parla soltanto del Papa e dei vescovi, ma molto meno dei laici. Sono appassionatamente convinto del ruolo fondamentale dei laici in ogni ambito e bisogna far crescere la coscienza di questo ruolo». Mons. Beschi ha invitato a riflettere sulla «Caritas in veritate» ultima enciclica di Papa Benedetto XVI. «Ha ricevuto un accoglienza coralmente positiva, ma credo che ben pochi l abbiano letta tutta.. Già il titolo è una provocazione, perché il Papa ci provoca per l impegno sociale dei cattolici». Riguardo all anno Sacerdotale indetto dal Papa, monsignor Beschi ha sottolineato che è «un occasione preziosa per i preti e le parrocchie e anche i laici sono molto sensibili». Il Vescovo ha parlato del programma pastorale diocesano, che prosegue la riflessione sulla famiglia. «Bisogna consolidare il cammino di preparazione ai fidanzati e scommettere sui gruppi di giovani sposi e famiglie giovani con un rinnovato sforzo pastorale» A riguardo, ha ricordato la «Lettera alle famiglie», intitolata «Sentirsi a casa nella Chiesa» da lui scritta e che presenterà all Assemblea diocesana. «Con questa lettera voglio mettermi in comunicazione diretta con le famiglie e anche con le persone sole, parlando loro della Chiesa, realtà vista con incomprensione o distanza». Ha ricordato il suo viaggio nelle missioni diocesane in Bolivia, «che sono una storia imponente della missionarietà bergamasca». Don Pietro Biaggi e monsignor Patrizio Scalabrini hanno presentato il nuovo itinerario biblico-catechistico sul tema: «Il popolo delle meraviglie» mentre monsignor Maurizio Gervasoni ha parlato del programma pastorale sulla traccia «Gesù manifestò la sua gloria» (Gv 2,11),

12 ilporto 11 CHIESA DIOCESANA «Non abbiate timore a testimoniare la fede» È monsignor Raffaello Martinelli, di Villa d Almè. Collaborò con Ratzinger a redigere il catechismo. «Nella mia realtà cerco verità, io voglio di più». Sulle note dell inno della Missione Giovani, nella chiesa parrocchiale di Trescore straripante di fedeli, ha fatto il suo ingresso il vescovo Francesco Beschi, per presiedere la cosiddetta «Eucaristia del mandato», che ha segnato ufficialmente l inizio della Missione Giovani, a cui la cittadina si sta preparando da ben due anni. «Questi 37 seminaristi a cui verrà consegnata la Croce della Missione - ha detto il parroco don Franco Zamboni - stanno veramente coinvolgendo in modo entusiasmante l intera comunità. Sono sicuro che una semina di questo spessore non potrà che portare copiosi frutti». «Nel Vangelo ascoltato - ha detto il vescovo - alcuni amici hanno portato un amico ( il sordomuto) a Gesù: proprio quello che Missione Giovani intende fare a Trescore. Siamo tutti talmente importanti agli occhi di Gesù che Egli ha donato la sua stessa vita per ognuno di noi. Non dobbiamo dunque avere paura a testimoniare la fede e la speranza in un mondo abitato da un senso più alto del vivere: noi adulti e anziani apriamoci. Come ci dice il Signore, e incoraggiamo i giovani nella ricerca di un mondo veramente migliore per tutti». Il vescovo ha concluso che «il modo in cui si vive in famiglia costituisce per i piccoli il mondo migliore possibile». Dunque alto è il compito degli adulti. L invito di don Carlo Nava agli adulti della comunità: «Mandate i vostri ragazzi, adolescenti e giovani agli incontri di MG e unitevi voi stessi nella preghiera comune: non perdiamo quest occasione unica nella vita di una parrocchia. Villaggio Gabrieli: Suore delle Poverelle in festa con il Vescovo Francesco Beschi. Da 50 anni un rifugio per donne in difficoltà Dalle case famiglia per le orfane al sostegno delle vittime di maltrattamenti: l accoglienza nel cuore di via Carnovali «Venivano da tante città a vedere il nostro villaggio, me lo ricordo bene. Avevamo abolito i cameroni, i