FAUNA ITTICA DELLE ACQUE INTERNE DELLA PROVINCIA DI FERRARA ( )

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ED EVOLUZIONE FAUNA ITTICA DELLE ACQUE INTERNE DELLA PROVINCIA DI FERRARA ( ) PARTE SECONDA A cura di: Dr. Giuseppe Castaldelli, Dott. Mattia Lanzoni Collaboratori: dott. Claudio Dolcetti, dott.ssa Valentina Mattioli dott. Cristiano Mantovani dott. Davide Besaggio sig. Alessandro Palmieri Responsabile Scientifico Prof. Remigio Rossi Nota del redattore: La presente versione dello studio, facente parte dell Allegato A alla Delibera del Consiglio Provinciale di approvazione del Piano di Bacino Ittico Provinciale 2011/2015, è priva di tutte le illustrazioni, immagini e grafici che avrebbero comportato un appesantimento notevole del file, ai soli fini di approvazione degli atti burocratici.

2 Il testo completo e integrato con tutti gli elementi illustrativi resta agli atti presso il Servizio Protezione Flora, Fauna e Produzioni Agricole della Provincia di Ferrara. 2

3 1. INTRODUZIONE pag Il territorio pag Tecniche ed attrezzi di campionamento pag Analisi del pescato pag COMPOSIZIONE DEI POPOLAMENTI ITTICI DELLE ACQUE INTERNE DELLA PROVINCIA DI FERRARA pag Le specie ittiche della provincia di Ferrara e loro distribuzione pag Analisi della biomassa ittica recuperata a seguito delle messe in asciutta dei canali di bonifica. pag Struttura demografica e distribuzione delle specie ittiche esotiche dominanti pag Carpa pag Abramide pag Carpaerbivora o amur pag Aspio pag Siluro pag Aspetti ecosistemici dei canali di bonifica della provincia di Ferrara, in relazione alla composizione attuale della comunità ittica pag Approfondimento sui popolamenti ittici del delta del Po tra passato e presente pag Schede e biologia delle specie ittiche pag GESTIONE E TUTELA DELLA FAUNA ITTICA E DELLA BIODIVERSITA NEGLI AMBIENTI ACQUATICI pag Ripopolamento delle specie ittiche pag Monitoraggio per fini gestionali a seguito di segnalazioni di elementi di gestione o a seguito di segnalazioni di eventi di criticità e del ritrovamento di specie rare pag Monitoraggio dell impatto dei capanni da pesca (bilancini) nei canali adduttori del comprensorio delle valli di Comacchio e Fattibello in relazione alla tutela del novellame di pregio, primavera (2009) pag Indicazioni gestionali inerenti il miglioramento dello stato trofico ed l incremento delle produzioni ittiche di Valle Canneviè-Porticino pag Azioni di controllo del gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii nel comprensorio risicolo: è possibile uno sfruttamento commerciale? pag Sopralluogo sul canale Scolo Principale Inferiore pag Sopralluogo e campionamento acque presso le chiuse di Val Pagliaro, Po di Volano pag Sopralluogo ed analisi delle acque dei canali Fosse e Anita, Mezzano sud-est pag Cattura eccezionale di un esemplare di lampreda di mare Petromyzon marinus (Linnaeus 1758 ) pag Monitoraggio e sperimentazione della popolazione di rana verde nel territorio della provincia di Ferrara pag Progetti Finalizzati pag Progetto per lo studio e il monitoraggio di alcuni corsi d acqua particolarmente pregiati e collegati a zone di tutela della fauna ittica pag Progetto sperimentale per la limitazione, lo stoccaggio e lo smaltimento del gambero rosso della Louisiana a scopo di riequilibrio ittico e di conservazione delle specie autoctone pag Lo storione italiano o cobice: dall Action Plan del progetto LIFE Cobice alle ipotesi di realizzazione di un centro nazionale de internazionale a Ferrara per la tutela di questa specie e delle altre specie di storione del Po pag Valorizzazione ecologica e della fruibilità per la pesca dilettantistica del tratto urbano di Fossa Lavezzola del Comune di Berra, da Ponte Farmacia al sostegno in Via Albersano. pag Valorizzazione per la pesca dilettantistico-sportiva del canale Fossa di Porto (Portomaggiore, Ferrara) pag PUBBLICAZIONI pag 123 3

4 1. INTRODUZIONE Lo studio della fauna ittica delle acque interne della provincia di Ferrara si colloca a pieno titolo nella costante necessità di tener sotto osservazione i continui mutamenti ambientali sia di origine naturale, sia mediati da attività antropiche, che condizionano gli ambienti acquatici e la struttura ed i rapporti delle specie ittiche. Il lavoro che qui presentiamo vuole essere un contributo alla conoscenza dell attuale stato di salute delle acque interne provinciali e delle specie ittiche presenti, finalizzato alla gestione dell esercizio della pesca sportiva e professionale nel rispetto delle potenzialità ittiche ed ambientali dei corpi idrici della nostra provincia. La realizzazione di questo studio ha visto la stretta collaborazione tra il Dipartimento di Biologia ed Evoluzione dell Università di Ferrara e la Provincia di Ferrara- Servizio Protezione Flora e Fauna e Oasi Protette, nell ambito della convenzione prevista dai piani quinquennali degli interventi in materia di gestione ittica delle acque interne, oltre che il coinvolgimento dalle maggiori associazioni dei pescatori sportivi (ArciPesca-Fisa e Fipsas), dei pescatori di mestiere e dei pescatori sportivi. Le principali attività svolte sono state: monitoraggio ambientale ed ittico delle acque interne provinciali; campionamento della fauna ittica finalizzato all'aggiornamento delle carta ittica provinciale; attività di ripopolamento ittico; studio e sperimentazione sulle specie di particolare interesse scientifico e conservazionistico; studio e sperimentazione delle specie alloctone particolarmente invasive presenti nel territorio provinciale; studio della fauna ittica del fiume Po; monitoraggio ambientale ed ittico delle zone umide Il territorio Il territorio preso in considerazione in questo lavoro è l intero bacino idrografico della provincia di Ferrara (2630 Km 2 ), costituito da più di 4000 Km di corsi d acque e canali artificiali, diviso in due sottobacini principali: - la parte occidentale della provincia che presenta quote altimetriche tali da permettere alle acque di defluire al mare per gravità, attraverso l asta del Burana-Navigabile, denominato Po di Volano all altezza di Ferrara. Il Po di Volano si divide in due rami, il Canale Navigabile Migliarino-Ostellato-Porto Garibaldi che convoglia al mare le acque derivanti da Ferrara e la continuazione del Po di Volano, di cui mantiene il nome ma non il carico idraulico e che, previo sollevamento agli impianti idrovori di Codigoro, veicola nella Sacca di Goro le acque di scolo dell ampio bacino omonimo, nel territorio dei Comuni di Copparo, Formignana, Jolanda di Savoia, Berra, Codigoro e Mesola. - la parte sud orientale della provincia usa come sistema principale di scolo e anche in parte come sistema irriguo, il Canale Circondariale, che recapita, previo sollevamento meccanico (tranne che per la Fossa dei Masi/Canale Convogliatore) lo scolo di numerosi bacini minori, a loro volta alimentati dal Po di Volano, anche le acque del Canale Navigabile, che secondo gravità sono fatte arrivare al Circondariale per usi irrigui. Quindi, di fatto, i due sottobacini sono più o meno direttamente collegati al Po, la cui fauna ittica può colonizzare tutta la rete idrica della provincia di Ferrara. 4

