COMUNE DI ROCCHETTA DI VARA Provincia della Spezia. Piano comunale di protezione civile

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1 COMUNE DI ROCCHETTA DI VARA Provincia della Spezia Piano comunale di protezione civile Aprile 2014

2 Sommario PARTE PRIMA. PREMESSE QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE LE PROCEDURE DI EMERGENZA IL PIANO DI EMERGENZA... 8 PARTE SECONDA. LA STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE LA STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE IL SINDACO LA POLIZIA MUNICIPALE IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) SEMPLIFICATO ATTIVITA ORDINARIA DEL C.O.C. SEMPLIFICATO GLI UFFICI DI SUPPORTO AL CENTRO OPERATIVO COMUNALE PARTE TERZA. IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE IN LIGURIA GUIDA ALLA LETTURA DEI MESSAGGI Messaggi di ARPAL (Centro Funzionale) Messaggi di Regione Liguria (Protezione Civile) QUADRO GENERALEE DEI RISCHI IN LIGURIA ZONE DI ALLERTA CATEGORIE IDROLOGICHE COMUNALI CONTATTI ALLERTAMENTO PER INCENDI BOSCHIVI PARTE QUARTA. I RISCHI SPECIFICI E LE MISURE DI AUTOPROTEZIONE QUADRO GENERALEE DEI RISCHI RISCHIO IDROGEOLOGICO TEMPORALI NEVE VENTO DISAGIO FISIOLOGICO PARTE QUINTA. MODELLI OPERATIVI DI INTERVENTO ovvero PIANO SPEDITIVO PROCEDURA OPERATIVA LIVELLO PROCEDURA OPERATIVA LIVELLO PROCEDURA OPERATIVA IN CASO DI EMERGENZA

3 Piano comunale di Protezione Civile PARTE PRIMA PREMESSE 3

4 1.1 QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE Nonostante le recenti innovazioni apportate dalla Legge 100\12, in materia di protezione civile il quadro normativo fondamentale di riferimento è attualmente definito dal combinato disposto dalla legge n. 225/1992, dal decreto legislativo n. 112/1998 e dalla legge n. 401/2001. La legge n. 225/1992, che istituisce il Servizio Nazionale della Protezione Civile, delinea un sistema di competenze e di attività ripartite tra i diversi livelli di governo (Stato, Regioni, Province, Comuni), in ragione della tipologia di eventi che sono chiamati a fronteggiare. Per gli eventi di tipo a definiti eventi naturali o connessi all attività dell uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti o amministrazioni competenti in via ordinaria, il Comune deve direttamente assumere la direzione ed il coordinamento degli interventi di protezione civile. Il D. Lgs. n. 112/1998, di attuazione della riforma Bassanini, ridefinisce le competenze tra le diverse componenti istituzionali del sistema, conferendo nuove funzioni e compiti alla Regione e agli Enti locali, lasciando, però, invariato l impianto e la sistematica della legge n In particolare, per quanto attiene alla competenza della pianificazione di emergenza, la legge n. 225 dedica ai suddetti piani due articoli: l'art. 4, trattando dei piani di livello nazionale da predisporre a cura del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri; l'art. 14, comma 1, trattando dei piani di livello locale, da predisporre a cura dei Prefetti, non attribuendo né alle Regioni, né agli Enti locali specifiche responsabilità in materia di pianificazione d'emergenza. Il D.Lgs n.112/1998 innova il quadro delle responsabilità, stabilito dalla legge n. 225 del 1992, in materia di pianificazione d'emergenza e, in particolare: ha introdotto il piano comunale ed intercomunale (art. 108, comma 1, lettera c), punto 3); ha ripartito la responsabilità di pianificazione in sede locale tra gli organismi di rappresentanza democratica (Regioni ed Enti locali); 4

5 Piano comunale di Protezione Civile ha distinto i piani, e la relativa competenza, per eventi di tipo "c" e per quelli di tipo "b". Per quanto riguarda gli eventi di tipo "c" o, comunque, le emergenze di rilievo nazionale, il D. Lgs. n. 112, all art. 107, comma 1, lettera f), punto 2), ha attribuito allo Stato (senza distinzione tra livello centrale e periferico, né limitazioni di carattere territoriale) la responsabilità della pianificazione d'emergenza e del coordinamento unitario degli interventi di soccorso, specificando, comunque, che essi devono essere realizzati rispettivamente con l'intesa e con il concorso delle Regioni e degli Enti locali interessati. Anche questa disposizione deve essere letta coordinandola con la Legge n. 401/2001, che contribuisce a definire il quadro delle responsabilità a livello statale. L art. 5, comma 4, della citata legge, attribuisce alla responsabilità del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri l'attività tecnico-operativa volta ad assicurare i primi interventi, effettuati in concorso con le Regioni e da queste in raccordo con i Prefetti e con i Comitati provinciali di protezione civile. Infine, il successivo comma 4-bis assegna al medesimo Dipartimento della Protezione Civile, d'intesa con le Regioni, il compito di definire in sede locale e sulla base dei piani d'emergenza gli interventi e la struttura organizzativa necessari per fronteggiare gli eventi calamitosi da coordinare con i prefetti anche per gli aspetti dell'ordine e della sicurezza pubblica. Per quanto riguarda gli eventi di tipo "b" o, comunque, le emergenze di dimensione regionale, il D.Lgs. n. 112 ha, invece, conferito: - alle Regioni la responsabilità di dettare indirizzi per l'elaborazione dei piani provinciali di emergenza per gli eventi di tipo "b"(art. 108, comma 1, lettera a), punto 3) e di attuare gli interventi urgenti in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall'imminenza di eventi di tipo "b", anche avvalendosi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (art. 108, comma 1, lettera a), punto 2). - alle Province la responsabilità di predisporre i piani provinciali di emergenza (art. 108, comma 1, lettera b), punto 2); - ai Comuni la responsabilità di predisporre i piani comunali e/o intercomunali di emergenza (art. 108, comma 1, lettera c), punto 3). 5

