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1 NEWS UN SITO PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA NELLA SCUOLA Una nuova sezione del sito ISPESL dedicata alla promozione della cultura della sicurezza nelle scuole: esperienze, eventi, pacchetti formativi, strumenti ludico-didattici, videogiochi e altri materiali. Una sezione dedicata ai docenti continua a pag. 2 IL QUESITO DELLA SETTIMANA I QUESITI SUL DECRETO 81/08: RESPONSABILITA DI RSPP INTERNO ED ESTERNO Chiarimenti circa la differenza tra RSPP interno o esterno nell attribuzione delle responsabilità in caso di infortuni continua a pag. 3 FOCUS SU: OBBLIGHI PER SORVEGLIANZA SANITARIA E CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO Chiarimento del Ministero del Lavoro circa gli obblighi legati alla sorveglianza sanitaria (art. 41, D. lgs. 9 aprile 2008, n. 81) e alla cartella sanitaria e di rischio (art. 25, D. lgs. 9 aprile 2008, n. 81) continua a pag. 6 SU Elenco completo delle Info&News pubblicate sino ad oggi

2 NEWS UN SITO PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA NELLA SCUOLA Una nuova sezione del sito ISPESL dedicata alla promozione della cultura della sicurezza nelle scuole: esperienze, eventi, pacchetti formativi, strumenti ludico-didattici, videogiochi e altri materiali. Una sezione dedicata ai docenti. In occasione del convegno La promozione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole. Puntiamo sulla prevenzione per crescere in sicurezza organizzato dal Consiglio Nazionale dell'economia e del Lavoro (CNEL) e dall'istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL), è stata resa disponibile la nuova sezione del sito Ispesl dedicata alla Promozione della cultura della sicurezza nella scuola. L educazione alla salute e sicurezza sul lavoro rappresenta un punto importante per la crescita del cittadino. Anche la normativa in materia, con il recente aggiornamento (D. Lgs 9 aprile 2008 n. 81), ha rafforzato la necessità di avvicinare l individuo al concetto di prevenzione, sin dalle prime istanze di sviluppo della sua coscienza civile di uomo e di cittadino. La scuola, ambiente di vita per gli alunni e ambiente di lavoro per gli insegnanti, è il luogo primario della prevenzione, dove la formazione alla salute e alla sicurezza può trovare un terreno fertile sul quale radicarsi e diventare patrimonio dell individuo e del gruppo, fin dai primi momenti di socializzazione. L ISPESL con le sue funzioni tecnico scientifiche di ricerca, informazione, documentazione in materia di prevenzione degli infortuni, delle malattie professionali, della sicurezza sul lavoro, oltre che di promozione e tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro, si pone come obiettivo il potenziamento e il radicamento di una solida Cultura della Sicurezza, in ogni contesto della vita sociale e civile dell individuo. In particolare la promozione e divulgazione della cultura della salute e della sicurezza del lavoro nei percorsi formativi scolastici e universitari rientra tra i compiti istituzionali, ai sensi del decreto legislativo su citato. Per questo è nata la sezione web che ha come obiettivo fornire strumenti utili a trasmettere le conoscenze ed incrementare le competenze degli insegnanti in materia di salute e sicurezza, che - 2 -

3 verranno in seguito trasferite agli alunni. In particolare, la sezione prodotti raccoglie materiale informativo/formativo, strumenti multimediali e materiale ludico-didattico che con differenti modalità di comunicazione possono offrire un contributo alla conoscenza delle tematiche di salute e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro. Inoltre, nella stessa sezione, sarà possibile per il personale docente accedere a pacchetti formativi su specifiche tematiche, che potranno essere utilizzati in classe per promuovere la diffusione della cultura della salute e sicurezza tra gli alunni

