III PARTE. a cura di. IULIANO Filomena

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1 III PARTE a cura di IULIANO Filomena 1

2 GLI STRUMENTI COMPENSATIVI E LE MISURE DISPENSATIVE. Il problema è che il mondo cambia continuamente sotto i nostri occhi, e non ci si può adattare a questo cambiamento senza acquisire nuovi strumenti e capacità. Jeff Bezos I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) (Linee Guida sui DSA allegate al D.M. n Luglio 2011) Interessano alcune specifiche abilità dell apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all età anagrafica. Sono coinvolte in tali disturbi: l abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia (scrittura), discalculia (calcolo). Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati. Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti. E da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la didattica), che gli alunni con DSA sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo. 2

3 I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) Sono dei deficit funzionali dovuti ad alterazioni di natura neurobiologica, non dipendono quindi da problemi psicologici (emotivo-relazionali, familiari, etc.), da pigrizia o poca motivazione. In altre parole, si tratta di una caratteristica personale con cui si nasce, che si manifesta appena si viene esposti all apprendimento della letto-scrittura e si modifica nel tempo, senza tuttavia scomparire. E indubbio che tali difficoltà provochino conseguenze sia sul piano degli apprendimenti, nonostante l intelligenza normale, sia sul piano psicologico, nonostante l origine neurobiologica. E importante precisare che, poiché la dislessia non è curabile, occorre utilizzare strategie compensative e dispensative che non espongano il bambino a frustrazioni gratuite. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative sembra che esistano solo da quando è stata emanata la prima Circolare Ministeriale per studenti con DSA nel 2004 (Nota MIUR prot. N. 4099/A4 del 5/10/2004). Qui vengono infatti nominati per la prima volta e ne viene suggerita l adozione per gli allievi con DSA, al fine di garantire un miglior inserimento scolastico. Circolari e note sia degli Uffici Scolastici Regionali che ministeriali hanno poi tentato di approfondire e ampliare tale elenco. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative trovano una loro legittimazione nella (Legge 170/ 08/ Ottobre 2010), Art 5, e nelle recenti (Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento,12/07/2011) in attuazione alla Legge. CHE COSA SONO GLI STRUMENTI COMPENSATIVI? 3

4 Strumenti finalizzati alla manifestazione del proprio potenziale. In altre parole, tutto ciò che possiamo mettere in atto per raggiungere mete che altrimenti sarebbero difficilmente raggiungibili, se non impossibili. Sono gli strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l esecuzione dei compiti automatici (non intelligenti) compromessi dal disturbo specifico proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna. Nelle Linee Guida (2011) sono definiti come strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell abilità deficitaria. CHE COSA SONO LE MISURE DISPENSATIVE? Sono le strategie didattiche didattiche messe in atto per favorire i processi di inclusione e di raggiungimento degli obiettivi formativi. Sono interventi che consentono all alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente dispendiose e non migliorano l apprendimento (Linee Guida, 2011). Riguardano la dispensa da alcune prestazioni. Nelle Circolari Ministeriali, sono misure dispensative dare più tempo per le verifiche, assegnare meno compiti a casa, esonerare dall imparare a memoria formule o altre nozioni, ecc., accorgimenti che potrebbero apparire come delle concessioni, ma che in realtà sono strategie didattiche. ATTENZIONE! E importante sottolineare che gli strumenti compensativi non risolvono tutti i problemi degli allievi con DSA. Non annullano le difficoltà, ma facilitano il successo negli apprendimenti. Non vale quindi l equazione: Soggetto con DSA+strumento compensativo=persona senza DSA. 4

