AGGIORNAMENTO DELLA COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO E NUOVE NORME GEOLOGICHE DI PIANO INDICE

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2 AGGIORNAMENTO DELLA COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO E NUOVE NORME GEOLOGICHE DI PIANO L.R. 12/ D.G.R. 30 Novembre 2011, n. 9/2616 INDICE 1. PREMESSA VERIFICA DEGLI EFFETTI SISMICI AI SENSI DELLA D.G.R. N. 9/2616 DEL Introduzione Zona sismica di appartenenza Carta della pericolosità sismica locale Applicazione del 2 livello Effetti morfologici Effetti litologici Conclusioni dell analisi sismica di 2 livello OGGETTO DELL AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO GEOLOGICO Carta della pericolosità sismica locale (Tav. 3) Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano (Tav. 6) congruenza delle previsioni della variante con i contenuti dello studio geologico vigente 18 1

3 ALLEGATI - TAVOLA 3: CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE - TAVOLA 6: CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO - ALLEGATO 1- NORME GEOLOGICHE DI PIANO 2

4 1. PREMESSA Il Comune di Mazzano è dotato di Studio geologico del territorio comunale ( Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ) redatto nel dicembre 2007 secondo i criteri e gli indirizzi contenuti nella D.G.R. 22 dicembre 2005, n.8/1566, adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n.6 del 1 febbraio 2008 e approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n.37 del 9 luglio Nel 2012 lo studio è stato variato in seguito al recepimento dei risultati di uno studio idraulico di dettaglio effettuato dall Ing. Giuseppe Negrinelli e dall Ing. Antonio Di Pasquale ai sensi dell All. 4 alla D.G.R. 30 novembre 2011, n. 9/2616 ( Valutazione delle condizioni di rischio idraulico delle aree a rischio idraulico molto elevato interne al centro abitato del comune di Mazzano - art.51 comma 5 N.T.A. del PAI ). Il presente aggiornamento dello studio della Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ha come scopo il recepimento delle ultime modifiche apportate dalla D.G.R. 30 novembre 2011, n. 9/2616 per quanto concerne la valutazione dell'amplificazione sismica locale. Non essendo intervenuti negli ultimi anni particolari fenomeni geologici e geomorfologici a modificare l'assetto dl territorio, si è ritenuto che la fase di analisi contenuta nello studio del 2007 fosse conforme e idonea a rappresentare lo stato del territorio stesso. Nell ambito della redazione del nuovo Documento di Piano del PGT è stato quindi effettuato il presente aggiornamento dello studio geologico del 2007 con i seguenti obiettivi: - verifica degli effetti sismici ai sensi della D.G.R. n. 9/2616 del ; - verifica della congruenza delle trasformazioni previste dal nuovo Documento di Piano del P.G.T. con le risultanze dello studio geologico. Il presente lavoro è articolato in due parti. Nella prima sono verificati i risultati ottenuti nello studio di amplificazione sismica effettuato nel 2007, secondo la metodologia contenuta nell Allegato 5 della D.G.R. n. 9/2616 del Tale verifica riguarda tutto il territorio comunale e costituisce un aggiornamento della Componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T. effettuato nel

5 Nella seconda parte viene verificata la congruenza delle trasformazioni previste dal nuovo Documento di Piano del P.G.T. con le risultanze dello studio geologico. In ottemperanza a quanto disposto nella Parte 4 Procedure di coordinamento dell attività istruttoria della D.G.R. n. 9/2616 del , alla variante al P.G.T. deve essere allegata una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale sia asseverata la congruenza delle previsioni con i contenuti dello studio geologico vigente. Si allegano: TAVOLE GRAFICHE TAV. 3 - CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE in scala 1:5.000; TAV. 6 - CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO in scala 1:

6 2. VERIFICA DEGLI EFFETTI SISMICI AI SENSI DELLA D.G.R. N. 9/2616 DEL INTRODUZIONE La valutazione degli effetti locali dell amplificazione sismica per il territorio di Mazzano eseguita per la prima stesura della Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT (dicembre 2007) faceva riferimento alla normativa allora vigente, in particolare all Allegato 5 della D.G.R. 22 dicembre 2005, n.8/1566. La Regione Lombardia con la D.G.R. n. 8/7374 del 28 maggio 2008, recentemente sostituita dalla D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2011, ha modificato sostanzialmente la metodologia per l analisi sismica locale adeguandola a quanto contenuto nelle Norme per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008). In particolare sono stati modificati i valori di soglia a cui far riferimento nell analisi che non sono più legati alla Zona sismica come definita dalla OPCM n 3274 del 20 Marzo 2003, ma derivano dalla Mappa della Pericolosità Sismica nazionale come definita dall OPCM 3519/2006. Per tale motivo si rende necessaria una revisione dell analisi dell amplificazione sismica locale alla luce delle recenti modifiche metodologiche e normative ZONA SISMICA DI APPARTENENZA L attività sismica storica nel bresciano rappresenta la naturale continuazione di quella pliocenica e quaternaria. La sismicità crostale rappresenta la maggior parte dell'attività sismica registrata dalla Rete Sismica Nazionale Centralizzata gestita da INGV (Istituto Nazionale di Sismica e vulcanologia). In particolare la sismicità di questa zona è legata alla tettonica molto complessa del margine padano settentrionale. Le sorgenti sismogenetiche dovrebbero trovarsi ad una profondità compresa tra 5 e 15 km, in corrispondenza dello scollamento tra il basamento cristallino e la sovrastante copertura sedimentaria. Con l OPCM n 3274 del 20 Marzo 2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in 5

