IDEE PER LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA TERRITORIALE: GESTIONE FAUNISTICA E RISORSE NATURALI

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1 IDEE PER LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA TERRITORIALE: GESTIONE FAUNISTICA E RISORSE NATURALI San Venanzo (TR) 22 novembre 2005 STEFANO MASINI Area Ambiente e Territorio Coldiretti

2 ALCUNE CONSIDERAZIONI Un maggiore interesse al sostegno di rapporti positivi tra agricoltura, ambiente e caccia può essere la base di un nuovo patto con la società per opporsi al degrado del territorio rurale e ri-legittimare l attività venatoria alimentando relazioni di mercato e occasioni di reddito specie nelle aree più interne e svantaggiate.

3 PROTEZIONE DELLA BIODIVERSITÀ NELLE POLITICHE AGRICOLE Le disposizioni concernenti lo sviluppo rurale per il periodo e quelle approvate per il periodo (Reg. CE n. 1698/2005 del 20 settembre 2005) promuovono l ammodernamento del settore agricolo anche attraverso la tutela dell ambiente e della biodiversità (Rete Natura 2000).

4 LA RIFORMA DELLA PAC L'ultimo decennio ha determinato un cambiamento radicale nel modo in cui l'opinione pubblica è venuta considerando le misure di intervento nel settore agricolo. Le ragioni principali possono essere così sintetizzate: o o o o l accresciuta sensibilità ambientale; le esigenze salutistiche ed i nuovi modelli alimentari; il dibattito sulle biotecnologie; la crisi della mucca pazza IL NUOVO OBIETTIVO DELLA PAC: UN'AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE SOSTENIBILE E COMPETITIVA UNO SVILUPPO RURALE COMPETITIVO: MULTIFUNZIONALITÀ DELL'IMPRESA AGRICOLA LA NUOVA AGRICOLTURA DEVE: salvaguardare il paesaggio; preservare l'ambiente naturale ed il benessere animale; fornire un contributo fondamentale alla vita rurale; tutelare e garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari

5 GLI STRUMENTI DELLA NUOVA PAC IL DISACCOPPIAMENTO Il meccanismo prevede un aiuto unico per l azienda disaccoppiato: si passa dal sostegno differenziato per prodotto ad un pagamento legato alla disponibilità di terreno, in modo che gli imprenditori possano scegliere le produzioni in funzione delle convenienze di mercato OBIETTIVI spostamento del sostegno dal prodotto al produttore orientamento al mercato e libertà di produrre compatibilità con le regole del commercio internazionale condizionamento del sostegno ai requisiti obbligatori riguardanti ambiente, salubrità e benessere animale semplificazione, attraverso un pagamento unico per azienda calcolato in base alla media dei premi percepiti tra 2000 e 2002 per tutti i settori interessati CONSEGUENZE I primi dati confermano la consistente influenza del disaccoppiamento sugli ordinamenti colturali

6 GLI STRUMENTI DELLA NUOVA PAC L ECOCONDIZIONALITA L imprenditore agricolo beneficia di pagamenti diretti a condizione di mantenere le proprie terre in buone condizioni agronomiche e di rispettare le norme in materia di sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, ambiente e benessere degli animali. Qualora l'azienda non ottemperi a tali norme, i pagamenti diretti possono essere ridotti di un importo compreso tra il 5% ed il 15%. In caso di infrazione dolosa, tale riduzione è pari almeno al 20%, con la possibilità di un'esclusione totale del produttore dal regime di aiuto. Gli importi non spesi vengono accreditati al Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG). Gli Stati membri possono tuttavia trattenerne il 25%.

