La scala musicale: gradi, toni e semitoni. Le alterazioni. I suoni omofoni.

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Adriana Antonella
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1 La scala musicale: gradi, toni e semitoni. Le alterazioni. I suoni omofoni. La scala: gradi, toni e semitoni E' una successione di 8 suoni congiunti, contenuti nell'ambito di una ottava. Ogni suono si chiama grado. Se la scala parte dal DO, termina con il DO; se parte dal SOL, terminerà con il SOL: SOL LA SI DO RE MI FA SOL. La scala può essere: ascendente: quando procede dal basso verso l'alto; discendente, quando procede dall'alto verso il basso.

2 La distanza dei gradi di una scala non è sempre costante: Il semitono (ossia il gradino più basso degli altri) si trova tra il 3-4 grado e tra il 7-8. Questo è il modello della scala maggiore. il tono è la distanza maggiore tra due gradi congiunti; il semitono è la distanza minore tra due gradi congiunti. I gradi della scala hanno ognuno il proprio nome: I tonica perché da il nome alla scala II sopratonica ossia, sopra la tonica III modale o mediante perché determina il modo (maggiore o minore) della scala IV sottodominante ossia, prima della dominante V dominante perché domina dal punto di vista armonico VI sopradominante ossia, sopra la dominante VII sensibile perché è attratta dal grado successivo VIII tonica è lo stesso suono del 1 grado, trasportato all'ottava superiore Le alterazioni

3 Osserviamo queste misure: Possiamo notare dei segni posti davanti alle note: sono le cosiddette alterazioni, o accidenti musicali. Eccone il prospetto: Le alterazioni si scrivono a sinistra della nota che devono alterare. La distanza tra SOL e LA è di un tono; quella tra SOL diesis e LA è di un semitono. Se avessimo messo un doppio diesis davanti al SOL, questa nota si sarebbe innalzata di un tono, andando a... finire direttamente sul LA. Infatti SOL doppio diesis e LA sono in realtà lo stesso suono. Ora vediamo cosa succede con il bemolle. Riprendiamo l'esempio precedente: SOL LA, distanza di 1 Tono.

4 Se mettiamo un bemolle davanti al LA, abbassiamo questa nota di un semitono: Notiamo che LA bemolle coincide con SOL diesis. E, come per il doppio diesis, se mettiamo il doppio bemolle davanti al LA, lo abbassiamo di un tono facendolo coincidere con il SOL. Osserviamo la tastiera di un pianoforte: I tasti bianchi corrispondono ai suoni naturali della scala. I tasti neri corrispondono ai suoni alterati. Ogni tasto nero ha quindi... due nomi. Possiamo infatti guardarlo da due punti di vista: come innalzamento della nota precedente: es. DO diesis; come abbassamento della nota successiva: es. RE bemolle. Notiamo che tra MI-FA e tra SI-DO non esiste il tasto nero. Perché? E' semplice: perché MI-FA e

5 SI-DO sono già semitoni, i gradini dimezzati della nostra scala. Quando aggiungiamo una alterazione ad una nota, il suo effetto dura per tutta la misura. Ciò significa che se incontriamo una seconda nota della stessa altezza della nota alterata, anch'essa risulterà alterata. Esempio: Per togliere l'alterazione, useremo il bequadro o il doppio bequadro. Così: Tipi di alterazioni Le alterazioni possono essere: fisse: quando si trovano subito dopo la chiave e prima dell'indicazione del tempo. Il tal caso alterano tutte le note della composizione ad esse corrispondenti, senza bisogno di indicarle di volta in volta. In questo caso, ogni volta che incontriamo un FA o un DO (indicati dal puntino rosso) dovremo considerarli innalzati di un semitono (FA diesis e DO diesis). In questo secondo caso, ogni volta che incontriamo un SI (indicato dal puntino rosso) dovremo considerarlo abbassato di un semitono (SI bemolle). Le alterazioni scritte vicino alla chiave formano il cosiddetto impianto tonale.

6 transitorie: quando alterano le note solo all'interno della misura.questo tipo di alterazioni ha un effetto temporaneo, che svanisce nella misura successiva; precauzionali: vengono poste tra parentesi, per togliere a chi legge lo spartito eventuali dubbi sull'altezza reale della nota: Suoni omofoni Sono omofoni pertanto quei suoni che, pur avendo nome diversi, hanno la stessa altezza, risultando all'ascolto identici. Guardando la tastiera del pianoforte, si capisce che sono omofoni tutti i tasti neri: DO diesis con RE bemolle; RE diesis con MI bemolle, ecc. Questo fatto è assolutamente chiaro: tant'è che utilizziamo lo stesso tasto nero per suonare i due suoni omofoni ad esso corrispondenti. Ma possono essere omofoni anche: DO doppio diesis con RE: perché il DO, innalzandosi di un tono, coincide con il RE; RE doppio bemolle con DO: perché il RE, abbassandosi di un tono, coincide con il DO; FA doppio diesis con il SOL: perché il FA, innalzandosi di un tono, coincide con il SOL; SOL doppio bemolle con il FA: perché il SOL, abbassandosi di un tono, coincide con il FA; ecc. Semitono diatonico e semitono cromatico I teorici distinguono i semitoni in due tipologie: semitono diatonico e semitono cromatico. il semitono diatonico passa tra due note di nome diverso: DO diesis-re; LA bemolle-sol; e anche MI-FA e SI-DO; il semitono cromatico passa tra due note dello stesso nome: RE-RE diesis; SI-Si bemolle; DO-DO diesis, ecc.

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