6 Dal dato normativo della distribuzione delle competenze tra Regione, Provincia e Prefetto, con riferimento alle emergenze di tipo b), emerge che, se la predisposizione del piano di emergenza è di competenza della Provincia e non più dell organo prefettizio, per gli eventi di tipo b), rimane incerta l attribuzione della direzione unitaria dei servizi di emergenza in caso di calamità, almeno fino a quando non sia stata determinata la dimensione e la tipologia dell evento da fronteggiare. Al complesso normativo illustrato si è infine aggiunta la riforma costituzionale del 2001 che ha novellato l art. 117 della Costituzione, qualificando la protezione civile tra le materie per le quali spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali che resta riservata alla legislazione dello Stato. Con la menzione esplicita della materia di protezione civile nella Carta costituzionale è confermata la riforma di decentramento avviata dalla Legge n. 57/1997 (c.d. Bassanini), che punta alla valorizzazione delle autonomie locali, ispirandosi ai principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Il nuovo assetto costituzionale ha posto, così, le basi per la creazione di una pluralità di sistemi regionali di protezione civile che concorrono a formare il Sistema Nazionale di protezione civile. In tale contesto normativo appare utile richiamare la Circolare del Dipartimento della Protezione Civile n. 5114, del 30 settembre 2002, che, prendendo atto del processo di riforma che coinvolge le Autonomie locali, fornisce una serie di indicazioni volte ad agevolare la comprensione del quadro normativo di riferimento e le competenze che ne derivano. La Circolare ribadisce: le competenze degli Enti territoriali nelle situazioni emergenziali, fatte espressamente salve dall'art. 5, comma 1, del D.L. n. 343/2001, convertito nella Legge n. 401/2001; la vigenza dell'art. 14 della Legge n. 225/1992 in materia di competenze del Prefetto, (per effetto dell'art. 5, comma 4, del citato D.L. n. 343/2001), tenendo conto, però, della necessità di interpretare l art. 14 sulla base delle leggi successive, anche costituzionali, dando alle disposizioni contenute nel suddetto articolo un interpretazione evolutiva, il più possibile coerente con il complesso normativo in cui la norma è collocata. Sulla base di tali indicazioni, le richiamate competenze prefettizie e degli Enti territoriali debbono "convivere" in un contesto di unicità di obiettivi da perseguire in termini di prevalente 6

7 Piano comunale di Protezione Civile interesse pubblico, così da realizzare quella fondamentale integrazione ed implementazione di risorse che il legislatore, anche costituzionale, ha ritenuto indispensabile in materia di protezione civile. In concreto, una volta verificatosi l'evento, il Prefetto, coerentemente con quanto pianificato in sede locale dai competenti Enti territoriali, assicurerà, agli stessi, il concorso dello Stato e delle relative strutture periferiche per l'attuazione degli interventi urgenti di protezione civile. Pertanto, verificatosi l'evento suscettibile di apprezzamento nell'ambito delle competenze di protezione civile, dovrà darsi attuazione a quanto pianificato, alla stregua delle previsioni di cui all'art. 108 del decreto legislativo n. 112/1998, a livello locale dagli enti pubblici territoriali per di rispettiva competenza, con il concorso, se necessario, dell'esercizio dei poteri prefettizi volti all'attivazione delle risorse statali presenti sul territorio. Ulteriori disposizioni che integrano il predetto quadro normativo discendono dalla legge 27 dicembre 2002, n. 286, di conversione del decreto-legge n. 245/2002. Il combinato disposto degli articoli 1, 2 e 3, della suddetta legge stabilisce che in caso di eventi di tipo c) e in situazioni di particolare gravità, su richiesta del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, sentito il Presidente della Regione interessata, il Presidente del Consiglio dei Ministri dispone, con proprio decreto, anche prima della dichiarazione dello stato di emergenza di cui all'art. 5, comma 1, della legge n. 225/1992, che il Capo del Dipartimento della Protezione Civile provvede, in qualità di Commissario delegato e con i poteri di cui al comma 2 dell'art. 5 della legge n. 225/1992, al coordinamento degli interventi e di tutte le iniziative per fronteggiare le situazioni emergenziali in atto, definendo con le Regioni e gli Enti locali interessati appositi piani esecutivi di misure ed opere per il superamento delle emergenze stesse. Per questa finalità il Capo del Dipartimento della Protezione Civile (quale Commissario delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri) dispone direttamente in ordine agli interventi di competenza delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della Protezione Civile di cui all'art. 11, comma 1, della legge n. 225/1992, realizzando anche i necessari coordinamenti con le Regioni e gli Enti locali, per assicurare la direzione unitaria dei servizi di emergenza. In particolare, in caso di evento calamitoso, occorre assicurare il massimo di protezione per la salvaguardia della vita e dell'incolumità delle persone e la salvaguardia di beni e infrastrutture, innanzitutto attraverso la immediata e coordinata attivazione di tutte le risorse 7

8 necessarie disponibili sul territorio, in una logica di garanzia dell'efficacia su tutto il territorio regionale di prestazioni pubbliche che attengono alla tutela di diritti fondamentali della persona. 1.2 LE PROCEDURE DI EMERGENZA Il sistema normativo di riferimento e le prassi operative ormai consolidate prevedono una cronologia di azioni che possono essere così riassunte: a) Alle emergenze classificate fra gli eventi di protezione civile deve far fronte in primo luogo il Comune con i propri mezzi e strutture. b) Nel caso in cui la natura e la dimensione dell'evento calamitoso lo esigano, il Sindaco richiede l'intervento del Prefetto e della Regione Liguria che cooperano per attivare, in sede locale o provinciale, le risorse necessarie al superamento dell'emergenza (art. 2, c. 1, lett. a), b), L. n. 225/1992). c) Qualora l'evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche così rilevanti e tali da dover essere affrontate con mezzi e poteri straordinari, il Prefetto e la Regione richiedono l'intervento dello Stato attraverso il Dipartimento nazionale della Protezione Civile (art. 2, c. 1, lett. c), L. n. 225/1992). In ogni caso, al verificarsi di una situazione di emergenza, anche di livello comunale, il Sindaco deve darne immediata comunicazione alla Regione e alla Prefettura. 1.3 IL PIANO DI EMERGENZA Il PIANO è il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di protezione civile per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso che può colpire un determinato territorio. L'elaborazione del Piano di emergenza ha lo scopo di disporre, secondo uno schema ordinato, il complesso delle attività operative per un intervento coordinato di prevenzione e soccorso a favore delle popolazioni esposte ad eventi calamitosi. 8