7 L ALTERNATIVA CHE VIENE DALL AGRICOLTURA AGRICOLTURA L impresa agricola di oggi è MULTIFUNZIONALE LE AREE DI INVESTIMENTO PRODOTTI SERVIZI Qualità Tipicità Tutela consumatore Tutela ambiente Valorizzazione del territorio SETTORE FOOD SETTORE NO FOOD AREA AMBIENTE E TERRITORIO

8 I PIANI DI SVILUPPO RURALE IL REGOLAMENTO 1257/99 (MODIFICATO DAL REG. 1783/03), HA INTRODOTTO LO STRUMENTO DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE (PSR). IL REG. (CE) N. 1698/2005, ABROGANDO IL REG.1257/99, CONTIENE LE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LO SVILUPPO RURALE PER IL PERIODO 2007/2013 I PSR HANNO UNA DURATA DI 7 ANNI E SONO AGGIORNABILI OGNI ANNO IN ITALIA SONO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME CHE REDIGONO I PSR. CIASCUNA REGIONE O PROVINCIA AUTONOMA INDIVIDUA MOLTEPLICI LINEE D AZIONE BASATE SU ANALISI TERRITORIALI E SOCIO-ECONOMICHE, DEFINISCE LE PRIORITÀ DI INTERVENTO E PREDISPONE UN PROGRAMMA ORGANIZZATIVO E FINANZIARIO.

9 I PIANI DI SVILUPPO RURALE OBIETTIVI GENERALI DELLA NUOVA POLITICA DI SVILUPPO RURALE (2007/2013) MIGLIORAMENTO DELLA COMPETITIVITÀ DELL AGRICOLTURA E DELLA SILVICOLTURA ATTRAVERSO IL SOSTEGNO ALLA RISTRUTTURAZIONE MIGLIORAMENTO DELL AMBIENTE E DELLO SPAZIO NATURALE ATTRAVERSO IL SOSTEGNO ALLA GESTIONE DEL TERRITORIO MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA NELLE ZONE RURALI E INCORAGGIAMENTO DELLA DIVERSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE

10 I PIANI DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE ASSE I: miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale ASSE III: Diversificazione dell economia rurale e qualità della vita in ambiente rurale PACCHETTI Potenziamento del capitale umano Potenziamento del capitale fisico Qualità dei prodotti e dei processi (nuove misure introdotte dalla Riforma Fischler) Diversificazione dell economia rurale Miglioramento della qualità della vita MISURE Formazione professionale Insediamento giovani Prepensionamento Uso da parte degli agricoltori dei servizi di consulenza aziendale Avvio di servizi tecnici e consulenza Investimenti nelle aziende agricole e forestali (modernizzazione) Aumento del valore aggiunto delle foreste Sviluppo infrastrutture agricole Ristoro e prevenzione danni del potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali Raggiungimento degli standard Qualità alimentare Promozione e informazione su prodotti di qualità da parte di gruppi di produttori Diversificazione verso attività non agricole Sostegno alla creazione e sviluppo di PMI Incoraggiamento delle attività turistiche Protezione, valorizzazione e gestione del patrimonio rurale e naturale Sviluppo infrastrutture per comuni rurali al fine di fornire servizi essenziali alla popolazione e all economia rurale Rinnovamento e sviluppo dei villaggi rurali Formazione: Formazione professionale degli attori economici Strategie locali di sviluppo: Acquisizione di competenze per l animazione di strategie locali di sviluppo ASSE II: Miglioramento dell ambiente e dello spazio naturale e gestione del territorio Uso sostenibile dei terreni agricoli Uso sostenibile dei terreni forestali Indennità compensativa per zone di montagna Indennità compensatica per zone svantaggiate Indennità compensativa per aree Natura 2000 Misure agroambientali e benessere degli animali Investimenti non produttivi Primo imboschimento di terreni agricoli Avvio di sistemi agro-forestali su terreni agricoli Prima imboschimento di terreni non agricoli Indennità Natura 2000 Misure eco-forestali Azioni di ristoro e prevenzione della produzione forestale Investimenti non produttivi Il REG. (CE) N. 1698/2005 SUL SOSTEGNO ALLO SVILUPPO RURALE PER IL PERIODO PREVEDE SPECIFICI ASSI DI INTERVENTO CHE CIASCUN PSR DEVE REALIZZARE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEI TRE OBIETTIVI GENERALI

