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2 Disegno in copertina e illustrazioni di Maria Cristina Sidoni 2010 Lexis, Torino info@studiolexis.it isbn ultima.indd :17:06

3 Rosita Ferrato Le Divine Manuale per AMANTI, seduttrici, cortigiane e avventuriere ultima.indd :17:06

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7 «Ogni amore è lecito quando si tratta di autentico amore». (Oriana Fallaci, Penelope alla guerra) Il mio mausoleo ormai è vuoto. Una luce verde si diffonde sulla volta della cupola dove un giorno io fui sepolta. Sono Rosa Vercellana, la Bella Rosina, l amante ufficiale di Vittorio Emanuele II, sono colei per la quale il re percorreva cunicoli segreti la notte, facendo corse furibonde. A me raccomandava, o almeno così dice la leggenda, di non lavarmi. Il sovrano impazziva per me. Vi parlo da un altro luogo, e vi parlo in un altro modo. Ero una popolana, anche se imparai quel minimo di regole di corte che Vittorio e io detestavamo. In vita non avrei saputo parlare in modo forbito, ma qui posso tutto. E vedo quello che siete oggi. Anche su di me non sapete più molto Dite che fossi molto bella. Non è così. Ero una seduttrice, una donna di potere, forse solo più furba delle altre, e con molto temperamento. Ero soprattutto un amante. L amante del re. Sono morta da anni, ma ancora tutti mi conoscono. Sono fredda come il mausoleo a me dedicato, tanto sono stata calda e vivace nella mia brillante esistenza. Sono stata erotica, sfacciata, crassa e divertente accanto al mio uomo, e ancora mi piace pensarlo. È un epoca, la vostra, di tanti falsi moralismi; quando c ero io era più semplice: le amanti godevano di diversa ultima.indd :17:06

8 8 le divine fama. Erano ufficiali nel loro ruolo, e rispettate, temute, invidiate, desiderate. Ma anche allora dovevano essere più astute delle altre donne, più calde delle altre donne, più leggere delle altre donne, e quando dico «leggere» indico una serie di componenti difficili da tenere in equilibrio. Penso alla cultura, all intelligenza, all arguzia, al divertissement, a tutte quelle caratteristiche che facevano sì che l uomo non si stufasse mai. Erano Divine. I vostri tempi, amiche mie, sono duri le amanti sono crea ture infelici che si battono il petto da mane a sera, chiedendosi: perché non ha scelto me? Sono fantasmi di donne che hanno perso il piacere per la vita, concentrate sull amato e/o sulle strategie fallimentari per acchiapparsi un uomo qualunque. Ai miei tempi era diverso, anche ai tempi delle mie nonne e bis bis bisnonne. Nel Cinquecento c erano le cortigiane: crea ture affascinanti, quanto colte e raffinate e circondate dal potere. Vi parlerò, più in là, di Veronica Franco, veneziana, la mia preferita, una donna e poe tessa che fece girare la testa di nobili e dogi. Io invece fui donna del popolo. Non per questo priva di ingegno e di guizzante brio. In un epoca di conventi e spade, in una Torino noiosa e dai rigidi cerimoniali di corte, sedussi quattordicenne il re Vittorio Emanuele II. Ne divenni amante e moglie morganatica (ovvero, per chi non lo sapesse, una non nobile che sposa un sovrano o un nobile esclusa però, lei e la sua prole, dalla successione dinastica), quindi alla fine mi «convertii» allo stato di legittima consorte, quando tutte le mie voglie e tutti i miei desideri furono soddisfatti. Amavo molto il mio re (l Amore è una componente importante della vita di una donna, mie care), e alla fine lo sposai. Ma non smisi mai, nella mia vita, di coltivare e celebrare l elemento più importante: la mia libertà. Di pensiero, di giudizio, e chi lo sa, magari di frequentare altri uomiultima.indd :17:06

