LE BIOMASSE: UN ANALISI SU CARATTERISTICHE E PROSPETTIVE DEL SETTORE RIVOLTA AGLI OPERATORI AGRICOLI DELLA TOSCANA. Firenze, 6 dicembre 2013
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1 LE BIOMASSE: UN ANALISI SU CARATTERISTICHE E PROSPETTIVE DEL SETTORE RIVOLTA AGLI OPERATORI AGRICOLI DELLA TOSCANA Firenze, 6 dicembre 2013
2 L intervento 1. Principali dati quantitativi sul settore in Toscana e nelle sue province; 2. La struttura delle filiere delle biomasse in Toscana: il caso della filiera legno- energia; 3. Considerazioni su criticità e possibili soluzioni: gli strumenti messi a disposizione dal sistema camerale
3 Studio sulle biomasse della CCIAA di Firenze I dati e le informazioni presentate sono state tratte dallo studio sul mercato delle biomasse realizzato dalla CCIAA di Firenze con la collaborazione di BMTI. Obiettivo del lavoro è stato: mettere a disposizione degli operatori agricoli toscani i principali dati e caratteristiche del settore delle biomasse in Toscana; evidenziare le potenzialità ma anche le criticità presenti nel settore e nelle relative filiere.
4 1. Principali dati quantitativi sul settore in Toscana e nelle sue province
5 La disponibilità di biomassa in Toscana: i residui agricoli Disponibilità potenziale/effettiva di residui delle colture arboree e erbacee in Toscana (2011) Residui delle colture erbacee Residui delle colture arboree FONTE: elaborazione BMTI su dati ENAMA disponibilità potenziale (t/anno) disponibilità razionalmente accessibile (t/anno) La quantità di biomassa ottenibile dagli scarti delle colture erbacee (frumento, avena, orzo, segale, riso etc.) è maggiore nelle regioni del Nord. La disponibilità in Toscanaèparial4%deltotalenazionale. Viceversa, per i residui delle colture arboree (ulivi, viti, meli, peri etc.), la maggiore disponibilità è localizzata nelle regioni meridionali (Puglia soprattutto). La Toscana primeggia tra le regioni del Centro Italia, con una disponibilità pari al 7% del totale nazionale.
6 La disponibilità di biomassa in Toscana: i residui agricoli Stima delle disponibilità di paglie di frumento in Toscana (2011) Stima delle disponibilità di potature di olivi e viti in Toscana (2011) FONTE: elaborazione BMTI su dati ENAMA FONTE: elaborazione BMTI su dati ENAMA Rispetto ai quantitativi potenzialmente ricavabili, quelli effettivamente accessibili (barriere logistiche ed economiche) sono pari a circa il 45-50% per le colture arboree eal40%perlecoltureerbacee
7 La disponibilità di biomassa forestale in Toscana Disponibilità potenziale/effettiva di residui forestali in Toscana (2011) disponibilità potenziale (t/anno) disponibilità razionalmente accessibile (t/anno) Residui forestali FONTE: elaborazione BMTI su dati ENAMA La Toscana è la seconda regione in Italia per disponibilità di biomassa di origine forestale: 12% del totale nazionale. Secondo i dati dell Inventario Forestale regionale, la Toscana è la prima regione italiana in termini di superficie boscata: quasi il 50% della superficie regionale è boscato(oltre un milione di ettari). Alcune caratteristiche: patrimonio forestale caratterizzato da estrema variabilità nella composizione specifica; maggior parte di tale patrimonio è privato, suddiviso in piccole e medie proprietà(quasi 90% aziende ha superficie forestale < 10 ha, ARSIA)
8 La disponibilità di biomassa forestale in Toscana Superficie forestale totale e indice di boscosità provinciale FONTE: elaborazione BMTI su dati ARSIA Secondo i dati ARSIA, l indice di boscosità della regione Toscana è pari al 45%. Migliore reperibilità della biomassa forestale rispetto ad altre Rilevanza (ed importanza dello sviluppo) della filiera locale legata alle biomasse forestali
9 La disponibilità di biomassa in Toscana: i residui zootecnici Produzioni annue di deiezioni liquide e solide nel settore bovino e suino in Toscana e potenziale di biogas producibile(2011) Potenziale Deiezioni Liquide Deiezioni Solide Biogas (m³/anno) (t/anno) (Nm³/anno) Bovini Suini FONTE: elaborazione BMTI su dati ENAMA Il potenziale maggiore di biogas producibile risiede nelle regioni settentrionali. Per quanto riguarda la Toscana, sia nel caso dei bovini che dei suini, il potenziale maggiore si trova nella provincia di Grosseto. Nel caso dei bovini vanno citate anche Firenze e Arezzo
10 Potenziale agroenergetico della Toscana Potenziale energetico (GJ) dell agricoltura della Toscana (2009) ,0 biomasse origine agricola biomasse forestali ,0 Le biomasse agroforestali a destinazione energetica potrebbero apportare al bilancio energetico toscanocirca39milionidigjannui:di questi quasi il 40% proverrebbe da biomasse forestali. Tra le province: 21% circa del totale proveniente dalle province di Grosseto e Siena; 15% dalla provincia di Firenze. FONTE: elaborazione BMTI su dati ARSIA Potenziale importante ed opportunità rilevante per il sistema agricolo regionale; La sfruttabilità e le ricadute positive sulle aziende agricole toscane devono tener conto della presenza di limiti di tipo strutturale (stazionale e di accessibilità) e commerciale.