11 PSR E BIODIVERSITÀ: : LE MISURE AGROAMBIENTALI Le misure agroambientali (art. 36, 37, 38, 39, 40 e 41 e del Reg. 1698/05) riguardano il sostegno a metodi di produzione agricola finalizzati alla protezione dell'ambiente e alla conservazione dello spazio naturale. Nei PSR vengono indicate con la lettera F e riguardano: forme di conduzione dei terreni agricoli compatibili con la tutela e il miglioramento dell'ambiente, del paesaggio e delle sue caratteristiche, delle risorse naturali, del suolo e della diversità genetica; l'estensivizzazione della produzione agricola e la gestione dei sistemi di pascolo a scarsa intensità; la tutela di ambienti agricoli ad alto valore naturale esposti a rischio; la salvaguardia del paesaggio e delle caratteristiche tradizionali dei terreni agricoli; il ricorso alla pianificazione ambientale nell'ambito della produzione agricola; il miglioramento del benessere degli animali.

12 PSR E BIODIVERSITÀ: : LE MISURE AGROAMBIENTALI Gli impegni a favore dell'ambiente e del benessere degli animali devono oltrepassare l'applicazione delle normali buone pratiche agricole. Essi procurano servizi non forniti da altre misure di sostegno, quali il sostegno dei mercati o le indennità compensative. Il sostegno viene concesso annualmente ed è calcolato in base ai seguenti criteri: il mancato guadagno; i costi aggiuntivi derivanti dall'impegno assunto; la necessità di fornire un incentivo. L attuazione delle misure agroambientali rappresenta il nucleo della strategia PAC per l ambiente: e pure in molte Regioni sono state attivate in misura limitata o sono state utilizzate come misure di compensazione al reddito in quanto non sostenute da adeguati controlli e valutazioni.

13 PSR E BIODIVERSITÀ: : L ESPERIENZA L l esigenza di informazione In generale si rileva la insufficiente attenzione da parte degli Enti locali nei confronti delle misure agroambientali. La conseguenza è la scarsa informazione che viene fornita alle aziende agricole sulle misure disponibili maggiormente adatte alle condizioni agronomiche e con i tempi necessari per redigere la domanda. Dovrebbe essere compito delle Regioni e delle Province autonome organizzare corsi di formazione per i propri funzionari, per quelli delle associazioni di categoria e del volontariato sociale nonché organizzare opportune campagne di informazione e divulgazione tra gli agricoltori. Anche le associazioni venatorie e gli ATC potrebbero attivarsi in tal senso con apposite attività di coordinamento, promozione e sensibilizzazione.

14 PSR E BIODIVERSITÀ: : L ESPERIENZA L l esigenza di norme tecniche I PSR dovrebbero riportare più dettagliatamente le norme tecniche concernenti la corretta esecuzione delle pratiche relative alle misure oggetto di finanziamento, al fine di assicurare la corretta realizzazione degli interventi in relazione agli obiettivi di conservazione della biodiversità. Ad esempio: indicare che gli interventi di manutenzione della vegetazione siano effettuati fuori dal periodo riproduttivo delle specie di avifauna presenti in modo da non danneggiarne la riproduzione; eseguire gli interventi di contenimento della flora acquatica nei canali ad anni alterni sulle singole sponde, per garantire zone di rifugio per la fauna e la flora; vietare l utilizzo di specie alloctone negli interventi di riforestazione e di restauro ambientale, vietando specie invasive e dannose (Robinia, Ailanto e Eucalipti) e utilizzando specie di antica naturalizzazione o tradizionali del paesaggio agrario (Gelso, Ciliegio, Noce e Castagno).

15 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI Gli obiettivi di conservazione della biodiversità perseguiti dai PSR regionali attraverso varie misure: sono attualmente 1) ripristino e conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario; 2) mantenimento di prati e pascoli per la trasformazione dei seminativi in prati e per il mantenimento del pascolo estensivo; 3) agricoltura biologica; 4) conservazione delle razze in pericolo di estinzione; 5) adozione di tecniche di agricoltura integrata; 6) cura dei terreni agricoli o forestali abbandonati.

