LA NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI PER LA CARATTERISTICA ECOTOSSICO H14

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1 LA NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI PER LA CARATTERISTICA ECOTOSSICO H14 Federica Tommasi Responsabile Unità Gestione Rifiuti Reparto Suolo e Rifiuti Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria 1

2 ECOTOSSICITA CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ADR Ai sensi della nota 1 all allegato I al D. Lgs. 152/06 le caratteristiche di pericolo dei rifiuti si attribuiscono in base ai criteri delle norme vigenti in tema di classificazione delle sostanze e preparati pericolosi. 1 L'attribuzione delle caratteristiche di pericolo "tossico" (e "molto tossico"), "nocivo", "corrosivo" e "irritante" "cancerogeno", "tossico per la riproduzione", "mutageno" ed "ecotossico" è effettuata secondo i criteri stabiliti nell'allegato VI, parte I.A e parte II.B della direttiva 67/548/Cee del Consiglio, del 27 giugno 1967 e successive modifiche e integrazioni, concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose Tali norme definiscono diversi livelli di ecotossicità (intesa come pericolosità per l ambiente acquatico) contraddistinti con le frasi di rischio (vecchia norma Dir. 67/548/Cee) o con le indicazioni di pericolo (nuova norma Reg, CE 1272/2008 e succ.) secondo lo schema seguente: 2

3 H14 ECOTOSSICO D.L. 2/2012 convertito con modificazioni, in legge 24 marzo 2012, n.28 (G.U. 24/03/2012 n. 71) All'allegato D alla parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, il punto 5 è sostituito dal seguente: 5. Se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose, esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni (ad esempio, percentuale tali da conferire al rifiuto in questione una o più proprietà di cui all'allegato I. Per le caratteristiche da H3 a H8, H10 e H11, di cui all'allegato I, si applica quanto previsto al punto 3.4 del presente allegato. Per le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14, di cui all'allegato I la decisione 2000/532/CE non prevede al momento alcuna specifica. Nelle more dell'emanazione, da parte del Ministero dell'ambiente e della Tutela de Territorio e del Mare, di uno specifico decreto che stabilisca la procedura tecnica per l'attribuzione della caratteristica H14, sentito il parere dell Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, tale caratteristica viene attribuita ai rifiuti secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9-M6 e M7. 3

4 4 ECOTOSSICITA CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ADR Frasi di rischio dir. 67/548 e succ. R50 altamente tossico per gli organismi acquatici R51 tossico per gli organismi acquatici R52 nocivo per gli organismi acquatici R53 può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente acquatico R 50/53 altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente acquatico R 51/53 tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente acquatico R 52/53 nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente acquatico Indicazioni di pericolo Regolamento 1272/08 H400 Molto tossico per gli organismi acquatici (acquatic acute 1) Non c è corrispondenza Non c è corrispondenza H413 può essere nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (acquatic chronic 4) H400 Molto tossico per gli organismi acquatici (acquatic acute 1) H410 Molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (acquatic chronic 1) H411 tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (acquatic chronic 2) H412 nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (acquatic chronic 3 ) MERCE PERICOLOSA AI SENSI ADR Quindi, ai sensi delle nuove disposizioni, il rifiuto è ecotossico e prenderà H14 SOLO nei casi evidenziati in rosso SI NO NO NO SI SI NO

5 CLASSIFICAZIONE PER LA CARATTERISTICA H14 PRIMA DELLA LEGGE n. 28/2012 (Comma 5, All. D) Lettura congiunta direttive sulla classificazione delle sostanze Applicazione della proposta operativa del parere congiunto ISS/ISPRA ECOTOSSICO H14: parere congiunto ISS/ISPRA Il parere è stato reso, al MATTM, con nota del 29/09/2011, Prot. n , congiuntamente con ISPRA I rischi esibiti dalle sostanze da prendere in considerazione ai fini dell attribuzione della caratteristica di pericolo ecotossico H14 sono le seguenti: Parere ISS/ISPRA Frase di rischio R50 R50-53 R51-53 R52 R53 R52-53 R59 descrizione del pericolo Altamente tossico per gli organismi acquatici Altamente tossico per gli organismi acquatici e può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico Tossico per gli organismi acquatici e può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico Nocivo per gli organismi acquatici Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico Nocivo per gli organismi acquatici e può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico Pericoloso per lo strato di ozono ADR 5