5 E necessario un adattamento sia da parte del bambino/ragazzo, sia da parte dell ambiente: il computer e gli strumenti compensativi sono solo dei mediatori, dei mezzi per cui risulta essenziale un reciproco impegno, anche da parte degli insegnanti, a non sottovalutare le difficoltà e soprattutto a valorizzare le abilità. Non dimentichiamo: il primo mediatore didattico e l insegnante. I PRINCIPALI STRUMENTI COMPENSATIVI INCLUDONO: L utilizzo di libri in formato digitale ascoltati per mezzo di sintesi vocale e di programmi che ne consentano la gestione. L utilizzo del computer con programmi di video-scrittura, dotati di correttore e controllo ortografici e grammaticali e sintesi vocale). L utilizzo del registratore audio L utilizzo della tavola pitagorica e delle tavole delle addizioni e delle sottrazioni. L utilizzo della calcolatrice (anche nella versione parlante). L utilizzo di tabelle delle regole ortografiche e grammaticali. L utilizzo della tabella delle misure e delle formule geometriche. L utilizzo di schemi (ad es. mappe concettuali) durante le interrogazioni. L utilizzo della tabella dei mesi, dell alfabeto nei diversi caratteri. Lettura di testi da parte dell insegnante, di un adulto esperto, di un compagno di classe. LE PRINCIPALI MISURE DISPENSATIVE COMPRENDONO : La dispensa dalla lettura ad alta voce (a meno che non espressamente richiesta). La dispensa dalla studio mnemonico delle tabelline. La dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura. La dispensa dall uso del vocabolario cartaceo. La dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta. 5

6 Nelle verifiche scritte si dovrà o concedere più tempo per lo svolgimento della prova oppure ridurre il numero di esercizi, senza modificare gli obiettivi; eventualmente, si recupererà oralmente quanto non verificato per iscritto. Ricorso a prove scritte nelle materie tradizionalmente orali (storia, geografia, scienze). Valutazione delle prove scritte con modalità che tengano conto principalmente del contenuto piuttosto che della forma (ad es. errori ortografici e nell utilizzo della punteggiatura non dovrebbero essere penalizzati). La valutazione nella lingua straniera dovrebbe privilegiare l orale rispetto allo scritto (da cui, tuttavia, il bambino non può essere dispensato); nello scritto si privilegeranno esercizi di completamento e/o a risposta multipla. L organizzazione di interrogazioni programmate. I COMPITI PER CASA Non dovrebbero essere dettati o fatti copiare dalla lavagna, ma essere messi a disposizione su fotocopia; quando ciò non sia possibile, l insegnante dovrebbe accertarsi che siano stati correttamente trascritti sul diario. Dovrebbero venire assegnati in misura ridotta, soprattutto quando la riduzione non pregiudica i contenuti dell apprendimento; la riduzione dovrebbe essere prevista soprattutto laddove il bambino è contemporaneamente impegnato in un intervento specialistico che impegna parte delle sue ore pomeridiane. Caratteristiche dei libri di testo: IN SINTESI COSA DEVE FARE L INSEGNANTE CON UN RAGAZZO DSA. Fornire più tempo per copiare alla lavagna. Condurre ogni sforzo per costruire la fiducia in sé. Lasciare lavorare il ragazzo con il testo aperto. Fargli capire che comprendete le sue difficoltà senza compatirlo. 6

7 Se non ha una diagnosi, e si ha un sospetto, mettersi in osservazione assieme ai colleghi. Se le difficoltà continueranno a presentarsi, chiedere un incontro con i genitori ed eventualmente con la ASL. Fargli usare, dove necessario, gli strumenti compensativi (tabelle, mappe concettuali, calcolatrice, registratore, personal computer con correttore ortografico). Ridurre lo studio delle lingue straniere in forma scritta. Incoraggiare il ragazzo e lodarlo. Preferire l uso di matite o penne cancellabili. IN SINTESI COSA DEVE FARE L INSEGNANTE CON UN RAGAZZO DSA. Trovare qualcosa in cui riesce bene. Programmare tempi più lunghi per l esecuzione delle prove, anche durante gli esami finali. Assegnare meno compiti: ad es. fargli usare testi ridotti non per contenuto ma per quantità di pagine. Compiti ridotti, adattati o scritti al computer. Predisporre verifiche scalari. Programmare e concordare con l alunno le verifiche. Valutare il contenuto del lavoro scritto, non l'ortografia, evitando di correggere gli innumerevoli errori nella scrittura. Valutare le risposte orali a compensazione di quelle scritte (soprattutto per la lingua straniera). Far usare strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali. Utilizzare fotocopie pronte invece di copiatura dalla lavagna o di scrittura sotto dettatura. 7