16 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI 1) ripristino e conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario Il recupero del paesaggio rurale consiste in interventi di vario genere a seconda dei contesti regionali. Si tratta, ad esempio, della realizzazione e mantenimento di siepi, prati umidi, stagni, maceri e risorgive, manutenzione dei muretti a secco. Questi interventi sono importanti, oltre che per il miglioramento del paesaggio agrario, anche per la stabilizzazione dell equilibrio dell agroecosistema. La relativa azione è infatti protettiva nei confronti della fauna selvatica, degli insetti utili alla lotta ai parassiti delle colture: schermano le coltivazioni dal vento, proteggono il terreno dall erosione e sostengono le sponde dei corsi d acqua.

17 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI 2) mantenimento di prati e pascoli per la trasformazione dei seminativi in prati e per il mantenimento del pascolo estensivo Il mantenimento dei prati e dei pascoli è una priorità di livello nazionale, soprattutto in zone collinari e montane, dove, a causa dell abbandono, tendono a trasformarsi in bosco, oltre che a livello delle zone di pianura, intensamente coltivate, dove rischiano di essere interamente sostituiti dai seminativi con danni alla biodiversità ( decremento numerico e di areale di alcune specie a priorità di conservazione). Soprattutto all interno dei siti Natura 2000, il mantenimento dei prati e dei pascoli rappresenta una misura importante per la conservazione delle specie di fauna selvatica, tenuto conto della limitazione dei periodi di sfalcio, nonché dell utilizzo di sementi di origine locale per la creazione dei prati polifiti.

18 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI 3) agricoltura biologica L insieme di pratiche agronomiche realizzate nei regimi biologici influenzano positivamente la biodiversità, con particolare riguardo a: rotazione delle colture; aratura tardiva delle stoppie; divieto di utilizzo di erbicidi ed insetticidi; gestione leggera di margini di campi; aratura poco profonda; sovescio; utilizzo di letame come concime.

19 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI 4) conservazione delle razze in pericolo di estinzione Il mantenimento delle razze di animali domestici in via di estinzione deve essere utilmente associato all azione di mantenimento degli ambienti aperti tramite il pascolo estensivo con il molteplice vantaggio di: impedire l erosione genetica e aumentare il benessere degli animali di allevamento; migliorare la qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti zootecnici; conservare i pascoli.

20 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI 5) agricoltura integrata L agricoltura ha, ormai, drasticamente ridotto l uso di composti chimici di sintesi e ricercato con interesse mezzi alternativi per combattere parassiti e malattie, come, ad esempio, l uso di specie animali antagoniste.

21 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE MISURE AGROAMBIENTALI 6) cura dei terreni agricoli o forestali abbandonati Questa misura è attivata da poche regioni ma concorre a realizzare fondamentali obiettivi ambientali come la prevenzione del suolo dal dissesto idrogeologico e il mantenimento di habitat prioritari. Queste circostanze si verificano di solito nelle aree collinari e montane dove si deve contrastare l evoluzione verso il bosco di ambienti aperti e non gestiti.

22 PSR E BIODIVERSITÀ: : PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLE ALTRE MISURE PER LA SALVAGUARDIA DELL AMBIENTE Ulteriori considerazioni si potrebbero formulare in riferimento agli effetti sulla biodiversità ad opera di altre misure previste dai PSR: misure per zone soggette a vincoli ambientali specifici; misure per aree svantaggiate; forestazione di terreni agricoli.

23 UNA NOVITA DELLO SVILUPPO RURALE : INDENNITA PER GLI AGRICOLTORI E PER I SILVICOLTORI CHE SVOLGONO L ATTIVITÀ NEI SITI NATURA 2000 RETE NATURA 2000 rappresenta la strategia di conservazione della biodiversità dell Unione Europea, che ha l obiettivo di garantire nel lungo termine la persistenza di habitat e specie (un elevata biodiversità) tramite l attuazione di due direttive: la Direttiva Uccelli 79/409/ECC, adottata nel 1979 (recepita dalla Legge 157/92), rappresenta uno dei due pilastri della conservazione della biodiversità europea; la Direttiva Habitat 92/43/ECC, adottata nel 1992 (recepita dal DPR n. 357/97), sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, rappresenta il completamento del sistema di tutela.

