ANGIOSPERME. Famiglie di interesse agrario più significative. Fabaceae
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1 Facoltà di Agraria Corso di Botanica sistematica CdL di Scienze e Tecnologie Agrarie A.A. 2007/2008 ANGIOSPERME Famiglie di interesse agrario più significative Fabaceae
2 Fabaceae (Mimosoideae, Cesalpinoideae, Faboideae) Erbe, suffrutici, arbusti, alberi e liane, con foglie semplici, digitate, trifogliate, pari o imparipennate, talora modificate in cirri o spine. Fiori bisessuali, pentameri, isolati o riuniti in racemi. Il tipo di fiore è alla base della distinzione di tre sottofamiglie: Mimosoideae, con corolla regolare, con 5 (4) petali, piccoli o spesso concresciuti in tubulo; stami in numero doppio dei petali o numesi, liberi, spesso aventi una funzione vessillare; sono alberi o arbusti di aree tropicali ed equatoriali, in Italia solo generi coltivati (Mimosa, Acacia, Albizia); Cesalpinoideae, con corolla irregolare, non papilionacea, con 5 petali liberi; stami generalmente liberi; appartengono a questa sottofamiglia alberi o arbusti di aree subtropicali ed equatoriali; in Italia vivono allo stato spontaneo solo due specie: Cercis siliquastrum e Ceratonia siliqua. Faboideae, con corolla irregolare di 5 petali, papilionacea, cioè un petalo superiore più sviluppato e ripiegato (vessillo), petali laterali liberi (ali), petali inferiori concresciuti (carena); stami 10, liberi, saldati in un unico fascio (monadelfi) o 9 saldati e uno libero (diadelfi); sono erbe, arbusti o alberi; moltissime specie spontanee in Italia. Il frutto è un legume variamente conformato. E una delle famiglie più ricche: annovera infatti circa 600 generi e specie diffuse in tutto il mondo. Anche gli interessi che tale famiglia riveste sono molteplici: ne fanno parte piante alimentari, foraggere, medicinali; alcune specie sono utilizzate per il loro legno o per altri prodotti come resine, gomme, olii ecc.
3 MIMOSOIDEAE Pithecolobium pruinosum
4 MIMOSOIDEE Mimosa Mimosa pudica mimosa sensitiva
5 MIMOSOIDEE Acacia Acacia cyanophylla Acacia mollifolia Acacia collinsii Acacia dealbata
6 MIMOSOIDEE Albizia Albizia julibrissin
7 CESALPINOIDEAE Cercis siliquastrum
8 Cercis Cericis siliquastrum Cericis siliquastrum Il genere Cercis (sottofamiglia Cesalpinoideae) comprende 6-7 specie diffuse nell'europa meridionale, nell' Asia e nel Nord America. Il Siliquastro (Cercis siliquastrum) è l'unica specie che interessa la flora italiana e presenta una distribuzione mediterraneo-orientale. Si tratta di piccoli alberi o arbusti, con foglie caduche a lamina cordata; fioriscono generalmente prima di emettere le foglie ed i fiori, di colore rosa o rosso, formano vistosi glomeruli direttamente inseriti sui rami più vecchi e sui tronco (cauliflora). Il frutto è un legume lungo e compresso. Le specie del genere Cercis sono utilizzate come piante ornamentali, nei giardini e nelle alberature stradali, soprattutto per le loro ricche e vistose fioriture primaverili, oltre che per essere docili alla potatura.
9 Cercis siliquastrum
10 CESALPINOIDEE Fiori maschili Fiori maschili in dettaglio Fiori femminili Ceratonia siliqua carrubo Albero o arbusto sempreverde. Foglie composteda3o4paiadifogliolinecoriacee verde scuro di sopra e chiare di sotto, con margini interi. Fiori molto piccoli, verdegiallastri o rossicci i maschili, portati da corte spighe sul legno vecchio (caulifloria). Baccelli numerosi lunghi cm spessi e cuoiosi, dapprima verdi e poi a maturazione marrone scuro contenenti semi ovoidali molto duri. Originario dei paesi del Mediterraneo caldo e arido ove viene comunemente coltivato. I baccelli sono comunemente utilizzati per l alimentazione del bestiame ed un tempo venivano utilizzati secchi per l alimentazione umana grazie al sapore dolce, gradevole e delicato. Si usano anche per la produzione di bevande fermentate.
