LE SEI PRINCIPALI LINEE D INTERVENTO. Antibracconaggio Coordinamento Ecoturismo Informazione 360 Monitoraggio e conservazione Prevenzione

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1 SCHEDA DI APPROFONDIMENTO LE SEI PRINCIPALI LINEE D INTERVENTO LIFE WOLFALPS focalizza le sue azioni su sei principali linee d intervento: Antibracconaggio Coordinamento Ecoturismo Informazione 360 Monitoraggio e conservazione Prevenzione Di seguito riportiamo una descrizione sintetica delle sei linee d intervento con i riferimenti alle azioni di progetto che coinvolgono (si confronti il documento del progetto per il dettaglio fine delle azioni) ANTIBRACCONAGGIO Il bracconaggio nei confronti del lupo è tra le più importanti cause di mortalità della specie: un indizio lampante del basso livello di accettazione del predatore da parte di qualcuno, che non si fa scrupoli a violare la legge e a utilizzare armi da fuoco, tagliole, lacci e bocconi avvelenati per liberarsi della presenza dei lupi. Dal 2010 al 2012 sono stati trovati 18 lupi uccisi illegalmente nella sola regione Piemonte, su un totale di minimo 80 lupi stimati presenti. Il numero dei lupi bracconati potrebbe essere tuttavia molto più alto: trovare un lupo morto e accertarne l uccisione illegale è infatti spesso molto difficile. Nel 2012 è stata documentata la presenza stabile dei primi lupi nella regione del Veneto, ma uno è stato già avvelenato nel mese di agosto dello stesso anno. Il metodo più subdolo per eliminare i lupi, pericoloso anche per l ecosistema in genere e persino per l uomo, è l uso del veleno. L uso illegale dei bocconi avvelenati è una delle minacce più serie alla conservazione del lupo ed è una pratica pericolosa per un gran numero di altri animali, come i cani domestici, i piccoli carnivori (volpi, tassi,...) e tutti quegli animali che si nutrono di carcasse e che possono essere a loro volta avvelenati dai resti degli animali uccisi. Le uccisioni illegali devono essere ridotte al minimo per garantire la conservazione a lungo termine di una popolazione alpina vitale di lupo e limitare i danni collaterali causati dall impiego del veleno su altri animali selvatici e domestici. LIFE WOLFALPS è antibracconaggio e squadre antiveleno (Azioni A5, A6, C1) LIFE WOLFALPS intende affrontare e risolvere il problema del bracconaggio in due modi. In primo luogo sul campo, formando il personale degli enti e delle istituzioni che lavora sul territorio: guardaparco, guardie 1

2 forestali, polizia provinciale hanno già in parte ricevuto e riceveranno prossimamente una formazione specifica sulla lotta al bracconaggio e, in particolare, all utilizzo di bocconi avvelenati. Sono stati coinvoltinella formazione anche i comprensori alpini di caccia: un buon cacciatore è infatti il contrario di un bracconiere. Uomini e cani contro il veleno Perché è necessaria una formazione specifica? Il contrasto agli abbattimenti illegali è in effetti già il pane quotidiano dei tecnici che lavorano sul campo: non sono invece strumenti così diffusi l addestramento e la gestione di cani antiveleno. Un gruppo di almeno dieci guardie e agenti particolarmente motivati sarà quindi selezionato e preparato al fine di costituire almeno una squadra antiveleno, composta di personale con unità cinofile, per ogni core area: uno staff dedicato al contrasto dell uso del veleno e del bracconaggio. LIFE WOLFALPS agisce inoltre in sinergia con le azioni del programma LIFE ANTIDOTO, coordinato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Le competenze acquisite nel corso di questo programma LIFE verranno trasferite al personale coinvolto dal progetto LIFE WOLFALPS. L addestramento dei cani per il ritrovamento dei bocconi avvelenati è un processo lungo e difficile, che richiede un costante allenamento degli animali da parte dei conduttori: al termine dell addestramento, almeno 5 cani antiveleno saranno attivi nel settore occidentale delle Alpi e un ugual numero nel settore centro-orientale. Tutte le competenze acquisite nel corso del progetto, nonché la costituzione di squadre antiveleno con unità cinofile, sono un valore durevole per gli enti e le istituzioni, su cui potranno contare ben al di là dei limiti di tempo del progetto LIFE WOLFALPS. Un altro aspetto fondamentale della lotta al bracconaggio e all utilizzo del veleno è la comunicazione. Per debellare o per lo meno ridurre al minimo il fenomeno bisogna sensibilizzare l opinione pubblica, in modo che i bracconieri o i potenziali avvelenatori siano isolati e stigmatizzati. Occorre far passare il messaggio che l avvelenamento non è solo illegale, ma anche antiecologico, immorale e molto pericoloso per l uomo, i bambini, e per i nostri amici a quattro zampe. I bracconieri non devono poter contare sul tacito appoggio dell opinione pubblica, ma vanno messi in un angolo e fatti oggetto di unanime disapprovazione. Finché chi utilizza bocconi avvelenati è in fin dei conti tollerato se non silenziosamente approvato dal resto della popolazione che ignora la reale gravità di questa pratica, il bracconaggio continuerà a esistere e prosperare. Per questo la strategia di comunicazione del progetto LIFE WOLFALPS (Azione A12) include la condanna senza riserve del bracconaggio fra i suoi messaggi chiave. 2