9 incipit 9 ni. (La libertà mia e la libertà sua: permisi anche a lui di non pensarmi, a volte ) La libertà è la condizione dell amante, e deve essere quella dell amato. E partendo da questo concetto straordinario vorrei che senza ulteriori indugi entrassimo in argomento. Non sarò vaga e senza spina dorsale (oggi esistono donne così, soprattutto nel nostro bel bel Piemonte si chiamano «Piere», vi ricordate?). Vi darò i rudimenti, le istruzioni che mi hanno aiutato ad amare la vita e il mio uomo senza diventare un pallido fantasma. Vi insegnerò a vivere bene la condizione di amanti, svelandovene i segreti e gli strumenti che mi hanno sostenuta, per non perdermi nelle illusioni. Per essere sempre ben presente: a me stessa, agli avvenimenti, alla storia. Bel periodo ho vissuto io: i vostri sono tempi di decadenza. E anche le donne, se mi posso permettere, hanno perso tante delle loro armi. Vi guiderò in modo leggero e preciso, vi parlerò di quella leggendaria crea tura che fu la Contessa di Castiglione, della Marchesa de Pompadour e di altre femmine eccellenti. Ma più di tutto, care amiche, vi guiderò nel mentale, nello strumentario psichico dell amante. Crea tura forte, felice e indipendente. Non è da tutti, bisogna avere qualcosa in più. dissero di lei: la Bella Rosina Ecco come parlarono di me alcuni, solo alcuni. Ma colsero bene la mia essenza, le mie doti di «donna pratica, discreta e tenace, duttile e determinata». Uno scrittore, tale Roberto Gervaso, mi ha dedicato addirittura un libro (La Bella Rosina. Amore e ragion di stato in casa Savoia), e da quelle pagine vi leggo alcuni passaggi: «Rosina era una donna comune, normale. Come Vittorio. E questo fu il loro punto d incontro e ultima.indd :30:24

10 10 le divine d accordo. Al re piacque e ne fece la propria amante; si sentì capito da lei, e la volle compagna. Ecco il segreto di un unione durata trent anni. Ecco perché lui la sposò, sia pure morganaticamente. Due anime e due corpi, che si ritr ovavano non solo nell alcova, ma anche davanti a una tavola imbandita, a un caminetto, a un biliardo: ovunque». «Baffuta e generosa» (Aldo Cazzullo). ultima.indd :30:24

11 La cortigiana «Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è». (Marguerite Duras, L amante) Apologia della cortigiana, ovvero perché auspicare il ritorno di questa nobile figura Prima di tutto, secondo il mio parere, cortigiana non significa puttana. Nell era di puttanopoli e vallettopoli, si rischia di fare confusione. Nell Italia del berlusconismo, in quella del cattolicesimo estremo e integralista, la valenza della cortigiana, la sua nobilità, non esistono più. Nella mia epoca, io ero tra quelle. Eredità del passato: un passato fatto, in alcuni casi, di raffinatezza, erudizione, charme, cultura e strategia. In altri, di passione o sentimenti palesati, non scandalosi, e senz altro perlomeno rispettabili e quasi sempre rispettati. Vi era anche l abilità nel guidare il proprio maschio, l abilità nel condurlo a sé, non solo con l attrazione fisica di giovinezza e bellezza, ma in un filo invisibile, fatto in alcuni casi di cultura, di comprensione, di modi: il modo di raccontare, di comprendere, di affascinare. Poe tesse, cortigiane d alto rango, amanti di sovrani: tutte avevano in comune una passione. Qual è la differenza fra una servetta qualunque e una Virginia Oldoini, nota come la Contessa di Castiglione, o la celeberrima Madame Pompadour, amante ufficiale e fino alla morte del re di Francia Luigi XV? O tra la celebre cortigiana ultima.indd :17:06