9 Piano comunale di Protezione Civile PARTE SECONDA LA STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE 9

10 2 LA STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE La Struttura Operativa Comunale rappresenta lo strumento a livello comunale finalizzato all organizzazione, gestione e coordinamento delle attività di soccorso ed assistenza alla popolazione attuate da tutte le componenti in caso di eventi calamitosi. Fanno parte della Struttura Operativa Comunale di Protezione Civile: il Sindaco, l Ufficio comunale di protezione civile (Polizia municipale), il Gruppo Comunale di Protezione Civile, il Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Il sistema organizzativo qui proposto per la gestione delle attività di previsione, prevenzione, emergenza e per il coordinamento dell impiego delle risorse disponibili a livello comunale, viene di seguito così schematizzato: in situazione ordinaria: Sindaco Polizia municipale Gruppo Comunale di Protezione civile in situazione di emergenza: Sindaco C.O.C. 2.1 IL SINDACO Ai sensi della Legge 24 febbraio 1992, n. 225, il Sindaco è Autorità Comunale di protezione civile. Ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e tutela del proprio territorio. Al verificarsi dell emergenza nell ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Giunta Regionale. Quando la calamità naturale o l evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del Comune, il Sindaco chiede l intervento di altre forze e strutture al Prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza coordinando i propri interventi con quelli dell Autorità Comunale di protezione civile. 10

11 Piano comunale di Protezione Civile Il Sindaco, per l espletamento delle funzioni di cui ai punti precedenti, si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). In situazione di emergenza, il Sindaco: - dichiara immediatamente lo stato di emergenza, in caso di evento calamitoso non prevedibile; - presiede il C.O.C.; - attiva le strutture di protezione civile; - organizza i primi soccorsi alla popolazione e gli interventi necessari per fronteggiare l emergenza; - chiede, se necessario l intervento delle Forze dell Ordine e dei Vigili del fuoco; - provvede a garantire la continuità amministrativa dell Amministrazione, assicurando i collegamenti con gli Enti superiori; - informa costantemente la popolazione; - provvede alla salvaguardia del sistema produttivo locale; - provvede alla salvaguardia dei beni culturali; - provvede al ripristino della viabilità e dei trasporti; - provvede alla funzionalità delle telecomunicazioni e dei servizi essenziali. 2.2 LA POLIZIA MUNICIPALE Il Corpo di polizia municipale, nella persona degli agenti in servizio presso il Comune di Rocchetta di Vara, è l organo tecnico-consultivo ordinario per organizzare e coordinare le strutture e le attività di protezione civile. Collabora con il Sindaco o, in sua assenza, con l Assessore delegato alla protezione civile Il Corpo di polizia municipale svolge le seguenti attività: - sovrintende all attività di programmazione e pianificazione di protezione civile; - dispone e assicura, almeno una volta all anno, la revisione e l aggiornamento degli scenari di rischio da inserire nel Piano; - dispone ed assicura, almeno una volta all anno, la revisione e l aggiornamento delle risorse dei mezzi, delle attrezzature e del personale a disposizione in caso di emergenza e di tutti gli allegati al Piano; - individua l organizzazione di eventuali posti fissi di monitoraggio dei rischi e la necessità di spese per la concreta organizzazione del Servizio di protezione civile; - sovrintende alle operazioni di addestramento, formazione ed esercitazione dei Volontari nonché del personale comunale; - promuove contatti con Enti e Istituti per la raccolta e lo studio di ogni informazione utile alla prevenzione dei rischi; 11

12 - promuove e collabora a tutte le iniziative atte ad educare e stimolare i cittadini alla formazione di una coscienza moderna della protezione civile, fornendo informazioni e aggiornamento sulle tecniche e le esperienze necessarie a tutelare l incolumità dei cittadini, l integrità degli insediamenti e dell ambiente naturale; - dispone ed assicura l aggiornamento dell organizzazione comunale di protezione civile, la cartellonistica stradale e le procedure per gestire l emergenza. 2.3 IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), è l organo tecnico-operativo di cui si avvale il Sindaco al verificarsi dell emergenza, nell ambito del territorio comunale, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. E convocato e presieduto dal Sindaco o, in sua assenza, dall Assessore delegato alla protezione civile o dal Corpo di polizia municipale, che ne fa parte in ogni situazione di emergenza. Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è ubicato presso la sede indicata dal Sindaco con suo Decreto, allegato al piano. La struttura del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), si configura secondo nove funzioni di supporto, codificate nel cosiddetto metodo Augustus : Funzione 1 : Tecnica e di pianificazione; Funzione 2 : Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria; Funzione 3 : Volontariato; Funzione 4 : Materiali e Mezzi; Funzione 5 : Servizi essenziali Attività Scolastica; Funzione 6 : Censimento danni a persone e cose; Funzione 7 : Strutture Operative Locali Viabilità; Funzione 8 : Telecomunicazioni; Funzione 9 : Assistenza alla popolazione. In relazione all evento occorso, si attivano le funzioni di supporto ritenute necessarie per la completa gestione e superamento dell emergenza. Il Responsabile di ciascuna Funzione, o suo delegato, così come individuato/i dal Sindaco, deve: in situazione di emergenza - attuare gli interventi assegnati dal piano nell ambito delle proprie funzioni; - riunirsi collegialmente nel C.O.C., presieduto dal Sindaco, o suo delegato, ogni mattina, per pianificare le attività della giornata ed ogni sera, per discutere sull attività svolta. ad emergenza conclusa 12