3 COORDINAMENTO Il lupo sulle Alpi: una popolazione unica, un unica popolazione La popolazione alpina transfrontaliera di lupo è stata considerata un entità unica e distinta a partire dal documento Linee Guida per i Piani di Gestione dei Livello di Popolazione dei Grandi Carnivori sottoscritto dalla Commissione Europea nel 2008: per questo motivo deve essere monitorata e gestita come tale al di là dei confini nazionali. Inoltre, la gestione effettiva della popolazione alpina di lupo richiede l accertamento dello Stato Favorevole di Conservazione (FCS) dell intera popolazione, secondo quanto richiesto dalla Direttiva Habitat. Un impegno che richiede un enorme lavoro di coordinamento a livello dell intero arco alpino, che fino a oggi è mancato. Proprio l assenza di coordinamento su scala sovranazionale è alla base dell efficacia solo limitata degli interventi effettuati finora sul piano della conservazione del lupo e della prevenzione dell impatto del predatore sulle attività economiche. Un modello di gestione frammentario Quando parliamo di Alpi ci riferiamo a un panorama politico molto frammentato e in continuo mutamento, con un livello di parcellizzazione amministrativa e istituzionale elevato, soprattutto in Italia, dove la gestione delle questioni ambientali è delegata, a seconda dei casi, a livello delle regioni, delle province o delle aree protette. Proprio questo modello di gestione frammentario è l ostacolo da superare se vogliamouna gestione efficace della convivenza uomo-lupo, che concili conservazione e rispetto delle attività umane in montagna. LIFE WOLFALPS è coordinamento (Azioni A1, A2, A3, A5, A12, E9, F1, F2, F3) La svolta fondamentale e innovativa di LIFE WOLFALPS consiste precisamente nel mettere in campo, per la prima volta, un programma di conservazione coordinato e condiviso da parte di tutte le regioni alpine interessate dal ritorno del lupo, concepito per durare anche al di là del progetto. Nel concreto, coordinamento vuol dire: istituzione di gruppi di coordinamento nazionali e internazionali per definire per la prima volta approcci condivisi e standard, i soli che possono permettere di ridurre al minimo i conflitti causati dalla presenza del lupo (A1, A2); formazione a livello alpino del personale tecnico con il trasferimento delle conoscenze da ovest a est per imparare e mettere in pratica dall Appennino Ligure alle Alpi Dinariche le stesse tecniche di monitoraggio del lupo e di lotta al bracconaggio (A3, A5); monitoraggio e conservazione coordinati della popolazione di lupo a livello dell intero arco alpino (A2, A3, A4, D1); tavoli di lavoro per la gestione della popolazione di lupo sulle Alpi condivisi tra i vari Enti e gruppi di interesse (E9); 3