11 CESALPINOIDEE Ceratonia siliqua carrubo Fiori maschili Ceratonia siliqua Frutti: lomenti
12 FABOIDEE FIORE PAPILIONACEO vessillo 2 ali carena Ovario unicarpellare
13 FABOIDEAE Astragaleae foglie imparipennate senza viticci con Astragalus, Wistaria sinensis (glicine, specie ornamentale con corteccia tossica per vistarina) Robinia pseudo-acacia (Nord-americana) naturalizzata. Viciae erbe rampicanti foglie composte paripennate, con Pisum sativum (pisello), Lens esculenta (lenticchia), Cicer aretinum (cece), Vicia faba (Fava), tutte eduli. V. villosa e V. sativa sono foraggere. latyrus odoratus (pisello odoroso) ornamentale. Phaseoleae erbe volubili foglie trifogliate, Phaseolus vulgaris (fagiolo comune), Ph. coccineus (f. di Spagna), Glicine max (soia). Trifolieae: erbe non volubili, foglie trifogliate, foraggere, Trifolium pratense (trifoglio dei prati), T. repens (trifoglio a fiori bianchi). Medicago sativa (erba medica), e Trigonella foenum graecum (fieno greco). Lotae foglie imparipennate raramente palmate Lotus corniculatus (ginestrino) Genisteae legnose e erbacee, foglie palmate o trifgliate, Lupinus albus (lupino), Spartium junceum (ginestra del vesuvio), Genista tinctoria. Coronilleae legumi lomentacei foraggere. Onobrychis viciaefolia (lupinella), e Hedysarum coronarium (sulla), Arachis hypogaea (arachide).
14 Interesse L'importanza economica delle leguminose è grandissima e numerose specie sono utilizzate per l'alimentazione umana o come foraggio per il bestiame. Tra le prime la fava, Vicia faba, il pisello, Pisum sativum, il cece, Cicer arietinum, la lenticchia, Lens culinaris, tutti largamente coltivati nelle regioni del Mediterraneo, i fagioli, Phaseolus vulgaris e P. coccineus, di origine americana, la soia, Glicine max, proveniente dell Estremo Oriente, la cui crescente importanza come seme oleaginoso ne fa oggi una delle colture più diffuse, l'arachide, Arachis hypogea, coltivata nei paesi caldi, il fagiolino, Vigna unguiculata, la cicerchia, Lathyrus sativus, coltura in via di scomparsa. Tra le più importanti specie foraggere si ricordano le specie dei generi Trifolium, Medicago, Lupinus. Sfruttando la naturale tendenza delle leguminose a entrare in simbiosi con batteri azoto-fissatori, alcune di queste specie vengono anche utilizzate in agricoltura con la tecnica del sovescio per arricchire i terreni poveri di sostanze azotate. Lathyrus sylvestris Lathyrus sylvestris
15 Leguminose spontanee di interesse agrario FORMABIOL TIPO DENOMINAZI REGIONI ALTMINIMA ALTMASSIMA P caesp S-STENOMEDIT. Ceratonia siliqua L. LIG TOS LAZ CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR P scap S-EUROP.-SUDSIB. Cercis siliquastrum L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC P caesp EUROP. Cy tisus scoparius (L.) Link TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM BAS CAL SIC SAR COR G rhiz STENOMEDIT. Gly cy rrhiza glabra L. AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR H scap W-STENOMEDIT. Hedy sarum coronarium L. LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap EURIMEDIT. Lathy rus aphaca L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap STENOMEDIT. Lathy rus articulatus L. LIG BAS SIC SAR COR T scap EURIMEDIT. Lathy rus cicera L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap STENOMEDIT. Lathy rus cly menum L. LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM BAS CAL SIC COR G rhiz NE-STENOMEDIT. Lathy rus grandiflorus S. et S. CAM BAS CAL SIC G rhiz CENTRO-EUROP. Lathy rus montanus Bernh. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS UMB LAZ AEM CAM BAS CAL T scap STENOMEDIT. Lathy rus ochrus (L.) DC. LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR H scap PALEOTEMP. Lathy rus pratensis L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap EURIMEDIT. Lathy rus sativ us L. TRI FRI LOM PIE LIG EMI TOS MAR AEM CAM BAS CAL SIC H scand EUROP.