5 I risultati di seguito presentati sono la sintesi di un programma di monitoraggio iniziato nel 2004, in 43 stazioni, e proseguito poi nei 5 anni successivi, per un totale di 153 stazioni localizzate in 89 corsi d acqua e 180 uscite di campionamento. In particolare il monitoraggio ha interessato il tratto terminale del Fiume Po, il Reno e il Panaro e tutta la rete di bonifica, descrivendo le varie tipologie idrauliche dei canali, irrigui, di scolo e promiscui, in un estesa gamma di sezioni, da poco più di un metro, fino a varie decine di metri. 1.2.Tecniche ed attrezzi di campionamento I campionamenti dell ittiofauna sono stati affrontati impiegando diverse tecniche e tipologie di attrezzi da pesca scelti in base alle caratteristiche ambientali ed idrauliche del corso d acqua da monitorare, fiume o canale di bonifica, al fine di censire la presenza di tutte specie presenti e di tutte le classi di taglia. La descrizione delle diverse tecniche e degli attrezzi di campionamento impiegati sono di seguito riportate, per i canali di bonifica e per il Po. Canali di bonifica Set di reti È stato impiegato un set di reti composto da bertovelli con maglia di 28 mm alla bocca, di 15 mm tra il primo ed il secondo inganno, di 12 mm tra il secondo ed il terzo e di 10 mm nell ultimo inganno, in filari da cinque ciascuno, posizionati nel sottoriva e lasciati in pesca per i tre giorni. Contemporaneamente sono state impiegate tramagli galleggianti, con maglia di 30 mm, 1,50 m di altezza e 30 m di lunghezza, tramagli affondanti con maglia da 40 mm, 1,50 m di altezza e 30 m di lunghezza. I tramagli sono stati utilizzati come reti da circuizione-imbrocco, delimitando un tratto di canale di interesse e lasciati in pesca per un tempo variaile, a seconda delle caratteristiche del sito, da un ora a una notte. In canali maggiori, sono stati impiegati anche tramagli affondanti con maglie maggiori, fino a un massimo di 120 mm, altezza di 2 m e lunghezza di 75 m. Il set di reti è stato impiegato in un transetto standard, di lunghezza valutata a seconda della larghezza del canale in modo da delimitare complessivamente una superficie acquea di mezzo ettaro ottenendo risultato quali-quantitativi. Nello stesso transetto, in campionamento della minutaglia è stato effettuato impiegando una bilancia manuale, montante rete di 1,5 x 1,5 m di lato e maglia da 5 e 25 mm manovrata manualmente dalla sponda del canale, e compiendo 15 pescate per ciascuna maglia. Schede intervista L utilizzo di schede intervista è un metodo a basso costo per confermare e implementare i dati raccolti tramite il campionamento diretto. La scheda è stata strutturata in modo da essere semplice, comprensibile a qualsiasi pescatore e immediata nel fornire i dati relativi alle specie pescate, alla località di pesca e alla tipologia di pesca effettuata. Il metodo può ottenere megliori risultati se applicato in collaborazione delle Associazioni piscatorie. Nel corso di questo studio si è proceduto tramite consegna di schede alle associazioni sia tramite compilazione delle stesse intervistando i singoli pescasportivi direttamente sui corsi d acqua. Visual census La tecnica di censimento e conteggio visivo della fauna ittica presente in un corpo idrico è stata impiegata sia in canali messi in asciutta sia, in gennaio-febbraio, momento di maggior trasparenza e minor profondità, solitamente nelle ore notturne con l ausilio di fari alogeni, posizionati all uopo su veicoli da fuoristrada, impiegati per percorrere lunghi tratti arginali. 5

6 Recuperi fauna ittica per messa in asciutta Buona parte dei corsi d acqua del ferrarese rientrante nella rete di bonifica, è soggetta al periodico svuotamento al fine della stagione irrigua o per manutenzione e adeguamento delle opere idrauliche. In tali occasioni, in cui il recupero della fauna ittica è stato effettuato dall ARCI-PESCA di Ferrara, nell ambito di una convenzione con la Provincia di Ferrara, il personale del Dipartimento di Biologia Università di Ferrara ha partecipato alle attività con finalità scientifiche. Le procedure hanno previsto, di norma, l utilizzo di reti e di tratte di diversa lunghezza e maglia, provviste di sacco terminale con inganno e di reti delle medesime dimensioni e maglia, utilizzate come ferma al termine del tratto in oggetto. In ogni recupero la fauna ittica recuperata è stata caricata, nel più breve tempo possibile, in vasche provviste di ossigenatore e trasportata celermente nel più vicino corso d acqua, avente caratteristiche idonee, tra le quali le più importanti nel comprensorio ferrarese sono: 1) la presenza un battente idrico sufficiente per non esporre la fauna ittica appena immessa ad una eccessiva predazione da uccelli ittiofagi, nel periodo invernale 2) una densità di siluro relativamente bassa, non superiore al 10 % della biomassa ittica totale; di fatto in tutti i canali della provincia, aventi un battente idrico invernale superiore al mezzo metro, la percentuale di siluro superava e supera tutt ora abbondantemente tale soglia, come evidenziato più avanti in questa relazione e nella Carta ittica della Emilia- Romagna, zone B della provincia di Ferrara. Nella pratica dei recuperi, ciò ha rappresentato il principale ostacolo ad una immediata reimmissione della fauna ittica recuperata Tra il 2004 e il 2009 la quasi totalità dei i dati dei recuperi sono stati organizzati in un database omogeneo, utilizzato in questo studio, oltre che per la validazione dei risultati dei monitoraggi diretti da noi effettuati, in particolare, per i calcoli inerenti le stime quantitative dei popolamenti ittici, riportate ai paragrafi 2.2 e 2.3. Fiume Po Campionamenti diretti con set di reti Il campionamento è stato effettuato con reti opportunamente dimensionate in relazione alle particolari caratteristiche di ogni singolo tratto di fiume monitorato. Lo sforzo maggiore è stato compiuto impiegando reti derivanti, secondo il classico modello di pesca in Po, con un particolare tramaglio affondante di 60 metri di lunghezza, 1,60 metri di altezza e maglia di 40 millimetri, oppure utilizzando una rete affondante in monofilamento (gillnet, localmente chiamata barracuda) di 50 metri di lunghezza, 1,30 metri di altezza e maglia di 30 millimetri. Per il campionamento delle taglie minori si è impiegata una bilancia montata su imbarcazione, avente lato di metri 3 e maglia di 10 millimetri. Ciascuna sessione di campionamento è stata effettuata compiendo in media 5 passate di circa 200 metri con la rete derivante e 20 pescate con la bilancia. Affiancamento a pescatori di professione Grazie alla collaborazione dei i pescatori di professione che operano da tempo sul fiume, è stato possibile effettuare numerose uscite di campionamento ed incontri, in modo tale da aggiornare ed implementare i dati sulla composizione della fauna ittica del basso corso del fiume. Oltre alle interviste dirette è stato possibile ottenere i dati relativi alle specie ittiche pescate con reti da imbrocco e reti da posta, in particolare per verificare eventuali catture di nuove specie alloctone o di specie particolarmente a rischio di scomparsa come lo storione cobice e l anguilla. Svuotamento invernale dei bacini irrigui Il campionamenti della fauna ittica durante lo svuotamento autunnale del bacini irrigui di Berra e Contuga rappresentano una importante occasione di monitoraggio qualitativo dei popolamenti ittici del basso corso del Po. I due bacini sono punti strategici di censimento della comunità ittica del fiume e fungono da importanti stazioni di controllo 6