12 12 le divine del Cinquecento Veronica Franco e le puttane a poco prezzo delle zone più malfamate della città? Le prime si sciupano in fretta, le seconde sono amanti raffinate, compagne e confidenti: le elette, le muse, quelle di cui un uomo, anche il più potente, non si stanca mai. Il sesso, certo, e l attesa, l abilità, il savoir faire, le doti dell avventuriera. Ma non solo. Da parte mia, ho preparato un piccolo aiuto per chi volesse, senza troppo sforzo, intraprendere questa difficile quanto piacevole arte. ritratto: Veronica Franco Cortigiana veneziana ( ), fu poe tessa e donna d ingegno, provvista anche di doti politiche e ingegno penetrante. Intellettuale, cortigiana d alto rango, fece parte di uno dei circoli letterari più famosi della sua città. Fronteggiò l Inquisizione, si impegnò attivamente nella vita di Venezia, proponendo addirittura la costruzione di una casa per donne indigenti. Scrisse due volumi di poe sia, pubblicò raccolte di lettere e riunì in un antologia le opere di scrittori famosi. Dopo il successo di questi lavori fondò un istituzione caritatevole a favore delle cortigiane e dei loro figli. Alcuni suoi versi: «Così dolce e gustevole divento quando mi trovo in letto, da cui amata e gradita mi sento, che quel mio piacer vince ogni diletto» (poe sia scritta da Veronica Franco al suo amato Marco Venier) ultima.indd :17:06

13 la cortigiana 13 Breve vademecum: come diventare una perfetta cortigiana La cultura. Studiate, pensate con la vostra testa, difendete le vostre idee. Nei tempi passati, come ad esempio nella Venezia del Cinquecento della celebre Veronica Franco, la cortigiana era più colta delle donne della sua epoca. Anche oggi dovrebbe essere così: un amante che si rispetti deve essere colei che legge, che sa scrivere, sa parlare, si sa comportare. Negli ambienti più diversi. Specialmente negli ambienti altolocati. Con uomini e donne potenti, siano o meno raffinati. Lei sa cambiare registro, tono, a seconda delle circostanze. Sa muoversi, sa parlare, e soprattutto conosce i contenuti dei discorsi, le citazioni, le allusioni. È in grado di tenere testa e consigliare i propri amanti, avendo lei competenza in molte materie, e approfondendo, per passione o per necessità, il campo d azione del proprio uomo. Le idee. Mai essere asservite: con il vostro uomo, il campo dove dovrete essere un «avversario» temibile e all altezza sarà lo scambio di idee. Voi avete le vostre, che difenderete fino alla morte. E se saranno in contrasto con alcune delle sue, meglio ancora. Agli uomini piace il confronto: soprattutto se sono persone di potere, non troveranno uno yes man (anzi una yes woman), ma un competitore di livello. Testa sulle spalle. Ai miei tempi, come ai vostri, la cortigiana ha una vita molto ricca. Non sta a casa ad aspettare la lettera o la telefonata dell amante, non lo mette al centro della propria vita, non si macera pensando a cosa manca alla sua vita o alla sua relazione. Si gode la relazione così com è. Ma non se lo impone: lei è così, e forse con tre bambini e un consorte alla fine scapperebbe via. ultima.indd :17:06

14 14 le divine Perché al centro della sua vita c è lei. Non compensa con la prole un vuoto affettivo, non pretende che un uomo diventi la sua metà perfetta. Ha sviluppato quella tranquillità e un sano cinismo che le permettono di godersi la vita per quella che è. Il suo ostacolo sono i moralismi della società attuale. La rispettabilità della donna maritata, la non liceità riconosciuta dell amante. La sua immagine è quella della donna frustrata, in attesa, desiderosa, in fondo in fondo, di prendere il posto della moglie e rubargli il marito. È anche così. Forse è così per il 90% delle amanti. Non per le cortigiane. I ruoli. La cortigiana non deve essere la consorte o la promessa sposa, e lei stessa se ne deve periodicamente ricordare, per non cadere nell errore. Anche nel caso che ci sia amore, e anche nel caso che tale sentimento sia ricambiato, la nostra non deve perdere il contatto con la real tà. Il cuore del suo uomo spesso le appartiene, ma non agli occhi degli altri; il suo ruolo è differente. È il piacere, è l Altro, è una sfaccettatura diversa. È un ruolo che l uomo gioca in un campo diverso rispetto alla legittima sposa. Una scoperta per alcuni, un abitudine per altri. E se le personalità di ognuno non sono sfere, ma prismi con tante facce, il rapporto con la cortigiana ne costituisce un aspetto, ma non è il tutto. Grazie a lei, l uomo saprà dare voce a un lato di sé che magari diversamente sarebbe stato dimenticato, o non si sarebbe sviluppato. L essere umano, amiche mie, è complesso: la cortigiana riesce anche a far emergere dei lati del sé che diversamente si sarebbero forse atrofizzati. La cortigiana inoltre non deve mai distrarsi, non può. Diciamolo brutalmente: la moglie può distrarsi, l amante non deve fare errori. Se ne fa, viene immediatamente «beccata», e rischia di mandare tutto all aria! ultima.indd :17:06