7 zona sismica vengono individuate le nuove zone sismiche sul territorio nazionale. L Ordinanza è in vigore, per gli aspetti inerenti la classificazione sismica, dal 23 ottobre La Regione Lombardia con D.G.R. 7 novembre 2003 n.7/14964 recepisce, in via transitoria e fino a nuova determinazione, la classificazione contenuta nella OPCM n 3274 del 20 Marzo Il Comune di Mazzano ricade in Zona Sismica 3. Nell aprile 2004 l Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha prodotto una nuova Mappa di pericolosità sismica che è stata approvata con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 28 aprile Si tratta di un documento che è stato predisposto secondo i criteri riportati nella OPCM n 3274 del 20 Marzo 2003 e che è stato messo a disposizione delle Regioni per le rispettive deliberazioni. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha emanato nuove Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC08) con il D.M. del 14 gennaio 2008 (G.U. n.29 del 04/02/2008) nelle quali la definizione dell'azione sismica di riferimento si basa sui dati rilasciati da INGV CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE In occasione di eventi sismici le particolari condizioni litologiche e geomorfologiche di una zona possono produrre effetti di amplificazione locale o effetti di instabilità. La metodologia per la valutazione dell amplificazione sismica locale, contenuta nell Allegato 5 della D.G.R. n.9/2616 del 30 novembre 2011, prevede tre livelli di approfondimento in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari di pericolosità sismica individuati sul territorio. Il 1 livello di approfondimento consiste nel riconoscimento delle aree passibili di amplificazione sismica sulla base delle osservazioni di tipo geologico e/o bibliografico. Le diverse situazioni tipo (scenari) in grado di determinare gli effetti sismici locali sono elencate in Tabella 1. 6

8 Sigla Scenari di pericolosità sismica locale Effetti Z1a Z1b Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Instabilità Z1c Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z2a Zona con terreni di fondazione saturi particolarmente scadenti Cedimenti (riporti poco addensati, depositi altamente compressibili, ecc.) Z2b Zone con depositi granulari fini saturi Liquefazioni Z3a Zona di ciglio H>10 m (scarpata, bordo di cava, nicchia di Amplificazioni distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica, ecc.) topografiche Z3b Zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo: appuntite - arrotondate Z4a Z4b Z4c Z4d Z5 Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e conoide deltizio-lacustre Zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (comprese le coltri loessiche) Zona con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse Tabella 1 - Scenari di pericolosità sismica locale Amplificazioni litologiche e geometriche Comportamenti differenziali Nel territorio esaminato potrebbero verificarsi fenomeni di amplificazione sismica locale riferibili ai seguenti scenari, rappresentati sulla CARTA DI DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE: Instabilità - Z1c - Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Cedimenti - Z2a - Zona con terreni di fondazione particolarmente scadenti (Ex Discarica Ciliverghe - RSU e assimilabili). Amplificazione topografica - Z3a - Zona di ciglio di scarpata con altezza H>10 m (bordo ex cava Florio). Amplificazione litologica - Z4a - Zona di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi. - Z4b - Zona pedemontana di falda di detrito. 7

9 Comportamenti differenziali - Z5 - Zona di contatto stratigrafico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse. Nelle aree identificate come Z1c - Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana e Z2a - Zona con terreni di fondazione particolarmente scadenti (Ex Discarica Ciliverghe - RSU e assimilabili) è prevista l applicazione diretta del terzo livello di approfondimento previsto dalla normativa regionale necessario per la quantificazione dei fenomeni di instabilità e dei cedimenti. Per le aree interessate dalla Z5 - Zona di contatto stratigrafico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto differenti non è previsto un approfondimento delle conoscenze dal punto di vista sismico in quanto tale scenario esclude la possibilità di edificare a cavallo dei due litotipi. In fase progettuale tale limitazione potrà essere superata qualora si operi in modo tale da ottenere un terreno di fondazione omogeneo. Per quanto riguarda i casi di amplificazione topografica (Z3a) e litologica (Z4a e Z4b), si rende necessaria l applicazione del 2 livello di approfondimento in fase di pianificazione previsto dall Allegato 5 della D.G.R. n.9/2616 del 30 novembre 2011 che consente una caratterizzazione semi-quantitativa degli effetti di amplificazione attesi, in quanto fornisce una stima della risposta sismica dei terreni in termini di valore di Fattore di Amplificazione (Fa) APPLICAZIONE DEL 2 LIVELLO Effetti morfologici L allegato 5 della D.G.R. n.9/2616 del 30/11/2011 riporta, al paragrafo la procedura semplificata per la valutazione qualitativa degli scenari morfologici suscettibili di amplificazione sismica. Tali scenari sono costituiti da Zona di ciglio H>10 m (Z3a) e da Zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo (Z3b). Facendo riferimento alle relative schede per gli effetti morfologici riportate nell allegato 5 sono stati ottenuti i fattori di amplificazione (Fa) che dovranno essere utilizzati per valutare il grado di protezione raggiunto al sito dall applicazione della normativa sismica nazionale vigente. 8