7 in riferimento al rischio di ingresso di nuove specie alloctone che dal Po possono entrare attraverso le prese irrigue nella rete dei canali di bonifica colonizzandola Analisi del pescato Il materiale ittico pescato, proveniente sia dai canali di bonifica che dal fiume Po, è stato sottoposto ad analisi qualitativa e quantitativa. Su tutti gli esemplari campionati, classificati a livello di specie, sono state eseguite misure di lunghezza totale e di peso, utilizzando ittiometri o cordella metrica con risoluzione millimetrica e bilance, con risoluzione di 0,1 g per gli esemplari fino e 5 kg, e dinamometri, con risoluzione di 1 e 10 g, per gli esemplari superiori a 5 e 20 kg. Per alcune specie di particolare interesse ecologico è stata stimata l età degli animali catturati, attraverso l esame delle scaglie o, in assenza di queste, delle vertebre. Inoltre su numerosi esemplari di alcune specie alloctone predatrici è stata effettuata l analisi dei contenuti stomacali. Tutti gli esemplari alloctoni di dubbia determinazione sono stati trasportati in laboratorio, dove sono state eseguite le misure dei parametri morfo-meristici negli ambiti di variabilità per le specie. 7

8 2. COMPOSIZIONE DEI POPOLAMENTI ITTICI DELLE ACQUE INTERNE DELLA PROVINCIA DI FERRARA 2.1. Le specie ittiche della provincia di Ferrara e loro distribuzione A seguire si riporta l elenco delle specie ittiche censite, tra il 2004 e il 2009, nelle acque interne della provincia di Ferrara. In verde sono indicate le specie ittiche autoctone, in rossso quelle alloctone ed in giallo quelle acclimatate da tempo. Famiglia Specie Nome comune Petromizontidae Petromyzon marinus (Linnaeus 1758) Lampreda di mare Acipenseridae Acipenser naccarii Bonaparte, 1836 Storione cobice Anguillidae Anguilla anguilla (Linnaeus, 1758) Anguilla Clupeidae Alosa fallax (Lacépède, 1803) Alosa o Cheppia Cyprinidae Rutilus erythrophtalmus Zerunian, 1982 Triotto Leuciscus cephalus (Linnaeus, 1758) Cavedano Tinca tinca (Linnaeus, 1758) Tinca Scardinius erythrophtalmus (Linnaeus, 1758) Scardola Alburnus alburnus alborella (Linnaeus, 1758) Alborella Chondrostoma soetta (Bonaparte, 1840) Savetta Barbus barbus (Linnaeus, 1758) Barbo europeo Carassius carassius (Linnaeus, 1758) Carassio Cyprinus carpio (Linnaeus, 1758) Carpa Abramis bjoerkna (Linnaeus, 1758) Blicca Abramis brama (De Filippi, 1844) Abramide Rutilus rutilus (Linnaeus, 1758) Rutilo Rhodeus sericeus (Pallas, 1776) Rodeo amaro Pseudorasbora parva (Schlegel, 1842) Pseudorasbora Ctenopharyngodon idellus (Valenciennes, 1844) Carpa erbivora Hypophthalmichthys molitrix (Valenciennes, 1844) Crapa testa grossa Hypophthalmichthys nobilis (Richardson, 1836) Carpa argento Aspius aspius (Linnaeus, 1758) Aspio Cobitidae Misgurnus anguillicaudatus (Cantor, 1842) Cobite di stagno orientale Siluridae Silurus glanis (Linnaeus, 1758) Siluro Ictaluridae Ictalurus melas (Rafinesque, 1820) Pesce gatto Ictalurus punctatus (Rafinesque, 1820) P. gatto americano Esocidae Esox lucius Linnaeus, 1758 Luccio Poeciliidae Gambusia holdbrooki (Girard, 1859) Gambusia Gasterosteidae Gasterosteus aculeatus Linnaeus, 1758 Spinarello Centrarchidae Micropterus salmoides Lacépède, 1803 Persico trota Lepomis gibbosus (Linnaeus, 1758) Persico sole Percidae Perca fluviatilis Linnaeus, 1758 Persico reale Stizostedion lucioperca (Linnaeus, 1758) Lucioperca Gymnocephalus cernuus Linnaeus, 1758 Acerina Blenniidae Salaria pavo (Risso, 1810) Bavosa Mugilidae Liza ramada (Risso, 1810) Muggine calamita La comunità ittica del ferrarese è risultata essere dominata da Ciprinidi limnofili, con prevalenza di specie adattate ad acque lente e poco ossigenate. Tra il 2004 e il 2009 sono state complessivamente censite 36 specie, appartenenti a 15 famiglie diverse: Petromizontidi, Acipenseridi, Anguillidi, Clupeidi, Ciprinidi, Cobitidi, Siluridi, Ictaluridi, Esocidi, Pecilidi, Gasterosteidi, Centrarchidi, Percidi, Blennidi e Mugilidi. I Ciprinidi sono la famiglia con il taxon di maggiore ricchezza in specie (totale 18), seguono Percidi con 3 specie, Ictaluridi e Centrarchidi con 2 specie ciascuno, mentre sono rappresentati da una sola specie le restanti famiglie 8