6 H14: la caratteristica Ecotossico viene attribuita secondo le modalità dell ADR per la classe 9 M6 e M7 Acronimo di Accord Dangereuses Route cioè Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada : si applica alle merci ed ai beni oggetto di trasporto Classi ADR ECOTOSSICO Applicata ora anche ai rifiuti Classe 1 Materie e oggetti esplosivi Classe 2 Gas Classe 3 Liquidi infiammabili Classe 4.1 Solidi infiammabili, materie autoreattive ed esplosivi solidi desensibilizzanti Classe 4.2 Materie soggette ad accensione spontanea Classe 4.3 Materie che a contatto con l acqua sviluppano gas infiammabili Classe 5.1 Materie comburenti Classe 5.2 Perossidi organici Classe 6.1 Materie tossiche M6 Materie pericolose per Classe 6.2 Materie infettanti l ambiente acquatico, Classe 7 Materiali radioattivi liquide Classe 8 Materie corrosive Classe 9 Materie e oggetti pericolosi diversi M7 Materie pericolose per l ambiente acquatico, solide 6

7 ECOTOSSICITA CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ADR Classificazione di materie, comprese le soluzioni e miscele (come preparati e rifiuti), non nominativamente menzionate Le materie non nominativamente menzionate nella Tabella A del capitolo 3.2, aventi più caratteristiche di pericolo, e le soluzioni o miscele contenenti più materie pericolose, devono essere classificate in una rubrica collettiva (vedere ) e con un gruppo di imballaggio della classe pertinente, conformemente alle loro caratteristiche di pericolo. Questa classificazione conforme alle caratteristiche di pericolo deve essere fatta nel seguente modo: Le caratteristiche fisiche e chimiche e le proprietà fisiologiche devono essere determinate mediante misura o calcolo e la materia, soluzione o miscela deve essere classificata secondo i criteri enunciati nella sottosezione 2.2.x.1 delle diverse classi Se questa determinazione non è possibile senza costi o prestazioni sproporzionati (per esempio per alcuni rifiuti), la materia, soluzione o miscela deve essere classificata nella classe del componente che presenta il pericolo preponderante. 7

8 ECOTOSSICITA CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ADR Classificazione di materie, comprese le soluzioni e miscele (come preparati e rifiuti), non nominativamente menzionate Se le caratteristiche di pericolo della materia, soluzione o miscela rientrano in più classi o gruppi di materie qui sotto indicate, la materia, soluzione o miscela deve essere classificata nella classe o nel gruppo di materie corrispondente al pericolo preponderante nel seguente ordine di precedenza: (a) Materiali della classe 7 (salvo i materiali radioattivi in colli esenti, nel qual caso le altre proprietà pericolose devono essere considerate come preponderanti); (b) Materie della classe 1; (c) Materie della classe 2; (d) Esplosivi liquidi desensibilizzati della classe 3; (e) Materie autoreattive ed esplosivi solidi desensibilizzati della classe 4.1; (f) Materie piroforiche della classe 4.2; (g) Materie della classe 5.2; (h) Materie delle classi 6.1 o 3 che, per la loro tossicità all inalazione, devono essere classificate nel gruppo d imballaggio I [le materie che soddisfano i criteri di classificazione della classe 8 e che presentano una tossicità all inalazione di polveri fini e nebbie (CL50) corrispondente al gruppo d imballaggio I, ma la cui tossicità all ingestione o all assorbimento cutaneo corrisponda solo al gruppo d imballaggio III o che presentano un grado di tossicità ancor minore devono essere assegnate alla classe 8]; (i) Materie infettanti della classe