4 IL QUESITO DELLA SETTIMANA I QUESITI SUL DECRETO 81/08: RESPONSABILITA DI RSPP INTERNO ED ESTERNO Chiarimenti circa la differenza tra RSPP interno o esterno nell attribuzione delle responsabilità in caso di infortuni. Quesito Con riferimento ad alcune sentenze di condanna di responsabili dei servizi di prevenzione e protezione emanate dalla Corte di Cassazione si è a conoscenza se i RSPP erano dipendenti o meno delle ditte in questione? In particolare si chiede: nel caso di un infortunio c è differenza qualora un RSPP è dipendente o è esterno all'azienda? Risposta Le disposizioni di legge in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro ed in particolare il D. Lgs. n. 9/4/2008 n. 81, contenente il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, di recente modificato e corretto con il D. Lgs. 3/8/2009 n. 106 impongono la istituzione presso ogni azienda di un servizio di prevenzione e protezione che svolga i compiti di cui all articolo 33 del decreto legislativo medesimo, compiti di prevenzione, di informazione, di formazione, di consultazione e di consulenza in genere da svolgere per conto dei datori di lavoro e prevede, altresì, che tale servizio di prevenzione e protezione possa essere di tipo diretto, interno o esterno. Lo svolgimento diretto dei compiti del servizio di prevenzione e protezione da parte del datore di lavoro è previsto dall art. 34 del D. Lgs. n. 81/2008 ed è consentito solo per quelle aziende che si trovino nelle condizioni indicate nell allegato II al decreto medesimo e precisamente per le aziende artigiane e industriali fino a 30 lavoratori (escluse le aziende industriali di cui all'art. 1 del D.P.R. n. 175 del 17/5/1988 e s. m. soggette all'obbligo di dichiarazione o notifica ai sensi degli articoli 4 e 6 del decreto stesso, le centrali termoelettriche, gli impianti ed i laboratori nucleari, le aziende estrattive e altre attività minerarie, le aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni, le strutture di ricovero e cura, sia pubbliche - 4 -

5 che private), nonché per le aziende agricole e zootecniche fino a 30 lavoratori, le aziende della pesca fino a 20 lavoratori e le altre aziende fino a 200 lavoratori. Il servizio di prevenzione e protezione deve essere invece, secondo il D. Lgs. n. 81/2008, istituito obbligatoriamente all interno all azienda e cioè deve essere organizzato con persone dipendenti dall azienda medesima in alcuni casi previsti nell art. 31 comma 6 del decreto stesso e precisamente: a) nelle aziende industriali di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, e successive modificazioni, soggette all'obbligo di notifica o rapporto, ai sensi degli articoli 6 e 8 del medesimo decreto; b) nelle centrali termoelettriche; c) negli impianti ed installazioni di cui agli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni; d) nelle aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni; e) nelle aziende industriali con oltre 200 lavoratori; f) nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori; g) nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori. In tutti gli altri casi, e cioè quando il datore di lavoro non ha inteso avvalersi della facoltà di svolgere direttamente i compiti del servizio di prevenzione e protezione e nel caso in cui le aziende non ricadono nelle ipotesi di cui al comma 6 dell articolo 31, il servizio di prevenzione e protezione può essere interno oppure esterno, e cioè costituito da persone tutte esterne all azienda, oppure di tipo misto e cioè costituito da persone in parte interne ed in parte esterne all azienda. Ciò premesso, e con riferimento alla precisa domanda contenuta nel quesito formulato relativa alla responsabilità della figura del responsabile del servizio di prevenzione e protezione in caso di infortunio sul lavoro, le sentenze della Corte di Cassazione con le quali sono state confermate le condanne di alcuni RSPP, già allo stesso inflitte del resto nei processi di primo e secondo grado, non fanno riferimento a delle violazioni da questi commesse in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, ma sono state emanate in considerazione della loro constatata incapacità a svolgere i compiti previsti dalle disposizioni di legge che il datore di lavoro aveva agli stessi - 5 -