dormitori, i grandi refettori e avevamo introdotto i gruppi famiglia. Per un orfanotrofio era una rivoluzione, deve considerare che era mezzo secolo fa», Suor Fiorile, con i suoi occhi azzurri in questa saletta del Villaggio Gabrieli di via Carnovali, gruppetto di case appartato che se non sai dov è non lo noti nemmeno. Questo Villaggio festeggia il suo mezzo secolo di vita con l inaugurazione di una mostra fotografica che ripercorre la sua vita. La mostra ha per titolo: «Dal sogno di Madre Angela in viaggio nel tempo». Suor Fiorile oggi ha 86 anni e ricorda bene l inaugurazione del villaggio e diverse tappe della sua vita. Racconta: «La mostra fotografica inaugurata dal Vescovo Francesco Beschi è per noi un grande onore. Mi ricordo cinquant anni fa cera il Vescovo Piazzi. Noi suore delle Poverelle eravamo un po delle pioniere in questo campo. Ma in questo mezzo secolo le cose sono cambiate. Oggi le palazzine del Villaggio ospitano il Pronto intervento per mamme e bambini che vivono in famiglia una situazione insostenibile. Si tratta in genere di donne che subiscono violenze. «Abbiamo Casa Felicina che è una comunità alloggio per ragazze adolescenti che vivono forti problemi. Due piccoli appartamenti li affidiamo a donne per progetti di autonomia. E poi la residenza assistenziale». Le «Poverelle» stanno in ascolto del mondo, dei bisogni della nostra società ricca e opulenta. Così proprio in questi giorni nasce una comunità che raggruppa tutte le realtà delle «Poverelle» che a Bergamo si rivolgono agli ultimi, agli emarginati più gravi. All inaugurazione della mostra il Vescovo Beschi ringrazia : «Vorrei sottolineare l aspetto della delicatezza che traspare in questa realtà. Perché non basta solo l organizzazione dei servizi e nemmeno la carità e la giustizia. Occorre la delicatezza: quella percezione che non è solo fatta di intelligenza, ma di un modo di porsi nei confronti delle persone che intuisce ciò di cui hanno bisogno» Ricorda una ex allieva: «Ecco, ho ricevuto tanto dalle suore, da questa comunità e penso che venga poi naturale restituire quello che si è avuto».

13 LETTERE ALLA REDAZIONE ilporto 12 A cura della Redazione Riceviamo e pubblichiamo Spett. Redazione de "IL PORTO" Oggetto: Bolletta acqua Ritenendo l'argomento di interesse generale, chiedo cortese ospitalità per pubblicare la presente. Gradirei avere chiarimenti sulla composizione della bolletta in distribuzione in questi giorni e che riguarda il consumo d'acqua potabile. E' una pura richiesta di chiarimenti, senza alcun intento polemico. Ecco dunque i rilievi: La bolletta riguarda il consumo di 6 mesi e precisamente dal al ed è così dettagliata: CONSUMO ACQUA+QUOTA FISSA EURO 14,36+IVA CANONE FOGNATURA EURO 4,30+IVA CANONE DEPURAZIONE EURO 12,65+IVA ADDIZIONALE PROVINCIALE FOGNATURA EURO 0,86+IVA ADDIZIONALE PROVINCIALE DEPURAZIONE EURO 2,53+IVA Ora ci si chiede : A) a che cosa si riferisce l addizionale provinciale fognatura? B) a che cosa si riferisce l addizionale provinciale depurazione? C) perche la lettura risale a nove mesi fa? Penso che siano molti i contribuenti che si pongono queste domande e sarà quindi interessante conoscere la risposta. Gianfranco Gaspari

14 ilporto RIFLETTIAMO A cura di Pier Luigi Billi 13 Riflettiamo: la senilità È una verità empirica ed universale che dopo un certo numero di anni, l organismo umano subisca un involuzione. Il nostro corpo si trasforma, pur rimanendo il nostro Io. Sono gli accidenti che si trasformano, ma la sostanza rimane. Io sarò Billi, anche se la mia materia cambierà. È un processo ineluttabile che comporta una riduzione delle attività dell individuo, meglio della persona, delle sue facoltà mentali ed una modificazione del suo atteggiamento verso il mondo. Per me la vita conserva un