9 ECOTOSSICITA CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ADR Classificazione di materie, comprese le soluzioni e miscele (come preparati e rifiuti), non nominativamente menzionate Se le caratteristiche di pericolo della materia rientrano in più classi o gruppi di materie non citati al qui sopra, la materia deve essere classificata secondo la stessa procedura, ma la classe pertinente deve essere scelta in funzione della tabella di preponderanza dei pericoli del Se la materia da trasportare è un rifiuto, la cui composizione non è esattamente conosciuta, la sua assegnazione a un numero ONU e a un gruppo d imballaggio conformemente a può essere basata sulle conoscenze del rifiuto che ha lo speditore, come pure su tutti i dati tecnici e dati di sicurezza disponibili, richiesti dalla legislazione in vigore, relativa alla sicurezza e all ambiente 2 In caso di dubbio, deve essere scelto il grado di pericolo più elevato. Se tuttavia, in base alle conoscenze della composizione del rifiuto e delle proprietà fisiche e chimiche dei componenti identificati, è possibile dimostrare che le proprietà del rifiuto non corrispondono alle proprietà del gruppo d imballaggio I, il rifiuto può essere classificato di default sotto la più appropriata rubrica n.a.s. di gruppo d imballaggio II. 9

10 ECOTOSSICITA CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ADR Classificazione di materie, comprese le soluzioni e miscele (come preparati e rifiuti), non nominativamente menzionate Si deve sempre utilizzare la rubrica collettiva più specifica (vedere ); una rubrica n.a.s. generica deve essere utilizzata soltanto se non è possibile utilizzare una rubrica generica o una rubrica n.a.s. specifica I rifiuti che non rientrano nelle classi da 1 a 9 ma che sono contemplati dalla Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione, possono essere trasportati con i numeri ONU 3077 o

11 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni generali Le materie pericolose per l ambiente comprendono tra l altro le sostanze (liquide o solide) che inquinano l ambiente acquatico, comprese le loro miscele, (tra cui preparati e rifiuti). Ai fini del , si intendono per sostanza gli elementi chimici e i loro composti, presenti allo stato naturale o ottenuti grazie ad un processo di produzione. Questo termine include ogni additivo necessario per preservare la stabilità del prodotto come pure ogni impurezza prodotta dal procedimento utilizzato, ma esclude ogni solvente che possa essere estratto senza interessare la stabilità o modificare la composizione della sostanza L ambiente acquatico può essere inteso come gli organismi acquatici che vivono in acqua e l ecosistema acquatico di cui fanno parte 11. L identificazione dei pericoli si basa dunque sulla tossicità della sostanza o della miscela per gli organismi acquatici anche se può essere modificata tenendo conto dei fenomeni di degradazione e di bioaccumulazione. 11

12 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni generali La procedura di classificazione qui di seguito descritta è concepita per applicarsi a tutte le sostanze e a tutte le miscele, ma si riconosce che in certi casi, per esempio per i metalli o i composti organici poco solubili, saranno necessarie disposizioni particolari12 vedere l allegato 10 al GHS Ai fini della presente sezione, s intende per: - BCF: fattore di bioconcentrazione (Bioconcentration Factor); - BOD: domanda biochimica di ossigeno (Biochemical Oxygen Demand); - BPL: buone pratiche di laboratorio; - CE50: concentrazione effettiva di una sostanza il cui effetto corrisponde al 50% della risposta massima; - C(E)L50: La CL50 o la CE50; - CEr50: la CE50 in termini di riduzione del tasso di crescita; - CL50: concentrazione di una sostanza nell acqua che provoca la morte del 50% (la metà) di un gruppo di animali sottoposti alla prova; - COD: domanda chimica di ossigeno (Chemical Oxygen Demand); - Kow: coefficiente di partizione ottanolo-acqua (octanol/water partition coefficient); - Linee guida dell OCSE: Linee direttive pubblicate dall Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). - NOEC: Concentrazione osservata senza effetto (No Observed Effect Concentration); 12

13 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni e dati necessari I principali elementi da prendere in considerazione ai fini della classificazione di materie pericolose per l ambiente (ambiente acquatico) sono i seguenti: a) tossicità acuta per l ambiente acquatico; b) tossicità cronica per l ambiente acquatico; c) bioaccumulazione potenziale o effettiva; e d) degradazione (biotica e non biotica) dei composti organici Se la preferenza va ai dati ottenuti da metodi di prova armonizzati su scala internazionale, in pratica, i dati ottenuti da metodi nazionali possono anche essere utilizzati quando sono giudicati equivalenti. In genere è stato concordato che i dati che si riferiscono alla tossicità per le specie di acqua dolce e le specie marine sono generalmente considerati equivalenti e devono di preferenza essere ottenuti secondo le linee guida per le prove dell OCSE o metodi equivalenti, conformi a una buona pratica di laboratorio (BPL). In mancanza di questi dati, la classificazione si deve basare sui migliori dati disponibili. 13