-CAUC. Lathy rus sy lv estris L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM BAS CAL SIC T scap STENOMEDIT. Lotus edulis L. LIG TOS LAZ CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap E-STENOMEDIT. Lupinus albus L. LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap STENOMEDIT. Lupinus angustifolius L. LIG TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG CAL SIC SAR COR T scap W-STENOMEDIT. Lupinus luteus L. LAZ CAM PUG CAL SIC SAR COR T scap EURASIAT. Melilotus alba Medicus TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM BAS CAL H bienn EURASIAT. Melilotus officinalis (L.) Pallas TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM BAS SAR T scap S-MEDIT. Melilotus sulcata Desf. TRI LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR Ch suffr EURIMEDIT. Ononis spinosa L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR P caesp AVV. Robinia pseudoacacia L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR H ros OROF. S-EUROP. Trifolium alpinum L. VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS LAZ T rept S-EUROP. Trifolium patens Schreber FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR AEM CAM PUG COR H rept PALEOTEMP. Trifolium repens L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap AVV. Trigonella foenum-graecum L. VEN EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC H scap EURASIAT. Vicia cracca L. TRI FRI VEN TRE PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC COR T scap MEDIT.-TURAN. Vicia sativ a L. TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR T scap EURIMEDIT. Vicia v illosa Roth TRI FRI VEN TRE LOM PIE LIG EMI TOS MAR UMB LAZ AEM CAM PUG BAS CAL SIC SAR COR
16 Leguminose coltivate per scopi alimentari
17 Leguminose coltivate di interesse alimentare COLTIVATE PER ALIMENTAZIONE UMANA Arachy s hy pogea ARACHIDE Ceratonia siliqua L. CARRUBO Cicer arietinum CECE Gly cine max SOIA Gly cy rrhiza glabra L. LIQUIRIZIA Lathy rus sativ us L. PISELLO DA PRATO Lens culinaris Medicus LENTICCHIA Lupinus angustifolius L. LUPINO AZZURRO Lupinus luteus L. LUPINO GIALLO Phaseolus coccineus L. FAGIOLO DI SPAGNA Phaseolus v ulgaris FAGIOLO Pisum sativum PISELLO Vicia faba L. FAVA Vigna unguiculata (L.) Walpers FAGIOLINO
18 I fagioli Al nome di fagioli vengono comunemente associati nel mondo due generi diversi: Phaseolus L., che comprende i fagioli di origine americana, e Vigna Savi, che comprende i fagioli del Vecchio Mondo altrimenti noti come "fagioli dall'occhio", diffusi in Europa prima della scoperta dell'america e della conseguente introduzione del genere Phaseolus. Il primo nome generico e quello volgare derivano entrambi dal latino phaseolus, a sua volta dal greco phaselos (= barchetta), a causa della forma dei legumi che ricordano le sottili chiglie delle navi dell'epoca classica; il nome generico Vigna è stato invece attribuito in onore del botanico pisano del XVII secolo Bartolomeo Vigna. All'interno di quasi tutte le specie si distinguono numerosissime forme, alcune delle quali vengono coltivate per il seme, altre per il baccello immaturo (fagiolino). Molte specie sono coltivate anche come foraggio o nelle rotazioni agrarie, per arricchire il suolo in azoto sfruttando la simbiosi radicale con i batteri nitrificanti. Il genere Phaseolus L. comprende 36 specie (Erhardt et al., 2002), originarie dell'america e dell'australia, solo alcune delle quali coltivate come alimento. Le specie implicate nella genesi delle moderne varietà coltivate in Europa sono sostanzialmente tre: Phaseolus vulgaris L. (fagiolo comune), Ph. lunatus L. (fagiolo di Lima) e Ph. coccineus L. (fagiolo di Spagna).