9 (Petromizontidi, Acipenseridi, Anguillidi, Clupeidi, Cobitidi, Siluridi, Esocidi, Pecilidi, Blennidi e Mugilidi). Delle 36 specie rilevate, solo 13 sono autoctone: lampreda di mare, storione cobice, anguilla, cheppia, triotto, cavedano, tinca, scardola, alborella, savetta, luccio, persico reale, muggine calamita, mentre tutte le restanti 23 sono d origine alloctona o di specie considerate acclimatate da tempo. Canali di Bonifica Nella rete idrica dei canali di bonifica il 96 % della biomassa totale della comunità è costituito da specie alloctone introdotte in tempi più o meno recenti, che formano popolazioni stabilmente insediate ed in alcuni casi (abramide, rodeo e aspio) in rapida espansione. Delle trentasei specie censite le prime dieci formano il 97,7% dell intera biomassa della comunità ittica del ferrarese con le prime 6, tutte di origine alloctona; delle restanti specie, ben 27 rimangono sotto la soglia dell 1% Carpa, siluro ed abramide sono le tre prime specie sia come numero di individui sia come valori di biomassa %, rispettivamente con 36 %, 28,37 % e 12,2 %. A seguire troviamo il carassio, il lucioperca e la carpa erbivora con valori di biomassa % compresi tra 7,2 e 3,9 %. L anguilla, è la specie che, con un valore di biomassa percentuale intorno all 1 %, chiude la composizione delle prime dieci specie ittiche in ordine di biomassa % delle provincia di Ferrara seguita solo dalla carpa testa grossa. Distribuzione in biomassa % del totale delle prime 10 specie ittiche della provincia di Ferrara Specie endemiche del distretto padano-veneto di elevato interesse conservazionistico e tutelate dalla Direttiva Habitat 92/43 CEE, quali lampreda di mare, triotto, savetta e storione cobice sono molto rare ed, in alcuni casi, rappresentate da un solo individuo catturato nell arco del quinquennio. Specie un tempo dominanti, come tinca, luccio e persico reale, sono ormai scomparse dalle acque della provincia di Ferrara; altre specie di ciprinidi, ed in particolare la scardola e l alborella, hanno manifestato un forte calo e riduzione delle taglie. Basti pensare che ben 12 specie alloctone sono comparse negli ultimi 15 anni: pseudrosabora, abramide, blicca, carpa argento, carpa testa grossa, acerina, rutilo, pesce gatto punteggiato, aspio, rodeo e misgurno. Di queste abramide, pseudorasbora e rodeo hanno rapidamente colonizzato l intero reticolo provinciale in modo relativamente omogeneo in tutte le tipologie di canale; sebbene rutilo e blicca sono rimasti presenti con pochi esemplari, il loro ritrovamento, considerabile casuale, non ha permesso di formulare ipotesi sulle ragioni di mancata diffusione. Differentemente, aspio, pesce gatto punteggiato, acerina e misgurno, l ultima specie segnalata in provincia di Ferrara, hanno mostrato una netta tendenza alla diffusione nei canali irrigui, in siti specifici ed in relazione alle caratteristiche tipiche di ciascuna delle tre specie: l aspio è rimasto vincolato agli adduttori irrigui di ampia sezione e vivace idrodinamismo che mimano la condizioni tipiche del Po, dove la specie è ben rappresentata ed in continua espansione. Pesce gatto punteggiato e acerina sono risultati presenti principalmente nei canali irrigui di minor sezione o in canali a maggior velocità di corrente con rive in sasso o cemento, e nei fiumi Po e Reno, mentre le segnalazioni di misgurno rimangono al giorno d oggi sporadiche e riferite al fiume Po. Fiume Po 9

10 I risultati emersi dai monitoraggi del basso corso del fiume Po hanno evidenziato una composizione della comunità ittica che non si discosta molto da quella dei canali di bonifica, con predominanza di specie alloctone sulle autoctone. Carpa, siluro ed abramide costituiscono in ordine le tre prime specie sia come numero di individui sia come valori di biomassa %, rispettivamente con 30,6% carpa, 28,2% siluro e 15,2 % abramide; con il 13,1% troviamo la prima specie autoctona il muggine calamita, seguita da barbo europeo, lucioperca, aspio, anguilla, carassio e alborella, seguono con valori di biomassa % comprese tra 3 e 0,5%. Le restanti specie censite rimangono al di sotto dello 0,5%. Distribuzione in biomassa % del totale delle prime 10 specie ittiche calcolata per il solo fiume Po. La differenza principale rispetto ai canali di bonifica è da rinvenire principalmente nella variabilità della biomassa percentuale delle singole specie in base al periodo dell anno. In particolare, questa variabilità dipende non solo da spostamenti e/o dalla differente catturabilità delle specie stanziali, ma soprattutto dalla risalita massiva di cefali della specie Liza ramada, che si verifica indipendentemente dall andamento delle piene e della temperatura, dagli inizi di giugno alla fine di agosto. I numeri in gioco sono così elevati da spostare sostanzialmente tutte le percentuali relative delle altre specie prima della risalita. In base ai dati raccolti in numerose serie pluriennali, si può affermare infatti che, in tal periodo, nella sezione considerata la biomassa di cefali della sola specie L. ramada supera abbondantemente il 50 % di quella complessivamente presente. La collaborazione con i pescatori di professione ed i pescasportivi che frequentano le acque del fiume si è rivelata indispensabile al fine di ottenere un maggior dettaglio sulla situazione dei popolamenti ittici del fiume ed in particolare su alcune specie rare o dal comportamento elusivo difficilmente catturabili con le normali attività di monitoraggio. La presenza dell anguilla viene segnalata in forte diminuzione, in particolare durante la stagione autunnale le catture risultano quasi nulle, caratterizzate da rari individui adulti superiori al kg di peso. È doveroso segnalare che, durante i mesi primaverili del biennio , si è assistito ad una flebile ripresa delle quantità di pescato di anguilla gialla, ripresa che tuttavia non ha avuto seguito negli anni successivi. Al contrario le quantità catturate si sono estremamente ridotte, nell ordine di una media da 1 a 4 esemplari pescati ogni 3 giorni di pesca. Va anche segnalata la cattura di alcuni esemplari giovanili, durante il ripetersi annuale della messa in asciutta delle principali prese irrigue sul fiume, con esemplari di 175,8 mm di lunghezza media e 8,3 g di peso medio. La popolazione di siluro si conferma pressoché stabile, con un leggero aumento registrato negli individui giovani di taglia compresa tra i 15 e 40 cm, e nelle taglie massime delle catture. A conferma di ciò, tra gli esemplari pescati durante il recupero del pesce nel bacino di Berra, 2008, spicca la presenza di 5 individui superiori ai 220 cm di lunghezza e con un peso medio di 103 kg. Per ulteriori dettagli sui popolamenti della specie S. glanis si rimanda al paragrafo di questo documento, Approfondimenti sullo stato della popolazione di Silurus glanis (Linnaeus, 1758) nel basso corso del Po e nelle acque interne della provincia di Ferrara. Il lucioperca, specie molto apprezzata localmente e soggetta a forte pressione di pesca, mostra un costante decremento numerico negli esemplari di media e grossa taglia, mentre sembrano essere in leggere ripresa gli individui compresi tra le classi di età 0+ e 2+ con taglie che non superano i g. L abramide è la specie attualmente in maggior espansione, sia nelle quantità numeriche che nelle taglie, dove non son più cosi rari esemplari superiori ai 3 kg di peso. In molti tratti di fiume le densità sono talmente elevate da impedire la classica pesca di professione del Po con reti derivanti, per eccesso di catture in brevissimo tempo di una sola specie. 10