13 Piano comunale di Protezione Civile - curare il ritorno alla normalità con l intento di ottimizzare la capacità operativa del proprio settore specifico. Le singole Funzioni di Supporto del C.O.C. Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione Questa funzione ha il compito di creare le condizioni per una pianificazione aggiornata che risulti del tutto aderente alla situazione ed alle prospettive del territorio. In situazione di emergenza i Responsabili, dopo avere ricevuto la segnalazione di allarme o di una calamità naturale, si recano al più presto presso la sala del C.O.C. e si mettono a disposizione del Sindaco e/o Assessore delegato alla protezione civile nonché del Corpo di polizia municipale, di concerto con i Responsabili delle altre Funzioni di supporto e, più precisamente, per: - delimitare le aree a rischio ed individuare dei percorsi alternativi e/o vie di fuga di concerto con il Responsabile della Funzione 7 (Strutture operative locali e viabilità); - individuare le priorità d intervento sul territorio finalizzate alla riduzione dei danni; - istituire presidi per osservazioni-allerta delle zone a rischio; - predisporre eventuali piani di evacuazione per la popolazione presente nelle Aree di Attesa; - organizzare le squadre addette al controllo degli edifici pubblici e privati ai fini della definizione della loro agibilità; - predisporre le eventuali ordinanze di sgombero, valutare e provvedere ai ripristini immediati ed ai puntellamenti delle strutture pericolanti; - verificare e ripristinare la funzionalità delle reti infrastrutturali curandone la messa in sicurezza; - predisporre interventi speciali per l erogazione dei servizi essenziali presso le zone di emergenza; - sovrintendere alle operazioni di posizionamento tende, roulottes, container e attività assistenziali nei luoghi appositamente individuati; - aggiornare in tempo reale lo scenario dell intervento occorso in funzione dei dati e delle informazioni provenienti dalle reti di monitoraggio dell Amministrazione o di altri Enti, nonché dalle comunicazioni del Volontariato. Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria Questa Funzione pianifica e gestisce tutte le situazioni e le problematiche legate agli aspetti sociosanitari e veterinari correlati al verificarsi dell emergenza. 13

14 In situazione di emergenza il Responsabile, se attivato, si reca al più presto presso la sala del C.O.C. e si mette a disposizione del Sindaco e/o Assessore delegato alla protezione civile per la gestione dell emergenza, di concerto con i Responsabili delle altre Funzioni di supporto ed, in special modo, della Funzione 9 Assistenza alla popolazione, per: - organizzare gli interventi di soccorso alla popolazione colpita in collaborazione con la Funzione 3 Volontariato e Funzione 9 Assistenza alla popolazione ; costituendo squadre di soccorso per assistenza feriti, ricerca dispersi e recupero eventuali deceduti; - organizzare le prime operazioni di soccorso ed assistenza alla popolazione presso le Aree di Attesa individuate nel Piano, riferendo direttamente al C.O.C. sul fabbisogno dei cittadini circa generi di soccorso e recupero beni; - svolgere attività di assistenza sociale e psicologica alla popolazione colpita, con particolare riguardo ai portatori di handicap, anziani ed altre categorie che necessitano di particolari cure mediche; - censire il numero degli sfollati e favorire il ricongiungimento dei nuclei familiari; - effettuare, di concerto con l Azienda AUSL, ogni tipo di controllo di competenza sanitaria (acque, disinfestazioni, controlli veterinari, ecc.); - individuare gli alberghi e/o altre strutture ricettive idonee al ricovero degli sfollati; - disporre il trasporto degli sfollati nelle Aree e Strutture Ricettive attrezzate; - provvedere ad allestire posti di pronto soccorso e/o presidi sanitari nelle Aree di ricovero ed accoglienza della popolazione; - curare il trasporto dei feriti gravi in ospedale con ambulanze o altri automezzi requisiti; - istituire il servizio tumulazione delle vittime; - svolgere attività di disinfestazione, disinfezione e derattizzazione nelle Aree di ricovero ed accoglienza della popolazione. Funzione 3: Volontariato In situazione di emergenza i compiti delle associazioni di volontariato, sono: - intervento immediato per il soccorso alla popolazione coordinandosi con la Funzione 2 (Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria), la Funzione 7 (Strutture Operative Locali Viabilità) e la Funzione 9 (Assistenza alla popolazione); - comunicazione immediata ai Responsabili delle altre Funzioni di supporto, degli uomini e mezzi a disposizione in tempo reale; - risposta immediata alle richieste avanzate dai Responsabili delle Funzioni, in base alle esigenze del momento, o dal C.O.C.; - allestimento di postazioni radio nei punti strategici del territorio colpito da calamità al fine di creare un collegamento costante con il C.O.C.; - disbrigo delle pratiche conseguenti all impiego dei volontari (Legge 194). 14

15 Piano comunale di Protezione Civile Funzione 4: Materiali e Mezzi. Questa funzione, attraverso il censimento dei materiali e mezzi comunque disponibili e normalmente appartenenti ad enti locali, volontariato, aziende, ecc., deve fornire un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili ed utilizzabili in emergenza. In situazione di emergenza i Responsabili provvedono a: - distribuire alle funzioni di supporto che ne fanno richiesta, i materiali ed i mezzi necessari a fronteggiare l emergenza attingendo dalle risorse comunali e/o di altri enti e/o aziende pubbliche e private; - aggiornare costantemente l elenco dei mezzi e materiali usati e/o distribuiti; - organizzare e pianificare i servizi di erogazione carburanti; - organizzare i trasporti per il trasferimento della popolazione nelle aree di ricovero ed accoglienza; - gestire l approvvigionamento di viveri e bevande al personale impiegato nelle operazioni di soccorso; - inoltrare alla locale Prefettura richiesta di materiali e/o mezzi qualora le richieste provenienti dal C.O.C. non possano essere soddisfatte a livello locale. Funzione 5: Servizi Essenziali Attività Scolastica Questa funzione ha il compito di provvedere all immediato ripristino delle linee e/o delle utenze dei servizi pubblici essenziali al verificarsi dell evento, nonché alla riattivazione in tempi rapidi dell attività scolastica. In situazione di emergenza i Responsabili provvedono a: - garantire la presenza dei rappresentanti delle aziende di servizio al C.O.C.; - provvedere all allacciamento dei servizi essenziali nelle aree destinate ai diversi scopi di protezione civile; - provvedere, in caso di black out, all immediata riattivazione dell energia elettrica nelle strutture operative comunali (C.O.C.) a mezzo di gruppo elettrogeno; - verificare costantemente lo stato dei servizi durante l evolversi dell evento preoccupandosi, prima di tutto, delle strutture più vulnerabili; - attivare le strutture individuate e operare, con tutti i mezzi a disposizione, per l immediato ripristino delle attività scolastiche; 15