valore finché si dà valore a quella degli altri, attraverso l amore, l amicizia e il rispetto. Rimangono allora delle ragioni per agire, per parlare. Spesso gli anziani vengono consigliati ad affrontare la vecchiaia con il mettere da parte il denaro, con lo scegliere un luogo dove andare a ritirarsi, di coltivare degli hobbies come coltivare un piccolo orto, di vivere, in poche parole, una vita abbastanza impegnata e giustificata, fare sì che l ardore vitale non sia raffreddato. Però queste possibilità sono concesse soltanto a pochi privilegiati, molti non arrivano ad una certa età in determinate condizioni di vita ottimali. L età in cui comincia la decadenza senile è sempre dipesa dalla classe a cui si appartiene. Un minatore a cinquant anni è un uomo finito, mentre molti privilegiati portano allegramente i loro ottant anni. Il corpo di un minatore o di un grande lavoratore di fatica, sarà presto in preda delle malattie e delle infermità. Al contrario un anziano che ha avuto la fortuna di curarsi, la salute può conservarla quasi intatta, fino alla morte. Invecchiati, gli sfruttati, sono condannati se non alla miseria, perlomeno ad una grande povertà, ad alloggi incomodi, alla solitudine, nefanda situazione, il che comporta in loro un sentimento di decadenza ed una grande ansietà. Molti soffrono di depressione che si ripercuote sull organismo e le stesse malattie mentali che li affliggono sono, in gran parte, il prodotto del sistema. Se l anziano conserva lucidità e salute, spesso è tuttavia in preda alla noia. È necessario capirlo. L operaio manuale non riesce ad ammazzare il tempo ed il suo triste ozio sfocia in un apatia che gli compromette ciò che gli resta di equilibrio fisico e morale. Quando non ha più obblighi di lavoro, intorno a sé scorge il deserto. La decadenza è rapida, fisicamente dolorosa e moralmente spaventosa, perché essi l affrontano a mani vuote, per fortuna non tutti. Bisogna fare in modo, con l aiuto di Dio, che una volta che abbiano perduto la loro forza, non diventino dei rottami e dei rifiuti. C è una frase latina di Cicerone, a me molto chiara e cara che dice: Memoria minuitur, nisi eam exerceas, la memoria viene meno, se tu non la eserciti. Auguro a tutti gli anziani, una Mens sana in corpore sano, cioè, una mente sana in un corpo sano. Fa, o Signore Dio, che sia così. UFFICI COMUNALI: tel Fax Uffici amministrativi (anagrafe) da lunedì a venerdì lunedì martedì giovedì Ufficio tecnico tel mercoledì venerdì Polizia municipale tel da lunedì a venerdì / NUMERI UTILI Ufficio assistente sociale tel lunedì mercoledì/giovedì Ufficio tributi tel lunedì mercoledì venerdì giovedì Biblioteca Comunale Tel Lunedì chiuso Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato / PROTEZIONE CIVILE: tel Responsabile operativo tel Vice responsabile operativo tel

15 RIFLETTIAMO ilporto 14 A cura di Don Valentino Salvoldi L incerto confine tra gioia e dolore Vent anni fa il Sudafrica stava ancora vivendo la triste esperienza dell apartheid. Contro di essa lottava strenuamente il vescovo di Durban, Denis Hurley, tutt altro che orgoglioso della sua pelle bianca. Aveva il coraggio di sfidare i carri armati guidati dai soldati boeri, pronto a lasciarsi schiacciare pur di non tradire la sua vocazione di essere padre dei neri come dei bianchi. Con lui visitai i ghetti nei quali vivevano i neri. Mentre lo intervistavo sugli scottanti temi della non violenza e della obiezione di coscienza, lui mi studiava. E volendo, discretamente, farmi capire l esperienza dell apartheid, mi invitò a proporre le mie idee nella cattedrale durante la messa vespertina frequentata dai bianchi. Parlai della giustizia, durante l omelia, creando l imbarazzante reazione di veder parecchie persone alzarsi dal banco e uscire di chiesa. Con