15 la cortigiana 15 Il pensiero. Mai comportarsi o pensare come una moglie. Iniziare a preparargli la cena o il pranzo come una casalinga con le ciabbatte (le due b sono volute). La cortigiana conosce il cibo di qualità eccellente, e può anche prepararlo (ma eccezionalmente). Non dovrà però pensare di preparargli un pasto per farlo restare. Non dovrà cercare di trasformarsi in moglie o mamma. È la sua amante. A questo proposito, cito la scena di un film meraviglioso, Pane e tulipani, in cui il marito di Rosalba (la protagonista), dopo la fuga di costei a Venezia, rimane da solo per mesi. Ha una casa da portare avanti, due figlioli a cui fare da mangiare, e non riesce ad abituarsi alla routine da uomo singolo. Lui ha un amante leopardata e grassottella, ormai amica di anni, quasi parte della famiglia. «Mimmo, sono la tua amante, mica tua moglie!», risponde lei indignata, rivestendosi dopo l amore: lui le aveva appena chiesto se per piacere poteva qualche volta dargli una stiratina alle camicie! Leggerezza. È la parola d ordine. Sia chiaro: nel modo di prendere la vita, di approcciarsi all altro e alla storia. Non vivere in una bolla affettiva dove l essere da voi amato (sia uomo o donna) sia al centro. La vita è piena di uomini (o di donne), il mondo è pieno di persone. Anche le coppie più affiatate, fidanzate o sposate devono continuare a vedere altra gente, frequentare altre persone. Che in due non si diventi un isola, anche quando ci si ama. Il rapporto con gli altri uomini. (NB: parlerò di uomini per comodità, altrimenti diventa troppo complicato o scandaloso!) La cortigiana non deve fare la moglie neanche dentro di sé, specialmente quando ha scelto di non esserlo. Ha dalla sua la libertà di poter frequentare chi vuole. Anche nel caso lo ami (e che lui ami lei) non ha ultima.indd :17:06

16 16 le divine né l obbligo né il dovere di rimanergli fedele, di evitare di farsi vedere in giro con altri uomini, di dimostrare fedeltà cieca a lui. Anzi. La sua libertà potrà preoccupare l amato. E se lei amasse solo lui, vi chiederete? Attenzione: queste cose gli uomini le sentono, e a volte ne approfittano: esseri primitivi, hanno fiuto da vendere, e basta poco perché si sentano dei padreterni. «L amore per un uomo non va bene nel mestiere di cortigiana», diceva la madre di Veronica Franco alla figlia. «Sarai alla sua mercé». Usate allora la vostra libertà per tenere saldo il vostro cuore, per distrarvi e alleggerirvi la testa: ridimensionando l io dell amato (in lui e dentro di voi). Il gioco. Giocate molto con gli uomini, senza avere l assillo di accasarvi. Ridete molto assieme a loro e, mi raccomando, non tediateli continuamente con recriminazioni inutili: consorti e promesse spose sono già bravissime, in questo! Fascino. Amiche mie, qui andiamo sul difficile: in questi vostri tempi (di puttanaggine) sembrano contare solo giovinezza e bellezza. Il fascino, il mistero, il savoir faire paiono dimenticati. I vostri giornali femminili sono terroristici: sono un attentato alla donna non sposata e non più giovane, mentre donne con spirito e personalità (anche se obiettivamente non bellissime o, diciamocelo, decisamente bruttine) come Camilla Parker Bowles vengono impietosamente massacrate, anche quando dotate di sense of humour, intelligenza e coraggio. Ma che strane crea ture queste giornaliste: hanno in mano un arma potente e la sprecano così. Sono infatti le donne stesse, spesso, a spararsi addosso: sui vostri rotocalchi è frequente, negli articoli e nella titolazione, l uso da parte di chi scrive di espressioni come «tardona» o ultima.indd :17:07