11 Il barbo europeo è abbondantemente presente in tutto il basso corso del fiume con taglie ben distribuite, come confermato dalle indicazioni dei pescasportivi e pescatori di professione che lo indicano in costante crescita. L aspio, segnalato per la prima volta nel 2002 in occasione dello svuotamento del bacino di Berra ora è abbondantemente diffuso nel basso corso del Po e nei principali canali ferraresi. Numerosissimi sono gli esemplari di 2-3 anni che cacciano in branchi nelle lanche, come verificato visivamente in campo in più occasioni, soprattutto dalla seconda quindicina di agosto a tutta la prima metà di settembre. Le quantità e le taglie di aspio pescato sono in costante aumento, con catture di esemplari superiori ai 7 kg di peso. Alborella, scardola, savetta, triotto, lasca, tutte specie ciprinicole autoctone di piccola taglia, attualmente sono risultate estremamente rare o del tutto assenti, sostituite da pseudorasbora e rodeo Analisi della biomassa ittica recuperata a seguito delle messe in asciutta dei canali di bonifica. A seguire si riportano i risultati ottenuti dalle attività di recupero della fauna ittica durante l abbassamento dei livelli idrici e messa in asciutta dei canali di bonifica. I dati analizzati si riferiscono al periodo in cui sono stati effettuati mediamente più di 80 interventi all anno, impiegando uno sforzo di personale mediamente pari a 5 addetti per recupero, con un quantitativo medio di biomassa recuperata, per intervento, superiore a 4 quintali/giorno, per un totale di biomassa media annua recuperata di circa 350 q. La struttura della comunità ittica censita non si discosta da quella evidenziata attraverso i campionamenti diretti, confermando anche i valori di distribuzione delle biomasse delle singole specie. L applicazione dell analisi statistica al confronto tra i dati derivanti dai campionamenti diretti a quelli dei recuperi, evidenzia una corrispondenza significativa dei risultati per tutte le specie maggiormente rappresentate (equivalenti a più del 90 % della biomassa totale). anni media ± dev.st. n interventi giornalieri di recupero /anno 89,3 ± 26,7 n addetti / giorno di intervento 5,7 ± 1,3 Biomassa (quintali) / giorno di intervento 4,3 ± 1,7 Biomassa (quintali) / anno di intervento 354,1 ± 62,1 Media e relativa deviazione standard (dev.st.) del numero di interventi di recupero, degli addetti impiegati e delle quantità (quintali) di fauna ittica recuperata nei canali di bonifica della provincia di Ferrara, nel triennio Le attività di recupero, inoltre, hanno permesso di verificare numerose situazioni di squilibrio tra le specie ittiche nella maggior parte dei canali di tutti i bacini provinciali monitorati (Po di Volano, C. Navigabile, C. Circondariale e C. Bianco). Detto squilibrio si manifesta come un estrema alterazione ecologica, relativa non solo alla scomparsa delle specie autoctone, ma anche alla completa alterazione dei rapporti alimentari, con predominanza di una sola specie di predatore e completa assenza di prede, o se presenti, solo di taglia media superiore ai 5 kg, e quindi non predabili. Come esempi significativi di tale fenemeno, tendente ad aggravarsi con il grado di compartimentazione del corpo idrico, vengono di seguito riportati i risultati di 2 siti presi come campione ( Fossa Bertolda e Canale d Arrivo Campocieco). La fauna ittica censita in più occasioni è risultata essere composta da 4-5 specie alloctone, costituenti più del 99% della biomassa totale, con la dominanza assoluta della specie siluro, che nel sito Campicieco presenta una biomassa pari al 98 % del totale. In tali condizioni di completa inversione dei rapporti quantitativi tra predatori e prede è stato osservato sul campo, ed evidenziato dall esame dei contenuti stomacali, come S. glanis rivolga la predazione ad uccelli acquatici (ad 11

12 es. la gallinella d acqua, Gallinula chloropus), al gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii, a mammiferi (ad es, la nutria Myocastor coypus), o qualora non eserciti vero e proprio cannibalismo. I risultati del monitoraggio di questi, da cui si ricava uno schema di piramide alimentare rovesciata, testimoniano incontrovertibilmente un disequilibrio assoluto della comunità ittica. Questa piramide riporta i dati medi di due siti ma è comunque rappresentativa di un preoccupante stato di alterazione degli equilibri tra predatori e prede. Comunità ittiche così alterate non possono recuperare autonomamente un equilibrio a meno di interventi sostanziali di contenimento delle specie altamente invasive Struttura demografica e distribuzione delle specie ittiche esotiche dominanti. Dall analisi condotta, particolare attenzione è stata rivolta alle specie esotiche che nell ultimo quinquennio sono state segnalate in costante crescita nelle acque provinciali: carpa, abramide, carpa erbivora, siluro e aspio. Gli approfondimenti su queste specie, in base alla disponibilità dei dati campione, mostrano in maggior dettaglio la loro distribuzione, la loro struttura demografica ed il loro stato di nutrizione/benessere. Oltre alla distribuzione delle taglie, per carpa, abramide, aspio è stato possibile calcoare la curva di accrescimento ponderale, e l indice di condizione di Fulton, mentre per il siluro è stato possibile calcolare la curva di accrescimento lineare. Curva di accrescimento ponderale. È la relazione lunghezza - peso di un pesce, rappresentata dalla equazione: peso = a (lunghezza)b, in cui b è un esponente generalmente compreso tra 2 e 4. Linearizzando l equazione mediante trasformazione logaritmica si ottiene: log (peso) = log a + b log (lunghezza). Calcolando la retta di regressione del logaritmo del peso verso il logaritmo della lunghezza se ne ricavano il coefficiente di regressione b e l intercetta. Questi coefficienti variano da specie a specie e talvolta differiscono anche tra individui di una stessa specie a causa del sesso, della maturità sessuale o del grado di riempimento dello stomaco. Indice di condizione di Fulton (Ricker, 1975). Indice abbreviato con il simbolo K, che esprime una valutazione indicativa dello stato di nutrizione o di benessere della specie in relazione alle opportunità ambientali. L indice di Fulton dipende dalla morfologia corporea e dal peso specifico della specie e assume che il peso del pesce sia proporzionale al cubo della sua lunghezza, condizione che determinano un accrescimento di tipo isometrico con K=1 Curve di accrescimento lineare. Curva di accrescimento è stata calcolate mediante il modello di von Bertalanffy, la cui espressione generale è: Lt = L (1 exp (-k (t-t 0 ))) dove: 12