il cuore pesante, terminata la celebrazione, volli parlare con i giovani radunati nella cantoria. Molti mi capirono. Qualcuno mi perdonò. Altri mi invitarono a cena. Accettai l invito di Kevin, ventenne. Sua madre, nel corso della cena, mi parlò di una stupenda realtà: 7000 giovani boeri avevano lasciato il paese e si erano rifugiati all estero vivendo in condizioni miserabili - mentre a casa loro avrebbero potuto vivere da ricchi pur di non impugnare le armi contro i neri. Parlai a lungo con Kevin sulla fede in Dio e nell uomo. Sul bisogno di vivere il principio della gratuità e di fare della propria esistenza un dono, grati a Cristo per averci detto: «C è più gioia nel dare che nel ricevere». Mi scrisse alcune lettere, quando ritornai in Italia, finché sua madre mi comunicò che Kevin, per salvare una un anziana signora dalle fiamme che stavano divorando la sua povera casa, aveva perso la vita. Molte volte pensai a lui e a quella lunga conversazione che aveva rafforzato la sua decisione di fare l obbiettore di coscienza e di essere per tutti un dono. Forse non sarebbe morto se non l avessi incontrato o se fossi stato meno esigente. Vent anni dopo. L arcivescovo di Durban, il cardinale Napier, è nero, segue le orme del suo predecessore, vive dignitosamente povero senza alcuna insegna cardinalizia e mi invita a celebrare l eucarestia in cattedrale. Ora i bianchi presenti sono solo una decina. Tutti gli altri sono neri, meticci, asiatici. I canti sono nella lingua zulù. Purtroppo

16 ilporto 15 RIFLETTIAMO contrariamente alle altre zone dell Africa sono pochi i giovani presenti all eucarestia e prevalentemente sono in cantoria. Alzo gli occhi, là dove un tempo incontrai Kevin e il volto si riga di lacrime. «Gioia e dolore hanno un confine incerto». Gioia perché Dio lavora nella storia immerso nella pasta umana cercando di convogliare tutti i nostri sforzi e tutti in nostri limiti verso il purificante punto omega, Cristo. Gioia perché non mancano i progressi: il regime dell apartheid è caduto senza spargimento di sangue. I neri sono al potere. La chiesa sudafricana è retta da vescovi autoctoni. Le chiese pullulano di fedeli che cantano in modo stupendo la gioia di essere liberi in Cristo. Ma troppo grande è ancora il dolore. Kevin è morto. I politici e gli industriali sono molto corrotti. I poveri sono sempre più numerosi. Anzi, non si possono chiamare poveri nome nobile per i cristiani- ma miserabili. Mia nipote MariaRosa che lavora nella baraccopoli di Città del Capo in un progetto a favore delle donne vittime di abusi mi descrive un quadro straziante: l apartheid sociale è terminato, ma non quello psicologico. Le ferite morali non sono guarite. Molto basso il livello di istruzione. Altissimo il numero dei malati di AIDS. Si vive in un economia di sussistenza. Le donne della baraccopoli non arrivano a mettere da parte che poche decine di euro all anno, nonostante l organizzazione di Maria Rosa si sia impegnata a versare loro una cifra pari a quanto riescono a risparmiare in un anno. L incerto confine tra la gioia e il dolore mi stimola a guardare con fiducia a Dio per cercare di vedere il mondo come lo vede Lui. Non ho la pretesa di capire. Mi abbandono allo Spirito Santo facendo mia l intuizione di sant Agostino: «Ama e capirai». E adottando l atteggiamento del santo di cui oggi si celebra la festa, San Bonaventura, convinto che per capire bisogna interrogare la grazia, non la scienza; il desiderio, non la comprensione; la preghiera, non la lettura; l innamorato, non il professore; le tenebre, non la luce; Dio, non l uomo. Dio, fuoco che infiamma il cuore e immerge nel Mistero con l estrema dolcezza e con il bruciante fervore della passione che dà senso ai nostri incerti confini tra la gioia e il dolore.