14 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni e dati necessari Tossicità acuta per l ambiente acquatico, la proprietà intrinseca di una sostanza di essere nociva ad un organismo acquatico nel corso di un esposizione di breve durata a quella sostanza nell ambiente acquatico. Pericolo acuto (di breve durata), ai fini della classificazione, il pericolo di un prodotto chimico che deriva dalla sua tossicità acuta per un organismo nel corso di un esposizione di breve durata a quel prodotto chimico nell ambiente acquatico. La tossicità acquatica acuta per l ambiente acquatico deve essere determinata normalmente facendo riferimento alla CL ore sui pesci (Linea guida 203 dell OSCE o prova equivalente), alla CE ore sui crostacei (Linea Guida 202 dell OSCE o prova equivalente) e/o alla CE o 96 ore su come rappresentative di tutti gli organismi acquatici e i dati relativi ad altre specie come Lemna possono anche essere presi in considerazione se il metodo di prova è appropriato. 14

15 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni e dati necessari Tossicità cronica per l ambiente acquatico, la proprietà intrinseca di una sostanza di essere nociva ad un organismo acquatico nel corso di esposizioni nell ambiente acquatico che sono determinate in relazione con il ciclo di vita di questi organismi. Pericolo di lunga durata, ai fini della classificazione, il pericolo di un prodotto chimico che deriva dalla sua tossicità cronica a seguito di un esposizione a lunga durata nell ambiente acquatico. Esistono meno dati sulla tossicità cronica che sulla tossicità acuta e l insieme delle prove è meno normalizzato. I dati contenuti secondo le linee guida dell OCSE 210 (Pesce ai primi stadi di vita) o 211 (Daphnia, prova di riproduzione) e 201 (Alghe, prova inibizione della crescita) sono accettabili. Anche altre prove convalidate e riconosciute a livello internazionale possono essere usate. Devono essere utilizzate le concentrazioni osservate senza effetto (NOEC) o altre CE x equivalenti. 15

16 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni e dati necessari Per bioaccumulazione s intende il risultato netto dell assorbimento, della trasformazione e dell eliminazione di una sostanza in un organismo attraverso tutte le vie di esposizione (aria, acqua, sedimenti/terreno e alimenti). Il potenziale di bioaccumulazione si determina abitualmente con l aiuto del coefficiente di ripartizione ottanolo/acqua, normalmente espresso sotto forma logaritmica (Log Kow) (Linee guida 107 o 117 dell OCSE). Questa determinazione dà soltanto un valore teorico mentre il fattore di bioconcentrazione (BCF) determinato sperimentalmente offre una migliore misura e dovrebbe essere utilizzato in preferenza quando disponibili. Il fattore di bioconcentrazione (BCF) si determina secondo la Linea guida 305 dell OCSE 16

17 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Definizioni e dati necessari Degradazione, la decomposizione di molecole organiche in molecole più piccole e alla fine in diossido di carbonio, acqua e sali. Nell ambiente, la degradazione può essere biotica o abiotica (per esempio per idrolisi) e i criteri applicati riflettono questo fatto. Una rapida biodegradazione è definita nel modo più semplice dalle prove di biodegrabiltà (A-F) delle linee guida 301 dell OCSE. Le sostanze che raggiungono i livelli di biodegradazione indicati per queste prove possono essere considerate come capaci di degradarsi rapidamente nella maggior parte degli ambienti. Queste prove si svolgono in acqua dolce, e quindi si tiene ugualmente conto dei risultati delle prove effettuate conformemente alla Linea considera che un rapporto BOD5 (domanda biochimica di ossigeno in 5 giorni)/cod (domanda chimica di ossigeno) 0,5 indichi una rapida degradazione. Una degradazione abiotica come l idrolisi, una degradazione primaria biotica e abiotica, una degradazione negli ambienti acquatici e una rapida degradazione dimostrata nell ambiente possono tutte essere prese in considerazione nella definizione di rapida digeribilità13 Guide specifiche sulla interpretazione dei dati sono fornite bel capitolo 4.1 e nell allegato 9 del GHS 17