13 Lt = lunghezza totale del pesce; L = lunghezza massima teoricamente raggiungibile dal pesce; t 0 = età del pesce al tempo zero supponendo una crescita secondo l equazione suddetta; k = coefficiente di crescita; t = età del pesce espressa in anni Carpa Il campione analizzato, composto complessivamente da 544 esemplari di lunghezza totale compresa tra i 2,5 e i 96 cm, evidenzia una rappresentanza pressoché omogenea di tutte le classi di taglia presenti. La distribuzione di frequenza in classi di lunghezza non presenta infatti particolari asimmetrie nella ripartizione delle taglie, che tuttavia evidenziano una leggera prevalenza di individui adulti e sub-adulti, quest ultimi principalmente rappresentati nella classe tra i 20 e 30 mm, che include la frazione maggiore di esemplari catturati (124). L analisi della relazione peso lunghezza presenta un elevata correlazione con un tipico modello di accrescimento potenziale del tipo P=k *Lb (R2>0.97) nel quale l esponente b pari a 2,95 è sinonimo di un accrescimento tendenzialmente non isometrico. Per la carpa, l indice di condizione medio è risultato pari a 1.744, valore che esprime un accrescimento di tipo allometrico, a sua volta espressione di un ottimale stato di nutrizione, nonché di una elevata presenza di alimento per la specie. Nel reticolo idrografico ferrarese, l elevata disponibilità di alimento soddisfa abbondantemente le necessità trofiche della specie che ha modo di accrescersi in condizioni particolarmente favorevoli, consolidando la presenza con popolazioni demograficamente dominanti in quasi tutti i corsi d acqua e qualitativamente ben strutturate, con una tendenza all aumento delle taglie Abramide Il campione analizzato, composto complessivamente da 193 esemplari di lunghezza totale compresa tra i 5 e i 59 cmm, evidenzia una rappresentanza leggermente disomogenea anche se sono rappresentate quasi tutte le classi di taglia. La distribuzione di frequenza in classi di lunghezza non presenta una netta prevalenza nella ripartizione delle taglie, anche se le taglie inferiori a 5 cm e quelle superiori ai 40 cm mostrano una frequenza nettamente inferiore. Le classi di taglia maggiormente rappresentate variano tra 10 e 30 cm questultima include la frazione maggiore di esemplari catturati pari a 29. L analisi della relazione peso lunghezza presenta un elevata correlazione con un tipico modello di accrescimento potenziale del tipo P=k *Lb (R2>0.98) nel quale l esponente b pari a 3,4 è sinonimo di un accrescimento tendenzialmente allometrico. Per l abramide, l indice di condizione medio è risultato pari a 1.33, valore che esprime un accrescimento di tipo allometrico, a sua volta espressione di un ottimale stato di nutrizione nonché di una elevata presenza di alimento per la specie. Va segnalato di contro come la specie, individualmente considerata presenti ampia variabilità di condizione, 13

14 fattore probabilmente dovuto alla forte competizione tra gli idividui della stessa specie in alcuni comprensori dove la popolazione presenta densità marcatamente elevate, come nel Canale Circondariale Carpaerbivora o amur A tal riguardo si riporta il testo dell articolo dal titolo: La carpa erbivora nella provincia di Ferrara: alcune considerazioni a vent anni dall introduzione, di Castaldelli G. 1, Lanzoni M. 1, Mantovani E. 2 e Rossi R. 1, pubblicato su Pescasport, Ed. Greentime, Bologna, n.6 Dicembre 2009/Gennaio (1 Dipartimento di Biologia ed Evoluzione, Università degli Studi di Ferrara, 2 Servizio Protezione Flora e Fauna, Provincia di Ferrara.) Introduzione Alla fine degli anni sessanta l eutrofizzazione iniziò a diventare un problema diffuso nelle acque italiane. In particolare, nei canali di bonifica della bassa padana era ancora presente una diversificata comunità di piante acquatiche la cui crescita, a seguito dell aumento della disponibilità di azoto e fosforo, divenne invasiva causando problemi di gestione. Per gli appassionati di pesca furono anni memorabili perche l aumento della produttività di questi ecosistemi determinò un relativo aumento di produzione ittica. Tutte le specie il cui ciclo vitale è legato alla presenza di vegetazione crebbero e furono anni da tinche e lucci, triotti, scardole ed alborelle; il persico trota ed il pesce gatto divennero infestanti in alcuni canali. Tornando alla gestione, per limitare la crescita delle piante acquatiche, nel 1975 la Regione Emilia Romagna istituì un Comitato Tecnico per sperimentare il diserbo biologico tramite la carpa erbivora. Le prime immissioni sperimentali furono effettuate tra il 1975 e 1985, in canali della provincia di Ferrara, sotto controllo e monitoraggio delle Università di Bologna e di Ferrara del Consorzio di Bonifica del II Circondario del Polesine S. Giorgio. Successivamente, negli anni 1987 e 1988 le Amministrazioni Provinciali di Ferrara, Bologna, Modena e Ravenna seminarono nei canali di bonifica 203 quintali di carpa erbivora, di lunghezza compresa tra i cm. La Legge Regionale sulla pesca del 6 agosto 1979 n. 25 fu integrata con una parte in cui veniva promosso il ripopolamento ittico, ai fini di operare un diserbo biologico nelle acque interne regionali, mediante immissioni di idonee specie di fauna acquatica. Tramite una Delibera della Giunta Regionale del 1987, fu imposto un divieto di cattura e detenzione di esemplari di carpa erbivora inferiori alla lunghezza di 50 cm, limite successivamente portato ad 80 cm l anno successivo. Attualmente nelle acque interne dell Emilia-Romagna non è presente nessun limite di cattura per la specie carpa erbivora (Norme Inerenti L Esercizio della Pesca Nelle Acque Interne, Regione Emilia-Romagna, anno 2005). Nella provincia di Ferrara la sperimentazione fu condotta dal 1976 all 1984, con le prime immissioni effettuate nei canali Campogrande e Campocieco, nelle vicinanze di Rovereto e S. Antonino, presso l abitato di Cona, con esemplari del peso tra 200 g e poco più di un kg e densità di semina di 50 kg/ha, arrivando ad un totale di 1895 esemplari immessi per un peso di 1510 kg. Le indagini effettuate nei quattro anni successivi all 84 nel canale Campocieco e Campogrande evidenziarono la totale scomparsa di miriofillo e ceratofillo, dialettalmente dette grata, e della canna palustre. Gli stessi risultati furono documentati anche nel canale S. Antonino. Dopo le immissioni di carpa erbivora del biennio , nei canali di bonifica di Denore, nelle fosse Bevilacqua, Martinella e Galavrona fu documentata una pressoché immediata riduzione del 50% degli interventi di diserbo meccanico. Le immissioni di carpa erbivora, effettuate nel periodo nella Fossa dei Masi, Fossa Gattola, canale Convogliatore e Fossa di Portomaggiore, le cui acque vengono recapitate direttamente nel Canale Circondariale del Mezzano, ebbero come risultato che gli esemplari immessi si spostarono quasi subito nel C. Circondariale. Sebbene solo pochi esemplari di quelli immessi fossero rimasti nei canali di immissione, negli anni immediatamente successivi si è 14