17 SALUTE ilporto 16 a cura di Giacomo Schivardi LA PILLOLA RU 486: UNA CULTURA DI MORTE È un argomento molto particolare di grande impegno morale e sociale, di molta rilevanza etica e di attenzione sanitaria, segnalato da più parti in questi ultimi tempi, ma data la sua importanza è opportuno che non rimanga solo a livello di una sfuggevole notizia giornalistica, cancellata, o quasi, il giorno dopo, ma rappresentare oggetto di riflessione e, conseguentemente, di consapevole regola e comportamento di vita, specie per quelle tante donne che possono diventare le dirette interessate e protagoniste nel trascorso della loro esistenza. La vita è la cosa più importante che esista in questo mondo; ogni bambino concepito, nella sua irripetibile unicità, è un dono immenso, un mistero personale, una grande meraviglia. Tutte le donne devono sentirsi privilegiate quando aspettano un bambino: un essere umano completamente dipendente dalla sua mamma, assolutamente indifeso. Appresa la funesta notizia del via libera alla vendita, per ora e per fortuna, non in farmacia, ma solo a livello uso ospedaliero, della pillola abortiva Ru 486, semplicemente come cittadino dotato di un minimo di principi naturali e morali, senza far riferimento a quelli religiosi, voglio manifestare la mia indignazione per il poco rispetto della vita umana, che questa società esprime perché non si può acconsentire che l assunzione di una pillola con un po di acqua uccida il figlio che una donna porta in grembo e, come sanitario, che mi si ponga tutta una serie di problemi di sicurezza in relazione al suo stato di salute. LA PILLOLA È un argomento che è stato oggetto di alcune pagine di giornali in questo scorcio di fine estate e che divide in Italia i sostenitori e gli oppositori della suddetta pillola Ru 486 e, da parte di alcuni, essa è apparsa come una nuova libertà acquisita dalle donne. Dal momento in cui l aborto non è più proibito, questa pillola si inserisce nell apparente facilità del suo utilizzo, senza calcolare la sue

18 ilporto SALUTE 17 conseguenze, non rispettando le disposizioni della 194, la nota legge sull aborto, che giustamente all articolo 8 prevede che l aborto deve avvenire in regime di ricovero ospedaliero ed è proprio l uso della pillola come agente abortivo che, giusto per la sua semplicità di assunzione, può creare difficoltà alla salvaguardia della salute, perché comunque si tratta di un intervento, anche se farmacologico, ma pur sempre importante, doloroso e con conseguenze di cui non si conoscono fino in fondo le gravità, soprattutto perché il tutto manifestato fuori dall ambiente ospedaliero. Inoltre si rischia di cancellare il lavoro di prevenzione previsto dalla 194 che prevede, tra l altro, una pausa di riflessione per vedere se si riesce ad evitare l aborto, mettendo in contatto la donna con chi la può aiutare, sia dal punto di vista psicologico che materiale. I MAGGIORI PERICOLI Con l uso della pillola in questione tutto questo diventa impossibile; la donna non viene ricoverata in ospedale ed i pericoli si moltiplicano. Non è affatto vero che la pillola è meno rischiosa dell aborto chirurgico ed anzi dati scientifici ci dicono che è estremamente più pericolosa per le possibili gravi emorragie, che non si possono prevedere, che variano da donna a donna, che non si possono subito affrontare con la dovuta urgenza, non avendo a disposizione una sala operatoria. È evidente che in tale situazione non è possibile ridurre né il dolore né la sofferenza per la donna ma, anzi, può mettere a rischio la propria vita come invece attestano già le numerose vittime. Questo metodo