19 Phaseolus vulgaris fagiolo comune
20 Phaseolus vulgaris fagiolo comune Phaseolus vulgaris L. Fagiolo comune. Erba rampicante e volubile a ciclo annuale. Foglie a tre segmenti ovato-acuminati (3-8 x 5-12 cm), ognuno provvisto di stipelle alla base. Fiori in racemi brevi con peduncoli eretto-patenti, di solito appaiati, con corolla papilionacea lunga 1-1,5 cm, verde-giallastra, screziata di rosa o porpora e con vessillo ripiegato all'indietro. Frutto a legume, appiattito, di dimensioni pari a circa 1-2 x 5-15 cm. Il fagiolo comune venne descritto da Carlo Linneo sulla base di esemplari coltivati in Europa, mentre le forme selvatiche americane (subsp. aboriginus) non vennero scoperti che attorno al I fagioli selvatici si distinguono da quelli coltivati per alcuni caratteri, tra i quali i baccelli che si aprono improvvisamente lanciando lontani i semi, che sono nettamente più piccoli rispetto a quelli dei fagioli domestici, dotati di una cuticola molto più spessa e impermeabile e con una germinazione fortemente scalare e dilazionata nel tempo. Sono comunque completamente interfertili con le forme coltivate e spesso, nelle zone di crescita, possono formare ibridi che si comportano da infestanti delle stesse coltivazioni (Sauer, 1993). Le popolazioni di fagiolo selvatico sono state osservate in numerosi punti delle cordigliere occidentali americane, dal Messico all'argentina. Vivono in stazioni di media-alta montagna, compiendo l'intero ciclo vitale nella stagione umida e superando quella secca sotto forma di seme dormiente. L'ambiente di crescita è diverso nelle varie parti dell'areale: nelle Ande meridionali il fagiolo selvatico cresce all'interno o ai margini di boschi di latifoglie, nelle schiarite e nelle radure, mentre in Messico predilige cespuglieti e formazioni erbose o erbosoarbustive, in condizioni nettamente più xeriche (Sauer, 1993). E' curioso osservare come, in Messico, i fagioli selvatici crescano spesso arrampicandosi al culmo del teosinte (Zea mexicana), il progenitore selvatico del mais, anticipando quella consociazione fagiolo-mais che caratterizzerà l'agricoltura familiare nel Veneto.
21 Phaseolus coccineus fagiolo di Spagna
22 Phaseolus coccineus fagiolo di spagna Phaseolus coccineus L. Fagiolo di Spagna, fagiolo rosso americano. Erba rampicante e volubile a ciclo annuale. Foglie a tre segmenti ovato-acuminati (3-8 x 5-12 cm), provvisti di stipelle alla base. Fiori in racemi lunghi cm, numerosi, riuniti in verticilli irregolari; corolla papilionacea, rossa o bianca, lunga 1,5-3 cm. Frutto di tipo legume, ispido, poi glabrescente e scabro a maturità. Semi grandi, reniformi, rosei marmorizzati di bruno (anche bianchi o neri nelle varietà orticole). Originario del Messico e dell'america centrale.