10 Per gli effetti morfologici la procedura fornisce il valore di Fa solamente per l intervallo di periodo s. Nel caso si prevedano costruzioni con strutture flessibili e sviluppo verticale compreso tra 5 e 15 piani, in presenza di scenari Z3a e Z3b, è necessario effettuare analisi di approfondite (3 livello) in fase progettuale. I valori di Fa ottenuti dalle schede di valutazione (Fa abaco) devono essere confrontati con il valore di S T delle Norme Tecniche per le Costruzioni riportate in tabella 3.2.VI del D.M. 14 gennaio 2008 (derivante dalla categoria topografica Tab. 3.2.IV del D.M. 14 gennaio 2008), che rappresenta il valore di soglia oltre il quale lo spettro proposto dalla normativa nazionale non è sufficiente a tenere in considerazione la reale amplificazione topografica presente nel sito. Rispetto al valore di soglia, viene considerata una variabilità di che tiene conto della variabilità del valore di Fa ottenuto dalla procedura semplificata. Nel territorio di Mazzano si può osservare, in corrispondenza dell orlo di scarpata che delimita la ex Cava Florio, lo scenario Z3a Zona di ciglio H>10m. La scheda riportata nell integrazione dell allegato 5 (Scheda: EFFETTI MORFOLOGICI SCARPATA SCENARIO Z3a) illustra le caratteristiche morfologiche per la classificazione delle scarpate e per la valutazione del fattore di amplificazione. Nella scheda si osserva che per scarpate con altezza compresa tra 10 e 20 m il valore di Fa è pari a 1.1 e per scarpate con altezza compresa tra 20 e 40 m il valore di Fa è pari a 1.2. La scarpata che delimita l ex cava Florio presenta altezze massime prossime a 20 m con conseguenti valori massi di Fa pari a 1.2. Tale fattore di amplificazione (Fa) deve essere utilizzato per valutare il grado di protezione raggiunto al sito dall applicazione della normativa sismica nazionale vigente ed essere confrontato con il valore di S T delle Norme Tecniche per le Costruzioni, che rappresenta il valore di soglia oltre il quale lo spettro proposto dalla normativa non è sufficiente a tenere in considerazione la reale amplificazione topografica presente nel sito. Il valore di ST di riferimento è pari a 1.2, che è quello relativo alla categoria topografia T2, nella quale ricadono le scarpate individuate. Intervallo di periodo s Fa abaco Soglia norma

11 Il confronto mostra come il valore di soglia sia uguale o superiore al valore di Fa ottenuto dall abaco. La procedura semiquantitativa di 2 livello evidenzia che per il territorio di Mazzano la possibile amplificazione sismica di carattere topografico risulta contenuta e che quindi l applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione topografica Effetti litologici Per l applicazione del 2 livello di approfondimento è necessario conoscere, oltre alla stratigrafia del sito, l andamento della velocità delle onde trasversali (V s ) con la profondità fino a valori pari o superiori a 800 m/s ed in particolare lo spessore e la velocità V s di ciascuno strato. Sono stati quindi ripresi i dati di carattere geofisico raccolti in occasione dello studio del 2007 costituiti da indagini di sismica a rifrazione realizzati in tre aree campione rappresentative dell area di pianura (area n. 1 San Zeno e area n. 2 Municipio) e dell area pedemontana (area n. 3 Italcementi). L ubicazione degli stendimenti è riportata in Tavola 3 Carta della pericolosità sismica locale. Per le aree di pianura (scenario Z4a), indagate tramite gli stendimenti 1-San Zeno e 2- Municipio, il modello geofisico indica la presenza di litotipi ad alta porosità, insaturi, corrispondenti a depositi fluvioglaciali grossolani e compatti fino ad una profondità di 13/16 m. Tra 13/16 m e 25/28 m di profondità sono presenti materiali molto compatti costituenti il bedrock sismico (V s 800 m/s), rappresentati da ghiaie grossolane con frequenti trovanti. Oltre i 25/28 m sono presenti conglomerati fessurati saturi o parzialmente saturi o ghiaie grossolane parzialmente cementate. Nell area 3 Italcementi (scenario Z4b) il modello geofisico indica la presenza di litotipi ghiaioso-sabbiosi con ciottoli via via più grossolani e compatti fino ad una profondità di 18/20 m. Oltre tale profondità è presente il bedrock sismico (V s 1100 m/s) costituito da depositi ghiaiosi molto compatti o da substrato roccioso alterato. Con i dati raccolti, seguendo la metodologia del 2 livello, si calcola il valore del Fattore di amplificazione (Fa) che viene confrontato con i valori di soglia relativi al comune di Mazzano, disponibili nella banca dati della Regione Lombardia. 10