dell aborto famacologico con la pillola in questione comporta due fasi: la prima uccide il feto, la seconda provoca l espulsione e tutto questo porta la donna ad abortire al proprio domicilio, sola senza alcuna sicurezza, assumendo il tutto quasi un aspetto di clandestinità legalizzata. Sono in continuo aumento le adolescenti, sia sole che accompagnate dai genitori, che chiedono ai vari consultori familiari la pillola abortiva che, ripeto, per il momento fortunatamente non è commerciabile e le gravidanze indesiderate sono aumentate anche in adolescenti con meno di 16 anni. CONCLUSIONE Molti genitori, oggi come oggi, alle varie domande e richieste rispondono ai ragazzi che un basta che non ti fai male che vale un po per tutto, dai rapporti affettivi e sessuali, all uso di droghe e alcol fino al possesso di un motorino ed a quant altro di allettante. In un certo senso li capisco che è meglio trovare una risposta semplice, che avventurarsi in risposte più complesse, anche alla luce dei tanti adulti che in certe situazioni fanno parecchia confusione. Non ho voluto entrare in problemi di ordine educativo, formativo e sociale, che investono genitori e giovani nella trattazione delle varie relazioni affettive e sessuali, ma far rientrare il tutto, principalmente, in un ottica di educazione sanitaria come, d altra parte è sempre stato il filo conduttore e lo spirito di queste mie note, che da oltre venti anni vengono pubblicate in questo nostro periodico. Orari delle Confessioni CHIESA DI SAN ROCCO: Lunedì, martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 8.30 alle 9.00 giovedì dalle 8.30 alle da lunedì a venerdì dalle alle mercoledì e venerdì dalle 19 alle CHIESA NUOVA Sabato dalle alle domenica dalle alle inoltre disponibilità a confessare prima e dopo le S.Messe Si informa che sono riprese le trasmissioni delle funzioni attraverso RADIO E sulla frequenza di 101,1 sia dalla Chiesa nuova che dalla Chiesa di San Rocco.

19 EVENTI ilporto 18 a cura di Gian Franco Gaspari Posa della croce sulla Rocca: 60 anniversario Nel mese di settembre ricorre il 60 anniversario della posa della croce sulla nostra Rocca e non possiamo far passare sotto silenzio questa ricorrenza tanto importante, per il rilievo che questo monumento rappresenta per la nostra comunità ma anche per tutta quell area bergamasca e bresciana da cui la Rocca è visibile. Riteniamo di fare cosa utile accennando brevemente alla storia legata alla Rocca e a tale scopo ci serviamo del prezioso opuscolo dal titolo Sarnico e la Rocca de Zucchelli, stampato in occasione dell inaugurazione del nostro Palazzo Comunale e scritto con competenza e profonda testimonianza dall arch. Pietro Gritti di Bergamo. La Rocca, scrive Gritti, fa parte delle opere di difesa a salvaguardia della pace e tranquillità delle comunità civili dalle invasioni barbariche e dalle incursioni banditesche, che furono costruite nella nostra provincia a partire dal X secolo. Nel XII secolo Sarnico, curtes sotto re Ugo nel 945 e possedimento della famiglia Ghisalbertina e poi dei successori di Martinengo- Calepio nel 970, costituiva con il suo castello e la Rocca de Zucchelli l estrema propaggine della frontiera orientale della Valle Calepio Il tramonto del XIII secolo coincide con l inizio delle guerre civili tra Guelfi e Ghibellini che si combattono di castello in castello e di rocca in rocca. Nell Historia Quadripartita di Bergamo, pubblicata nel 1617, l autore Celestino Colleoni descrive così il Comune di Villongo: Sono in questa terra tre fortezze.chiamasi una Rocca de Zucchelli posta sopra un monticello che domina il lago d