17 la cortigiana 17 «gallina vecchia», e che si parli di attrici bellissime come Michelle Pfeiffer o Sharon Stone non fa differenza. Ma come: siamo dunque così impietose verso noi stesse? Quando riusciremo a difenderci e valorizzarci il più possibile? Di questi tempi, pare che ad essere celebrata sia solo la beltà, mentre è ignorata qualsiasi altra qualità morale e di fascino riferita a una donna. Ricordate: la cortigiana, conscia di questi atteggiamenti, si mette al riparo. Ha dalla sua una testa fine e un potere acquisito, spendibile quando l età non è più verde. È questo che la differenzia dalle puttane di strada. Arrivata a una certa età potrà godere di una certa posizione, conquistata non solo grazie ai favori ricevuti, ma soprattutto alla sua abilità nel vivere. Lo stesso deve valere per qualsiasi donna: guai a chi punti solo su giovinezza e bellezza sono doni, come disse Romy Schneider, che pur possedeva dose di entrambe in abbondanza, che prima o poi bisogna restituire. ritratto: la Contessa di Castiglione «Fui imperatrice per cinque minuti»: ecco, amiche mie, la Contessa di Castiglione dopo un incontro ravvicinato (e intimo, ça va sans dire) con Napoleone III. Creatura affascinante, la Contessa ebbe un ruolo politico fondamentale nella definizione dell alleanza francopiemontese: fu lei il fulcro della strategia di Cavour. Avvenente ma capricciosa, irrequieta, sensuale ed estremamente consapevole della propria bellezza, (di cui però divenne schiava), morì in miseria e in solitudine (anticipazione un po terroristica e non necessaria del futuro della nobildonna, ma monito a tutte coloro che puntano solo su giovinezza e bellezza per avere successo). Era lei quella che, a quanto si narra, coprì tutti gli specchi con un panno pesante ultima.indd :30:51

18 18 le divine Eccovi qualche altra informazione: implicata fin da giovanissima in storie galanti, ambiziosa e intelligente, Virginia Oldoini era cugina di Cavour. Questi, viste le sue doti di intraprendenza e fascino, prima ne fece la sua amante, dopodiché la inviò strategicamente nel 1855 in missione alla corte francese per perorare presso Napoleone III l alleanza franco-piemontese. La missione riuscì: il sovrano ne fu folgorato, e la Contessa ne divenne l amante pressoché ufficiale, suscitando invidie, grande scandalo e la furia dell imperatrice Eugenia, cattolicissima, che arrivò al punto di orchestrare un finto attentato pur di distrarre il consorte dalla rivale italiana. La Oldoini era non solo un po mignotta, ma anche grafomane. Teneva un diario su cui annotava tutti i suoi amori. Accanto ai nomi apparivano anche crocette, simboli e sigle, e non sempre lusinghiere, sulle qualità amatorie dei propri uomini. «PR», ad esempio, significava «Pour Revanche», e apparve proprio accanto al nome del mio Vittorio Emanuele: quando la storia con lui finì, fece sapere al sovrano di avere sostituito il suo ritratto con quello del suo cane. Questo anche, probabilmente, perché il re la amò ma non la scelse: si dice che la Contessa avesse un fondo di malinconia a lui non congeniale. La Contessa di Castiglione fu pretenziosa, e volle esserlo fino alla tomba. Nelle sue ultime volontà chiese infatti di essere sepolta alla Spezia, e senza funzione religiosa né fiori. Senza informare i giornali e le autorità. Anche diretta all aldilà, teneva a un certo gusto: «Voglio essere sepolta», disse, «con una camicia da notte leggera e preziosa, quella che stava tutta nel pugno di una mano, quella che avevo indossato la notte trascorsa con Napoleone III a Compiègne». Qualche gioiello, la sua passione: al collo una collana di perle e ai polsi due braccialetti che tanto ultima.indd :17:07