23 Faseolus lunatus fagiolo di Lima
24 Phaseolus lunatus fagiolo di lima Phaseolus lunatus L. Fagiolo di Lima. Erba rampicante e volubile a ciclo annuale, alto 3-5 metri. Foglie alterne, stipolate, trifogliolate, con segmenti ovato-triangolari, piuttosto stretti e allungati, con lamina scabra. Fiori a corolla papilionacea, piccoli, giallo-verdastri, riuniti in numerosi racemi allungati ed eretti. Semi appiattiti, reniformi, simili a quelli di Ph. coccineus. Le forme selvatiche si trovano in America centrale (particolarmente in Guatemala), lungo la costa pacifica del Messico, nelle isole dei Caraibi; non è certa invece la loro presenza lungo la Cordigliera Andina, in particolare in Perù, dove venivano invece diffusamente coltivati. Gli antenati selvatici del fagiolo di Lima si distinguono dalle forme coltivate per i semi di minor dimensione ma con un'elevatissima concentrazione di glucosidi, che liberano acido cianidrico se masticati; per questo motivo non sono solitamente considerati commestibili, anche se possono essere detossificati con una prolungata bollitura.
25 Vigna unguiculata fagiuolino
26 Pisum sativum pisello
27 Vicia faba fava
28 Cicer arietinum cece
29 Lathyrus sativus cicerchia
30 Lens esculenta lenticchia
31
32 Arachys hypogea arachide
33 Glycine max soia
34 Lupinus luteus lupino giallo
35 Lupinus angustifolius lupino azzurro
36 Leguminose di interesse zootecnico COLTIVATE PER ALIMENTAZIONE ANIMALE Anthy llis v ulneraria VULNERARIA Ceratonia siliqua L. CARRUBO Gly cine max SOIA Lotus corniculatus GINESTRINO Lotus tetragonobolus PISELLO INGLESE Lupinis albus LUPINO BIANCO Medic ago arabic a MEDICA MACU LATA Medicago lupulina L. LUPULINA Medicago sativ a ERBA MEDICA Melilotus alba MELILOTO BIANCO Melilotus officinalis MELILOTO GIALLO Onobry chis v iciifolia Scop. LUPINELLA Ornithopus sativ us SERRADELLA Trifolium pratense TRIFOGLIO VIOLETTO Trifolium repens TRIFOGLIO BIANCO Trigonella foenum-graecum FIENO GRECO Vicia faba L. FAVA, FAVINO Vicia sativa VECCIA
37 Medicago sativa erba medica
38 Vicia faba favino
39 Onobrychis viciifolia lupinella
40 Hedysarum coronarium sulla
41 Leguminose spontanee di interesse zootecnico
42 Trifolium Trifolium repens Trifolium repens Trifolium pratense Trifolium campestre Trifolium campestre Trifolium repens
43 Trifolium Trifolium subterraneum Trifolium fragiferum
44 Lotus Lotus corniculatus Lotus corniculatus
45 Vicia Medicago Medicago arabica Vicia sativa Vicia sativa Medicago lupulina
46 Hippocrepis Hippocrepis comosa
47 Leguminose spontanee di interesse officinale
48 Galega Galega officinalis Galega officinalis
49 Melilotus Melilotus officinalis
50 Anthyllis Anthyllis barba-jovis Anthyllis vulneraria Anthyllis montana
51 Leguminose spontanee legnose (arbustive ed arboree)
52 Cytisus Gen. Cytisus I CITISI I Citisi sono piccoli arbusti o raramente piccoli alberi, con foglie trifogliate o semplici, piccole, caduche o persistenti. I fiori, papilionacei, sono bianchi, gialli o porporini, isolati o riuniti in racemi o in fascetti. Gli stami sono in numero di 10 ed hanno i filamenti saldati fra loro. Il frutto è un legume allungato, glabro o peloso, con semi forniti di un'appendice detta caruncola". Vivono nelle regioni temperate dell'europa, dell' Africa e dell' Asia. Queste piante venivano un tempo riunite, con una sessantina di specie, nel genere Cytisus, successivamente smembrato in varie entità generiche. Sulla base di Flora Europaea (1968) e di Pignatti (1982), e seguendo una recente revisione (Cristofolini, 1991), i Citisi italiani, appartengono ai generi Lembotropis (1 specie), Cytisus (11 specie), Argyrolobium (1 specie), Laburnum (2 specie). Per le Marche sono note le seguenti specie: Cytisus sessilifolius, C. villosus, C. scoparius, Argyrolobium zannonii, Laburnum anagyroides, L. alpinum. I Citisi sono utilizzati, per la loro eleganza, come piante decorative in parchi e giardini. Alcuni di essi sono adatti inoltre a rivestire i suoli nudi, per la loro rusticita e capacità di fissare l'azoto atmosferico. I Citisi, soprattutto i loro semi, contengono la citisina, un alcaloide tossico ad azione paralizzante dei centri nervosi.