8 IN SINTESI COSA NON DEVE FARE L INSEGNANTE CON UN RAGAZZO DSA. Non farlo leggere ad alta voce (se vuole leggere non impedirglielo). Non correggere "tutti" gli errori nei testi scritti. Non dare liste di parole da imparare a memoria. Non paragonarlo ad altri. Non definirlo lento, pigro, svogliato o stupido. Non farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato. Non ridicolizzarlo. Evitare l utilizzo contemporaneo dei quattro caratteri (stampatello maiuscolo, stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo). Evitare l utilizzo contemporaneo dei quattro caratteri (stampatello maiuscolo, stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo). Evitare di prendere appunti. Evitare lo studio mnemonico delle tabelline. Evitare lo studio della lingua straniera in forma scritta. Evitare il rispetto della tempistica per la consegna dei compiti scritti. Evitare la quantità dei compiti a casa. Evitare di copiare dalla lavagna. PROBLEMI PSICOLOGICI NEI DSA. È frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e che il bambino sia costretto a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre, i risultati insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al 8

9 disinteresse verso le varie attività, alla distrazione. Questi alunni, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli. POSSIBILI ATTEGGIAMENTI DEL RAGAZZO DISLESSICO Provando a mettersi nei panni di un bambino o di un ragazzo con disturbo di apprendimento si possono immaginare le esperienze e gli stati d animo: Egli si trova a far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui troppo complesse e astratte. Osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte ed ottiene buoni risultati. Sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti ( stai più attento!, Impegnati di più!, hai bisogno di esercitarti molto ). Si percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei. Ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui, né gli insegnanti né i genitori. Ritiene di non essere all altezza dei compagni e che questi non lo considerino membro del loro gruppo a meno che non vengano messi in atto comportamenti particolari (ad esempio quello di fare il buffone di classe). Per non percepire il proprio disagio, mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che aumentare il senso di colpa, come il forte disimpegno ( Non leggo perché non ne ho voglia!, Non eseguo il compito perché non mi interessa ) o l attacco (aggressività). Talvolta il disagio è così elevato da annientare il soggetto ponendolo in una condizione emotiva di forte inibizione e chiusura. Il soggetto con disturbo specifico di apprendimento vive quindi il proprio problema a tutto tondo e ne rimane imprigionato fino a che non viene elaborata una diagnosi accurata che permette di fare chiarezza. 9