16 - coordinare le attività di monitoraggio dell edilizia scolastica operata da tecnici comunali e/o statali nonché da liberi professionisti e provvedere all apertura tempestiva delle strutture per verificarne la stabilità e/o per consentire l eventuale sistemazione provvisoria degli sfollati; - far pervenire al C.O.C. una relazione dettagliata sulla situazione di ogni scuola. Funzione 6: Censimento danni a persone e cose Questa funzione ha il compito di effettuare il censimento dei danni a persone e cose al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell evento calamitoso e per determinare, sulla base dei risultati riassunti in schede riepilogative, gli interventi d emergenza, in particolare le verifiche di stabilità degli edifici che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. In situazione di emergenza i Responsabili provvedono al censimento dei danni riferito a: - persone; - edifici pubblici; - edifici privati; - impianti industriali; - servizi essenziali; - attività produttive; - opere di interesse colturale; - infrastrutture pubbliche; - agricoltura e zootecnia. Inoltre, il Coordinatore della Funzione: - coordina le attività finalizzate alla ricognizione post evento del patrimonio appartenente all Amministrazione; - garantisce l immediata disponibilità delle strutture di propria competenza giudicate sicure, alla macchina dei soccorsi. In situazione post-emergenza, il Coordinatore della Funzione: - provvede alla compilazione ed inoltro alle Autorità competenti delle schede di rilevamento danni occorsi a seguito dell evento calamitoso. Funzione 7: Strutture Operative Locali Viabilità Il Responsabile di questa funzione deve coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità. In particolare devono essere regolamentati i trasporti, la circolazione ordinaria ed il traffico nonché l accesso sul luogo dell evento dei mezzi e delle strutture inviate dall esterno. Nell espletamento di tali compiti, il Responsabile può avvalersi della collaborazione di volontari preventivamente individuati. In situazione di emergenza il Responsabile provvede alla: - gestione operativa degli interventi di soccorso; 16

17 Piano comunale di Protezione Civile - individuazione dei percorsi più sicuri per far affluire i soccorsi; - predisposizione della posizione di uomini e mezzi nei punti di stazionamento individuati per vigilare sul corretto afflusso/deflusso della popolazione e dei soccorritori; - predisposizione della posizione di uomini e mezzi per il trasporto, di concerto con la Funzione 4 (Materiali e Mezzi), della popolazione nelle aree di ricovero ed accoglienza; - attuazione delle procedure per la comunicazione alla popolazione dei comportamenti da tenere prima dell eventuale abbandono dell abitazione, sede di lavoro o altro; - predisposizione dell eventuale attivazione dei cancelli stradali ; - predisposizione, in collaborazione con le Forze dell Ordine, del servizio di antisciacallaggio ; - ricognizione costante sul territorio, di concerto con la Funzione 3 Volontariato, per la verifica dello stato delle cose, dandone immediata comunicazione alla sala del C.O.C.. In caso di cessato allarme, l Ufficio di Polizia municipale mette in atto direttive volte a: - disporre la riapertura dell intero territorio comunale alla libera circolazione veicolare mediante la disattivazione dei cancelli stradali ; - provvedere al riposizionamento delle pattuglie nei presidi per vigilare sul corretto rientro della popolazione nell abitato; - provvedere, di concerto con la Funzione 4 (Materiali e Mezzi), al trasferimento della popolazione dalle aree di attesa/ricovero alle rispettive abitazioni; - fornire adeguata informazione alla popolazione dell evolversi della situazione, in collaborazione con le Forze dell Ordine ed il Volontariato. Funzione 8: Telecomunicazioni Compito di questa Funzione è l attivazione di una rete di telecomunicazioni alternative ed affidabili, anche in caso di evento di notevole gravità. In situazione di emergenza i Responsabili della Funzione: - attivano la rete di comunicazione in collaborazione con i rappresentanti delle associazioni di radioamatori presenti localmente; - provvedono all attivazione della rete di comunicazione presso le aree di ricovero; - verificano costantemente lo stato di efficienza della rete durante l evolversi dell evento affinché venga mantenuto un sistema di telecomunicazione alternativa ed affidabile. Funzione 9: Assistenza alla popolazione. 17

18 Questa funzione si occupa dello studio e ricerca del patrimonio abitativo comunale, inteso come ricettività delle strutture turistiche, delle aree pubbliche e private, da utilizzare come zone di attesa e/o ospitanti. In situazione di emergenza i Responsabili della Funzione si recano al più presto presso la sala del C.O.C. e si mette a disposizione del Sindaco e/o Assessore delegato alla protezione civile, per disporre: - il trasporto degli sfollati nelle Aree e Strutture Ricettive attrezzate; - la gestione della mensa per la popolazione, operatori e volontari; - la raccolta di alimenti e generi di conforto in arrivo e loro razionale uso e distribuzione, in collaborazione con la Funzione 4 Materiali e Mezzi ; - l acquisto di beni e servizi per le popolazioni colpite anche tramite servizio economato; - l attività di supporto e sostegno alle persone colpite in collaborazione con la Funzione 3 Volontariato. 2.4 IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) SEMPLIFICATO Il livello base di organizzazione del C.O.C. è costituito dal C.O.C. semplificato, primo nucleo operativo da convocarsi in caso di emergenza e di allerta, secondo i modelli operativi di intervento descritti nella quinta parte del piano. Il C.O.C. semplificato è composto da: a) Responsabile dell Area tecnico manutentiva (o suo delegato), cui è affidato, salvo decreto sindacale, il coordinamento delle funzioni: 1 (tecnica e pianificazione); 4 (materiali e mezzi); 5 (servizi sociali e attività scolastica); 6 (censimento danni a persone e cose); b) Coordinatore squadra comunale di Protezione civile (o suo delegato), cui è affidato, salvo decreto sindacale, il coordinamento delle funzioni: 2 (sanità umana e veterinaria); 3 (volontariato); 9 (assistenza alla popolazione); c) Agente di polizia municipale (o suo delegato), cui è affidato, salvo decreto sindacale, il coordinamento delle funzioni: 7 (strutture operative locali viabilità); 8 (telecomunicazioni). I componenti del C.O.C. semplificato, in caso di assenza o irreperibilità, devono indicare al Sindaco un sostituto precedentemente preavvisato. Al Responsabile dell Area tecnico manutentiva fanno riferimento gli operai comunali; Al Coordinatore squadra comunale di Protezione civile fanno riferimento i volontari; All Agente di polizia municipale fanno riferimento i referenti per frazione. 2.5 ATTIVITA ORDINARIA DEL C.O.C. SEMPLIFICATO 18