53 Cytisus 1 Calice con tubo cilindrico, lungo il doppio dei denti 2 1 Calice con tubo conico, lungo quanto i denti o meno 3 2 Rami spinescenti all'apice, bianco-argentini per pelosità appressata. C. spinescens 2 Rami non spinescenti, verdi, glabri o con pelosita patente. C. triflorus 3 Cespuglio di 20-50cm; foglie sempljci. C. decumbens 3 Arbusti di 0,5-3 m; foglie trifogliate. 4 4 Foglie dei rami fioriferi sessilj; fiori jn racemi senza foglie. C. sessilifolius 4 Foglie tutte con picciolo; fiori all'ascella di foglie normali. 5 5 Stilo avvolto a spirale; calice glabro; rami glabri, ginestriformi, scanalati, ad angoli acuti. C. scoparius 5 Stilo dritto o solo curvato; calice peloso; rami pelosi, cilindrici o pentagonali, ad angolj ottusi. C. villosus
54 Cytisus sessilifolius
55 Cytisus villosus
56 Cytisus scoparius
57 Argyrolobium zannonii
58 Genista e Spartium Cen. Genista e Spartium LE GINESTRE Vengono comunemente chiamate Ginestre numerose specie appartenenti a diversi generi (Calicotome, Cytisus, Teline, Genista, Spartium, Ulex), più o meno affini fra loro e afferenti alla tribù delle Genisteae. Le Ginestre, in senso ampio, presenti nelle Marche sono: Cytisus scoparius (Ginestra dei carbonai o Citiso scopario); Genista tinctoria (Ginestra minore); Genista radiata (Ginestra stellata); Spartium junceum (Ginestra comune o odorosa o di Spagna). Al genere Genista appartengono piante arbustive caducifoglie che, con circa 10 specie, sono diffuse in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e Isole Canarie, soprattutto nei territori caldo-aridi. Inermi o spinose, hanno rami solcati o striati, flessuosi o rigidi; le foglie sono semplici o talvolta trifogliate; i fiori sono riuniti in racemi o in capolini, raramente sono solitari; il calice e bilabiato, persistente, con labbro superiore bilobo e labbro inferiore tridentato; la corolla, papilionacea, e gialla o raramente bianca; gli stami, in numero di 10, hanno i filamenti saldati fra loro; il legume è globulare o ristretto-oblungo. Molte specie sono utilizzate come piante ornamentali in parchi e giardini o per produrre pigmenti gialli per tingere la lana e il lino. Il nome Genista risale agli Autori classici latini che chiamano così una Ginestra di non chiara identificazione. Il genere Genista e rappresentato nelle Marche da C. tinctoria e G. radiata. Al genere Spartium appartiene una sola specie, S. junceum, diffusa nell'area mediterranea. Il nome Spartium deriva dal greco sparton = corda, con riferimento all'utilizzazione dei rami della pianta per ricavarne corde rustiche.
59 Spartium junceum
60 Genista tinctoria Genista michelii Genista michelii
61 Genista radiata
62 Coronilla Gen. Coronilla LE CORNETTE Sono cosl chiamate le specie, appartenenti al genere Coronilla, la cui denominazione deriva dalla disposizione dei fiori a "piccola corona" alla sommita del peduncolo dell'infiorescenza. II genere comprende una ventina di specie presenti in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e Isole Canarie. Si tratta di piante erbacee o arbustive, annuali o perenni, a foglie semplici, trifogliate o imparipennate, con fiori gialli, porporini o bianchi disposti in ombrelle su lunghi peduncoli. II frutto e un legume articolato. Vengono coltivate a scopo ornamentale nei giardini; data la loro tossicità, non hanno impieghi medicinali. In Italia il genere è rappresentato da 10 specie; quelle arbustive presenti nelle Marche sono C. emerus e C. valentina.