4 strategia di comunicazione comune (A12). 4

5 ECOTURISMO Un turismo poco rispettoso dell ambiente alpino può essere in conflitto con la conservazione del lupo: l intensificarsi della rete viaria e l aumento della frequentazione delle terre alte sono infatti alla base rispettivamente della frammentazione degli habitat e del disturbo diretto della specie, in particolare dei siti riproduttivi. Perché la frequentazione della montagna non abbia un impatto negativo sui branchi e sugli individui, il progetto LIFE WOLFALPS sviluppa un programma di ecoturismo a partire dai piani di gestione del territorio realizzati dalle aree protette: prima si individuano i siti riproduttivi e le zone che devono essere fatte oggetto di particolare tutela per il bene della specie, poi si elaborano e promuovono quelle modalità ad hoc di fruizione della montagna che conseguono i due importanti obiettivi di sensibilizzare i visitatori sulla presenza del predatore e di garantire un ritorno economico al territorio. LIFE WOLFALPS è ecoturismo (A9, C4) Ecoturismo vuol dire turismo sostenibile, per l ambiente e per gli abitanti del territorio ospite, sia che si tratti di operatori del settore turistico (strutture ricettive, esercizi commerciali, botteghe artigiane, accompagnatori naturalistici) o di professionisti come i pastori in alpeggio, la cui attività costituisce un motivo di interesse per un certo tipo di turismo - attento, rispettoso, curioso - che vuole a scoprire la montagna al di là della gita mordi e fuggi. L ecoturismo amico del lupo prevede così l elaborazione e la commercializzazione di gadget e prodotti gastronomici tipici (per esempio tipi di pane e/o formaggio) caratterizzati dal brand del lupo e del progetto. Un mezzo per sensibilizzare indirettamente il pubblico generico e nello stesso tempo per garantire un ritorno economico impiegando una corretta immagine del lupo. Oltre ai prodotti tangibili, saranno messe in campo proposte di attività estive quali escursioni organizzate agli alpeggi che si distinguono per la buona gestione del pascolo ed invernali quali lo snow-tracking (la ricerca di impronte sulla neve) sulle tracce del lupo. Altre iniziative in programma sono i camp estivi, un programma di attività dedicate alle scuole e la realizzazione di itinerari escursionistici che includono nel loro nome il lupo, sul modello del Trekking del lupo realizzato nelle Alpi Marittime, e la promozione delle aree faunistiche dedicate al lupo - in primo luogo il Centro faunistico Uomini e lupi di Entracque, importanti ed efficaci centri di sensibilizzazione e di diffusione di una corretta informazione su tutti gli argomenti legati al ritorno spontaneo del predatore. Infine, speciali campagne di promozione dell ecoturismo saranno sviluppate a partire da campagne di sostegno di alcuni individui ben determinati, lupi che hanno altissimo valore ecologico perché protagonisti di importanti episodi di dispersione dalle Alpi Dinariche o dagli Appennini: Adotta un lupo speciale. 5

6 INFORMAZIONE 360 Il lupo non gode di buona stampa, è un dato di fatto: la ribalta mediatica è affidata di solito a interventi sensazionalistici che hanno come protagonisti lupi che uccidono, lupi che spaventano, lupi morti, lupi la cui presenza è contestata o acclamata - in un caso e nell altro molto spesso su basi del tutto inaffidabili. Di certo non depone poi a favore di un atteggiamento oggettivo e pacato nei confronti del ritorno del lupo l immensa bibliografia di cronache, favole e leggende (non sempre è facile capire dove finiscono le une e iniziano le altre) che lo dipingono come un crudele assassino. Nei fatti, il lupo è un carnivoro selvatico il cui ritorno spontaneo sulle Alpi, dopo oltre un secolo di assenza, se da un lato rappresenta un valore dal punto di vista ecologico, d altro canto crea tensioni che sfociano in conflitti resi più accesi e complessi da gestire da una forte componente emotiva, che anima tutte le parti in causa, pro e contro il lupo. La posizione del progetto LIFE WOLFALS in merito è chiara, e si può articolare come segue: 1) la presenza di una popolazione vitale di lupo sulle Alpi, dovuta a un processo di ricolonizzazione spontaneo tuttora in corso - rappresenta un irrinunciabile valore ecologico da conservare per le generazioni future; 2) la presenza di una popolazione vitale di lupo sulle Alpi è compatibile con tutte le attività umane in montagna a patto che sia gestita in modo coordinato e condiviso.pertanto: 3) solo un approccio di gestione coordinato e condiviso a livello dell intero arco alpino tra enti, istituzioni e associazioni dei portatori di interesse (pastori, cacciatori, escursionisti, ambientalisti, comunità locali) consente di individuare e di mettere in pratica le soluzioni concrete che sono alla base della convivenza stabile tra la popolazione alpina di lupo e le attività umane. Contribuire al raggiungimento di questo obiettivo è lo scopo della strategia di comunicazione del progetto. LIFE WOLFALPS è informazione 360 (Azioni A12, E1-E11) La strategia di comunicazione LIFE WOLFALPS coinvolge ogni partner ed è coordinata dal MUSE - Museo delle Scienze di Trento. La sua definizione è una delle azioni prioritarie e iniziali del progetto perché è pensata per indirizzare tutte le azioni specifiche di comunicazione, dall informazione rivolta a pastori e cacciatori, ai laboratori didattici, alla formazione per gli insegnanti e molto altro ancora. Uno degli aspetti più interessanti delle azioni di comunicazione LIFE WOLFALPS è il fatto di potersi basare su materiali ricavati dai risultati delle azioni concrete di monitoraggio e conservazione: si tratta quindi di dati aggiornati, attendibili, scientifici. La strategia di comunicazione comune (A12) prevede: comunicazione trasparente e aggiornata sia sull avanzamento del progetto che sui dati relativi al lupo via via raccolti ed elaborati a mezzo di incontri e conferenze e grazie al sito web, con il supporto dei social e della carta stampata; 6

