PASSEGGIANDO NELLA BOCCA DEL VULCANO ASTRONI

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Onorato Corti
7 anni fa
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1 PASSEGGIANDO NELLA BOCCA DEL VULCANO ASTRONI di Paolo Luise foto di P. Luise e P. Calenda Fra i tanti luoghi poco conosciuti da chi fa una crociera in mare, il Vulcano Astroni si trova a pochissima distanza dal porto turistico di Napoli-Mergellina. Credo che ai miei lettori interesserà particolarmente questo articolo, perché descrive un luogo magico dove è bello passeggiare lontano dal rumore e dalla confusione della metropoli. Curiosi? Penso di si a questo punto! Bene! Il Vulcano Astroni fa parte di un area vulcanica chiamata dei Campi Flegrei, subito ad Occidente della città di Napoli, che ospita molti Vulcani: il Monte Nuovo, La Solfatara, Agnano, Pisani e tanti altri. In epoche remote il Vulcano esplose in modo così violento, da far volare in aria gran parte di quello che doveva essere il suo edificio vulcanico. Ciò nonostante, da un alta collina sita a nord di Napoli - i Camaldoli - se si osserva il vulcano, non può non stupire la sua grandezza nel paesaggio campano. Arrivarci in auto dal porto turistico di Napoli Mergellina è cosa assai facile; basta attraversare la galleria che porta a Fuorigrotta (anche essa è un antichissimo vulcano), arrivare ad Agnano (altro antichissimo vulcano) e, superato il cratere di Agnano, inerpicarsi sulla strada che conduce su di un fianco del Vulcano Astroni ove è posta l entrata. La visita consiste nel passeggiare nella sua bocca. Ma già all entrata si respira subito un aria diversa, balsamica, odorosa, salubre.

2 La mappa dei sentieri che è fornita ai visitatori, unita ai cartelli dalle facili indicazioni, rende la visita agevole, e non c è timore di perdersi. Vi sono diversi viali e sentieri, e si possono fare passeggiate più o meno lunghe, ed interessanti: il giro completo del Vulcano o tagliare per la strada di mezzo. I luoghi notevoli da visitare sono nell ordine: l Osservatorio, il Lago Grande, due stagni detti il Cofaniello piccolo, e il Cofaniello grande, situati sul fondo del cratere, l area di sosta, il Giardino delle farfalle, il Colle dell Imperatrice, la Vaccheria (che altro non è che il Casino di caccia fatto costruire dal Re di Napoli Carlo III di Borbone), la vecchia Farnia, e la Cava rachitica. E interessante osservare gli uccelli acquatici da apposite postazioni create al fine di non essere visti e non spaventare gli uccelli. L ultima volta che ho visitato il Vulcano il Lago Grande era pieno di Folaghe, dal piumaggio nero e dalla testa e becco bianchi.

3 Nell area, cosa notevole, si può assistere al fenomeno definito Inversione vegetazionale. In poche parole la stratificazione delle specie vegetali è inversa rispetto a quella usuale: sul fondo del vulcano vi sono piante che abitualmente si trovano a più alte quote, come il castagno, la farnia, il rovere, l olmo, mentre sui bordi quella che dovrebbe essere sul fondo. Intorno al lago grande, ornato da un tappeto di ninfea bianca, vi è un fitto canneto e un saliceto. I margini dei sentieri sono coronato da ciclamini napoletani, pungitopi, gigari, biancospini, insomma da un folto sottobosco. Passeggiando ho riconosciuto anche piante di orchidee selvatiche. Risalendo verso la parte alta del cratere il bosco lascia il posto alla vegetazione mediterranea, con lecci, corbezzoli e orniello. Gli uccelli poi, vi hanno trovato un ottimo rifugio; sono circa 130 le specie che vi nidificano o che sono presenti nel periodo dei flussi migratori.

4 Vi è la capinera, il pettirosso, il lui piccolo, il merlo, il fringuello, lo scricciolo, il fiorrancino, le cince, la ghirlandaia, il picchio rosso maggiore, il martin pescatore, e il tir abusino. Elencarli tutti significherebbe stendere un trattato di ornitologia. Tra gli uccelli acquatici le folaghe, le gallinelle d acqua, tuffetti, porciglioni e perfino alcune coppie di germano reale. Abitano l oasi volpi, donnole, ricci, talpe, toporagni, ghiri, moscardini, e il piccolissimo musticolo etrusco. La mia ultima passeggiata l ho fatta nel mese di Febbraio, quando molti alberi erano ancora spogli; tuttavia sono rimasto affascinato dall ambiente, i viali erano coperti di un tappeto di foglie morbido, e gli unici rumori erano quelli del cinguettio degli uccelli, mentre belle farfalle gialle mi volavano intorno.

5 Mi riprometto di ritornavi in Primavera, troverò sicuramente un altro spettacolo della natura dalla bellezza affascinante. Il Vulcano ha una storia regale: si sa che intorno al 1200 il Re Federico II si recò al Vulcano Astroni per fare dei bagni termali e guarire da una malattia. Nella seconda metà del secolo XV fu trasformato in una riserva di caccia Reale da Alfonso I d Aragona, che lo popolò di animali di interesse venatorio come cinghiali, cervi, caprioli e uccelli. Nella seconda metà del XVI secolo fu edificata una torre allo scopo di vigilare sulla selvaggina e quale deterrente contro i cacciatori di frodo. Nel 1721 il Vulcano fu ceduto ai Gesuiti, che lo tennero sino al 1739, quando fu rivenduto nuovamente a Carlo III di Borbone. Quest ultimo lo riconvertì in riserva di caccia per i Reali e lo ripopolò di selvaggina. Nel 1970 divenne proprietà della Regione Campania e nel 1987 il Ministero dell Ambiente istituì la Riserva Naturale Cratere degli Astroni. Nel chiudere l articolo, spero che qualcuno dei miei lettori si rechi a visitare l Oasi del Vulcano Astroni, sarebbe la giusta ricompensa per questo breve lavoro e una salutare immersione nello stupefacente mondo del Vulcano.

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