15 registrata la totale scomparsa delle vegetazione acquatica sia sommersa che flottante (da La carpa erbivora in Emilia- Romagna, aspetti biologici e gestionali, di P. Melotti, C. Resta, A. Cavallari 1989). Note di biologia della carpa erbivora La carpa erbivora o Amur, il cui nome scientifico è Ctenopharyngodon idellus, appartiene all ordine dei Cipriniformi della famiglia dei Ciprinidi, come le altre specie alloctone di carpa, sempre di provenienza asiatica, la carpa argento Hypophtalmichthys nobilis, la carpa testa grossa Aristichthys nobilis e la carpa comune Cypinus carpio. E un pesce di taglia grande e può superare il metro di lunghezza e i 30 kg di peso (Berg, 1932); esemplari record del peso di oltre 180 Kg sono stati pescati negli habitat originari (Lopinot, 1972). L areale originario della carpa erbivora comprende tutto il bacino del fiume Amur (Gandolfi, 1991), e come indicato da Nikol skii, Shirema e Smith anche tutti i grandi fiumi di pianura della Cina orientale. Specie rustica ed in grado di tollerare condizioni molto restrittive delle acque e tutt altro che favorevoli per altre specie ittiche. Dal comportamento gregario e furtivo, risulta difficile stimarne la numerosità e le taglie in ambienti di acque torbide. La dieta completamente vegetariana la configurano come una delle specie più innocue e bonarie tra i ciprinidi di grandi dimensioni. Tuttavia, il nome del genere Ctenopharyngodon deriva dalla conformazione dell apparato masticatore che, grazie alla presenza di forti denti faringei seghettati e disposti su due file, svolge una funzione di vera e propria triturazione del cibo, permettendo l assunzione anche di vegetali provvisti di tessuti lignei. In particolare, nelle acque italiane tra le piante acquatiche consuma preferenzialmente il ceratofillo, la lenticchia d acqua, la brasca, il miriofillo e, tra quelle emergenti, la tifa e la canna palustre mentre disdegna le ninfee bianche e quelle sfrangiate, più piccole e con i fiori gialli; questa è la ragione della invasività delle ninfea sfrangiata gialla in alcuni canali ferraresi dove non è presente nessuna altra pianta acquatica. Vari Autori come Opuszynski (1972) e Wattendorf e Anderson (1987) sono concordi riguardo la quantità di cibo ingerita quotidianamente allo stadio adulto, in un ambiente alla temperatura di circa 20 C e dove il cibo non sia limitante, pari al % del peso vivo dell animale; all aumentare del metabolismo, in relazione all aumento di temperatura, di pochi gradi, fino a C, tale percentuale raggiunge valori compresi tra %. I canali del Ferrarese, da metà maggio a metà settembre presentano temperature superiori a 24 C. La carpa erbivora o Amur in relazione all ecologia delle acque Da un punto di vista ecologico, gli effetti del sovra-pascolo, ovvero ciò che si verifica se il numero di esemplari di carpa erbivora presenti in un dato ambiente è eccessivo, sono molto gravi, più di quelli causati da un eccessivo numero di altre specie alloctone. Numerosi studi internazionali come quelli di Canfield (1988) e Earl (1992) hanno evidenziato le conseguenze dirette ed indirette della introduzione della carpa erbivora. Fin dalle prime fasi successive alla introduzione della specie, si verifica un generale intorbidimento e peggioramento della qualità delle acque, evidenziato anche dall aumento delle concentrazioni di azoto e fosforo, rilasciati per attività di escrezione e con le feci. Ciò è strettamente dipendente dal tipo di alimentazione della carpa erbivora, che nutrendosi quasi esclusivamente di materiale vegetale, a basso valore nutritivo, ne deve assumere grandi quantità. In relazione alla bassa digeribilità di queste piante, grandi quantità di feci sono continuamente espulse, andando ad aumentare la torbidità dell ambiente, sia direttamente, per l emissione di un grande quantità di particelle vegetali finemente triturate, pari circa al peso dell animale ovvero quanto l animale ha ingerito giornalmente, sia indirettamente, perché l escrezione di azoto ammoniacale, soprattutto in estate quando la disponibilità di azoto in alcuni canali è molto bassa, favorisce lo sviluppo di alghe fitoplanctoniche e il conseguente ulteriore aumento della torbidità; entrambi i termini, danno all acqua una colorazione verde-marrone, per la abbondante presenza di alghe microscopiche ma con tonalità opache, segno della presenza di particellato organico fine in decomposizione e di crescite batteriche, fattori che inoltre contribuiscono ad abbassare il contenuto di ossigeno 15