63 Coronilla emerus
64 Coronilla valentina
65 Colutea arborescens
66 Laburnum Gen. Laburnum I MAGGIOCIONDOLI I Maggiociondoli sono piccoli alberi o arbusti appartenenti al genere Laburnum, che comprende tre sole specie e che è affine al genere Cytisus, al quale un tempo venivano ascritti. La distribuzione interessa l'europa meridionale e l' Asia occidentale; due specie (L. anagyroides e L. alpinum) vivono in Italia; la terza (L. caramanicum), è originaria della Grecia e dell'asia Minore. I Maggiociondoli hanno foglie caduche, alterne, picciolate, composte da 3 foglioline; i fiori, gialli, sono riuniti in lunghi racemi penduli ed hanno corolla papilionacea; il frutto e un legume lineare. La denominazione di "falso Ebano" che viene data a queste piante deriva dai caratteri del legno, che ha il durame color bruno-scuro ed è durissimo e resistente alia marcescenza, indicato per lavori di ebanisteria, di tornio e di intarsio; lo scarso accrescimento in diametro però ne limita in pratica l'uso perche i tronchi sono quasi sempre sottili. Alla sua elasticità pare che fosse legato l'antico uso nella fabbricazione degli archi e l'uso pastorale di ricavarne collari per il bestiame ovino e caprino. I Maggiociondoli sono anche utilizzati come piante ornamentali e per il consolidamento di scarpate e pendii. Tutti gli organi vegetativi di queste piante, e in particolare i legumi freschi, sono velenosi a causa della presenza della citisina, un alcaloide molto tossico ad azione paralizzante dei centri nervosi. Nelle Marche sono presenti tutte e due le specie italiane, cioè L. anagyroides e L. alpinum.
67 Laburnum CHIAVE PER IL GENERE LABURNUM 1 Legume non alato lungo la sutura; rami e legumi a pelosità sericea; foglioline ad apice ottuso, mucronato, superiormente glabre, inferiormente a pelosità sericea; fiore con ali lunghe il doppio della carena. L. anagyroides 1 Legume alato lungo la sutura, glabro; rami glabri o scarsamente pelosi; foglioline ad apice acuto, glabre con ciglia al margine; fiore con ali poco più lunghe della carena. L. alpinum Laburnum anagyroides Laburnum alpinum
68 Laburnum anagyroides
69 Laburnum alpinum Laburnum alpinum Laburnum alpinum
70 Leguminose esotiche
71 Amorpha fruticosa Amorpha fruticosa L. - spontaneizzata (Amorfa, Indaco bastardo) Morfologia Arbusto caducifoglio alto 1-2 m, a volte fino a 5 m, con rami giovani sparsamente pubescenti; foglie imparipennate, con (7) foglioline ellittiche lunghe mm. Fiori riuniti in dense spighe lineari, di 1 x cm; corolla ridotta al solo vessillo violetto, lungo più o meno 6 mm; stami brevemente sporgenti. Legume ghiandoloso, lungo 6-9 mm. Fiorisce a giugno-iuglio e matura i frutti in autunno. Distribuzione Originaria del Nordamerica, e coltivata per siepi e si spontaneizza soprattutto lungo i greti e gli alvei fluviali. In Abruzzo si e spontaneizzata lungo vari fiumi, nel tratto planiziare e collinare (Saline, Tronto, Vibrata, Vomano ecc.) e anche in ambienti retrodunali sui litorale del Pescarese e di Martinsicuro, invadendo i saliceti ripariali e, nei casi di maggiore degradazione, sostituendosi ad essi.
72 Amorpha fruticosa
73 Robinia pseudacacia
74 Gleditsia triacantos
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