7 attività di informazione e di coinvolgimento diretto dei portatori di interesse (agricoltori e allevatori, cacciatori, ambientalisti, enti e istituzioni preposti alla gestione della fauna selvatica), cui verranno forniti tutti gli elementi legati al progetto e i dati aggiornati sulla popolazione alpina di lupo e sulle migliori tecniche di prevenzione disponibili; attività di informazione sulla biologia, sul comportamento del lupo e sulle dinamiche della sua ricolonizzazione delle Alpi, diversificate a seconda dei destinatari; attività didattiche volte a trasmettere un'immagine scientifica e oggettiva del lupo e a diffondere a livello della popolazione una cultura del rispetto del selvatico; mostra itinerante dedicata al lupo e destinata al grande pubblico, che viaggerà per l intero arco alpino, ospite dei vari partner di progetto; immagine coordinata LIFE WOLFALPS, che renda i prodotti del progetto immediatamente riconoscibili e identificabili. 7

8 MONITORAGGIO E CONSERVAZIONE Che si parli del lupo o di una qualsiasi altra specie, quando si tratta di gestirne la conservazione occorre prima di tutto avere a disposizione dati attendibili e aggiornati su cui lavorare: quanti sono i branchi e quanti i lupi (A4)? Dove vivono? Come si spostano? Di che cosa si nutrono? Di che cosa muoiono (A4 e A6)? Qual è il loro impatto sul bestiame domestico (A7)? Com è percepita la loro presenza da parte di chi vive sui territori ricolonizzati (A8)? Tutte queste informazioni si ottengono solo attraverso un attività di monitoraggio condotta secondo metodo e rigore scientifico. LIFE WOLFALPS è monitoraggio e conservazione (Azioni A2, A3, A4, A6, A7, A10, D1, A11) Raccogliere dati scientifici a livello dell intero arco alpino è un impresa complessa, che richiede un grande dispiegamento di personale preparato (A3), in grado di mettere in pratica, sul lungo periodo, protocolli di monitoraggio affidabili e condivisi. Corsi di formazione sono organizzati per uniformare l approccio di monitoraggio a scala alpina e preparare il personale con metodi unificati, il primo è stato organizzato a Ceva nel 2014 per la costituzione del Network Lupo Alpi. E prima ancora che il lavoro sul campo abbia inizio, occorre stabilire questi protocolli, definendo strategie e metodologie comuni di monitoraggio dello stato di conservazione della popolazione di lupo e del suo trend nel tempo (A2). L attività di monitoraggio è necessaria sia nella fase iniziale del progetto, per stabilire lo status ante quem (A4, A7, A8), che al termine del lavoro, per verificare l efficacia degli interventi messi realizzati (D1, D2, D3). Le azioni più strettamente legate alla conservazione del lupo prevedono l elaborazione di piani di gestione del territorio all interno delle aree protette per proteggere la specie e i suoi siti riproduttivi (A9) e l analisi della connettività spaziale della popolazione alpina di lupo (A10). Un ulteriore oggetto di monitoraggio sono i casi di ibridazione cane-lupo, la cui gestione (C5) rientra a pieno titolo nella conservazione della popolazione alpina di lupo: l ibridazione con i cani domestici costituisce infatti una seria minaccia alla conservazione dell identità genetica della specie. Per questo la strategia di conservazione prevede il controllo degli ibridi attraverso la sterilizzazione o la rimozione degli individui, destinati alle aree faunistiche autorizzate, dove possono essere ospitati e dove la visita a questi esemplari può costituire un utile strumenti di sensibilizzazione del pubblico sul tema dell ibridazione. Rientra infine tra gli strumenti che saranno messi a punto nell ambito del progetto il portale Web Gis destinato a raccogliere e georiferire le segnalazioni di presenza del lupo a livello dell intero arco alpino (A11). 8