18 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Categorie e criteri di classificazione delle sostanze Sono considerate come pericolose per l ambiente (ambiente acquatico) le sostanze soddisfacenti i criteri di tossicità acuta 1, di tossicità cronica 1 o di tossicità cronica 2, conformemente alla tabella Questi criteri descrivono in dettaglio le categorie di classificazione. Esse sono riassunte nella tabella

19 Tabella : Categorie per le sostanze pericolose per l ambiente acquatico 19

20 Tabella : Categorie per le sostanze pericolose per l ambiente acquatico La nota 2: Quantificare anche i fattori M 20

21 Tabella : Schema di classificazione per le sostanze pericolose per l ambiente acquatico 21

22 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Il sistema di classificazione delle miscele riprende tutte le categorie di classificazione utilizzate per le sostanze: le categorie Acuta 1 e cronica 1 e 2. Allo scopo di utilizzare tutti i dati disponibili ai fini della classificazione della miscela per l ambiente acquatico, si formula e si applica, ove del caso, la seguente assunzione. I componenti rilevanti di una miscela sono quelli la cui concentrazione è uguale o superiore a 0,1% (massa) per i componenti classificati come aventi una tossicità Acuta e/o Cronica 1, e uguale o superiore a 1% (massa) per gli altri componenti, salvo che si supponga (per esempio nel caso di un componente molto tossico) che un componente presente a una concentrazione inferiore a 0,1% giustifichi nondimeno la classificazione della miscela per il pericolo che presenta per l ambiente acquatico. N.dA.: Paragrafo uguale al del REGOLAMENTO (UE) N. 286/2011 DELLA COMMISSIONE del 10 marzo 2011 recante modifica, ai fini dell adeguamento al progresso tecnico e scientifico, del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla classificazione, all etichettatura e all imballaggio delle sostanze e delle miscele ( il Secondo APT al CLP del 2011) 22

23 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele La classificazione dei pericoli per l ambiente acquatico si basa su un procedimento graduale e dipende dal tipo d informazione disponibile per la miscela e per i suoi componenti. L approccio graduale comprende: a) una classificazione fondata sulle miscele provate; b) una classificazione fondata sui principi ponte; c) il metodo della somma dei componenti classificati e/o l applicazione di una formula di additività. La figura illustra la procedura da seguire N.dA.: Paragrafo uguale al del REGOLAMENTO (UE) N. 286/2011 DELLA COMMISSIONE del 10 marzo 2011 recante modifica, ai fini dell adeguamento al progresso tecnico e scientifico, del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla classificazione, all etichettatura e all imballaggio delle sostanze e delle miscele 23

24 24

25 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Classificazione delle miscele quando esistono dati relativi alla tossicità sulla miscela in quanto tale Se la tossicità della miscela per l ambiente acquatico è stata provata sperimentalmente, questa informazione può essere utilizzata per classificare la miscela secondo i criteri adottati per le sostanze. La classificazione si deve basare normalmente sui dati concernenti i pesci, i crostacei, le alghe / piante (vedere e ). Se non sono disponibili dati adeguati sulla tossicità acuta o cronica per la miscela in quanto tale, bisogna applicare dei princìpi ponte o il metodo della somma (vedere da a ). 25

26 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Classificazione delle miscele quando non sono disponibili dati sulla tossicità per la miscela in quanto tale: princìpi ponte Diluizione Se la miscela risulta dalla diluizione di un altra miscela classificata o dalla diluizione di una sostanza con un diluente classificato in una categoria di tossicità acquatica uguale o inferiore a quella del componente originale meno tossico e che non dovrebbe alterare la tossicità degli altri componenti, allora la miscela deve essere classificata come equivalente alla miscela o alla sostanza di origine Se una nuova miscela è formata dalla diluizione di una miscela o di una sostanza provata sperimentalmente con un diluente classificato in una categoria di tossicità acquatica uguale o inferiore a quella del componente originale meno tossico e che non dovrebbe alterare la tossicità degli altri componenti, allora la miscela risultante deve essere classificata come equivalente alla miscela o alla sostanza di origine. Alternativamente può essere applicato il metodo descritto al