10 SCUOLA PRIMARIA Il bambino con DSA nella scuola Primaria si trova precocemente ad affrontare una situazione di forte disagio: mentre i compagni di classe imparano rapidamente e con facilità a leggere e a scrivere, continua ad avere difficoltà insormontabili, a rifare gli stessi errori banali, è lento. L insuccesso nell apprendimento di alcune attività elementari porta a vissuti di sfiducia, al calo dell autostima, alla convinzione di essere poco intelligenti oppure di essere incapaci, o pigri e svogliati. Gli stessi bambini dislessici, in assenza di una diagnosi e di una corretta spiegazione, tendono ad accettare queste interpretazioni, come riflesso dell atteggiamento degli adulti. Le manifestazioni psicologiche del disagio assumono aspetti talora opposti: da un lato il bambino può presentare un comportamento ritirato, chiuso in se stesso, di evitamento del confronto, cerca di nascondersi, parla poco; dall altro lato può presentare sentimenti di rabbia che portano a comportamenti disturbanti, talora opposizione e aggressività, diventando un problema nella classe. Non è raro che lo stesso ragazzo possa presentare i due diversi tipi di comportamento in momenti diversi. SCUOLA SECONDARIA DI 1 GRADO Se il ragazzo arriva alla scuola secondaria senza avere una diagnosi, la situazione psicologica tende a peggiorare: infatti, l aumento delle richieste nel lavoro scolastico, in cui si da per scontata l acquisizione e l automatizzazione degli strumenti di lavoro, pone sempre più il ragazzo in una situazione di differenza e di difficoltà rispetto alla classe, incrementando il vissuto di incapacità e inadeguatezza. Si può assistere pertanto a manifestazioni più acute di disagio psicologico. SCUOLA SECONDARIA DI 2 GRADO Le stesse dinamiche tendono a cronicizzarsi alla scuola superiore e se il ragazzo non ha trovato vie di compenso e sufficienti supporti, possono arrivare ad un punto di rottura che può portare all abbandono scolastico. La frequenza delle difficoltà di lettura e di comprensione nella scuola superiore è, infatti, risultata molto elevata in 10

11 recenti ricerche, anche se vi è scarsa consapevolezza di tale fenomeno. Negli adolescenti il mancato adattamento alle proprie difficoltà e il tentativo di sfuggire alle frustrazioni si può manifestare con atteggiamenti comportamentali complessi, per es. la negazione: la disabilità viene negata, a volte anche in presenza di una diagnosi, e il ragazzo rifiuta ogni aiuto per non apparire diverso dagli altri, nonostante questo comporti evidenti svantaggi. Alcuni aspetti del modo di reagire dipendono anche dalla diversa personalità: c è chi patisce e chi tende ad esprimere in maniera evidente il proprio disagio attribuendolo a cause esterne, incolpando la scuola, gli insegnanti, la famiglia per le proprie difficoltà. RUOLO DELLA SCUOLA La scuola è la sede di tutti gli eventi più importanti, in positivo e in negativo, nel determinare il percorso di un ragazzo dislessico. L insegnante è in una posizione privilegiata per l osservazione, dato che trascorre molte ore con gli alunni e può confrontare comportamenti e ritmi d apprendimento direttamente, rilevando facilmente gli scostamenti nel gruppo classe; è in questa fase che si deve avere la capacità di non lasciarsi sviare da pregiudizi come le categorie della svogliatezza, pigrizia etc. RUOLO DELLA SCUOLA Motivare la famiglia ad intraprendere degli accertamenti specialistici non è sempre un operazione facile, infatti, bisogna evitare conclusioni affrettate (la diagnosi del disturbo è di competenza dello specialista) che possono far temere alla famiglia la stigmatizzazione del problema, con lo spettro dell handicap. La decisione deve essere presa dalla famiglia, ma gli insegnanti devono essere ben consapevoli che, per il benessere psicologico e per il futuro del ragazzo, ottenere una diagnosi il più precoce possibile, è un fatto d enorme importanza. 11

12 LA NORMATIVA VIGENTE SUI DSA LEGGE n Ottobre 2010 Decreto Attuativo n Luglio 2011 LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Allegate a D.M.12 Luglio Cosa dice la LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. LEGGE N. 170 DELL 8 OTTOBRE 2010 La legge è stata ottenuta grazie a 10 anni di impegno di parlamentari di diversi schieramenti. Si inserisce coerentemente nel sistema scolastico italiano (Note, Decreti, Circolari ). Il 12 luglio 2011 è stato pubblicato il Decreto Attuativo (n. 5669) a cui sono allegate le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Art. 1 E in vigore dal 2 Novembre 2010 la Legge n.170 che riconosce e definisce dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento denominati (DSA), che si manifestano in bambini con capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma che possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. 12

