1 BRUCELLOSI BOVINA. Brucellosi bovina

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1 1 BRUCELLOSI BOVINA Brucellosi bovina La malattia La brucellosi bovina è un infezione causata principalmente da B. abortus ma può essere sostenuta anche da B. melitensis. È caratterizzata da aborti epizootici nell'ultimo trimestre della gravidanza e da disturbi della fertilità. È una zoonosi grave, in quanto trasmissibile all'uomo direttamente attraverso lo stretto contatto con animali infetti, immediatamente dopo il parto o l'aborto e indirettamente attraverso il consumo di latte crudo (non pastorizzato) e dei suoi derivati (latticini freschi o a breve stagionatura). La presenza di questa malattia all'interno del patrimonio zootecnico italiano, negli anni passati, è stata notevolmente estesa al punto da influire anche sulle condizioni sanitarie della popolazione umana. Normativa principale In Italia l obbligo di denuncia e di segnalazione della stessa tra medico e veterinario e viceversa è previsto già dal D.P.R. 320/54 (Regolamento di Polizia veterinaria). Il Decreto Ministeriale n. 651 del 27/8/1994 e successive modifiche, ha definito il Piano Nazionale di Eradicazione e Controllo della brucellosi bovina. Il piano prevede esami sierologici annuali di tutti i bovini di età superiore ad un anno presenti in aziende da riproduzione, finalizzati al raggiungimento della qualifica sanitaria di allevamento, Provincia e Regione ufficialmente indenne dalla malattia. La normativa nazionale prevede la qualifica di Regione ufficialmente indenne quando tutte le aziende, presenti sul territorio, sono sottoposte a controllo ufficiale e la percentuale di allevamenti ufficialmente indenni è superiore al 99%. Il D.L. 196 del 22 maggio 1999, che definisce i requisiti dei controlli sanitari per i movimenti intracomunitari di bovini e suini in applicazione della Direttiva comunitaria 97/12/CE, condiziona il rilascio della qualifica di territorio ufficialmente indenne, non solo in base alla prevalenza dell infezione, ma anche alle percentuali di controllo degli allevamenti presenti sul territorio, al mantenimento di una percentuale di quelli ufficialmente indenni pari al 99,8% negli ultimi 5 anni ed all assenza di aborti da B. abortus negli ultimi 3 anni. Il D.L. 196/1999 prevede inoltre, come base territoriale di riferimento per l Italia, la Provincia, purché abbia una superficie non inferiore a 2000 km 2. E possibile quindi differenziare le qualifiche sanitarie nelle Province, questo permette ai territori che hanno i requisiti di usufruire dei vantaggi previsti; inoltre nel caso di focolai, la perdita della qualifica riguarderebbe i singoli territori provinciali e non l intera Regione Le prove di laboratorio ufficiali utilizzate in Italia, sono la sieroagglutinazione rapida con antigene al rosa bengala (SAR-Ag R.B.) e la fissazione del complemento (F.d.C.). Tutti i test ufficiali vengono eseguiti presso gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali competenti per territorio. Presso la sede centrale dell'istituto G. Caporale, con Decreto Ministeriale del 4 ottobre 1999 è stato attivato il Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi.

2 2 BRUCELLOSI BOVINA I casi di aborto sono obbligatoriamente notificati e sottoposti ad un indagine da parte dell autorità competente. Lo status sanitario acquisito ai sensi del D.L. 196, consente poi di modificare le attività di controllo. Infatti le Regioni indenni possono istituire un piano non più di eradicazione ma di sorveglianza, attuando monitoraggi sierologici con frequenza inferiore, oppure controllando annualmente solo i bovini di età sopra 2 anni. L ordinanza del 14 novembre 2006, pubblicata sulla G.U. n. 285 del 7 dicembre 2006, invece, stabilisce, in quelle Regioni in cui non si è ancora riusciti ad eradicare la malattia, misure straordinarie di polizia veterinaria per la brucellosi bovina, per quella ovina e caprina così come per la tubercolosi e per la leucosi bovina enzootica. Tali misure vengono ribadite nell ordinanza ministeriale del 9 agosto 2012, pubblicata sulla G.U. n. 212 dell 11 settembre A decorre dal 1 gennaio 2013, per gli animali abbattuti nel corso dell anno 2013, il Ministero della Salute, con il decreto del 28 Ottobre 2013, stabilisce le indennità spettanti nei casi in cui le carni ed i visceri degli animali debbano essere interamente distrutti. Metodologia e fonte dei dati I dati umbri derivano da file in pdf forniti dalla Regione Umbria (Direzione regionale salute e coesione sociale Servizio Prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza alimentare). I dati Nazionali relativi alle provincie indenni sono quelli presentati nella Decisione 2014/91/UE del 14 Febbraio I dati mondiali sono stati estrattidal sito web dell Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) ( ibutionmape) Situazione epidemiologica in Umbria La Provincia di Perugia è stata dichiarata ufficialmente indenne (UI) con D.M. del 26/4/2000 (la Provincia di Terni lo era già dal 1996; D.M. 9/5/1996). Con lo stesso decreto veniva dichiarata ufficialmente indenne tutta la Regione Umbria. Grazie al raggiungimento dei requisiti previsti dal D. L.vo 196/99, le province umbre hanno ottenuto la qualifica comunitaria di province ufficialmente indenni con decisione della commissione 2005/28/CE del 12/01/2005 (tabella 1). Il Piano di Eradicazione è proseguito nel 2004 e nel Dal 2006, la Regione Umbria per mantenere lo status sanitario raggiunto, ha elaborato un Piano di Sorveglianza (DPGR n. 195 del 15/06/2005 e DPGR n.55 del 29 giugno 2009) secondo la normativa comunitaria recepita con il D. L.vo 196/99 e DPR 556/92 e successive modifiche. Il piano contempla un sistema di sorveglianza in grado di monitorare costantemente l evoluzione della situazione epidemiologica intensificando i