27 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Classificazione delle miscele quando non sono disponibili dati sulla tossicità per la miscela in quanto tale: princìpi ponte Lotti di fabbricazione La tossicità per l ambiente acquatico di un lotto di produzione testato di una miscela complessa deve essere considerato come sostanzialmente equivalente a quella di un altro lotto di produzione non testato della stessa miscela commerciale quando viene prodotto da o sotto il controllo dello stesso fabbricante, salvo si ritenga che la composizione della miscela vari sufficientemente per modificare la tossicità per l ambiente Concentrazione di miscele classificate nelle categorie più tossiche (tossicità cronica 1 e tossicità acuta 1) Se una miscela testata è classificata nelle categorie di tossicità cronica 1 e/o acuta 1 e si aumenta la concentrazione dei componenti tossici classificati in queste stesse categorie di tossicità, la miscela non testata più concentrata deve rimanere nella stessa categoria della miscela originale testata, senza prove supplementari. 27

28 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Classificazione delle miscele quando non sono disponibili dati sulla tossicità per la miscela in quanto tale: princìpi ponte Interpolazione all interno di una stessa categoria di tossicità Nel caso di tre miscele (A, B e C) aventi componenti identici, dove le miscele A e B sono state testate e sono nella stessa categoria di tossicità e dove la miscela C non testata contiene gli stessi componenti tossicologicamente attivi delle miscele A e B ma ha concentrazioni intermedie dei componenti tossicologicamente attivi rispetto a quelle presenti nelle miscele A e B, allora si considera che la miscela C appartiene alla stessa categoria di tossicità di A e B. 28

29 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Classificazione delle miscele quando non sono disponibili dati sulla tossicità per la miscela in quanto tale: princìpi ponte Miscele sostanzialmente simili Nel seguente caso: (a) Due miscele: (i) A + B (ii) C + B; (b) la concentrazione del componente B è essenzialmente la stessa nelle due miscele; (c) la concentrazione del componente A nella miscela (i) è uguale a quella del componente C nella miscela (ii); (d) i dati sui pericoli per l ambiente acquatico di A e C sono disponibili e sostanzialmente equivalenti, cioè le due sostanze appartengono alla stessa categoria di pericolo e non interferiscono con la tossicità di B, se la miscela (i) o (ii) è stata già classificata sulla base di dati sperimentali, allora l altra miscela deve essere classificata nella stessa categoria di pericolo. 29

30 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Metodo della somma Procedura di classificazione In generale, per le miscele, una classificazione più severa prevale su una classificazione meno severa, per esempio, una classificazione nella categoria di tossicità cronica 1 prevale su una classificazione in cronica 2. Come conseguenza, la procedura di classificazione è già conclusa se il risultato è la categoria di tossicità cronica 1. Poiché non esiste classificazione più severa della cronica 1, è inutile spingere oltre il processo di classificazione 30

31 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Metodo della somma Classificazione nella categoria acuta Si deve tener conto di tutti i componenti classificati nella categoria di tossicità acuta 1. Se la somma delle concentrazioni (in %) di questi componenti è uguale o superiore a 25%, la miscela deve essere classificata come acuta 1. Se il calcolo conduce ad una classificazione della miscela come acuta 1, il processo di classificazione è terminato La classificazione delle miscele in funzione della loro tossicità acuta secondo il metodo della somma delle concentrazioni dei componenti classificati è riassunto nella tabella qui di seguito. 31

32 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Metodo della somma Classificazione nelle categorie cronica 1 o Si comincia a considerare tutti i componenti classificati nella categoria cronica 1. Se la somma delle concentrazioni (in %) di questi componenti è uguale o superiore a 25%, la miscela deve essere classificata nella categoria cronica 1. Se il calcolo conduce ad una classificazione della miscela come cronica 1, il processo di classificazione è terminato Se la miscela non è classificata come cronica 1, si considera la categoria cronica 2. Una miscela è classificata nella categoria cronica 2 se la somma delle concentrazioni (in %) tutti i componenti classificati nella categoria cronica 1 moltiplicata per 10 e addizionata alla somma di tutti i componenti classificati nella categoria cronica 2 è superiore al 25%. Se il calcolo conduce ad una classificazione della miscela nella categoria cronica 2, il processo di classificazione è terminato. 32