12 Di seguito si riporta un grafico che illustra l andamento rappresentativo delle Vs con la profondità per le tre indagini considerate. Vs (m/s) profondità (m) ST1 ST2 ST Trattandosi di dati geofisici diretti, ma "spalmati" su tutto il territorio comunale, a questi viene assegnato un grado di attendibilità medio. Le indagini mostrano la presenza di terreni dotati di alte velocità delle onde S già nei primi metri di profondità. Di seguito si riportano per ogni indagine le schede che illustrano i risultati dell'applicazione del 2 livello di approfondimento per la valutazione degli effetti litologici di amplificazione. Stendimento n. 1 San Zeno L indagine ha permesso di stimare una velocità delle onde S nei primi 30 m di profondità da p.c. V s30 = 515 m/s. Avendo individuato il substrato sismico di riferimento (V s > 800 m/s) a profondità inferiori a 20 m da p.c. e avendo verificato che i terreni soprastanti sono caratterizzati da un valore V s15 11

13 = 380 m/s caratteristico della categoria di sottosuolo B, il terreno può essere classificato in categoria di sottosuolo B = Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di V s30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s. ST1 - SAN ZENO Profilo sismico Unità Spessore Vs Vs 15 (m/s) 380 B U U Vs 30 (m/s) 515 B U U Periodo T U Categoria di sottosuolo B Valori soglia di Fa per il Comune di Mazzano Fa soglia ( s) 1.5 Categoria B Fa soglia ( s) 1.7 Scheda litologia ghiaiosa curva 3 Fa calcolato Fa soglia Fa ( s) 1.3 < 1.5 Fa ( s) 1.1 <

14 Stendimento n. 2 Municipio L indagine ha permesso di stimare una velocità delle onde S nei primi 30 m di profondità da p.c. V s30 = 536 m/s. Avendo individuato il substrato sismico di riferimento (V s > 800 m/s) a profondità inferiori a 20 m da p.c. e avendo verificato che i terreni soprastanti sono caratterizzati da un valore V s16 = 369 m/s caratteristico della categoria di sottosuolo B, il terreno può essere classificato in categoria di sottosuolo B = Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di V s30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s. ST2 - MUNICIPIO Profilo sismico Unità Spessore Vs Vs 15 (m/s) 392 B U U Vs 30 (m/s) 555 B U U Periodo T Categoria di sottosuolo B Valori soglia di Fa per il Comune di Mazzano Fa soglia ( s) 1.5 Categoria B Fa soglia ( s)

15 Scheda litologia ghiaiosa curva 3 Fa calcolato Fa soglia Fa ( s) 1.4 < 1.5 Fa ( s) 1.1 < 1.5 Stendimento n. 3 Italcementi L indagine ha permesso di stimare una velocità delle onde S nei primi 30 m di profondità da p.c. V s30 = 487 m/s. Avendo individuato il substrato sismico di riferimento (V s > 800 m/s) a profondità inferiori a 20 m da p.c. e avendo verificato che i terreni soprastanti sono caratterizzati da un valore V s22 = 405 m/s caratteristico della categoria di sottosuolo B, il terreno può essere classificato in categoria di sottosuolo B = Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di V s30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s. ST3 - ITALCEMENTI Profilo sismico Unità Spessore Vs Vs 15 (m/s) 405 B U U Vs 30 (m/s) 487 B U U Periodo T Categoria di sottosuolo B Valori soglia di Fa per il Comune di Mazzano Fa soglia ( s) 1.5 Categoria B Fa soglia ( s)

16 Scheda litologia limoso-argillosa tipo 1 curva 3 Fa calcolato Fa soglia Fa ( s) 1.4 < 1.5 Fa ( s) 1.1 < CONCLUSIONI DELL ANALISI SISMICA DI 2 LIVELLO Per quanto riguarda la valutazione degli effetti morfologici, la procedura semiquantitativa di 2 livello evidenzia che per il territorio di Mazzano l applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione topografica. La procedura semiquantitativa di 2 livello evidenzia, inoltre, che per gli scenari inerenti gli effetti litologici individuati, la possibile amplificazione sismica risulta inferiore o uguale ai valori di soglia forniti dalla Regione Lombardia e che quindi l applicazione dello spettro previsto dalla normativa per la categoria di sottosuolo identificata (D.M. 14 gennaio 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione litologica. Si sottolinea inoltre che nel territorio di Mazzano non sono presenti terreni dotati di caratteristiche granulometriche tali da essere soggetti a fenomeni di liquefazione in occasione di eventi sismici. 15