24 UNA NOVITA DELLO SVILUPPO RURALE : INDENNITA PER GLI AGRICOLTORI E PER I SILVICOLTORI CHE SVOLGONO L ATTIVITÀ NEI SITI NATURA 2000 Direttiva Uccelli 79/409/ECC Lo scopo della Direttiva Uccelli è la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo. La direttiva richiede che le popolazioni di tutte le specie vengano adeguatamente mantenute dal punto di vista ecologico, scientifico e culturale, pur tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative. In particolare, le specie contenute nell allegato I della Direttiva devono essere soggette a tutela rigorosa ed i siti più importanti per queste specie vanno tutelati designando Zone di Protezione Speciali (ZPS). Lo stesso strumento va applicato alla protezione delle specie migratrici, con particolare riferimento alle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di RAMSAR.

25 UNA NOVITA DELLO SVILUPPO RURALE : INDENNITA PER GLI AGRICOLTORI E PER I SILVICOLTORI CHE SVOLGONO L ATTIVITÀ NEI SITI NATURA 2000 Direttiva Habitat 92/43/ECC Lo scopo della Direttiva Habitat è quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali (es. agricoltura tradizionale), nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo. La direttiva identifica una lista di habitat (allegato I) e specie (allegato II) definiti di importanza comunitaria e tra questi identifica quelli prioritari. Lo strumento fondamentale identificato dalla Direttiva è quello della designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) in siti identificati dagli Stati membri come Siti di Importanza Comunitaria (SIC).

26 UNA NOVITA DELLO SVILUPPO RURALE : INDENNITA PER GLI AGRICOLTORI E PER I SILVICOLTORI CHE SVOLGONO L ATTIVITÀ NEI SITI NATURA 2000 Il nuovo reg. 1698/05 per lo sviluppo rurale introduce indennità specifiche per gli agricoltori e per i silvicoltori che svolgono l attività nei siti Natura 2000, contribuendo in tal modo al mantenimento della biodiversità. Si tratta di: importi compensativi annuali e per ettaro (500 euro per i primi 5 anni, 200 euro a regime) agli agricoltori per i costi e per il mancato guadagno derivanti dai vincoli imposti dalle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE nelle zone interessate; importi compensativi annuali e per ettaro (da 40 a 200 euro, a secondo delle zone) ai silvicoltori (privati proprietari e associazioni) per compensare i costi derivanti dai vincoli imposti all uso del bosco o della foresta dalle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE nelle zone interessate.

27 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ Il set-aside è stato istituito come forma di riposo del terreno, collegata ad incentivi economici e a criteri pratici di attuazione della politica agricola comune, ma il meccanismo si arricchisce ora di nuove finalità. Se nella vecchia PAC, il set-aside era stato introdotto come strumento di controllo dell offerta di prodotti vegetali (in particolare di cereali), nella nuova PAC il suo spettro di azione si amplia verso un ruolo ecologico positivo, con soluzioni e proposte chiaramente orientati all obiettivo di conservazione della biodiversità e di protezione dell avifauna.

28 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ La normativa nazionale (D.M. 5 agosto 2004, n. 1787) di applicazione dei regolamenti comunitari (Reg. CE 1782/2003 e Reg. CE 795/2004) definisce che le superfici a set aside devono restare a riposo per un periodo minimo che va dal 15 gennaio al 31 agosto. Tuttavia è consentito agli agricoltori, a partire dal 15 luglio, la semina di colture per ottenere un raccolto nell anno successivo.