33 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Metodo della somma Classificazione nelle categorie cronica 1 o La classificazione delle miscele in funzione del pericolo di lunga durata secondo il metodo della somma delle concentrazioni dei componenti classificati è riassunto nella tabella

34 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Metodo della somma Miscele con componenti altamente tossici I componenti di tossicità Acuta 1 o Cronica 1 aventi una tossicità acuta a concentrazioni nettamente inferiori a 1 mg/l e/o una tossicità cronica a concentrazioni nettamente inferiori a 0,1 mg/l (se non rapidamente degradabili) ed a 0,01 (se rapidamente degradabili) sono suscettibili di influenzare la tossicità della miscela e si attribuisce loro un peso più importante nell applicare il procedimento della somma. Quando una miscela contiene componenti classificati nelle categorie acuta 1 o cronica 1, si adotterà l approccio graduale descritto in e , moltiplicando le concentrazioni dei componenti delle categoria Acuta 1 e Cronica 1 per un fattore in modo da ottenere una somma ponderata, invece di sommare le percentuali come tali. In altre parole, la concentrazione del componente classificato in acuta 1 nella colonna di sinistra della tabella e la concentrazione del componente classificato in cronica 1 nella colonna di sinistra della tabella saranno moltiplicati per un fattore appropriato. 34

35 MATERIE PERICOLOSE PER L AMBIENTE (ambiente acquatico) Criteri di classificazione delle miscele Metodo della somma Miscele con componenti altamente tossici I fattori moltiplicativi da applicare a questi componenti sono definiti con riferimento al valore della tossicità, come riassunto nella seguente tabella Così per classificare una miscela contenente componenti rientranti nelle categorie acuta 1 o cronica 1, il classificatore deve conoscere il valore del fattore M per applicare il metodo della somma. In alternativa, la formula dell additività (vedere ) può essere utilizzata se sono disponibili i dati di tossicità di tutti i componenti molto tossici della miscela e se esistono delle prove convincenti che tutti gli altri componenti, compresi quelli per i quali i dati di tossicità acuta e/o cronica non sono disponibili, sono poco o per niente tossici e non contribuiscono in maniera significativa al pericolo per l ambiente della miscela. 35

36 Classificazione delle miscele di componenti per i quali non esiste alcuna informazione utile Nel caso in cui non esistono informazioni utili sulla tossicità acuta e/o cronica per l ambiente acquatico di uno o più componenti rilevanti, si conclude che la miscela non può essere classificata in modo definitivo in una certa categoria di pericolo. In questa situazione, la miscela dovrebbe essere classificata soltanto sulla base dei componenti conosciuti e recare la seguente dicitura: l X% della miscela è composto da un componente (o componenti) la cui tossicità per l ambiente acquatico è sconosciuta Materie e miscele classificate come materie pericolose per l ambiente (ambiente acquatico) sulla base del Regolamento 1272/2008/CE Se non ci sono dati disponibili per la classificazione conformemente ai criteri del e , una materia od una miscela: (a) deve essere classificata come una materia pericolosa per l ambiente (ambiente acquatico) se gli devono essere attribuita/e la/e categoria/e Acquatica Acuta 1, Acquatica Cronica 1 o Acquatica Cronica 2 conformemente al Regolamento 1272/2008/CE 16 o, qualora ancora pertinente conformemente al citato Regolamento, la/e frase/i di rischio R50, R50/53 o R51/53 conformemente alle Direttive 67/548/CEE 3 o 1999/45/CE 4 ; (b) può essere considerata come una materia non pericolosa per l ambiente (ambiente acquatico) se non gli deve essere attribuita una tale frase di rischio o categoria 36 conformemente alle citate Direttive o al Regolamento;

37 L ADR prevede per le sostanze un processo logico-decisionale basato su: 1. Dati tossicologici eseguiti su 3 specie (pesci, daphnia, alga) 2. Dati di Bioaccumulo 3. Dati di Biodegradabilità Dagli esiti di questo processo posso avere sostanze classificate come: Acuto 1 Cronico 2 Cronico 1 Per Rifiuti non si deve distinguere tra le diverse pericolosità: basta il grado di pericolo più basso per far scattare H14 Cronico 2 (R51-53) SOSTANZE 37