17 La valutazione degli effetti sismici locali secondo i nuovi criteri evidenzia che l'amplificazione locale risulta contenuta, fornendo risultati confrontabili con quelli emersi nel corso dell'analisi del

18 3. OGGETTO DELL AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO GEOLOGICO A seguito dei risultati della valutazione dell'amplificazione sismica locale ai sensi della D.G.R. 30 novembre 2011, n. 9/2616, sono state aggiornate le tavole elencate di seguito contenute nello studio geologico allegato al PGT: - Tavola 3: CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE - Tavola 6: CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO 3.1. CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE (TAV. 3) Gli senari di amplificazione sismica individuati precedentemente non hanno subito modiche. Si è intervenuto solamente sull'aspetto grafico e sulla legenda per adeguarla a quanto previsto nel nuovo Allegato 5 della D.G.R. 30 novembre 2011, n. 9/ CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO (TAV. 6) In coerenza con i criteri tecnici allegati alla D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616 vengono riportati gli scenari di amplificazione sismica con apposita simbologia. Inoltre, tenuto conto che i criteri e gli indirizzi contenuti nella D.G.R. n.8/1566/2005, aggiornati con D.G.R. n. 8/7374 del 28 maggio 2008 e con D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2011, non richiedono di associare classi di fattibilità alle aree di tutela assoluta e di rispetto delle captazioni ad uso idropotabile, in quanto soggette a specifica normativa, la tavola è stata modificata rispetto a quella allegata alla Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio redatta precedentemente. Sulla Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano sono stati comunque riportati i retini relativi alle aree di tutela assoluta e di rispetto delle captazioni ad uso idropotabile (senza ad esse associare una classe di fattibilità geologica) in modo da rappresentare su un unico elaborato cartografico tutte le problematiche geologiche e idrogeologiche emerse dallo studio. In allegato si riportano le Norme Geologiche di Piano modificate di conseguenza. 17

19 3.3. CONGRUENZA DELLE PREVISIONI DELLA VARIANTE CON I CONTENUTI DELLO STUDIO GEOLOGICO VIGENTE La nuova tavola delle previsioni di piano comporta una riduzione degli ambiti di trasformazione già previsti nel Documento di Piano vigente. Si rileva sostanziale congruenza delle trasformazioni previste dal nuovo Documento di Piano del P.G.T. con le risultanze dello studio geologico. In ottemperanza a quanto disposto nella Parte 4 Procedure di coordinamento dell attività istruttoria della D.G.R. n. 9/2616 del , alla documentazione del P.G.T. sarà allegata una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale si assevera la congruenza delle previsioni con i contenuti dello studio geologico vigente. Brescia, Novembre 2013 Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Gianantonio Quassoli 18

20 COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO L.R. 12/ D.G.R. 30 Novembre 2011, n. 9/2616 Allegato 1 NORME GEOLOGICHE DI PIANO Lo studio condotto ha evidenziato la presenza nel territorio di Mazzano di aree a differente sensibilità nei confronti delle problematiche geologiche, geomorfologiche, sismiche e idrogeologiche. Queste aree, sulla base delle limitazioni di tipo geologico in esse riscontrate, sono state attribuite a quattro classi e sono state cartografate nella CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO (TAV. 6) realizzata in scala 1: All interno di ciascuna classe sono presenti differenti situazioni (sottoclassi) che sono state distinte sulla carta in base al tipo di controindicazione o di limitazione alla modifica della destinazione d uso. In caso di sovrapposizione di due o più classi, valgono le prescrizioni relative alla classe di fattibilità più elevata. Le prescrizioni relative alle classi di fattibilità più basse vanno comunque applicate quando queste non siano in contrasto con quanto prescritto per le classi più elevate. Laddove si verifica una sovrapposizione di due o più classi o sottoclassi, questa è indicata in carta. La descrizione delle classi, per maggiore chiarezza espositiva, è effettuata a partire dalla classe che presenta maggiori limitazioni. CLASSE 4 FATTIBILITÀ CON GRAVI LIMITAZIONI Questa classe comprende aree soggette ad una forte restrizione della fattibilità. All interno di questa classe è esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. 19