Iseo.. Nel 1481 la Rocca viene citata dalla carta dei confini del Comune di Sarnico le rocche, come i castelli e le torri medievali sono spesso contraddistinte dal nome delle famiglie proprietarie e beneficiarie..gli Zucchelli compaiono a Sarnico solo nel 1389 ma già nel 1188 si menziona un Lanfranco Zucchelli dell Onore e nel 1217 compare inoltre uno Zucchelli Martinus Zucchelius e nel 1469 Rechilinus Zucchelli de Vertus fino a giungere nel 1392, anno della investitura notarile di Zucchelli Benedurius de Zucchellis.. La cronaca parla del novembre 1393 quando iniziarono le prime distruzioni della Rocca da parte delle fazioni dei Ghibellini che continuarono fino al 1428, con l annessione del territorio della Valle alla Serenissima, ponendo così termine a questi scontri. L arch.gritti conclude il suo scritto con un auspicio: Ripristinare il sentiero e disporre un illuminazione notturna sono due degli accorgimenti che restituirebbero a Sarnico, insieme al recupero del centro storico, un brano della sua storia. Oggi quell auspicio è diventato realtà grazie alla sensibilità dell Amministrazione Comunale che così egregiamente ha posto mano alla sua attuazione, cosicchè anche la celebrazione del 60 della collocazione della Croce in cima al bastione rimasto dell antica costruzione, assume un significato di alta portata. UN SINCERO GRAZIE La redazione de il Porto ringrazia il Signor Gianni Carminati per la gentilezza e la disponibilità riservateci nel mettere a disposizione il suo elicottero, consentendoci di scattare alcune fotografie di Sarnico dall alto ed in particolare della Rocca dello Zucchello con la Croce che è tanto amata dai sarnicesi. (la redazione)

20 poesia di Gian Franco Gaspari ilporto 19 POESIA EVENTI LA CRUS DE LA ROCCA (setèmber setèmber 2009) So ché sentat zo sö la panca de la me cà denàcc a la Rocca là 'n sima de lontà, ol bastiu' pié de secoi l'è töt de ardà e 'nsema la Crus ol Triculur a sventulà. al so mia quat tép che la arde ma töte le olte come 'l fodès la prima; l'è trop bela la visiù che Sarnec al regala a la tera de Berghem e de Bresa le bas, quase 'n zenöcc. l'era ura de fala tat bela de edì ; la so storia gloriùsa 'l Cümü a noter la ulit nsegnà ; dé e nocc illuminada per töcc l'è de ardà : ü monument 'nduinat che 'l parla töt italià. per protessiù al palas 'n contrada l'è nasida per agn e agn i Scior de alura i l'à dovrada, ma le beghe tremende fra squadre 'n guera tat le à facc de lasà la Rocca che adès 'n vet. ü Zucchetti la Crus l'à metit quase a 'ncurunala sessant'agn fà a setèmber e sto mes l'è de regordà; e da poc 'l Triculur i à metit per completà: i du vessilli adès i è là semper de ardà. i noscc valur piö grancc da la Rocca i splenderà onùr a Sarnec : gh'è de batì le mà lur per semper nel nost cör i resterà e ardà a la Rocca semper piö bei mi ederà Sarnico 3 agosto 2009 Atleti sarnicesi in evidenza a cura di Nicoletta Savoldi Dal 7 all 11 luglio scorso un gruppo di ragazzi sarnicesi ha partecipato alla San Marino Cup 2009, torneo di calcio internazionale con 50 squadre partecipanti provenienti da 15 nazioni d Europa e del Mondo. Aggregatisi alla squadra locale dell ASD Verucchio, sotto la guida di Mister Lorenzo Bellini, allenatore di base UEFA B, nostro concittadino, i ragazzi si sono classificati al terzo posto vincendo contro il Real Paulista di San Paolo Brasile con un risultato di 3-0. Complimenti a Baroni Massimiliano, Bellini Ezio, Belussi Alberto, Duci Mirko, Fratelli Diego per questo riconoscimento, che ha permesso di far conoscere Sarnico a livello internazionale.

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