38 Analogamente alle sostanze, il processo di classificazione delle miscele utilizza un approccio graduale che dipende dal tipo di informazioni disponibili: una classificazione fondata sulle miscele provate (dati sperimentali) + una classificazione fondata sui principi ponte metodo delle sommatorie METODO SPERIMENTALE - MISCELE 38

39 H14 ECOTOSSICO SECONDO ADR ADR : sue conseguenze per la classificazione dei rifiuti: 1. Verranno presi in considerazione nella sommatoria solo i componenti con tossicità ACUTA e/o CRONICA 1 con concentrazione > 0,1% (massa) e i componenti con tossicità CRONICA 2 con concentrazione > 1% (massa) 2.Se la somma di tutti i componenti classificati con tossicità ACUTA 1 è 25% Rifiuto Pericoloso 3. Se la somma di tutti i componenti classificati con tossicità CRONICA 1 è 25% Rifiuto Pericoloso 4. Se sono presenti sia componenti classificati con tossicità CRONICA 1 e CRONICA 2 si applicherà la seguente formula: (10 x CRONICA 1) + CRONICA 2 25% Rifiuto Pericoloso 5. Per tutti i componenti classificati con tossicità ACUTA 1, CRONICA 1 e 2 si applicano i fattori M 39

40 H14 ECOTOSSICO SECONDO ADR ADR : Le banche dati per le sostanze e preparati ed i relativi fattori M per il calcolo effettivo con il metodo delle sommatorie Citiamo a titolo non esaustivo: 1. Banca Dati ISS 2. Portale ESIS : European chemical Substances Information System 3. Portale ATSDR: Agency for Toxic Substances & Disease Registry 4. EPA 5. WHO 6. FDA 7. Health Canada. 40

41 PASSO INDIETRO: Parere ISS/ISPRA i Test ecotossicologici Il parere ISS/ISPRA non ha più alcuna validità, ma vediamo quali possano essere le esperienze ereditate. Un rifiuto veniva classificato come pericoloso per la caratteristica H14 qualora fossero superati, a seguito dell effettuazione dei test ecotossicologici condotti sull eluato, uno o più dei seguenti valori limite: Test di ecotossicità Valore limite Saggio di tossicità con Vibrio fischeri EC50 < 10% Test con Pseudokirchneriella sub capitata EC20 < 20% Test con Daphnia magna EC50 < 10% Dove, rispettivamente, per 10% (o 20%) si intende la concentrazione dell eluato (prodotto secondo le specifiche dettate dalla Norma UNI EN 14735:2005 UNI EN 12457) nella soluzione testata. 41

42 L ORIZZONTE ISS: Test ecotossicologici sui rifiuti SPERIMENTAZIONE IN ISS In Istituto è attualmente in atto una sperimentazione per la ricerca di almeno una terna di test ecotossicologici da applicare alla caratterizzazione dei rifiuti anche a composizione ignota, che soddisfi i seguenti requisiti: tempistiche congrue per esecuzione/robustezza della risposta utilizzo di metodi/test riconosciuti a livello internazionale superamento della terna del CLP perché congrua solo per sostanze e preparati ma non mutuabile realisticamente nel mondo dei rifiuti congruenza con i dettami dell Animal Act: questione etica valutazione degli effetti e dell impatto su tutti i livelli della catena trofica superamento della valutazione strettamente chimica delle sostanze contenute nel rifiuto, privilegiando l effetto prodotto sull ambiente 42 limitatamente alla stima della caratteristica H14

43 Esami I pericoli che certi tipi di rifiuti possono presentare non sono ancora ben noti, né esistono esami che possano permettere una valutazione quantitativa di tali pericoli. Sono necessarie ricerche più approfondite per elaborare i metodi atti a definire i pericoli che tali tipi di rifiuti possono comportare per l uomo e per l ambiente. Finora sono soltanto stati messi a punto esami normalizzati per certe sostanze allo stato più o meno puro. In particolare, numerosi Stati hanno sviluppato test nazionali che possono essere applicati alle sostanze che figurano nell allegato I, per stabilire se esse presentano una o più proprietà fra quelle elencate nel presente allegato. Chiusura Allegato III della Convenzione di Basilea 1989 Grazie per l attenzione federica.tommasi@iss.it

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