19 la cortigiana 19 aveva cari, sotto il capo il cuscino di velluto ricamato dal figlio Giorgio quand era bambino, e ai suoi piedi, nella bara, i due cagnolini imbalsamati (povere bestie!). Purtroppo, come vi ho anticipato, non fu previdente e finì povera e sola. Prima divorziò dal marito, poi non fece bene i conti con i propri amanti (primo fra tutti Vittorio Emanuele, che con lei fu poco generoso). Ma, soprattutto, la bella Virginia aveva le mani bucate: la sua dispendiosità le rese la vita sempre più difficile, e quando la bellezza iniziò a declinare, andò in pezzi. Negli ultimi anni della sua vita si stabilì a Parigi, dove trasformò il suo alloggio in un mausoleo del passato e dove morì in miseria nel 1899 senza ottenere, per il suo funerale, niente di quanto aveva chiesto. dissero di lei: «Una donna vissuta nel piacere dell amore. Passionale e superba, amante della libertà e sospinta da un intensa ambizione mondana, con quella bellezza che la rende famosa in Europa e oggetto del desiderio di tanti uomini, così da goderne l amore, passando da una relazione all altra» (Claudio Rendina, Cortigiani e cardinali). Comunque, care amiche, non vi voglio scoraggiare: la bella Oldoini ebbe qualità in abbondanza, e per questo l ho annoverata tra le amanti esemplari. Se non intendete spendere cifre folli dal gioielliere, né morire in miseria (né cadere preda del vizio del gioco come la Bella Otero) anche la Contessa si può rivelare grande fonte di ispirazione. Strategica, cinica, potente, la Oldoini fu una magnifica carogna. Bellissima e abile sotto le lenzuola, non certo un esempio di virtù. ultima.indd :17:07

20 la Divina è sempre in sella ultima.indd :17:07

21 La carogna «Io sono io, e me ne vanto. Non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro. Riconosco che posso non sembrare buona, dato il mio carattere fiero, franco, libero, che mi fa essere talvolta cruda e dura. C è chi mi detesta, non mi importa. Non ci tengo a piacere a tutti». Questa era la Contessa di Castiglione. Ricordatevi, signore mie, di non cadere nell errore di tante donne votate al martirio: in amore e nella vita, dolcezza e bontà non sempre premiano. Per essere contente di sé, tante volte è necessaria la ferocia. Detto in modo conciso e moderno: muoversi come un boss, per diventare un boss. Vediamo dunque quali doti carognesche deve possedere una buona cortigiana. Il cinismo. Un pizzico di sano cinismo non guasta. Ragazze troppo romantiche, sappiatelo: soccomberete! Non si tratta di diventare insensibili o cattive, ma di saper sempre guardare in faccia la real tà. Un occhio vigile sa capire meglio cosa sta succedendo, un po di sano cinismo permette di elaborare delle strategie senza lasciarsi prendere dallo sconforto. ultima.indd :17:07

22 22 le divine Il bluff. La cortigiana ambiziosa conosce l arte di bluffare per non perdere il controllo. Sa prendere le distanze dalla situazione e da se stessa, o almeno questo è quello che non rivela agli altri. Mostra poco, si sa controllare, non offre agli altri spazio per scoprire le debolezze ed eventualmente attaccare. L amante strategica ha la freddezza maschile del giocatore di poker; non mette subito in piazza i propri sentimenti e le proprie mosse. Seduce gli uomini e va avanti per la propria strada. Approfitta delle proprie armi di maliarda per sedurre e conquistare terreno. E più avanza più esercita potere, come una macchina da guerra o uno schiacciasassi. L arte della guerra. La cortigiana non è un ingenua. Possiede le armi adatte per non farsi ferire. È attenta pur nel suo lasciarsi andare, è gentile ma non tollera le mancanze di rispetto, è acuta osservatrice. Inoltre possiede un elmetto da guerra che la protegge (avete presente, quelli con la punta, della prima guerra mondiale? quelli). Nel caso serva, si mette in trincea e in prima linea. Non è più una bambina, e per questo ha tutti gli strumenti adatti per godersi la vita e non soffrire. Ha una corazza che estrae in caso di necessità, sa difendersi, ma anche abbassare la guardia quando si fida di chi ha di fronte. L arte della guerra non le è sconosciuta. Dispone di strategie in abbondanza per la propria vita: in sintesi, non si fa fregare. La spregiudicatezza. La Contessa di Castiglione visse in un periodo fondamentale per il destino del nostro paese. Come vi ho raccontato, Cavour la mandò a Parigi per sedurre Napoleone III e cambiare le sorti della storia. Giovanissima, bellissima, scatenata, si realizzò non come dama di corte, ma come donna del mondo politico. Cosa vuol dire questo? Che a volte essere spregiudicate fa la ultima.indd :17:07