16 delle acque. Si viene quindi a determinare un circolo vizioso che mantiene l ecosistema in uno stato di elevato rischio e di grande semplificazione a tutti i livelli alimentari, e con una comunità ittica estremamente semplificata. Alcuni autori, come Lesile e Koblynski (1985) e Klusmann (1988) hanno ampiamente documentato fenomeni di questo tipo in numerosi laghi e fiumi dell ex Unione Sovietica, dove a seguito della introduzione di carpa erbivora, è rapidamente scomparsa la vegetazione acquatica e con essa sono istantaneamente scomparse numerose specie di crostacei e specie ittiche, il cui ciclo vitale dipende strettamente dalla presenza di piante acquatiche sommerse, non solo per la alimentazione ma anche per la deposizione delle uova e per il rifugio e alimentazione degli stadi giovanili. Gasaway (1976) e Bettoli (1991) hanno dimostrato la relazione di causa ed effetto tra l introduzione della carpa erbivora e la scomparsa di molte specie ittiche, indipendentemente dall insorgere di altri fattori di disturbo, quali inquinamento di varia origine e/o l introduzione di predatori alloctoni. L esempio più calzante è quello descritto da Aliyev, (1976) riguardante numerosi laghi in cui a seguito di consistenti immissioni di carpa erbivora si è verificato un immediato, drastico calo di due specie ittiche strettamente associate alla vegetazione, la tinca ed il luccio. Come riportato nella Carta Ittica dell Emilia-Romagna, Zona B, in Provincia di ferrara, in base a campionamenti effettuati dal 2003 al 2005, in 50 siti omogeneamente distribuiti, la comunità ittica è risultata fortemente semplificata e dominata da specie detritivore quali carpa, carassio, abramide e da predatori adattati ad acque torbide quali siluro e lucioperca, mentre sono stati catturati solo due esemplari di tinca e uno solo di luccio. Differentemente, come riportato da Cavicchioli (1976) e, più recentemente nel volume Elementi di predisposizione della Carta Ittica regionale (AA.VV, 1992), gli stessi canali presentavano una comunità ittica completamente differente, composta anche da ciprinidi autoctoni quali tinca, scardola, triotto, alborella e da predatori tipici di acque poco torbide, quali persico reale, persico trota e luccio. Questa comunità ittica si mantenne fino alla prima metà degli anni ottanta, per poi cambiare rapidamente nella seconda metà, proprio quando iniziarono le immissioni massicce di carpa erbivora. Al presente, in base ai risultati dei campionamenti del triennio , effettuati con tecniche specifiche per la stima della carpa erbivora, la specie è risultata presente in tutti i canali maggiori della provincia di Ferrara. L ampia distribuzione delle taglie degli individui catturati conferma la permanenza nella rete idrica degli individui introdotti a fine anni ottanta, ora di peso compreso tra dieci e venti chilogrammi. A questi si aggiungono quelli provenienti da semine successive, non rientranti comunque in piani approvati dalla Provincia, protratte fino al presente, come confermato con la cattura nel Canal Bianco, nel canale Andio e nel canale Seminiato, a fine ottobre del 2007, di individui di lunghezza media di 20 cm e peso medio di 180 g. In tutti i canali in cui è stata censita la presenza della carpa erbivora la vegetazione sommersa è risultata del tutto assente, tifa e canna palustre scarse mentre era presente la nifea sfrangiata che la carpa erbivora non mangia. Bibliografia AA.VV., La carpa erbivora in Emilia-Romagna aspetti biologici e gestionali. Regione Emilia Romagna, Amministrazione Provinciale di Ferrara (Assessorato Caccia, Pesca e Ambiente) Ferrara, 87 pp. Aliyev, D.S The role of phytophagous fishes in the reconstructions of commercial fish fauna and the biological improvement of water. J. Ichthyology. 16 (2), Berg L. S., Les poissons des eaux douces de l U.R.S.S. et des pays limithrophes, 3 e édition, revue et augmentée, partie I. Edizioni sulla gestione dei laghi e della pesca, Leningrad, 899 pp. Canfield D.E., Shireman J.V., Colle D.E., Haller W.T., Watkins C.E. and Maceina M.J Prediction of chloropyll a concentration in Florida lakes: importance of aquatic macrophytes. Can. J. Fish. Aqat. Sci. 41, Cavicchioli G., Fauna ittica del Ferrarese. Ferrara, Ente Ferrarese Esposizioni e Rassegne. Earl W., Chilton II. and Maurice I Biology and management of grass carp (Ctenopharyngodon idella, Cyprinidae) for vegetation control: a North America perspective. Fish Biology and Fisheries,2, Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., I Pesci delle acque interne italiane. Ministero dell Ambiente e Unione Zoologica Italiana, Roma, 618 pp. 16

17 Gasaway R.D. and T.F. Drda, Effects of grass carp introduction on waterfowl habitat. North America Wildlife Natural Resources of Conference, 42: Gorbach E.I., Condition and fatness of the grass carp Ctenopharyngodon idella (Val.) in the Amur Basin. J. Ichtthyology. 12(4), Klusmann W.G., Noble R.L., Martyn R.D. Clark W.J., Betsill R.K., Bettoli P.W. and Campbell J.M Controlo of acquatic macrphytes by grass carp in lake Conroe, Texas, and the effects on the reservoir ecosystem. Texas Agricoltural Experiment Station, Texas A&M University MP Texas 61 pp. Leslie A. J., Jr. and G.J. Kobylinski Benthic macroinvertebrate response to acquatic vegetation removal by grass carp in a north Florida reservoir. Florida Sience 48: Lopinot, A., White amur Ctenopharyngodon idellus. Illinois Dept Conservation, Division of Fisheries. Fish Management Mimeo No pp. Nikol skii G.V., Special ichthyology. Isr. Program sci. Transl. Jerusalem, 538 pp. Opuszynski K., Use of phytophagus fish to control acquatic plants. Acquaculture 1, Shireman J.V., Smith C.M:, Synopsis of biological data on the grass carp, Ctenopharyngodon idella (Cuvier and Valenciennes, 1844). FAO Fish. Synop., no. 135, 86 pp. Wattendorf R.J. and R.S. Anderson Hydrilla consumption in two Florida lakes. Proceeding of the Annual Conference of the Southeastern Association of Fosh and Wildlife Agencies 38: Aspio L aspio è tra gli ultimi predatori entrati nelle acque ferraresi in grado di riprodursi con successo. Questa specie si è particolarmente adattata lungo tutto il medio-basso corso del fiume e sta attraversando un momento di allarmante espansione demografica su tutto il territorio padano. Le indicazioni raccolte sulla presenza dell aspio nella provincia di Ferrara, hanno via via confermato l acclimatamento della specie nel medio basso corso del fiume Po e nei principali corsi d acqua di bonifica in diretta comunicazione con esso. I dati fin qui raccolti confermano la presenza di popolazioni di aspio strutturate, con discreta variabilità di taglie in diversi corsi d acqua della provincia ed in aprticolare nel Canale Boicelli Po di Volano, Condotto Contuga, Derivatore di Berra, Panaro, Canale di Burana e Po di Primaro. Il campione misurato e costituito complessivamente da 52 esemplari, di lunghezza media pari a 28,8 cm e peso486 g. L intervallo delle taglie varia tra 9 e 61 cm, dove le classi di lunghezza più rappresentate variano da 20 a 30 cm, da 40 a 50 cm in cui ricade il maggior numero di esemplari catturati. Non sono stati catturati esemplari di grossa taglia ma dalle numerose interviste ai pescasportivi ed ai pescatori di mestiere che operano nel basso corso del fiume Po si segnalano catture di esemplari di dimensioni importanti, superiori ai 6 kg di peso. La presenza delle classi giovanili e di sub-adulti conferma l efficacia della riproduzione naturale di questo predatore alloctono nelle acque di bonifica e nel basso corso del fiume Po. L analisi della relazione peso lunghezza presenta un elevata correlazione con un tipico modello di accrescimento potenziale del tipo P=k *Lb (R2>0.98), nel quale l esponente b pari a 3,19 è sinonimo di un accrescimento lievemente allometrico. Per l aspio, l indice di condizione medio è risultato pari a 0,99, valore che esprime sostanzialmente un isometria per la specie, ma individualmente va segnalata una allometria negli esemplari di maggiori dimensioni che manifestano un miglior stato nutrizionale rispetto ai giovanili, probabilmente legato ad un range più ampio di prede accessibili favorito dalla maggior dimensione di questultimi. In Russia, Ucraina, Daghestan, Kazakhstan e Uzbekistan la specie è catturata professionalmente con reti a strascico e da posta, con nasse e ami. Le carni sono considerate saporite soprattutto nei paesi dell'ex U.R.S.S., dove vengono consumate per lo più in inverno (FAO, 1997). La specie non gode della stessa stima nel resto d'europa ed in particolare 17

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