11 2. La struttura delle filiere delle biomasse in Toscana: il caso della filiera legno- energia;
12 Le principali filiere agroenergetiche in Toscana 1. Filiera legno energia(di derivazione sia agricola che forestale); 2. Filiera del biogas 3. Filiera degli oli vegetali Caratteristica: il modello della filiera corta, caratterizzato da: dimensioni territoriali limitate(costi di approvvigionamento minori; stretto legamee quindi maggiori benefici economici- con il territorio locale) presenza di impianti di piccola media taglia che possano sfruttare appieno (e per cui sia sufficiente) la biomassa locale. Maggiore sostenibilità ambientale ed economica appare il modello che, in generale, meglio può adattarsi alla realtà toscana.
13 La filiera legno energia Si possono individuare tre diversi modelli di filiera legno energia(es. cippato): Filiera dell autoconsumo Impresa agroforestale PRODUCE il cippato con biomasse legnose locali UTILIZZA il cippatoprodotto nell'impianto termico di proprietà Filiera della vendita del combustibile Impresa agroforestale PRODUCE il cippatocon biomasse legnose locali VENDE il cippato a soggetto pubblico/privato Cippato utilizzato nell'impianto termico dell'acquirente
14 La filiera legno energia Filiera della vendita del calore Impresa agroforestale PRODUCE il cippato con biomasse legnose locali UTILIZZA il cippato prodotto nell'impianto termico di proprietà VENDE il calore a edifici privati/pubblici Sulla base della destinazione della biomassa legnosa si possono avere due tipi di filiere Mercato dei combustibili legnosi Autoconsumo
15 Micro filiere legno energia di autoconsumo Efficace modello produttivo in virtù della maggiore valorizzazione della biomassa. Vantaggio economico rispetto ai combustibili fossili: sebbene una valutazione vada fatta caso per caso, si possono mettere a confronto i costi per unità di energia sviluppata dai diversi combustibili FONTE: elaborazione BMTI su dati CRA
16 Costi di investimento per la filiera legno- energia Costi indicativi di investimento per la realizzazione di impianti termici di piccola-media taglia. FONTE: elaborazione BMTI su dati ARSIA Alcune considerazioni sui costi: il costo della rete di teleriscaldamento varia in funzione della distanza del tracciato, dell onerosità delle operazioni di scavo/ripristino, nonché del numero e tipo di utenze collegate; i costi di gestione e manutenzione tendono ad aumentare all aumentare della taglia dell impianto. Per un impianto di media taglia alimentato a cippato si aggirano intorno ai annui(arsia 2009);
17 Il mercato dei combustibili legnosi Quattro prodotti principalmente: cippato, pellet, legna da ardere e briquettes. I principali soggetti operanti nel mercato dal lato dell offerta: aziende agricole e aziende forestali: possono organizzare la distribuzione di combustibili legnosi a scala locale, specialmente se organizzati in associazioni; industrie del legno: organizzano spesso la consegna diretta verso le centrali a biomassa, entro un raggio di km; aziende boschive; aziende contoterziste, che dispongono o acquistano materia prima da trasformare. Per il buon funzionamento della filiera appare centrale il ruolo che possono giocare le associazioni di proprietari forestali: aggregare l offerta, coordinare la trasformazione, organizzare gli aspetti logistici e amministrativi
18 Il mercato dei combustibili legnosi I principali soggetti operanti nel mercato dal lato della domanda: Centrali elettriche a biomassa; Settore domestico(caldaie per riscaldamento domestico) Settore collettivo (edifici pubblici, centri ricreativi, impianti di trasformazione del legno che possono utilizzare il loro stesso residuo o sottoprodotto, centri industriali, settore turistico). I commercianti di legname (sia nazionali che esteri): ruolo di aggregazione dell offerta e di messa in contatto(ma spesso anche consegna del prodotto) con l acquirente.