23 la carogna 23 nostra fortuna: osate, ragazze, ma prima soffermatevi su queste pagine per imparare l abc. È utile, ad esempio, per delle menti giovani e sottili, ispirarsi a dei modelli. Leggete, mie care, e prendete spunto dalle icone dei tempi andati, donne libere, donne avventurose. L attrice Mae West, Lee Miller, la musa di Man Ray: nessuna di loro avrebbe raggiunto quei traguardi se non avesse osato. È un caso che siano state quasi tutte donne libere? Direi di no. L attrice americana Mae West, non bella ma dalle curve generose e di intelligenza pronta, capì molto presto nella vita che il sesso sarebbe stato la sua arma per conquistare il mondo. Incarnò da giovane i desideri maschili, divenne in vecchiaia un icona dei gay e delle drag queen. La signora amava giocare con il linguaggio del suo corpo formoso, ma soprattutto con il linguaggio. Sembrava sempre pronta alla battuta, ma era molto attenta nel preparare ogni sua frase. Così iniziava uno dei suoi appunti, messi insieme per le sue studiatissime battute fuori dal set: «Cose che non farò mai: prendere l uomo di un altra donna. Non intenzionalmente, voglio dire. [ ] Interpretare parti di madre, parti tristi o stupide, parti di moglie virtuosa, tradita o roba del genere. Compatisco le donne deboli, buone o cattive che siano, ma non mi piacciono. Una donna dovrebbe essere forte, sia nella bontà che nella cattiveria». Capito? Ecco un modo di osare. E tenete presente che erano altri tempi: battute come queste erano per l epoca molto osé! La cortigiana deve essere forte, di spirito e di fisico. Forte, ma non aggressiva. È inutile e dannoso imitare il maschio nella manifestazione dell arroganza, perché, come si legge nell Arte della guerra del leggendario geultima.indd :17:07

24 24 le divine nerale cinese Sun Tzu, l aggressività è sempre distruttiva, anche per chi la esercita. E a questo proposito vi dirò una cosa: a me piaceva parecchio accompagnare il re nelle battute di caccia: ero un amazzone infaticabile e dall ottima mira. Sapete chi sceglierei come esempio di amante-guerriera tra le donne dei vostri tempi? La diva di Kill Bill di Quentin Tarantino. come la mantide religiosa, la Divina si cucina l amato e poi se lo mangia! ultima.indd :17:08

25 La carnale Ecco a voi, signore e signorine (e signori), una delle cortigiane più sensuali di tutti i tempi: la Bella Otero; la ballerina gitana che nacque con un nome piuttosto inadatto al physique du rôle, Carolina (mi perdonino le Caroline lettrici), ma che seppe diventare la Divina Otero. La cortigiana più celebre della Belle Epoque. La donna di cui tutti conoscono il nome, ma di cui quasi nessuno conosce la storia. ritrattto: la Bella Otero La Bella Otero nasce povera, da una bellissima zingara spagnola, ed ha un infanzia e un adolescenza difficili, che la abituano a solcare i marosi della vita con un certo spirito d avventura. Da giovanissima impara ad usare il corpo come strumento di potere. È un animalessa, una tigre, un felino sinuoso. Il suo fascino emana dalla sensualità del suo corpo. Muovendo i fianchi, vede sprigionare la magia: in lei stessa, rapita dall estasi del movimento, e negli altri, attirati come calamite. La Otero diventa un afrodisiaco potente. Nessuno le insegna a danzare, semplicemente inizia ultima.indd :17:08