13 La nuova Legge stimola la scuola ad individuare precocemente i DSA e definisce i luoghi del percorso diagnostico. Viene sancito il diritto degli alunni con diagnosi di DSA ad usufruire di misure educative e didattiche idonee lungo tutto il percorso scolastico. AI FINI DELLA NUOVA LEGGE COSA SI INTENDE PER DISLESSIA? DISLESSIA ART.1 Legge 8 Ottobre 2010 n.170 DISLESSIA un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell' imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. DISGRAFIA un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. DISORTOGRAFIA un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. DISCALCULIA un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell elaborazione dei numeri. ART. 2 FINALITA a) garantire il diritto all'istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali; d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; 13

14 f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale COSA IMPLICA PER LA SCUOLA E IL DS: Curare la formazione delle classi per garantire allo studente con DSA un équipe adeguata. Assicurare ai C. di C. risorse e informazioni adeguate. Garantire iniziative di recupero, se necessarie. COSA IMPLICA PER IL C. di C.: Acquisire conoscenze precise sull allievo con DSA. Adottare una didattica inclusiva. Adottare una didattica individualizzata e personalizzata. Adottare misure compensative e dispensative idonee Redigere e revisionare periodicamente il PDP. Collaborare con la famiglia. DOCUMENTAZIONE DEI PERCORSI DIDATTICI (PDP) (Linee Guida sui DSA Allegate al D.M. n Luglio 2011). Le attività di recupero individualizzato, le modalità didattiche personalizzate, nonché gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere dalle istituzioni scolastiche esplicitate e formalizzate, al fine di assicurare uno strumento utile alla continuità didattica e alla condivisione con la famiglia delle iniziative intraprese. A questo riguardo, la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico, un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo: dati anagrafici dell alunno; 14

15 tipologia di disturbo; attività didattiche individualizzate; attività didattiche personalizzate; strumenti compensativi utilizzati; misure dispensative adottate; forme di verifica e valutazione personalizzate. DOCUMENTAZIONE DEI PERCORSI DIDATTICI (PDP) (Linee Guida sui DSA Allegate al D.M. n Luglio 2011). Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici. Sulla base di tale documentazione, nei limiti della normativa vigente, vengono predisposte le modalità delle prove e delle verifiche in corso d anno o a fine Ciclo. Tale documentazione può acquisire la forma del Piano Didattico Personalizzato. (PDP) CHE COSA E UN PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP) Un progetto di lavoro su e per l allievo con DSA. E frutto dell osservazioni di tutti i docenti. E concordato con la famiglia. E concordato con l allievo. Implica cambiamenti nella didattica della classe. Implica l impegno di tutti i docenti e del DS. Art. 3 DIAGNOSI 1. E effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile 15

16 effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere [...] che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate. Art Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia. 3. E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA. DIAGRAMMA SCHEMATICO DEI PASSI PREVISTI DALLA LEGGE 170/2010 PER LA GESTIONE DEI DSA (Linee Guida sui DSA Allegate al D.M. n Luglio 2011) SCUOLA Interventi di identificazione precoce casi sospetti. Attività di recupero didattico mirato. Persistenti difficoltà. Comunicazione della scuola alla famiglia. Provvedimenti compensativi e dispensativi Didattica e valutazione personalizzata. FAMIGLIA Richiesta di valutazione. Comunicazione della famiglia alla scuola. SERVIZI Iter diagnostico. Diagnosi documento di certificazione diagnostica. 16