21 Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall art. 27, comma1, lettere a), b) e c) della L.R. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie all adeguamento per la normativa antisismica. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili, previa valutazione attenta e puntuale della tipologia del dissesto e del grado di rischio. A tal fine, alle istanze per l approvazione da parte dell autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico. 4a Collina di Ciliverghe Area di notevole interesse sia dal punto di vista scientifico-naturalistico, per la presenza di coltri di loess e di paleosuoli contenenti manufatti preistorici, sia dal punto di vista paesaggistico, in quanto costituisce un rilievo isolato emergente dalla pianura. Sono consentiti esclusivamente: gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo degli edifici, così come definiti dall art.27 comma 1 lettere a, b, c della L.R. 12/05, senza aumento di superficie o volume; interventi di ampliamento degli edifici esistenti unicamente per motivate necessità di adeguamento igienico sanitario con un massimo del 10% della Slp esistente; interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o di interesse pubblico; gli interventi volti alla tutela e alla salvaguardia degli edifici e dei manufatti vincolati ai sensi del Dlgs 29 ottobre 1999 n.490 e successive modifiche e integrazioni, nonché di quelli di valore storico-culturale così classificati in strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale vigenti; Sono vietati interventi di bonifica agricola, di spianamento o comunque tali da modificare la morfologia dei luoghi. In particolare devono essere salvaguardati i relitti di materiale argilloso e le relative scarpate che li delimitano, presenti nella zona centrale della collina. 20

22 Sono vietati nuovi impianti di vigneto. É vietata l'attività di motocross. Gli interventi di recupero ambientale potrebbero prevedere il mantenimento a prato con l'inserimento di gruppi arborei ed arbustivi di specie autoctone (Querce, Aceri, Olmi) Le aree boscate disposte intorno alla collina dovranno essere mantenute; sono consentiti interventi di miglioramento forestale. 4b Area a rischio idrogeologico molto elevato (Zona I del PAI esterna al centro edificato). All interno delle aree così classificate valgono le norme previste dall art. 51, comma 3, delle Norme di Attuazione del PAI. 4c Fasce di rispetto dei corsi d'acqua. 4c1 Reticolo idrico principale di competenza regionale (Rio Rudone e Roggia Stradelle) 4c2 Reticolo idrico minore di competenza Comunale 4c3 Aste idriche gestite dal Consorzio di Bonifica Medio Chiese di interesse idraulico, paesistico o ambientale (fascia ad alto grado di tutela) 4c4 Aste idriche private di interesse idraulico, paesistico o ambientale Ai sensi della D.G.R. 25 Gennaio 2002 n. 7/7868 e successive modificazioni vengono recepite le fasce di rispetto individuate per il reticolo idrico principale e per quello minore (Individuazione del reticolo idrico minore ai sensi della D.G.R. 25 Gennaio 2002 n. 7/7868 e successiva D.G.R. 1 agosto 2003 n. 7/1395). L'area ha un'ampiezza che, all esterno del centro edificato, non è mai inferiore a 10 m dal bordo superiore della sponda, mentre all interno del centro edificato non è mai inferiore a 4 m dal bordo superiore della sponda. Lungo i corsi d acqua appartenenti al Reticolo Idrico Principale e/o caratterizzati da fenomeni erosivi o di esondazione, tenuto conto del rischio 21

23 idraulico, la fascia non è mai inferiore a 10 m dal bordo superiore della sponda, anche all interno del centro edificato. Lungo i tratti tombinati la larghezza della fascia di rispetto è pari a quella del canale aumentata di 1 m per parte, al fine di consentire gli interventi di manutenzione. All interno delle fasce di rispetto e lungo i corsi d acqua valgono le norme contenute nel Regolamento dell attività di polizia idraulica contenuto nel lavoro Individuazione del reticolo idrografico ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002 N.7/7868 e successiva D.G.R. 1 agosto 2003 N. 7/13950 (parere favorevole espresso dalla Sede territoriale di Brescia della Regione Lombardia n.49 del ). 4d - Area con affioramenti rocciosi potenzialmente soggetta a crolli diffusi di singoli massi e relativa area di influenza. In tali aree, in occasione di un terremoto, si può verificare una accentuazione dei fenomeni di instabilità dovuti ad effetti dinamici. All'interno delle aree così delimitate sono esclusivamente consentiti (art. 9, comma 2 delle N.t.A. del PAI): gli interventi di demolizione senza ricostruzione; gli interventi di manutenzione ordinaria degli edifici, così come definiti dall art.27 comma 1 lettera a) della L.R. 12/05; gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e di volume, senza cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico insediativo; gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; le opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi; le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee; 22