26 26 le divine a muoversi per esprimere la sua essenza, e gli uomini, rapiti, le iniziano a cascare ai piedi e fra le braccia. Tutto comincia così: è la Belle Epoque, epoca di grandi passioni e stordimenti. E la Bella Otero, di emozioni ne provoca, e ne riceve, a non finire. La nostra Carolina ha fortuna, amanti, averi, ricchezze. Uomini potenti ricevono l onore di averla al loro fianco (e nel loro letto): Alberto di Monaco, Alberto di Galles, Edoardo VII, lo scià di Persia, il granduca Nicola di Russia Alcuni si rovinano per lei, altri addirittura arrivano ad ammazzarsi. Per chi fosse curiosa di sapere che fine fece, sappia che la Otero fu affascinante fino a tarda età e morì serenamente, a Nizza, nel (Dimenticavo: pare che le cupole dell Hotel Carlton di Cannes, costruito nel 1912, vennero modellate sulla forma dei suoi seni). Donna dalla sessualità insaziabile, è sensuale e morbida, ama il potere che il suo corpo emana; non è più bella delle altre, ma la sua aura agisce sui sensi degli uomini e a volte delle donne: ne ha alcune come amanti (non vi scandalizzate: ebbe più scelta!) fino a portarli allo stordimento e ad averli alla sua mercé. Tutto nella Bella Otero richiama ai piaceri dell amore: i seni, la figura, il profumo, la voce. Tutto promette, dà lusinghe, piacere, un richiamo all altro. Tutto di lei è in perfetto equilibrio: con naturalezza, questa encantadora strega chi le si avvicina, stordendo la preda in un insieme fatato. E con la Otero come esempio, passiamo a un argomento che vi intrigherà. E interesserà finalmente anche i signori lettori, che fino a ora avranno ascoltato distrattamente «ma come, un libro sulle amanti che non parla di sesso?», avranno segretamente protestato. Eccovi accontentati. ultima.indd :17:08

27 la carnale 27 Il sesso. Sperando (vivamente) che vi piaccia, care lettrici, perdonate la sfrontatezza, niente deve essere proibito. Niente pruderie da verginella: se leggete queste pagine siete delle donne fatte, e come tali dovete comportarvi. Se lui vi piace tanto e avete un rapporto di rispetto reciproco, tutto è lecito. E se tante cose per le consorti sono tabù (forse, se non lo fossero gli uomini non avrebbero bisogno di una cortigiana), a voi niente dovrà scandalizzare. Non dovete provare di essere delle «brave ragazze»: è ovvio, a questo punto, che non lo siete! Buttatevi e divertitevi un mondo. Una raccomandazione importante: niente mamma nel suo letto. Donne, che siate mogli, amiche, fidanzate o concubine, nei rapporti con l uomo siate delle amanti, ribadisco, non delle mamme. Questo, la cortigiana lo sa bene. E, a proposito, la Contessa di Castiglione, grande amatrice e donna di potere, che (come abbiamo visto nelle pagine precedenti) influenzò la politica della sua epoca, coniò questo motto: «Una donna non può mai capire se un uomo l ama veramente, se non gli si concede prima». Che avesse ragione? Io dico di sì. Dunque: il potere del vostro corpo è grande, sappiatelo riconoscere. Non dovete essere più belle delle altre, dovete sentire ed emanare qualcosa di diverso. La Otero stessa fu bella, ma non LA più bella. Da lei emanava una sensualità quasi ferina, che sapeva trasmettere all uomo, che veniva sedotto e scelto, e irretito nella magia che la celebre cortigiana naturalmente emanava. «Pronunciate la parola SESSO a lettere maiuscole quando parlate della Otero. Lei lo trasuda»: lo disse Maurice Chevalier, che di donne se ne intendeva. La Divina Otero trasudava desiderio: lo trasmetteva e lo sollecitava. Prometteva, con i gesti e lo sguardo, piaceri inauditi. E noi dovremmo imitarla, chiederete? Difficile, se non si possiedono naturali sentimenti di lussuria (ma c è chi ne ultima.indd :17:08

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