9 PREVENZIONE I conflitti hanno sempre un origine: il conflitto che vede opporsi uomini e lupi ha una delle motivazioni più forti e più diffuse nella predazione sul bestiame domestico durante il periodo di alpeggio. Questo costituisce uno dei problemi principali alla convivenza a lungo termine tra lupo e attività antropiche: molti pastori ritengono che la presenza del lupo in alpeggio comporti un insopportabile aggravio di costi, di lavoro e di stress e che la presenza del lupo vada attivamente contenuta in molte zone, in alcuni casi eliminata del tutto. I danni al patrimonio zootecnico e le tensioni che ne derivano sono massimi nel periodo che segue immediatamente il ritorno del lupo in un nuovo territorio: tendono quindi a diminuire nel tempo mano a mano che vengono messe in atto le misure di prevenzione degli attacchi e via via che il modello di gestione dell alpeggio si adatta alla nuova situazione dettata dalla presenza del predatore. Per decenni, infatti, in assenza del lupo, i pastori delle Alpi hanno perso l abitudine alla convivenza con i grandi predatori e devono adesso adattarsi a impiegare correttamente gli strumenti di prevenzione degli attacchi e a limitare al massimo i momenti in cui pecore, capre e vacche sono lasciate incustodite. Questo vuol dire spese maggiori e un aumento delle ore di lavoro in condizioni già difficili e con margini di guadagno spesso modesti. Questi problemi sono reali: non vanno minimizzati, ma affrontati dialogando con i diretti interessati, gli allevatori. Una pastorizia di montagna di qualità è un valore ecologico ed economico di interesse prioritario per il territorio e per le aree protette: il mantenimento degli habitat legati ai prati a sfalcio e ai pascoli, la qualità dei prodotti di alpeggio, il valore paesaggistico, ecoturistico e anche culturale dell attività pastorale sono elementi da tutelare senza se e senza ma... Per questo molto è già stato fatto e molto ancora rimane da fare nel campo della prevenzione degli attacchi ai domestici: però non tutte le soluzioni si sono rivelate ugualmente efficaci in ogni caso e gli strumenti di prevenzione sono ancora perfettibili. Senza contare che nuove misure vanno studiate e messe in campo per quanto riguarda gli attacchi ai bovini. Colmare queste lacune è uno degli obiettivi di LIFE WOLFALPS. LIFE WOLFALPS è prevenzione (Azioni A7, A9, C2, C3, D5) Il progetto offre la possibilità di adottare e sperimentare misure preventive nelle aree di recente colonizzazione e di testare la validità di nuovi strumenti nelle Alpi Occidentali, dove la presenza del lupo è stabile già da parecchi anni. LIFE WOLFALPS prevede inoltre l analisi sistematica dell efficacia dei diversi strumenti di prevenzione: uno studio utilissimo che non è mai stato svolto in precedenza. In mancanza di una simile analisi, sono state elaborate finora soltanto strategie locali di natura opportunistica, che talvolta sono servite solo a ripetere degli errori, con scarso successo nel contenimento effettivo dei danni e nella soluzione dei conflitti. La prova delle migliori condizioni di utilizzo dei vari sistemi di prevenzione e l elaborazione di strategie di pascolo ad hoc, unite all analisi della vulnerabilità dei pascoli e a un informazione adeguata degli allevatori sono volte alla riduzione dei conflitti: si auspica che al diminuire dei danni si abbassi infatti il livello di ostilità degli allevatori nei confronti del lupo e migliori la qualità della convivenza tra il predatore e i pastori. 9

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