29 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ Le superfici ritirate dalla produzione non devono essere adibite ad uso agricolo, né alla produzione di alcuna coltura a fini commerciali, ma devono essere mantenute in buone condizioni agronomiche, in base a quanto previsto dalle norme sulla condizionalità. Eccezioni Il D.M. del 13 dicembre 2004 prevede alcune eccezioni nel caso in cui i terreni abbinati ai titoli di ritiro possono essere destinati: a qualsiasi produzione, se l azienda è condotta con il metodo dell agricoltura biologica per la totalità della sua produzione; acolture no-food, nell ambito di un contratto con l industria di trasformazione; alla coltivazione di pioppeti, Miscanthus sinensis (canna cinese) e Phalaris arundinacea (fettuccia d acqua); arimboschimento o a set aside ambientale nell ambito delle misure di sviluppo rurale.

30 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ Rispetto alla condizionalità, i terreni a set-aside sono assoggettati a due norme. La prima riguarda la gestione delle stoppie e dei residui colturali : è vietata la bruciatura delle stoppie, nonché della vegetazione naturale o seminativa. La seconda riguarda la gestione delle superfici ritirate dalla produzione : le superfici abbinate ai titoli di ritiro sono soggette a due prescrizioni: presenza di una copertura vegetale, naturale o artificiale, durante tutto l anno; attuazione di pratiche agronomiche consistenti in operazioni di sfalcio, o altre operazioni equivalenti, al fine di conservare l ordinario stato di fertilità del terreno, tutelare la fauna selvatica e prevenire la formazione di un potenziale inoculo di incendi, in particolare nelle condizioni di siccità, ed evitare la diffusione di infestanti.

31 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ Obbligo e divieto di sfalcio Lo sfalcio deve essere effettuato almeno una volta l anno (sono ammesse anche operazioni equivalenti, quali la trinciatura) ma vige il divieto di sfalcio in determinati periodi: dal 1 marzo al 31 luglio di ogni anno, per le aree individuate ai sensi della direttiva 79/409/Cee (direttiva sulla conservazione uccelli selvatici) e della direttiva 92/43/Cee (direttiva Habitat); dal 15 marzo al 15 luglio di ogni anno, per le altre aree.

32 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ Per far fronte alle difficoltà legate al periodo di divieto di sfalcio, il D.M. del 13 dicembre 2004 ha introdotto una serie di deroghe, peraltro ampliate dal D.M. del 15 marzo Queste deroghe all obbligo/divieto di sfalcio sui terreni a set aside consentono: la pratica del sovescio (garantendo comunque una copertura del terreno nel periodo autunno-invernale); la presenza di colture a perdere per la fauna; l utilizzo di idonee pratiche agronomiche, a basso impatto, finalizzate a limitare la disseminazione di essenze infestanti nonché la propagazione di vegetazione indesiderata laddove tali fenomeni arrechino pregiudizio per l utilizzazione di pratiche ordinarie per la coltura successiva o danno a terreni coltivati circostanti. Tali circostanze devono essere riscontrate e debitamente documentate.

33 SET ASIDE E BIODIVERSITÀ L evoluzione delle prescrizioni normative, tra cui la comparsa di numerose e continue deroghe, evidenzia le difficoltà della applicazione del set-aside. Gli obiettivi generali di tutela dell ambiente e di sostenibilità integrati nelle politiche agricole sono, tuttavia, un elemento fondamentale per la legittimazione degli interventi del mercato agricolo.

34 AGRICOLTURA E CACCIA I PSR rappresentano gli strumenti potenzialmente idonei a promuovere il giusto equilibrio tra conservazione della biodiversità e redditività delle attività agricole.

35 AGRICOLTURA E CACCIA I PSR di nuova generazione possono introdurre ulteriori standard per l attività agricola, contribuendo con maggiore incisività al mantenimento della biodiversità

36 AGRICOLTURA E CACCIA E indispensabile una connessione con le attività previste dai Piani Faunistici Venatori. Gli art. 10 e 11 della Legge n. 157/92 prevedono, infatti, una pianificazione faunistico-venatoria di tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale.

37 AGRICOLTURA E CACCIA E necessario, tuttavia, un ulteriore strumento di sostegno da parte degli ATC attraverso una concreta e specifica collaborazione con gli agricoltori in vista della valorizzazione del patrimonio faunistico

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