19 Piano comunale di Protezione Civile In situazione ordinaria, su proposta dell Ufficio di polizia municipale, il Sindaco, con suo decreto, consultato il C.O.C. semplificato determina: - Sistemi di allertamento (sms; segnali luminosi, campane); - Programmazione della distribuzione e pubblicazione delle misure di auto protezione; - Elenco dei referenti per frazione (indicativamente: Casoni; Mulino rotato; Piceda; Suvero; Goledo; Rocchetta; Veppo; Beverone; Garbugliaga; Stadomelli; Ramello; Manzile; Quaradeghini), - Eventuale elenco delle case sparse; - Eventuale elenco delle strutture ricettive; - Eventuale elenco delle strutture di ricovero; - Eventuale elenco dei singoli cittadini che necessitino di comunicazione personale e specifica in caso di grave allerta; - Aree di attesa della popolazione; - Aree di ricovero della popolazione; - Elenchi di volontari con indicazione generale delle turnazioni di disponibilità; - Sede del C.O.C. (sala operativa); - Carte del rischio da allegare al presente piano, su indicazione dei tecnici, da aggiungere alla carta delle criticità adattata con DGR n. 746 del 9 luglio GLI UFFICI DI SUPPORTO AL CENTRO OPERATIVO COMUNALE In ragione della gravità dell evento, il Sindaco e/o Assessore delegato e/o Responsabile del Servizio Comunale di protezione civile, per fronteggiare l emergenza, possono richiedere l istituzione degli ulteriori seguenti Uffici: - Ufficio Stampa; - Ufficio Relazioni con il Pubblico (U.R.P.); - Segreteria Generale e Servizi Finanziari. Ufficio Stampa L addetto stampa ha il compito di stabilire il programma e le modalità degli incontri con i giornalisti. Per quanto concerne l informazione al pubblico, è cura del Sindaco, o suo delegato, procedere alla divulgazione della notizia per mezzo dei mass-media. Scopi principali dell Ufficio Stampa, sono: - definire le modalità di afflusso di giornalisti verso l area colpita; - promuovere l informazione alla popolazione attraverso l individuazione dei massmedia; - tenere costantemente informata la popolazione facendo conoscere le attività intraprese; - organizzare tavole rotonde e conferenze stampa; 19

20 - mantenere viva l informazione anche una volta terminata la fase acuta dell emergenza. Ufficio Relazioni con il Pubblico (U.R.P.) Scopi principali dell U.R.P., sono: - informare e sensibilizzare la popolazione in base alle direttive del C.O.C.; - comunicare le attività intraprese; - creare annunci e fare comunicati; - riferire alla Sala del C.O.C. le richieste dei cittadini; - aggiornare la rete telematica del Comune. Segreteria Generale e Servizi Finanziari Fornisce il supporto al C.O.C., ove richiesto, per la definizione di tutti gli atti amministrativi e legali connessi alla gestione dell emergenza, inclusa la gestione della spesa. 20

21 Piano comunale di Protezione Civile PARTE TERZA IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE 21

22 3.1 IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE IN LIGURIA Le procedure di previsione ed allertamento in ambito meteorologico ed idrogeologico adottate dalla Regione Liguria costituiscono, oltre che un obbligo di legge (L.R. 9/2000), un'applicazione della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27/2/04 "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile", pubblicata su G.U. n. 59 dell'11/3/04 e ss.mm.ii. ARPAL gestisce per conto della Regione Liguria il Centro Funzionale Meteo-Idrologico di Protezione Civile della Regione Liguria (CFMI-PC), che fa parte del servizio meteorologico distribuito e della rete nazionale dei Centri Funzionali ed effettua le previsioni e il monitoraggio meteoidrologico su territorio regionale, producendo opportuna messaggistica riportante le valutazioni di criticità meteo-idrologica. In caso di allerta il Settore Protezione Civile ed Emergenza della Regione Liguria (PC-RL) riceve ed adotta tale messaggistica e, se necessario, la integra con le proprie valutazioni sul rischio geologico, emana opportuna messaggistica di allertamento e gestisce a livello regionale, in coordinamento con le altre strutture di protezione civile, l'emergenza. La Regione Liguria pubblica gli Allerta sul sito: e le inoltra via fax alle prefetture ed alle principali strutture operative previste dalla L. 225/92. Il Prefetto riceve i messaggi regionali, li trasmette ai Comuni della Provincia e attiva, qualora necessario, il coordinamento dell'emergenza a livello provinciale. 3.2 GUIDA ALLA LETTURA DEI MESSAGGI Nelle fasi di previsione e gestione del rischio meteoidrogeologico, ARPAL produce le valutazioni tecniche di riferimento sui fenomeni previsti/in corso e Regione Liguria emana, sulla base di tali valutazioni, eventuali Comunicazioni o stati di Allerta Messaggi di ARPAL (Centro Funzionale) BOLLETTINO LIGURIA Contiene le previsioni quotidiane dettagliate sulla regione. Viene emesso dal Lunedì al Sabato entro le 13:00. Copre un periodo di una settimana, con previsioni dettagliate per tre giorni e l'indicazione di una tendenza per i quattro giorni successivi. In caso siano determinati dal CFMI-PC scenari di criticità meteoidrologica non nulla, i fenomeni significativi previsti vengono segnalati alla voce "Segnalazioni di Prot. Civile", che costituisce a tutti gli effetti un messaggio di Protezione Civile. 22