24 la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell intervento con lo stato di dissesto esistente valicato dall autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato del dissesto in essere. A seguito della realizzazione di interventi di messa in sicurezza le aree protette potranno essere declassate 4e Area carsica caratterizzata da elevata vulnerabilità delle acque sotterranee e da valore geomorfologico-paesaggistico Le pendici del M. Camprelle costituiscono un'area ad elevata vulnerabilità delle acque sotterranee per la presenza di suoli sottili e di una circolazione idrica di tipo carsico attraverso condotti ben sviluppati. Tale circolazione idrica alimenta la falda di pianura. Inoltre il "Monte" di Mazzano costituisce un'area di interesse geomorfologicopaesaggistico per la presenza di fenomeni carsici e di consorzi arbustivi ad impronta submediterranea, con elementi floristici particolarmente significativi nell'ambito territoriale bresciano. Le limitazioni sono quindi legate sia all elevata vulnerabilità delle acque sotterranee, sia all interesse geomorfologico-naturalistico-paesaggistico dell area. Sono vietati gli interventi che possono determinare il degrado delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee e quelli che possono danneggiare la vegetazione esistente; sono consentiti rimboschimenti, utilizzando specie autoctone in sintonia con l'ambiente. Gli interventi eventualmente previsti sono subordinati ad una indagine geologicoambientale che valuti la compatibilità degli interventi stessi con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e vegetazionali del sito, tenendo conto degli elementi di fragilità presenti (campi solcati, balze e pareti rocciose soggette a fenomeni di crollo, ecc.) e del valore geomorfologico-naturalistico complessivo dei luoghi. 23

25 CLASSE 3 FATTIBILITÀ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI 3a Area a rischio idrogeologico medio R2 (aree soggette ad allagamenti e Zona I del PAI interna al centro edificato). Nelle aree PAI interne al Perimetro del Centro Edificato e nelle aree interessate in passato da allagamenti, definite a rischio medio R2, valgono le seguenti norme: È vietata la realizzazione di nuovi corpi interrati o seminterrati (autorimesse, cantine, etc.). I nuovi edifici devono prevedere accorgimenti costruttivi localizzati in corrispondenza delle potenziali vie d'accesso delle acque all'edificio (finestre a raso, porte, etc.), al fine di evitare che eventuali acque di scorrimento superficiale possano raggiungere gli edifici stessi. Le superfici abitabili dovranno essere realizzate ad una quota superiore di 0.30 m rispetto a quella del piano stradale esistente, dal quale possono provenire le acque. Gli scarichi fognari devono essere attuati in modo da evitare rigurgiti dalle potenziali esondazioni, e, in generale, tutta l impiantistica va curata in modo da ridurre i malfunzionamenti e i pericoli per i residenti. La messa in sicurezza degli interrati, dei seminterrati e dei piani terra esistenti potrà avvenire anche tramite interventi localizzati in corrispondenza delle potenziali vie d'accesso delle acque all'edificio (finestre a raso, bocche di lupo, porte, scivoli dei garages, etc.). In alternativa le aperture degli edifici situate al di sotto del piano campagna potranno essere realizzate a tenuta stagna. Per ridurre la vulnerabilità, gli impianti interni (elettrici, idrici, etc,.) devono essere impostati in modo opportuno (es. posizionare ai pianiterra le prese di corrente e le canaline oltre il metro di altezza da terra, sollevare da terra i motori elettrici -lavatrici, lavastoviglie, macchine industriali, ecc.-, posizionandoli ad un altezza pari ad almeno 0.30 m rispetto alla quota del piano campagna circostante o del piano stradale prospiciente, dai quali possono provenire le acque Sia per gli edifici esistenti che per quelli nuovi non è consentita la realizzazione di un'arginatura globale della proprietà che comporti una totale eliminazione dell'area esondabile. 24

26 3b - Reticolo idrico minore gestito dal Consorzio di Bonifica Medio Chiese (fascia a medio grado di tutela) Ai sensi della D.G.R. 25 Gennaio 2002 n. 7/7868 e successive modificazioni vengono recepite le fasce di rispetto individuate per il reticolo idrico principale e per quello minore (Individuazione del reticolo idrico minore ai sensi della D.G.R. 25 Gennaio 2002 n. 7/7868 e successiva D.G.R. 1 agosto 2003 n. 7/1395). L'area ha un'ampiezza che, all esterno del centro edificato, non è mai inferiore a 10 m dal bordo superiore della sponda, mentre all interno del centro edificato non è mai inferiore a 4 m dal bordo superiore della sponda. Lungo i tratti tombinati la larghezza della fascia di rispetto è pari a quella del canale aumentata di 1 m per parte, al fine di consentire gli interventi di manutenzione. All interno delle fasce di rispetto e lungo i corsi d acqua valgono le norme contenute nel Regolamento dell attività di polizia idraulica contenuto nel lavoro Individuazione del reticolo idrografico ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002 N.7/7868 e successiva D.G.R. 1 agosto 2003 N. 7/13950 (parere favorevole espresso dalla Sede territoriale di Brescia della Regione Lombardia n.49 del ). 3c Area di discarica controllata di RSU. In questa sottoclasse è stata inserita una discarica controllata. Le destinazioni d uso del terreno sono definite nell autorizzazione. 3d Ex Cava Florio Eventuali interventi sono subordinati ad indagine geologica che valuti la compatibilità dell intervento con le caratteristiche litologiche, geomorfologiche e idrogeologiche del sito. 25