3 3 BRUCELLOSI BOVINA controlli sulla movimentazione degli animali e sulla denuncia di eventuali aborti. Sono previsti controlli sierologici su tutto il patrimonio bovino e bufalino di età superiore ai 24 mesi da effettuarsi in quattro anni. I controlli diventano annuali per le aziende che hanno subito la sospensione della qualifica e per i bovini ed i bufalini che effettuano la transumanza o l alpeggio. In Umbria l andamento della prevalenza di aziende e capi per brucellosi bovina è rimasto costante nel corso degli anni fino al Nel 2011 si sono verificati tre focolai di brucellosi. L indagine epidemiologica ha messo in evidenza l origine extraregionale della malattia, infatti in tutte le aziende sede di focolaio erano stati introdotti animali infetti provenienti da altre regioni (tabelle 2 e 3 e figura 1). Tabella 1: Piano di eradicazione: situazione epidemiologica degli allevamenti per brucellosi bovina in Umbria dal 1999 al 2005 Regione Perugia Terni Anno All. controllati All. controllabili Allev. UI All. controllati All. controllabili Allev. UI All. controllati All. controllabili Allev. UI ,9% ,9% ,9% ,8%

4 4 BRUCELLOSI BOVINA Tabella 2: Prevalenza di aziende in Umbria per brucellosi bovina N. allevament i positivi Anni Prevalenza N. allevament i controllat i ,04% ,13% ,07% 2006* ,42% * Inizio Piano di Sorveglianza (le prevalenze sono calcolate sugli allevamenti controllati e non sul totale degli allevamenti ufficialmente indenni presenti in regione)

5 5 BRUCELLOSI BOVINA Tabella 3: Prevalenza di capi in Umbria per brucellosi bovina (positività prova sierologica) Anni N. capi positivi N. capi controllat i Prevalenza ,15% ,01% * , ,03% *Inizio Piano di Sorveglianza (le prevalenze sono calcolate sugli animali controllati e non sul totale degli animali presenti in regione) Figura 1: Prevalenza di allevamenti e capi in Umbria per brucellosi bovina dal 2003 al 2013 *Inizio Piano di Sorveglianza

6 6 BRUCELLOSI BOVINA Situazione epidemiologica in Italia In Italia, le Regioni ufficialmente indenni da brucellosi bovina (Figura 2), in base alla Decisione 2014/91/UE del 14 Febbraio 2014, sono: l Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio, il Trentino Alto Adige la Liguria, la Lombardia, le Marche, il Molise, il Piemonte, la Puglia, la Sardegna, la Toscana, l Umbria, la Valle D Aosta il Veneto; le Province ufficialmente indenni sono: Bolzano, Trento, Pescara, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, Imperia, Savona, Campobasso, Brindisi.

7 7 BRUCELLOSI BOVINA Figura 2: Regioni ufficialmente indenni da brucellosi bovina In Italia secondo Decisione 2014/91/UE del 14 Febbraio 2014

8 8 BRUCELLOSI BOVINA Situazione epidemiologica nel mondo I dati relativi alla situazione epidemiologica mondiale della brucellosi bovina, vengono riportati nelle figure E mostrano rispettivamente la situazione epidemiologica per brucellosi bovina da gennaio a giugno e da luglio a dicembre nel range di anni che va dal 2005 al Figura 3: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2005 Figura 4: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri luglio dicembre 2005

9 9 BRUCELLOSI BOVINA Figura 5: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2006 Figura 6: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2006

10 10 BRUCELLOSI BOVINA Figura 7: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2007 Figura 8: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri luglio dicembre 2007

11 11 BRUCELLOSI BOVINA Figura 9: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2008 Figura 10: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2008

12 12 BRUCELLOSI BOVINA Figura 11: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2009 Figura 12: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2009

13 13 BRUCELLOSI BOVINA Figura 13: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2010 Figura 14: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2010

14 14 BRUCELLOSI BOVINA Figura 15: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2011 Figura 16: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2011

15 15 BRUCELLOSI BOVINA Figura 17: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2012 Figura 18: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2012

16 16 BRUCELLOSI BOVINA Figura 19: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nel periodo gennaiogiugno 2013 Figura 20: Situazione epidemiologica per brucellosi bovina nel mondo nei semestri lugliodicembre 2013

17 17 BRUCELLOSI BOVINA Copyright Vietata la riproduzione, anche parziale delle immagini e dei testi senza il consenso dell'istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'umbria e delle Marche.

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