19 Elementi chiave per lo sviluppo della filiera legno energia Si tratta di elementi che, seppur con le dovute differenze, sono comuni anche ad altre filiere: Dimensionamento dell impianto in funzione del biocombustibile disponibile: fondamentale individuare il bacino di approvvigionamento e dimensionare gli impianti in funzione di essi; Facilitare l incontro tra domanda e offerta(aggregata: ruolo dell associazionismo); Comunicazione e informazione sui vantaggi ambientali ed economici connessi all utilizzo della biomassa sostenibilità sociale
20 3. Considerazioni su criticità e possibili soluzioni: gli strumenti messi a disposizione dal sistema camerale
21 ... e delle filiere agroenergetiche in generale Fattibilità economica dell impianto a biomassa: costi di investimento (dimensione impianto), costi di approvvigionamento della biomassa etc.; Incontro tra domanda e offerta. In particolare: Aggregazione dell offerta; Definizione dei parametri merceologici standard dei biocombustibili; Definizione di meccanismi di compravendita trasparenti; Trasparenza informativa (disponibilità di informazioni sull andamento dei prezzi e dei mercati dei diversi prodotti agroforestali); Sostenibilità ambientale(grandi impianti; importazioni di prodotto dall estero etc.); Accettabilità sociale(impatto sul territorio degli impianti, dilemma food vs fuel).
22 BMTI: possibile soluzione per alcune criticità BMTI: mercato telematico regolamentato per la contrattazione di prodotti agricoli, agroenergetici, agroalimentari, ittici e dei servizi logistici; a) strumento che il sistema camerale ha messo a punto per portare trasparenza ed efficienza nel settore agricolo, agroalimentare, ittico ed agroenergetico. b) strumento che consente di accorciare la filiera, che rappresenta per gli operatori un ulteriore canale per commercializzare i propri prodotti (incontro domanda offerta), che vuole far operare le imprese in un mercato professionalizzato e regolamentato, con le medesime condizioni di accesso per gli operatori che vi accedono. c) Regole eque e paritarie concordate da tutte le categorie professionali Già oggi è attivo il mercato delle biomasse solide e liquide; già oggi avvengono ad esempio contrattazioni di biocombustibili(cereali ad uso energetico).
23 BMTI: possibile soluzione per alcune criticità BORSA TELEMATICA SERVIZI DI INTERMEDIAZIONE SERVIZI ASSICURATIVI SERVIZI FINANZIARI SERVIZI LOGISTICI SAI SAI SAI OPERATORI DI MERCATO INSERZIONE E GESTIONE ORDINI RACCOLTA ORDINI AGGREGAZIONE OFFERTA
24 BMTI: possibile soluzione per alcune criticità Il mercato telematico gestito da BMTI è regolamentato: per ogni singolo prodotto contrattabile telematicamente esiste un Regolamento Speciale di Prodotto che disciplina condizioni di negoziazione telematica, caratteristiche merceologiche etc.). Ad esempio: Regolamento delle Biomasse solide che consente la trattazione dei seguenti prodotti: Cippato transato in peso, Cippato transato in volume, Pellet di legno, Nocciolino di oliva, Mais allo stadio di maturazione cerosa, Triticale allo stadio di maturazione cerosa, Sorgo allo stadio di maturazione cerosa, Semi o granella di cereali.
25 BMTI: possibile soluzione per alcune criticità Trasparenza informativa: da ogni contratto concluso su BMTI scaturiscono informazioni certe su prezzo, quantità, modalità di consegna, luogo di scambio. Tali informazioni confluiscono in un bollettino di borsa (a cadenza settimanale) pubblicato sul sito istituzionale e consultabile dagli operatori del settore agricolo.
26 Trasparenza informativa: il listino omogeneo Disporre di uno strumento che consenta agli operatori di ottenere informazioni sull andamento dei prezzi confrontando più piazze. Declaratorie di prodotto che tengano conto dei diversi usi dei prodotti agricoli(food/feed/fuel).
27 Si ringrazia per l attenzione! BMTI S.c.p.a. ufficiostudi@bmti.it
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