27 CLASSE 2 FATTIBILITÀ CON MODESTE LIMITAZIONI 2a Area pedemontana con terreni dotati di caratteristiche geotecniche variabili da discrete a mediocri. La realizzazione di edifici è subordinata ad indagine geologica e geotecnica che verifichi la natura dei depositi presenti e valuti la compatibilità dell intervento con le condizioni geologiche del sito. Si raccomanda di non modificare il naturale scorrimento delle acque e di ridurre al minimo gli sbancamenti ed i riporti di materiale, al fine di non alterare l'equilibrio naturale del pendio. L'impermeabilizzazione delle superfici sarà consentita solo laddove necessario. 2b - Aree pianeggianti a forte vocazione agricola per la presenza di suoli di buona qualità; le caratteristiche geotecniche dei terreni sono da buone a mediocri; la falda idrica non interferisce con il suolo ed il primo sottosuolo. In questa sottoclasse sono state inserite le aree caratterizzate da suoli pregiati dal punto di vista agronomico. Se possibile, queste aree sarebbero da destinare all'uso agricolo. In tali aree va direttamente applicato quanto prescritto dal D.M. 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni. CLASSE 1 FATTIBILITÀ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI Si tratta di aree pianeggianti nelle quali le caratteristiche geotecniche dei terreni sono da buone a mediocri e la falda idrica non interferisce con il suolo ed il primo sottosuolo. Non si evidenziano particolari limitazioni all utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d uso. In tali aree va direttamente applicato quanto prescritto dal D.M. 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni. 26

28 AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE Sulla carta sono riportate anche le aree di salvaguardia delle captazioni a scopo idropotabile. Zona di tutela assoluta delle opere di captazione ad uso idropotabile La zona di tutela assoluta delle opere di captazione, prevista dal D.L.vo. 3 aprile 2006, n.152 (art. 94), deve avere un estensione di almeno 10 m di raggio e deve essere adeguatamente protetta ed adibita esclusivamente alle opere di captazione e a infrastrutture di servizio. Zona di rispetto delle opere di captazione ad uso idropotabile Le zone di rispetto delle captazioni comunali sono state individuate secondo le disposizioni contenute nel D.L.vo. 3 aprile 2006, n.152 (art. 94). Le zone di rispetto dei pozzi Mazzano e Molinetto sono state stabilite mediante il criterio geometrico, mentre quella del pozzo Ciliverghe è stata definita mediante il criterio temporale ai sensi delle "Direttive per l'individuazione delle aree di salvaguardia delle captazioni di acque sotterranee (pozzi e sorgenti) destinate al consumo umano (art.9, punto 1, lett. f del d.p.r. 24 maggio 1988, n. 236" (D.G.R. del 27 giugno 1996 n.6/15137). Al loro interno valgono le prescrizioni contenute al comma 4 dell art. 94 del D.L.vo. 3 aprile 2006, n.152. L attuazione degli interventi o delle attività elencate all art. 94 comma 5 del citato Decreto Legislativo (tra le quali edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione, fognature, opere viarie, ferroviarie e in genere infrastrutture di servizio) entro le zone di rispetto, è subordinata all applicazione delle Direttive per la disciplina delle attività all interno delle zone di rispetto, contenute nella D.G.R. 10 aprile 2003 n.7/ Nelle zone di rispetto dei pozzi è vietato l inserimento di insediamenti produttivi che sono assoggettati alla disciplina di cui all art.3 del Regolamento regionale 24 marzo 2006 n.4 per quanto concerne lo smaltimento delle acque di prima pioggia. SISMICITÀ DEL TERRITORIO Per quanto riguarda la valutazione della pericolosità sismica locale, la procedura di 2 livello (come previsto dall all. 5 della D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616) evidenzia che per il territorio di Mazzano l applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 27

29 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione sia litologica, sia topografica. PROCEDURE PER L APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA GEOLOGICA Si specifica che le indagini e gli approfondimenti prescritti per le classi di fattibilità 2, 3 e 4 (limitatamente ai casi consentiti) devono essere realizzati prima della progettazione degli interventi in quanto propedeutici alla pianificazione dell intervento e alla progettazione stessa. Copia della relazione geologica deve essere consegnata, congiuntamente alla restante documentazione, in sede di presentazione dei Piani Attuativi (l.r. 12/2005, art. 14) o in sede di richiesta del permesso di costruire (l.r. 12/2005, art. 38). Si sottolinea che gli approfondimenti di cui sopra non sostituiscono, anche se possono comprendere, le indagini previste nel testo unico sulle costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008). 28

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