6 affidati ed in genere per non aver individuate e segnalate delle carenze in materia di sicurezza sul lavoro alle quali, a seguito delle indagini, sono risultate collegate le dinamiche degli infortuni per i quali la stessa Corte era stata chiamata ad esprimersi. Ciò detto ed in risposta al quesito formulato appare assolutamente ininfluente la posizione esterna o interna della figura del RSPP e quindi la natura del rapporto di lavoro fra il datore di lavoro e la persona dallo stesso designata per svolgere i compiti in materia di sicurezza sul lavoro richiesti dalle vigenti disposizioni di legge essendo come già detto la eventuale responsabilità di questi legata alle loro capacità ed al loro comportamento professionale. A confermare quanto appena affermato è da far presente che la stessa responsabilità per un infortunio avvenuto in azienda potrebbe essere addebitata anche ad un eventuale consulente esterno chiamato dal datore di lavoro a supportare l azione del servizio di prevenzione e protezione istituito presso l azienda stessa e per lo stesso motivo e cioè per non essere stato in grado di individuare nonché per non aver segnalato al datore di lavoro la carenza di alcune misure di sicurezza la cui adozione avrebbe potuto evitare l evento infortunistico. In tal senso si è espressa recentemente la Corte di Cassazione Sezione Lavoro in una sentenza, la n del 26/6/2009, con la quale è stata confermata la responsabilità di una società di consulenza tecnica incaricata da un datore di lavoro per effettuare una analisi preliminare ai fini della sicurezza sul lavoro delle macchine installate nella propria azienda nell ambito della quale un lavoratore aveva perso un braccio a seguito di un infortunio avvenuto presso una cesoia risultata sprovvista dei dispositivi di sicurezza previsti dalle vigenti disposizioni di legge. Secondo la massima di tale sentenza, infatti, in tema di infortunio sul lavoro derivante dai macchinari utilizzati dal lavoratore, ove il datore di lavoro abbia affidato ad un terzo uno studio della situazione aziendale in riferimento all'igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro, la responsabilità del terzo, che non ha segnalato al datore committente la presenza in azienda dei macchinari non conformi alla normativa di sicurezza e che sono stati causa di infortunio, non è esclusa dall'omissione del datore in ordine alla redazione della relazione di sicurezza con la valutazione dei rischi nell'ambiente di lavoro, essendo questo un adempimento successivo allo studio commissionato al terzo e presupponente la correttezza di questo

7 FOCUS SU: OBBLIGHI PER SORVEGLIANZA SANITARIA E CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO Chiarimento del Ministero del Lavoro circa gli obblighi legati alla sorveglianza sanitaria (art. 41, D. lgs. 9 aprile 2008, n. 81) e alla cartella sanitaria e di rischio (art. 25, D. lgs. 9 aprile 2008, n. 81). (tratto dal sito del Ministero - sezione sicurezza lavoro) Quali sono gli obblighi a cui il datore di lavoro deve ottemperare in relazione ai rischi legati all uso di attrezzature munite di videoterminali? La fattispecie in oggetto è disciplinata dal Titolo VII del D.lgs. n. 81/2008, in forza del quale i lavoratori che utilizzano un attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all art. 175 del medesimo testo normativo, sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all art. 41, con particolare riferimento ai rischi della vista e degli occhi e ai rischi dell apparato muscolo-scheletrico, con la periodicità indicata nel comma 2 dello stesso articolo, ovvero su richiesta del lavoratore, secondo le modalità previste all art. 41, comma 2, lett. c). La violazione delle norme relative alla sorveglianza sanitaria comporta, a carico del datore di lavoro, del dirigente e del preposto, le sanzioni previste rispettivamente agli artt. 178 e 179. L accertamento di eventuali violazioni delle citate norme di tutela della salute e sicurezza sul lavoro esula dalle competenze di questa Direzione generale, essendo invece rimesso agli uffici della Azienda Sanitaria Locale (ASL) territorialmente competente ovvero alla Procura della Repubblica l effettuazione delle procedure di controllo previste per legge. Quali sono gli obblighi del medico competente in merito alla gestione della cartella sanitaria e di rischio? In ordine al quesito posto, si fa presente che l obbligo per i lavoratori di fornire i dati previsti nella cartella sanitaria e di rischio, secondo il modello di cui all allegato 3A, discende dal combinato disposto degli articoli 20 e 25 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, che sancisce per il medico competente ha l obbligo sanzionato con l arresto fino a sei mesi o con - 7 -

8 l ammenda da Euro 300 a di istituire, aggiornare e custodire la cartella sanitaria e di rischio secondo il modello sopra citato (art. 25, comma 1, lett. c), e, per i lavoratori, quello simmetrico di contribuire all adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e di osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva e individuale, di cui l istituzione della cartella sanitaria e di rischio costituisce una manifestazione (art. 20, comma 2 lett. a) e b)

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