23 Piano comunale di Protezione Civile BOLLETTINO DI VIGILANZA METEOROLOGICA Rappresenta il messaggio di vigilanza regionale che riporta la valutazione quotidiana (dal Lunedì al Sabato, estesa ai festivi in caso di necessità) delle possibili criticità meteorologiche sulla regione. Viene emesso dal CFMI-PC entro le 13:00 ed ha validità per 72 ore a partire dalle 00:00 UTC del giorno di emissione. Nella parte tabellare vengono messi in evidenza e caratterizzati per intensità eventuali fenomeni meteo di rilievo previsti per le successive 72 ore. In caso di criticità non nulla, i corrispondenti Livelli di Vigilanza attivati vengono evidenziati attraverso i simboli di Attenzione ( ) o Avviso ( ). Nella parte testuale si hanno informazioni più dettagliate su durata, intensità e localizzazione dei fenomeni ed alcune indicazioni sull'evoluzione a medio termine. In caso di raggiungimento di un METEOROLOGICO. Livello di Vigilanza di Avviso ( ), il messaggio diventa AVVISO AVVISO METEOROLOGICOO Ha la stessa struttura del BOLLETTINO DI VIGILANZA METEOROLOGICA e viene emesso secondo necessità, in caso di individuazione dei livelli di criticità più elevata ( ). La Regione è la struttura preposta all'adozione dell'avviso per i provvedimenti conseguenti di Protezione Civile. Tale Avviso viene esplicitamente adottato nel caso di piogge diffuse/persistenti o neve (integrandolo e dandone comunicazione all'esterno tramite la messaggistica di ALLERTA), mentre si considera automaticamente adottato per gli altri fenomeni meteorologici (temporali, vento, mare, disagio fisiologico). Il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale ne tiene conto per la redazione dell'avviso Meteo Nazionale Messaggi di Regione Liguria (Protezione Civile) MESSAGGIO DI ALLERTA per piogge diffuse o per neve. Nel caso in cui il CFMI-PC emetta messaggi di AVVISO per piogge diffuse o per neve, la Regione Liguria emette il relativo messaggio di ALLERTA a cui conseguono prescrizioni obbligatorie per gli enti locali ed i cittadini. Lo STATO DI ALLERTA METEOIDROLOGICO è EMANATO dal SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE DELLA REGIONE LIGURIA. Il Livello di Allerta 1 ( ) è associato a criticità al suolo moderate; il livello di Allerta 2 ( ) è associato a 23

24 criticità al suolo elevate ed è pertanto il più grave. Nei messaggi di Allerta vengono riportati: - la data ed ora di emissione; - un quadro sintetico della situazione meteorologica prevista e dei conseguenti effetti al suolo; - la Tabella di Allerta che riporta il periodo di validità della stessa e per ciascuna zona di Allerta e categoria di bacino la sigla di Allerta (A1=Allerta 1; A2= Allerta 2) e un'indicazione sintetica circa l'evoluzione prevista a partire dall'inizio del periodo di validità ( = fenomeno in aggravamento; = fenomeno in attenuazione: -- = fenomeno stazionario); - eventuali ulteriori avvisi riguardanti fenomeni meteorologici che non danno luogo ad Allerta ma che nel contesto possono aggravare la situazione e costituire pericolo; - le valutazioni idrogeologiche (pericolo frane e smottamenti) fatte dal Servizio di Protezione Civile della Regione Liguria ed altre eventuali prescrizioni. Qualora la previsione di possibili criticità sia a più di 48 ore e quindi affetta da forte incertezza relativa alla sua effettiva intensità o localizzazione, ma potenzialmente in grado di generare uno scenario di Allerta, la Regione Liguria emette un messaggio di PREALLERTA. In corso di evento la Regione emette messaggi di ALLERTA IN CORSO DI EVENTO con aggiornamento previsionale, informazioni circa lo sviluppo dell'evento, le conseguenti comunicazioni circa l'evoluzione del tipo e dei tempi dello stato di Allerta. Al termine delle situazione emergenziale viene emanato il messaggio di CESSATO ALLERTA. 3.3 QUADRO GENERALE DEI RISCHI IN LIGURIA La Regione Liguria-Settore Protezione Civile, ogni qualvolta lo ritenga opportuno, può emettere una Comunicazione meteo nella quale individua ed evidenzia particolari fattori di criticità, legati a situazioni specifiche (quale ad esempio un preesistente stato di vulnerabilità del territorio) in grado di aggravare gli effetti al suolo dei fenomeni meteo previsti da ARPAL o comunque meritevoli di particolare cautela ed attenzione anche se sotto la soglia di Allerta. Le tipologie di rischio in Liguria sono distinte in: - idrogeologico (associato a piogge diffuse intense e/o persistenti); - nivologico (associato a nevicate e/o gelate); - meteorologico (associato a temporali forti, mare, vento, disagio fisiologico per freddo o caldo); - incendio boschivo; - sismico Per ciascun fenomeno, attraverso un sistema di soglie, sono identificati degli SCENARI di rischio. 24

25 Piano comunale di Protezione Civile Per i fenomeni idrogeologici e nivologici, ad una scala di SCENARI di rischio (nullo, 0, 1, 2) corrisponde una scala di CRITICITA' al SUOLO (nulla, ordinaria, moderata, elevata) e l'emanazione di messaggi del Centro Funzionale (VIGILANZA, AVVISO) e della Regione (ALLERTA 1 e 2). Per gli altri fenomeni meteorologici, ad una scala di SCENARI di rischio (nullo, 0, 1) corrisponde l'emanazione di messaggi del Centro Funzionale (VIGILANZA, AVVISO) che non portano all'attivazione dello stato di ALLERTA ma che si intendono automaticamente adottati con valenza di messaggi di Protezione Civile, attivando eventuali provvedimenti a scala locale. 3.4 ZONE DI ALLERTA La suddivisione del territorio in Zone di Allerta non coincide con i limiti amministrativi provinciali, bensì rispetta il criterio di zonazione fisiografica imposto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 Febbraio A differenza dei limiti amministrativi provinciali, le Zone di Allerta rispettano sia gli ambiti territoriali di bacino idrografico che criteri di omogeneità climatologica, con riferimento specifico ai fenomeni pluviometrici intensi. La suddivisione in cinque Zone di Allerta del territorio ligure è in linea con le direttive nazionali ed è stata condivisa con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. 3.5 CATEGORIE IDROLOGICHE COMUNALI 25