17 In linea teorica l età minima in cui è possibile effettuare una diagnosi certa dei Disturbi Specifici di Apprendimento coincide generalmente con il completamento del secondo anno della scuola primaria. In questo periodo si completa il ciclo dell istruzione formale al codice scritto e si ha una riduzione significativa dell elevata variabilità interindividuale nei tempi di acquisizione della lettura e quindi una significativa attendibilità della formulazione diagnostica. (Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento, Raccomandazioni per la pratica clinica, 2009). La diagnosi viene posta alla fine del 2 anno della scuola Primaria. Già alla fine del 1 anno della scuola Primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. La diagnosi di dislessia, e in genere dei DSA, è posta da un medico o da uno psicologo. Nello specifico, le professionalità coinvolte nella valutazione di DSA sono il neurologo (neuropsicologo), il neuropsichiatria infantile, lo psicologo, il fisioterapista (neuropsicomotricista), il logopedista, lo psicopedagogista e ovviamente il personale scolastico. In presenza del disturbo di dislessia quindi è consigliata una terapia del linguaggio e/o una terapia neuropsicologica. Sarebbe funzionale che le figure coinvolte interagiscano creando una rete attorno al bambino per adottare un progetto omogeneo e comune. COME SI AFFRONTA Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica. La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. 17

18 La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni. Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva. Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4 del 5/10/2004). COSA FARE DOPO LA DIAGNOSI Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità. Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono: il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa autostima, ) e redigere un referto scritto; indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi; comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e contattare il referente scolastico per la dislessia; programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno); la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima 18

19 familiare, riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la motivazione; se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia logopedica o una terapia neuropsicologica; nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura; l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé. INSEGNANTI DI SOSTEGNO: SI O NO? I ragazzi con DSA normalmente non hanno diritto all insegnante di sostegno a meno che non vi siano altre particolari condizioni che rientrano nei parametri della legge 104/92. ART. 4 FORMAZIONE NELLA SCUOLA Art. 4 Nell'ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, è assicurata un'adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate. Puntoedu Dislessia Formazione per docenti referenti di ogni ordine e grado. 19

20 I referenti sono stati e continueranno a essere adeguatamente preparati ai suddetti compiti attraverso la formazione in presenza e on-line organizzata dal MIUR in collaborazione con l'aid. La formazione per i Referenti Dislessia è estesa a tutto il territorio nazionale. Supporto informativo alla formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. A tal fine, il Ministero attiva una specifica sezione del proprio sito Internet (all interno della pagina web più volte richiamata: ) per la divulgazione di contributi scientifici, didattici, organizzativi, metodologici predisposti sia dal mondo scientifico sia dagli Uffici Scolastici Regionali in relazione all impegno di ricerca e di elaborazione dei docenti e delle scuole. I materiali pubblicati possono supportare l evoluzione culturale generale in tema di DSA e sono liberamente fruibili. (Linee Guida sui DSA Allegate al D.M. n Luglio 2011). COSA FARE? L esigenza di una formazione per gli interventi nei confronti dei DSA PERCHE? Uso di una didattica Individualizzata e Personalizzata (PEP/PDP) Gli strumenti Dispensativi e Compensativi Adeguate forme di Verifica e Valutazione LA FORMAZIONE Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Allegate a D.M. n luglio 2011 La formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici è un elemento fondamentale per la corretta applicazione della Legge 170/2010 e per il raggiungimento delle sue finalità. Al riguardo, si pone in primo piano il tema della formazione in servizio. Un principio generale è che la competenza sui DSA dovrà permeare il corpo docente di 20

21 ogni classe, in modo che la gestione e la programmazione di passi significativi (per es. il PDP) non sia delegata a qualcuno dei docenti, ma scaturisca da una partecipazione integrale del consiglio di classe. I CONTENUTI DELLA FORMAZIONE Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Allegate a D.M. n luglio Legge170/2010 e caratteristiche delle diverse tipologie di DSA. 2. Principali strumenti che la scuola può utilizzare per l individuazione precoce del rischio di DSA. 3. Strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo. 4. Gestione della classe con alunni con DSA. 5. Forme adeguate di verifica e di valutazione. 6. Indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui all art Forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi. 8. Esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche didattiche. ART. 5 MISURE EDUCATIVE E DIDATTICHE DI SUPPORTO ART Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, garantiscono: a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate; ART. 5 21

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