26 All'interno delle Zone di Allerta, il diverso tipo di risposta idrologica dei bacini idrografici e' stato da tempo schematizzato in Liguria ia introducendo la classe di bacino, caratteristica sostanzialmente legata all'estensione areale dello stesso. In conseguenza di ciò', ad ogni Comune e' stata assegnata una Categoria idrologica, univocamente legata alla classe di bacino che ne attraversa il territorio. CATEGORIA 0: : Ambiti urbani, reti idrografiche minori, canali irrigui, reti di smaltimento delle acque piovane, reti fognarie. Tale categoria, non fa riferimento alle aste di torrenti che scorrono nel territorio comunale, ma viene assegnata, indistintamente, a tutto il territorio regionale in quanto ogni comune e' interessato da tale tipologia di drenaggio. I CATEGORIA: : Comuni che presentano all'interno del loro territorio io esclusivamente piccoli rii, con bacini idrografici al di sotto dei 10 km2 (cioe' bacini di Classe idrologica A) oltre che reti idrografiche minori e reti fognarie. II CATEGORIA: : Comuni che presentano all'interno del loro territorio aste di torrenti che drenano aree comprese tra i 10 e i 150 km2 (cioe' bacini di Classe idrologica B), oltre ovviamente a piccoli rii, reti idrografiche minori e reti fognarie. III CATEGORIA: : Comuni che presentano all'interno del loro territorio aste di torrenti che drenano aree superiori ai 150 km2 (cioe' bacini di Classe idrologica C) oltre ovviamente aree appartenenti alle altre classi idrologiche. Il Comune di Rocchetta di Vara è compreso in questa categoria. 26

27 Piano comunale di Protezione Civile 3.6 CONTATTI Il Settore PROTEZIONE CIVILE ED EMERGENZA della REGIONE LIGURIA è contattabile tramite il CENTRALINO REGIONALE allo In caso di ALLERTA la Regione Liguria attiva la SALA OPERATIVA REGIONALE (SOR) di PROTEZIONE CIVILE, i cui recapiti sono: TEL , FAX / In caso di ALLERTA le comunicazioni che i Comuni raccolgono dai Presidi Territoriali e dalla sorveglianza spontanea dei cittadini, opportunamente vagliate in sede comunale, debbono essere trasferite (possibilmente usando la Scheda di Emergenza) a Regione Liguria via fax ai numeri sopra indicati ed alle Prefetture di competenza. Tali comunicazioni sono di utilità per favorire il coordinamento dei soccorsi qualora necessario e permettono la sintesi del quadro emergenziale in corso di evento a livello regionale. 3.7 ALLERTAMENTO PER INCENDI BOSCHIVI Il Servizio previsione incendi Regione Liguria (SPIRL) si occupa dal 2003 dell'attività di previsione 27

28 del pericolo di incendio a supporto dell'organizzazione Anti Incendio Boschivo (AIB) regionale. Esso fornisce quotidianamente informazioni riguardanti la probabilità che si propaghino incendi sul territorio regionale nelle successive 36 ore. La previsione viene fatta sulla base di: orografia (esposizione e acclività dei versanti) tipologia, densità e stato della vegetazione condizioni meteorologiche previste da un modello ad area limitata (MOLOCH). Tali variabili rappresentano gli input del modello SPIRL, il quale fornisce in uscita una serie di parametri utili alla valutazione del pericolo: indice di pericolo e relativo livello intensità di propagazione lineare velocità di propagazione umidità del combustibile. Queste informazioni, sotto forma di mappe, grafici e tabelle vengono inserite all interno di un bollettino che attualmente viene inviato, tramite posta elettronica, a circa 40 utenti autorizzati (Centri Operativi Provinciali e Regionale del Corpo Forestale dello Stato CFS, Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, Prefetture, Uffici regionali). Sulla base delle informazioni contenute nel bollettino vengono organizzate e attuate le operazioni di controllo e presidio del territorio, effettuate ad opera delle squadre di Volontari AIB e di Protezione Civile sotto la coordinazione del CFS. Attualmente è in corso l aggiornamento dell intero sistema per quanto riguarda il modello di simulazione del pericolo (più evoluto del precedente), il prodotto informativo risultante (diverso nella forma e nei contenuti) e la modalità di divulgazione delle informazioni. Sarà creato infatti un sito dedicato alla previsione del pericolo di incendio a livello regionale (SPIRLWEB), con accesso limitato a coloro che sono abilitati a fruire delle informazioni. Tra le varie funzioni vi sarà la possibilità di: scaricare il bollettino di previsione quotidiano per visualizzare le mappe dell indice di pericolo; consultare i dati statistici sugli incendi avvenuti; accedere al portale Dewetra - Risico (il sistema italiano per la previsione del rischio potenziale di incendi boschivi, sviluppato da Fondazione CIMA e operativo dal 2003 presso il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale) e consultare le mappe del pericolo in continuo aggiornamento. Considerato che l organizzazione dell allertamento per incendi boschivi è in corso di ristrutturazione, il presente paragrafo potrà essere modificato con decreto sindacale, alla pubblicazione delle nuove disposizioni. 28

29 Piano comunale di Protezione Civile PARTE QUARTA I RISCHI SPECIFICI E LE MISURE DI AUTOPROTEZIONE 29

30 4.1 QUADRO GENERALE DEI RISCHI Il rischio è traducibile nell'equazione R = P x V x E, dove: P = Pericolosità: è la probabilità che un fenomeno di determinata intensità si verifichi in un certo intervallo di tempo e in una data area; V = Vulnerabilità: la vulnerabilità di un elemento - persone, edifici, infrastrutture, attività economiche - è la propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità; E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità, o valore, di ognuno degli elementi a rischio, come vite umane o case, presenti in una data area. Nel territorio comunale si sono individuate le seguenti tipologie di rischio: Rischi Naturali: - rischio meteorologico (associato a probabilità di temporali forti, vento, disagio fisiologico); - idrogeologico (associato ad intensità e quantità di pioggia); - rischio nivologico (associato a neve/ghiaccio); - rischio sismico; Rischi Antropici: - rischio incendi boschivi. Oltre che per la loro origine, è possibile suddividere i rischi in funzione della prevedibilità o non prevedibilità del fenomeno che genera il rischio stesso, di tal ché le tipologie di rischio di cui sopra, possono essere ripartite nel modo seguente: Rischi Prevedibili: - rischio meteorologico; - rischio idrogeologico; - rischio nivologico; Rischi NON Prevedibili: - rischio sismico; - rischio incendi boschivi. 30

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